"Perché puntare solo su
Bohigas?" "Si
poteva coinvolgere le nostre professionalità magari
affidando al prestigioso urbanista spagnolo un ruolo di
controllo" Gli architetti locali e il recupero dell'ex
Montedison affidato al progettista catalano
Con una lettera inviata ai
Comuni di Falconara e Montemarciano, l'architetto Giampiero
Sbarbati, si chiede come mai abbiano scelto di affidare a un
progettista straniero il recupero dell'ex Montedison, il
complesso industriale dismesso sul litorale proprio a
cavallo tra i due comuni. In attesa di una risposta dai due
sindaci, l'architetto affida a questa lettera una
riflessione sull'opportunità di valorizzare professionalità
ed esperienze locali per un progetto così importante. "Ho
appreso dalla stampa locale che è intenzione delle
amministrazioni comunali di Montemarciano e Falconara di
affidare il progetto di recupero dell'area ex Montedison
adiacente al centro abitato di Marina di Montemarciano al
famoso architetto spagnolo Bohigas". In effetti è proprio
così: la matita di Oriol Bohigas, l'architetto spagnolo noto
nel mondo per i suoi progetti di riqualificazione
urbanistica, disegnerà il futuro di quel complesso di
archeologia industriale e dell'area circostante. In
proposito è stato firmato un protocollo d'intesa tra il
sindaco di Montemarciano Gerardo Cingolani e il suo collega
di Falconara, Giancarlo Carletti. In ottobre una delegazioni
di amministratori dei due Comuni è andata a Barcellona per
mettere a punto insieme a Bohigas le prime tappe della
collaborazione in vista della scadenza del 6 aprile 2004,
termine fissato dalla Regione Marche per la presentazione di
progetti di riqualificazione urbana. "Senza alcun dubbio -
riconosce l'architetto Sbarbati, uno jesino che lavora in
Provincia - questo nome famoso potrà dare il suo valido
contributo alla riqualificazione dell'area. Però, di fronte
ad una tale notizia, ed in un periodo in cui si parla, tra
gli addetti ai lavori, di crisi profonda dell'architettura
italiana, viene spontaneo chiedersi il perché di una scelta
in questo senso. La nostra zona ed anche la nostra nazione è
piena di laureati e di giovani professionisti che aspettano
con ansia e trepidazione il momento di potersi cimentare con
un esercizio progettuale complesso ed articolato come questo
di fronte a cui ci troviamo". Sbarbati si chiede perché, le
due amministrazioni, che chiama "progressiste ed illuminate"
non abbiano pensato ad un procedimento di più ampio respiro
che abbia potuto coinvolgere tutte le potenzialità
culturali, tecniche ed artistiche presenti nel nostro
mercato per giungere ad una definizione della
riqualificazione dell'area. "Avrei visto sicuramente con
molto più favore un controllo da parte di questo grande nome
dell'architettura contemporanea insieme ad altri, degli
elaborati prodotti in un concorso di idee che avrebbe dato
sicuramente luogo ad un dibattito tra gli addetti ai lavori
ed alla popolazione interessata che dovrà fruire di questa
opera. Ritengo che ogni intervento praticato nel territorio
che viviamo sia più incisivo e valido nella misura in cui le
scelte non siano praticate dall'alto ma escano dallo stesso
contesto a cui appartengono". Il professionista, sperando
che i due Comuni rivedano questa scelta, si chiede "perché
neanche l'Ordine professionale a cui appartengo e che
suppongo sia stato al corrente della scelta non abbia
auspicato una soluzione alternativa a quella a cui siete
approdati". |