RASSEGNA STAMPA 09.09.2003

 

RESTO DEL CARLINO
«Contro la Provincia sosteniamo l'amministrazione e il Consiglio»

FALCONARA — «Reputiamo assolutamente giusta la controdeduzione proposta dall'amministrazione comunale e approvata dal Consiglio che si oppone a quanto richiesto dalla Provincia». E' sempre aperto il dibattito sul rinnovo della concessione alla raffineria Api e, i Comitati cittadini dopo aver condotto aspre lotte contro il Comune, sostengono l'azione intrapresa dall'ente. «Abbiamo accolto con notevole soddisfazione — scrivono i comitati — il voto favorevole espresso non solo dalla maggioranza, ma anche da parte di Verdi e di Alleanza nazionale; segno tangibile di una estesa volontà politica a volere risolvere gli innumerevoli e complessi problemi legati alla pericolosa e limitativa presenza degli impianti della raffineria Api nel territorio. L'Atto approvato dal Consiglio comunale di Falconara — spiegano ancora — va nel senso di quanto sostenuto dai comitati nella recente lettera aperta inviata al presidente della Provincia, nella quale sosteniamo che tutti i Piani, i progetti e gli atti che le amministrazioni pubbliche hanno elaborato e deliberato sono stati cambiati, stravolti o, addirittura, affossati a causa del rinnovo della concessione alla raffineria ed al connesso spostamento della linea ferroviaria che proprio la stessa raffineria ha inglobato (by-pass Api)». I comitati dunque si uniscono nella battaglia burocratica giocata appunto sulla carta. Il Comune ha manifestato ormai il suo intento a non modificare il piano regolatore generale riportando nel progetto urbanistico la data del 2020 come scadenza della concessione all'industria petrolifera. Staremo a vedere cosa ne dirà la Provincia.

Francamente cade la penna al dover

di Nicola Armaroli (*) e Claudio Po (**)

FERRARA - Francamente cade la penna al dover ribadire ancora una volta l'autorevolezza e la vastità delle nostre fonti di informazione mai messe in discussione, nel merito, da nessuno. Dire che il nostro lavoro è unicamente basato su "una ricerca di letteratura" è totalmente falso. Chiunque può verificare, leggendo l'articolo; non occorre una laurea specialistica. E' ora possibile scaricarlo via Internet su http://www.e-gazette.it/approfondimenti/ap368.htm. La bibliografia del lavoro riporta trentacinque documenti. Quanto all'"improvvisazione", possiamo garantire che in questi mesi di studio e dibattiti sulle centrali turbogas, abbiamo incontrato parecchi improvvisatori e non solo. Ci resta la consolazione di essere in buona compagnia. Per quanto riguarda le critiche di ARPA al nostro lavoro uno di noi invierà le opportune contro-osservazioni all'Ing. Minarelli e a tutti i politici regionali a cui egli risponde. Ci muoveremo sul piano istituzionale: siamo persone corrette e non facciamo proclami alla stampa, senza eccezioni. Non saranno le provocazioni di chicchessia a farci smuovere di un passo dalla linea che c'impone la nostra professionalità. Qui ci limitiamo a dire che non è stato difficile criticare severamente un documento che, a tratti, è di un'approssimazione imbarazzante. Approfittiamo invece dell'ospitalità che ci offre il Carlino per sollevare alcune questioni sul metodo usato da ARPA in questa circostanza.
1) ARPA pubblica critiche ed attacchi al nostro lavoro sul proprio sito web, sulla propria rivista e, appunto, sui quotidiani. Questo non è il modo corretto di condurre discussioni tecnico-scientifiche. Se Arpa vuole smentirci o criticarci ha il dovere di rimanere sullo stesso piano su cui ci siamo mossi noi. Ovvero utilizzi una rivista scientifica quotata per dimostrare che i dati che abbiamo riportato, peraltro noti in tutto il mondo dall'America all'Estremo Oriente passando per l'Europa, sono inattendibili.
2) Tutto quanto pubblicato sul sito di ARPA non è firmato. Capiamo il "gioco di squadra", però sarebbe utile sapere con chi ci si deve confrontare e con chi si deve discutere. L'anonimato non è un bel biglietto da visita per un'Istituzione Pubblica.
3) Ci aspettavamo un ringraziamento per la vasta documentazione scientifica che ARPA ed altre pubbliche amministrazioni ci hanno richiesto in questi mesi, e che noi abbiamo prontamente messo a disposizione. Invece veniamo tacciati di essere improvvisatori e dilettanti. Se questo è vero come possiamo definire chi, avendo la responsabilità di dare consulenze chiave per la costruzione di impianti industriali a forte impatto ambientale e sanitario, mostra serie lacune e scarso aggiornamento sulla letteratura tecnico-scientifica internazionale in materia? Perché queste conoscenze non erano nella disponibilità degli Enti preposti?
Infine, una considerazione di più largo respiro. L'Emilia Romagna è una regione ad elevata scolarizzazione, con centri di ricerca e scienziati di fama internazionale. L'Unione Europea richiama di continuo alla necessità di costruire in Europa una "Società della Conoscenza". L'informazione viaggia alla velocità della luce. Oggigiorno, gruppi di cittadini motivati e ben documentati possono reperire gli strumenti per capire in profondità i problemi che li riguardano, specie quando si tratta di salute ed ambiente. Non è il caso di reagire con fastidio quando dei cittadini si dimostrano capaci di entrare con competenza nel merito di problemi tecnico-scientifici anche complessi. In futuro, questo accadrà sempre più spesso. E' auspicabile che chi ardisce indagare a fondo non venga sistematicamente screditato da chi, dovendo difendere l'ambiente e trovandosi in difficoltà, non trova altre argomentazioni se non il pubblico ludibrio per "gli eretici". E' giunto il momento che la nostra "classe dirigente" si renda conto cosa significhi Globalizzazione della Conoscenza e quali conseguenze essa comporti, specie per chi ha responsabilità decisionali. Vale davvero la pena riflettere sul provincialismo d'altri tempi che sottende al tentativo di screditare conoscenze scientifiche prodotte e divulgate in tutto il mondo, cercando di sostenere una Verità diversa per la nostra piccola realtà locale. Rimaniamo comunque ottimisti sul fatto che si possa instaurare con ARPA un dialogo sereno e senza pregiudiziali. Sulle centrali a turbogas notiamo con piacere che finalmente ARPA sottolinea la necessità di (1) analizzare adeguatamente la produzione di particolato secondario; (2) effettuare studi sull'impatto ambientale relativi all'intero ciclo di vita degli impianti; (3) selezionare solo le proposte di centrali che assicurino un miglioramento del quadro emissivo preesistente. Sono alcune delle tesi chiave del nostro lavoro. Coloro che per primi in Italia hanno indicato queste strade, suscitando tanto inatteso clamore e malcelato fastidio, saranno ben lieti di discuterne in modo costruttivo. Nicola Armaroli

(*) Ricercatore Chimico, Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna Claudio Po
(**) Medico Igienista

 
CORRIERE ADRIATICO
I comitati cittadini "Api e Prg Siamo d'accordo col Comune"

FALCONARA - A proposito del dibattito e della votazione durante l'ultimo consiglio comunale della "controdeduzione" dell'amministrazione cittadina alla deliberazione della Provincia di Ancona che non ha approvato il Piano regolatore generale di Falconara per la parte riguardante l'area Api, i comitati cittadini - 25 agosto, Villanova e Fiumesino - fanno sapere di ritenere "assolutamente giusta la controdeduzione". "Abbiamo accolto - si legge in una nota - con notevole soddisfazione il voto favorevole espresso non solo dalla maggioranza, ma anche da parte di Verdi e di Alleanza nazionale; segno tangibile di una estesa volontà politica a volere risolvere gli innumerevoli e complessi problemi legati alla pericolosa e limitativa presenza degli impianti della raffineria Api nel territorio". Secondo i comitati l'atto approvato dal consiglio comunale va nel senso di quanto sostenuto dagli stessi nella recente lettera aperta inviata al presidente della Provincia che ha spostato al 2020 il termine ultimo per la delocalizzazione della raffineria, violando, secondo i tecnici legali ed urbanistici dell'amministrazione falconarese, strumenti normativi già adottati. "Nel documento inviato a Giancarli - proseguono i delegati - abbiamo evidenziato come tutti i piani, i progetti e gli atti che le amministrazioni pubbliche hanno elaborato e deliberato (.) sono stati cambiati, stravolti o, addirittura, affossati".

 
ECONEWS (Verdi)
Energie rinnovabili. Utopia esiste e si chiama Friburgo

Friburgo puo vantarsi di essere forse la città più ecologica d Europa, ed ha l'ambizione di ridurre del 25% entro il 2010 la quantità di biossido di azoto immessa nell'atmosfera. Nella sua area industriale sono localizzate cinquecento aziende attive nel settore della ricerca e della produzione di tecnologie applicate alla fonti rinnovabili. Tetti e facciate sono rivolti a sud e sono attrezzati con pannelli solari, fotovoltaici e schermati, progettati da designer e architetti che hanno raccolto la sfida di trasformarli in oggetti d'arte, e che d'inverno catturano il sole e d'estate lo filtrano per garantire condizioni climatiche ottimali. Le ringhiere dei balconi vi sembrano piu spesse del normale? E perché ci si lava con l'acqua che scorre al loro interno e si riscalda al sole. Ma il vero monumento di questa città del sole e la Solarhaus, il simbolo e il prototipo della casa solare: 145 metri quadrati servita da sistemi di riscaldamento, produzione dall'energia solare di acqua calda e l'elettricità. La facciata sud è formata da 89 metri quadrati di isolamento opaco che protegge dal calore e serve da sistema solare passivo, in grado di produrre 6000 rwh l'anno. E' dotata inoltre di un dispositivo di produzione energetica in grado di dividere l'idrogeno e l'ossigeno dall'acqua mediante elettrolisi, permettendo di impiegare l'idrogeno come fonte energetica a lungo termine, come combustibile nell'area cucine e come fonte di riscaldamento ulteriore nei mesi invernali. Ma la Solarhaus non è più un caso di studio. L'edilizia ecologica ha trovato applicazione a tutti i livelli. I cittadini possono acquistare quote di un impianto fotovoltaico, pur non essendo proprietari di un tetto solare, permettendo la realizzazione su edifici privati e pubblici di impianti fotovoltaici collegati alla rete per oltre 300 kw. Anche il sistema finanziario collabora erogando incentivi economici per i cittadini che installano impianti solari, termici o fotovoltaici. Inoltre, dal 1999 ogni consumatore di elettricità, anche se non ha installato un proprio impianto contribuisce aderendo alle cooperative solari. Così un intero quartiere della città è stato progettato e costruito in verde. E il Distretto Vauban, dove la maggior parte degli edifici e' solare. Esemplare tra tutti il Wohnen und Arbeiten (Vivere e lavorare): conserva l'85% dell'energia con un costo maggiorato di appena 7%; l'impianto di ventilazione recupera l'82% delle calorie provenienti dall'impianto di riscaldamento; i gas prodotti dall'impianto di fognatura servono per cucinare; la maggioranza delle finestre si affaccia a sud, per recuperare e incamerare la luce solare. Solo meta dei residenti usa l'auto e la parcheggia fuori da quartiere in un edificio multipiano ricoperto di pannelli, che lascia liberi gli spazi esterni e i giardini. Accanto e sorto Schlierberg, edificato con case a schiera a surplus Energia,in grado cioè di rimettere in rete l'energia in eccesso rispetto a quella consumata.

 
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