RASSEGNA STAMPA 30.09.2003

 

MESSAGGERO
Verso la normalità

Nel corso della giornata di ieri sono procedute regolarmente le operazioni per il «riallineamento» della centrale Igcc nel complesso della raffineria Api di Falconara Marittima, che dovrebbe tornare a funzionare a pieno regime entro domani mattina. Tempi più lunghi, invece, per la Turbogas, che necessita di controlli più approfonditi. La centrale energetica nel complesso dell’Api non ha subito danni a causa dell’interruzione elettrica di ieri ed è stata riattivata nel giro di poche ore. Di conseguenza è tornata alla normalità la situazione in tutte le Marche, una delle regioni che hanno registrato maggiori disagi per il lungo black out. Non ci sono stati problemi all’erogazione dell’energia elettrica, anche se dalla protezione civile è stata ribadita la raccomandazione a limitarne l’uso il più possibile.

 
RESTO DEL CARLINO
Riallineata la centrale Igcc dell'Api A rilento l'attività della raffineria

Dopo il black out dell'altro ieri, procedono regolarmente le operazioni per il «riallineamento» della centrale Igcc nel complesso della raffineria Api di Falconara Marittima, che dovrebbe tornare a funzionare a pieno regime entro questa mattina. Tempi più lunghi, invece, per la turbogas, che necessita di controlli più approfonditi. La centrale energetica nel complesso dell' Api non ha subito danni a causa dell' interruzione elettrica dell'altro ieri ed è stata riattivata nel giro di poche ore.

«Sull'Iva il Cam si attiene scrupolosamente alle leggi»

FALCONARA — «Nel determinare l'Iva, Cam Spa si attiene scrupolosamente alle leggi che regolano l'erogazione di gas metano per consumi promiscui. Se applicassimo aliquote diverse, verremmo sanzionati». Con queste parole l'avvocato Principi, rappresentante dell'azienda multiservizi di Falconara, ha voluto chiudere il “capitolo Iva”, aperto alcuni mesi fa dalla locale sezione di Rifondazione Comunista. Nell'ultima seduta consiliare, il rappresentante di Rifondazione Massimo Marcelli Flori aveva rinnovato la richiesta di adeguamento dell'aliquota applicata ai consumi di metano, che il giudice di pace di Ancona aveva fissato nel 10 per cento per il periodo maggio-ottobre, e nel 20 per cento da novembre ad aprile. «Quello del giudice di pace – ha precisato Principi – è soltanto un consiglio, che non possiamo recepire». L'Iva, pertanto, rimarrà al 20 per cento per tutto l'anno.

 
CORRIERE ADRIATICO
Riallineamento in corso per la centrale dell'Api

Tempi più lunghi, invece, per la Turbogas

FALCONARA - Dopo il blackout di domenica, procedono regolarmente le operazioni per il "riallineamento" della centrale Igcc nel complesso della raffineria Api di Falconara marittima, che dovrebbe tornare a funzionare a pieno regime entro questa mattina. Tempi più lunghi, invece, per la Turbogas, che necessita di controlli più approfonditi. La centrale Turbogas della Raffineria Api di Falconara marittima, che fornisce energia al Gestore, non ha subito danni a causa del blackout elettrico ed è stata riattivata, anche se entrerà a regime non prima di 24. Lo ha comunicato l'azienda, specificando che dopo la disattivazione da parte del Grtn sarebbe stato ovviamente impossibile mantenere operativa la Turbogas. L'Api ha sottolineato di aver comunque prodotto l'energia necessaria a garantire i servizi vitali per la regione: come la fornitura di gasolio per i gruppi elettronici degli ospedali, delle stazioni ferroviarie e della rete telefonica.

Camerata, attiva solo a gennaio

La centrale per i momenti di emergenza? Non funziona ancora. "Ma poteva solo accelerare la ripresa"

di PIA BACCHIELLI

CAMERATA PICENA - Una vecchia centrale, prima dismessa e poi riesumata. Ricordate questa estate di fuoco, i condizionatori a manetta e le reti che non reggevano. La soluzione era a portata di mano, con Camerata in testa. Ma non prima del 2004 e solo in casi di emergenza. "Una centrale - spiega Giuseppe Ferrara responsabile delle relazioni esterne dell'Enel - individuata per far fronte ai picchi di prelievo. Destinata a funzionare poche ore all'anno nei momenti di emergenza. Certo, non poteva prevenire il blackout dell'altro giorno. Ma ad accelerare la rimessa in servizio degli impianti sì". Invece le Marche sono emerse dal buio più lentamente di altre regioni, in alcune zone del capoluogo luce e acqua sono tornate solo nella serata di domenica. Ore e ore di attesa: niente ascensore, né tv, di un caffè al bar manco a parlarne. "Che dire, anche noi siamo rimasti sorpresi - continua Ferrara - è la prima volta che un fatto del genere succede in Italia. Ma non possiamo rimproverarci nulla. Nelle Marche l'Enel ha mobilitato 200 fra tecnici e opeari che hanno lavorato ininterrottamente dalle 3,30 alle 16,50. E dopo uno choc del genere sarebbe stato facile prevedere che non tutto avrebbe funzionato. Invece tutto è andato bene". Situazione attuale? "Tutto regolare. Anche se potranno esserci distacchi ulteriori". Il sindaco di Camerata Massimo Tittarelli però non la manda giù. E accusa la Regione Marche di non aver ancora approntato il piano energetico, così come previsto dalla legge delega del '90. Senza contare che "uno studio dell'Università dietro commissione della Provincia ha indicato che tre centrali nella Vallesina (Api, Edison e quella appunto di Camerata, ndr) erano troppe". Quindi, ok utilizzare l'impianto nei momenti di picco o di rischio ma tenendo ben d'occhio la salvaguardia dell'ambiente. "La nostra zona - continua Tittarelli - è ad alto rischio. Non è giusto che la comunità della Vallesina si sobbarchi un peso del genere". E rimarca: "Il governo è stato chiaro: alle Regioni la delega della valutazione delle richieste in base alle necessità". Un parere spassionato? "Abbiamo deciso in modo superficiale di non accettare il nucleare. Guardi invece la Francia. E noi adesso siamo costretti a compare elettricità da loro. E lo dico io che sono per le energie rinnovabili e sono contro le antenne dei telefonini. Dobbiamo ripensare al nucleare ma nell'ottica di un piano europeo. E cominciare a considerare che l'energia non può essere trattata come un business ma come un bene essenziale, da garantire a tutti. Insomma, c'è bisogno di una politica di più ampie vedute, che sappia valutare e progettare".

Quando Fiumesino era un piccolo borgo

Gli autori sono Carlo Verdelli e Virginio Villani Il centro è nato come nucleo marinaro Il mistero delle origini di Rocca Priora Venerdì la presentazione di un volume

FALCONARA - Presentazione ufficiale venerdì prossimo (alle 18 nella saletta del castello di Rocca Priora) per il volume "Fiumesino - Storia di un borgo antico" frutto del lavoro di ricerca svolto dagli storici Carlo Verdelli e Virginio Villani. Il lavoro, che sarà presentato dall'assessore alla cultura Fabio Ciceroni e da Gilberto Piccinini docente di storia moderna all'Università di Urbino, vuole ricomporre la storia di un nucleo fondamentale dell'abititato di Falconara, nato attorno alle attività marinare e della pesca. "Fiumesino - avevano spiegato i due storici nel corso di una prima verifica degli studi condotti - era un luogo di passaggio molto importante perché si trovava a margine del ponte, ma proprio per questo era anche assai frequentato da delinquenti e banditi". Accurate ricerche sono state effettuate anche su due luoghi cardine della zona, la chiesetta di S. Lorenzo, edificata dalla comunità di Falconara Alta intorno al 1546 ed il castello di Rocca Priora la cui costruzione data, secondo la tradizione intorno al 1194. Sulle origini di Rocca Priora non esiste nessun documento certo, ma con ogni probabilità il suo scopo era quello di provvedere alla difesa dei territori di Jesi; passata in possesso ad Ancona venne ceduta, nel 1756, a Francesco Trionfi, personaggio importante nella vita economica e sociale della città che nel 1757 divenne marchese di Rocca Priora e Pojole. La Rocca nel 1382 fu presa da Lugi D'Angiò il cui esercito il cronista anconetano Oddo di Biagio definisce "famelico et sitibundo", nelle sue sale nel 1446 furono stipulate le "capitolazioni di Fiumesino" tra il cardinal Scarampo ed Ancona, mentre il 29 aprile 1815 vi sostò l'ex re di Napoli Gioacchno Murat pochi giorni prima che finisse, a Tolentino, il suo sogno di combattere per l'indipendenza italiana. Alla chiesa di San Lorenzo, situata sulla riva opposta del fiume rispetto a Rocca Priora, è da sempre annesso un piccolo convento e nel piccolo edificio è conservata una veneratissima immagine in pietra policroma della Madonna con Bambino, detta anche Madonna della Marina.

 
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