Raffinazione: stop agli
impianti
Annuncio dell'azienda dopo
che il Gip del Tribunale ha rigettato l'istanza di
dissequestro temporaneo
di M.C.G.
Domani si fermano tutti gli
impianti di Raffinazione. La decisione è stata assunta dalla
direzione Aziendale nella tarda mattinata di ieri dopo la
notizia che il Gip ha rigettato l'istanza di dissequestro
temporaneo degli impianti. Istanza su cui il Pm Serafina
Cannatà titolare dell'inchiesta aveva espresso parere
sfavorevole ritenendo che negli atti prodotti dalla
Raffineria non vi fossero elementi nuovi utili a dimostrare
che non c'è danno per l'ambiente. Il piano di sequestro dei
97 serbatoi ordinato dalla Procura prosegue con uno
slittamento di due giorni per motivi tecnici. Si concluderà
mercoledì prossimo invece che lunedì Gli impianti di
Raffinazione si fermano invece entro domenica. La Raffineria
ha già presentato alla Procura una nuova richiesta di
dissequestro dei serbatoi con documenti che attestano gli
avvenuti lavori di manutenzione. Dovrebbe essere la volta
buona. Il Pm li esaminerà oggi e se riterrà i documenti
sufficienti accoglierà la richiesta, diversamente la invierà
anche questa con parere contrario al Gip. Un nuovo no al
dissequestro allungherebbe i tempi di riavvio della
raffineria. Alla luce di questi fatti ieri mattina i tre
segretari Fulc Alessandro Piva, Salvatore Licata e Silvio
Ruggeri hanno sottoscritto con la Raffineria un verbale
d'intesa in cui si stabilisce la fermata degli impianti di
raffinazione entro domenica. Nel verbale è scritto che «Gli
impianti di produzione utilities rimangono al momento in
marcia. Le fermate di manutenzione già avviate prima della
notifica del sequestro, come gli altri lavori programmati,
proseguiranno regolarmente ad esclusione di tutti i lavori
relativi ai serbatoi oggetto del sequestro. Negli impianti
oggetto di fermata proseguiranno i lavori di manutenzione
previsti, tali da non pregiudicare un pronto riavviamento
della produzione». L'ipotesi è quella che gli «impianti di
raffinazione» resteranno in ombra per una settimana, il
tempo necessario ad ottenere dalla magistratura il
dissequestro. Una fermata tecnica, insomma. I vertici della
Fulc dopo le rassicurazioni di Eni dai più alti vertici cioè
l'amministratore delegato Vittorio Mincato a quelli locali,
che a Gela non si chiude e c'è disponibilità ad investire,
ritengono di avere avuto le necessarie garanzie a
salvaguardia del lavoro. Ieri la Fulc ha ribadito che la
magistratura ha fatto il suo dovere per far rispettare le
leggi, la tutela ambientale e la salute ma il compito del
sindacato è quello di garantire l'occupazione. E fino ad ora
non c'è da temere che l'Eni voglia smobilitare. Nel
pomeriggio sono stati riuniti i consigli di fabbrica per
fare il punto della situazione. Tra i lavoratori è emersa
un'esigenza: quella di forme di controllo per evitare di
trovarsi mese dopo mese di fronte ad emergenze
ecogiudiziarie che creano tensioni e paure. Ai sindacati è
stato chiesto meno appiattimento sulle posizioni
dell'Azienda, più protagonismo. Ieri, mentre in mattinata
la notizia del no al dissequestro aveva alimentato paure e
tensioni, il sindaco Rosario Crocetta non ha risparmiato
bordate alla Raffineria. «E che si aspettavano? Hanno
presentato alla Procura due foglietti di carta e nessuna
garanzia - ha detto il sindaco - certo che la risposta
doveva essere negativa. Questo comportamento dell'Azienda
non mi piace affatto. Sul fatto che non chiudono la
Raffineria credo che abbiamo avuto garanzie autorevoli. Però
non hanno voluto mantenere gli impianti fermi al minimo
tecnico. Ora le vicende del dissequestro sono fatti loro. A
noi interessa che Eni e Governo spendano i soldi per
bonificare». |