RESTO DEL CARLINO |
«Contro la Provincia
sosteniamo l'amministrazione e il Consiglio»
FALCONARA — «Reputiamo
assolutamente giusta la controdeduzione proposta
dall'amministrazione comunale e approvata dal Consiglio che
si oppone a quanto richiesto dalla Provincia». E' sempre
aperto il dibattito sul rinnovo della concessione alla
raffineria Api e, i Comitati cittadini dopo aver condotto
aspre lotte contro il Comune, sostengono l'azione intrapresa
dall'ente. «Abbiamo accolto con notevole soddisfazione —
scrivono i comitati — il voto favorevole espresso non solo
dalla maggioranza, ma anche da parte di Verdi e di Alleanza
nazionale; segno tangibile di una estesa volontà politica a
volere risolvere gli innumerevoli e complessi problemi
legati alla pericolosa e limitativa presenza degli impianti
della raffineria Api nel territorio. L'Atto approvato dal
Consiglio comunale di Falconara — spiegano ancora — va nel
senso di quanto sostenuto dai comitati nella recente lettera
aperta inviata al presidente della Provincia, nella quale
sosteniamo che tutti i Piani, i progetti e gli atti che le
amministrazioni pubbliche hanno elaborato e deliberato sono
stati cambiati, stravolti o, addirittura, affossati a causa
del rinnovo della concessione alla raffineria ed al connesso
spostamento della linea ferroviaria che proprio la stessa
raffineria ha inglobato (by-pass Api)». I comitati dunque si
uniscono nella battaglia burocratica giocata appunto sulla
carta. Il Comune ha manifestato ormai il suo intento a non
modificare il piano regolatore generale riportando nel
progetto urbanistico la data del 2020 come scadenza della
concessione all'industria petrolifera. Staremo a vedere cosa
ne dirà la Provincia.
Francamente cade la penna
al dover
di Nicola Armaroli (*) e
Claudio Po (**)
FERRARA - Francamente cade la
penna al dover ribadire ancora una volta l'autorevolezza e
la vastità delle nostre fonti di informazione mai messe in
discussione, nel merito, da nessuno. Dire che il nostro
lavoro è unicamente basato su "una ricerca di letteratura" è
totalmente falso. Chiunque può verificare, leggendo
l'articolo; non occorre una laurea specialistica. E' ora
possibile scaricarlo via Internet su
http://www.e-gazette.it/approfondimenti/ap368.htm. La
bibliografia del lavoro riporta trentacinque documenti.
Quanto all'"improvvisazione", possiamo garantire che in
questi mesi di studio e dibattiti sulle centrali turbogas,
abbiamo incontrato parecchi improvvisatori e non solo. Ci
resta la consolazione di essere in buona compagnia. Per
quanto riguarda le critiche di ARPA al nostro lavoro uno di
noi invierà le opportune contro-osservazioni all'Ing.
Minarelli e a tutti i politici regionali a cui egli
risponde. Ci muoveremo sul piano istituzionale: siamo
persone corrette e non facciamo proclami alla stampa, senza
eccezioni. Non saranno le provocazioni di chicchessia a
farci smuovere di un passo dalla linea che c'impone la
nostra professionalità. Qui ci limitiamo a dire che non è
stato difficile criticare severamente un documento che, a
tratti, è di un'approssimazione imbarazzante. Approfittiamo
invece dell'ospitalità che ci offre il Carlino per sollevare
alcune questioni sul metodo usato da ARPA in questa
circostanza.
1) ARPA pubblica critiche ed attacchi al nostro lavoro sul
proprio sito web, sulla propria rivista e, appunto, sui
quotidiani. Questo non è il modo corretto di condurre
discussioni tecnico-scientifiche. Se Arpa vuole smentirci o
criticarci ha il dovere di rimanere sullo stesso piano su
cui ci siamo mossi noi. Ovvero utilizzi una rivista
scientifica quotata per dimostrare che i dati che abbiamo
riportato, peraltro noti in tutto il mondo dall'America
all'Estremo Oriente passando per l'Europa, sono
inattendibili.
2) Tutto quanto pubblicato sul sito di ARPA non è firmato.
Capiamo il "gioco di squadra", però sarebbe utile sapere con
chi ci si deve confrontare e con chi si deve discutere.
L'anonimato non è un bel biglietto da visita per
un'Istituzione Pubblica.
3) Ci aspettavamo un ringraziamento per la vasta
documentazione scientifica che ARPA ed altre pubbliche
amministrazioni ci hanno richiesto in questi mesi, e che noi
abbiamo prontamente messo a disposizione. Invece veniamo
tacciati di essere improvvisatori e dilettanti. Se questo è
vero come possiamo definire chi, avendo la responsabilità di
dare consulenze chiave per la costruzione di impianti
industriali a forte impatto ambientale e sanitario, mostra
serie lacune e scarso aggiornamento sulla letteratura
tecnico-scientifica internazionale in materia? Perché queste
conoscenze non erano nella disponibilità degli Enti
preposti?
Infine, una considerazione di più largo respiro. L'Emilia
Romagna è una regione ad elevata scolarizzazione, con centri
di ricerca e scienziati di fama internazionale. L'Unione
Europea richiama di continuo alla necessità di costruire in
Europa una "Società della Conoscenza". L'informazione
viaggia alla velocità della luce. Oggigiorno, gruppi di
cittadini motivati e ben documentati possono reperire gli
strumenti per capire in profondità i problemi che li
riguardano, specie quando si tratta di salute ed ambiente.
Non è il caso di reagire con fastidio quando dei cittadini
si dimostrano capaci di entrare con competenza nel merito di
problemi tecnico-scientifici anche complessi. In futuro,
questo accadrà sempre più spesso. E' auspicabile che chi
ardisce indagare a fondo non venga sistematicamente
screditato da chi, dovendo difendere l'ambiente e trovandosi
in difficoltà, non trova altre argomentazioni se non il
pubblico ludibrio per "gli eretici". E' giunto il momento
che la nostra "classe dirigente" si renda conto cosa
significhi Globalizzazione della Conoscenza e quali
conseguenze essa comporti, specie per chi ha responsabilità
decisionali. Vale davvero la pena riflettere sul
provincialismo d'altri tempi che sottende al tentativo di
screditare conoscenze scientifiche prodotte e divulgate in
tutto il mondo, cercando di sostenere una Verità diversa per
la nostra piccola realtà locale. Rimaniamo comunque
ottimisti sul fatto che si possa instaurare con ARPA un
dialogo sereno e senza pregiudiziali. Sulle centrali a
turbogas notiamo con piacere che finalmente ARPA sottolinea
la necessità di (1) analizzare adeguatamente la produzione
di particolato secondario; (2) effettuare studi sull'impatto
ambientale relativi all'intero ciclo di vita degli impianti;
(3) selezionare solo le proposte di centrali che assicurino
un miglioramento del quadro emissivo preesistente. Sono
alcune delle tesi chiave del nostro lavoro. Coloro che per
primi in Italia hanno indicato queste strade, suscitando
tanto inatteso clamore e malcelato fastidio, saranno ben
lieti di discuterne in modo costruttivo. Nicola Armaroli
(*) Ricercatore Chimico,
Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna Claudio Po
(**) Medico Igienista |
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CORRIERE ADRIATICO |
I comitati cittadini "Api e
Prg Siamo d'accordo col Comune"
FALCONARA - A proposito del
dibattito e della votazione durante l'ultimo consiglio
comunale della "controdeduzione" dell'amministrazione
cittadina alla deliberazione della Provincia di Ancona che
non ha approvato il Piano regolatore generale di Falconara
per la parte riguardante l'area Api, i comitati cittadini -
25 agosto, Villanova e Fiumesino - fanno sapere di ritenere
"assolutamente giusta la controdeduzione". "Abbiamo accolto
- si legge in una nota - con notevole soddisfazione il voto
favorevole espresso non solo dalla maggioranza, ma anche da
parte di Verdi e di Alleanza nazionale; segno tangibile di
una estesa volontà politica a volere risolvere gli
innumerevoli e complessi problemi legati alla pericolosa e
limitativa presenza degli impianti della raffineria Api nel
territorio". Secondo i comitati l'atto approvato dal
consiglio comunale va nel senso di quanto sostenuto dagli
stessi nella recente lettera aperta inviata al presidente
della Provincia che ha spostato al 2020 il termine ultimo
per la delocalizzazione della raffineria, violando, secondo
i tecnici legali ed urbanistici dell'amministrazione
falconarese, strumenti normativi già adottati. "Nel
documento inviato a Giancarli - proseguono i delegati -
abbiamo evidenziato come tutti i piani, i progetti e gli
atti che le amministrazioni pubbliche hanno elaborato e
deliberato (.) sono stati cambiati, stravolti o,
addirittura, affossati". |
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ECONEWS (Verdi) |
Energie rinnovabili. Utopia
esiste e si chiama Friburgo
Friburgo puo vantarsi di
essere forse la città più ecologica d Europa, ed ha
l'ambizione di ridurre del 25% entro il 2010 la quantità di
biossido di azoto immessa nell'atmosfera. Nella sua area
industriale sono localizzate cinquecento aziende attive nel
settore della ricerca e della produzione di tecnologie
applicate alla fonti rinnovabili. Tetti e facciate sono
rivolti a sud e sono attrezzati con pannelli solari,
fotovoltaici e schermati, progettati da designer e
architetti che hanno raccolto la sfida di trasformarli in
oggetti d'arte, e che d'inverno catturano il sole e d'estate
lo filtrano per garantire condizioni climatiche ottimali. Le
ringhiere dei balconi vi sembrano piu spesse del normale? E
perché ci si lava con l'acqua che scorre al loro interno e
si riscalda al sole. Ma il vero monumento di questa città
del sole e la Solarhaus, il simbolo e il prototipo della
casa solare: 145 metri quadrati servita da sistemi di
riscaldamento, produzione dall'energia solare di acqua calda
e l'elettricità. La facciata sud è formata da 89 metri
quadrati di isolamento opaco che protegge dal calore e serve
da sistema solare passivo, in grado di produrre 6000 rwh
l'anno. E' dotata inoltre di un dispositivo di produzione
energetica in grado di dividere l'idrogeno e l'ossigeno
dall'acqua mediante elettrolisi, permettendo di impiegare
l'idrogeno come fonte energetica a lungo termine, come
combustibile nell'area cucine e come fonte di riscaldamento
ulteriore nei mesi invernali. Ma la Solarhaus non è più un
caso di studio. L'edilizia ecologica ha trovato applicazione
a tutti i livelli. I cittadini possono acquistare quote di
un impianto fotovoltaico, pur non essendo proprietari di un
tetto solare, permettendo la realizzazione su edifici
privati e pubblici di impianti fotovoltaici collegati alla
rete per oltre 300 kw. Anche il sistema finanziario
collabora erogando incentivi economici per i cittadini che
installano impianti solari, termici o fotovoltaici. Inoltre,
dal 1999 ogni consumatore di elettricità, anche se non ha
installato un proprio impianto contribuisce aderendo alle
cooperative solari. Così un intero quartiere della città è
stato progettato e costruito in verde. E il Distretto Vauban,
dove la maggior parte degli edifici e' solare. Esemplare tra
tutti il Wohnen und Arbeiten (Vivere e lavorare): conserva
l'85% dell'energia con un costo maggiorato di appena 7%;
l'impianto di ventilazione recupera l'82% delle calorie
provenienti dall'impianto di riscaldamento; i gas prodotti
dall'impianto di fognatura servono per cucinare; la
maggioranza delle finestre si affaccia a sud, per recuperare
e incamerare la luce solare. Solo meta dei residenti usa
l'auto e la parcheggia fuori da quartiere in un edificio
multipiano ricoperto di pannelli, che lascia liberi gli
spazi esterni e i giardini. Accanto e sorto Schlierberg,
edificato con case a schiera a surplus Energia,in grado cioè
di rimettere in rete l'energia in eccesso rispetto a quella
consumata. |
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