MESSAGGERO |
Esino, le cause dell’
inquinamento vanno ricercate a monte dell’Api
di G.M.
FALCONARA - Esino moribondo,
colpa dell'Api? Macché, sarebbe come addebitare la
broncopolmonite cronica di un vecchietto a uno spiffero
d'aria fredda che lo ha investito al suo ennesimo ingresso
in ospedale. Un paradosso che potrebbe sintetizzare la linea
difensiva emersa ieri a discarico dell'ex direttore della
raffineria Giovanni Saronne e degli attuali direttore e
legale rappresentante aziendali Franco Bellucci e Clemente
Napolitano, accusati di non aver impedito (complici perdite
dei sistemi di scarico dell'impresa) un inquinamento alla
foce del fiume nel periodo 1997-2001. Con loro è imputato il
consulente esterno Francesco Rossi: ma per l'accusa di aver
prodotto in Comune un certificato di collaudo di opere di
manutenzione dichiarando falsamente che erano state fatte a
regola d'arte e come da progetto iniziale. Ma nella
tecnicissima udienza di ieri in Tribunale erano "coimputati"
soprattutto il "fosso scolatore" e l'impianto di trattamento
dei reflui Denim. L'Arpam infatti, sopralluoghi e analisi
alla mano, addebita al mal funzionamento di queste strutture
l'eco-sos cattato il 9 marzo 2001 a seguito
dell'arrossamento delle acque dell'ultimo tratto dell'Esino,
acque risultate contaminate da idrocarburi, solidi sospesi.
Una tesi, rappresentata dal pm Lionello, che gli avvocati
difensori (Vettori per i manager Api e Andreano per Rossi)
hanno attaccato affidandosi alla testimonianza di uomini
dell'azienda e dei consulenti tecnici Mannozzi, Zingales e
Agostinacchio. Parecchio intrigante la deposizione del
biologo Mannozzi: da un lato ha bollato di irregolarità le
analisi Arpam relative al nesso solidi sospesi-scarico Denim,
dai risultati abnormi perché falsate dal ritardo con cui
furono eseguite. Dall'altro ha spiegato come gli stessi non
siano originati dal fosso scolatore, ma confluiti in esso
scorrendo in un altro fosso, il "Vallato del Molino", che a
sua volta si dirama da un Esino già inquinatissimo a monte.
Così come a monte, nella zona industriale in cui scorre il
fiume, andrebbero ricercate le cause degli idrocarburi in
eccesso. Si torna in aula il 15 dicembre. |
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RESTO DEL CARLINO |
«Troppe contraddizioni sul
futuro assetto ferroviario»
FALCONARA – «Tante
contraddizioni sul futuro assetto ferroviario regionale». E'
quanto denuncia il “Comitato quartiere Villanova”. Secondo
l'associazione il progetto di bypass Api, che prevede lo
spostamento del tratto di ferrovia che attraversa la
raffineria, è in contrasto con i propositi manifestati da
Giancarli, presidente della Provincia, e D'Ambrosio,
governatore delle Marche: entrambi hanno infatti
sottoscritto una lettera d'intenti che riconosce l'esigenza
di un arretramento sul lungo periodo della linea Adriatica;
a questa si aggiunge una relazione dettagliata
sull'arretramento dei binari che vanno da Montemarciano a
Varano, commissionato dal viceministro all'Economia Mario
Baldassarri alla Rfi. «Anche se il tracciato costiero verrà
utilizzato per la metropolitana di superficie – dichiara il
presidente del comitato, Loris Calcina – ed il “Corridoio
Adriatico” sarà destinato all'alta velocità, esistono
soluzioni alternative al by pass: c'è, ad esempio, quella
prospettata dallo Svim per il Piano di risanamento dell'area
ad elevato rischio di crisi ambientale. Si tratta di
un'ipotesi “minimale” che consiste nel non spostare i binari
ma realizzare un muro in calcestruzzo armato tra la linea
ferroviaria e gli impianti di produzione. In questo modo
anche il quartiere di Fiumesino verrebbe protetto
dall'inquinamento acustico e dal rischio di esplosioni. Il
tutto con una spesa nettamente inferiore a quella
preventivata per il by pass, che comporterebbe, tra l'altro,
conseguenze negative sull'abitato, sull'ambiente e sul
patrimonio paesaggistico, oltre che storico-culturale, della
zona». |
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CORRIERE ADRIATICO |
Chiesi a Carletti "Frainteso
il mio progetto"
di Marina Minnelli
FALCONARA - "Dichiarando 'che
i Tir se li tenga Ancona' Carletti dimostra di non avere
capito il mio progetto e sinceramente non mi aspettavo una
reazione del genere, in fondo sono un falconarese che voleva
fare delle proposte per la città e per la regione". Nino
Chiesi è deluso dalla reazione del sindaco di Falconara, ma
procede per la sua strada e continua a sostenere le ragioni
del suo progetto per un porto commerciale nella zona della
ex Montedison che potrebbe sgravare il centro di Ancona e la
zona di Torrette dal traffico dei Tir in arrivo ed in
partenza dal porto di Ancona. "Continuando in questo modo -
osserva Chiesi, perito elettrotecnico di formazione, per 30
anni dipendente dell'ufficio tecnico dell'Inrca - e
permanendo tali problemi di viabilità, il porto di Ancona
diventerà sempre meno interessante per il traffico dei Tir
che se ne stanno già andando verso Ravenna". La zona della
ex Montedison, invece, con i vasti spazi e soprattutto la
vicinanza con l'autostrada, l'aeroporto e l'interporto,
diventerebbe il luogo ideale per lo smistamento di questo
tipo di attività portuali, "senza creare peraltro nessuna
difficoltà alle aree urbane perché parliamo di un'area a
nord di Falconara dove non ci sono insediamenti abitativi.
In questo modo, inoltre, il porto di Ancona potrebbe essere
tutto dedicato ai passeggeri". Un settore molto grande che
ha ancora dei margini di crescita. Chiesi è anche polemico
sulla questione delle "consulenze pagate a peso d'oro ai
professionisti stranieri". "In Italia abbiamo tecnici di
valore - afferma - e non vedo perché non debbano essere
consultati". |
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LA SICILIA |
Nasce un comitato civico.
Tutto in discussione
Firme per l'ambiente
di Paolo Mangiafico
Priolo. E' iniziata ieri
sera, in piazza Quattro Canti, alle 18, una raccolta di
firme per l'istituzione di un Comitato cittadino per la
salvaguardia del territorio e la salute dei cittadini.
Promotore di questa iniziativa è Nino Maltese che sta
raccogliendo queste adesioni e che, oltre a ieri sera, si
potranno ricevere anche nei giorni sabato 8 e domenica 9
novembre, dalle 10 alle 13. Obiettivo di questo Comitato
cittadino, come ha evidenziato lo stesso Maltese, è dire
basta a tutti i soprusi ambientali che si sono perpetrati
sul territorio con una industrializzazione selvaggia. Il
Comitato civico nasce al di fuori di ogni colore politico,
in quanto il territorio è di tutti. Il Comitato, appena sarà
costituito, vorrà dire la sua sul progetto della
interconnessione tra le raffinerie Agip e Isab che fa parte
del progetto già presentato da ErgMed. Sulla questione
ambientale di Priolo sono intervenuti anche il presidente
del Consiglio comunale Orazio Valenti, esponente della lista
civica «La scalinata» ed il capogruppo consiliare dello
stesso movimento Sebastiano Costantino, invitando a non
speculare sulla questione e a fare «un fronte comune per la
sicurezza della popolazione». Nei giorni scorsi si è svolta
una riunione tra tutti gli iscritti a «La scalinata» ed è
stato ritenuto inaccettabile che vengano fatte speculazioni
politiche da parte di qualcuno. «Il problema esiste -
affermano Valenti e Costantino - come lo testimonia il
documento congiunto della procura della Repubblica e del
sindaco Massimo Toppi, ma su tematiche così serie e
importanti, a nessuno è permesso speculare». Pare, infatti,
che qualcuno abbia avuto da ridire su questi filtri al
carbone attivo che si stanno installando, appellandoli «i
nuovi mostri di Priolo» che sono stati regalati dalle
industrie responsabili dell'inquinamento dell'acqua. Gli
esponenti de «La scalinata» sono certi che il sindaco sta
operando per il meglio e che la distribuzione dell'acqua sta
continuando perché non ci sono i gravi rischi per la salute
della popolazione. Infatti i filtri sono stati installati a
maggiore garanzia: una forma di prevenzione che qualcuno
vuole fare passare come motivo d'allarme. Intanto il sindaco
ed il presidente del Consiglio comunale stanno organizzando
un convegno su ambiente e acqua. |
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