RASSEGNA STAMPA 28.08.2003

 

MESSAGGERO
By-pass, Carletti si consiglia con An

Il sindaco incontra in una sala privata dell’aeroporto l’onorevole Bocchini e il consigliere Ciccioli. In discussione il nodo del passante ferroviario

Il Comune scavalca Provincia e Regione e passa al confronto diretto con le forze di Governo

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA - An e Ds di nuovo a tavolino per affrontare la questione del by-pass Api. L’onorevole Bocchini, di passaggio nelle Marche, e il sindaco di Falconara, Giancarlo Carletti, si sono incontrati domenica scorsa in una saletta privata dell’aeroporto di Falconara. Ambienti ben informati, vicino ai due partiti, attribuiscono notevole importanza all’incontro. Tra l’altro, vi ha partecipato anche il consigliere regionale An Carlo Ciccioli, accompagnato da Massimo Bello (An). Il nodo del raccordo ferroviario anti-raffineria che dovrebbe evitare il passaggio dei treni all’interno dello stabilimento grazie ad una deviazione dei binari poco prima della Rocca crea ancora perplessità. Questo, almeno, quanto si può desumere da quest’incontro, svolto senza la presenza di Provincia e Regione, con cui finora il Comune - su questo preciso argomento - è stato concorde. Infatti, se da un lato il rinnovo della concessione Api ha causato un momento di rottura tra i tre enti - ricordiamo che l’ente locale non ha firmato il via libera per la permanenza dello stabilimento - dall’altro la decisione di realizzare il by-pass ferroviario Api è stata presa di comune accordo. Anzi, all’inizio il Comune non era ben disposto all’intervento, poi considerando l’arretramento del by-pass più verso l’interno e il conseguente mantenimento del quartiere di Fiumesino allo stato attuale l’ente locale aveva detto sì. Un progetto questo appoggiato da tutte le forze politiche, compresa una parte dell’opposizione (vedi Forza Italia), ma osteggiato da An. Neanche il presidente della Provincia, Enzo Giancarli, ha mai avallato pienamente il progetto, optando invece per il corridoio adriatico che prevede il totale arretramento della sede ferroviaria da Pesaro in giù. Una soluzione ventilata anche dai comitati del quartiere di Villanova e Fiumesino su cui il by-pass Api impatterebbe più violentemente, ma che comporta tempi lunghi e pesanti oneri economici. Anche per questo Giancarli ha, infine, concordato con D’Ambrosio la realizzazione a breve di questo raccordo, senza però escludere, in futuro, il corridoio adriatico. Ed ora quest’incontro alla chetichella proprio sul by-pass Api tra l’onorevole Bocchini e Carletti che si rivolge, by-passando Regione e Provincia, direttamente ad un esponente del governo centrale. In seguito, poi, a questo contatto, ci sarebbe anche stata una telefonata tra il viceministro Baldassarri e il primo cittadino falconarese che già in precedenza l’aveva incontrato sempre per parlare dell’Api. Carletti, quindi, sembra si stia muovendo da solo reagendo allo smacco del rinnovo della concessione all’Api senza il benestare del Comune.

 
CORRIERE ADRIATICO
Le centraline restano oscurate

Controlli antismog, Arpam e giunta trattano l'accordo economico

di BRUNO LUMINARI

Jesi - Le centraline del Comune per verificare se, quanto e da cosa l'aria viene inquinata, sono attive ma i risultati non possono essere divulgati perché privi della validazione dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente delle Marche. L'assessore all'ambiente Daniele Olivi spiega che "è vero, senza validazione il Comune non può divulgare i dati ma li usa per monitorare anche l'attività della Turbogas. Relativamente all'ozono, la situazione è nella norma stagionale, se così non dovesse essere in seguito, informeremmo i cittadini prendendo le dovute contromisure". Non va oltre Olivi, ma nostre fonti di informazione dicono che siamo in fase di "attenzione" per l'inquinamento da ozono, ma sotto la fascia di allarme. E la centralina della Provincia, in viale della Vittoria, non darebbe più i dati sull'ozono. "Con l'Arpam è in atto un confronto aperto per giungere a una soluzione positiva in merito alle certificazioni" prosegue l'assessore, che non aggiunge altro nonostante le nostre richieste. Il confronto, in realtà, è una trattativa per le validazioni, tra la richiesta dell'Arpam di 30 mila euro, e l'offerta del Comune di 15 mila. Una forbice ampia, difficile da chiudere. Le quattro centraline date dal consorzio Jesi Energia (Turbogas) al Comune, erano accompagnate da un assegno annuo di 200 milioni di lire. "Abbiamo utilizzato quel denaro" dichiara l'assessore Olivi, "per pagare le parcelle ai componenti della commissione per i primi tre anni, e per verifiche sugli inquinamenti ambientali sul territorio. Ora la commissione è stata sciolta e quindi potremo utilizzare parte del denaro per la validazione dei dati delle centraline e per l'Osservatorio ambientale". Insomma, è solo una questione di soldi, trattative da mercato, anche se Comune e Arpam sono enti pubblici.

Il Comune investe nell'energia alternativa

Alcune famiglie già sperimentano il nuovo sistema di riscaldamento "Da marzo acqua calda senza il metano" Dopo i pannelli solari in scuole e palestre, contributi anche ai privati

di CLAUDIA ANTOLINI

Il Comune investe nell'energia solare. Mentre partono i bandi per l'installazione di pannelli fotovoltaici e solari in scuole ed edifici pubblici, l'amministrazione comunale annuncia anche l'intenzione di erogare contributi ai privati che scelgano le energie alternative. E' quanto trapela dal Comune, dove in questi giorni gli uffici sono super impegnati nell'espletamento delle pratiche relative ai bandi, dell'importo complessivo di un miliardo di vecchie lire, che faranno materializzare in città il sogno dell'energia pulita. Non solo investimenti per utilizzi pubblici, dunque. Anche i semplici cittadini potranno prendere più facilmente familiarità con nuovi sistemi di riscaldamento. Non si conoscono ancora l'entità e le modalità per accedere agli incentivi, ma i particolari dovrebbero essere forniti nel giro di qualche giorno. Intanto già nelle prossime settimane nei tetti di diversi edifici pubblici spunteranno pannelli per lo sfruttamento dell'energia solare: così come previsto nella convenzione che il Comune siglò, ormai quattro anni fa, con il Consorzio Jesi Energia nell'ambito dell'accordo per la realizzazione della nuova Turbogas, ma anche come conseguenza della partecipazione a due bandi europei per le energie alternative. Il risultato sono quattro impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica che verranno installati in quattro scuole, e quattro pannelli solari che andranno a coprire i tetti di altrettanti impianti sportivi e palestre per il riscaldamento e la produzione di acqua calda. Il Comune si è fatto carico della progettazione ed ora le ditte vincitrici dei bandi provvederanno all'installazione. Ammortizzati i costi, coperti in parte dalla Sadam e dai fondi europei, i pannelli consentiranno un risparmio energetico e soprattutto un guadagno in termini di salute e qualità dell'aria. Intanto per alcune famiglie jesine l'energia solare e già una realtà. E ancor più in un'estate torrida come questa la loro scelta si è rivelata non solo "politicamente corretta" ma anche economicamente lungimirante. "Ho installato un anno e mezzo fa un pannello solare per la produzione di acqua calda - racconta Giorgio Berti - e devo dire che sono molto soddisfatto". Berti, al momento di ristrutturare la villetta bifamiliare in cui vive, ha pensato di prendere informazioni sull'utilizzo delle energie alternative rivolgendosi all'agenzia regionale per il risparmio energetico. Ma non solo. "Molte notizie - confessa - me le ha fornite proprio il mio idraulico, che alla fine ha provveduto anche all'installazione del pannello che è supportato da una tecnologia molto semplice. L'investimento è stato di 1.500 euro per due unità abitative, con la possibilità di recuperare il 36 per cento con l'Irpef per le ristrutturazioni edilizie". Insomma, una scelta conveniente in tutti i sensi. "Ancora non so quantificare il risparmio in termini economici. Comunque, sarà anche per l'estate particolarmente soleggiata, ma da fine marzo fino ad oggi non ho più utilizzato il metano per ottenere l'acqua calda, sia per cucinare che per usi igienici. Anche in giornate invernali di sole, inoltre, il pannello funziona e si può tornare al metano girando semplicemente un rubinetto. Sono sicuro che l'energia solare si farà strada anche da noi. D'altronde basta considerare che la regione italiana con più pannelli è il Trentino e quella europea la Germania. In Italia il solare non potrà che dare ottimi risultati". E a crederci, a quanto pare, è anche l'amministrazione comunale.

 
ECONEWS  (Verdi)
Mare. WWF: invece del ponte di Messina servono depuratori

"Il rapporto sulla balneazione pubblicato ieri dal ministero della salute ci indica che la situazione delle nostre acque e' tutt'altro che rosea, come poteva sembrare leggendo in modo frettoloso i dati non ufficiali". Il WWF patre da questa considerazione per commentare i dati resi noti dal ministero della salute. Osserva l'associazione ambientalista: "vi sono 17 chilometri in meno di costa balneabile rispetto all'anno precedente, e questo dato deve far riflettere: invece di migliorare, facciamo un passo indietro". Non a caso, ricorda il WWF, "pochi mesi fa la Corte dei conti denunciava, in un rapporto inviato al Parlamento, le gravi carenze nella depurazione delle acque a Roma (dove comunque i depuratori esistono anche se a causa di scarichi abusivi e di altri fattori le acque del Tevere che si gettano nel Tirreno sono fortemente inquinate) e Milano (dove gli scarichi delle acque reflue arrivano nel Po e dunque in Adriatico senza essere stati sottoposti ad alcun trattamento di depurazione)". Il primo obiettivo, "ambizioso, per un'Italia che desideri giocare a pieno diritto il suo ruolo di leader in Europa- sottolinea l'associazione del panda- e' quello di dotarsi con urgenza degli strumenti necessari per garantire una miglior qualita' dell'ambiente e, quindi, il diritto alla salute dei propri cittadini". L'opera urgente da realizzare in Italia, insomma, "non e', quindi, il ponte sullo stretto di Messina, ma in primis una rete capillare di impianti di depurazione tecnologicamente avanzati". Il WWF ricorda che "nel 2002 la Corte di giustizia europea ha condannato il nostro paese per violazione della direttiva 91/271 sulle acque proprio per l'incredibile assenza di impianti di depurazione della seconda citta' italiana. Il rilancio della competitivita' del sistema italia, e quindi della nostra economia-conclude- comincia anche da qui".

Clima. Agenzie scientifiche: UE non rispetterà obiettivi

L'UE non potra' rispettare gli obiettivi di Kyoto. Lo affermano le agenzie scientifiche internazionali. Il consiglio informale tenutosi a Montecatini e che ha riunito i Ministri dell'Ambiente e dell'Energia europei, rappresentanti della Grande Europa: 25 stati membri con la Bulgaria, la Romania, la Turchia e la Norvegia, nato come l'occasione per confrontarsi sull'integrazione delle strategie per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico con le politiche ambientali, ha finito per assumere un carattere di drammatica attualita'. La siccita' che ha colpito l'Italia, Paese ospite nella sua qualita' di presidente di turno dell'Unione Europea, e' la riconferma che i fenomeni climatici non rappresentano un'emergenza imprevedibile, ma segnalano l'urgenza di adottare tutte le misure per fronteggiare e prevenire i danni prodotti all'ambiente globale, rispondendo alla crescente domanda energetica, nel rispetto degli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra. La concentrazione in atmosfera di anidride carbonica dall'inizio della rivoluzione industriale a oggi, ha subito un aumento di oltre il 30%, raggiungendo un livello intorno a 360 parti per milione, cui e' attribuita almeno in parte la responsabilita' della progressiva variabilita' climatica degli ultimi decenni. Si tratta di una conferma dei danni che hanno prodotto modelli di crescita e di consumo poco rispettosi dell'ambiente. Il World Energy Outlook 2002 dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, ha lanciato un grido d'allarme: la domanda globale di energia tra il 2000 e il 2030 subira' un aumento di oltre il 60 per cento, largamente imputabile alle economie emergenti. Si prevede che le emissioni dei paesi industrializzati costituiranno il 42% delle emissioni globali, mentre quelle di Cina, India e degli altri Paesi in via di sviluppo costituiranno circa il 50%. La stessa fonte denuncia come a questo incremento della domanda si rispondera' soprattutto con il ricorso ai combustibili fossili, con un aumento prevedibile delle emissioni in atmosfera di anidride carbonica superiore del 50% rispetto ai valori attuali e con rischi crescenti per gli equilibri climatici del pianeta. Se il clima del pianeta e' in pericolo, non stara' meglio quello europeo. Le emissioni di gas serra in UE nel 2001 sono state pari al 2,3% in meno rispetto all'anno di riferimento (1990) ma sono salite dell'1% rispetto al 2000, mostrando una tendenza che fa temere che l'Europa non possa rispettare gli impegni di Kyoto. La ratifica del Protocollo, infatti, impone l'impegno vincolante di una riduzione delle emissioni di gas serra dell'8%, ma dieci dei Quindici attuali partner sono molto al disotto degli obiettivi stabiliti, che impegnano anche i Paesi candidati, i quali devono allinearsi alla riduzione dell'8% salvo Ungheria e Polonia, per il quale il target si riduce al 6%.

 
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