RASSEGNA STAMPA 11.11.2003

 

MESSAGGERO
Falconara, sindaco e Api uniti dal vino novello

di L.L.

FALCONARA - Una serata per riscoprire il piacere dei sapori marchigiani. Protagonista: il vino novello. Ad alzare i calici, domenica all’hotel Touring, l’intera Giunta del Comune di Falconara che ha organizzato l’evento, oltre ad alcuni esponenti del mondo politico e imprenditoriale della zona. Ad accogliere l’invito del sindaco Carletti, anche l’Api rappresentata dall’ingegner Franco Bellucci. Intervenuti tra gli altri il presidente della Provincia Enzo Giancarli, l’onorevole Giacco e l’ex presidente dell’autorità portuale Alessandro Pavlidi. La cena è stata preceduta da una estemporanea di Roberto Mangosi, che ha deliziato gli ospiti con una serie di esilaranti vignette sul vino. Quindi la sommelier Anna Epifani ha tenuto una breve dissertazione sul vino novello.

Gerardo Cingolani primo cittadino di Montemarciano spiega le ragioni dell’intesa con Falconara

di GIAMPAOLO MILZI

MONTEMARCIANO - La proposta per rivitalizzare l'area ex Montedison arriverà dalla Spagna. E il sindaco di Montemarciano spiega il senso della sua firma in calce al protocollo d'intesa che affida all’architetto Bohigas di Barcellona il primo passo per “resuscitare” la spiaggia contaminata da scorie chimiche. Quella firma - apposta accanto a quelle del sindaco di Falconara e del presidente della “Azienda Agricola Poggio” che si è assunta il pesante onere del risanamento e della ricostruzione nella zona di cui è neoproprietaria - non è la sigla di una cambiale in bianco. Chiare le “condizioni” di Gerardo Cingolani: «Quei 20 ettari inquinati per il nostro comune sono strategici, sono le porte a nord di Marina di Montemarciano. E qualsiasi soluzione uscirà dagli studi di Bohigas dovrà dare garanzie ambientali e saper valorizzare il territorio che amministro, compreso il sito ex Montedison, che è ricaduto nel nostro comune fino al 1927. Valuteremo tutto in Consiglio comunale». Alberghi, villette, stabilimenti balneari, capannoni espositivi o per business capaci di fare da volano allo sviluppo? Il sindaco di Falconara Carletti e il suo tecnico all'urbanistica, il geometra Durpetti, hanno tradotto anche così la vocazione turistico-commerciale indicata nel Prg 99 per quel “mega-scatolone di sabbia inquinata”, ora ribattezzato “Area progetto unitario”. «Quella del futuro dell'area ex Montedison è una storia lunga - osserva Cingolani - su cui si sono fatte tante ipotesi. Ma tutte sono rimaste stoppate dal nodo tecnico, ancora da sciogliere, della bonifica». Una bonifica che Nedo Biancani, il perito dell'inchiesta giudiziaria sulle responsabilità per l'ecodisastro, suggerisce leggera, superficiale, funzionale a verde pubblico e piccole strutture, bocciando sbancamenti profondi e nuovi edifici con grosse fondamenta. «Abbiamo firmato di buon grado il protocollo - assicura Cingolani - Ma è giusto che sulle proposte di Falconara diciamo la nostra». Ma qual’è il discrimine tra un sì e un no di Montemarciano a Falconara? «La consonanza dei piani all'ambiente e la sua capacità qualificante per Marina. Cinque anni fa Carletti voleva costruire a ridosso del confine, in una zona già troppo urbanizzata. Noi dicemmo no, e loro cancellarono la lottizzazione dal loro Prg. Di recente, invece, c'è stata un'intesa sulla nuova viabilità che riguarda Statale 16 e ferrovia, abbiamo detto sì perché il by pass e la variante da realizzare scavalcano Marina e le nuove linee costeggiano l'A14. Di sicuro per l'ex Montedison bocceremo qualsiasi soluzione che abbia una ricaduta pesante sul traffico lungo la Flaminia e quindi lungo il tratto che ci riguarda». E il rilancio turistico? Una bandiera blu su una ex spiaggia dei veleni? «Certo, ci piacerebbe. E in questo senso sarebbe opportuno che la progettazione di Bohigas tenesse conto di due aspetti: la valorizzazione del nostro Mandracchio, al confine con Falconara, un contenitore che vorremmo polivalente: centro museale, servizi per il mare, foresterie, strutture socio-ricreative; la protezione della costa, visto che il problema dell'erosione per noi si è aggravato tantissimo».

 

 
RESTO DEL CARLINO
 
 
CORRIERE ADRIATICO
I viaggi d'oro dell'architetto Bohigas

A luglio spesi 2.500 euro. Durpetti: "E' il prezzo di tempi e impegni del consulente"

Benni (Fi): "Ma quanto ci costa farlo venire dalla Catalogna?"

di Marina Minnelli

FALCONARA - "Ma quanto ci costa ogni volta in spese di viaggio la consulenza di Oriol Bohigas e del collega Albert Puigdomenech visto che per l'ultimo spostamento, nel luglio scorso, dei due architetti catalani sono stati stanziati, con una deliberazione di giunta, la cifra di 2494 euro?". E' stato Amos Benni, consigliere comunale di Forza Italia a sollevare la questione durante l'assemblea civica di ieri pomeriggio che in pratica è stata quasi interamente dedicata alle interrogazioni (dieci in totale nell'ordine del giorno, quasi tutte di FI, Alleanza Nazionale più una di Rifondazione Comunista) e si è chiusa sull'approvazione del progetto di fusione tra la società partecipata Gorgovivo Multiservizi Spa e la società Cisco Acque srl e la richiesta di referendum abrogativo della recente legge regionale sulla riorganizzazione del servizio sanitario regionale. A Benni ha risposto il dirigente Durpetti motivando i costi con la necessità di coordinare tempi ed impegni dei due professionisti, una spiegazione che al consigliere di azzurro non è apparsa "per niente soddisfacente". Sempre da FI è arrivata una pesante contestazione (con relativo scambio di battute fra Goffredo Brandoni e l'assessore Scortichini) a proposito dei quotidiani presenti nella sala lettura della Biblioteca Comunale. "Ci sono solo giornali schierati a centro-sinistra - ha rilevato Brandoni - e mi sembra che questo non sia corretto e non rispetti i principi di libera informazione". La giunta, per voce del dirigente Ruggero Giacomini, ha difeso una scelta guidata solo dal principio della maggiore diffusione o minore diffusione. "Ne abbiamo messi a disposizione nove compresi i tre locali - ha spiegato il dirigente - perché sono i più diffusi e poi bisogna dire che la pluralità dell'informazione non dipende certo dai giornali che si trovano in biblioteca". Chiarito, invece, in parte dall'assessore Api il dubbio di Alleanza Nazionale a proposito dell'utilizzo degli edifici e dei terreni dell'ex aeroporto militare chiuso nel 1998. "Abbiamo chiesto alle autorità territoriali - ha detto l'assessore - ma non ci sono state risposte ufficiali, l'Aerdorica è interessata a quei manufatti che però non possono essere venduti dallo Stato fino alla smilitarizzazione dell'aeroporto".

E' guerra preventiva contro la zanzara tigre

Scatta il programma di disinfestazione di Comune e Asl

FALCONARA - Zanzare, ratti, insetti molesti. Tenere sotto controllo la proliferazione di questi animali e provvedere alla disinfestazione del suolo pubblico non è sempre facile. Specie poi se si parla della fastidiosissima Aedes Albopictus, comunemente nota come zanzara tigre. L'amministrazione comunale e la Asl di Falconara stanno predisponendo un piano d'azione per i prossimi mesi. In primavera si schiudono le uova di questo insetto, generalmente deposte in ambiente umido: tombini, griglie di raccolta delle acque, bottiglie, barattoli, lattine, annaffiatoi, bacinelle, sottovasi e quant'altro. Ma occorre effettuare una mappatura e censire i focolai. Di grande importanza diventano allora le segnalazioni dei cittadini, presto raccolte in apposite schede studiate in collaborazione con la Asl, che supporterà anche la formazione degli operatori telefonici. Spetta invece all'Ufficio Ambiente il compito di bonificare le aree individuate e di provvedere alla collocazione di larvicidi e adulticidi nelle zone più sensibili, nelle scuole e nelle mense. Disinfestare non significa sterilizzare, rimane imprescindibile il rispetto delle norme igieniche. Ci sono alcune semplici regole da rispettare: evitare l'abbandono dei contenitori nei quali potrebbe raccogliersi l'acqua piovana, trattare quella presente nei tombini con larvicidi e mantenere l'ambiente pulito. Perciò l'amministrazione comunale provvederà al più presto a un'efficace campagna informativa per divulgare le norme anti-zanzara.

 
LA SICILIA
Raffineria verso la fermata

Prosegue il sequestro dei serbatoi. Apprensione fra tutti i lavoratori del diretto e dell'indotto

Prosegue il piano della Procuraper apporre i sigilli ai serbatoi del petrolchimico ed ieri ha preso il via il piano della Raffineria per fermare gli impianti. Nella giornata di ieri sono stati consegnati alla magistratura altri tre serbatoi, entro il 17 novembre ne dovranno essere consegnati 39 che vanno ad aggiungersi ai 53 posti già sotto sequestro. La Raffineria ha comunicato ai sindacati l'avvio del piano di fermata. I vertici Fulc lo hanno appreso mentre si trovavano a Roma ad un incontro sul piano industriale di Polimeri Europa. Le procedure di fermata della raffinazione di greggio sono iniziate ieri con l'impianto cocking e proseguiranno nei prossimi giorni con il Topping, l'impianto di alchilazione, quelli dell'isola 8 fino all'impianto dell'etilene 2 la cui fermata è prevista per il 14 novembre. Entro la settimana insomma la Raffineria si ferma in concomitanza con il sequestro di tutti i serbatoi indicati nel piano della Procura. Continuano a marciare la centrale termoelettrica, gli impianti di trattamento delle acque e le utilities. Resta in marcia dunque il dissalatore. C'è ancora disponibilità di pet coke ed olio per alimentare la centrale sicuramente per tutta la settimana. Queste le notizie che arrivano dal fronte sindacale mentre tra gli operai c'è forte tensione. A seguire le vicende giudiziarie con apprensione gli operai del diretto e dell'indotto. Una ditta dell'indotto specialista in verniciature, la Socover, ha avuto i suoi 12 operai in cassa integrazione. Il periodo di cassa integrazione scade in questi giorni. I 12 operai dovevano ritornare al lavoro avendo avuto assegnato un lavoro su serbatoi in manutenzione che sono però quelli sequestrati. La Socover sarà costretta a chiudere. E' solo una delle vicende di tensione e preoccupazione che si stanno vivendo in questi giorni al petrolchimico. Stamattina si riuniscono i consigli di fabbrica mentre i sindacati si tengono in stretto contatto con l'Azienda ed il prefetto di Caltanissetta. Ieri ha preso posizione anche Si.n.quadr.i. Il sindacato dei quadri dell'industria in un lungo documento premette che la mancanza di serbatoi di stoccaggio porta alla fermata di tutti gli impianti di raffinazione ed impone la fermata degli impianti di Polimeri Europa per mancanza di serbatoi di stoccaggio dei semilavorati finiti. Il sindacato fornisce nel dettaglio la situazione dell'intero parco serbatoi: 16 serbatoi sono stati dotati di doppio fondo, 11 hanno avuto il fondo sostituito negli ultimi 10 anni, 3 contengono grezzo cioè un prodotto diverso da quello rilevato nella falda inquinata e sono stati esclusi dal sequestro, 13 contengono olio combustibile anche questo non rilevato nella falda, 3 serbatoi poggiano su una base in cemento per cui è da escludere una loro perdita, 1 è a palafitta e non ha contatto con suolo, 14 sono in manutenzione, 12 sono vuoti, 6 hanno avuto il fondo ispezionato nel 1993, 2 sono stati manutenzionati dopo il 93. «Noi invitiamo - dice il direttivo del sindacato - i consulenti tecnici del Pm ad analizzare lo stato reale dei serbatoi fornendo le adeguate informazioni alla Procura in modo da consentire la restituzione in esercizio di quelli per i quali non è ipotizzabile una causa di inquinamento. Così eviteremo la fermata della Raffineria senza derogare all'obiettivo di tutela della salute pubblica». Infine il sindacato elenca quanto fatto dalla Raffineria per la bonifica del suolo e parla di interventi nella zona del canale Valle Priolo, di sbarramenti ed barriere idrauliche a sud della Raffineria, progettazioni di nuovi impianti per il trattamento delle acque da falda il cui costo è di 25 milioni di euro. Il progetto è stato trasmesso al Ministero dell'Ambiente.

Giovedì vertice per l'occupazione

Sul petrolchimico di Gela vertice a Roma giovedi alle 14,45 presso la sede del comitato nazionale per l'occupazione presieduto dall'on. Gianfranco Borghini. Regione,Eni, forze del territorio sono state convocate a partecipare alla riunione preparatoria per la verifica del protocollo d'intesa sull'area di Gela. Un incontro che l'on. Borghini ed ilsindaco avevano concordato in settembre durante l'ultimo momento di crisi dell' indotto del petrolchimico quando si rivendicò su Gela l'accordo di programma come il governo ha fatto con la Sardegna. L'incontro è stato ora convocato anche alla luce delle ultime vicende giudiziarie che hanno riguardato il petrolchimico e del nuovo momento delicato che Gela sta vivendo. Il sindaco annuncia per giovedì la linea d'attacco contro l'Eni. «Intanto non vogliamo sentire alcun discorso che riguardi impianti chiusi e licenziamenti di operai - ha detto ieri in conferenza stampa Crocetta - le uniche cose di cui vogliamo sentire parlare sono gli investimenti per comsolidare il sito e soprattutto le bonifiche. L'Eni ha inquinato e quindi deve spendere tutti i soldi necessari ad effettuare bonifiche vere». A Roma insomma si dovrebbero porre le premesse per impegni relativi ad investimenti capaci di consolidare il sito industriale ed evitare lo stillicidio di crisi dell'ultimo decennio. Riguardo alla recente vicenda giudiziaria Crocetta è tutt'altro che preoccupato. «Invece che pensare al piano per fermare gli impianti - ha commentato il primo cittadino - la Raffineria farebbe bene a presentare alla Procura il piano di sistemazione dei serbatoi».

 
ECONEWS (Verdi)
Verdi: rivedere vicenda raffineria

Il rinnovo della concessione ventennale alla raffineria Api di Falconara deciso con la contrarietà dei Verdi (per questo usciti dalla coalizione) dalla maggioranza di centro sinistra che governa la Regione Marche potrebbe avere ripercussioni anche a livello nazionale, fino a compromettere l'alleanza. Lo ha detto inaugurando oggi ad Ancona la nuova sede del Sole che ride il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, osservando che se il caso Api non venisse rivisto, i Verdi interpreterebbero questo fatto come "una scelta degli alleati contro l'ambiente". "La vicenda Api - ha detto il leader ecologista - va riaperta. Non vorremmo che fosse una piccola slavina che finisca pero con il portarsi dietro conseguenze molto più vaste a livello nazionale". Pecoraro Scanio ha osservato che "nelle Marche c'e' una miopia del centro sinistra. I Verdi - ha detto - possono anche andare da soli alle prossime regionali e se fossimo costretti a questa scelta le Marche non sarebbero un caso isolato, perché lo faremmo anche in altre regioni". "Il centrosinistra - ha incalzato - deve dirci che intende fare nelle Marche, a cominciare dagli amici di Rifondazione comunista, che sembrano affetti da schizofrenia quando governano, pensando con i no-global che un altro mondo e' possibile dappertutto eccetto che a Falconara". "Le nostre posizioni sull'Api - ha continuato - sono state moderate; nessuno ha chiesto di chiudere la raffineria, ma non è più tollerabile un mostro ambientale a Falconara senza alcuna certezza per il futuro". Sostenendo che la decisione di rinnovare la concessione all'Api sarebbe stata condizionata da pressioni lobbistiche sugli ex partner di maggioranza, Pecoraro Scanio ha concluso affermando che "quello sull'Api e' stato un atto di slealtà fra alleati, e i nostri alleati devono riconoscere che hanno sbagliato".

 
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