RASSEGNA STAMPA 19.11.2003

 

CORRIERE ADRIATICO
"Perché puntare solo su Bohigas?"

"Si poteva coinvolgere le nostre professionalità magari affidando al prestigioso urbanista spagnolo un ruolo di controllo" Gli architetti locali e il recupero dell'ex Montedison affidato al progettista catalano

Con una lettera inviata ai Comuni di Falconara e Montemarciano, l'architetto Giampiero Sbarbati, si chiede come mai abbiano scelto di affidare a un progettista straniero il recupero dell'ex Montedison, il complesso industriale dismesso sul litorale proprio a cavallo tra i due comuni. In attesa di una risposta dai due sindaci, l'architetto affida a questa lettera una riflessione sull'opportunità di valorizzare professionalità ed esperienze locali per un progetto così importante. "Ho appreso dalla stampa locale che è intenzione delle amministrazioni comunali di Montemarciano e Falconara di affidare il progetto di recupero dell'area ex Montedison adiacente al centro abitato di Marina di Montemarciano al famoso architetto spagnolo Bohigas". In effetti è proprio così: la matita di Oriol Bohigas, l'architetto spagnolo noto nel mondo per i suoi progetti di riqualificazione urbanistica, disegnerà il futuro di quel complesso di archeologia industriale e dell'area circostante. In proposito è stato firmato un protocollo d'intesa tra il sindaco di Montemarciano Gerardo Cingolani e il suo collega di Falconara, Giancarlo Carletti. In ottobre una delegazioni di amministratori dei due Comuni è andata a Barcellona per mettere a punto insieme a Bohigas le prime tappe della collaborazione in vista della scadenza del 6 aprile 2004, termine fissato dalla Regione Marche per la presentazione di progetti di riqualificazione urbana. "Senza alcun dubbio - riconosce l'architetto Sbarbati, uno jesino che lavora in Provincia - questo nome famoso potrà dare il suo valido contributo alla riqualificazione dell'area. Però, di fronte ad una tale notizia, ed in un periodo in cui si parla, tra gli addetti ai lavori, di crisi profonda dell'architettura italiana, viene spontaneo chiedersi il perché di una scelta in questo senso. La nostra zona ed anche la nostra nazione è piena di laureati e di giovani professionisti che aspettano con ansia e trepidazione il momento di potersi cimentare con un esercizio progettuale complesso ed articolato come questo di fronte a cui ci troviamo". Sbarbati si chiede perché, le due amministrazioni, che chiama "progressiste ed illuminate" non abbiano pensato ad un procedimento di più ampio respiro che abbia potuto coinvolgere tutte le potenzialità culturali, tecniche ed artistiche presenti nel nostro mercato per giungere ad una definizione della riqualificazione dell'area. "Avrei visto sicuramente con molto più favore un controllo da parte di questo grande nome dell'architettura contemporanea insieme ad altri, degli elaborati prodotti in un concorso di idee che avrebbe dato sicuramente luogo ad un dibattito tra gli addetti ai lavori ed alla popolazione interessata che dovrà fruire di questa opera. Ritengo che ogni intervento praticato nel territorio che viviamo sia più incisivo e valido nella misura in cui le scelte non siano praticate dall'alto ma escano dallo stesso contesto a cui appartengono". Il professionista, sperando che i due Comuni rivedano questa scelta, si chiede "perché neanche l'Ordine professionale a cui appartengo e che suppongo sia stato al corrente della scelta non abbia auspicato una soluzione alternativa a quella a cui siete approdati".

 
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