Riallineata la centrale Igcc
dell'Api A rilento l'attività della raffineria
Dopo il black out dell'altro
ieri, procedono regolarmente le operazioni per il
«riallineamento» della centrale Igcc nel complesso della
raffineria Api di Falconara Marittima, che dovrebbe tornare
a funzionare a pieno regime entro questa mattina. Tempi più
lunghi, invece, per la turbogas, che necessita di controlli
più approfonditi. La centrale energetica nel complesso dell'
Api non ha subito danni a causa dell' interruzione elettrica
dell'altro ieri ed è stata riattivata nel giro di poche ore.
«Sull'Iva il Cam si
attiene scrupolosamente alle leggi»
FALCONARA — «Nel determinare
l'Iva, Cam Spa si attiene scrupolosamente alle leggi che
regolano l'erogazione di gas metano per consumi promiscui.
Se applicassimo aliquote diverse, verremmo sanzionati». Con
queste parole l'avvocato Principi, rappresentante
dell'azienda multiservizi di Falconara, ha voluto chiudere
il “capitolo Iva”, aperto alcuni mesi fa dalla locale
sezione di Rifondazione Comunista. Nell'ultima seduta
consiliare, il rappresentante di Rifondazione Massimo
Marcelli Flori aveva rinnovato la richiesta di adeguamento
dell'aliquota applicata ai consumi di metano, che il giudice
di pace di Ancona aveva fissato nel 10 per cento per il
periodo maggio-ottobre, e nel 20 per cento da novembre ad
aprile. «Quello del giudice di pace – ha precisato Principi
– è soltanto un consiglio, che non possiamo recepire».
L'Iva, pertanto, rimarrà al 20 per cento per tutto l'anno.
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Riallineamento in corso per
la centrale dell'Api
Tempi più lunghi, invece, per
la Turbogas
FALCONARA - Dopo il blackout
di domenica, procedono regolarmente le operazioni per il
"riallineamento" della centrale Igcc nel complesso della
raffineria Api di Falconara marittima, che dovrebbe tornare
a funzionare a pieno regime entro questa mattina. Tempi più
lunghi, invece, per la Turbogas, che necessita di controlli
più approfonditi. La centrale Turbogas della Raffineria Api
di Falconara marittima, che fornisce energia al Gestore, non
ha subito danni a causa del blackout elettrico ed è stata
riattivata, anche se entrerà a regime non prima di 24. Lo ha
comunicato l'azienda, specificando che dopo la
disattivazione da parte del Grtn sarebbe stato ovviamente
impossibile mantenere operativa la Turbogas. L'Api ha
sottolineato di aver comunque prodotto l'energia necessaria
a garantire i servizi vitali per la regione: come la
fornitura di gasolio per i gruppi elettronici degli
ospedali, delle stazioni ferroviarie e della rete
telefonica.
Camerata, attiva solo a
gennaio
La centrale per i momenti di
emergenza? Non funziona ancora. "Ma poteva solo accelerare
la ripresa"
di PIA BACCHIELLI
CAMERATA PICENA - Una vecchia
centrale, prima dismessa e poi riesumata. Ricordate questa
estate di fuoco, i condizionatori a manetta e le reti che
non reggevano. La soluzione era a portata di mano, con
Camerata in testa. Ma non prima del 2004 e solo in casi di
emergenza. "Una centrale - spiega Giuseppe Ferrara
responsabile delle relazioni esterne dell'Enel - individuata
per far fronte ai picchi di prelievo. Destinata a funzionare
poche ore all'anno nei momenti di emergenza. Certo, non
poteva prevenire il blackout dell'altro giorno. Ma ad
accelerare la rimessa in servizio degli impianti sì". Invece
le Marche sono emerse dal buio più lentamente di altre
regioni, in alcune zone del capoluogo luce e acqua sono
tornate solo nella serata di domenica. Ore e ore di attesa:
niente ascensore, né tv, di un caffè al bar manco a
parlarne. "Che dire, anche noi siamo rimasti sorpresi -
continua Ferrara - è la prima volta che un fatto del genere
succede in Italia. Ma non possiamo rimproverarci nulla.
Nelle Marche l'Enel ha mobilitato 200 fra tecnici e opeari
che hanno lavorato ininterrottamente dalle 3,30 alle 16,50.
E dopo uno choc del genere sarebbe stato facile prevedere
che non tutto avrebbe funzionato. Invece tutto è andato
bene". Situazione attuale? "Tutto regolare. Anche se
potranno esserci distacchi ulteriori". Il sindaco di
Camerata Massimo Tittarelli però non la manda giù. E accusa
la Regione Marche di non aver ancora approntato il piano
energetico, così come previsto dalla legge delega del '90.
Senza contare che "uno studio dell'Università dietro
commissione della Provincia ha indicato che tre centrali
nella Vallesina (Api, Edison e quella appunto di Camerata,
ndr) erano troppe". Quindi, ok utilizzare l'impianto nei
momenti di picco o di rischio ma tenendo ben d'occhio la
salvaguardia dell'ambiente. "La nostra zona - continua
Tittarelli - è ad alto rischio. Non è giusto che la comunità
della Vallesina si sobbarchi un peso del genere". E rimarca:
"Il governo è stato chiaro: alle Regioni la delega della
valutazione delle richieste in base alle necessità". Un
parere spassionato? "Abbiamo deciso in modo superficiale di
non accettare il nucleare. Guardi invece la Francia. E noi
adesso siamo costretti a compare elettricità da loro. E lo
dico io che sono per le energie rinnovabili e sono contro le
antenne dei telefonini. Dobbiamo ripensare al nucleare ma
nell'ottica di un piano europeo. E cominciare a considerare
che l'energia non può essere trattata come un business ma
come un bene essenziale, da garantire a tutti. Insomma, c'è
bisogno di una politica di più ampie vedute, che sappia
valutare e progettare".
Quando Fiumesino era un
piccolo borgo
Gli autori sono Carlo
Verdelli e Virginio Villani Il centro è nato come nucleo
marinaro Il mistero delle origini di Rocca Priora Venerdì la
presentazione di un volume
FALCONARA - Presentazione
ufficiale venerdì prossimo (alle 18 nella saletta del
castello di Rocca Priora) per il volume "Fiumesino - Storia
di un borgo antico" frutto del lavoro di ricerca svolto
dagli storici Carlo Verdelli e Virginio Villani. Il lavoro,
che sarà presentato dall'assessore alla cultura Fabio
Ciceroni e da Gilberto Piccinini docente di storia moderna
all'Università di Urbino, vuole ricomporre la storia di un
nucleo fondamentale dell'abititato di Falconara, nato
attorno alle attività marinare e della pesca. "Fiumesino -
avevano spiegato i due storici nel corso di una prima
verifica degli studi condotti - era un luogo di passaggio
molto importante perché si trovava a margine del ponte, ma
proprio per questo era anche assai frequentato da
delinquenti e banditi". Accurate ricerche sono state
effettuate anche su due luoghi cardine della zona, la
chiesetta di S. Lorenzo, edificata dalla comunità di
Falconara Alta intorno al 1546 ed il castello di Rocca
Priora la cui costruzione data, secondo la tradizione
intorno al 1194. Sulle origini di Rocca Priora non esiste
nessun documento certo, ma con ogni probabilità il suo scopo
era quello di provvedere alla difesa dei territori di Jesi;
passata in possesso ad Ancona venne ceduta, nel 1756, a
Francesco Trionfi, personaggio importante nella vita
economica e sociale della città che nel 1757 divenne
marchese di Rocca Priora e Pojole. La Rocca nel 1382 fu
presa da Lugi D'Angiò il cui esercito il cronista anconetano
Oddo di Biagio definisce "famelico et sitibundo", nelle sue
sale nel 1446 furono stipulate le "capitolazioni di
Fiumesino" tra il cardinal Scarampo ed Ancona, mentre il 29
aprile 1815 vi sostò l'ex re di Napoli Gioacchno Murat pochi
giorni prima che finisse, a Tolentino, il suo sogno di
combattere per l'indipendenza italiana. Alla chiesa di San
Lorenzo, situata sulla riva opposta del fiume rispetto a
Rocca Priora, è da sempre annesso un piccolo convento e nel
piccolo edificio è conservata una veneratissima immagine in
pietra policroma della Madonna con Bambino, detta anche
Madonna della Marina. |