MESSAGGERO |
Idrocarburi nell’Esino, l’Api
difende le sue fogne
Un misterioso “pozzetto di
scarico” al centro del processo contro i vertici della
Raffineria
di GIAMPAOLO MILZI
FALCONARA - Idrocarburi e
altre schifezze che sguazzano nella foce dell'Esino, Api
decisa a dar filo da torcere nel processo difendendo la
vecchia ragnatela di sistemi di scolo che si dipana nelle
sue viscere. Accusa e difesa ieri pomeriggio si sono
affrontate per tre ore nel processo che vede imputati tre
manager dell'azienda per reati ambientali e un progettista
ex numero uno del settore manutenzione. Il giudice
Pallucchini, i testimoni e i legali della difesa - avvocato
Vettori per Giovanni Saronne, ex direttore della raffineria,
per Franco Bellucci, attuale direttore e per Clemente
Napolitano, legale responsabile; avvocato Andreano per il
progettista e consulente Francesco Rossi che collaudò il
fosso scolatore “nel mirino” del pm Lionello - hanno
esaminato foto e cartine topografiche, dando luogo a
controversie interpretative nel corso delle deposizioni del
vigile urbano del Comune di Falconara Fortuna e dei chimici
dell'Arpam Gilberto Cioci e Alfredo Masuzzo (tutti testi del
pm). Secondo il quadro accusatorio nel fosso scolatore
affluivano anche le acque del piazzale della raffineria dove
venivano lavate le autobotti, acque che poi finivano nel
fiume senza che le due vasche di deolizzazione le
filtrassero. Col risultato, certificato dall'Arpam, che nel
periodo 1997-2001 l'Esino venne “arricchito” di idrocarburi,
azoto e altre sostanze pericolose. Colpa anche di una
realizzazione dell'impianto Api di chiarificazione delle
acque in modo non conforme al progetto a suo tempo
approvato? Il vigile urbano Fortuna ha rievocato la giornata
del 9 marzo 2001, quando scattò l'allarme per strane chiazze
rosse comparse alla foce. E ha relazionato sull'esito dei
sopralluoghi della municipale: la scoperta di un pozzetto di
scarico nascosto, peraltro senza un pozzetto fiscale annesso
e a norma per i controlli; quel pozzo - ovvero il vecchio
fosso scolatore autorizzato nel 1972 collegato anche al
deposito e al piazzale - era connesso a due vasche di
deolizzazione (all'esterno della raffineria) che non
garantivano del tutto lo stop agli idrocarburi. E infatti il
tecnico Rossi è accusato di aver prodotto un certificato di
collaudo dichiarando falsamente che le opere di
ristrutturazione del fosso scolatore, vasche “trappola”
comprese, erano state fatte a regola d'arte, come previsto
nelle carte presentate in Comune. In una precedente udienza
il maresciallo del Noe Campagnolo aveva testimoniato «che
quel fosso di scarico in teoria non doveva più funzionare da
un pezzo». E Campagnolo (su richiesta del pm, alla quale si
sono associati gli avvocati di Provincia e Regione, enti
costituitisi parte civile per i danni materiali e d'immagine
turistica) verrà risentito alla ripresa del processo il 5
novembre. |
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RESTO DEL CARLINO |
I cittadini di Fiumesino: «Il
Comune non ci tutela»
di Alessandra Pascucci
FALCONARA —
«L'amministrazione tutela Fiumesino solo a parole, poi si
smentisce con i fatti». Questo, in sintesi, il messaggio
lanciato dall'ultimo comunicato del Comitato del quartiere
di Fiumesino. Nel mirino dell'associazione dei cittadini
della zona nord di Falconara c'è, in particolare, un
commento dell'assessore all'urbanistica Fausto Api,
intervenuto, venerdì scorso, alla presentazione del volume
“Fiumesino. Storia di un borgo adriatico”. Assessore
contestato In quell'occasione, Api «con fervore ha messo in
luce l'impegno forte dell'amministrazione profuso nella
rivalutazione storico-culturale e, quindi, nel recupero e
riqualificazione urbanistici della zona, onde non disperdere
e depauperare ulteriormente i tesori ivi esistenti». Una
dichiarazione di intenti che ha suscitato meraviglia tra i
membri del Comitato, «perché l'amministrazione comunale, al
contempo, sta procedendo in modo non conforme a tali
intenti. Infatti, non solo non ha consultato i residenti nel
medesimo (come invece sta procedendo per Villanova e così
come previsto dal bando di gara e dalle istruzioni del
Ministero), che avrebbero preteso alcune salvaguardie e
garanzie, ma addirittura sta consentendo la realizzazione di
un by-pass ferroviario, con particolare vantaggio della
raffineria, che deturperà definitivamente l'area interessata
(già compromessa dagli impianti dell'Api, dell'aeroporto,
della ferrovia, del depuratore, dei parcheggi di
autocisterne) con gravi nocumenti ai suoi residenti,
comportando anche cospicuo elemento di disturbo per i due
importanti monumenti storici quali la chiesa di San Lorenzo
e il castello di Rocca Priora». Siamo fondamentali Eppure,
dicono dal comitato, lo stesso sindaco ribadisce, nella
prefazione al volume, che Fiumesino «costituisce un elemento
fondamentale della storia di Falconara Marittima». Ricchezza
ribadita all'unanimità da quanti sono intervenuti alla
presentazione della ricerca, che ha fatto «giustizia una
volta per tutte sulla annosa diatriba relativa alla
preesistenza del quartiere nei confronti della raffineria
Api, la quale ha soppiantato il quartiere di Marina di
Fiumesino con una operazione di accaparramento delle aree e
delle case ivi esistenti». Secondo i residenti del rione,
«l'incoerenza tra le azioni e le intenzioni
dell'Amministrazione è più che evidente; incoerenza resa
ancora più profonda dai provvedimenti amministrativi della
Regione, con la proroga della concessione alla raffineria
Api fino al 2020, e di tutte e tre le amministrazioni locali
con l'approvazione del suddetto by-pass. Vogliamo i fatti
L'affermazione appassionata dell'assessore Fausto Api circa
la volontà degli amministratori di “non consentire
industrializzazione” ma recupero e rilancio forte della
zona, va confermata con i fatti e, quindi, con immediate
azioni di cui noi attendiamo chiari, lampanti e concreti
riscontri».
Villanova, da comitato ad
associazione
di Alessandra Pascucci
FALCONARA — Da Comitato ad
Associazione. Con l'assemblea generale di venerdì scorso, i
residenti di Villanova si sono dati una nuova forma
statutaria che vede Loris Calcina presidente, con Alfredo
Campanelli come vice. Tra le priorità dei consociati ci
sono, in primo luogo, tante domande da rivolgere
all'amministrazione: tramite petizione popolare si vuole ad
esempio richiedere la presenza del vigile di quartiere e
l'installazione di un semaforo pedonale nel tratto di
Flaminia che attraversa il quartiere; un'altra esigenza è
l'estensione, anche a Villanova, di alcune corse del
servizio di trasporto pubblico della circolare urbana di
Falconara; è richiesta, inoltre, una costante vigilanza
sulle condizioni igieniche e manutentive del rione.
L'associazione si propone poi di ribadire la «improcrastinabilità
del recupero dell'area pubblica ex-Antonelli, della
ristrutturazione della scuola Lorenzini e delle strade e
marciapiedi rimasti esclusi dai recenti interventi». Tra gli
indirizzi generali, il comitato annovera la «difesa del Prg
di Falconara dallo stravolgimento che deriverebbe dal
progettato by-pass ferroviario Api». Un altro bene da
tutelare è la spiaggia, minacciata da un progetto invasivo
che ne cancellerebbe la valenza ambientale; di contro, viene
proposto l'appoggio ad interventi che conservino e
sviluppino l'idea di lungomare falconarese. I residenti di
Villanova si pongono poi in prima linea contro «attività
industriali ed infrastrutturali inquinanti e deleterie per
la qualità della vita». A questo proposito, l'associazione
intende richiedere alle autorità pubbliche la soppressione
dell'attività di scuola guida aeronautica attivata presso
l'aeroporto Raffaello Sanzio. Viene infine confermata la
collaborazione, in qualità di associati, alla cooperativa
Medicina Democratica. Il comitato si attiverà inoltre a
tutela di utenti e consumatori e sosterrà le attività
ricreative come il tradizionale Carnevale di quartiere.
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CORRIERE ADRIATICO |
Il futuro dell'Api e i conti
col passato Raffineria
Continua il processo
FALCONARA - "Sulla
concessione all'Api non poteva esserci una risposta diversa
da quella che si è data, ma nel protocollo d'intesa esistono
le condizioni per fare col tempo dell'Api un'altra cosa,
un'azienda polo energetico della regione". Così l'assessore
regionale all'Ambiente Marco Amagliani nel corso del
congresso regionale di Legambiente ad Abbadia di Fiastra.
"Trasformare il piano energetico regionale in piano
energetico ambientale prevedendo un approvvigionamento del
10% dall'eolico - ha anche detto l'assessore Amagliani -
sono tutte questioni aperte". Intanto ieri in Tribunale di
Ancona si è celebrata un'altra udienza del processo nei
confronti del legale rappresentante dell'Api Spa, Clemente
Napolitano, l'attuale direttore della raffineria Franco
Bellucci, il suo predecessore Giovanni Saronne, l'ingegner
Francesco Rossi, un tecnico con responsabilità di
progettazione architettonica. Fu quest'ultimo a collaudare
l'impianto di scarico al centro della vicenda giudiziaria
nata dall'inquinamento provocato - secondo l'accusa - alle
acque dell'Esino tra il '97 e il 2001 dagli scarichi della
raffineria. Secondo l'indagine della procura l'inquinamento
era causato dallo scarico non autorizzato dalle acque di
dilavamento del piazzale della raffineria e di quelle del
"troppopieno" di una vasca deoliatrice in cemento.
Attraverso il fosso scolatore - stando al capo d'imputazione
- sarebbero finiti nel fiume idrocarburi, azoto e altre
sostanze pericolose tra cui solidi sospesi con elevato
contenuto di ferro provenienti dall'impianto di
chiarificazione delle acque della raffineria. Ieri il
giudice Pallucchini ha sentito un vigile ambientale di
Falconara che intervenne sul luogo dopo le segnalazioni, e
ha confermato gli sversamenti, e due tecnici dell'Arpam.
Processo rinviato al 5 novembre.
In pista atterra il
degrado
L'aeroporto militare in preda
all'abbandono. Interrogazione di An: "Quale futuro?"
di MARINA MINELLI
FALCONARA - In disuso da
molti anni, l'ultima iniziativa risale all'ottobre del 1998,
il compendio immobiliare dell'Aeronautica Militare in via
Fossatello, nella vasta area a ridosso dell'aeroporto
Raffaello Sanzio è ormai in degrado e proprio per questo i
consiglieri comunali di Alleanza Nazionale in una
interrogazione hanno di recente chiesto al sindaco Carletti
di avere maggiori informazioni sulla situazione della zona e
sul futuro di tutto il complesso. "Sull'ex aeroporto
militare - spiegano Matteo Astolfi e Lucio Virgulti - non ci
sono notizie precise e quindi sarebbe il caso di saperne di
più anche per capire se e come quelle strutture che
insistono su una considerevole porzione del territorio
possono essere riutilizzate". Lo stesso piano regolatore di
Falconara, di recente svecchiato, alla voce aeroporto dice
soltanto che fra gli obiettivi ci sono la "conferma degli
usi agricoli con incremento della copertura arborea, la
sistemazione del tratto di canale della Liscia compreso fra
l'aeroporto e la ferrovia, ed il riuso degli edifici
esistenti anche per attività ricreative". "Gli immobili - si
chiedono i due consiglieri di Alleanza nazionale che hanno
sollevato il caso in consiglio comunale - risultano essere
acquisiti al demanio dello Stato o ad altro Ente? E se
risulta all'amministrazione comunale che il demanio possa
disporre per l'immediato una diversa utilizzazione rispetto
a quella cessata?". I rappresentanti di AN inoltre si
domandano se è nel potere del Sindaco disporre provvedimenti
contingenti atti ad impedire il degrado, l'attività illecita
od altro in relazione all'immobile dell'aeroporto militare.
"In effetti - proseguono Astolfi e Virgulti - l'ideale
sarebbe se l'amministrazione cittadina potesse acquisire
tutte le strutture, immobili e terreni da destinare per
avviare finalmente un recupero ed eventualmente da destinare
ad uso pubblico". Sulla zona aeroportuale comunque non ci
sono progetti anche perché, dicono all'Aerdorica, la società
che gestisce il Raffaello Sanzio, "la giurisdizione è ancora
del demanio che fa capo al Ministero della Difesa e non è
mai passata al Ministero dei Trasporti". Insomma anche il
Sanzio è un aeroporto militare concesso in uso all'aviazione
civile. "Per il passaggio dalla Difesa ai Trasporti -
proseguono all'Aerdorica - si era parlato del maggio 2002,
ma la cosa non è andata avanti". A tutt'oggi nella zona
ancora militare oltre a tutti i servizi legati al trasporto
passeggeri e cargo ci sono anche l'aeroclub di Ancona, una
zona destinata al nucleo cinofili della Polizia di Stato che
accoglie una decina di cani con i loro
conduttori-addestratori e dal lato opposto (con ingresso
all'ex aeroporto militare) il nucleo elicotteri dei
Carabinieri con un consistente gruppo di uomini e mezzi.
L'anno scorso, in occasione dei trent'anni dall'insediamento
nell'area degli elicotteristi dell'Arma, si era parlato
dell'acquisizione e del recupero di una porzione consistente
dell'area militare da parte degli stessi Carabinieri che
avrebbero potuto installare nei vasti spazi il loro nucleo
cinofili. Ma per il momento sono intenzioni, più che
progetti veri e propri. |
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