MESSAGGERO |
«Quel no vale una sfiducia»
Protocollo Api, Giancarli
ritira la delega al verde Binci. «Casella vuota, aspetto un
chiarimento»
di FABIO PIANGERELLI
Rimosso Massimo Binci dalla
Giunta provinciale. «Ma spero di recuperare i Verdi». E come
sarà possibile? «E’ difficile, certo, ma dobbiamo provare a
recupare il rapporto. Un rapporto che ora si è rotto e mi
sono trovato nella condizione di non avere scelta, anche se
sono profondamente dispiaciuto sul piano umano». Enzo
Giancarli ha ritirato la delega all’assessore dei Verdi
(Trasporti e Ambiente) Massimo Binci. Il suo no alla
ratifica del protocollo d’intesa Regione-Raffineria Api -
protocollo che la Provincia è chiamata ad attuare -
significa, per Giancarli, «mancanza di fiducia verso
l’operato del presidente, invitato dal consiglio provinciale
a perseguire l’attuazione del protocollo». Sono le 16 quando
Giancarli annuncia. E lo fa al termine di una giornata
convulsa. Prima i capigruppo della maggioranza («La
maggioranza è d’accordo»), quindi l’incontro con il
presidente provinciale dei Verdi Giorgio Marchetti, con il
consigliere verde Marco Pecoraro e con lo stesso Binci:
«Presidente, è un atto politico dei Verdi, il no al
protocollo non mette in discussione la nostra permanenza in
maggioranza». Niente da fare, Giancarli non vuol sentir
ragioni. Spiega: «C’è anche un’esigenza di chiarezza -
afferma Giancarli, confortato dagli assessori, presenti in
città, Sagramola, Pacetti, Bucciarelli, Linguiti e Gatto - :
ce lo richiedono i cittadini. I Verdi hanno una posizione
chiara sull’Api. E se per questa posizione se ne sono andati
dalla Regione, non si capisce perché debbano restare in
Provincia. La nostra è una maggioranza coesa, che rifiuta le
ambiguità e si muove all’unisono su un tema strategico come
l’Api: i distinguo, se ci sono, hanno un valore politico».
Giancarli continua: «Non è una decisione emotiva. La
ratifica dell’atto era nell’agenda della Giunta da un mese.
Per cinque o sei volte consecutive il voto era stato
rinviato perché sapevamo delle difficoltà che avrebbe avuto
Binci nell’approvarlo. E’ passato un mese, le posizioni sono
rimaste tali, e approvando l’altra mattina quell’atto
sapevamo che sarebbe accaduto. In consiglio - rileva
Giancarli - Pecoraro si era astenuto. In questo caso si
trattava di un atto dovuto, da cui Binci si è dissociato». E
adesso? «Nessuna sostituzione, per ora», annuncia Giancarli,
rinviando a martedì prossimo il riassetto delle deleghe in
Giunta, con Trasporti e Ambiente scoperte. «Ce ne faremo
carico, sperando che i Verdi approfondiscano la loro
posizione e mi mettano in condizione - ripete Giancarli - di
poter avere un altro assessore verde». Possibile? Il
presidente provinciale dei Verdi Marchetti: «Allo stato mi
pare assurdo che uno di noi possa accettare di entrare. E’
chiaro che andrà fatta un’analisi della situazione, al più
presto, nelle prossime ore. Riunirò l’esecutivo. Non capisco
perché Giancarli abbia voluto estremizzare così il no di
Binci al protocollo Api: insomma, è la Regione che decide e
la nostra posizione in Regione è chiara. In Provincia si
doveva solo ratificare e il nostro no non doveva essere
considerato come un atto di sfiducia verso Giancarli». Il
consigliere provinciale Marco Pecoraro, che è anche
assessore a Sport e Turismo ad Ancona: «Amarezza e sorpresa:
ma non possiamo far altro che prendere atto della decisione
della Provincia. E’ anche vero che ci fa riflettere la
speranza espressa dallo stesso presidente che la poltrona di
assessore venga occupata da un altro verde e che rende più
complicata l' interpretazione del provvedimento adottato.
«Penso semplicemente - ha aggiunto Pecoraro - che il
presidente Giancarli non abbia voluto creare un clima di
malsopportazione dei Verdi dopo l' abbandono della
maggioranza in Regione». Certo è che, a detta dell'
assessore comunale, «Provincia e Regione hanno perso una
buona occasione per rendere ancora più proficuo il confronto
sul tema Api. Noi, dal canto nostro, abbiamo sempre mostrato
coerenza al riguardo». Regione senza Verdi, Provincia senza
Verdi. Ci si chiede se anche il comune di Ancona rischi un
abbandono. «Se la raffineria fosse stata ad Ancona,
probabilmente le cose sarebbero state diverse, ma il
problema non si pone». Pecoraro Scanio non rinuncia a una
battuta chiarificatrice: «d' altronde, a Falconara facciamo
già parte dell' opposizione».
«Giancarli prigioniero di
Rc»
L’assessore cacciato.
«Paghiamo la nostra coerenza»
«Io non so che film abbia
visto Giancarli. Non so che cosa lo abbia spinto a prendere
una decisione così assurda. Ma forse lo so, a pensarci bene
lo so». Binci, proviamo a dirlo, allora. Non crede che
Giancarli non abbia avuto scelta? Come si fa a restare in
Giunta, in Provincia, se si vota contro l’accordo
Regione-raffineria Api, condiviso dal Centrosinistra? «La
Provincia, se non sbaglio, su tutta questa vicenda è
chiamata a ratificare, non a decidere. Eravamo stati noi a
dire a Giancarli guarda che se votiamo no non significa che
sfiduciamo te e la maggioranza . Non siamo in Regione. E
invece ha voluto estremizzare. Libero di farlo. Me ne torno
alla Lega del Filo d’Oro, un lavoro che amo. Via da questa
politica, che sembra sempre più una giungla, in cui ci sono
partiti che contano e altri che vengono calpestati. Lontano
da questa coalizione che si è inventata un programma nuovo
non concordato in campagna elettorale». Binci, quali sono i
partiti che contano e quelli calpestati? «Ma è chiaro,
Giancarli non fa una mossa che non gli dica Rifondazione.
Sono mesi che Rifondazione lo martella sulla nostra presunta
incoerenza in materia di raffineria Api. Ma io i manifesti
di Rifondazione per la riconversione dell’area a Falconara
non li dimentico. Hanno cambiato opinione in corsa. E noi
che siamo rimasti coerenti, siamo i cattivi, da mandare via.
Sarà contenta Rifondazione che i Verdi ora sono all’opposzione
anche in Provincia. E’una giunta in cui è tornato il
centralismo democratico. Non si ammettono distinguo. E a
decidere sono sempre gli ex comunisti. Se la tengano».
Giancarli ha detto di aver atteso un mese per cercare di
trovare una mediazione. «Una mediazione su che? Noi sull’Api
la pensiamo e la penseremo sempre così: la Raffineria va
dismessa, no al rinnovo della concessione. E’ ciò che ho
manifestato con quel voto». Se entrerà un verde al posto
suo? «Voglio proprio vedere se esiste un verde che accetterà
di dire sì al protocollo in cambio di una poltrona. Io dico
di no».
Giancarli: «Binci mi ha
sfiduciato ed è stato cacciato»
Provincia, l’assessore
protesta
Rimosso Massimo Binci dalla
Giunta provinciale. «Ma spero di recuperare i Verdi». E come
sarà possibile? «E’ difficile, certo, ma dobbiamo provare a
recuperare il rapporto. Un rapporto che ora si è rotto e mi
sono trovato nella condizione di non avere scelta, anche se
sono profondamente dispiaciuto sul piano umano». Enzo
Giancarli ha ritirato la delega all’assessore dei Verdi
(Trasporti e Ambiente) Massimo Binci. Il suo no alla
ratifica del protocollo d’intesa Regione-Raffineria Api -
protocollo che la Provincia è chiamata ad attuare -
significa, per Giancarli, «mancanza di fiducia verso
l’operato del presidente, invitato dal consiglio provinciale
a perseguire l’attuazione del protocollo».
CASUS BELLI
IL PROTOCOLLO
Il sì della giunta
provinciale pone fine all' iter burocratico e costituisce un
atto importante di politica ambientale. Oltra al rinnovo
delal concessione all’Api sino al 2020, il protocollo
Regione-raffineria contiene precisi e reciproci impegni come
il coordinamento con le attività del piano di risanamento
dell' area ad elevato rischio di crisi ambientale, l'impegno
ad attivare un confronto per la definizione della politica
industriale ed energetica, l'attivazione di modalità di
monitoraggio integrato delle varie matrici ambientali,
interventi nei settori della qualità dell' aria, del clima
acustico, del risparmio idrico, della tutela delle acque, la
mitigazione del rischio idraulico nell' area di foce
dell'Esino. Giancarli ha sottolineato che il mantenimento
dell'impegno assunto con il consiglio provinciale
contribuisce a realizzare, in un proficuo rapporto di
collaborazione, opere di bonifica territoriale e ambientale
ed interventi per massimizzare la tutela della salute, per
ridurre i rischi della cittadinanza e dei lavoratori. |
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RESTO DEL CARLINO |
Giancarli getta via la
«coperta verde» Binci resta fuori
ANCONA — I Verdi fuori anche
dalla giunta provinciale di Ancona. Dopo la rottura dentro
Regione Marche, dove gli ecologisti hanno abbandonato la
maggioranza, ieri il presidente della Provincia di Ancona ha
ritirato la delega all'assessore Massimo Binci. Binci,
titolare della delega ai trasporti, dopo il suo no (l'unico
all'interno della giunta) al rinnovo della concessione alla
raffineria Api di Falconara, non ha più avuto la fiducia del
presidente Enzo Giancarli. Martedì la giunta si riunirà per
la ripartizione delle competenze, e il presidente Giancarli
non dispera di sostituire Binci con un altro verde. Lo ha
annunciato lui stesso ieri pomeriggio. La scelta di lasciare
la «casella vuota — ha spiegato il presidente — è dettata
dalla speranza di occuparla con un altro esponente dei
Verdi», per mantenere i rapporti politici con il Sole che
ride. «Chiarezza» e necessità di preservare una «maggioranza
coesa»: queste le ragioni che hanno portato alla revoca
della delega a Binci. Ma soprattutto la preoccupazione che
l'azione della maggioranza non sia rallentata da
«tentennamenti, lungaggini, posizioni ambigue: non si può
uscire dalla maggioranza in Regione e rimanerlo in
Provincia», ha osservato il presidente. Un riferimento
implicito all'abbandono della maggioranza in Regione deciso
dai Verdi dopo il rinnovo della concessione all'Api. La
volontà di non incrinare i rapporti in Provincia, ha
ricordato il presidente, è stata evidente quando per «cinque
o sei volte consecutive il voto sul protocollo d'intesa con
la Regione e la raffineria Api era stato rinviato. Si cercò,
in quell'occasione di rimandare ciò che già sapevamo sarebbe
accaduto». Ma il «si» al rinnovo della concessione era un
atto dovuto. Per dar seguito alla volontà di un intero
consiglio provinciale, che si era già espresso, quasi
all'unanimità (proprio il consigliere verde Marco Pecoraro
Scanio era stato l'unico ad astenersi), a favore del
protocollo. «Amarezza e sorpresa: ma non possiamo far altro
che prendere atto della decisione della Provincia». Così
Marco Pecoraro Scanio, assessore comunale verde allo sport e
al turismo di Ancona, ha commentato la revoca della delega a
Massimo Binci, suo collega di partito, per la vicenda Api.
Se di «atto politico» da parte del presidente della Giunta
Enzo Giancarli si poteva parlare subito dopo la revoca della
delega, ha detto Pecoraro Scanio, «è anche vero che ci fa
riflettere la speranza espressa dallo stesso presidente che
la poltrona di assessore venga occupata da un altro verde».
m.mart.
PER IL CASO MARCHE
PER IL CASO MARCHE si scomoda
anche il leader nazionale dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio.
Fuori dalla Regione ed ora fuori anche dalla Provincia di
Ancona gli ecologisti sollevano il caso a livello nazionale:
«Spero che il centrosinistra — dice Pecoraro Scanio —
dimostri di avere attenzione per i Verdi con i fatti e non a
chiacchiere. Quello che dispiace enormemente è che nelle
Marche c'è una grande tradizione dei Verdi e quindi quello
che sta accadendo è doppiamente grave, grave per il presente
perché si contraddice quel percorso di unità al quale il
centrosinistra dice di voler fare riferimento, grave per il
passato perchè soprattutto nelle Marche si rischia di
cancellare la storia. Di certo non ho intenzione di lasciar
correre quanto sta accadendo. Per quanto riguarda la vicenda
della Regione Marche ho già portato il caso al tavolo
nazionale chiedendo rispetto a partire dai contenuti».
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CORRIERE ADRIATICO |
Giancarli licenzia
l'assessore Binci
Nessun rimpasto anche se
avanza la candidatura del diessino Claudio Venanzi La
replica: "Atto grottesco. Il rinnovo della concessione
all'Api non fa parte del programma" La crisi tra Verdi e
centrosinistra dopo la Regione coinvolge anche la Provincia
di EDOARDO DANIELI
Giancarli licenzia Binci.
Binci se ne va sbattendo la porta: in Provincia è vietato
pensare in maniera diversa da quella del presidente. Al
termine di una mattinata di convulse riunioni tra i partiti
di maggioranza e i capigruppo, la Provincia si ritrova meno
verde e piena di rancori. Il presidente della Provincia ha
deciso di ritirare la delega all'assessore dei Verdi che si
occupava di trasporti, mobilità, infrastrutture, turismo
dopo il voto contrario di Binci alla delibera di
approvazione del protocollo di intesa con la Regione e con
l'Api che ha fatto seguito al rinnovo della concessione per
la raffineria di Falconara. La casella lasciata vuota da
Binci non sarà al momento riempita: Giancarli, in attesa di
un chiarimento politico con i Verdi, ha deciso di assumere
le deleghe ad interim. Nel giro di una settimana, deciderà
poi se distribuirle tra i suoi assessori o se nominare una
nuova persona in giunta. Ipotesi più plausibile con un
candidato in pectore che è Claudio Venanzi dei Ds, specie se
i Verdi manterranno la chiusura che emerge dai primi
commenti. Tra Giancarli e Binci c'è stato ieri mattina, alle
13, un ultimo incontro in Provincia. C'erano anche Marco
Pecoraro Scanio e Giorgio Marchetti. Un incontro che non è
riuscito a ricomporre la situazione tanto che alle 16
Giancarli, dopo una riunione della giunta, ha annunciato il
ritiro della delega. Giancarli si è detto "dispiaciuto" dal
punto di vista umano e personale perché "lavorando assieme
si sviluppano relazioni affettive". Non sufficienti da
impedire il licenziamento di Binci. Un licenziamento che è
venuto, secondo Giancarli, "nonostante i tentativi fatti per
non arrivare a un passo del genere". "Il punto - ha spiegato
Giancarli - è stato ritirato per 5-6 volte dall'ordine del
giorno della giunta anche perché non c'erano rallentamenti
sull'attività amministrativa". L'attività di controllo degli
uffici della Provincia, consentita dal protocollo firmato il
primo agosto da Giancarli, è infatti in corso e
l'approvazione "era - parole del presidente - un atto
dovuto". Ma il pressing su Binci non ha sortito effetto di
alcun genere. Martedì c'è stato il voto contrario. "Un voto
- ha detto l'ex assessore - dovuto a motivi personali e che
ho espresso anche per conto dei Verdi". La situazione nel
giro di poche ore è così precipitata. Giancarli riconduce il
ritiro delle deleghe a Binci a un "atto di chiarezza e di
coerenza". "Il consiglio provinciale - ha spiegato - ha dato
mandato alla giunta di sottoscrivere l'intesa con un voto
contrario (Bello di An) e un astenuto (Pecorario Scanio dei
Verdi). Opporsi a questo mandato ha significato incrinare i
rapporti tra giunta e consiglio ma soprattutto significa che
c'è una rottura politica con la maggioranza". Il presidente
ha anche detto di aver preso questa decisione per evitare
"tentennamenti, lungaggini, posizioni ambigue: non si può
uscire dalla maggioranza in Regione e rimanerlo in
Provincia". Giancarli ha però lasciato una porta aperta ai
Verdi affermando che non ci sono preclusioni politiche e
che, anzi, farà di tutto per continuare il rapporto
amministrativo anche con un altro esponente del Sole che
ride. Il rapporto - ha aggiunto Giancarli - "va ricostruito
ma non si può cancellare nè rinnegare quello che
l'amministrazione ha fatto". Porte aperte ma con la massima
chiarezza. Anche perché il conflitto tra i Verdi e le altre
forze di centrosinistra prima in Regione, ora in Provincia,
rischia di diventare un caso. E se a livello nazionale si
lavora per la ricomposizione, resta da vedere che cosa
faranno i partiti locali. "Non ci sono chiusure - ha detto
Giancarli - non vogliamo negare che possano esservi
posizioni differenziate, ma di fronte a un atto come questo
non possono esserci opposizioni perché, in questo caso, una
maggioranza che è tale si fa rispettare". "Non vogliono
lasciare testimoni". Questo lo sferzante commento di Binci
che definisce la decisione di Giancarli "grottesca". "Nel
programma dell'amministrazione provinciale - prosegue - la
sorte dell'impianto dell'Api era ben diversa da quella che
si è venuta configurando con il rinnovo della concessione
senza prevedere la riconversione dopo il 2020. Adesso è
evidente la volontà di emarginare i Verdi che vogliono
mantenere fede a quell'impegno". Binci non tentenna nemmeno
di fronte ai mandanti. "I partiti di centrosinistra - dice -
ma soprattutto Rifondazione comunista che deve gestire la
scelta a favore dell'Api". Binci svela anche i retroscena
dell'incontro con Giancarli. "Se ti dimetti è più facile -
afferma - mi ha detto il presidente ma io ho ribadito le
motivazioni del mio voto contrario. Il provvedimento di
Giancarli - rincara la dose Binci - va in direzione del
pensiero unico. Blocca il dialogo politico e la necessità
stessa della politica: non è possibile che non ci possano
essere posizioni differenziata all'interno di una
coalizione". Binci infine ritiene che lasciare la casella
vuota delle sue deleghe non possa in alcun modo configurarsi
come un'apertura. "Se il protocollo con l'Api - conclude - è
il modo di approccio dei problemi del territorio, i Verdi si
pongono all'opposizione di Giancarli". Marco Pecoraro Scanio,
dal canto suo, ha appreso la notizia con "amarezza e
sorpresa". L'apertura di Giancarli "rende - secondo
l'assessore comunale - più complicata l'interpretazione del
procedimento. Penso - ha aggiunto - che Giancarli non abbia
voluto creare un clima di malsopportazione dei Verdi".
Secondo Pecoraro, i Verdi sulla questione dell'Api "hanno
sempre mostrato coerenza" nè la questione pone problemi
all'amministrazione di Ancona. |
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LA SICILIA |
Conferma c'è benzene
nell'acqua
di Pino Guastella
Priolo. I risultati di
laboratorio dei due centri specializzati di Catania e
Messina scelti dal sindaco Maurizio Toppi, hanno confermato
i timori manifestati mesi addietro dai magistrati della
Procura, che indagano sull'inquinamento delle falde
acquifere. I campioni prelevati nel pozzo «ex feudo», da cui
sgorga l'acqua potabile che finisce nelle case dei priolesi,
sono risultati ad alto contenuto di benzene. Per la Procura
della Repubblica, che aveva lanciato l'allarme
sull'inquinamento delle falde acquifere a causa della
fuoriuscita di benzene da alcuni serbatoi fatiscenti dell'ex
raffineria Agip oggi passati sotto il controllo di Erg del
petroliere Garrone, i risultati che arrivano dai due
laboratori siciliani rappresentano una esplicita conferma
dei test effettuati dai consulenti del pubblico ministero
Maurizio Musco, che sta indagando sulle infiltrazioni in
profondità dei prodotti petroliferi e, allo stesso tempo,
suonano come una smentita alle dichiarazioni del sindaco
Toppi, che aveva tranquillizzato i suoi concittadini. Di
fronte agli esiti dei test da lui stesso finanziati, il
sindaco s'è visto costretto a confermare la non potabilità
dell'acqua ma ritiene che gli indici di benzene sono
risultati elevati a causa delle inondazioni che si sono
verificate nelle scorse settimane, quando anche Priolo fu
colpita dall'alluvione. Secondo il sindaco, la situazione
dovrebbe ritornare normale nel giro di poche settimane.
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