«Nubi sulla ferrovia»
FALCONARA – Ancora nebuloso
il futuro “ferroviario” di Villanova. A denunciarlo è
l'associazione di quartiere che, a luglio, ha inviato un
esposto al Difensore civico della Regione Marche. Sembra
infatti che Rfi e Trenitalia abbiano lanciato messaggi
contraddittori. La prima, avviando la valutazione del
by-pass Api, ha annunciato il trasferimento dello scalo
merci dal rione falconarese all'interporto di Jesi; la
seconda, nello stesso periodo, ha pianificato e quasi
completato la risistemazione dell'intero complesso, che
attualmente circonda il quartiere. In particolare,
Trenitalia ha disposto la realizzazione di «un nuovo fascio
di binari, tutto spostato lato mare, da utilizzare per la
sosta e la composizione dei treni». «Perché – si chiede
allora il presidente Loris Calcina – investire
nell'ammodernamento dello scalo se questo dovrà essere
smantellato e trasferito a breve? Qual è il vero futuro del
nodo ferroviario di Villanova?». Secondo il Comitato, le
informazioni contrastanti fornite dalle due società
avrebbero tratto in inganno i cittadini, in special modo
quelli interessati alla problematica, i quali, rassicurati
dall'affermazione della «dismissione dell'attuale scalo
merci di Falconara», potrebbero essere stati indotti ad
astenersi dal formulare osservazioni alla valutazione di
impatto ambientale sul by-pass Api. Il Difensore civico, che
sta ancora vagliando la problematica, dovrà stabilire se
quanto dichiarato da Rfi fornisca una scorretta
rappresentazione della situazione che si verrà a determinare
con il by-pass e se ciò possa aver comportato un danno per i
residenti. |
Prestige, un anno di catrame
di Laura Eduati
Anniversario dal disastro
ecologico provocato dalla petroliera. In Galizia
manifestazioni di protesta. Fondo marino nero, giustizia in
alto mare Madridnostro servizioIl primo anniversario della
Prestige non porta buone notizie. Un anno da quei drammatici
giorni che iniziarono il 13 novembre 2002, quando la
petroliera carica di 77.000 tonnellate di greggio presentò
una falla, fino al 17 novembre, quando s'inabissò, le maree
nere continuano ad incatramare le coste della Galizia e
della Cantabria, anche se in quantità minore rispetto
all'inverno scorso. Le spiagge inquinate sono ancora il 58%
del totale, mentre l'abbondanza di pesci e molluschi è scesa
del 30%. Quelli sopravvissuti portano tracce di petrolio che
mettono a rischio il consumo dei prodotti pescati,
danneggiando la principale risorsa economica della Galizia.
Intanto, quindicimila tonnellate di greggio fluttuano ancora
al largo delle coste. Ora le persone incaricate per la dura
pulizia sono un migliaio, rispetto alle quattromila di
questa primavera, sparpagliate lungo il litorale con badili,
secchi e macchine idropulitrici per scrostare la pece dalle
rocce delle 745 spiagge inquinate, un lavoro che rischia di
assomigliare al supplizio di Tantalo. Comunque i danni
maggiori, secondo l'Istituto Spagnolo di Oceanografia, non
sono quelli estetici: uno spesso strato nero copre
chilometri di fondale marino dello zoccolo continentale
galiziano, difficile da recuperare e pericoloso per la
catena alimentare marina. Il coordinatore delle indagini
dell'Iso, Juan José Gonzàlez, non è ottimista: «Conosceremo
i suoi effetti solo fra qualche anno, poiché l'inquinamento
sparirà molto lentamente». Quanto lentamente, nessuno osa
prevederlo. Lo stesso Ministero dell'Ambiente rimane cauto,
soprattutto perché a settembre il mare ha spinto più catrame
sulle coste di quanto abbia fatto durante tutta l'estate.
Nel frattempo, il caso giudiziario della Prestige avanza
lentamente. Il giudice per le indagini preliminari di
Concurbiòn, un paesino costiero della Galizia, ha già
scritto un fascicolo di 3600 pagine. L'associazione "Nunca
Maìs", sorta nei giorni seguenti all'affondamento della
petroliera, e il partito "Izquierda Unida" si sono
costituiti parte civile nel processo che chissà quando si
celebrerà, data la difficoltà di dare un nome ai
responsabili. Per ora, l'unico imputato è il capitano della
petroliera, il greco Apostolos Mangouras, accusato di
sabotaggio e disobbedienza, oggi in carcere preventivo a
Barcellona. "Nunca Maìs" ha presentato un dossier
sottoscritto da esperti di marina mercantile nel quale si
dimostrano le responsabilità del governo spagnolo,
specialmente a catastrofe avvenuta, quando il Ministro
dell'Interno Cascos diede l'insano ordine di allontanare la
carcassa semiaffondata della Prestige al largo della
Galizia, invece di trascinarla verso la baia de La Coruña,
favorendo così l'allargamento a ventaglio dell'azione delle
maree nere, che arrivarono a lambire le coste di Francia e
Portogallo. Il governo contrattacca e cerca di dimostrare
che la colpa di tutto è della società Abs, che firmò la
garanzia di qualità dell'imbarcazione. Intanto il
coordinatore generale di Izquierda Unida, Gaspar Llamazares,
persenta un libro bianco dell'incidente e lamenta: «E'
vergognoso che le inchieste si siano prodotte solo in
Francia e presso l'Unione Europea». Ma il labirinto della
sfortunata petroliera è ben più complesso e si snoda in
Russia, patria della "Crown Resources", la compagnia
petrolifera proprietaria del greggio trasportato dalla
Prestige che annovera tra i suoi associati Marc Rich, un
oscuro personaggio condannato per traffico d'armi in Spagna
nel 1980, il quale conta tra i suoi amici più stretti il re
Juan Carlos I e Pio Cabanillas, dirigente madrileno del
Partido Popular. Poi la famiglia di armatori greci
Colluthros, proprietari della Prestige: uno dei suoi membri
lavora come diplomatico a Bruxelles ed è assistente
personale di Loyola de Palacios, vicepresidente della
Commissione Europea responsabile dei trasporti e
dell'energia e, manco a dirlo, affiliata al Pp. In questi
giorni la Galizia sarà palcoscenico di numerose
manifestazioni di protesta, concerti, spettacoli che
ricordano, se ce ne fosse bisogno, la drammaticità
dell'evento che rimane scolpito per sempre nella memoria
delle coste del nord. "Nunca Maìs" sottolinea «l'importanza
delle mobilitazioni sociali nel processo di denuncia delle
responsabilità personali di disastri come questo». Sabato un
omaggio anche alle migliaia di volontari, le "tute bianche"
che senza por tempo in mezzo si riversarono sulle spiagge
nere per aiutare a ripulire dal "chapapote", il catrame.
Burla Negra, altra associazione di denuncia della trama
Prestige, annuncia la produzione di un film-documentario di
più registi nello stile di quello prodotto per l'11
settembre. Sarà distribuito in tutta Europa a maggio 2004.
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