RASSEGNA STAMPA 23.10.2003

 

MESSAGGERO
«Quel no vale una sfiducia»

Protocollo Api, Giancarli ritira la delega al verde Binci. «Casella vuota, aspetto un chiarimento»

di FABIO PIANGERELLI

Rimosso Massimo Binci dalla Giunta provinciale. «Ma spero di recuperare i Verdi». E come sarà possibile? «E’ difficile, certo, ma dobbiamo provare a recupare il rapporto. Un rapporto che ora si è rotto e mi sono trovato nella condizione di non avere scelta, anche se sono profondamente dispiaciuto sul piano umano». Enzo Giancarli ha ritirato la delega all’assessore dei Verdi (Trasporti e Ambiente) Massimo Binci. Il suo no alla ratifica del protocollo d’intesa Regione-Raffineria Api - protocollo che la Provincia è chiamata ad attuare - significa, per Giancarli, «mancanza di fiducia verso l’operato del presidente, invitato dal consiglio provinciale a perseguire l’attuazione del protocollo». Sono le 16 quando Giancarli annuncia. E lo fa al termine di una giornata convulsa. Prima i capigruppo della maggioranza («La maggioranza è d’accordo»), quindi l’incontro con il presidente provinciale dei Verdi Giorgio Marchetti, con il consigliere verde Marco Pecoraro e con lo stesso Binci: «Presidente, è un atto politico dei Verdi, il no al protocollo non mette in discussione la nostra permanenza in maggioranza». Niente da fare, Giancarli non vuol sentir ragioni. Spiega: «C’è anche un’esigenza di chiarezza - afferma Giancarli, confortato dagli assessori, presenti in città, Sagramola, Pacetti, Bucciarelli, Linguiti e Gatto - : ce lo richiedono i cittadini. I Verdi hanno una posizione chiara sull’Api. E se per questa posizione se ne sono andati dalla Regione, non si capisce perché debbano restare in Provincia. La nostra è una maggioranza coesa, che rifiuta le ambiguità e si muove all’unisono su un tema strategico come l’Api: i distinguo, se ci sono, hanno un valore politico». Giancarli continua: «Non è una decisione emotiva. La ratifica dell’atto era nell’agenda della Giunta da un mese. Per cinque o sei volte consecutive il voto era stato rinviato perché sapevamo delle difficoltà che avrebbe avuto Binci nell’approvarlo. E’ passato un mese, le posizioni sono rimaste tali, e approvando l’altra mattina quell’atto sapevamo che sarebbe accaduto. In consiglio - rileva Giancarli - Pecoraro si era astenuto. In questo caso si trattava di un atto dovuto, da cui Binci si è dissociato». E adesso? «Nessuna sostituzione, per ora», annuncia Giancarli, rinviando a martedì prossimo il riassetto delle deleghe in Giunta, con Trasporti e Ambiente scoperte. «Ce ne faremo carico, sperando che i Verdi approfondiscano la loro posizione e mi mettano in condizione - ripete Giancarli - di poter avere un altro assessore verde». Possibile? Il presidente provinciale dei Verdi Marchetti: «Allo stato mi pare assurdo che uno di noi possa accettare di entrare. E’ chiaro che andrà fatta un’analisi della situazione, al più presto, nelle prossime ore. Riunirò l’esecutivo. Non capisco perché Giancarli abbia voluto estremizzare così il no di Binci al protocollo Api: insomma, è la Regione che decide e la nostra posizione in Regione è chiara. In Provincia si doveva solo ratificare e il nostro no non doveva essere considerato come un atto di sfiducia verso Giancarli». Il consigliere provinciale Marco Pecoraro, che è anche assessore a Sport e Turismo ad Ancona: «Amarezza e sorpresa: ma non possiamo far altro che prendere atto della decisione della Provincia. E’ anche vero che ci fa riflettere la speranza espressa dallo stesso presidente che la poltrona di assessore venga occupata da un altro verde e che rende più complicata l' interpretazione del provvedimento adottato. «Penso semplicemente - ha aggiunto Pecoraro - che il presidente Giancarli non abbia voluto creare un clima di malsopportazione dei Verdi dopo l' abbandono della maggioranza in Regione». Certo è che, a detta dell' assessore comunale, «Provincia e Regione hanno perso una buona occasione per rendere ancora più proficuo il confronto sul tema Api. Noi, dal canto nostro, abbiamo sempre mostrato coerenza al riguardo». Regione senza Verdi, Provincia senza Verdi. Ci si chiede se anche il comune di Ancona rischi un abbandono. «Se la raffineria fosse stata ad Ancona, probabilmente le cose sarebbero state diverse, ma il problema non si pone». Pecoraro Scanio non rinuncia a una battuta chiarificatrice: «d' altronde, a Falconara facciamo già parte dell' opposizione».

«Giancarli prigioniero di Rc»

L’assessore cacciato. «Paghiamo la nostra coerenza»

«Io non so che film abbia visto Giancarli. Non so che cosa lo abbia spinto a prendere una decisione così assurda. Ma forse lo so, a pensarci bene lo so». Binci, proviamo a dirlo, allora. Non crede che Giancarli non abbia avuto scelta? Come si fa a restare in Giunta, in Provincia, se si vota contro l’accordo Regione-raffineria Api, condiviso dal Centrosinistra? «La Provincia, se non sbaglio, su tutta questa vicenda è chiamata a ratificare, non a decidere. Eravamo stati noi a dire a Giancarli guarda che se votiamo no non significa che sfiduciamo te e la maggioranza . Non siamo in Regione. E invece ha voluto estremizzare. Libero di farlo. Me ne torno alla Lega del Filo d’Oro, un lavoro che amo. Via da questa politica, che sembra sempre più una giungla, in cui ci sono partiti che contano e altri che vengono calpestati. Lontano da questa coalizione che si è inventata un programma nuovo non concordato in campagna elettorale». Binci, quali sono i partiti che contano e quelli calpestati? «Ma è chiaro, Giancarli non fa una mossa che non gli dica Rifondazione. Sono mesi che Rifondazione lo martella sulla nostra presunta incoerenza in materia di raffineria Api. Ma io i manifesti di Rifondazione per la riconversione dell’area a Falconara non li dimentico. Hanno cambiato opinione in corsa. E noi che siamo rimasti coerenti, siamo i cattivi, da mandare via. Sarà contenta Rifondazione che i Verdi ora sono all’opposzione anche in Provincia. E’una giunta in cui è tornato il centralismo democratico. Non si ammettono distinguo. E a decidere sono sempre gli ex comunisti. Se la tengano». Giancarli ha detto di aver atteso un mese per cercare di trovare una mediazione. «Una mediazione su che? Noi sull’Api la pensiamo e la penseremo sempre così: la Raffineria va dismessa, no al rinnovo della concessione. E’ ciò che ho manifestato con quel voto». Se entrerà un verde al posto suo? «Voglio proprio vedere se esiste un verde che accetterà di dire sì al protocollo in cambio di una poltrona. Io dico di no».

Giancarli: «Binci mi ha sfiduciato ed è stato cacciato»

Provincia, l’assessore protesta

Rimosso Massimo Binci dalla Giunta provinciale. «Ma spero di recuperare i Verdi». E come sarà possibile? «E’ difficile, certo, ma dobbiamo provare a recuperare il rapporto. Un rapporto che ora si è rotto e mi sono trovato nella condizione di non avere scelta, anche se sono profondamente dispiaciuto sul piano umano». Enzo Giancarli ha ritirato la delega all’assessore dei Verdi (Trasporti e Ambiente) Massimo Binci. Il suo no alla ratifica del protocollo d’intesa Regione-Raffineria Api - protocollo che la Provincia è chiamata ad attuare - significa, per Giancarli, «mancanza di fiducia verso l’operato del presidente, invitato dal consiglio provinciale a perseguire l’attuazione del protocollo».

CASUS BELLI

IL PROTOCOLLO

Il sì della giunta provinciale pone fine all' iter burocratico e costituisce un atto importante di politica ambientale. Oltra al rinnovo delal concessione all’Api sino al 2020, il protocollo Regione-raffineria contiene precisi e reciproci impegni come il coordinamento con le attività del piano di risanamento dell' area ad elevato rischio di crisi ambientale, l'impegno ad attivare un confronto per la definizione della politica industriale ed energetica, l'attivazione di modalità di monitoraggio integrato delle varie matrici ambientali, interventi nei settori della qualità dell' aria, del clima acustico, del risparmio idrico, della tutela delle acque, la mitigazione del rischio idraulico nell' area di foce dell'Esino. Giancarli ha sottolineato che il mantenimento dell'impegno assunto con il consiglio provinciale contribuisce a realizzare, in un proficuo rapporto di collaborazione, opere di bonifica territoriale e ambientale ed interventi per massimizzare la tutela della salute, per ridurre i rischi della cittadinanza e dei lavoratori.

 
RESTO DEL CARLINO
Giancarli getta via la «coperta verde» Binci resta fuori

ANCONA — I Verdi fuori anche dalla giunta provinciale di Ancona. Dopo la rottura dentro Regione Marche, dove gli ecologisti hanno abbandonato la maggioranza, ieri il presidente della Provincia di Ancona ha ritirato la delega all'assessore Massimo Binci. Binci, titolare della delega ai trasporti, dopo il suo no (l'unico all'interno della giunta) al rinnovo della concessione alla raffineria Api di Falconara, non ha più avuto la fiducia del presidente Enzo Giancarli. Martedì la giunta si riunirà per la ripartizione delle competenze, e il presidente Giancarli non dispera di sostituire Binci con un altro verde. Lo ha annunciato lui stesso ieri pomeriggio. La scelta di lasciare la «casella vuota — ha spiegato il presidente — è dettata dalla speranza di occuparla con un altro esponente dei Verdi», per mantenere i rapporti politici con il Sole che ride. «Chiarezza» e necessità di preservare una «maggioranza coesa»: queste le ragioni che hanno portato alla revoca della delega a Binci. Ma soprattutto la preoccupazione che l'azione della maggioranza non sia rallentata da «tentennamenti, lungaggini, posizioni ambigue: non si può uscire dalla maggioranza in Regione e rimanerlo in Provincia», ha osservato il presidente. Un riferimento implicito all'abbandono della maggioranza in Regione deciso dai Verdi dopo il rinnovo della concessione all'Api. La volontà di non incrinare i rapporti in Provincia, ha ricordato il presidente, è stata evidente quando per «cinque o sei volte consecutive il voto sul protocollo d'intesa con la Regione e la raffineria Api era stato rinviato. Si cercò, in quell'occasione di rimandare ciò che già sapevamo sarebbe accaduto». Ma il «si» al rinnovo della concessione era un atto dovuto. Per dar seguito alla volontà di un intero consiglio provinciale, che si era già espresso, quasi all'unanimità (proprio il consigliere verde Marco Pecoraro Scanio era stato l'unico ad astenersi), a favore del protocollo. «Amarezza e sorpresa: ma non possiamo far altro che prendere atto della decisione della Provincia». Così Marco Pecoraro Scanio, assessore comunale verde allo sport e al turismo di Ancona, ha commentato la revoca della delega a Massimo Binci, suo collega di partito, per la vicenda Api. Se di «atto politico» da parte del presidente della Giunta Enzo Giancarli si poteva parlare subito dopo la revoca della delega, ha detto Pecoraro Scanio, «è anche vero che ci fa riflettere la speranza espressa dallo stesso presidente che la poltrona di assessore venga occupata da un altro verde». m.mart.

PER IL CASO MARCHE

PER IL CASO MARCHE si scomoda anche il leader nazionale dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. Fuori dalla Regione ed ora fuori anche dalla Provincia di Ancona gli ecologisti sollevano il caso a livello nazionale: «Spero che il centrosinistra — dice Pecoraro Scanio — dimostri di avere attenzione per i Verdi con i fatti e non a chiacchiere. Quello che dispiace enormemente è che nelle Marche c'è una grande tradizione dei Verdi e quindi quello che sta accadendo è doppiamente grave, grave per il presente perché si contraddice quel percorso di unità al quale il centrosinistra dice di voler fare riferimento, grave per il passato perchè soprattutto nelle Marche si rischia di cancellare la storia. Di certo non ho intenzione di lasciar correre quanto sta accadendo. Per quanto riguarda la vicenda della Regione Marche ho già portato il caso al tavolo nazionale chiedendo rispetto a partire dai contenuti».

 
CORRIERE ADRIATICO
Giancarli licenzia l'assessore Binci

Nessun rimpasto anche se avanza la candidatura del diessino Claudio Venanzi La replica: "Atto grottesco. Il rinnovo della concessione all'Api non fa parte del programma" La crisi tra Verdi e centrosinistra dopo la Regione coinvolge anche la Provincia

di EDOARDO DANIELI

Giancarli licenzia Binci. Binci se ne va sbattendo la porta: in Provincia è vietato pensare in maniera diversa da quella del presidente. Al termine di una mattinata di convulse riunioni tra i partiti di maggioranza e i capigruppo, la Provincia si ritrova meno verde e piena di rancori. Il presidente della Provincia ha deciso di ritirare la delega all'assessore dei Verdi che si occupava di trasporti, mobilità, infrastrutture, turismo dopo il voto contrario di Binci alla delibera di approvazione del protocollo di intesa con la Regione e con l'Api che ha fatto seguito al rinnovo della concessione per la raffineria di Falconara. La casella lasciata vuota da Binci non sarà al momento riempita: Giancarli, in attesa di un chiarimento politico con i Verdi, ha deciso di assumere le deleghe ad interim. Nel giro di una settimana, deciderà poi se distribuirle tra i suoi assessori o se nominare una nuova persona in giunta. Ipotesi più plausibile con un candidato in pectore che è Claudio Venanzi dei Ds, specie se i Verdi manterranno la chiusura che emerge dai primi commenti. Tra Giancarli e Binci c'è stato ieri mattina, alle 13, un ultimo incontro in Provincia. C'erano anche Marco Pecoraro Scanio e Giorgio Marchetti. Un incontro che non è riuscito a ricomporre la situazione tanto che alle 16 Giancarli, dopo una riunione della giunta, ha annunciato il ritiro della delega. Giancarli si è detto "dispiaciuto" dal punto di vista umano e personale perché "lavorando assieme si sviluppano relazioni affettive". Non sufficienti da impedire il licenziamento di Binci. Un licenziamento che è venuto, secondo Giancarli, "nonostante i tentativi fatti per non arrivare a un passo del genere". "Il punto - ha spiegato Giancarli - è stato ritirato per 5-6 volte dall'ordine del giorno della giunta anche perché non c'erano rallentamenti sull'attività amministrativa". L'attività di controllo degli uffici della Provincia, consentita dal protocollo firmato il primo agosto da Giancarli, è infatti in corso e l'approvazione "era - parole del presidente - un atto dovuto". Ma il pressing su Binci non ha sortito effetto di alcun genere. Martedì c'è stato il voto contrario. "Un voto - ha detto l'ex assessore - dovuto a motivi personali e che ho espresso anche per conto dei Verdi". La situazione nel giro di poche ore è così precipitata. Giancarli riconduce il ritiro delle deleghe a Binci a un "atto di chiarezza e di coerenza". "Il consiglio provinciale - ha spiegato - ha dato mandato alla giunta di sottoscrivere l'intesa con un voto contrario (Bello di An) e un astenuto (Pecorario Scanio dei Verdi). Opporsi a questo mandato ha significato incrinare i rapporti tra giunta e consiglio ma soprattutto significa che c'è una rottura politica con la maggioranza". Il presidente ha anche detto di aver preso questa decisione per evitare "tentennamenti, lungaggini, posizioni ambigue: non si può uscire dalla maggioranza in Regione e rimanerlo in Provincia". Giancarli ha però lasciato una porta aperta ai Verdi affermando che non ci sono preclusioni politiche e che, anzi, farà di tutto per continuare il rapporto amministrativo anche con un altro esponente del Sole che ride. Il rapporto - ha aggiunto Giancarli - "va ricostruito ma non si può cancellare nè rinnegare quello che l'amministrazione ha fatto". Porte aperte ma con la massima chiarezza. Anche perché il conflitto tra i Verdi e le altre forze di centrosinistra prima in Regione, ora in Provincia, rischia di diventare un caso. E se a livello nazionale si lavora per la ricomposizione, resta da vedere che cosa faranno i partiti locali. "Non ci sono chiusure - ha detto Giancarli - non vogliamo negare che possano esservi posizioni differenziate, ma di fronte a un atto come questo non possono esserci opposizioni perché, in questo caso, una maggioranza che è tale si fa rispettare". "Non vogliono lasciare testimoni". Questo lo sferzante commento di Binci che definisce la decisione di Giancarli "grottesca". "Nel programma dell'amministrazione provinciale - prosegue - la sorte dell'impianto dell'Api era ben diversa da quella che si è venuta configurando con il rinnovo della concessione senza prevedere la riconversione dopo il 2020. Adesso è evidente la volontà di emarginare i Verdi che vogliono mantenere fede a quell'impegno". Binci non tentenna nemmeno di fronte ai mandanti. "I partiti di centrosinistra - dice - ma soprattutto Rifondazione comunista che deve gestire la scelta a favore dell'Api". Binci svela anche i retroscena dell'incontro con Giancarli. "Se ti dimetti è più facile - afferma - mi ha detto il presidente ma io ho ribadito le motivazioni del mio voto contrario. Il provvedimento di Giancarli - rincara la dose Binci - va in direzione del pensiero unico. Blocca il dialogo politico e la necessità stessa della politica: non è possibile che non ci possano essere posizioni differenziata all'interno di una coalizione". Binci infine ritiene che lasciare la casella vuota delle sue deleghe non possa in alcun modo configurarsi come un'apertura. "Se il protocollo con l'Api - conclude - è il modo di approccio dei problemi del territorio, i Verdi si pongono all'opposizione di Giancarli". Marco Pecoraro Scanio, dal canto suo, ha appreso la notizia con "amarezza e sorpresa". L'apertura di Giancarli "rende - secondo l'assessore comunale - più complicata l'interpretazione del procedimento. Penso - ha aggiunto - che Giancarli non abbia voluto creare un clima di malsopportazione dei Verdi". Secondo Pecoraro, i Verdi sulla questione dell'Api "hanno sempre mostrato coerenza" nè la questione pone problemi all'amministrazione di Ancona.

 
LA SICILIA
Conferma c'è benzene nell'acqua

di Pino Guastella

Priolo. I risultati di laboratorio dei due centri specializzati di Catania e Messina scelti dal sindaco Maurizio Toppi, hanno confermato i timori manifestati mesi addietro dai magistrati della Procura, che indagano sull'inquinamento delle falde acquifere. I campioni prelevati nel pozzo «ex feudo», da cui sgorga l'acqua potabile che finisce nelle case dei priolesi, sono risultati ad alto contenuto di benzene. Per la Procura della Repubblica, che aveva lanciato l'allarme sull'inquinamento delle falde acquifere a causa della fuoriuscita di benzene da alcuni serbatoi fatiscenti dell'ex raffineria Agip oggi passati sotto il controllo di Erg del petroliere Garrone, i risultati che arrivano dai due laboratori siciliani rappresentano una esplicita conferma dei test effettuati dai consulenti del pubblico ministero Maurizio Musco, che sta indagando sulle infiltrazioni in profondità dei prodotti petroliferi e, allo stesso tempo, suonano come una smentita alle dichiarazioni del sindaco Toppi, che aveva tranquillizzato i suoi concittadini. Di fronte agli esiti dei test da lui stesso finanziati, il sindaco s'è visto costretto a confermare la non potabilità dell'acqua ma ritiene che gli indici di benzene sono risultati elevati a causa delle inondazioni che si sono verificate nelle scorse settimane, quando anche Priolo fu colpita dall'alluvione. Secondo il sindaco, la situazione dovrebbe ritornare normale nel giro di poche settimane.

 
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