MESSAGGERO |
Falconara, sindaco e Api uniti dal vino novello
di L.L.
FALCONARA - Una serata per riscoprire il piacere dei
sapori marchigiani. Protagonista: il vino novello. Ad alzare
i calici, domenica all’hotel Touring, l’intera Giunta del
Comune di Falconara che ha organizzato l’evento, oltre ad
alcuni esponenti del mondo politico e imprenditoriale della
zona. Ad accogliere l’invito del sindaco Carletti, anche
l’Api rappresentata dall’ingegner Franco Bellucci.
Intervenuti tra gli altri il presidente della Provincia Enzo
Giancarli, l’onorevole Giacco e l’ex presidente
dell’autorità portuale Alessandro Pavlidi. La cena è stata
preceduta da una estemporanea di Roberto Mangosi, che ha
deliziato gli ospiti con una serie di esilaranti vignette
sul vino. Quindi la sommelier Anna Epifani ha tenuto una
breve dissertazione sul vino novello.
Gerardo Cingolani primo cittadino di Montemarciano
spiega le ragioni dell’intesa con Falconara
di GIAMPAOLO MILZI
MONTEMARCIANO - La proposta per rivitalizzare l'area ex
Montedison arriverà dalla Spagna. E il sindaco di
Montemarciano spiega il senso della sua firma in calce al
protocollo d'intesa che affida all’architetto Bohigas di
Barcellona il primo passo per “resuscitare” la spiaggia
contaminata da scorie chimiche. Quella firma - apposta
accanto a quelle del sindaco di Falconara e del presidente
della “Azienda Agricola Poggio” che si è assunta il pesante
onere del risanamento e della ricostruzione nella zona di
cui è neoproprietaria - non è la sigla di una cambiale in
bianco. Chiare le “condizioni” di Gerardo Cingolani: «Quei
20 ettari inquinati per il nostro comune sono strategici,
sono le porte a nord di Marina di Montemarciano. E qualsiasi
soluzione uscirà dagli studi di Bohigas dovrà dare garanzie
ambientali e saper valorizzare il territorio che amministro,
compreso il sito ex Montedison, che è ricaduto nel nostro
comune fino al 1927. Valuteremo tutto in Consiglio
comunale». Alberghi, villette, stabilimenti balneari,
capannoni espositivi o per business capaci di fare da volano
allo sviluppo? Il sindaco di Falconara Carletti e il suo
tecnico all'urbanistica, il geometra Durpetti, hanno
tradotto anche così la vocazione turistico-commerciale
indicata nel Prg 99 per quel “mega-scatolone di sabbia
inquinata”, ora ribattezzato “Area progetto unitario”.
«Quella del futuro dell'area ex Montedison è una storia
lunga - osserva Cingolani - su cui si sono fatte tante
ipotesi. Ma tutte sono rimaste stoppate dal nodo tecnico,
ancora da sciogliere, della bonifica». Una bonifica che Nedo
Biancani, il perito dell'inchiesta giudiziaria sulle
responsabilità per l'ecodisastro, suggerisce leggera,
superficiale, funzionale a verde pubblico e piccole
strutture, bocciando sbancamenti profondi e nuovi edifici
con grosse fondamenta. «Abbiamo firmato di buon grado il
protocollo - assicura Cingolani - Ma è giusto che sulle
proposte di Falconara diciamo la nostra». Ma qual’è il
discrimine tra un sì e un no di Montemarciano a Falconara?
«La consonanza dei piani all'ambiente e la sua capacità
qualificante per Marina. Cinque anni fa Carletti voleva
costruire a ridosso del confine, in una zona già troppo
urbanizzata. Noi dicemmo no, e loro cancellarono la
lottizzazione dal loro Prg. Di recente, invece, c'è stata
un'intesa sulla nuova viabilità che riguarda Statale 16 e
ferrovia, abbiamo detto sì perché il by pass e la variante
da realizzare scavalcano Marina e le nuove linee costeggiano
l'A14. Di sicuro per l'ex Montedison bocceremo qualsiasi
soluzione che abbia una ricaduta pesante sul traffico lungo
la Flaminia e quindi lungo il tratto che ci riguarda». E il
rilancio turistico? Una bandiera blu su una ex spiaggia dei
veleni? «Certo, ci piacerebbe. E in questo senso sarebbe
opportuno che la progettazione di Bohigas tenesse conto di
due aspetti: la valorizzazione del nostro Mandracchio, al
confine con Falconara, un contenitore che vorremmo
polivalente: centro museale, servizi per il mare,
foresterie, strutture socio-ricreative; la protezione della
costa, visto che il problema dell'erosione per noi si è
aggravato tantissimo».
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RESTO DEL CARLINO |
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CORRIERE ADRIATICO |
I viaggi d'oro dell'architetto Bohigas
A luglio spesi 2.500 euro. Durpetti: "E' il prezzo di
tempi e impegni del consulente"
Benni (Fi): "Ma quanto ci costa farlo venire dalla
Catalogna?"
di Marina Minnelli
FALCONARA - "Ma quanto ci costa ogni volta in spese di
viaggio la consulenza di Oriol Bohigas e del collega Albert
Puigdomenech visto che per l'ultimo spostamento, nel luglio
scorso, dei due architetti catalani sono stati stanziati,
con una deliberazione di giunta, la cifra di 2494 euro?". E'
stato Amos Benni, consigliere comunale di Forza Italia a
sollevare la questione durante l'assemblea civica di ieri
pomeriggio che in pratica è stata quasi interamente dedicata
alle interrogazioni (dieci in totale nell'ordine del giorno,
quasi tutte di FI, Alleanza Nazionale più una di
Rifondazione Comunista) e si è chiusa sull'approvazione del
progetto di fusione tra la società partecipata Gorgovivo
Multiservizi Spa e la società Cisco Acque srl e la richiesta
di referendum abrogativo della recente legge regionale sulla
riorganizzazione del servizio sanitario regionale. A Benni
ha risposto il dirigente Durpetti motivando i costi con la
necessità di coordinare tempi ed impegni dei due
professionisti, una spiegazione che al consigliere di
azzurro non è apparsa "per niente soddisfacente". Sempre da
FI è arrivata una pesante contestazione (con relativo
scambio di battute fra Goffredo Brandoni e l'assessore
Scortichini) a proposito dei quotidiani presenti nella sala
lettura della Biblioteca Comunale. "Ci sono solo giornali
schierati a centro-sinistra - ha rilevato Brandoni - e mi
sembra che questo non sia corretto e non rispetti i principi
di libera informazione". La giunta, per voce del dirigente
Ruggero Giacomini, ha difeso una scelta guidata solo dal
principio della maggiore diffusione o minore diffusione. "Ne
abbiamo messi a disposizione nove compresi i tre locali - ha
spiegato il dirigente - perché sono i più diffusi e poi
bisogna dire che la pluralità dell'informazione non dipende
certo dai giornali che si trovano in biblioteca". Chiarito,
invece, in parte dall'assessore Api il dubbio di Alleanza
Nazionale a proposito dell'utilizzo degli edifici e dei
terreni dell'ex aeroporto militare chiuso nel 1998. "Abbiamo
chiesto alle autorità territoriali - ha detto l'assessore -
ma non ci sono state risposte ufficiali, l'Aerdorica è
interessata a quei manufatti che però non possono essere
venduti dallo Stato fino alla smilitarizzazione
dell'aeroporto".
E' guerra preventiva contro la zanzara tigre
Scatta il programma di disinfestazione di Comune e Asl
FALCONARA - Zanzare, ratti, insetti molesti. Tenere sotto
controllo la proliferazione di questi animali e provvedere
alla disinfestazione del suolo pubblico non è sempre facile.
Specie poi se si parla della fastidiosissima Aedes
Albopictus, comunemente nota come zanzara tigre.
L'amministrazione comunale e la Asl di Falconara stanno
predisponendo un piano d'azione per i prossimi mesi. In
primavera si schiudono le uova di questo insetto,
generalmente deposte in ambiente umido: tombini, griglie di
raccolta delle acque, bottiglie, barattoli, lattine,
annaffiatoi, bacinelle, sottovasi e quant'altro. Ma occorre
effettuare una mappatura e censire i focolai. Di grande
importanza diventano allora le segnalazioni dei cittadini,
presto raccolte in apposite schede studiate in
collaborazione con la Asl, che supporterà anche la
formazione degli operatori telefonici. Spetta invece
all'Ufficio Ambiente il compito di bonificare le aree
individuate e di provvedere alla collocazione di larvicidi e
adulticidi nelle zone più sensibili, nelle scuole e nelle
mense. Disinfestare non significa sterilizzare, rimane
imprescindibile il rispetto delle norme igieniche. Ci sono
alcune semplici regole da rispettare: evitare l'abbandono
dei contenitori nei quali potrebbe raccogliersi l'acqua
piovana, trattare quella presente nei tombini con larvicidi
e mantenere l'ambiente pulito. Perciò l'amministrazione
comunale provvederà al più presto a un'efficace campagna
informativa per divulgare le norme anti-zanzara. |
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LA SICILIA |
Raffineria verso la fermata
Prosegue il sequestro dei
serbatoi. Apprensione fra tutti i lavoratori del diretto e
dell'indotto
Prosegue il piano della
Procuraper apporre i sigilli ai serbatoi del petrolchimico
ed ieri ha preso il via il piano della Raffineria per
fermare gli impianti. Nella giornata di ieri sono stati
consegnati alla magistratura altri tre serbatoi, entro il 17
novembre ne dovranno essere consegnati 39 che vanno ad
aggiungersi ai 53 posti già sotto sequestro. La Raffineria
ha comunicato ai sindacati l'avvio del piano di fermata. I
vertici Fulc lo hanno appreso mentre si trovavano a Roma ad
un incontro sul piano industriale di Polimeri Europa. Le
procedure di fermata della raffinazione di greggio sono
iniziate ieri con l'impianto cocking e proseguiranno nei
prossimi giorni con il Topping, l'impianto di alchilazione,
quelli dell'isola 8 fino all'impianto dell'etilene 2 la cui
fermata è prevista per il 14 novembre. Entro la settimana
insomma la Raffineria si ferma in concomitanza con il
sequestro di tutti i serbatoi indicati nel piano della
Procura. Continuano a marciare la centrale termoelettrica,
gli impianti di trattamento delle acque e le utilities.
Resta in marcia dunque il dissalatore. C'è ancora
disponibilità di pet coke ed olio per alimentare la centrale
sicuramente per tutta la settimana. Queste le notizie che
arrivano dal fronte sindacale mentre tra gli operai c'è
forte tensione. A seguire le vicende giudiziarie con
apprensione gli operai del diretto e dell'indotto. Una ditta
dell'indotto specialista in verniciature, la Socover, ha
avuto i suoi 12 operai in cassa integrazione. Il periodo di
cassa integrazione scade in questi giorni. I 12 operai
dovevano ritornare al lavoro avendo avuto assegnato un
lavoro su serbatoi in manutenzione che sono però quelli
sequestrati. La Socover sarà costretta a chiudere. E' solo
una delle vicende di tensione e preoccupazione che si stanno
vivendo in questi giorni al petrolchimico. Stamattina si
riuniscono i consigli di fabbrica mentre i sindacati si
tengono in stretto contatto con l'Azienda ed il prefetto di
Caltanissetta. Ieri ha preso posizione anche Si.n.quadr.i.
Il sindacato dei quadri dell'industria in un lungo documento
premette che la mancanza di serbatoi di stoccaggio porta
alla fermata di tutti gli impianti di raffinazione ed impone
la fermata degli impianti di Polimeri Europa per mancanza di
serbatoi di stoccaggio dei semilavorati finiti. Il sindacato
fornisce nel dettaglio la situazione dell'intero parco
serbatoi: 16 serbatoi sono stati dotati di doppio fondo, 11
hanno avuto il fondo sostituito negli ultimi 10 anni, 3
contengono grezzo cioè un prodotto diverso da quello
rilevato nella falda inquinata e sono stati esclusi dal
sequestro, 13 contengono olio combustibile anche questo non
rilevato nella falda, 3 serbatoi poggiano su una base in
cemento per cui è da escludere una loro perdita, 1 è a
palafitta e non ha contatto con suolo, 14 sono in
manutenzione, 12 sono vuoti, 6 hanno avuto il fondo
ispezionato nel 1993, 2 sono stati manutenzionati dopo il
93. «Noi invitiamo - dice il direttivo del sindacato - i
consulenti tecnici del Pm ad analizzare lo stato reale dei
serbatoi fornendo le adeguate informazioni alla Procura in
modo da consentire la restituzione in esercizio di quelli
per i quali non è ipotizzabile una causa di inquinamento.
Così eviteremo la fermata della Raffineria senza derogare
all'obiettivo di tutela della salute pubblica». Infine il
sindacato elenca quanto fatto dalla Raffineria per la
bonifica del suolo e parla di interventi nella zona del
canale Valle Priolo, di sbarramenti ed barriere idrauliche a
sud della Raffineria, progettazioni di nuovi impianti per il
trattamento delle acque da falda il cui costo è di 25
milioni di euro. Il progetto è stato trasmesso al Ministero
dell'Ambiente.
Giovedì vertice per
l'occupazione
Sul petrolchimico di Gela
vertice a Roma giovedi alle 14,45 presso la sede del
comitato nazionale per l'occupazione presieduto dall'on.
Gianfranco Borghini. Regione,Eni, forze del territorio sono
state convocate a partecipare alla riunione preparatoria per
la verifica del protocollo d'intesa sull'area di Gela. Un
incontro che l'on. Borghini ed ilsindaco avevano concordato
in settembre durante l'ultimo momento di crisi dell' indotto
del petrolchimico quando si rivendicò su Gela l'accordo di
programma come il governo ha fatto con la Sardegna.
L'incontro è stato ora convocato anche alla luce delle
ultime vicende giudiziarie che hanno riguardato il
petrolchimico e del nuovo momento delicato che Gela sta
vivendo. Il sindaco annuncia per giovedì la linea d'attacco
contro l'Eni. «Intanto non vogliamo sentire alcun discorso
che riguardi impianti chiusi e licenziamenti di operai - ha
detto ieri in conferenza stampa Crocetta - le uniche cose di
cui vogliamo sentire parlare sono gli investimenti per
comsolidare il sito e soprattutto le bonifiche. L'Eni ha
inquinato e quindi deve spendere tutti i soldi necessari ad
effettuare bonifiche vere». A Roma insomma si dovrebbero
porre le premesse per impegni relativi ad investimenti
capaci di consolidare il sito industriale ed evitare lo
stillicidio di crisi dell'ultimo decennio. Riguardo alla
recente vicenda giudiziaria Crocetta è tutt'altro che
preoccupato. «Invece che pensare al piano per fermare gli
impianti - ha commentato il primo cittadino - la Raffineria
farebbe bene a presentare alla Procura il piano di
sistemazione dei serbatoi». |
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ECONEWS (Verdi) |
Verdi: rivedere vicenda
raffineria
Il rinnovo della concessione
ventennale alla raffineria Api di Falconara deciso con la
contrarietà dei Verdi (per questo usciti dalla coalizione)
dalla maggioranza di centro sinistra che governa la Regione
Marche potrebbe avere ripercussioni anche a livello
nazionale, fino a compromettere l'alleanza. Lo ha detto
inaugurando oggi ad Ancona la nuova sede del Sole che ride
il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, osservando
che se il caso Api non venisse rivisto, i Verdi
interpreterebbero questo fatto come "una scelta degli
alleati contro l'ambiente". "La vicenda Api - ha detto il
leader ecologista - va riaperta. Non vorremmo che fosse una
piccola slavina che finisca pero con il portarsi dietro
conseguenze molto più vaste a livello nazionale". Pecoraro
Scanio ha osservato che "nelle Marche c'e' una miopia del
centro sinistra. I Verdi - ha detto - possono anche andare
da soli alle prossime regionali e se fossimo costretti a
questa scelta le Marche non sarebbero un caso isolato,
perché lo faremmo anche in altre regioni". "Il
centrosinistra - ha incalzato - deve dirci che intende fare
nelle Marche, a cominciare dagli amici di Rifondazione
comunista, che sembrano affetti da schizofrenia quando
governano, pensando con i no-global che un altro mondo e'
possibile dappertutto eccetto che a Falconara". "Le nostre
posizioni sull'Api - ha continuato - sono state moderate;
nessuno ha chiesto di chiudere la raffineria, ma non è più
tollerabile un mostro ambientale a Falconara senza alcuna
certezza per il futuro". Sostenendo che la decisione di
rinnovare la concessione all'Api sarebbe stata condizionata
da pressioni lobbistiche sugli ex partner di maggioranza,
Pecoraro Scanio ha concluso affermando che "quello sull'Api
e' stato un atto di slealtà fra alleati, e i nostri alleati
devono riconoscere che hanno sbagliato". |
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