RASSEGNA STAMPA 05.12.2003

 

IL MESSAGGERO
Ex-Montedison. «Si indaghi in Regione»

La spiaggia dei veleni. E’ giallo su uno studio che portò nel 2000 il Consiglio regionale a dichiarare l ’area ad alto rischio ambientale

La Forestale chiede al Pm ulteriori approfondimenti. Anche negli uffici dell’Ente

di GIAMPAOLO MILZI

FALCONARA - La “spiaggia dei veleni” di fronte all'ex Montedison? All'epoca il dottor Bucci, dirigente dell'Arpam, se ne occupò. Ma solo marginalmente. Ma in quale epoca? Metà anni '90, ben prima che l'inchiesta giudiziaria partita nel 2001 (a gennaio partirà un processo contro manager e imprenditori) facesse detonare l'ecoscandalo dei 20 ettari contaminati da scorie tra Falconara e Marina di Montemarciano. Insomma - come è emerso dagli ultimi interrogatori attuati dal Corpo Forestale nell'inchiesta-bis stralcio su eventuali omissioni di atti d'ufficio da parte di amministratori e funzionari pubblici - quello delle montagne di “ceneraccio” zeppe di pirite e altre porcherie scaricate “piratescamente” sul lido era da parecchio un segreto di Pulcinella. Le giubbe verdi, oltre al numero uno dell'area chimica Arpam Bucci, hanno sentito come persone informate sui fatti Roberto Oreficini e Paolo Raffaelli, nel 1994 - 1995 sindaci di Falconara e Montemarciano. Che hanno fornito due conferme: allora, dopo la dismissione dello stabilimento ma prima che passasse in mani private, si tennero più conferenze dei servizi sul caso inquinamento. Incontri plurilaterali in cui fu esaminato, tra l'altro, il progetto di bonifica “Aquater” presentato dall'Enichem; a quei tempi arsenico, piombo e altri metalli micidiali per l'ambiente venivano classificati come materiale inerte, pericoloso sì, ma non più di tanto, da riciclare per fondi strade, campi sportivi e altre opere pubbliche. Alla stessa conclusione era giunta ('94) un'inchiesta del pm Bilotta, archiviata dopo una parziale evacuazione di scorie, e basata su una perizia giudiziaria sull'entità della contaminazione di cui sarebbe comunque interessante rispolverare gli esiti. Sembra, però, che si sia persa per strada. Per la Forestale - che comunque ha acquisito e si è studiata bene un'altra perizia giudiziaria, quella recente e allarmante del grande esperto Biancani - il giallo resta eccome. Da qui, tre giorni fa, la presentazione di nuove richieste al pm inquirente Lionello: poter interrogare di nuovo Bucci e gli altri funzionari Arpam che parteciparono alle conferenze dei servizi di 8-9 anni fa, si occuparono della contaminazione e delle analisi; conoscere quei vecchi responsi di laboratorio; poter indagare a fondo anche nei meandri degli uffici della Regione. Anche lì infatti si sapeva. Tanto che la spiaggia Montedison costituì un vertice del triangolo (porto d'Ancona e bassa Vallesina gli altri due) dichiarato “area ad alto rischio ambientale” dal Consiglio regionale. Con una delibera (la n° 305 del 1/3/2000) basata su uno studio di valutazione sul campo presentato in Regione prima del marzo '99. Chi fece quello studio? E perché già nel '99 non fu interessata la Magistratura? Mistero. L'Arpam ha negato di aver studiato allora la spiaggia dei veleni.

 
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