RASSEGNA STAMPA 09.11.2003

 

RESTO DEL CARLINO
Gli industriali presentano il «conto» al Comune

di Sandro Galli

SENIGALLIA — Non c'è solo il turismo. Gli imprenditori senigalliesi sono una componente economica non secondaria della città. E gettano sul piatto della bilancia le loro credenziali: una quarantina di aziende, alcune delle quali con importanti fette di mercato all'estero; un fatturato complessivo di 300 milioni di euro ed un totale di 1.500 addetti. Logico quindi che il Gis, il Gruppo imprenditori senigalliesi con una certa periodicità presenti il conto all'amministrazione comunale. Il faccia a faccia, venerdì sera al Senbhotel, presenti il sindaco Luana Angeloni ed alcuni suoi assessori. «Il nostro territorio non ha mai prodotto distretti industriali — ha sottolineato il presidente del Gis, Silvio Pasquini —. Senigallia è una città di mare, a vocazione turistica. E vero che la individuazione di aree Zipa nell'interno hanno consentito uno sviluppo equilibrato del comprensorio. Le imprese oggi chiedono quindi riserve di spazi per espansioni o nuovi insediamenti e soprattutto infrastrutture in grado di semplificare la vita operativa delle aziende: procedure, trasporti, comunicazioni, collegamenti stradali e ferroviari, servizi pubblici adeguati». Uno sguardo alla competizione sempre più forte e globale, ma con un occhio anche al sociale. «L'impresa è un patrimonio allargato e non può essere esente dai grandi temi sociali, quali gli asili nido o le scuole materne, le abitazioni accessibili alle fasce deboli di lavoratori, i progetti scolastici e le collaborazioni con l'università. Come cittadini abbiamo anche l'obbligo civile di partecipare e contribuire a migliorare la qualità della vita». La viabilità ed i collegamenti sono stati gli argomenti più gettonati nei successivi interventi degli imprenditori. «Fermo restando che nel lungo termine ci auguriamo che la ferrovia e l'Adriatica possano essere arretrate — ha osservato Luigi Fiorini — comprendiamo la scelta del Comune di decentrare le aree industriali per non congestionare la costa. E' necessario però che venga offerta la possibilità di impiantare aziende senza venir penalizzati dai costi delle aree, facilitando anche gli insediamenti di quanti lavorano nelle stesse aziende». «Il traffico è ormai ai livelli di guardia — ha sostenuto Giancarlo Cacciani —. Perché non prevedere parcheggi su piani interrati in piazza Garibaldi? Bisogna battersi poi per un tracciato di circonvallazione che non ingessi troppo la città». «Perché nel progetto di metropolitana leggera di superficie non si prevedono altre fermate lungo il territorio comunale per permettere ai dipendenti, soprattutto extracomunitari di raggiungere le imprese?», ha chiesto Ezio Antognoni. «I tempi delle pubbliche amministrazioni sono lunghi mentre abbiamo bisogno di risposte in tempi brevi — ha sostenuto Otello Baldini —. Abbiamo perso qualche autobus in passato, ma come operatore turistico auspico una città sempre più bella ed accogliente». «Perché l'amministrazione comunale non si è espressa sulla questione Api di Falconara — ha chiesto Riccardo Montesi — che comunque condizionerà un territorio vasto? Quanto al nostro territorio, è importante in primo luogo potenziare i collegamenti con le zone industriali attraverso interventi alle infrastrutture. Ma altrettanto determinante è poter contare sulla formazione del personale. Positiva l'idea di costituire tramite la società For.ma. un “albo” delle badanti per ricollocare il centinaio di ragazze dell'est Europa impiegate prima nel settore tessile interessato dalla crisi. Sono critico invece sul progetto di Sistema turistico locale perché il territorio delle valli Misa e Nevola non è omogeneo con lo Jesino o il Fabrianese». «La fortuna del Comune è che opera in regime di monopolio — ha ironizzato Paolo Paolini —. Così spesso capita che dagli uffici comunali riceviamo risposte un po' approssimative su questioni che noi riteniamo invece di un certo rilievo. Basterebbe un po' più di attenzione e qualche volta di disponibilità».

 
CORRIERE ADRIATICO
Il progetto per Jesi "nasce" all'estero

Sviluppo sostenibile, i suggerimenti dei tedeschi

Una buona partecipazione, soprattutto qualificata, quella di ieri all'auditorium dell'hotel Federico II. Il convegno su "Tutela ambientale e sviluppo sostenibile" - voluto e organizzato dall'assessore all'ambiente Daniele Olivi e dal suo team - ha avuto una doppia lettura: quella timidamente incoraggiante per quanto si sta facendo a Jesi, e quella preoccupante della forbice esistente tra il nostro e altri paesi comunitari, dove si preferisce dire cosa si è fatto e si sta facendo, invece di puntare (come si fa da noi) sulle tante cose che si potrebbero e dovrebbero fare, ma non si quando. Che il convegno sia stato opportuno e importante lo testimoniano le presenze di Regione e Provincia, del vice sindaco di Hannover e della responsabile Marketing di Graz. E proprio dagli ospiti stranieri sono giunte due "lezioni" concrete. Kronsberg è villaggio per 12 mila abitanti realizzata dal '90 sull'omonima collina della città di Hannover. Progettata con la filosofia dello sviluppo sostenibile, prevede 6000 abitazioni e 3000 posti di lavoro, ma soprattutto l'abbattimento dell'80% del Co2 rispetto ai sistemi convenzionali. Un villaggio già per metà abitato che ha nella gestione ecologica di energia, acqua, suolo e rifiuti - oltre all'educazione ambientale - i suoi punti di forza. Lì, rispetto a noi, sono autentici ecomarziani. Che poi ecologia si coniuga con marketing, impresa e industria (e profitto) è finalmente diventato scienza come diversi relatori hanno dimostrato. Tra gli interventi anche quello di un dirigente della Edison, che ha presentato la Turbogas di Jesi come la prima in Italia ad avere parametri di assoluta compatibilità ambientale. Daniele Olivi, nelle conclusioni, ha indicato quanto fatto in un anno e mezzo (dal gasolio biologico per 80 automezzi comunali, 4 impianti fotovoltaici in edifici scolastici e 4 impianti solari in palestre, l'area protetta ampliata di 300 ettari, educazione ambientale ecc. E il futuro ecologico di Jesi passa attraverso l'Agenda 21

 
LA SICILIA
Augusta, scoppia il caso diossina

L'allarme. Legambiente: «Un'altra gravissima emergenza e l'alta percentuale di malformati è l'indice più drammatico»

di Paolo Mangiafico

Augusta. «Seveso di Sicilia»: i risultati del Piano di caratterizzazione della zona dove è ubicata la centrale termoelettrica Enel Tifeo di Augusta, presentato al ministero dell'Ambiente nella conferenza dei servizi sulla bonifica del «sito Priolo», tenutasi lo scorso 6 novembre, a Roma, ha evidenziato la presenza di diossina in concentrazioni preoccupanti. Al momento si tratta di una presenza di diossina limitata alla sola zona del sito della centrale termoelettrica, al confine con il sito della raffineria Esso, ma il direttore generale del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, considerata l'importanza ambientale di questa situazione, ha dato disposizioni di procedere speditamente ad ulteriori verifiche, ed ha immediatamente convocato un incontro da tenersi presso la sede regionale di Palermo. Ulteriori verifiche, sono state richieste all'Arpa, Agenzia regionale protezione ambiente. C'è, infatti, il fondato timore che ci si possa trovare di fronte ad un'altra emergenza ambientale nella zona industriale del polo petrolchimico di Priolo. Infatti, dopo le emergenze ambientali dell'«acqua al benzene» e del «mare al mercurio», su cui sono in corso indagini giudiziarie, portate avanti dal sostituto procuratore Maurizio Musco, in cui si configurano i reati di «avvelenamento di acque pubbliche» e «disastro ambientale», c'è il rischio di una nuova emergenza, questa volta, dovuta alla presenza di diossina nel sottosuolo. Se le caratterizzazioni di tutto questo sito, che verranno effettuate nei prossimi giorni, insieme a quelle che nella zona pubblica predisporrà il prefetto di Catania Alberto Di Pace, come sub commissario delle bonifiche del «sito Priolo», dovrebbero confermare che il suolo ed il sottosuolo attorno alla centrale Enel Tifeo sono contaminati da diossine, diventerà ancora più fosco il quadro delle emergenze ambientali di questa parte della Sicilia. Le cause della presenza di diossina, come fa rilevare Enzo Parisi, della segreteria regionale di Legambiente, più che essere ricondotte alle emissioni dei camini della centrale elettrica, sono forse spiegabili con l'uso massiccio di Pcb (Policloro bifenile), molto simile alle diossine, utilizzato come fluido dielettrico, che si è fatto per decenni nei trasformatori e, quindi, in uno non corretto smaltimento di tale sostanza. A rendere più preoccupante la presenza nel suolo e nel sottosuolo di diossina, è la zona in cui è stata riscontrata. «In un'area - dice Enzo Parisi - contigua agli importanti resti dell'antica Megara Iblea, a cavallo tra i fiumi Cantera e Marcellino, in una zona anche recentemente interessata da fenomeni alluvionali, con tutto quello che ne può essere conseguito per l'ulteriore inquinamento della falda. La presenza di diossine sarebbe un forte elemento di preoccupazione per l'immediato e per il futuro. Il disagio sanitario di quest'area, di cui l'alto tasso di nati malformati è l'indice più drammatico, va ora indagato alla luce di quella che si profila come l'ennesima emergenza». Di certo non è per niente tranquilizzante la giustificazione per la presenza di diossina fatta dai tecnici dell'Enel che hanno provveduto alla caratterizzazione, asserendo che la stessa caratterizzazione era stata effettuata dopo che la zona era stata trattata con disserbanti.

Gela, i sindacati adesso vedono nero

Sequestro serbatoi: cresce il timore. L'Ugl: «Altri sigilli e saranno inevitabili conseguenze per l'occupazione»

di Liliana Blanco

Gela. «Si apre un'altra stagione buia per il comparto industriale. Peggiore rispetto a quella dell'anno scorso quando si fermarono gli impianti a causa di una posizione interpretativa sul pet-coke». Tuona il segretario generale della Uil Silvio Ruggeri: le prospettive dei prossimi giorni sono, a dir poco, catastrofiche per lo stabilimento petrolchimico, per i lavoratori, per l'economia della città. Il quadro emerso dall'incontro con fra i sindacati e l'amministratore delegato della Raffineria, Andrea Frediani è allarmante per l'attività del complesso industriale. Dopo il provvedimento emesso dalla magistratura gelese, che ha disposto il sequestro di 96 serbatoi, la direzione ne ha già consegnato 39 che sono stati svuotati e sui quali sono stati apposti i sigilli. «Nelle prossime ore - continua Ruggeri - verranno consegnati i restanti serbatoi, e se il provvedimento della magistratura non verrà modificato, gli impianti sono destinati ad essere fermati e con essi l'attività di tutto lo stabilimento. I serbatoi da consengnare verranno svuotati e man mano si procederà alla messa in sicurezza degli impianti fino ad arrivare alla Centrale termoelettrica che alimenta il dissalatore che non può essere alimentata dall'Enel in quanto necessita di 120 tonnellate di vapore ad ora. E ancora nell'arco di 15 giorni si potrebbe fermare anche la Polimeri Europa. Insomma una situazione più drammatica di quella che abbiamo vissuto l'anno scorso». L'amministratore delegato ha spiegato ieri ai rappresentanti sindacali che inoltrerà un documento nel quale vengono elencati gli interventi di manutenzione apportati in 14 sebatoi con capacità di 10.000 tonnellate che contengono benzine, gasoli e prodotti di lavorazione. Su questi sono stati realizzati i nuovi fondi che assicuravano l'eminazione delle perdite; 18 serbatoi erano al momento del sequestro in fase di manutenzione; alcuni si trovano sollevati da terra per evitare lo sversamento diretto, e pure questi sono stati colpiti dal sequestro. «Il sindacato non discute sui provvedimenti della giustizia che mirano a tutelare l'ambiente - dice il segretario della Filcea Cgil, Alessandro Piva - ma riteniamo che il corso della giustizia sia conciliabile con la marcia degli impianti come è avvenuto a Priolo». Più ottimista il sindaco di Gela, Rosario Crocetta: « Non perdiamo la testa - dice il sindaco - sono sicuro che anche questa volta troveremo una soluzione. Sono in continuo contatto con il prefetto di Caltanissetta che segue costantemente l'evoluzione della situazione e che sta organizzando una serie di incontri per analizzare la situazione e tentare una mediazione. Certo, l'Agip avrebbe dovuto affrontare prima la situazione per evitare di arrivare a questo punto, ma penso che questi siano problemi risolvibili». «Se si arrivasse ad apporre i sigilli ad altri serbatoi nei prossimi giorni - dice il responsabile dell'Ugl, Francesco Tilaro, sarebbero inevitabili le conseguenze per l'occupazione: un vero disastro». Lunedì i sindacati torneranno ad incontrare i vertici aziendali. L'unica speranza è rappresentata dalla modifica del provvedimento di sequestro alla luce degli interventi di manutenzione che hanno eliminato, almeno in una parte dei serbatoi, qualunque perdita.

Parco eolico: parla Nuciforo

di FILIPPA FARFAGLIA

Francavilla. Il parco eolico «Alcantara» diventa realtà. «L'impianto – dichiara il sindaco, Salvatore Nuciforo – porterà solo benefici a Francavilla. L'“Api holding” ha accettato le nostre condizioni contrattuali senza le quali la realizzazione del parco eolico non avrebbe avuto senso. È bene chiarire che il corrispettivo, per il Comune, sarà calcolato sui ricavi ottenuti dall'impianto e sui proventi avuti dalla vendita dei cosiddetti certificati verdi. Inoltre verrà realizzato, in prossimità dell'impianto, un locale da adibire allo svolgimento di attività didattiche ed informative sul parco e sull'energia da fonte eolica. La struttura sorgerà presso il borgo Schisina di proprietà del Comune». Il parco eolico, che vede un impianto di potenza pari a 29 Mw per la produzione d'energia elettrica da fonte rinnovabile, sorgerà nelle località di monte Diana, poggio Primavera, monte Paulera, monte Donavedao, monte Tre Finaite, monte Bonavita, monte Pomaro e Portella Tre Fontane. «In caso di cessazione dell'attività o interruzione per mancato rinnovo della convenzione – prosegue il primo cittadino – l'“Api holding” garantisce al nostro Comune la rimozione degli aerogeneratori, delle cabine elettriche e delle parti fuori terra degli impianti. La mia Amministrazione s'impegnerà a completare tempestivamente tutti gli adempimenti e ad emettere gli atti amministrativi per il completamento della fase autorizzativa. La realizzazione del parco eolico avrà un costo di 60 miliardi delle vecchie lire».

 
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