MESSAGGERO |
By-pass, Carletti si
consiglia con An
Il sindaco incontra in una
sala privata dell’aeroporto l’onorevole Bocchini e il
consigliere Ciccioli. In discussione il nodo del passante
ferroviario
Il Comune scavalca Provincia
e Regione e passa al confronto diretto con le forze di
Governo
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - An e Ds di nuovo
a tavolino per affrontare la questione del by-pass Api.
L’onorevole Bocchini, di passaggio nelle Marche, e il
sindaco di Falconara, Giancarlo Carletti, si sono incontrati
domenica scorsa in una saletta privata dell’aeroporto di
Falconara. Ambienti ben informati, vicino ai due partiti,
attribuiscono notevole importanza all’incontro. Tra l’altro,
vi ha partecipato anche il consigliere regionale An Carlo
Ciccioli, accompagnato da Massimo Bello (An). Il nodo del
raccordo ferroviario anti-raffineria che dovrebbe evitare il
passaggio dei treni all’interno dello stabilimento grazie ad
una deviazione dei binari poco prima della Rocca crea ancora
perplessità. Questo, almeno, quanto si può desumere da
quest’incontro, svolto senza la presenza di Provincia e
Regione, con cui finora il Comune - su questo preciso
argomento - è stato concorde. Infatti, se da un lato il
rinnovo della concessione Api ha causato un momento di
rottura tra i tre enti - ricordiamo che l’ente locale non ha
firmato il via libera per la permanenza dello stabilimento -
dall’altro la decisione di realizzare il by-pass ferroviario
Api è stata presa di comune accordo. Anzi, all’inizio il
Comune non era ben disposto all’intervento, poi considerando
l’arretramento del by-pass più verso l’interno e il
conseguente mantenimento del quartiere di Fiumesino allo
stato attuale l’ente locale aveva detto sì. Un progetto
questo appoggiato da tutte le forze politiche, compresa una
parte dell’opposizione (vedi Forza Italia), ma osteggiato da
An. Neanche il presidente della Provincia, Enzo Giancarli,
ha mai avallato pienamente il progetto, optando invece per
il corridoio adriatico che prevede il totale arretramento
della sede ferroviaria da Pesaro in giù. Una soluzione
ventilata anche dai comitati del quartiere di Villanova e
Fiumesino su cui il by-pass Api impatterebbe più
violentemente, ma che comporta tempi lunghi e pesanti oneri
economici. Anche per questo Giancarli ha, infine, concordato
con D’Ambrosio la realizzazione a breve di questo raccordo,
senza però escludere, in futuro, il corridoio adriatico. Ed
ora quest’incontro alla chetichella proprio sul by-pass Api
tra l’onorevole Bocchini e Carletti che si rivolge,
by-passando Regione e Provincia, direttamente ad un
esponente del governo centrale. In seguito, poi, a questo
contatto, ci sarebbe anche stata una telefonata tra il
viceministro Baldassarri e il primo cittadino falconarese
che già in precedenza l’aveva incontrato sempre per parlare
dell’Api. Carletti, quindi, sembra si stia muovendo da solo
reagendo allo smacco del rinnovo della concessione all’Api
senza il benestare del Comune. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Le centraline restano
oscurate
Controlli antismog, Arpam e
giunta trattano l'accordo economico
di BRUNO LUMINARI
Jesi - Le centraline del
Comune per verificare se, quanto e da cosa l'aria viene
inquinata, sono attive ma i risultati non possono essere
divulgati perché privi della validazione dell'Agenzia
regionale per la protezione dell'ambiente delle Marche.
L'assessore all'ambiente Daniele Olivi spiega che "è vero,
senza validazione il Comune non può divulgare i dati ma li
usa per monitorare anche l'attività della Turbogas.
Relativamente all'ozono, la situazione è nella norma
stagionale, se così non dovesse essere in seguito,
informeremmo i cittadini prendendo le dovute contromisure".
Non va oltre Olivi, ma nostre fonti di informazione dicono
che siamo in fase di "attenzione" per l'inquinamento da
ozono, ma sotto la fascia di allarme. E la centralina della
Provincia, in viale della Vittoria, non darebbe più i dati
sull'ozono. "Con l'Arpam è in atto un confronto aperto per
giungere a una soluzione positiva in merito alle
certificazioni" prosegue l'assessore, che non aggiunge altro
nonostante le nostre richieste. Il confronto, in realtà, è
una trattativa per le validazioni, tra la richiesta dell'Arpam
di 30 mila euro, e l'offerta del Comune di 15 mila. Una
forbice ampia, difficile da chiudere. Le quattro centraline
date dal consorzio Jesi Energia (Turbogas) al Comune, erano
accompagnate da un assegno annuo di 200 milioni di lire.
"Abbiamo utilizzato quel denaro" dichiara l'assessore Olivi,
"per pagare le parcelle ai componenti della commissione per
i primi tre anni, e per verifiche sugli inquinamenti
ambientali sul territorio. Ora la commissione è stata
sciolta e quindi potremo utilizzare parte del denaro per la
validazione dei dati delle centraline e per l'Osservatorio
ambientale". Insomma, è solo una questione di soldi,
trattative da mercato, anche se Comune e Arpam sono enti
pubblici.
Il Comune investe
nell'energia alternativa
Alcune famiglie già
sperimentano il nuovo sistema di riscaldamento "Da marzo
acqua calda senza il metano" Dopo i pannelli solari in
scuole e palestre, contributi anche ai privati
di CLAUDIA ANTOLINI
Il Comune investe
nell'energia solare. Mentre partono i bandi per
l'installazione di pannelli fotovoltaici e solari in scuole
ed edifici pubblici, l'amministrazione comunale annuncia
anche l'intenzione di erogare contributi ai privati che
scelgano le energie alternative. E' quanto trapela dal
Comune, dove in questi giorni gli uffici sono super
impegnati nell'espletamento delle pratiche relative ai
bandi, dell'importo complessivo di un miliardo di vecchie
lire, che faranno materializzare in città il sogno
dell'energia pulita. Non solo investimenti per utilizzi
pubblici, dunque. Anche i semplici cittadini potranno
prendere più facilmente familiarità con nuovi sistemi di
riscaldamento. Non si conoscono ancora l'entità e le
modalità per accedere agli incentivi, ma i particolari
dovrebbero essere forniti nel giro di qualche giorno.
Intanto già nelle prossime settimane nei tetti di diversi
edifici pubblici spunteranno pannelli per lo sfruttamento
dell'energia solare: così come previsto nella convenzione
che il Comune siglò, ormai quattro anni fa, con il Consorzio
Jesi Energia nell'ambito dell'accordo per la realizzazione
della nuova Turbogas, ma anche come conseguenza della
partecipazione a due bandi europei per le energie
alternative. Il risultato sono quattro impianti fotovoltaici
per la produzione di energia elettrica che verranno
installati in quattro scuole, e quattro pannelli solari che
andranno a coprire i tetti di altrettanti impianti sportivi
e palestre per il riscaldamento e la produzione di acqua
calda. Il Comune si è fatto carico della progettazione ed
ora le ditte vincitrici dei bandi provvederanno
all'installazione. Ammortizzati i costi, coperti in parte
dalla Sadam e dai fondi europei, i pannelli consentiranno un
risparmio energetico e soprattutto un guadagno in termini di
salute e qualità dell'aria. Intanto per alcune famiglie
jesine l'energia solare e già una realtà. E ancor più in
un'estate torrida come questa la loro scelta si è rivelata
non solo "politicamente corretta" ma anche economicamente
lungimirante. "Ho installato un anno e mezzo fa un pannello
solare per la produzione di acqua calda - racconta Giorgio
Berti - e devo dire che sono molto soddisfatto". Berti, al
momento di ristrutturare la villetta bifamiliare in cui
vive, ha pensato di prendere informazioni sull'utilizzo
delle energie alternative rivolgendosi all'agenzia regionale
per il risparmio energetico. Ma non solo. "Molte notizie -
confessa - me le ha fornite proprio il mio idraulico, che
alla fine ha provveduto anche all'installazione del pannello
che è supportato da una tecnologia molto semplice.
L'investimento è stato di 1.500 euro per due unità
abitative, con la possibilità di recuperare il 36 per cento
con l'Irpef per le ristrutturazioni edilizie". Insomma, una
scelta conveniente in tutti i sensi. "Ancora non so
quantificare il risparmio in termini economici. Comunque,
sarà anche per l'estate particolarmente soleggiata, ma da
fine marzo fino ad oggi non ho più utilizzato il metano per
ottenere l'acqua calda, sia per cucinare che per usi
igienici. Anche in giornate invernali di sole, inoltre, il
pannello funziona e si può tornare al metano girando
semplicemente un rubinetto. Sono sicuro che l'energia solare
si farà strada anche da noi. D'altronde basta considerare
che la regione italiana con più pannelli è il Trentino e
quella europea la Germania. In Italia il solare non potrà
che dare ottimi risultati". E a crederci, a quanto pare, è
anche l'amministrazione comunale. |
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ECONEWS (Verdi) |
Mare. WWF: invece del ponte
di Messina servono depuratori
"Il rapporto sulla
balneazione pubblicato ieri dal ministero della salute ci
indica che la situazione delle nostre acque e' tutt'altro
che rosea, come poteva sembrare leggendo in modo frettoloso
i dati non ufficiali". Il WWF patre da questa considerazione
per commentare i dati resi noti dal ministero della salute.
Osserva l'associazione ambientalista: "vi sono 17 chilometri
in meno di costa balneabile rispetto all'anno precedente, e
questo dato deve far riflettere: invece di migliorare,
facciamo un passo indietro". Non a caso, ricorda il WWF,
"pochi mesi fa la Corte dei conti denunciava, in un rapporto
inviato al Parlamento, le gravi carenze nella depurazione
delle acque a Roma (dove comunque i depuratori esistono
anche se a causa di scarichi abusivi e di altri fattori le
acque del Tevere che si gettano nel Tirreno sono fortemente
inquinate) e Milano (dove gli scarichi delle acque reflue
arrivano nel Po e dunque in Adriatico senza essere stati
sottoposti ad alcun trattamento di depurazione)". Il primo
obiettivo, "ambizioso, per un'Italia che desideri giocare a
pieno diritto il suo ruolo di leader in Europa- sottolinea
l'associazione del panda- e' quello di dotarsi con urgenza
degli strumenti necessari per garantire una miglior qualita'
dell'ambiente e, quindi, il diritto alla salute dei propri
cittadini". L'opera urgente da realizzare in Italia,
insomma, "non e', quindi, il ponte sullo stretto di Messina,
ma in primis una rete capillare di impianti di depurazione
tecnologicamente avanzati". Il WWF ricorda che "nel 2002 la
Corte di giustizia europea ha condannato il nostro paese per
violazione della direttiva 91/271 sulle acque proprio per
l'incredibile assenza di impianti di depurazione della
seconda citta' italiana. Il rilancio della competitivita'
del sistema italia, e quindi della nostra economia-conclude-
comincia anche da qui".
Clima. Agenzie
scientifiche: UE non rispetterà obiettivi
L'UE non potra' rispettare
gli obiettivi di Kyoto. Lo affermano le agenzie scientifiche
internazionali. Il consiglio informale tenutosi a
Montecatini e che ha riunito i Ministri dell'Ambiente e
dell'Energia europei, rappresentanti della Grande Europa: 25
stati membri con la Bulgaria, la Romania, la Turchia e la
Norvegia, nato come l'occasione per confrontarsi
sull'integrazione delle strategie per la sicurezza
dell'approvvigionamento energetico con le politiche
ambientali, ha finito per assumere un carattere di
drammatica attualita'. La siccita' che ha colpito l'Italia,
Paese ospite nella sua qualita' di presidente di turno
dell'Unione Europea, e' la riconferma che i fenomeni
climatici non rappresentano un'emergenza imprevedibile, ma
segnalano l'urgenza di adottare tutte le misure per
fronteggiare e prevenire i danni prodotti all'ambiente
globale, rispondendo alla crescente domanda energetica, nel
rispetto degli impegni di riduzione delle emissioni di gas
serra. La concentrazione in atmosfera di anidride carbonica
dall'inizio della rivoluzione industriale a oggi, ha subito
un aumento di oltre il 30%, raggiungendo un livello intorno
a 360 parti per milione, cui e' attribuita almeno in parte
la responsabilita' della progressiva variabilita' climatica
degli ultimi decenni. Si tratta di una conferma dei danni
che hanno prodotto modelli di crescita e di consumo poco
rispettosi dell'ambiente. Il World Energy Outlook 2002
dell'Agenzia Internazionale dell'Energia, ha lanciato un
grido d'allarme: la domanda globale di energia tra il 2000 e
il 2030 subira' un aumento di oltre il 60 per cento,
largamente imputabile alle economie emergenti. Si prevede
che le emissioni dei paesi industrializzati costituiranno il
42% delle emissioni globali, mentre quelle di Cina, India e
degli altri Paesi in via di sviluppo costituiranno circa il
50%. La stessa fonte denuncia come a questo incremento della
domanda si rispondera' soprattutto con il ricorso ai
combustibili fossili, con un aumento prevedibile delle
emissioni in atmosfera di anidride carbonica superiore del
50% rispetto ai valori attuali e con rischi crescenti per
gli equilibri climatici del pianeta. Se il clima del pianeta
e' in pericolo, non stara' meglio quello europeo. Le
emissioni di gas serra in UE nel 2001 sono state pari al
2,3% in meno rispetto all'anno di riferimento (1990) ma sono
salite dell'1% rispetto al 2000, mostrando una tendenza che
fa temere che l'Europa non possa rispettare gli impegni di
Kyoto. La ratifica del Protocollo, infatti, impone l'impegno
vincolante di una riduzione delle emissioni di gas serra
dell'8%, ma dieci dei Quindici attuali partner sono molto al
disotto degli obiettivi stabiliti, che impegnano anche i
Paesi candidati, i quali devono allinearsi alla riduzione
dell'8% salvo Ungheria e Polonia, per il quale il target si
riduce al 6%. |
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