RESTO DEL CARLINO |
«Anche Giancarli ha tradito
la nostra fiducia»
FALCONARA — In una lettera al
presidente della Provincia di Ancona Enzo Giancarli, i
comitati cittadini falconaresi che si battono contro la
presenza della raffineria Api denunciano il «tradimento» da
parte del capo dell'amministrazione provinciale. Il
riferimento è alla prescrizione che questa ha introdotto nel
nuovo Prg del Comune di Falconara, «vanificando quelle
uniche previsioni che riconoscevano i diritti e
soddisfacevano le legittime attese della parte della
cittadinanza, che attendeva il Prg come una liberazione
dalla precaria e pesante situazione». Il fatto che «la
concessione è stata rinnovata fino al 2020 e che, pertanto,
la destinazione ad attività a basso impatto ambientale
dell'area occupata dalla raffineria non potrà più
realizzarsi a partire dal 2008 (data della naturale scadenza
della concessione), come prevedeva il Prg del Comune di
Falconara, ma solo dopo il 2020, sembrerebbe — si legge — un
atto banale, quasi contabile. In realtà esistono altre
conseguenze e un'altra contabilità parallela che nessuno dei
partiti che la sostengono e dell'opposizione sta valutando».
La lettera dei comitati elenca poi tutti i piani, i progetti
e gli atti che le amministrazioni pubbliche hanno elaborato
e deliberato e «che sono stati cambiati, stravolti o,
addirittura, affossati a causa del rinnovo, e in ossequio ad
esso, della concessione alla raffineria Api e al connesso
spostamento della linea ferroviaria». I cittadini «oggi si
ritrovano traditi — si legge ancora — nelle aspettative di
un miglioramento della salubrità e della qualità della
vita», «nella certezza che i piani, i progetti e gli atti
che le amministrazioni pubbliche avevano prodotto e
deliberato fossero un baluardo definitivo e sicuro e
resistessero alla pressione degli interessi di spa come Api
e Rfi». «Vorremmo almeno — proseguono i comitati rivolti a
Giancarli — che riflettesse su un ulteriore tradimento che
anche lei sta contribuendo a far patire all'intera società
civile falconarese»: il «continuo, inesorabile svuotamento»
della politica della «partecipazione reale di tutti i
cittadini al governo della città e del territorio a
vantaggio dell'intera comunità e non solo di una parte di
essa». «Se qualcuno — è la conclusione — pensa o spera che
tutto ciò fiaccherà la nostra resistenza inducendoci a
cessare nella nostra battaglia, si sbaglia di grosso».
In duecento «bocciano» la
politica del sindaco
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — E' venuto il
momento di tirare le somme: 81 tagliandi di cittadini
falconaresi appoggiano in tutto e per tutto
l'amministrazione Carletti, 190, però, sono in contrasto con
le scelte applicate in questo primo frangente della seconda
legislatura del sindaco. Fino all'ultimo sono pervenute alla
nostra redazione, lettere che motivavano le pagelle più
critiche, ma anche quelle che spiegano i motivi per cui le
azioni messe in campo dal primo cittadino sono degne di
sostegno e di orgoglio. «Personalità e lavoro» Un
falconarese doc, con idee politiche diametralmente opposte —
così si definisce un nostro lettore — esprime parole
lusinghiere nei confronti del sindaco, nel modo di condurre
determinati problemi, anche quelli più angusti. «E'
infaticabile, al di sopra delle parti — ci scrive —. Ha una
forte personalità e ha fatto delle scelte coraggiose. La sua
sensibilità verso gli altri è unica (soprattutto verso i più
svantaggiati). Gli acquisti immobiliari sono ricchezza per
Falconara e non solo in vista di un utilizzo immediato. Il
riscontro — sottolinea — lo avranno le prossime
amministrazioni. Purtroppo, però — spiega rammaricato — non
lo aiutano le 'figure' che lo affiancano. Spero vivamente —
conclude — che possa ricoprire un altro mandato». Ci sono
anche però persone scontente tanto da non dare la
sufficienza in nessuno dei quesiti posti dal Carlino. Alcune
lettere erano correlate da fotografie che ritraggono
brutture e carenze della città. Angoli della spiaggia
occupati da senzatetto, tubi dei depuratori a giorno, in
bella mostra nella zona nord, quella più vicina all'impianto
petrolifero. Quello che non va Commercio e tasse. Questi
sono i «tormentoni» a cui alcuni falconaresi non resistono
più. «Il costo della vita è aumentato parecchio — aggiunge
un altro lettore —. L'Ici è tra le più alte d'Italia, gli
impianti sportivi sono aumentati del 30% e ora anche i
parcheggi sono a pagamento. Il nuovo piano regolatore —
continua a spiegare — danneggia il commercio e nei servizi
sociali, anche se l'impegno è stato notevole e i risultati
si sono visti, la costituzione di nuovi spazi ha portato ad
un grave deficit del bilancio comunale che si cerca di
colmare aumentando le tasse». E sulla questione Api apre il
suo intervento un altro lettore: «L'intera vicenda è stata
esasperata, sono state adottate scelte per partito preso
senza ottenere alcun beneficio per la popolazione. Per
quanto riguarda lo sport — afferma ancora — sono carenti le
strutture di base, le risorse tecniche sono inadeguate,
l'humus c'é ma non viene sensibilizzato e preparato a
dovere». Eppoi il problema della sicurezza: «Oggi a
Falconara — spiega un lettore arrabbiato — possono essere
sicuri dell'insicurezza. Troppe le lacune mostrate, servono
assolutamente dei provvedimenti seri e immediati». Un
piccolo resoconto Come abbiamo spiegato in più occasioni,
questa nostra iniziativa ha voluto rendere partecipi i
nostri lettori non per giudicare il lavoro altrui o per
sentenziare su cosa è bene e cosa non lo é. Al contrario è
stato un modo per dare voce a coloro che si sentivano di
dire qualcosa, anche se l'iniziativa non lo ha richiesto,
affrontare con qualche parola scritta di getto le
problematiche che rendono Falconara migliore o peggiore di
altre città. Anche se quello che è stato «raccimolato» è un
piccolo campione di persone, la maggior parte sono convinte
che il Comune dovrebbe apportare degli accorgimenti su più
fronti.
Fiumesino, davanti all'Arci
nasce un nuovo parcheggio
FALCONARA — Un nuovo
parcheggio nel quartiere di Fiumesino: è questa l'idea del
Comune, già progettata e valutata anche nei costi. La nuova
area che conterrà diciasette posti auto sorgerà nella zona
adiacente il circolo Arci e servirà tutti gli abitanti del
quartiere. Un parcheggio, la cui realizzazione comporterà
una spesa di 25mila euro. L'area ( di 362 metri quadrati) è
di proprietà del consorzio Gorgovivo multiservizi e, per
realizzare i posti auto desiderati saranno rispettate
determinate condizioni, in caso contrario la stessa
Gorgovivo, potrà revocare l'utilizzo di tale area senza che
l'amministrazione comunale possa avere nulla da rivedere.
Come prima condizione c'é quella che vieta la dispersione
nel sottosuolo di acqua meteorica proveniente dal piazzale e
dalla strada: il parcheggio dovrà infatti essere realizzato
con accorgimenti tecnici tali da garantire
l'impermeabilizzazione di base, un efficace sistema di
raccolta delle acque meteoriche e il loro convogliamento ed
emissione nella fognatura pubblica. Tutte le opere di
realizzazione del parcheggio, la rimozione e il nuovo
riposizionamento della recinzione, saranno a carico del
Comune. Il progetto, adesso, dovrà essere presentato alla
Gorgovivo multiservizi per l'approvazione che valuterà tutte
le condizioni per la realizzazione dell'opera e che
concederà, una volta esaminato l'iter, l'area al Comune in
uso gratuito. Ma passiamo quindi al progetto: prevede la
creazione di diciassette posti auto e di un'aiuola volta a
mantenere un pino esistente di notevoli dimensioni. Per
separare la zona parcheggio della retrostante proprietà
Gorgovivo, sarà lasciata una striscia di terreno su cui
verranno piantumate essenze ombreggianti e posizionate su
tre panchine. Nel piazzale saranno installati sei pozzetti
carrabili completi di caditoie in ghisa per lo smaltimento
delle acque meteoriche del piazzale e le stesse tramite una
tubazione, saranno convogliate nella fognatura comunale.
Insomma sarà mantenuto il verde esistente proprio per
mitigare l'impatto ambientale in una zona già sottoposta a
notevoli handicap. Questo è uno dei primi passi del progetto
di riconversione del quartiere falconarese che comincia
proprio dal creare più spazi per la sosta delle auto. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Comitati all'attacco "Giancarli
ci ha traditi"
Concessione all'Api
FALCONARA - In una lettera al
presidente della Provincia Giancarli, i comitati cittadini
che si battono contro la presenza dell'Api denunciano il
"tradimento" da parte del capo dell' amministrazione
provinciale. Il riferimento è alla prescrizione che questa
ha introdotto nel nuovo Prg del Comune di Falconara,
"vanificando quelle uniche previsioni che riconoscevano i
diritti e soddisfacevano le legittime attese della parte
della cittadinanza che attendeva il Prg come una liberazione
dalla precaria e pesante situazione". Il fatto che "la
concessione è stata rinnovata fino al 2020 e che, pertanto,
la destinazione ad attività a basso impatto ambientale
dell'area occupata dalla raffineria non potrà più
realizzarsi a partire dal 2008 (data della naturale scadenza
della concessione), come prevedeva il Prg del Comune di
Falconara, ma solo dopo il 2020, sembrerebbe - si legge - un
atto banale, quasi contabile. In realtà esistono altre
conseguenze e un'altra contabilità parallela che nessuno dei
partiti che la sostengono e dell'opposizione sta valutando".
La lettera dei comitati elenca poi tutti i piani, i progetti
e gli atti che le amministrazioni pubbliche hanno elaborato
e deliberato e "che sono stati cambiati, stravolti o,
addirittura, affossati a causa del rinnovo, e in ossequio ad
esso, della concessione alla raffineria Api e al connesso
spostamento della linea ferroviaria". |
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AVVENIRE |
Prestige, un disastro
infinito
Nove mesi dopo l’incidente
della petroliera, le coste spagnole ancora inondate di
carburante. Gli esperti: prima di tornare alla normalità
passeranno almeno 10 anni Un grave colpo al turismo Gli
operatori: stagione «nera»
Da Madrid Michela Coricelli
Il carburante in mare è un
veleno difficile da smaltire. Secondo l’organizzazione
ecologista Greenpeace, sul litorale spagnolo si contano
1.700 spiagge inquinate: oltre 1.100 «punti neri» sono
dovuti alla Prestige, colata a picco nove mesi fa di fronte
alla Galizia. Il naufragio della petroliera – una «carretta
del mare» di 26 anni, battente bandiera delle Bahamas, con
77mila tonnelate di nafta a bordo – è stata la tragedia
ambientale più grave della storia spagnola. I suoi effetti
si fanno ancora sentire. Per i 40 professori universitari
galleghi, che hanno appena pubblicato lo studio «L’impatto
della Prestige», si potrà parlare di «ritorno alla
normalità» soltanto fra 10 anni. Dall’inizio dell’estate
sulle spiagge della Galizia, delle Asturie, della Cantabria
e dei Paesi Baschi si registrano quasi quotidianamente nuovi
«arrivi»: non si tratta di «maree nere», ma le coste si
risvegliano al mattino punteggiate da macchioline scure. Le
chiamano «galletas» (letteralmente, biscotti) e,
probabilmente, provengono da grandi chiazze che galleggiano
ancora nel Golfo di Vizcaya. Tutto dipende dal vento. La
nafta arriva anche a Biarritz, in Francia. Sulla spiaggia,
paradiso dei surfisti, i bambini camminano con i piedi neri,
macchiati dal carburante. «Soltanto il movimento del mare
potrà ripulire completamente le nostre coste», dicevano i
pescatori nel pieno della tragedia, lo scorso novembre. Ma
questa «pulizia naturale» potrebbe richiedere più tempo del
previsto. Intanto le regioni spagnole del Cantabrico
organizzano squadre di raccolta mattutina. Ogni giorno
vengono spazzate via decine di tonnellate di residui,
combustibile mescolato a sabbia. Accanto a docce e
spogliatoi, in molte spiagge ora ci sono le «panchine
anti-nafta»: il bagnante che esce dall’acqua macchiato o che
ha calpestato una «bollicina» nera sulla sabbia, può sedersi
e pulirsi con dell’olio di girasole. È una scena piuttosto
frequente. Secondo Greenpeace, il combustibile è ancora
presente in 1.157 spia gge, ossia il 25% della costa
spagnola, circa duemila chilometri di estensione. Il peggio
è passato, gli abitanti della costa settentrionale hanno
voglia di dimenticare e ricominciare le loro attività: pesca
e turismo. Ma le «bolle» nascoste sotto la sabbia sono
fastidiose: si attaccano alle gambe e ai piedi, si lavano
via difficilmente dai teli da bagno, sono maleodoranti e
lasciano ai turisti una brutta immagine. Un ricordo
negativo. Non a caso l’Associazione dell’Educazione
Ambientale e del Consumatore (Adeac) ha deciso di ritirare
le sue «bandiere azzurre» da alcune spiagge del Cantabrico.
Nonostante tutto – assicurano i governi regionali – il
turismo ha reagito meglio del previsto: la fama di Santander
e San Sebastian, mete tradizionali delle vacanze spagnole
più eleganti, non sembra intaccata dal carburante. La gente
adora la Concha – cuore di San Sebastian – e non si fa
intimorire dai residui di nafta sulla sabbia. Più difficile
la situazione della Galizia, che ha risposto al disastro
ambientale con una potente campagna promozionale: secondo il
governo locale l’occupazione alberghiera è diminuita solo
dell’1% rispetto allo scorso anno. Eppure, gli albergatori
lamentano un’estate «nera». Nel frattempo, a 3.500 metri di
profondità, nelle stive della Prestige ci sono ancora 30mila
tonnellate di nafta. L’estrazione definitiva del
combustibile è stata rimandata alla prossima primavera. La
compagnia impegnata nello svuotamento della Prestige, la
Repsol, prevede di aprire una «breccia» di 70 centimentri
nei serbatoi: da questo foro aspirerà la nafta con grandi
sacche, sfruttando il principio dell’assorbimento per
gravità. I protagonisti dell’operazione saranno quattro
robot sottomarini. Intanto i pescatori della Costa della
Morte hanno ripreso a lavorare. Dal primo luglio le barche
sono tornate in mare, a caccia di polipi. Una delle
preoccupazioni principali è il costo del pesce e dei
crostacei: i prezzi sono diminuiti. La causa è la
concorrenza. Nei mesi in c ui è stata proibita la pesca, la
regione è stata costretta ad aumentare le importazioni.
«Dobbiamo recuperare la nostra quota di mercato», dicono i
pescatori galleghi. È gente abituata a lottare con le onde
del mare. |
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IL TEMPO |
SI SPEZZA UNA PETROLIERA,
MAREA NERA INVADE LE SPIAGGE DI KARACHI
PAKISTAN. Nella foto un
gruppo di volontari a lavoro sulla spiaggia di Karachi
invasa dalla marea nera. Giovedì scorso la petroliera greca
«Tasman Spirit» si è spezzata a largo della costa lasciando
fuoriuscire circa 67 mila tonnellate di greggio e provocando
danni all’intero ecosistema locale. Sarebbero già migliaia i
pesci morti ritrovati in mare e lungo la spiaggia. Le
operazioni di pulizia e di controllo della zona continuano
ininterrottamente grazie all’intervento del governo e
all’aiuto dei volontari. |
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