RASSEGNA STAMPA 18.09.2003

 

MESSAGGERO
Torcia rumorosa, si “riaccende” la polemica

«Ieri dalle 20.45 all' 1.45 della notte un fortissimo rumore proveniente dalla torcia a mare della centrale Igcc della Raffineria Api ha disturbato il riposo di centinaia di cittadini». Lo denuncia in una nota il comitato cittadino di Villanova annunciando che invierà alla Procura della Repubblica le registrazioni, audio e video di quanto accaduto, effettuate dai rappresentanti dell' associazione. Alle loro lamentele, Arpam e Ufficio Ambiente del comune di Falconara avrebbero già risposto che «l' Api li aveva informati della difficoltà di riavviamento della centrale Igcc e del conseguente scarico in torcia di quanto doveva essere bruciato; e che, in realtà, nei quartieri, in quel momento, non erano dislocati fonometri per il rilevamento dei rumori». Da qui la decisione, da parte del comitato, di effettuare delle registrazioni che «verranno inviate alla Procura della Repubblica come ulteriore elemento a sostegno dell' esposto già depositato sulle responsabilità della mancata valutazione dell' impatto acustico della torcia nel progetto della Igcc presentato dall' Api nel 1994 al Ministero dell' Ambiente».

 
RESTO DEL CARLINO
DUE GIORNI FA dalle 20.45 all'1.45 ...

DUE GIORNI FA dalle 20.45 all'1.45 un fortissimo rumore proveniente dalla torcia a mare della centrale Igcc della raffineria Api ha disturbato il riposo di centinaia di cittadini». Lo denuncia il comitato di Villanova annunciando che invierà alla Procura della Repubblica le registrazioni, audio e video di quanto accaduto. Alle loro lamentele, Arpam e Ufficio Ambiente avrebbero già risposto che «l'Api li aveva informati della difficoltà di riavviamento della centrale Igcc e del conseguente scarico in torcia e che, nei quartieri non erano dislocati fonometri per il rilevamento dei rumori».

Ecco i dati sull'impatto della centrale turbogas

di Mario Testi (*)

FERRARA - Le pesanti condizioni climatiche patite dai ferraresi, nei torridi mesi estivi, ci spingono a considerare alcuni aspetti, non secondari, legati alla futura presenza della centrale turbogas sul territorio. Entropia e rendimento termico della centrale: le centrali termoelettriche turbogas, se pur tecnologicamente avanzate come quella prevista per Ferrara, vantano efficienze termiche nette non superiori al 60,2 per cento. Ciò significa che bruciando 109, 6 tonnellate l'ora di gas naturale, come previsto, l'impianto produrrà una quantità enorme di calore. Quest'ultimo sarà trasformato parte in energia elettrica, parte in vapore ed il restante 39,8 % disperso nell'ambiente (inquinamento termico). Si stima che la sola quantità di fumi emessa a 85-90 gradi, da un camino alto 60 metri con diametro di 6,5 metri ad una velocità di 20 metri al secondo, supererà i 34 miliardi di metri cubi l'anno. In prospettiva, è lecito ritenere che una tale quantità di calore contribuirà ad alimentare la già critica canicola estiva, con buona pace di anziani, bimbi e protocollo di Kyoto. Inoltre, le modificazioni ambientali indotte dall'aumento della temperatura dell'aria e dall'inquinamento, potrebbero provocare ripercussioni sul sistema agricolo del territorio circostante la centrale, sia in termini di quantità dei prodotti, sia di qualità dei medesimi. A tal proposito, è solo il caso di ricordare che i recenti orientamenti Unione europea impongono riconversioni volte alla produzione biologica ed al raggiungimento di certificazioni di qualità. Prelievi idrici dal Po. La quantità d'acqua necessaria per il normale funzionamento della centrale turbogas è prevista in 8.430.760 metri cubi l'anno. In periodi di siccità come quello che abbiamo appena trascorso è, mentalmente, utile aver ben presente cosa rappresenti un prelievo idrico di tale portata. Per esempio, è sufficiente considerare che 12 milioni di metri cubi l'anno, sono sufficienti per soddisfare le esigenze d'acqua di circa 60.000 utenze. Oppure sapere che 104.000 metri cubi rappresentano il record storico di consumi per Ferrara, in un giorno particolarmente critico come fu il 24 giugno 2002. Ancora più rappresentativo, forse, sarebbe calcolare la distanza coperta da una fila di contenitori, ottenuta affiancando una di seguito all'altra bottiglie da un litro (8 cm circa di base), riempiti con la stessa quantità d'acqua necessaria a far funzionare per un anno la turbogas. Ci sorprenderemmo nel costatare che sarebbe possibile compiere il giro della terra per oltre 16 volte! Un tale prelievo equivarrebbe ad allacciare al Po, contemporaneamente, circa 42.000 nuove utenze. Incremento della produzione d'anidride carbonica (CO2) locale. Il bollettino ufficiale della Regione Emilia Romagna del 16 gennaio 2003 riporta la produzione pro capite di CO2 italiana ed europea. I valori lì indicati sono rispettivamente: 7,5 tonnellate l'anno per l'Italia e 8,4 tonnellate l'anno per l'Europa. Escludendo ogni altra fonte emissiva di CO2 cittadina, se consideriamo l'anidride carbonica prodotta dalla centrale turbogas (2.960.000 tonnellate l'anno secondo un calcolo contenuto nel S.I.A.) ci rendiamo conto che tale quantitativo, da solo, porterebbe la quota pro capite ferrarese alla preoccupante cifra di oltre 22 tonnellate l'anno. Si noti che per captare totalmente quest'ingente quantità di biossido di carbonio, secondo un calcolo personalmente commissionato all'Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura di Casale Monferrato, occorrerebbe mettere a dimora circa 299.000 ettari di pioppeto! Giova altresì ricordare la conclamata pericolosità dell'anidride carbonica per l'ecosistema. Essa è causa del "buco dell'Ozono, del conseguente «effetto serra» e delle piogge acide. Quest'ultime, sicuramente, destinate ad avere forti ripercussioni sia sull'attività agricola, sia sul complesso monumentale di Ferrara «città patrimonio dell'umanità». Inoltre, varrebbe la pena di considerare questo pericoloso aumento localizzato di CO2 , anche alla luce delle recenti rivelazioni degli scienziati della Harvard Medical School. Questi studiosi hanno dimostrato che il progressivo incremento d'anidride carbonica nell'aria porterà le piante a raddoppiare la produzione di polline, con un forte aumento delle forme allergiche. Sono già noti i costi sociali delle allergie, è fin troppo facile preventivarne un forte aumento. Consumo d'ossigeno (O2). Può valere la pena conoscere, con buona approssimazione, quante tonnellate di O2 saranno sottratte all'ambiente dai processi di combustione della centrale. L'impianto, come detto, brucerà 109,6 tonnellate all'ora di gas naturale. Calcolando che per la combustione di 1Kg di metano sono necessari (stechiometricamente) 3,9 Kg di O2, quantità generalmente maggiorata per evitare incombusti, prevedendo tale maggiorazione in un modico 10%, è facile stimare in almeno 480 tonnellate l'ora la quantità di ossigeno sottratta all'ambiente. Questo dato, poco rassicurante poiché l'impianto brucerà in condizioni meteoclimatiche contraddistinte da frequenti fenomeni di stagnazione dell'aria, assume ancor più rilevanza se relazionato alle 8.000 ore d'esercizio annuale previste per la centrale turbogas.

(*) Consigliere Comunale FI e componente la commissione speciale turbogas

 
CORRIERE ADRIATICO
"Il litorale è a rischio"

Badialetti preoccupato per gli interventi in arrivo

di MARINA MINELLI

FALCONARA - "Evitiamo di fare finta di nulla, il problema dell'erosione della costa è anche nostro e a Falconara abbiamo evitato il peggio solo grazie alle scogliere perché, fino a 30 anni fa, la situazione anche qui era particolarmente critica". Sergio Badialetti, capo gruppo dei Verdi in consiglio comunale interviene su una vicenda che definisce "preoccupante e deve essere risolta in pieno accordo fra diversi comuni". "Se Montemarciano lancia segnali di allarme - prosegue il Verde - Falconara non può ragionare a compartimenti stagni, dobbiamo invece essere solidali e trovare insieme delle soluzioni soddisfacenti per tutti". "La foto apparsa nella 'Guida Turistica di Ancona e provincia' pubblicata nel gennaio del 1971 - commenta Badialetti - è abbastanza eloquente senza l'attuale presenza massiccia di scogliere e pontili anche l'arenile di Falconara sarebbe stato completamente eroso fino alla ferrovia. Altro che piano spiaggia con capanni, gazebo, vialetto pedonale e quant'altro...la manipolazione del territorio è evidente, mentre in passato tutto avveniva naturalmente con il solo apporto del fiume e delle maree". Una constatazione necessaria ed improrogabile che, secondo il capo gruppo dei Verdi, dovrebbe far riflettere sull'impatto ambientale di certe modifiche forzose del territorio visto che "i continui interramenti a mare fatti anche dall'Api, dalla Zipa nel porto di Ancona e da altri, deviano inevitabilmente la spinta del mare sul punto debole di turno, attualmente costituito dal litorale di Marina di Montemarciano". "Stiamo aggredendo un territorio che non è il nostro - afferma Badialetti - dimenticando quello che era la costa in un passato molto recente, mentre conservare la memoria storica forse ci potrebbe aiutare a gestire meglio e anche a progettare il futuro". In una situazione del genere i Verdi vedono con molta preoccupazione il progetto per il porto turistico il cui impatto sul sistema meteo-marino potrebbe essere considerevole. "C'è da risolvere la questione delle barche collocate alla rinfusa lungo l'arenile - dice Badialetti - ma è proprio necessario prevedere un interramento così vasto come quello prospettato dall'architetto Oriol Bohigas che parla addirittura di 400 metri verso mare e dell'attracco addirittura per i traghetti? Non basterebbe, per collocare le imbarcazioni del territorio, realizzare un pontile attrezzato?". Badialetti chiede un ripensamento dei progetti verso mare nel rispetto dell'ambiente.

 
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