MESSAGGERO |
Divampa la polemica, fra
lettere e inserzioni. Lo “sconcerto” infinito del prof.
Carletti
FALCONARA - E’ quasi un
ideale botta e risposta quello fra il presidente dell’Api,
Brachetti Peretti, e il sindaco di Falconara Carletti.
Questo rilancia il no alla raffineria, l’altro risponde con
una pubblicità sui quotidiani. Poi ieri la bordata
all’indirizzo del primo cittadino che a sua volta scrive una
lettera in virtuale quanto perfetta sincronia. E così,
dunque, scrive il professor Giancarlo Carletti. «Rimango
sconcertato di fronte all’affermazione della società Api
secondo la quale “non è vero che la Regione Marche ha
rinnovato la concessione alla Raffineria Api sulla base di
un presupposto di necessità energetica”. Ciò è in contrasto
sia con quanto stabilito dal decreto concessorio alla
lettera B n°2, ove si prevede l’utilizzazione dei prodotti
derivanti dal ciclo di raffinazione per l’impianto di
massificazione e la relativa centrale termoelettrica Igcc,
alla lett.B n°20 che regolamenta le quantità, le misure e i
limiti delle emissioni in relazione all’approvazione del Via
Igcc, sia con quanto indicato nel documento istruttorio,
richiamato dal decreto concessorio, ove viene descritto
l’impianto Igcc che viene mosso dalla “gassificazione
esclusivamente degli idrocarburi pesanti provenienti dal
ciclo di lavorazione di raffineria” ed evidenziando la
necessità “del contributo energetico della Raffineria
nell’attuale contesto”. Eguale sconcerto mi colpisce quando
la Società rappresenta che l’impianto Igcc produce un gas,
il cui inquinamento è pari a quello del gas metano. Sfugge
all’Api l’aspetto fondamentale della questione: per produrre
il gas con l’impianto Igcc, la stessa ha necessità della
raffinazione del petrolio da cui trae il tar per il gas con
tutte le conseguenze fortemente inquinanti che la
raffinazione determina nel suolo, sottosuolo, aria e quant’altro,
oltre il rischio di crisi ambientale. Questa è la differenza
fondamentale sulla sussistenza o meno dell’inquinamento: se
si usa il gas metano per alimentare la centrale di
produzione di energia elettrica, non c’è bisogno della
raffinazione del petrolio, se , al contrario, come avviene
nel caso concreto, si usa la morchia residua (tar) del
processo di raffinazione del petrolio per ottenere il gas di
alimentazione della centrale, non può che sussistere
l’intera struttura di raffinazione con tutti i pericoli di
inquinamento che la stessa determina. Da qui l’invocazione
appassionata alla Regione Marche perché rifletta a fondo
sulla circostanza che l’energia elettrica si può ottenere
con il metano senza rischi ambientali dovuti alla
raffinazione del petrolio e, in conseguenza, sappia rivedere
le sue decisioni assunte in dispregio delle esigenze
ambientali del Comune di Falconara Marittima. Sull’argomento
ancora assai spinoso interviene anche Giancarlo Scortichini,
assessore all’ambiente del Comune di Falconara nonché
segretario Ds. «Api Raffineria - dice Scortichini - con un
avviso pubblicato senza badare a spese su tutti i giornali
locali, ha risposto ad una lettera del sindaco di Falconara
pubblicata domenica 5 ottobre. Lo spazio e le risorse
impiegate per questa risposta (mezza pagina), confermano
come Carletti abbia centrato con il suo intervento un tasto
sensibilissimo per l’azienda: dimostrare che il legame tra
la presenza della centrale Igcc e la raffineria non è né
necessario né indispensabile. Il sindaco ha evidenziato che
la produzione di energia può essere ottenuta, come avviene
per molte centrali, bruciando altri combustibili, come il
metano, al posto degli scarti di raffinazione (il tar) che,
quando tutto funziona, dovrebbero alimentare la centrale
Igcc attraverso il processo di gassificazione».
Api, Brachetti Peretti
apre le porte
Un giorno in raffineria.
L’azienda organizza domani una visita guidata agli impianti.
Ci sarà anche chi ha detto sì alla concessione
Il presidente invita città e
sindaco: «Carletti, per te il posto d’onore»
di LETIZIA LARICI
FALCONARA - L'Api apre le
porte ai cittadini. Domani, dalle 9.30 sino alle 17, sarà
possibile visitare la raffineria, per approfondire la
conoscenza di quella che rappresenta una realtà ormai
consolidata sul territorio. Questo il senso dell'iniziativa
denominata Apincontra , illustrata ieri mattina dal
presidente Aldo Brachetti Peretti. «Vogliamo che la gente
veda con i propri occhi - ha esordito il presidente - il
lavoro che centinaia di tecnici e operai svolgono ogni
giorno per produrre carburanti ed energia, il tutto nella
massima sicurezza e nel rispetto ambientale». Immancabile, a
questo punto, il riferimento alla tragedia in cui persero la
vita Mario Gandolfi ed Ettore Giulian. «Un dolore ancora
vivo - afferma Brachetti Peretti - ma la colpa non è
dell'azienda. Se così fosse stato la Regione non avrebbe
optato per il rinnovo della concessione, in base ad una
procedura avviata in precedenza dal Ministero
dell'industria. In quest'ottica, invitiamo i nostri
corregionali ad aderire numerosi per rendersi conto di
persona che la raffineria non è un mostro». L'incontro ha
costituito l'occasione per fare il punto della situazione.
Il ruolo della raffineria, la cooperazione con gli enti
locali e gli obiettivi futuri, tra gli argomenti affrontati
da Brachetti Peretti, che ne ha approfittato per fornire
spiegazioni sull'interruzione dell'attività della Turbogas
durante il black out che ha interessato l'intera nazione il
28 settembre scorso. «Per legge siamo obbligati a cedere
l'intera produzione di energia alla rete - commenta - per
cui una volta interrottasi la distribuzione anche noi siamo
rimasti senza energia». Non si ferma comunque di fronte a
questo inconveniente il lavoro della raffineria, come
sottolinea il presidente che, forte del rinnovo della
concessione e del contenuto del protocollo di intesa, punta
alla realizzazione di un polo energetico regionale che
garantisca autonomia energetica all'intero territorio.
«Oltre ad impegnarci per investire sugli impianti esistenti
- prosegue - in base agli accordi con la Regione, intendiamo
avviare un progetto di sviluppo che ci consenta di divenire
punto di raccordo nella distribuzione dell'energia da Pesaro
a San Benedetto. L'obiettivo è quello di colmare il deficit
di energia di cui soffre la regione, così da facilitare
l'attrazione di nuovi insediamenti produttivi sul
territorio. L'Api raffineria non è solo una grande azienda
che dà lavoro a migliaia di persone, ma rappresenta anche il
principale motore dell'economia marchigiana». Si tratta
naturalmente di un obiettivo a lungo termine, che richiede
investimenti, ricerca e impegno. In quest'ottica Brachetti
Peretti parla di apertura ai settori dell'energia
alternativa. «In particolare - dice - pensiamo all'energia
eolica, escludendo la possibilità di impiego della biomassa,
considerata la scarsità di legname nelle Marche. Nel
frattempo abbiamo già proceduto all'abbattimento drastico
delle emissioni inquinanti, grazie all'impiego della
tecnologia di gasificazione e generazione a ciclo combinato.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il rinnovo della
concessione. Certo gli impegni assunti sono molto onerosi
dal punto di vista finanziario, ma rappresentano esigenze
primarie che necessitano priorità assoluta. Ora chiediamo
l'apertura al dialogo da parte di tutti gli enti locali, per
concertare insieme la crescita economica del territorio». E
la posizione contraria del Comune di Falconara? Brachetti
Peretti non esita a biasimare il comportamento del sindaco
Giancarlo Carletti, definendo il suo atteggiamento
“vessatorio”. «Falconara deve tutto all'Api - tuona il
presidente - imprenditoria, sviluppo edilizio e posti di
lavoro. Non capisco come Carletti, che è stato anche un
nostro impiegato, non si curi dell'aspetto occupazionale. Il
ricorso al Tar contro il rinnovo della concessione è solo
uno spreco di denaro, che il Comune peraltro non si può
permettere. Mi auguro accetti il nostro invito ad Apincontra
. Noi gli abbiamo riservato il posto d'onore». Nell'attesa
di vedere se il primo cittadino deciderà di rompere il gelo,
un primo segnale di avvicinamento arriva da due scuole
cittadine, il “Cambi” e il “Serrani”, che hanno già aderito
all'iniziativa, insieme ad un nutrito gruppo di studenti
dell'Itis di Torrette. Quanto al programma della giornata,
il momento clou sarà rappresentato dall'incontro con le
istituzioni, fissato per le 11.30. Ci saranno anche
l'assessore regionale all'ambiente Marco Amagliani, il
presidente della Provincia Enzo Giancarli, Clemente
Napoletano dell'Api. |
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RESTO DEL CARLINO |
Il sindaco 'sconcertato'
FALCONARA — Se Brachetti
Peretti chiama, Carletti risponde. E così, mentre il
presidente di Api Spa presenta “Apincontra”, il primo
cittadino di Falconara prende carta e penna e ribatte
all'ultimo messaggio lanciato dalla dirigenza della
raffineria, apparso mercoledì sulla stampa locale. Il
sindaco «rimane sconcertato di fronte all'affermazione della
società Api secondo la quale “non è vero che la Regione
Marche ha rinnovato la concessione alla raffineria Api sulla
base di un presupposto di necessità energetica”». Secondo
Carletti ciò è in contrasto con quanto stabilito dal decreto
concessorio, dove è prevista l'utilizzazione dei prodotti
derivanti dal ciclo di raffinazione per l'impianto di
massificazione e la relativa centrale termoelettrica Igcc, e
dove vengono regolamentate le quantità, le misure ed i
limiti delle emissioni in relazione all'approvazione del Via
Igcc. Il sindaco sottolinea inoltre che nel documento
istruttorio (allegato al decreto concessorio) viene
descritto l'impianto Igcc mosso dalla “gassificazione
esclusivamente degli idrocarburi pesanti provenienti dal
ciclo di lavorazione di raffineria” ed evidenziando altresì
la necessità “del contributo energetico della raffineria
nell'attuale contesto”. Carletti, poi, non crede a quanto
affermato dalla società circa il grado di inquinamento del
gas prodotto dall'impianto Igcc, inquinamento che, secondo
l'Api, è pari a quello del gas metano. «Sfugge all'Api –
commenta il sindaco – l'aspetto fondamentale della
questione: per produrre il gas con l'impianto Igcc, la
stessa ha necessità della raffinazione del petrolio, con
tutte le conseguenze fortemente inquinanti che la
raffinazione determina, oltre il rischio di crisi
ambientale. Da qui l'invocazione appassionata alla Regione
perché rifletta a fondo: l'energia elettrica si può ottenere
con il metano senza rischi ambientali dovuti alla
raffinazione del petrolio».
«Porte aperte» alla
raffineria
Alessandra Pascucci
FALCONARA — Cos'è una
raffineria? Come operano gli addetti ai lavori? Quali sono
le misure adottate per ridurre l'impatto ambientale
garantendo la sicurezza? Per dare risposta a tanti
interrogativi è nata l'idea di «Apincontra», iniziativa
presentata ieri da Aldo Maria Brachetti Peretti, presidente
della Spa falconarese. Dalle 9,30 alle 17 di domani i
cancelli dello stabilimento rimarranno aperti a tutti i
cittadini che vogliono conoscere l'Api sul campo. Nel corso
della giornata si susseguiranno tre visite guidate (alle
9.30, alle 11 e alle 15), inaugurate dagli studenti dell'Itc
Serrani e del liceo Cambi di Falconara, oltre ad una
delegazione dell'Itis di Torrette. Alle 11.30 è previsto un
“momento istituzionale”, con interventi di Brachetti Peretti,
Marco Amagliani, assessore regionale all'Ambiente, Enzo
Giancarli, presidente della Provincia e Clemente Napolitano,
amministratore delegato dell'Api. L'iniziativa rientra in
una “strategia della trasparenza” che, assicura Brachetti
Peretti, non si esaurirà con l'incontro di domani. «Ci
saranno altre occasioni di dialogo – ha spiegato il
presidente – tanto con i singoli cittadini quanto con gli
enti locali. Il rinnovo della concessione è passato
attraverso una serie di paletti: la Regione, nostro
principale interlocutore, ha indicato le tappe da rispettare
e noi abbiamo accolto le prescrizioni, anche se molto
onerose, consapevoli che si tratta di questioni rilevanti.
Mai come oggi la raffineria è stata così trasparente ed il
merito è anche degli enti locali, Regione in testa». «La
raffineria – ha continuato Brachetti Peretti – non è un
mostro con gli unghioni; l'Api è la principale industria
delle Marche, con una missione strategica: quella di far
marciare l'economia del territorio. Contando su
un'esperienza di oltre cinquant'anni e sul lavoro di
migliaia di persone, ci proponiamo di diventare il punto di
riferimento di un polo energetico regionale. Nel medio-lungo
periodo intendiamo colmare il deficit di cui soffre la
regione e facilitare l'attrazione di nuovi insediamenti
produttivi. Quando, 8 anni fa, abbiamo avviato l'Igcc,
coprivamo il 40 per cento del fabbisogno marchigiano. Pur
aumentando la produzione, siamo ora scesi attorno al 30,
perché è cresciuta la domanda. L'autonomia energetica
regionale rientra quindi tra le nostre priorità, anche con
lo sviluppo di fonti alternative come l'eolica e le biomasse,
che già sfruttiamo in Sicilia, Calabria e Campania». Domani,
porte spalancate al sindaco: benché assente, Carletti è
stato più volte evocato nel corso della conferenza. «Gli ho
riservato un posto in tribuna d'onore – ha affermato
Brachetti Peretti –. La visita gli permetterebbe di
constatare che la società, ora leader in Europa nella
riduzione dell'impatto ambientale, è molto cambiata dai
tempi in cui vi lavorava insieme alla moglie». Il presidente
dell'Api non dispera di ricucire lo strappo con il Comune.
La proposta: unire
Falconara e Camerata
FALCONARA – Fondere due
Comuni per bilanciare la potenza economica di Jesi: è quanto
si propongono i sindaci di Falconara e Camerata Picena.
L'eventualità di un accorpamento, che rappresenterebbe il
primo caso italiano, emerge da un lungo incontro fra
Giancarlo Carletti e Massimo Tittarelli. I due primi
cittadini hanno studiato a fondo i problemi delle rispettive
amministrazioni: dall'esame sono scaturite proposte di
integrazione che possono accelerare progetti di sviluppo da
effettuare insieme. Una condivisione degli spazi produttivi
dove effettuare una programmazione più semplice e più
flessibile per zone appartenenti allo stesso bacino e
condizionate dalle stesse aree di viabilità. Unendosi,
Falconara Marittima e Camerata Picena possono costituire un
polo importantissimo per la bassa Vallesina, perché le
grandi risorse dell'area, insieme, darebbero impulso ad uno
sviluppo economico senza precedenti. Gli incontri tra
Carletti e Tittarelli proseguiranno: sarà necessario
considerare tutti gli aspetti di questa ipotesi, da valutare
con esperti e tecnici dei vari rami della cultura,
dell'urbanistica, del sociale e della politica. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Il presidente è certo
"Raffineria sicura"
Alla cerimonia è stato
invitato il sindaco Carletti "Speriamo che venga e che
voglia parlare" Investimenti per ambiente e dipendenti
FALCONARA - "Ho invitato
personalmente il sindaco Carletti all'incontro di sabato. Il
suo posto in tribuna ci sarà. Spero che venga e anche che
prenda la parola per esporre le sue ragioni". Aldo Brachetti
Peretti congela così le polemiche che lo oppongono alla
giunta comunale di Falconara guidata da Giancarlo Carletti.
Dissente dalle critiche e se ne lamenta ma invita senza
tentennamenti al dialogo, a quella "trasparenza" di cui
l'Api si è fatta promotrice con l'iniziativa "Apiincontra".
"Mi dispiace - ha detto Brachetti Peretti - che
l'atteggiamento vessatorio dell'amministrazione comunale
prosegua anche dopo il rinnovo della concessione. Il ricorso
al Tar contro il provvedimento è un'inutile spesa per il
bilancio della comunità falconarese. Non condivido questa
impostazione nè le affermazioni del sindaco sui rischi di
inquinamento dell'impianto Igcc che produce l'energia
elettrica". Nonostante questa differenza di vedute, che il
presidente dell'Api assicura non essere di carattere
politico ("io sono un imprenditore - ha detto - e con la
panna montata dalla politica non ho nulla a che fare") resta
l'invito a partecipare alla giornata di domani. Resta da
vedere se il sindaco accoglierà quest'invito. Sulla polemica
a proposito della centrale Igcc è intervenuto ieri Giancarlo
Scortichini, assessore all'ambiente di Falconara, il secondo
il "sindaco ha dimostrato che il legame tra la presenza
della centrale Igcc e la raffineria non è nè necessario nè
indispensabile". "Poichè - ricorda l'assessore - anche
recentemente autorevoli amministratori regionali,
commentando il blackout elettrico, hanno esaltato il rinnovo
della concessione alla raffineria come scelta inevitabile e
lungimirante, il sindaco di Falconara ha evidenziato che la
produzione di energia può essere ottenuta, come avviene per
molte centrali, bruciando altri combustibili, come il
metano". L'amministrazione - conclude Scortichini - "non
intende rinunciare al diritto-dovere di controllare e
pianificare l'uso del proprio territorio secondo i programmi
che i cittadini hanno democraticamente scelto e che,
inequivocabilmente, prevedono una riconversione per attività
eco-compatibili delle aree occupate dalla raffineria. Con la
necessaria gradualità, con la giusta moderazione, ma con
assoluta fermezza".
Energia per lo sviluppo
Domani l'impianto aperto al
pubblico con visite guidate L'Api punto di raccordo per
soddisfare le esigenze regionali
Brachetti Peretti:
"Sosteniamo la crescita delle Marche"
di EDOARDO DANIELI
FALCONARA - Un giorno in
raffineria. Per vedere che "il mostro con gli unghioni" non
esiste. Usa questa immagine Aldo Brachetti Peretti per
presentare "Apiincontra", la giornata di domani che
consentirà, dalle 9 e 30 fino alle 17, di vedere da vicino
la realtà industriale di Falconara. "Invitiamo - ha detto
Brachetti Peretti - i cittadini marchigiani a visitare la
raffineria, a vedere come lavorano centinaia di tecnici e di
operai". Il presidente dell'Api ribadisce "che il primo
pensiero è la sicurezza: di chi lavora e per l'ambiente".
Ricorda le due vittime del 25 agosto del 1999. "Un
grandissimo dolore anche perchè con i tempi lunghi della
giustizia italiana non si è ancora stabilito un perchè".
Un'esigenza "di trasparenza" quella che muove l'Api,
aggiunge il presidente, "che non finirà con l'incontro di
sabato perchè ci saranno anche altre occasioni di dialogo,
innanzitutto con le istituzioni locali". Nel suo intervento,
Brachetti Peretti si rivolge spesso ai marchigiani, "ai miei
corregionali". Perchè c'è il sostegno allo sviluppo
economico regionale, attraverso la produzione di energia
elettrica, nella mission aziendale dell'Api, dopo il rinnovo
della concessione per operare fino al 2020. "L'Api - ha
aggiunto - sono la più grande azienda delle Marche che, in
modo diretto e con l'indotto, dà lavoro a migliaia di
persone". Ora la sfida non è più solo per la produzione di
carburanti ma per dare una risposta complessiva alle
esigenze energetiche della regione. Così come previsto dal
patto, sottoscritto dalla azienda con Regione e Provincia,
con il rilascio della concessione. "Partendo dalla
lunghissima esperienza di Api in materia - ha affermato
Brachetti Peretti - ci siamo dati l'obiettivo di colmare il
deficit di energia di cui soffrono le Marche e facilitare
così il sistema economico con lo sviluppo delle aziende
esistenti e la nascita di nuove imprese". Il presidente
dell'Api ha citato un dato per comprendere come la crescita
del sistema Marche sia strettamente connesso all'energia
elettrica: quando la raffineria ha iniziato la produzione di
energia elettrica forniva il 40 % del fabbisogno alle
imprese marchigiane; ora il 30. In tema di energia elettrica
non poteva mancare un riferimento al recente blackout che ha
spento l'Italia. "La produzione della nostra centrale - ha
spiegato - va sempre all'Enel che la distribuisce. Non
avremmo mai potuto distribuirla direttamente ai cittadini di
Falconara o di Ancona". Sui combustibili, il presidente
dell'Api, si è detto certo che con la ricerca e lo sviluppo
si potrà avere materiale meno inquinante. "Ma per l'idrogeno
- ha aggiunto - occorrerà attendere uno sviluppo scientifico
enorme. Pensare al momento a un combustibile del genere, è
come pensare di viaggiare con una bomba atomica accanto".
Invece esperienze con biomasse e con energie alternative
come quella eolica sono già nel patrimonio acquisito
dall'azienda in altre parti di Italia, Puglia e Sicilia. In
questo scenario, Api - ha concluso Brachetti Peretti -
"intende interpretare al meglio il ruolo di polo di
riferimento per la produzione di energia elettrica che la
Regione le ha affidato".
Falconara e Camerata un solo
Comune
Carletti: "Siamo alla fase di
impostazione, ma c'è la volontà di andare avanti E' ora di
pensare ad un governo di aree vaste Le integrazioni possono
accelerare lo sviluppo"
I sindaci valutano l'ipotesi
della fusione. Per contare di più
MARINA MINELLI
FALCONARA - Insieme per
contare di più, mettere in comune servizi essenziali,
potenzialità, opportunità di crescita ed anche problemi.
Parte da queste osservazioni l'ipotesi di fusione tra i
comuni di Falconara e Camerata Picena, le cui modalità sono
state discusse in questi giorni dai sindaci Giancarlo
Carletti e Massimo Tittarelli. "Esiste la volontà di andare
avanti in questa operazione - ha spiegato il sindaco
Carletti - ma siamo ancora nella fase di impostazione, però
è chiaro come sia ora di pensare ad un governo di aree vaste
e le integrazioni possono accelerare progetti di sviluppo
comuni". Certo, ammette, il cammino da fare è ancora lungo e
complesso, e "deve essere avviato con cautela e prudenza",
proprio per questo le amministrazioni hanno deciso di
studiare prima di tutto i procedimenti amministrativi
necessari per arrivare alla fusione. Nella nota diffusa ieri
dal municipio falconarese nessun dettaglio sui motivi che
hanno dato origine a questa proposta, ma soltanto alcune
dichiarazioni di principio sulla "condivisione delle aree
produttive dove effettuare una programmazione più semplice e
più flessibile per aree appartenenti allo stesso bacino e
condizionate dagli stessi percorsi di viabilità". "Falconara
e Camerata Picena - prosegue il comunicato ufficiale -
possono costituire un unione di un processo che non può non
interessare un'area le cui grandi risorse possono costituire
un solido sviluppo economico senza precedenti, un polo
importantissimo per la vallata del Basso Esino. Gli incontri
proseguiranno per valutare tutti gli aspetti di questa
ipotesi per valutare con esperti e tecnici dei vari rami
interessati della cultura, dell'urbanistica, del sociale e
della politica". Con i suoi tremila abitanti ed un
territorio ricco e vasto, Camerata Picena porterebbe in dote
all'unione finanze solide, una zona industriale di tutto
rispetto e anche la possibilità di tornare a quota 30 mila
residenti, in mancanza dei quali Falconara Marittima si
vedrà costretta a rinunciare, fra le altre cose, a ben dieci
dei suoi consiglieri comunali e ad una buona fetta della
giunta. Il piccolo municipio - nel 1928, per volontà del
regime fascista, venne inglobato nel Comune di Chiaravalle e
ritrovò la sua autonomia, per forte volontà popolare, solo
nel 1948 - tra i molti aspetti positivi, legati soprattutto
alla qualità della vita in una zona ancora in gran parte
rurale, ha anche qualche spina nascosta qua e là, come ad
esempio l'irrisolta questione della centrale dell'Enel e il
problema della Sea Ambiente, l'industria di via delle Saline
che tratta lo smaltimento dei rifiuti pericolosi. La notizia
dell'auspicata fusione è stata accolta con stupore e
sconcerto da più parti, Maurizio Quercetti, sindaco di
Camerata dal '95 al '99, parla di "operazione kamikaze" che
al piccolo Comune "non porterà nulla di buono". "Un conto
sono i servizi - commenta - ma anche lì stanno andando
avanti con grosse difficoltà e molta improvvisazione". Della
stessa opinione anche Mario Fratesi che ha governato la
cittadina dal 1985 al 1995 secondo il quale si può parlare
di unificazione dei servizi, ma senza arrivare alla
"cancellazione della storia". In ogni caso la strada per la
creazione di una sola realtà municipale dovrà passare dalle
delibere dei due consigli comunali che poi saranno trasmesse
alla Giunta regionale, la quale sentiti i vari soggetti
interessati, tra cui associazioni e categorie professionali
e la Provincia, invierà la pratica al consiglio regionale,
ma in ultima istanza a decidere con un referendum saranno
gli stessi cittadini, così come previsto dalla legge
regionale 10/95.
Bocciati gli inceneritori
Denunciati tentativi di
aggirare gli organismi previsti dal piano-rifiuti
Il Prc chiede più
concertazione tra le amministrazioni
No agli inceneritori nella
provincia di Ancona e più concertazione tra conferenze dei
sindaci e Comuni in tema di rifiuti. Lo hanno ribadito,
durante una conferenza stampa ad Ancona, il capogruppo di
Rifondazione Comunista in consiglio provinciale Giuliano
Brandoni e quelli di alcuni Comuni del comprensorio
Misa-Vallesina: Maurizio Belligoni, Massimo Mazzarini e
Katia Silvestrini. Gli esponenti del Prc hanno ricordato che
si sono da poco insediati i consigli di amministrazione per
i bacini Misa-Vallesina e Cònero - riferisce una nota -,
previsti dal Piano provinciale per la gestione dei rifiuti.
Organismi che opereranno sulla base di indirizzi dati dalle
conferenze dei sindaci, le quali - secondo Brandoni e gli
altri - hanno però "di fatto bypassato" giunte e consigli
comunali "e più ancora le popolazioni". In particolare,
nella delibera della conferenza dei sindaci del consorzio
Misa-Vallesina, "si tende a forzare ed a proporre nuove
impiantistiche, ad oggi non previste dalla legge regionale
sui rifiuti". Il documento parla di "riconsiderare lo
scenario della termovalorizzazione", cioè gli inceneritori,
con "la possibilità di accoglimento di rifiuti provenienti
dall'esterno". Un indirizzo che - secondo i rappresentanti
di Rifondazione - è in contrasto anche con il piano
provinciale per la gestione dei rifiuti con gli obiettivi
della "legge Ronchi". Tra l'altro - aggiungono - la
provincia di Ancona è ancora "largamente lontana"
dall'obiettivo indicato dalla legge del 35% di rifiuti
riciclati. Il Prc giudica negativamente il merito "di
proposte che tendono a risolvere il problema rifiuti con la
realizzazione dell'inceneritore" che potrebbe dare "il via
libera a una incondizionata produzione dei rifiuti". Ma
censura anche "il metodo, che impone un'inversione di
tendenza: scelte così importanti hanno la necessità di
momenti consapevolmente partecipati". Per questo, nelle
prossime settimane, Rifondazione solleverà il dibattito
sull'argomento nei consigli comunali.
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LIBERAZIONE |
Storia di una battaglia a
Falconara Marittima (An) vinta dal nostro partito
Impegno nelle istituzioni e
radicamento nel territorio: una ricetta vincente
Raccontiamo la storia di una
battaglia e di una vittoria del Prc di Falconara Marittima (An)
su di una questione di grande impatto popolare: le bollette
del gas. La legge sull'erogazione del metano prevede che si
applichi una aliquota Iva del 20% per il gas da
riscaldamento ambienti e del 10% per il gas per la cottura
cibi e riscaldamento acqua. Le aziende, pubbliche e private,
che erogano il servizio (la maggior parte di esse) sono
solite applicare indiscriminatamente il 20% con un
immotivato appesantimento della tassazione e aumento della
già salata bolletta per i cittadini. Siamo dunque, da una
parte, di fronte ad una legislazione contraddittoria che le
aziende erogatrici interpretano a loro uso e consumo e,
d'altra parte, di fronte a cittadini spesso ignari dei
propri diritti e altrettanto spesso impotenti di fronte alle
imposizioni più o meno giustificate dell'Ente Locale e delle
Aziende. Il Prc di Falconara ha condotto una lunga battaglia
sociale e politica sulla questione e ha citato l'Azienda
erogatrice locale, la Cam SpA, di fronte al Giudice di Pace
di Ancona: la causa legale è sfociata in una positiva
sentenza che riconoscendo la giustezza delle posizioni
espresse dal nostro Partito, ha statuito il rimborso
richiesto per i cittadini ultratassati e ha rideterminato
rigorosamente i periodi dell'anno in cui applicare l'Iva al
10% e i periodi in cui applicarla al 20%. Crediamo che il
miglior modo di valorizzare la vittoria del Prc di Falconara
sia questo: estendere la battaglia in tutte le diverse aree
istituzionali (province, regioni, parlamento) per risolvere
una questione ormai annosa (quale tassazione?) che si
ritorce sempre e comunque contro i cittadini e i lavoratori.
Forti della nostra vittoria, molti cittadini iniziano dalle
nostre parti a percorrere la stessa strada di lotta e in
molti prendono coscienza di un diritto sconosciuto e a volte
nascosto. Il nostro è stato un primo passo, ma un passo che
chiede un impegno delle istituzioni e del Partito volto al
ripristino e all'estensione di un diritto riconosciuto ora
anche dalla giurisprudenza. La nostra è forse una piccola
vittoria, ma questo è il senso che gli diamo: solo
attraverso il legame stretto coi cittadini e con i
lavoratori, solo attraverso la lotta in difesa dei loro
diritti e l'impegno per la risoluzione dei loro problemi
quotidiani possiamo costruire un Partito comunista di massa,
radicarci e legarci più strettamente alla società e al
movimento operaio complessivo.
Massimo Marcelli Flori (capogruppo PRC comune di Falconara
Marittima)
Fosco Giannini (segretario provinciale Ancona) |
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