MESSAGGERO |
Scontro tra navi, ferito un
ufficiale
Paura in Adriatico . Incendio
a bordo della Acqua Azzurra, la Med 6 interviene in aiuto ma
sperona il rimorchiatore d’altura
Collisione nei pressi della
piattaforma petrolifera, scongiurato il disastro ambientale
Lo spettro di un disastro
ambientale si è allungato sulla costa. Spazzato via dai
controlli e dal caso: infatti l’Acqua Azzurra”, una delle
due navi appoggio rimaste coinvolte nella collisione a circa
30 miglia dalla costa, non aveva ancora effettuato il carico
dalla piattaforma Agip «Barbara G.» . E così lo scontro in
Adriatico si è risolto con il bilancio di un ferito e
nessuna conseguenza per l’ambiente. La collisione fra le due
navi appoggio dell'Agip, “Acqua Azzurra” e “Med 6”, è
avvenuta ieri poco prima delle 13 in mare aperto a circa 30
miglia al largo di Falconara. L’incidente ha avuto il suo
prologo con l’incendio, che per cause che ancora non sono
state accertate, si è sviluppato nell' apparato elettrico
della nave “Acqua Azzurra”, costruita in Norvegia, lunga 64
metri, larga 13,80, con una stazza lorda di 1.414 tonnellate
e nove uomini di equipaggio adibita al trasporto, oltre a
materiale logistico per le piattaforme, anche di residui
della trivellazione (polveri, fanghi, morchia), che vengono
portati a Ravenna, porto di riferimento del natante, per
essere smaltiti. Le fiamme sono state avvistate
dall’equipaggio della “Med 6”, anch'essa in servizio presso
la «Barbara G.», che ha deciso di avvicinarsi alla nave in
difficoltà per portare aiuto, ma, forse per la concitazione
di quei momenti, la manovra di accostamento è risultata
errata e la prua del natante è andata a urtare quella dell'
Acqua Azzurra. La Med si è poi andata a incastrare fra i
tralicci di sostegno sotto la piattaforma. Nell'urto, il
primo ufficiale di coperta dell' Acqua Azzurra, Luigi
Gelsomino, è caduto, ferendosi. In seguito alla collisione,
hanno confermato gli armatori, le due navi hanno riportato
degli squarci alle prue (più lievi quelli della Med 6), ma
sopra le linee di galleggiamento, quindi con nessun rischio
di affondamento. Tanto che la Med 6, disincagliatasi da sola
dalla piattaforma, è già rientrata autonomamente al porto di
Ravenna, dove anch'essa fa base. L' Acqua Azzurra, invece,
assistita da una terza nave appoggio dell'Agip, la Brodo
Spass Rembo, è in attesa degli ispettori della Rimorchiatori
Sardi, che dovranno valutare l'accaduto e decidere, di
concerto con la Capitaneria, se il natante dovrà tornare a
Ravenna con mezzi propri (se sarà possibile) oppure esservi
rimorchiato. Un viaggio che, in ogni caso, dovrà essere
effettuato con molta cautela e massima attenzione alle
condizioni del mare. I sopralluoghi condotti dall' aereo
“Manta” della Guardia costiera di Pescara, dalla motovedetta
della Capitaneria di porto di Ancona e dall'Agenzia
marchigiana per la protezione dell'ambiente (Arpam) hanno
escluso sversamenti o inquinamenti di alcun genere, a
seguito della collisione, nel tratto di mare interessato.
«Prima le fiamme, poi il
botto»
Luigi Gelsomino, 54 anni, ne
avrà per quindici giorni
di P.Cu.
«Stavo spegnendo l’incendio
che si era sviluppato nella sala dei macchinari, quando
all’improvviso ho sentito un forte botto e mi sono trovato a
terra». Luigi Gelsomino, 54 anni, residente a Manfredonia,
ufficiale di coperta dell' Acqua Azzurra ripercorre quegli
istanti tremendi in cui si è verificata la collisione in cui
lui è rimasto contuso alla schiena e al ginocchio.
«L’incendio, forse a causa di un corto circuito, è divampato
nella sala radio - ricorda l’ufficiale di coperta - Assieme
a un altro collega eravamo impegnati in questa operazione
quando ho sentito un boato». L’“Acqua azzurra” era stata
urtata dalla “Med 6”, il rimorchiatore giunto in aiuto,
l'ufficiale di coperta a seguito della collisione è caduto
da un’altezza di circa due metri. «La botta alla schiena è
stata talmente forte che ho perso conoscenza per qualche
minuto - afferma Gelsomino - Ma non appena mi sono riavuto
ho ripreso a spegnere l’incendio. Io ho fatto soltanto il
mio dovere». L’ufficiale di coperta della “Acqua azzurra”,
dopo aver ricevuto le prime visite da un infermiere che era
a bordo della piattaforma situata a 30 miglia al largo, è
stato convinto a sottoporsi a una serie di accertamenti al
pronto soccorso di Torrette. Qui i sanitari gli hanno
riscontrato un trauma lombare, riportato a seguito della
caduta, e uno al ginocchio. In serata l’uomo è stato dimesso
con una prognosi di 15 giorni. Grazie al telefono cellulare
l’ufficiale è riuscito a tranquillizzare la moglie sulle sue
condizioni raccontandole la brutta avventura vissuta ieri in
Adriatico. |
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RESTO DEL CARLINO |
«Il rinnovo è una decisione del Consiglio»
FALCONARA — Non si è fatta attendere a lungo la risposta
del presidente della Provincia, Enzo Giancarli alle
rimostranze formulate dai comitati dei quartieri di
Villanova e Fiumesino in una lettera inviatagli pochi giorni
fa. Nella missiva, in sostanza, i cittadini dei due rioni
accusavano il presidente di avere «tradito» le aspettative
della popolazione residente nella zona, proprio per aver
agevolato il processo per il rinnovo ventennale della
concessione alla raffineria Api. Oggi la risposta a quel
presunto tradimento arriva attraverso la risposta del
responsabile dell'ente per il settore territorio e ambiente,
Roberto Renzi che ricorda, in merito alla sottoscrizione
dell'intesa per il rinnovo della concessione petrolifera,
che «Giancarli, è giunto a tale determinazione a seguito di
un ordine del giorno presentato in consiglio provinciale e
approvato con 22 voti favorevoli, un'astensione (gruppo
Verdi) e un voto contrario (consigliere di An)». Riguardo al
progetto di by-pass ferroviario, Renzi rammenta che
Giancarli «ha confermato ancora una volta la ferma decisione
di sostenere la proposta di arretramento della linea
ferroviaria accertandone tutte le ipotesi di fattibilità».
«Con il presidente della giunta regionale — si legge ancora
nella nota del responsabile — è stata sottoscritta un'intesa
perchè il progetto di by-pass di Falconara non debba
considerarsi in contrasto con il progetto di arretramento
del tracciato della linea adriatica, ma, anzi, non sia
preclusivo per il perseguimento di tale obiettivo più
generale. Il percorso complessivamente seguito dalla
Provincia e dal presidente Giancarli — aggiunge
sottolineando — nella manifestazione delle volontà, nella
costruzione condivisa delle scelte e nella conseguente
adozione degli atti, è stato coerente con il percorso stesso
e con la pianificazione propria e sopraordinata».
Collisione tra navi dopo l'incendio
di Alberto Bignami
ANCONA — Paura in mare, ieri mattina, per gli equipaggi
di due rimorchiatori d'altura: «Acqua Azzurra» e «Med-sei».
I «supply-vessel» da 1300 tonnellate e 64 metri di lunghezza
che svolgono un'attività quotidiana di assistenza per le
piattaforme petrolifere della zona trasportando pezzi di
ricambio o attrezzature necessarie alla manutenzione, si
sono infatti scontrati a circa 30 miglia al largo da Ancona
proprio sotto la piattaforma Agip «Barbara G», adibita
all'estrazione del gas. Erano le 12.15 quando sulla motonave
«Acqua Azzurra», appena ormeggiata sotto la «Barbara G», si
è verificato un cortocircuito all'interno della plancia dove
si trovano i macchinari radio. Le scintille sviluppatesi
hanno di conseguenza innescato un incendio
nell'imbarcazione. «Subito la piattaforma è andata in
sicurezza adottando tutte le procedure necessarie — spiega
il Capitano di fregata della capitaneria di porto, Luigi
Pascale —. Poco più in là si trovava invece la 'Med-sei',
un'ulteriore nave d'appoggio che gravita attorno alla
piattaforma e che si è avvicinata per prestare un primo
soccorso. Intanto gli otto membri d'equipaggio dell'“Acqua
Azzurra” erano impegnati nello spegnere l'incendio, prima
usando gli estintori e successivamente, non riuscendoci, con
delle manichette che gettavano acqua presa dal mare». E
forse, proprio nella concitazione del momento e nel vedere i
propri compagni in seria difficoltà, la «Med-sei», mentre si
portava per prestare soccorso, si è scontrata con il gavone
di prua dell'«Acqua azzurra» provocando una falla. Il tutto
avveniva sotto la Barbara G. «Nell'impatto tra le due
imbarcazioni — riprende il capitano — il primo ufficiale di
coperta dell'“Acqua azzurra”, impegnato anche lui nello
spegnere l'incendio, è rimasto ferito al ginocchio dopo
esser scivolato in seguito al colpo». Questo, è stato
immediatamente soccorso e poi trasportato al pronto soccorso
di Torrette con l'elicottero dell'Agip. «La 'Med-sei' —
riprende il capitano — non ha invece riportato grossi danni
tanto che si è disincagliata ed è poi rientrata
autonomamente al porto di Ravenna. Passando sotto la
piattaforma per andare incontro all'“Acqua azzurra” ha però
rovinato le antenne e i fari. L'Acqua azzurra, per
rientrare, probabilmente avrà bisogno di un rimorchiatore.
Dipende anche da che altezza si trova la falla e quindi se
rischia di imbarcare acqua o meno». Notevole il lavoro di
supervisione della capitaneria di porto dorica impegnata nei
rilievi dell'incidente prima utilizzando un aereo, levatosi
in volo da Pescara e, successivamente, mandando sul posto la
motovedetta Cp 839. «Dai primi rilievi effettuati — riprende
Pascale —, non risulta comunque alcuna dispersione di
materiale inquinante in mare e non sembrerebbe nemmeno
dolosa l'origine dell'incendio sviluppatosi in plancia». Le
operazioni della Guardia Costiera, coordinate dal comandante
in seconda, Giuseppe Mastroianni, si sono concluse alle 19.
Successivamente un rimorchiatore ha invece trascinato la «supply-vessel»
«Acqua Azzurra» nello scalo dorico dove, probabilmente, si
provvederà ad aggiustare la falla. Intanto, da questa
mattina, gli operatori della guardia costiera comiceranno le
pratiche concernenti l'inchiesta amministrativa
sull'incidente.
«Ho sentito solo una gran botta»
di Alberto Bignami
ANCONA — Disteso su un lettino del pronto soccorso
dell'ospedale di Torrette Luigi Gelsomino, 54enne di
Manfredonia, sorride nonostante il ginocchio dolorante. Il
primo ufficiale di coperta della nave appoggio «Acqua
azzurra» se l'è cavata con un paio di lividi che
scompariranno in pochi giorni, ma il ricordo di quei minuti
vissuti ieri sotto la piattaforma Barbara G. se lo porterà
dietro molto più a lungo. «La nave era ormeggiata
all'impianto dell'Agip in attesa di caricare materiale, come
facciamo abitualmente — racconta Gelsomino (nella foto) —.
Erano le 12.15 e stavamo pranzando quando un marinaio ci ha
chiamati perché era scoppiato un incendio in plancia». Cosa
ha fatto divampare il rogo? «Noi abbiamo pensato a un corto
circuito ma è difficile dirlo con certezza. Lì ci sono tutte
le strumentazioni di bordo e le radio, la temperatura
particolarmente alta potrebbe avere surriscaldato qualche
pannello elettrico». Come siete intervenuti? «All'inizio
abbiamo provato a domare l'incendio con gli estintori ma
senza successo. La plancia era piena di fumo e non si
riusciva più ad entrare. Allora abbiamo deciso di togliere
la corrente e usare le manichette per spruzzare acqua dagli
oblò». A quel punto è avvenuta la collisione? «Io ho sentito
solo una botta e mi sono ritrovato disteso. Stavo in piedi
su una lancia di salvataggio e tenevo una manichetta con
l'aiuto di un marinaio. Quando è avvenuto l'urto sono caduto
da un'altezza di circa un metro e mezzo. Per qualche secondo
sono rimasto intontito a terra...». Ha pensato al peggio?
«No. Mi sono ripreso quasi subito e ho ricominciato a
spruzzare acqua con la manichetta. A botta calda non ho
sentito male poi, passata la concitazione, ho iniziato a
sentire dolore al ginocchio e alla schiena». Lei ha visto la
nave gemella che si avvicinava? «Non me ne sono accorto
perché stavo di spalle rispetto alla “Med-sei”. Ho
realizzato dopo quello che era accaduto. Comunque, non è
successo nulla di grave e questo è l'importante».
Sette mesi fa il naufragio della «Nicole»
ANCONA — «Nicole» è un nome diventato ormai familiare ai
frequentatori della riviera del Conero. E' il nome del cargo
che dorme ancora, adagiato sul fondo del mare, poche miglia
al largo di Numana. Si trova lì dallo scorso 26 gennaio,
quando è colato a picco, in circostanze ancora da chiarire,
mentre navigava sottocosta. Imbarcava acqua da molte ore e
alla fine i 14 membri dell'equipagio, tutti ucraini, furono
costretti a lasciare che l'Adriatico s'impadronisse dello
scafo. Allora furono necessari due giorni di lavoro per
recuperare il carico disperso in acqua e il carburante
rimasto nei serbatoi (nella foto le operazioni). Si temeva
un disastro ambientale che per fortuna fu scongiurato. Lunga
108 metri, larga 13, con una stazza di 2.046 tonnellate, la
«Nicole» è ancora lì: da mesi si discute su chi debba
assumersi l'onere del recupero del relitto. Secondo i sub
della zona dovrebbe restare dove si trova, facendo così la
felicità di tanti esploratori delle profondità marine.
Intanto, dall'inizio di luglio la capitaneria di porto di
Ancona ha provveduto a posizionare in corrispondenza della «Nicole»
una boa luminosa per segnalare il pericolo ai naviganti,
visto che la sagoma si trova pochi metri sotto il pelo
dell'acqua.
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CORRIERE ADRIATICO |
"Decisioni trasparenti e
collegiali"
La Provincia ai comitati
Rispondendo ai comitati
cittadini falconaresi che accusavano il presidente della
Provincia Enzo Giancarli di avere "tradito" le aspettative
della popolazione residente nella zona, il responsabile
dell'ente per il settore territorio e ambiente, Roberto
Renzi, ricorda, in merito alla sottoscrizione dell' intesa
per il rinnovo della concessione petrolifera, che "Giancarli,
è giunto a tale determinazione a seguito di un ordine del
giorno presentato in consiglio provinciale e approvato con
22 voti favorevoli, un'astensione (gruppo Verdi) e un voto
contrario (consigliere di An)". Riguardo al progetto di
by-pass ferroviario, Renzi rammenta che Giancarli "ha
confermato ancora una volta la ferma decisione di sostenere
la proposta di arretramento della linea ferroviaria
accertandone tutte le ipotesi di fattibilità". |
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CORRIERE DELLA SERA |
Scontro tra due navi nell’Adriatico: un ferito, nessun
danno all’ambiente
Sfiorato il danno ambientale nell’Adriatico per lo
scontro tra due navi appoggio dell’Agip prive di carico al
momento dell’incidente. Un ufficiale è rimasto ferito in
modo lieve. La collisione è avvenuta durante il tentativo
del mercantile «Med 6» di soccorrere la motonave «Acqua
Azzurra» avvolta dalle fiamme per cause ancora incerte.
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