RESTO DEL CARLINO |
CHIAREZZA SU QUANTO accaduto
... CHIAREZZA SU
QUANTO accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì scorso. E'
quanto chiedono i residenti di via Ugo Bassi, a Villanova,
che hanno assistito, tra le 18 e le 19, ad un intervento dei
vigili del fuoco su un carro merci parcheggiato presso lo
scalo ferroviario. In una lettera indirizzata al comando
provinciale dei vigili del fuoco di Ancona, al sindaco di
Falconara, agli assessori all'Ambiente di Regione, Provincia
e Comune, all'assessore regionale ai Trasporti, all'Arpam e,
per conoscenza, al Prefetto di Ancona, gli abitanti della
zona, rappresentati dal locale comitato cittadino, segnalano
l'episodio e domandano chiarimenti circa la natura
dell'incidente ed il grado di reattività all'emergenza del
personale ferroviario. L'associazione di quartiere chiede
inoltre se i responsabili dello scalo abbiano rispettato
eventuali obblighi di allertamento di tutte le autorità ed
amministrazioni preposte e se il carro merci oggetto
dell'intervento dei vigili del fuoco fosse in sosta ad
un'adeguata distanza dalle abitazioni. Gli inquilini dei
condomini confinanti con lo scalo non hanno comunque notato
fumo o cattivi odori.
TOPI E SERPENTI invadono
Villanova ...
TOPI E SERPENTI invadono
Villanova ed il tratto di ferrovia che attraversa il
quartiere balza di nuovo al centro delle polemiche. Sotto
accusa, stavolta, c'è l'incuria mostrata da Rete Ferroviaria
Italiana Spa nei confronti della proprietà confinante con
via Aspromonte, a margine dei binari, dove crescono,
inarrestabili, le erbe infestanti. La vegetazione incolta ha
creato «un habitat favorevole a ratti e serpi», che vengono
avvistati quotidianamente dagli abitanti, spesso in
prossimità delle abitazioni. I residenti di via Aspromonte,
sostenuti dal Comitato cittadino di Villanova, hanno
inoltrato una segnalazione al sindaco di Falconara e al
responsabile del Servizio Igiene e Sanità Pubblica di
Ancona, ed hanno chiesto ad RFI Spa «di ripristinare una
normale situazione igienica ed adottare una diligente cura
delle proprietà confinanti con zone residenziali». Dopo il
sopralluogo del servizio di Igiene e Sanità Pubblica di
Ancona, il responsabile Lamberto Farroni ha scritto a
Carletti (e per conoscenza al comitato) confermando «la
presenza di una folta vegetazione incolta». |
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LIBERAZIONE |
Prestige, effetti di un
disastro ecologico
Le registrazioni delle
imbarcazioni coperte da segreti societari inviolabili
di Laura Eduati
Madrid - Sono passati dieci
mesi dal tredici novembre 2002, giorno in cui la petroliera
Prestige, carica di 77mila tonnellate di greggio, malamente
stipate nel suo ventre vecchio di 26 anni e senza la
regolamentare doppia rivestizione, si spaccava in due e
affondava al largo della Galizia, rilasciando in mare 40mila
tonnellate di petrolio. Dieci mesi di maree nere, di
volontari armati di pale e secchi sulle spiagge a
scongiurare ciò che poi è avvenuto, ossia il peggior
disastro ecologico di Spagna, pece vischiosa e letale che ha
incatramato le coste fino al paese Basco, spingendosi in
Francia e in Portogallo. Migliaia di famiglie di pescatori
senza sussistenza se non una magra pensione ad hoc,
pescherecci ormeggiati per settimane, un'intera regione, la
verde e povera Galizia, sull'orlo del collasso economico,
sinché il governo, a fine maggio, non ha assicurato che le
condizioni del mare erano, come promesso, "ripristinate":
via libera dunque anche ai turisti ansiosi di una nuova
vacanza al mare nella paradisiaca costa galiziana, ingannati
da un serie di bandierine blu indicanti la balneabilità
delle spiagge, si sono dovuti poi armare di cotone e acqua
ragia per raschiare dal corpo le minuscole palline di
petrolio e sabbia ancora presenti sulla costa. Ma il mare
non era pulito? Ennesima bugia di un indolente esecutivo,
che sin dai primi momenti ha messo in atto un meccanismo di
omissioni, intralci, minimizzazioni: come quella di Mariano
Rajoy, appena designato da Aznar come suo successore, che a
pochi giorni dal naufragio, in qualità di vice premier
tentava di spiegare che ciò che fuoriusciva dalla carcassa
della petroliera non erano altro che "poche gocce". Poi, una
serie di frustranti scaricabarile nel tentativo di
scongiurare la responsabilità - "criminale", secondo gli
esperti di Marina - di chi decise di allontanare la
petroliera dalla costa, allargando il raggio d'azione delle
maree nere fino a lambire le coste francesi e portoghesi.
Intanto, lontano dai giochi di "prestigio" della politica,
almeno 40mila volatili appartenenti a varie specie, morivano
soffocati dal catrame. E nelle strade del paese il grido di
protesta e indignazione coordinato dalla Plataforma Nunca
Maìs. Ma il governo, dopo le amministrative del 25 maggio,
ha chiuso i rubinetti degli aiuti ai pescatori. La compagnia
petrolifera Repsol ha ricevuto già questa primavera
l'autorizzazione dal governo di estrarre il petrolio ancora
conservato nei barili in fondo al mare, ma l'operazione è
stata procrastinata ai primi mesi del 2004. In fuga anche i
responsabili del disastro: il tribunale della città
galiziana di Concurbiòn cerca da mesi di venire a capo del
labirinto di società off-shore a scatola cinese legate alla
Prestige, inutilmente. Le registrazioni delle imbarcazioni
sono coperte da segreti societari che, grazie ad un pugno di
clausole avallate dai governi, risultano inviolabili anche
dal diritto internazionale. Nel frattempo pochi sono stati i
responsabili del governo spagnolo ad aver ottenuto dal
Parlamento l'autorizzazione a comparire innanzi al giudice
delle indagini preliminari. E il 28 agosto giunge la notizia
della petroliera Spiridòn che al largo delle già flagellate
coste galiziane stava scaricando illegalmente in mare
idrocarburi. Non è la prima volta: si scaricano residui
nocivi anche al largo delle Baleari, della Canarie, e della
costa andaluso-valenciana. Ma il punto più critico
denunciano gli Ecologistas en Acciòn, è lo stretto di
Gibilterra, dove vengono pulite le petroliere e dove
addirittura un complesso petrolchimico scarica crudo in
acqua. Ora, lo studio sulle coste iberiche sarà inviato
all'Unione Europea nella speranza che vengano adottate norme
rigide e uguali per tutti. |
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