RASSEGNA STAMPA 07.10.2003

 

MESSAGGERO
Idrocarburi nell’Esino, l’Api difende le sue fogne

Un misterioso “pozzetto di scarico” al centro del processo contro i vertici della Raffineria

di GIAMPAOLO MILZI

FALCONARA - Idrocarburi e altre schifezze che sguazzano nella foce dell'Esino, Api decisa a dar filo da torcere nel processo difendendo la vecchia ragnatela di sistemi di scolo che si dipana nelle sue viscere. Accusa e difesa ieri pomeriggio si sono affrontate per tre ore nel processo che vede imputati tre manager dell'azienda per reati ambientali e un progettista ex numero uno del settore manutenzione. Il giudice Pallucchini, i testimoni e i legali della difesa - avvocato Vettori per Giovanni Saronne, ex direttore della raffineria, per Franco Bellucci, attuale direttore e per Clemente Napolitano, legale responsabile; avvocato Andreano per il progettista e consulente Francesco Rossi che collaudò il fosso scolatore “nel mirino” del pm Lionello - hanno esaminato foto e cartine topografiche, dando luogo a controversie interpretative nel corso delle deposizioni del vigile urbano del Comune di Falconara Fortuna e dei chimici dell'Arpam Gilberto Cioci e Alfredo Masuzzo (tutti testi del pm). Secondo il quadro accusatorio nel fosso scolatore affluivano anche le acque del piazzale della raffineria dove venivano lavate le autobotti, acque che poi finivano nel fiume senza che le due vasche di deolizzazione le filtrassero. Col risultato, certificato dall'Arpam, che nel periodo 1997-2001 l'Esino venne “arricchito” di idrocarburi, azoto e altre sostanze pericolose. Colpa anche di una realizzazione dell'impianto Api di chiarificazione delle acque in modo non conforme al progetto a suo tempo approvato? Il vigile urbano Fortuna ha rievocato la giornata del 9 marzo 2001, quando scattò l'allarme per strane chiazze rosse comparse alla foce. E ha relazionato sull'esito dei sopralluoghi della municipale: la scoperta di un pozzetto di scarico nascosto, peraltro senza un pozzetto fiscale annesso e a norma per i controlli; quel pozzo - ovvero il vecchio fosso scolatore autorizzato nel 1972 collegato anche al deposito e al piazzale - era connesso a due vasche di deolizzazione (all'esterno della raffineria) che non garantivano del tutto lo stop agli idrocarburi. E infatti il tecnico Rossi è accusato di aver prodotto un certificato di collaudo dichiarando falsamente che le opere di ristrutturazione del fosso scolatore, vasche “trappola” comprese, erano state fatte a regola d'arte, come previsto nelle carte presentate in Comune. In una precedente udienza il maresciallo del Noe Campagnolo aveva testimoniato «che quel fosso di scarico in teoria non doveva più funzionare da un pezzo». E Campagnolo (su richiesta del pm, alla quale si sono associati gli avvocati di Provincia e Regione, enti costituitisi parte civile per i danni materiali e d'immagine turistica) verrà risentito alla ripresa del processo il 5 novembre.

 
RESTO DEL CARLINO
I cittadini di Fiumesino: «Il Comune non ci tutela»

di Alessandra Pascucci

FALCONARA — «L'amministrazione tutela Fiumesino solo a parole, poi si smentisce con i fatti». Questo, in sintesi, il messaggio lanciato dall'ultimo comunicato del Comitato del quartiere di Fiumesino. Nel mirino dell'associazione dei cittadini della zona nord di Falconara c'è, in particolare, un commento dell'assessore all'urbanistica Fausto Api, intervenuto, venerdì scorso, alla presentazione del volume “Fiumesino. Storia di un borgo adriatico”. Assessore contestato In quell'occasione, Api «con fervore ha messo in luce l'impegno forte dell'amministrazione profuso nella rivalutazione storico-culturale e, quindi, nel recupero e riqualificazione urbanistici della zona, onde non disperdere e depauperare ulteriormente i tesori ivi esistenti». Una dichiarazione di intenti che ha suscitato meraviglia tra i membri del Comitato, «perché l'amministrazione comunale, al contempo, sta procedendo in modo non conforme a tali intenti. Infatti, non solo non ha consultato i residenti nel medesimo (come invece sta procedendo per Villanova e così come previsto dal bando di gara e dalle istruzioni del Ministero), che avrebbero preteso alcune salvaguardie e garanzie, ma addirittura sta consentendo la realizzazione di un by-pass ferroviario, con particolare vantaggio della raffineria, che deturperà definitivamente l'area interessata (già compromessa dagli impianti dell'Api, dell'aeroporto, della ferrovia, del depuratore, dei parcheggi di autocisterne) con gravi nocumenti ai suoi residenti, comportando anche cospicuo elemento di disturbo per i due importanti monumenti storici quali la chiesa di San Lorenzo e il castello di Rocca Priora». Siamo fondamentali Eppure, dicono dal comitato, lo stesso sindaco ribadisce, nella prefazione al volume, che Fiumesino «costituisce un elemento fondamentale della storia di Falconara Marittima». Ricchezza ribadita all'unanimità da quanti sono intervenuti alla presentazione della ricerca, che ha fatto «giustizia una volta per tutte sulla annosa diatriba relativa alla preesistenza del quartiere nei confronti della raffineria Api, la quale ha soppiantato il quartiere di Marina di Fiumesino con una operazione di accaparramento delle aree e delle case ivi esistenti». Secondo i residenti del rione, «l'incoerenza tra le azioni e le intenzioni dell'Amministrazione è più che evidente; incoerenza resa ancora più profonda dai provvedimenti amministrativi della Regione, con la proroga della concessione alla raffineria Api fino al 2020, e di tutte e tre le amministrazioni locali con l'approvazione del suddetto by-pass. Vogliamo i fatti L'affermazione appassionata dell'assessore Fausto Api circa la volontà degli amministratori di “non consentire industrializzazione” ma recupero e rilancio forte della zona, va confermata con i fatti e, quindi, con immediate azioni di cui noi attendiamo chiari, lampanti e concreti riscontri».

Villanova, da comitato ad associazione

di Alessandra Pascucci

FALCONARA — Da Comitato ad Associazione. Con l'assemblea generale di venerdì scorso, i residenti di Villanova si sono dati una nuova forma statutaria che vede Loris Calcina presidente, con Alfredo Campanelli come vice. Tra le priorità dei consociati ci sono, in primo luogo, tante domande da rivolgere all'amministrazione: tramite petizione popolare si vuole ad esempio richiedere la presenza del vigile di quartiere e l'installazione di un semaforo pedonale nel tratto di Flaminia che attraversa il quartiere; un'altra esigenza è l'estensione, anche a Villanova, di alcune corse del servizio di trasporto pubblico della circolare urbana di Falconara; è richiesta, inoltre, una costante vigilanza sulle condizioni igieniche e manutentive del rione. L'associazione si propone poi di ribadire la «improcrastinabilità del recupero dell'area pubblica ex-Antonelli, della ristrutturazione della scuola Lorenzini e delle strade e marciapiedi rimasti esclusi dai recenti interventi». Tra gli indirizzi generali, il comitato annovera la «difesa del Prg di Falconara dallo stravolgimento che deriverebbe dal progettato by-pass ferroviario Api». Un altro bene da tutelare è la spiaggia, minacciata da un progetto invasivo che ne cancellerebbe la valenza ambientale; di contro, viene proposto l'appoggio ad interventi che conservino e sviluppino l'idea di lungomare falconarese. I residenti di Villanova si pongono poi in prima linea contro «attività industriali ed infrastrutturali inquinanti e deleterie per la qualità della vita». A questo proposito, l'associazione intende richiedere alle autorità pubbliche la soppressione dell'attività di scuola guida aeronautica attivata presso l'aeroporto Raffaello Sanzio. Viene infine confermata la collaborazione, in qualità di associati, alla cooperativa Medicina Democratica. Il comitato si attiverà inoltre a tutela di utenti e consumatori e sosterrà le attività ricreative come il tradizionale Carnevale di quartiere.

 
CORRIERE ADRIATICO
Il futuro dell'Api e i conti col passato Raffineria

Continua il processo

FALCONARA - "Sulla concessione all'Api non poteva esserci una risposta diversa da quella che si è data, ma nel protocollo d'intesa esistono le condizioni per fare col tempo dell'Api un'altra cosa, un'azienda polo energetico della regione". Così l'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani nel corso del congresso regionale di Legambiente ad Abbadia di Fiastra. "Trasformare il piano energetico regionale in piano energetico ambientale prevedendo un approvvigionamento del 10% dall'eolico - ha anche detto l'assessore Amagliani - sono tutte questioni aperte". Intanto ieri in Tribunale di Ancona si è celebrata un'altra udienza del processo nei confronti del legale rappresentante dell'Api Spa, Clemente Napolitano, l'attuale direttore della raffineria Franco Bellucci, il suo predecessore Giovanni Saronne, l'ingegner Francesco Rossi, un tecnico con responsabilità di progettazione architettonica. Fu quest'ultimo a collaudare l'impianto di scarico al centro della vicenda giudiziaria nata dall'inquinamento provocato - secondo l'accusa - alle acque dell'Esino tra il '97 e il 2001 dagli scarichi della raffineria. Secondo l'indagine della procura l'inquinamento era causato dallo scarico non autorizzato dalle acque di dilavamento del piazzale della raffineria e di quelle del "troppopieno" di una vasca deoliatrice in cemento. Attraverso il fosso scolatore - stando al capo d'imputazione - sarebbero finiti nel fiume idrocarburi, azoto e altre sostanze pericolose tra cui solidi sospesi con elevato contenuto di ferro provenienti dall'impianto di chiarificazione delle acque della raffineria. Ieri il giudice Pallucchini ha sentito un vigile ambientale di Falconara che intervenne sul luogo dopo le segnalazioni, e ha confermato gli sversamenti, e due tecnici dell'Arpam. Processo rinviato al 5 novembre.

In pista atterra il degrado

L'aeroporto militare in preda all'abbandono. Interrogazione di An: "Quale futuro?"

di MARINA MINELLI

FALCONARA - In disuso da molti anni, l'ultima iniziativa risale all'ottobre del 1998, il compendio immobiliare dell'Aeronautica Militare in via Fossatello, nella vasta area a ridosso dell'aeroporto Raffaello Sanzio è ormai in degrado e proprio per questo i consiglieri comunali di Alleanza Nazionale in una interrogazione hanno di recente chiesto al sindaco Carletti di avere maggiori informazioni sulla situazione della zona e sul futuro di tutto il complesso. "Sull'ex aeroporto militare - spiegano Matteo Astolfi e Lucio Virgulti - non ci sono notizie precise e quindi sarebbe il caso di saperne di più anche per capire se e come quelle strutture che insistono su una considerevole porzione del territorio possono essere riutilizzate". Lo stesso piano regolatore di Falconara, di recente svecchiato, alla voce aeroporto dice soltanto che fra gli obiettivi ci sono la "conferma degli usi agricoli con incremento della copertura arborea, la sistemazione del tratto di canale della Liscia compreso fra l'aeroporto e la ferrovia, ed il riuso degli edifici esistenti anche per attività ricreative". "Gli immobili - si chiedono i due consiglieri di Alleanza nazionale che hanno sollevato il caso in consiglio comunale - risultano essere acquisiti al demanio dello Stato o ad altro Ente? E se risulta all'amministrazione comunale che il demanio possa disporre per l'immediato una diversa utilizzazione rispetto a quella cessata?". I rappresentanti di AN inoltre si domandano se è nel potere del Sindaco disporre provvedimenti contingenti atti ad impedire il degrado, l'attività illecita od altro in relazione all'immobile dell'aeroporto militare. "In effetti - proseguono Astolfi e Virgulti - l'ideale sarebbe se l'amministrazione cittadina potesse acquisire tutte le strutture, immobili e terreni da destinare per avviare finalmente un recupero ed eventualmente da destinare ad uso pubblico". Sulla zona aeroportuale comunque non ci sono progetti anche perché, dicono all'Aerdorica, la società che gestisce il Raffaello Sanzio, "la giurisdizione è ancora del demanio che fa capo al Ministero della Difesa e non è mai passata al Ministero dei Trasporti". Insomma anche il Sanzio è un aeroporto militare concesso in uso all'aviazione civile. "Per il passaggio dalla Difesa ai Trasporti - proseguono all'Aerdorica - si era parlato del maggio 2002, ma la cosa non è andata avanti". A tutt'oggi nella zona ancora militare oltre a tutti i servizi legati al trasporto passeggeri e cargo ci sono anche l'aeroclub di Ancona, una zona destinata al nucleo cinofili della Polizia di Stato che accoglie una decina di cani con i loro conduttori-addestratori e dal lato opposto (con ingresso all'ex aeroporto militare) il nucleo elicotteri dei Carabinieri con un consistente gruppo di uomini e mezzi. L'anno scorso, in occasione dei trent'anni dall'insediamento nell'area degli elicotteristi dell'Arma, si era parlato dell'acquisizione e del recupero di una porzione consistente dell'area militare da parte degli stessi Carabinieri che avrebbero potuto installare nei vasti spazi il loro nucleo cinofili. Ma per il momento sono intenzioni, più che progetti veri e propri.

 
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