Torcia rumorosa, si
“riaccende” la polemica
«Ieri dalle 20.45 all' 1.45
della notte un fortissimo rumore proveniente dalla torcia a
mare della centrale Igcc della Raffineria Api ha disturbato
il riposo di centinaia di cittadini». Lo denuncia in una
nota il comitato cittadino di Villanova annunciando che
invierà alla Procura della Repubblica le registrazioni,
audio e video di quanto accaduto, effettuate dai
rappresentanti dell' associazione. Alle loro lamentele,
Arpam e Ufficio Ambiente del comune di Falconara avrebbero
già risposto che «l' Api li aveva informati della difficoltà
di riavviamento della centrale Igcc e del conseguente
scarico in torcia di quanto doveva essere bruciato; e che,
in realtà, nei quartieri, in quel momento, non erano
dislocati fonometri per il rilevamento dei rumori». Da qui
la decisione, da parte del comitato, di effettuare delle
registrazioni che «verranno inviate alla Procura della
Repubblica come ulteriore elemento a sostegno dell' esposto
già depositato sulle responsabilità della mancata
valutazione dell' impatto acustico della torcia nel progetto
della Igcc presentato dall' Api nel 1994 al Ministero dell'
Ambiente». |
DUE GIORNI FA dalle 20.45
all'1.45 ... DUE
GIORNI FA dalle 20.45 all'1.45 un fortissimo rumore
proveniente dalla torcia a mare della centrale Igcc della
raffineria Api ha disturbato il riposo di centinaia di
cittadini». Lo denuncia il comitato di Villanova annunciando
che invierà alla Procura della Repubblica le registrazioni,
audio e video di quanto accaduto. Alle loro lamentele, Arpam
e Ufficio Ambiente avrebbero già risposto che «l'Api li
aveva informati della difficoltà di riavviamento della
centrale Igcc e del conseguente scarico in torcia e che, nei
quartieri non erano dislocati fonometri per il rilevamento
dei rumori».
Ecco i dati sull'impatto
della centrale turbogas
di Mario Testi (*)
FERRARA - Le pesanti
condizioni climatiche patite dai ferraresi, nei torridi mesi
estivi, ci spingono a considerare alcuni aspetti, non
secondari, legati alla futura presenza della centrale
turbogas sul territorio. Entropia e rendimento termico della
centrale: le centrali termoelettriche turbogas, se pur
tecnologicamente avanzate come quella prevista per Ferrara,
vantano efficienze termiche nette non superiori al 60,2 per
cento. Ciò significa che bruciando 109, 6 tonnellate l'ora
di gas naturale, come previsto, l'impianto produrrà una
quantità enorme di calore. Quest'ultimo sarà trasformato
parte in energia elettrica, parte in vapore ed il restante
39,8 % disperso nell'ambiente (inquinamento termico). Si
stima che la sola quantità di fumi emessa a 85-90 gradi, da
un camino alto 60 metri con diametro di 6,5 metri ad una
velocità di 20 metri al secondo, supererà i 34 miliardi di
metri cubi l'anno. In prospettiva, è lecito ritenere che una
tale quantità di calore contribuirà ad alimentare la già
critica canicola estiva, con buona pace di anziani, bimbi e
protocollo di Kyoto. Inoltre, le modificazioni ambientali
indotte dall'aumento della temperatura dell'aria e
dall'inquinamento, potrebbero provocare ripercussioni sul
sistema agricolo del territorio circostante la centrale, sia
in termini di quantità dei prodotti, sia di qualità dei
medesimi. A tal proposito, è solo il caso di ricordare che i
recenti orientamenti Unione europea impongono riconversioni
volte alla produzione biologica ed al raggiungimento di
certificazioni di qualità. Prelievi idrici dal Po. La
quantità d'acqua necessaria per il normale funzionamento
della centrale turbogas è prevista in 8.430.760 metri cubi
l'anno. In periodi di siccità come quello che abbiamo appena
trascorso è, mentalmente, utile aver ben presente cosa
rappresenti un prelievo idrico di tale portata. Per esempio,
è sufficiente considerare che 12 milioni di metri cubi
l'anno, sono sufficienti per soddisfare le esigenze d'acqua
di circa 60.000 utenze. Oppure sapere che 104.000 metri cubi
rappresentano il record storico di consumi per Ferrara, in
un giorno particolarmente critico come fu il 24 giugno 2002.
Ancora più rappresentativo, forse, sarebbe calcolare la
distanza coperta da una fila di contenitori, ottenuta
affiancando una di seguito all'altra bottiglie da un litro
(8 cm circa di base), riempiti con la stessa quantità
d'acqua necessaria a far funzionare per un anno la turbogas.
Ci sorprenderemmo nel costatare che sarebbe possibile
compiere il giro della terra per oltre 16 volte! Un tale
prelievo equivarrebbe ad allacciare al Po,
contemporaneamente, circa 42.000 nuove utenze. Incremento
della produzione d'anidride carbonica (CO2) locale. Il
bollettino ufficiale della Regione Emilia Romagna del 16
gennaio 2003 riporta la produzione pro capite di CO2
italiana ed europea. I valori lì indicati sono
rispettivamente: 7,5 tonnellate l'anno per l'Italia e 8,4
tonnellate l'anno per l'Europa. Escludendo ogni altra fonte
emissiva di CO2 cittadina, se consideriamo l'anidride
carbonica prodotta dalla centrale turbogas (2.960.000
tonnellate l'anno secondo un calcolo contenuto nel S.I.A.)
ci rendiamo conto che tale quantitativo, da solo, porterebbe
la quota pro capite ferrarese alla preoccupante cifra di
oltre 22 tonnellate l'anno. Si noti che per captare
totalmente quest'ingente quantità di biossido di carbonio,
secondo un calcolo personalmente commissionato all'Istituto
di Sperimentazione per la Pioppicoltura di Casale
Monferrato, occorrerebbe mettere a dimora circa 299.000
ettari di pioppeto! Giova altresì ricordare la conclamata
pericolosità dell'anidride carbonica per l'ecosistema. Essa
è causa del "buco dell'Ozono, del conseguente «effetto
serra» e delle piogge acide. Quest'ultime, sicuramente,
destinate ad avere forti ripercussioni sia sull'attività
agricola, sia sul complesso monumentale di Ferrara «città
patrimonio dell'umanità». Inoltre, varrebbe la pena di
considerare questo pericoloso aumento localizzato di CO2 ,
anche alla luce delle recenti rivelazioni degli scienziati
della Harvard Medical School. Questi studiosi hanno
dimostrato che il progressivo incremento d'anidride
carbonica nell'aria porterà le piante a raddoppiare la
produzione di polline, con un forte aumento delle forme
allergiche. Sono già noti i costi sociali delle allergie, è
fin troppo facile preventivarne un forte aumento. Consumo
d'ossigeno (O2). Può valere la pena conoscere, con buona
approssimazione, quante tonnellate di O2 saranno sottratte
all'ambiente dai processi di combustione della centrale.
L'impianto, come detto, brucerà 109,6 tonnellate all'ora di
gas naturale. Calcolando che per la combustione di 1Kg di
metano sono necessari (stechiometricamente) 3,9 Kg di O2,
quantità generalmente maggiorata per evitare incombusti,
prevedendo tale maggiorazione in un modico 10%, è facile
stimare in almeno 480 tonnellate l'ora la quantità di
ossigeno sottratta all'ambiente. Questo dato, poco
rassicurante poiché l'impianto brucerà in condizioni
meteoclimatiche contraddistinte da frequenti fenomeni di
stagnazione dell'aria, assume ancor più rilevanza se
relazionato alle 8.000 ore d'esercizio annuale previste per
la centrale turbogas.
(*) Consigliere Comunale FI e
componente la commissione speciale turbogas |
"Il litorale è a rischio"
Badialetti preoccupato per
gli interventi in arrivo
di MARINA MINELLI
FALCONARA - "Evitiamo di fare
finta di nulla, il problema dell'erosione della costa è
anche nostro e a Falconara abbiamo evitato il peggio solo
grazie alle scogliere perché, fino a 30 anni fa, la
situazione anche qui era particolarmente critica". Sergio
Badialetti, capo gruppo dei Verdi in consiglio comunale
interviene su una vicenda che definisce "preoccupante e deve
essere risolta in pieno accordo fra diversi comuni". "Se
Montemarciano lancia segnali di allarme - prosegue il Verde
- Falconara non può ragionare a compartimenti stagni,
dobbiamo invece essere solidali e trovare insieme delle
soluzioni soddisfacenti per tutti". "La foto apparsa nella
'Guida Turistica di Ancona e provincia' pubblicata nel
gennaio del 1971 - commenta Badialetti - è abbastanza
eloquente senza l'attuale presenza massiccia di scogliere e
pontili anche l'arenile di Falconara sarebbe stato
completamente eroso fino alla ferrovia. Altro che piano
spiaggia con capanni, gazebo, vialetto pedonale e quant'altro...la
manipolazione del territorio è evidente, mentre in passato
tutto avveniva naturalmente con il solo apporto del fiume e
delle maree". Una constatazione necessaria ed improrogabile
che, secondo il capo gruppo dei Verdi, dovrebbe far
riflettere sull'impatto ambientale di certe modifiche
forzose del territorio visto che "i continui interramenti a
mare fatti anche dall'Api, dalla Zipa nel porto di Ancona e
da altri, deviano inevitabilmente la spinta del mare sul
punto debole di turno, attualmente costituito dal litorale
di Marina di Montemarciano". "Stiamo aggredendo un
territorio che non è il nostro - afferma Badialetti -
dimenticando quello che era la costa in un passato molto
recente, mentre conservare la memoria storica forse ci
potrebbe aiutare a gestire meglio e anche a progettare il
futuro". In una situazione del genere i Verdi vedono con
molta preoccupazione il progetto per il porto turistico il
cui impatto sul sistema meteo-marino potrebbe essere
considerevole. "C'è da risolvere la questione delle barche
collocate alla rinfusa lungo l'arenile - dice Badialetti -
ma è proprio necessario prevedere un interramento così vasto
come quello prospettato dall'architetto Oriol Bohigas che
parla addirittura di 400 metri verso mare e dell'attracco
addirittura per i traghetti? Non basterebbe, per collocare
le imbarcazioni del territorio, realizzare un pontile
attrezzato?". Badialetti chiede un ripensamento dei progetti
verso mare nel rispetto dell'ambiente. |