RASSEGNA STAMPA 24.08.2003

 

RESTO DEL CARLINO  (Rovigo)
«Polveri nere di continuo dalla centrale di Sermide»

di Franco Rizzi

Il gruppo massese di Uniambiente (Lipu e Wwf: Andrea Boschini, Gianfausto Sogari, Maurizio Ranzi e Germano Sprocatti) a fine agosto con una lettera formale inviata ai sindaci di Bergantino, Castelnovo Bariano, Castelmassa, Ceneselli, Calto, Felonica, Sermide e Carbonara (competenti per territorio) fanno presente che la centrale di Sermide (nonostante usi parzialmente il metano e che sia in fase di ristrutturazione a turbogas) continua ad inquinare gravemente, specie l'Altopolesine: la zona più vicina è la località Bariano di Castelnovo, a meno di 400 metri in linea d'aria dall'ex Enel, come si vede anche dalla foto che pubblichiamo qui sopra. Interpretando le preoccupazioni di molti cittadini rodigini e mantovani sul Po, continuando un'azione iniziata nel 1985, si denuncia che «l'impianto di Sermide, oltre a non rispettare i programmi presentati per la metanizzazione totale, da mesi e mesi emette dal camino alto 220 metri grandi nubi di polveri nere con una frequenza impressionante». «I cittadini — continua Uniambiente — debbono far controllare periodicamente il rendimento dei fumi emessi dalle caldaie domestiche funzionanti a metano, sopportando oneri di non poco conto, mentre da un gigantesco camino fuoriescono tonnellate di polveri la cui pericolosità è stata più volte denunciata». «Consapevoli della gravità del problema — concludono gli ambientalisti di Castelmassa —, ancora una volta ci rivolgiamo ai responsabili principali della salute pubblica, cioè ai sindaci interessati, affinché volgano lo sguardo al cielo ed intervengano con urgenza e concretezza per evitare un altro autunno di polveri cadenti».

 
CORRIERE ADRIATICO
Qualità dell'aria, l'Arpam punta i piedi

Quattro centraline "fantasma". L'agenzia regionale non certifica i dati, è querelle

di BRUNO LUMINARI

Che fine hanno fatto le quattro centraline che avrebbero dovuto captare e leggere lo stato di salubrità dell'aria a Jesi (o lo stato di inquinamento), fornendo risposte in tempo reale? E che fine ha fatto il display che doveva essere installato in piazza della Repubblica o nella facciata del palazzo municipale, per informare i cittadini - direttamente e con la massima trasparenza - su cosa respirano quotidianamente? Non se ne sa nulla da mesi, bocche cucite. Nessun mistero, ma un caso da chiarire. Le quattro centraline ci sono e funzionano, ma il Comune non può rendere noti i risultati perché gli stessi non sono certificati, o autenticati, da un ente preposto come l'Arpam, l'agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche. Occorre premettere che le quattro centraline sono state date al Comune dal consorzio Jesi Energia - proprietario della centrale Turbogas alla Sadam - in attuazione della convenzione a suo tempo stipulata con l'amministrazione comunale guidata da Marco Polita. A corredo delle quattro centraline un assegno annuo di 200 milioni di lire, per il loro funzionamento e per altri monitoraggi ambientali. Per qualche settimana la città venne monitorata e si conobbero anche i risultati, come l'inquinamento da ossido di carbonio lungo viale della Vittoria (causa concentrazione del traffico), e tutte le situazioni di altri elementi che inquinano l'aria in modo più o meno sostenibile. Convinti e globali i plausi alla rilevante iniziativa. Poi... poi non si è saputo più nulla. Come se le centraline fossero scomparse, o come se i risultati del monitoraggio fossero diventati top secret. Niente di tutto questo. Pare proprio che sia soltanto una questione di soldi. L'Arpam - ente vocato a certificare i riscontri delle centraline di Jesi -, non ci pensa proprio a farlo gratuitamente, anche perché sa di quei 200 milioni annui di corredo che il consorzio Jesi Energia (formato dalla Edison e dalla Sadam) elargisce al Comune. E li vuole, tutti o in parte non lo sappiamo. Ma l'amministrazione comunale non ci pensa proprio a farsi "depredare" del piccolo tesoro, e - forse - sta cercando altre vie meno costose per farsi certificare quei dati e quindi avere la possibilità di renderli pubblici. Sarebbe interessante conoscere, ad esempio, la qualità dell'aria in questa lunghissima e torrida estate, con temperature desertiche e umidità da sauna. Oppure sapere se, come e quando la situazione si risolverà e gli jesini potranno leggere sul display cosa respirano.

 
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