RASSEGNA STAMPA 20.10.2003

 

MESSAGGERO
Aldo Pollarini sorride con ...

di GIAMPAOLO MILZI

Aldo Pollarini sorride con l'enigmatica flemma di cui è capace un presidente di consiglio d'amministrazione di una azienda che si è appena gettata nelle acque sconosciute del "rischio d'impresa". E non si sbilancia sulle prossime mosse della "sua" "Azienda Agricola Poggio". Ma a proposito del rischio, quello di cui sono ancora impregnate le sabbie innaturalmente rossicce della "spiaggia" dei veleni all'ombra dell'ex Montedison, usa una un'immagine efficace: «E' come se avessimo comprato un grosso pompelmo, quando cominceremo a spremerlo sapremo cosa c'è dentro...». Di sicuro, nel succo del "pompelmo", ci sono arsenico, rame, piombo e altre porcherie in concentrazioni molto al di sopra dei tetti di "sicurezza" fissati dalla legge. Figli "illegittimi" di mezzo secolo di una produzione industriale di concimi chimici che ha trasformato i 20 ettari di litorale ai confini tra Falconara e Marina di Montemarciano in una discarica di scorie. Ma da buon romagnolo - la "Agricola del Poggio" ha sede a Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì - Pollarini ha nelle vene il sangue della "terra dei miracoli turistici". E dopo aver firmato il protocollo d'intesa "Area progetto unitario", assieme ai sindaci di Falconara e Montemarciano che gli hanno espresso con soddisfazione piena fiducia, non nasconde determinazione. Ma nemmeno la consapevolezza "delle difficoltà" cui va incontro chi, assecondando una strategia politica, si impegna nell'avventura di una bonifica di risanamento onerosissima e ancora tutta scientificamente da definire. Per poter poi raccogliere i frutti di "una parte di territorio - come ha spiegato l'architetto Piccafuoco, redattore del Prg 99 di Falconara - al quale viene assegnato il ruolo di volano economico ed ambientale attraverso la progettazione di un mix di funzioni urbane ad alto contenuto qualitativo". «Funzioni - come impone appunto il Prg - turistiche e commerciali». E cioé, secondo auspicate scelte: villette a schiera, alberghi, stabilimenti balneari con servizi, padiglioni espositivi, shopping center. Carletti e Cingolani gestiranno i rapporti con Regione e Provincia durante l'iter del progetto preliminare, che il protocollo affida all'architetto Bohigas. E l'uomo di Carletti all'Urbanistica, assessore Api, ha precisato che «la società proprietaria della aree nell'Apu 3 e sito ex Montedison, si farà carico di sostenere le spese per le prestazioni professionali di Bohigas e dello studio "Mbm". Naturale, dunque, che Pollarini, manager della proprietà, sia stato impaziente di incontrare Bohigas: «Nei giorni scorsi io e il nostro consulente aziendale, ing. Magnini, siamo volati da lui a Barcellona. Così da poter esaminerà i problemi, documentarsi, acquisire gli studi già fatti sullo stato della contaminazione, affrontare il nodo del capannone vincolato dalla Soprintendenza come bene archeologico industriale. Poi si vedrà. Questo protocollo è importante. Per noi è un primo passo, impegnativo, molto coraggioso. Ma abbiamo appena firmato. Di più ora non posso dire». Impegnativo anche dal punto finanziario, non è vero? «Ad agosto avevamo già presentato al Ministero il piano di caratterizzazione del sito Montedison - spiega Magnini - Roma lo dovrà giudicare e approvare. E' l'atto preliminare per accedere ai finanziamenti previsti per il risanamento dei siti industriali contaminati, e Falconara vi rientra". Ma quel piano è solo un piccolo anticipo dello studio per la vera bonifica. E c'è già l'autorevole consulenza del perito giudiziario Biancani che spiega che lì non si dovrebbero costruire alberghi o altri edifici, ma solo realizzare verde pubblico e strutture leggere. Altrimenti c'è il rischio di smuovere con le fondamenta i veleni in profondità. Lui suggerisce quindi una bonifica superficiale, meno costosa, più rapida, fattibile e sicura. «Ho letto la perizia Biancani, in linea di principio mi sembra buona - dice Magnini - Ma anche noi non partiamo da zero, abbiamo i nostri studi». Già, quelli bocciati da Arpam e Biancani. Anche perché partoriti dalle vecchie proprietà "inquisite" per il mezzo disastro ambientale. La "Agricola Poggio" li ha ereditati da "Enichem Agricoltura" e "Agricola '92" - a quest'ultima è subentrata attraverso una strategica operazione di "lifting" societario ("Ma è stato fatto tutto secondo le regole, e le noie processuali non ci riguardano", assicura Pollarini) - assieme a quello scatolone di sabbia a rischio pieno di punti interrogativi.

 
CORRIERE ADRIATICO
Guerra al degrado Fiumesino quartiere sotto tutela

FALCONARA - Prosegue l'attività di monitoraggio del territorio di Fiumesino ad opera dell'Ufficio ambiente in sinergia col Cam. La tutela, il controllo, la manutenzione dell'area comporta tuttavia alcune difficoltà, dovute alla facilità di accesso della zona che si presta a essere utilizzata come discarica. Non basta intervenire, ma bisogna mantenere e prevenire. In tal senso, l'ufficio Ambiente ha in progetto la recinzione delle zone più sensibili al problema per impedirne la libera fruizione, come già avvenuto con il posizionamento dei cancelli posto lungo il fiume. Inoltre, saranno intensificati i controlli dei vigili ambientali che pattugliano il territorio. Fra le segnalazioni giunte all'Ufficio ambiente e portate a buon fine, l'intervento di via Fiumesino 42, dove un fabbricato invaso da vegetazione è stato completamente liberato e ripulito. La manutenzione del sottopasso pedonale della caserma Saracini, nel quale è stato posizionato un corrimano e risolto il problema delle infiltrazioni, la bonifica dell'area di proprietà del Caf, che presentava uno specchio acquitrinoso, ricettacolo e fonte di ogni genere di insetti. Una comunicazione dell'Ufficio ambiente ha posto fine al disagio provocato dai residenti dal rifornimento delle autobotti a motori accesi. Poi interventi a Rocca Mare e via Castellaraccia.

Scalo merci all'Interporto Ok della Cgia

Da Falconara a Jesi

Confartigianato Trasporti Marche giudica positivamente la sinergia realizzatasi tra le ferrovie Rfi e la società Interporto Marche, "che all'unisono sono impegnate nella realizzazione della più importante infrastruttura dell'Italia centrale adriatica. La decisione di spostare lo scalo merci da Falconara a Jesi in adiacenza al costruendo interporto", è scritto in una nota, "è una scelta molto intelligente che permetterà all'intera infrastruttura di divenire un centro trasportistico di rilevante interesse sia per le Marche che per l'Italia centrale. Le sinergie tra interporto e Rfi consentiranno di ottenere una struttura funzionale efficiente e competitiva per quanto vorranno utilizzare sia la modalità ferroviaria che i servizi che saranno realizzati nel centro intermodale. L'interporto, infatti non è solo una grande opportunità per sviluppare il trasporto intermodale, togliendo dalla strada i trasporti a lunga distanza per trasferirli su ferrovia e da qui anche alla modalità marittima o aerea, ma è una grande occasione per sviluppare la logistica e quindi ridurre la quantità di automezzi che sono in circolazione attraverso una riorganizzazione e razionalizzazione del trasporto merci". Secondo Confartigianato Trasporti, dichiarano il presidente Beccaceci Carmine, quindi la realizzazione dell'interporto, prevista nella sostanza per il 2005 "è una occasione di sviluppo anche per il sistema produttivo marchigiano ed umbro che con oltre 30.000 imprese potrà collocare i propri prodotti sui mercati esteri a costi più competitivi. Ma non solo il sistema produttivo trarrà benefici anche il settore dell'autotrasporto e della logistica sempre marchigiano ed umbro con le oltre 10.000 imprese e 25.000 addetti, potrà sviluppare i propri servizi e divenire ancora più importante facendo sinergia con i trasporti ferroviari, marittimi e aerei...".

 
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