RASSEGNA STAMPA 16.10.2003

 

MESSAGGERO
Api, operaio ustionato da acqua bollente

Giornata nera alla raffineria, anche uno sversamento di petrolio in mare

Travolto da un getto di acqua bollente alla Raffineria Api, operaio versa in gravi condizioni all'ospedale di Torrette. Ha riportato ustioni anche di terzo grado, quindi molto serie, Fernando Altana, 47 anni, originario di Porto Torres, ma domiciliato ad Ancona, tecnico di una delle ditte esterne che stanno effettuando dei lavori all'impianto di cogenerazione elettrica (Igcc), la Paresa Spa di Cesena. Il vapore bollente lo ha colpito alla schiena, ai glutei e alle cosce. Manichette della monoboa dell'Api difettose, sversamento di prodotto da raffinare in mare. L'episodio, avvenuto nella tarda serata di martedì ha provocato una macchia di una ventina di metri che nella prima mattinata di ieri è stata prosciugata dal rimorchiatore Castalia “Città di Ravenna”.

Incidente all’Api, operaio grave

Fernando Altana ha riportato ustioni di terzo grado a schiena e glutei

di PIERFRANCESCO CURZI

FALCONARA - Travolto da un getto di acqua bollente alla Raffineria Api, operaio versa in gravi condizioni all'ospedale di Torrette. Ha riportato ustioni anche di terzo grado, quindi molto serie, Fernando Altana, 47 anni, originario di Porto Torres, ma domiciliato ad Ancona, tecnico di una delle ditte esterne che stanno effettuando dei lavori all'impianto di cogenerazione elettrica (Igcc), la Paresa Spa di Cesena. Il vapore bollente lo ha colpito alla schiena, ai glutei e alle cosce. Solo il caso ha voluto che l'improvviso getto lo abbia colpito alle spalle consentendogli così di mantenere la lucidità necessaria per allontanarsi dal bocchettone. Fosse stato colpito frontalmente e soprattutto fosse caduto a terra sarebbe con ogni probabilità stato sommerso dal flusso di acqua bollente. A quel punto avrebbe anche potuto rischiare la vita. Oltre alla gravità del quadro clinico ci sono altre beffe: «Dal momento dell'infortunio - ha raccontato il protagonista dell'amara vicenda - sono passate quasi tre ore e da allora nessun rappresentante della raffineria si è fatto vivo. Penso addirittura che nessuno abbia avvertito mia moglie, non vorrei farla stare in pensiero, soprattutto dopo che venerdì mio figlio è partito alla volta dell'Iraq visto che fa parte della forza di pace italiana». L'incidente avvenuto ieri riporta alla ribalta la questione della sicurezza dei lavoratori all'intero della raffineria. Le parole di Fernando Altana pesano come macigni: «Ci fanno lavorare duro - tuona l'operaio sardo - anche dieci ore al giorno per rispettare i tempi richiesti dai vertici della raffineria. Operiamo troppo sotto pressione per far sì che le scadenze vengano rispettate. Visto ciò che è accaduto qualcuno dovrà pagare per quello che mi è successo. Non sono uno sprovveduto, in 29 anni di attività nel settore non mi era mai capitato un infortunio, soprattutto così grave». L'infortunio sul lavoro si è verificato ieri pomeriggio attorno alle 15.45. A dare l'allarme al 118 è stato il medico della raffineria e l'intervento dei sanitari è stato velocissimo. Dopo le prime cure sul posto e quindi al pronto soccorso, Fernando Altana è stato appoggiato nel reparto di urologia visto che ieri non c'erano letti disponibili in dermatologia. A travolgerlo è stato un getto d'acqua ad una temperatura elevatissima. Oppresso dai dolori per le ustioni, in lacrime per lo stato emozionale, il tecnico sardo riesce comunque a ricordare alla perfezione ogni particolare: «Mi trovavo sopra un ponteggio a circa due metri da terra - racconta Altana - e stavo sostituendo dei tubi dove viene convogliato il vapore. In particolare, grazie ad un flessibile (una specie di frullino, ndr ) stavo tagliando dei tubi. Dietro di me ce n'era uno tagliato due settimane fa e che quindi doveva essere legato, piombato e segnalato. Non so se le manopole fossero azionate manualmente o attraverso la sala di controllo, sta di fatto che a quell'impianto ci mette mano solo personale Api. Qualcuno deve aver convogliato l'acqua bollente in quel tubo per errore. D'istinto ho lanciato via il flessibile, ho sganciato la cintura di sicurezza e mi sono lanciato fuori dal ponteggio, poi alcuni miei colleghi mi hanno aiutato a togliermi di dosso i pantaloni e la tuta da lavoro. Qualcuno mi ha caricato sul pulmino della ditta e mi ha condotto in portineria dove nel giro di pochi minuti sono arrivati i sanitari del 118 che mi hanno trasferito qui in ospedale».

SVERSAMENTO IN MARE «E’ il quarto in sei mesi»

FALCONARA - Manichette della monoboa dell'Api difettose, sversamrento di prodotto da raffinare in mare. L'episodio, avvenuto nella tarda serata di martedì ha provocato una macchia di una ventina di metri che nella prima mattinata di ieri è stata prosciugata dal rimorchiatore Castalia “Città di Ravenna”. La perdita è stata provocata dallo sfrangiamento di una delle manichette che ieri avrebbero dovuto essere sottoposte a controlli accurati. Le cattive condizioni del mare hanno rinviato la procedura. Sempre nella giornata di ieri una chiazza iridescente è comparsa all'ingresso del porto di Ancona, ma secondo i responsabili non sarebbe frutto dello sversamento notturno. Saranno ora le analisi dell'Arpam a chiarire le cose. Critico il Comune di Falconara: «L'entità dell'incidente - si legge in una nota a firma dell'assessore all'ambiente Giancarlo Scortichini - non è particolarmente rilevante, ma occorre precisare che quello in analisi è il quarto sversamento nel giro di sei mesi». L'assessore regionale all'ambiente, Marco Amagliani, chiede di verificare procedure e gestione degli impianti e rincara la dose: «L'intervento di soccorso dei mezzi e degli uomini della sicurezza dell'Api è sempre stato tempestivo, ma la frequenza di tali accadimenti è per noi motivo di forte preoccupazione».

 
RESTO DEL CARLINO
Raffineria, operaio resta ustionato

Giornata nera, ieri, per la raffineria Api. Oltre allo sversamento di greggio in mare, l'impianto ha dovuto fare i conti nel pomeriggio con un infortunio sul lavoro. Attorno alle 16, un operaio della «Paresa», una delle ditte appaltatrici impegnate nella centrale Igcc all'interno dell'Api, mentre stava eseguendo un lavoro di manutenzione è stato investito da un getto di acqua bollente alla schiena. Immediatamente soccorso, l'uomo è stato accompagnato all'ospedale di Torrette. I medici del pronto soccorso gli hanno diagnosticato ustioni guaribili in 20 giorni.

Altro sversamento di greggio in mare

FALCONARA – «Se si può parlare di sversamento, la quantità di greggio finita in mare è comunque irrisoria, probabilmente inferiore ai 5 litri». Rassicuranti le parole del Comandante in seconda Mastroianni della Capitaneria di Porto di Ancona, allertata martedì sera dagli operatori Api di stanza alla monoboa 8 miglia, dove attraccano le petroliere. Poco prima delle 23 il personale di raffineria, insospettito da un forte odore di greggio, aveva infatti sospeso le operazioni di scarico dalla “Luky Lady” per presunto trafilamento di petrolio da 2 manichette di congiunzione galleggianti. L'Arpam fa sapere che ieri non è stato possibile stabilire se vi sia stato effettivamente un guasto, dato che il mare mosso ha impedito di raggiungere la monoboa. Le manichette verranno quindi prelevate questa mattina e sequestrate dalla Capitaneria. L'esame sui condotti permetterà di stabilire se ci sia stato, ed a quanto ammonta, lo sversamento. Le ricognizioni lungo la costa, effettuate dalla Grecale dell'Api e dalle motovedette della Capitaneria, non hanno comunque rilevato la presenza di macchie iridescenti. Ieri mattina si era pensato ad un collegamento tra l'evento ed una chiazza oleosa individuata all'interno del porto di Ancona, ma la direzione delle correnti ha portato poi ad escludere ogni connessione. Preoccupati dalla frequenza degli episodi il Comune di Falconara e l'assessore regionale Amagliani, che ha chiesto ad azienda ed autorità competenti una dettagliata relazione su quanto accaduto e sulle eventuali conseguenze in termini di inquinamento.

 
CORRIERE ADRIATICO
Operaio ustionato in raffineria

Investito da un getto d'acqua bollente. Guarirà in tre settimane

di C.C.

FALCONARA - Gli è caduto addosso un getto d'acqua bollente che gli ha ustionato la zona lombare mentre stava lavorando dentro la raffineria Api. Un operaio di una ditta appaltatrice, Fernando Altana, 47 anni, di origine sarda si trova ora ricoverato nel reparto di dermatologia dell'ospedale regionale di Torrette. L'incidente è accaduto verso le 16. L'operaio stava svolgendo degli interventi di manutenzione quando da un tubo rotto che si trovava sopra di lui è caduto un getto d'acqua incandescente. L'uomo ha riportato ustioni di secondo grado sulle natiche, sulle cosce e in generale sulla zona lombare. Trasportato al pronto soccorso di Torrette i medici gli hanno dato tre settimane di prognosi.

Chiazze d'olio in mare Analisi dell'Arpam

Mini-sversamenti all'Api e in porto

L'altra notte c'è stato un mini-sversamento di greggio dalle manichette della monoboa della Raffineria Api di Falconara utilizzate per collegare le navi alla piattaforma. E sulle prime s'era pensato che c'entrasse quel piccolo incidente anche con la macchia di idrocarburi larga di 20 metri avvistata ieri mattina da una motovedetta dalla Capitaneria di porto all'imboccatura dello scalo dorico e prosciugata dal rimorchiatore Castalia Città di Ravenna. Ad allertare la Guardia costiera era stata la stessa Api. Ma in un secondo momento la Guardia costiera ha reso noto che la chiazza iridescente comparsa all'ingresso del porto non dovrebbe essere collegata con l'inconveniente alle manichette dell'Api, sia per il gioco delle correnti marine sia per la distanza dalla boa. Le analisi dell'Arpam stabiliranno con certezza la natura del materiale sversato. Lo sversamento in raffineria dovrebbe essere stato causato da uno sfrangiamento o una fessurazione delle manichette, che ora verranno messe sotto pressione ed esaminate dai tecnici della Guardia costiera alla ricerca del guasto. Una motovedetta ha affiancato per tutta la notte la nave Grecale del servizio antinquinamento dell'Api. Il Comune di Falconara ha chiesto spiegazioni all'azienda. L'attività della monoboa è ferma, in attesa che l'azienda sostituisca i macchinari. Sull'episodio è intervenuto l'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani per sottolineare le sue preoccupazioni sulla tutela del mare nell'area di attività della raffineria e chiedere precise verifiche e una dettagliata relazione. "Negli ultimi tre mesi - scrive - mi sono giunte almeno tre diverse segnalazioni relative a inconvenienti nel corso di operazioni di carico e scarico di prodotti petroliferi". Pur dando atto che l'azienda è intervenuta tempestivamente e gli sversamenti sono stati di dimensioni contenute, Amagliani ritiene opportuno "testare e verificare le generali condizioni di gestione in sicurezza degli impianti di raffineria". L'azienda si riserva di replicare oggi, una volta fatte le opportune verifiche, perché dai primi accertamenti interni non sembrerebbe del tutto scontato che ci sia stato un vero e proprio sversamento di idrocarburi in mare.

L'ex Montedison in mano a Bohigas

Una delegazione di amministratori di Montemarciano e Falconara in questi giorni è a Barcellona per incontrare il noto professionista L'obiettivo dei fondi che la Regione ha destinato alle aree da riqualificare

Il famoso architetto spagnolo progetterà il recupero dell'intera area

di VINCENZO OLIVERI

La matita di Oriol Bohigas, l'architetto spagnolo noto nel mondo per i suoi progetti di riqualificazione urbanistica, specialmente in caso di complessi industriali non più attivi, toccherà anche Montemarciano. E' uno degli obiettivi del protocollo d'intesa firmato tra il sindaco Gerardo Cingolani e il suo collega di Falconara, Giancarlo Carletti per il recupero e lo sviluppo dell'area dell'ex Montedison. Per questa ragione una delegazioni di amministratori dei due Comuni si trova in Spagna, a Barcellona per mettere a punto insieme a Bohigas le prime tappe della collaborazione. Un passo importante, che fa riferimento a una data di rilievo qual è quella del 6 aprile 2004, quando scadrà il termine fissato dalla Regione Marche per la presentazione di progetti di riqualificazione urbana. Il finanziamento complessivo è stato fissato in poco più di 23 milioni di euro e ciascun Comune potrà ottenere al massimo 5 milioni. Cifra che in molti casi non è sufficiente a portare a termine gli interventi, ma che è utile per affrontare le prime tappe dei singoli progetti. Per Montemarciano e Falconara, il protocollo sottoscritto dai sindaci parte dalla necessità di pianificare insieme le iniziative per quelle porzioni di territorio a confine tra i due Comuni. In questo caso la riqualificazione dell'area, ritenuta strategica per lo sviluppo. dello stabilimento ex Montedison, che a Montemarciano coinvolge direttamente la frazione di Marina. Pur se ancora in una fase preliminare, la riqualificazione dell'area punta principalmente sull'ambiente e sui servizi. Non sono lontane, ad esempio, le iniziative anche di carattere giudiziario relative proprio alle condizioni ambientale dell'ex stabilimento, dove c'è una forte presenza nel terreno di sostanze provenienti dalle lavorazioni dei concimi chimici che qui venivano prodotti. Tra gli altri obiettivi della riqualificazione, anche gli interventi per la sistemazione urbanistica delle aree intorno alla stazione ferroviaria di Marina e per il recupero dell'edificio del Mandracchio, che da tempo il Comune intende restituire ad un uso pubblico. Questi e altri punti costituiscono gli argomenti che la delegazione dei due Comuni, di cui per Montemarciano fa parte l'assessore all'urbanistica Maria Alessandra Marincioni, affronterà in questi giorni con Ortiol Bohigas. Una "firma" più che nota da queste parti, visto che a lui è stato affidato, tra gli altri, il nuovo Piano regolatore di Falconara e lo studio per il recupero della Sacelit-Italcementi di Senigallia.

 
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