Aldo Pollarini sorride con ...
di GIAMPAOLO MILZI
Aldo Pollarini sorride con l'enigmatica flemma di cui è
capace un presidente di consiglio d'amministrazione di una
azienda che si è appena gettata nelle acque sconosciute del
"rischio d'impresa". E non si sbilancia sulle prossime mosse
della "sua" "Azienda Agricola Poggio". Ma a proposito del
rischio, quello di cui sono ancora impregnate le sabbie
innaturalmente rossicce della "spiaggia" dei veleni
all'ombra dell'ex Montedison, usa una un'immagine efficace:
«E' come se avessimo comprato un grosso pompelmo, quando
cominceremo a spremerlo sapremo cosa c'è dentro...». Di
sicuro, nel succo del "pompelmo", ci sono arsenico, rame,
piombo e altre porcherie in concentrazioni molto al di sopra
dei tetti di "sicurezza" fissati dalla legge. Figli
"illegittimi" di mezzo secolo di una produzione industriale
di concimi chimici che ha trasformato i 20 ettari di
litorale ai confini tra Falconara e Marina di Montemarciano
in una discarica di scorie. Ma da buon romagnolo - la
"Agricola del Poggio" ha sede a Savignano sul Rubicone, in
provincia di Forlì - Pollarini ha nelle vene il sangue della
"terra dei miracoli turistici". E dopo aver firmato il
protocollo d'intesa "Area progetto unitario", assieme ai
sindaci di Falconara e Montemarciano che gli hanno espresso
con soddisfazione piena fiducia, non nasconde
determinazione. Ma nemmeno la consapevolezza "delle
difficoltà" cui va incontro chi, assecondando una strategia
politica, si impegna nell'avventura di una bonifica di
risanamento onerosissima e ancora tutta scientificamente da
definire. Per poter poi raccogliere i frutti di "una parte
di territorio - come ha spiegato l'architetto Piccafuoco,
redattore del Prg 99 di Falconara - al quale viene assegnato
il ruolo di volano economico ed ambientale attraverso la
progettazione di un mix di funzioni urbane ad alto contenuto
qualitativo". «Funzioni - come impone appunto il Prg -
turistiche e commerciali». E cioé, secondo auspicate scelte:
villette a schiera, alberghi, stabilimenti balneari con
servizi, padiglioni espositivi, shopping center. Carletti e
Cingolani gestiranno i rapporti con Regione e Provincia
durante l'iter del progetto preliminare, che il protocollo
affida all'architetto Bohigas. E l'uomo di Carletti
all'Urbanistica, assessore Api, ha precisato che «la società
proprietaria della aree nell'Apu 3 e sito ex Montedison, si
farà carico di sostenere le spese per le prestazioni
professionali di Bohigas e dello studio "Mbm". Naturale,
dunque, che Pollarini, manager della proprietà, sia stato
impaziente di incontrare Bohigas: «Nei giorni scorsi io e il
nostro consulente aziendale, ing. Magnini, siamo volati da
lui a Barcellona. Così da poter esaminerà i problemi,
documentarsi, acquisire gli studi già fatti sullo stato
della contaminazione, affrontare il nodo del capannone
vincolato dalla Soprintendenza come bene archeologico
industriale. Poi si vedrà. Questo protocollo è importante.
Per noi è un primo passo, impegnativo, molto coraggioso. Ma
abbiamo appena firmato. Di più ora non posso dire».
Impegnativo anche dal punto finanziario, non è vero? «Ad
agosto avevamo già presentato al Ministero il piano di
caratterizzazione del sito Montedison - spiega Magnini -
Roma lo dovrà giudicare e approvare. E' l'atto preliminare
per accedere ai finanziamenti previsti per il risanamento
dei siti industriali contaminati, e Falconara vi rientra".
Ma quel piano è solo un piccolo anticipo dello studio per la
vera bonifica. E c'è già l'autorevole consulenza del perito
giudiziario Biancani che spiega che lì non si dovrebbero
costruire alberghi o altri edifici, ma solo realizzare verde
pubblico e strutture leggere. Altrimenti c'è il rischio di
smuovere con le fondamenta i veleni in profondità. Lui
suggerisce quindi una bonifica superficiale, meno costosa,
più rapida, fattibile e sicura. «Ho letto la perizia
Biancani, in linea di principio mi sembra buona - dice
Magnini - Ma anche noi non partiamo da zero, abbiamo i
nostri studi». Già, quelli bocciati da Arpam e Biancani.
Anche perché partoriti dalle vecchie proprietà "inquisite"
per il mezzo disastro ambientale. La "Agricola Poggio" li ha
ereditati da "Enichem Agricoltura" e "Agricola '92" - a
quest'ultima è subentrata attraverso una strategica
operazione di "lifting" societario ("Ma è stato fatto tutto
secondo le regole, e le noie processuali non ci riguardano",
assicura Pollarini) - assieme a quello scatolone di sabbia a
rischio pieno di punti interrogativi.
|
Guerra al degrado Fiumesino quartiere sotto tutela
FALCONARA - Prosegue l'attività di monitoraggio del
territorio di Fiumesino ad opera dell'Ufficio ambiente in
sinergia col Cam. La tutela, il controllo, la manutenzione
dell'area comporta tuttavia alcune difficoltà, dovute alla
facilità di accesso della zona che si presta a essere
utilizzata come discarica. Non basta intervenire, ma bisogna
mantenere e prevenire. In tal senso, l'ufficio Ambiente ha
in progetto la recinzione delle zone più sensibili al
problema per impedirne la libera fruizione, come già
avvenuto con il posizionamento dei cancelli posto lungo il
fiume. Inoltre, saranno intensificati i controlli dei vigili
ambientali che pattugliano il territorio. Fra le
segnalazioni giunte all'Ufficio ambiente e portate a buon
fine, l'intervento di via Fiumesino 42, dove un fabbricato
invaso da vegetazione è stato completamente liberato e
ripulito. La manutenzione del sottopasso pedonale della
caserma Saracini, nel quale è stato posizionato un corrimano
e risolto il problema delle infiltrazioni, la bonifica
dell'area di proprietà del Caf, che presentava uno specchio
acquitrinoso, ricettacolo e fonte di ogni genere di insetti.
Una comunicazione dell'Ufficio ambiente ha posto fine al
disagio provocato dai residenti dal rifornimento delle
autobotti a motori accesi. Poi interventi a Rocca Mare e via
Castellaraccia.
Scalo merci all'Interporto Ok della Cgia
Da Falconara a Jesi
Confartigianato Trasporti Marche giudica positivamente la
sinergia realizzatasi tra le ferrovie Rfi e la società
Interporto Marche, "che all'unisono sono impegnate nella
realizzazione della più importante infrastruttura
dell'Italia centrale adriatica. La decisione di spostare lo
scalo merci da Falconara a Jesi in adiacenza al costruendo
interporto", è scritto in una nota, "è una scelta molto
intelligente che permetterà all'intera infrastruttura di
divenire un centro trasportistico di rilevante interesse sia
per le Marche che per l'Italia centrale. Le sinergie tra
interporto e Rfi consentiranno di ottenere una struttura
funzionale efficiente e competitiva per quanto vorranno
utilizzare sia la modalità ferroviaria che i servizi che
saranno realizzati nel centro intermodale. L'interporto,
infatti non è solo una grande opportunità per sviluppare il
trasporto intermodale, togliendo dalla strada i trasporti a
lunga distanza per trasferirli su ferrovia e da qui anche
alla modalità marittima o aerea, ma è una grande occasione
per sviluppare la logistica e quindi ridurre la quantità di
automezzi che sono in circolazione attraverso una
riorganizzazione e razionalizzazione del trasporto merci".
Secondo Confartigianato Trasporti, dichiarano il presidente
Beccaceci Carmine, quindi la realizzazione dell'interporto,
prevista nella sostanza per il 2005 "è una occasione di
sviluppo anche per il sistema produttivo marchigiano ed
umbro che con oltre 30.000 imprese potrà collocare i propri
prodotti sui mercati esteri a costi più competitivi. Ma non
solo il sistema produttivo trarrà benefici anche il settore
dell'autotrasporto e della logistica sempre marchigiano ed
umbro con le oltre 10.000 imprese e 25.000 addetti, potrà
sviluppare i propri servizi e divenire ancora più importante
facendo sinergia con i trasporti ferroviari, marittimi e
aerei...".
|