RASSEGNA STAMPA 06.11.2003

 

MESSAGGERO
Esino, le cause dell’ inquinamento vanno ricercate a monte dell’Api

di G.M.

FALCONARA - Esino moribondo, colpa dell'Api? Macché, sarebbe come addebitare la broncopolmonite cronica di un vecchietto a uno spiffero d'aria fredda che lo ha investito al suo ennesimo ingresso in ospedale. Un paradosso che potrebbe sintetizzare la linea difensiva emersa ieri a discarico dell'ex direttore della raffineria Giovanni Saronne e degli attuali direttore e legale rappresentante aziendali Franco Bellucci e Clemente Napolitano, accusati di non aver impedito (complici perdite dei sistemi di scarico dell'impresa) un inquinamento alla foce del fiume nel periodo 1997-2001. Con loro è imputato il consulente esterno Francesco Rossi: ma per l'accusa di aver prodotto in Comune un certificato di collaudo di opere di manutenzione dichiarando falsamente che erano state fatte a regola d'arte e come da progetto iniziale. Ma nella tecnicissima udienza di ieri in Tribunale erano "coimputati" soprattutto il "fosso scolatore" e l'impianto di trattamento dei reflui Denim. L'Arpam infatti, sopralluoghi e analisi alla mano, addebita al mal funzionamento di queste strutture l'eco-sos cattato il 9 marzo 2001 a seguito dell'arrossamento delle acque dell'ultimo tratto dell'Esino, acque risultate contaminate da idrocarburi, solidi sospesi. Una tesi, rappresentata dal pm Lionello, che gli avvocati difensori (Vettori per i manager Api e Andreano per Rossi) hanno attaccato affidandosi alla testimonianza di uomini dell'azienda e dei consulenti tecnici Mannozzi, Zingales e Agostinacchio. Parecchio intrigante la deposizione del biologo Mannozzi: da un lato ha bollato di irregolarità le analisi Arpam relative al nesso solidi sospesi-scarico Denim, dai risultati abnormi perché falsate dal ritardo con cui furono eseguite. Dall'altro ha spiegato come gli stessi non siano originati dal fosso scolatore, ma confluiti in esso scorrendo in un altro fosso, il "Vallato del Molino", che a sua volta si dirama da un Esino già inquinatissimo a monte. Così come a monte, nella zona industriale in cui scorre il fiume, andrebbero ricercate le cause degli idrocarburi in eccesso. Si torna in aula il 15 dicembre.

 
RESTO DEL CARLINO
«Troppe contraddizioni sul futuro assetto ferroviario»

FALCONARA – «Tante contraddizioni sul futuro assetto ferroviario regionale». E' quanto denuncia il “Comitato quartiere Villanova”. Secondo l'associazione il progetto di bypass Api, che prevede lo spostamento del tratto di ferrovia che attraversa la raffineria, è in contrasto con i propositi manifestati da Giancarli, presidente della Provincia, e D'Ambrosio, governatore delle Marche: entrambi hanno infatti sottoscritto una lettera d'intenti che riconosce l'esigenza di un arretramento sul lungo periodo della linea Adriatica; a questa si aggiunge una relazione dettagliata sull'arretramento dei binari che vanno da Montemarciano a Varano, commissionato dal viceministro all'Economia Mario Baldassarri alla Rfi. «Anche se il tracciato costiero verrà utilizzato per la metropolitana di superficie – dichiara il presidente del comitato, Loris Calcina – ed il “Corridoio Adriatico” sarà destinato all'alta velocità, esistono soluzioni alternative al by pass: c'è, ad esempio, quella prospettata dallo Svim per il Piano di risanamento dell'area ad elevato rischio di crisi ambientale. Si tratta di un'ipotesi “minimale” che consiste nel non spostare i binari ma realizzare un muro in calcestruzzo armato tra la linea ferroviaria e gli impianti di produzione. In questo modo anche il quartiere di Fiumesino verrebbe protetto dall'inquinamento acustico e dal rischio di esplosioni. Il tutto con una spesa nettamente inferiore a quella preventivata per il by pass, che comporterebbe, tra l'altro, conseguenze negative sull'abitato, sull'ambiente e sul patrimonio paesaggistico, oltre che storico-culturale, della zona».

 
CORRIERE ADRIATICO
Chiesi a Carletti "Frainteso il mio progetto"

di Marina Minnelli

FALCONARA - "Dichiarando 'che i Tir se li tenga Ancona' Carletti dimostra di non avere capito il mio progetto e sinceramente non mi aspettavo una reazione del genere, in fondo sono un falconarese che voleva fare delle proposte per la città e per la regione". Nino Chiesi è deluso dalla reazione del sindaco di Falconara, ma procede per la sua strada e continua a sostenere le ragioni del suo progetto per un porto commerciale nella zona della ex Montedison che potrebbe sgravare il centro di Ancona e la zona di Torrette dal traffico dei Tir in arrivo ed in partenza dal porto di Ancona. "Continuando in questo modo - osserva Chiesi, perito elettrotecnico di formazione, per 30 anni dipendente dell'ufficio tecnico dell'Inrca - e permanendo tali problemi di viabilità, il porto di Ancona diventerà sempre meno interessante per il traffico dei Tir che se ne stanno già andando verso Ravenna". La zona della ex Montedison, invece, con i vasti spazi e soprattutto la vicinanza con l'autostrada, l'aeroporto e l'interporto, diventerebbe il luogo ideale per lo smistamento di questo tipo di attività portuali, "senza creare peraltro nessuna difficoltà alle aree urbane perché parliamo di un'area a nord di Falconara dove non ci sono insediamenti abitativi. In questo modo, inoltre, il porto di Ancona potrebbe essere tutto dedicato ai passeggeri". Un settore molto grande che ha ancora dei margini di crescita. Chiesi è anche polemico sulla questione delle "consulenze pagate a peso d'oro ai professionisti stranieri". "In Italia abbiamo tecnici di valore - afferma - e non vedo perché non debbano essere consultati".

 
LA SICILIA
Nasce un comitato civico. Tutto in discussione

Firme per l'ambiente

di Paolo Mangiafico

Priolo. E' iniziata ieri sera, in piazza Quattro Canti, alle 18, una raccolta di firme per l'istituzione di un Comitato cittadino per la salvaguardia del territorio e la salute dei cittadini. Promotore di questa iniziativa è Nino Maltese che sta raccogliendo queste adesioni e che, oltre a ieri sera, si potranno ricevere anche nei giorni sabato 8 e domenica 9 novembre, dalle 10 alle 13. Obiettivo di questo Comitato cittadino, come ha evidenziato lo stesso Maltese, è dire basta a tutti i soprusi ambientali che si sono perpetrati sul territorio con una industrializzazione selvaggia. Il Comitato civico nasce al di fuori di ogni colore politico, in quanto il territorio è di tutti. Il Comitato, appena sarà costituito, vorrà dire la sua sul progetto della interconnessione tra le raffinerie Agip e Isab che fa parte del progetto già presentato da ErgMed. Sulla questione ambientale di Priolo sono intervenuti anche il presidente del Consiglio comunale Orazio Valenti, esponente della lista civica «La scalinata» ed il capogruppo consiliare dello stesso movimento Sebastiano Costantino, invitando a non speculare sulla questione e a fare «un fronte comune per la sicurezza della popolazione». Nei giorni scorsi si è svolta una riunione tra tutti gli iscritti a «La scalinata» ed è stato ritenuto inaccettabile che vengano fatte speculazioni politiche da parte di qualcuno. «Il problema esiste - affermano Valenti e Costantino - come lo testimonia il documento congiunto della procura della Repubblica e del sindaco Massimo Toppi, ma su tematiche così serie e importanti, a nessuno è permesso speculare». Pare, infatti, che qualcuno abbia avuto da ridire su questi filtri al carbone attivo che si stanno installando, appellandoli «i nuovi mostri di Priolo» che sono stati regalati dalle industrie responsabili dell'inquinamento dell'acqua. Gli esponenti de «La scalinata» sono certi che il sindaco sta operando per il meglio e che la distribuzione dell'acqua sta continuando perché non ci sono i gravi rischi per la salute della popolazione. Infatti i filtri sono stati installati a maggiore garanzia: una forma di prevenzione che qualcuno vuole fare passare come motivo d'allarme. Intanto il sindaco ed il presidente del Consiglio comunale stanno organizzando un convegno su ambiente e acqua.

 
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