MESSAGGERO |
Api, operaio ustionato da
acqua bollente
Giornata nera alla
raffineria, anche uno sversamento di petrolio in mare
Travolto da un getto di acqua
bollente alla Raffineria Api, operaio versa in gravi
condizioni all'ospedale di Torrette. Ha riportato ustioni
anche di terzo grado, quindi molto serie, Fernando Altana,
47 anni, originario di Porto Torres, ma domiciliato ad
Ancona, tecnico di una delle ditte esterne che stanno
effettuando dei lavori all'impianto di cogenerazione
elettrica (Igcc), la Paresa Spa di Cesena. Il vapore
bollente lo ha colpito alla schiena, ai glutei e alle cosce.
Manichette della monoboa dell'Api difettose, sversamento di
prodotto da raffinare in mare. L'episodio, avvenuto nella
tarda serata di martedì ha provocato una macchia di una
ventina di metri che nella prima mattinata di ieri è stata
prosciugata dal rimorchiatore Castalia “Città di Ravenna”.
Incidente all’Api, operaio
grave
Fernando Altana ha riportato
ustioni di terzo grado a schiena e glutei
di PIERFRANCESCO CURZI
FALCONARA - Travolto da un
getto di acqua bollente alla Raffineria Api, operaio versa
in gravi condizioni all'ospedale di Torrette. Ha riportato
ustioni anche di terzo grado, quindi molto serie, Fernando
Altana, 47 anni, originario di Porto Torres, ma domiciliato
ad Ancona, tecnico di una delle ditte esterne che stanno
effettuando dei lavori all'impianto di cogenerazione
elettrica (Igcc), la Paresa Spa di Cesena. Il vapore
bollente lo ha colpito alla schiena, ai glutei e alle cosce.
Solo il caso ha voluto che l'improvviso getto lo abbia
colpito alle spalle consentendogli così di mantenere la
lucidità necessaria per allontanarsi dal bocchettone. Fosse
stato colpito frontalmente e soprattutto fosse caduto a
terra sarebbe con ogni probabilità stato sommerso dal flusso
di acqua bollente. A quel punto avrebbe anche potuto
rischiare la vita. Oltre alla gravità del quadro clinico ci
sono altre beffe: «Dal momento dell'infortunio - ha
raccontato il protagonista dell'amara vicenda - sono passate
quasi tre ore e da allora nessun rappresentante della
raffineria si è fatto vivo. Penso addirittura che nessuno
abbia avvertito mia moglie, non vorrei farla stare in
pensiero, soprattutto dopo che venerdì mio figlio è partito
alla volta dell'Iraq visto che fa parte della forza di pace
italiana». L'incidente avvenuto ieri riporta alla ribalta la
questione della sicurezza dei lavoratori all'intero della
raffineria. Le parole di Fernando Altana pesano come
macigni: «Ci fanno lavorare duro - tuona l'operaio sardo -
anche dieci ore al giorno per rispettare i tempi richiesti
dai vertici della raffineria. Operiamo troppo sotto
pressione per far sì che le scadenze vengano rispettate.
Visto ciò che è accaduto qualcuno dovrà pagare per quello
che mi è successo. Non sono uno sprovveduto, in 29 anni di
attività nel settore non mi era mai capitato un infortunio,
soprattutto così grave». L'infortunio sul lavoro si è
verificato ieri pomeriggio attorno alle 15.45. A dare
l'allarme al 118 è stato il medico della raffineria e
l'intervento dei sanitari è stato velocissimo. Dopo le prime
cure sul posto e quindi al pronto soccorso, Fernando Altana
è stato appoggiato nel reparto di urologia visto che ieri
non c'erano letti disponibili in dermatologia. A travolgerlo
è stato un getto d'acqua ad una temperatura elevatissima.
Oppresso dai dolori per le ustioni, in lacrime per lo stato
emozionale, il tecnico sardo riesce comunque a ricordare
alla perfezione ogni particolare: «Mi trovavo sopra un
ponteggio a circa due metri da terra - racconta Altana - e
stavo sostituendo dei tubi dove viene convogliato il vapore.
In particolare, grazie ad un flessibile (una specie di
frullino, ndr ) stavo tagliando dei tubi. Dietro di me ce
n'era uno tagliato due settimane fa e che quindi doveva
essere legato, piombato e segnalato. Non so se le manopole
fossero azionate manualmente o attraverso la sala di
controllo, sta di fatto che a quell'impianto ci mette mano
solo personale Api. Qualcuno deve aver convogliato l'acqua
bollente in quel tubo per errore. D'istinto ho lanciato via
il flessibile, ho sganciato la cintura di sicurezza e mi
sono lanciato fuori dal ponteggio, poi alcuni miei colleghi
mi hanno aiutato a togliermi di dosso i pantaloni e la tuta
da lavoro. Qualcuno mi ha caricato sul pulmino della ditta e
mi ha condotto in portineria dove nel giro di pochi minuti
sono arrivati i sanitari del 118 che mi hanno trasferito qui
in ospedale».
SVERSAMENTO IN MARE «E’ il
quarto in sei mesi»
FALCONARA - Manichette della
monoboa dell'Api difettose, sversamrento di prodotto da
raffinare in mare. L'episodio, avvenuto nella tarda serata
di martedì ha provocato una macchia di una ventina di metri
che nella prima mattinata di ieri è stata prosciugata dal
rimorchiatore Castalia “Città di Ravenna”. La perdita è
stata provocata dallo sfrangiamento di una delle manichette
che ieri avrebbero dovuto essere sottoposte a controlli
accurati. Le cattive condizioni del mare hanno rinviato la
procedura. Sempre nella giornata di ieri una chiazza
iridescente è comparsa all'ingresso del porto di Ancona, ma
secondo i responsabili non sarebbe frutto dello sversamento
notturno. Saranno ora le analisi dell'Arpam a chiarire le
cose. Critico il Comune di Falconara: «L'entità
dell'incidente - si legge in una nota a firma dell'assessore
all'ambiente Giancarlo Scortichini - non è particolarmente
rilevante, ma occorre precisare che quello in analisi è il
quarto sversamento nel giro di sei mesi». L'assessore
regionale all'ambiente, Marco Amagliani, chiede di
verificare procedure e gestione degli impianti e rincara la
dose: «L'intervento di soccorso dei mezzi e degli uomini
della sicurezza dell'Api è sempre stato tempestivo, ma la
frequenza di tali accadimenti è per noi motivo di forte
preoccupazione».
|
|
RESTO DEL CARLINO |
Raffineria, operaio resta
ustionato
Giornata nera, ieri, per la
raffineria Api. Oltre allo sversamento di greggio in mare,
l'impianto ha dovuto fare i conti nel pomeriggio con un
infortunio sul lavoro. Attorno alle 16, un operaio della «Paresa»,
una delle ditte appaltatrici impegnate nella centrale Igcc
all'interno dell'Api, mentre stava eseguendo un lavoro di
manutenzione è stato investito da un getto di acqua bollente
alla schiena. Immediatamente soccorso, l'uomo è stato
accompagnato all'ospedale di Torrette. I medici del pronto
soccorso gli hanno diagnosticato ustioni guaribili in 20
giorni.
Altro sversamento di
greggio in mare
FALCONARA – «Se si può
parlare di sversamento, la quantità di greggio finita in
mare è comunque irrisoria, probabilmente inferiore ai 5
litri». Rassicuranti le parole del Comandante in seconda
Mastroianni della Capitaneria di Porto di Ancona, allertata
martedì sera dagli operatori Api di stanza alla monoboa 8
miglia, dove attraccano le petroliere. Poco prima delle 23
il personale di raffineria, insospettito da un forte odore
di greggio, aveva infatti sospeso le operazioni di scarico
dalla “Luky Lady” per presunto trafilamento di petrolio da 2
manichette di congiunzione galleggianti. L'Arpam fa sapere
che ieri non è stato possibile stabilire se vi sia stato
effettivamente un guasto, dato che il mare mosso ha impedito
di raggiungere la monoboa. Le manichette verranno quindi
prelevate questa mattina e sequestrate dalla Capitaneria.
L'esame sui condotti permetterà di stabilire se ci sia
stato, ed a quanto ammonta, lo sversamento. Le ricognizioni
lungo la costa, effettuate dalla Grecale dell'Api e dalle
motovedette della Capitaneria, non hanno comunque rilevato
la presenza di macchie iridescenti. Ieri mattina si era
pensato ad un collegamento tra l'evento ed una chiazza
oleosa individuata all'interno del porto di Ancona, ma la
direzione delle correnti ha portato poi ad escludere ogni
connessione. Preoccupati dalla frequenza degli episodi il
Comune di Falconara e l'assessore regionale Amagliani, che
ha chiesto ad azienda ed autorità competenti una dettagliata
relazione su quanto accaduto e sulle eventuali conseguenze
in termini di inquinamento.
|
|
CORRIERE ADRIATICO |
Operaio ustionato in
raffineria
Investito da un getto d'acqua
bollente. Guarirà in tre settimane
di C.C.
FALCONARA - Gli è caduto
addosso un getto d'acqua bollente che gli ha ustionato la
zona lombare mentre stava lavorando dentro la raffineria
Api. Un operaio di una ditta appaltatrice, Fernando Altana,
47 anni, di origine sarda si trova ora ricoverato nel
reparto di dermatologia dell'ospedale regionale di Torrette.
L'incidente è accaduto verso le 16. L'operaio stava
svolgendo degli interventi di manutenzione quando da un tubo
rotto che si trovava sopra di lui è caduto un getto d'acqua
incandescente. L'uomo ha riportato ustioni di secondo grado
sulle natiche, sulle cosce e in generale sulla zona lombare.
Trasportato al pronto soccorso di Torrette i medici gli
hanno dato tre settimane di prognosi.
Chiazze d'olio in mare
Analisi dell'Arpam
Mini-sversamenti all'Api e in
porto
L'altra notte c'è stato un
mini-sversamento di greggio dalle manichette della monoboa
della Raffineria Api di Falconara utilizzate per collegare
le navi alla piattaforma. E sulle prime s'era pensato che
c'entrasse quel piccolo incidente anche con la macchia di
idrocarburi larga di 20 metri avvistata ieri mattina da una
motovedetta dalla Capitaneria di porto all'imboccatura dello
scalo dorico e prosciugata dal rimorchiatore Castalia Città
di Ravenna. Ad allertare la Guardia costiera era stata la
stessa Api. Ma in un secondo momento la Guardia costiera ha
reso noto che la chiazza iridescente comparsa all'ingresso
del porto non dovrebbe essere collegata con l'inconveniente
alle manichette dell'Api, sia per il gioco delle correnti
marine sia per la distanza dalla boa. Le analisi dell'Arpam
stabiliranno con certezza la natura del materiale sversato.
Lo sversamento in raffineria dovrebbe essere stato causato
da uno sfrangiamento o una fessurazione delle manichette,
che ora verranno messe sotto pressione ed esaminate dai
tecnici della Guardia costiera alla ricerca del guasto. Una
motovedetta ha affiancato per tutta la notte la nave Grecale
del servizio antinquinamento dell'Api. Il Comune di
Falconara ha chiesto spiegazioni all'azienda. L'attività
della monoboa è ferma, in attesa che l'azienda sostituisca i
macchinari. Sull'episodio è intervenuto l'assessore
regionale all'Ambiente Marco Amagliani per sottolineare le
sue preoccupazioni sulla tutela del mare nell'area di
attività della raffineria e chiedere precise verifiche e una
dettagliata relazione. "Negli ultimi tre mesi - scrive - mi
sono giunte almeno tre diverse segnalazioni relative a
inconvenienti nel corso di operazioni di carico e scarico di
prodotti petroliferi". Pur dando atto che l'azienda è
intervenuta tempestivamente e gli sversamenti sono stati di
dimensioni contenute, Amagliani ritiene opportuno "testare e
verificare le generali condizioni di gestione in sicurezza
degli impianti di raffineria". L'azienda si riserva di
replicare oggi, una volta fatte le opportune verifiche,
perché dai primi accertamenti interni non sembrerebbe del
tutto scontato che ci sia stato un vero e proprio
sversamento di idrocarburi in mare.
L'ex Montedison in mano a
Bohigas
Una delegazione di
amministratori di Montemarciano e Falconara in questi giorni
è a Barcellona per incontrare il noto professionista
L'obiettivo dei fondi che la Regione ha destinato alle aree
da riqualificare
Il famoso architetto spagnolo
progetterà il recupero dell'intera area
di VINCENZO OLIVERI
La matita di Oriol Bohigas,
l'architetto spagnolo noto nel mondo per i suoi progetti di
riqualificazione urbanistica, specialmente in caso di
complessi industriali non più attivi, toccherà anche
Montemarciano. E' uno degli obiettivi del protocollo
d'intesa firmato tra il sindaco Gerardo Cingolani e il suo
collega di Falconara, Giancarlo Carletti per il recupero e
lo sviluppo dell'area dell'ex Montedison. Per questa ragione
una delegazioni di amministratori dei due Comuni si trova in
Spagna, a Barcellona per mettere a punto insieme a Bohigas
le prime tappe della collaborazione. Un passo importante,
che fa riferimento a una data di rilievo qual è quella del 6
aprile 2004, quando scadrà il termine fissato dalla Regione
Marche per la presentazione di progetti di riqualificazione
urbana. Il finanziamento complessivo è stato fissato in poco
più di 23 milioni di euro e ciascun Comune potrà ottenere al
massimo 5 milioni. Cifra che in molti casi non è sufficiente
a portare a termine gli interventi, ma che è utile per
affrontare le prime tappe dei singoli progetti. Per
Montemarciano e Falconara, il protocollo sottoscritto dai
sindaci parte dalla necessità di pianificare insieme le
iniziative per quelle porzioni di territorio a confine tra i
due Comuni. In questo caso la riqualificazione dell'area,
ritenuta strategica per lo sviluppo. dello stabilimento ex
Montedison, che a Montemarciano coinvolge direttamente la
frazione di Marina. Pur se ancora in una fase preliminare,
la riqualificazione dell'area punta principalmente
sull'ambiente e sui servizi. Non sono lontane, ad esempio,
le iniziative anche di carattere giudiziario relative
proprio alle condizioni ambientale dell'ex stabilimento,
dove c'è una forte presenza nel terreno di sostanze
provenienti dalle lavorazioni dei concimi chimici che qui
venivano prodotti. Tra gli altri obiettivi della
riqualificazione, anche gli interventi per la sistemazione
urbanistica delle aree intorno alla stazione ferroviaria di
Marina e per il recupero dell'edificio del Mandracchio, che
da tempo il Comune intende restituire ad un uso pubblico.
Questi e altri punti costituiscono gli argomenti che la
delegazione dei due Comuni, di cui per Montemarciano fa
parte l'assessore all'urbanistica Maria Alessandra
Marincioni, affronterà in questi giorni con Ortiol Bohigas.
Una "firma" più che nota da queste parti, visto che a lui è
stato affidato, tra gli altri, il nuovo Piano regolatore di
Falconara e lo studio per il recupero della
Sacelit-Italcementi di Senigallia. |
|
|