RASSEGNA STAMPA 20.08.2003

 

RESTO DEL CARLINO
«Anche Giancarli ha tradito la nostra fiducia»

FALCONARA — In una lettera al presidente della Provincia di Ancona Enzo Giancarli, i comitati cittadini falconaresi che si battono contro la presenza della raffineria Api denunciano il «tradimento» da parte del capo dell'amministrazione provinciale. Il riferimento è alla prescrizione che questa ha introdotto nel nuovo Prg del Comune di Falconara, «vanificando quelle uniche previsioni che riconoscevano i diritti e soddisfacevano le legittime attese della parte della cittadinanza, che attendeva il Prg come una liberazione dalla precaria e pesante situazione». Il fatto che «la concessione è stata rinnovata fino al 2020 e che, pertanto, la destinazione ad attività a basso impatto ambientale dell'area occupata dalla raffineria non potrà più realizzarsi a partire dal 2008 (data della naturale scadenza della concessione), come prevedeva il Prg del Comune di Falconara, ma solo dopo il 2020, sembrerebbe — si legge — un atto banale, quasi contabile. In realtà esistono altre conseguenze e un'altra contabilità parallela che nessuno dei partiti che la sostengono e dell'opposizione sta valutando». La lettera dei comitati elenca poi tutti i piani, i progetti e gli atti che le amministrazioni pubbliche hanno elaborato e deliberato e «che sono stati cambiati, stravolti o, addirittura, affossati a causa del rinnovo, e in ossequio ad esso, della concessione alla raffineria Api e al connesso spostamento della linea ferroviaria». I cittadini «oggi si ritrovano traditi — si legge ancora — nelle aspettative di un miglioramento della salubrità e della qualità della vita», «nella certezza che i piani, i progetti e gli atti che le amministrazioni pubbliche avevano prodotto e deliberato fossero un baluardo definitivo e sicuro e resistessero alla pressione degli interessi di spa come Api e Rfi». «Vorremmo almeno — proseguono i comitati rivolti a Giancarli — che riflettesse su un ulteriore tradimento che anche lei sta contribuendo a far patire all'intera società civile falconarese»: il «continuo, inesorabile svuotamento» della politica della «partecipazione reale di tutti i cittadini al governo della città e del territorio a vantaggio dell'intera comunità e non solo di una parte di essa». «Se qualcuno — è la conclusione — pensa o spera che tutto ciò fiaccherà la nostra resistenza inducendoci a cessare nella nostra battaglia, si sbaglia di grosso».

In duecento «bocciano» la politica del sindaco

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — E' venuto il momento di tirare le somme: 81 tagliandi di cittadini falconaresi appoggiano in tutto e per tutto l'amministrazione Carletti, 190, però, sono in contrasto con le scelte applicate in questo primo frangente della seconda legislatura del sindaco. Fino all'ultimo sono pervenute alla nostra redazione, lettere che motivavano le pagelle più critiche, ma anche quelle che spiegano i motivi per cui le azioni messe in campo dal primo cittadino sono degne di sostegno e di orgoglio. «Personalità e lavoro» Un falconarese doc, con idee politiche diametralmente opposte — così si definisce un nostro lettore — esprime parole lusinghiere nei confronti del sindaco, nel modo di condurre determinati problemi, anche quelli più angusti. «E' infaticabile, al di sopra delle parti — ci scrive —. Ha una forte personalità e ha fatto delle scelte coraggiose. La sua sensibilità verso gli altri è unica (soprattutto verso i più svantaggiati). Gli acquisti immobiliari sono ricchezza per Falconara e non solo in vista di un utilizzo immediato. Il riscontro — sottolinea — lo avranno le prossime amministrazioni. Purtroppo, però — spiega rammaricato — non lo aiutano le 'figure' che lo affiancano. Spero vivamente — conclude — che possa ricoprire un altro mandato». Ci sono anche però persone scontente tanto da non dare la sufficienza in nessuno dei quesiti posti dal Carlino. Alcune lettere erano correlate da fotografie che ritraggono brutture e carenze della città. Angoli della spiaggia occupati da senzatetto, tubi dei depuratori a giorno, in bella mostra nella zona nord, quella più vicina all'impianto petrolifero. Quello che non va Commercio e tasse. Questi sono i «tormentoni» a cui alcuni falconaresi non resistono più. «Il costo della vita è aumentato parecchio — aggiunge un altro lettore —. L'Ici è tra le più alte d'Italia, gli impianti sportivi sono aumentati del 30% e ora anche i parcheggi sono a pagamento. Il nuovo piano regolatore — continua a spiegare — danneggia il commercio e nei servizi sociali, anche se l'impegno è stato notevole e i risultati si sono visti, la costituzione di nuovi spazi ha portato ad un grave deficit del bilancio comunale che si cerca di colmare aumentando le tasse». E sulla questione Api apre il suo intervento un altro lettore: «L'intera vicenda è stata esasperata, sono state adottate scelte per partito preso senza ottenere alcun beneficio per la popolazione. Per quanto riguarda lo sport — afferma ancora — sono carenti le strutture di base, le risorse tecniche sono inadeguate, l'humus c'é ma non viene sensibilizzato e preparato a dovere». Eppoi il problema della sicurezza: «Oggi a Falconara — spiega un lettore arrabbiato — possono essere sicuri dell'insicurezza. Troppe le lacune mostrate, servono assolutamente dei provvedimenti seri e immediati». Un piccolo resoconto Come abbiamo spiegato in più occasioni, questa nostra iniziativa ha voluto rendere partecipi i nostri lettori non per giudicare il lavoro altrui o per sentenziare su cosa è bene e cosa non lo é. Al contrario è stato un modo per dare voce a coloro che si sentivano di dire qualcosa, anche se l'iniziativa non lo ha richiesto, affrontare con qualche parola scritta di getto le problematiche che rendono Falconara migliore o peggiore di altre città. Anche se quello che è stato «raccimolato» è un piccolo campione di persone, la maggior parte sono convinte che il Comune dovrebbe apportare degli accorgimenti su più fronti.

Fiumesino, davanti all'Arci nasce un nuovo parcheggio

FALCONARA — Un nuovo parcheggio nel quartiere di Fiumesino: è questa l'idea del Comune, già progettata e valutata anche nei costi. La nuova area che conterrà diciasette posti auto sorgerà nella zona adiacente il circolo Arci e servirà tutti gli abitanti del quartiere. Un parcheggio, la cui realizzazione comporterà una spesa di 25mila euro. L'area ( di 362 metri quadrati) è di proprietà del consorzio Gorgovivo multiservizi e, per realizzare i posti auto desiderati saranno rispettate determinate condizioni, in caso contrario la stessa Gorgovivo, potrà revocare l'utilizzo di tale area senza che l'amministrazione comunale possa avere nulla da rivedere. Come prima condizione c'é quella che vieta la dispersione nel sottosuolo di acqua meteorica proveniente dal piazzale e dalla strada: il parcheggio dovrà infatti essere realizzato con accorgimenti tecnici tali da garantire l'impermeabilizzazione di base, un efficace sistema di raccolta delle acque meteoriche e il loro convogliamento ed emissione nella fognatura pubblica. Tutte le opere di realizzazione del parcheggio, la rimozione e il nuovo riposizionamento della recinzione, saranno a carico del Comune. Il progetto, adesso, dovrà essere presentato alla Gorgovivo multiservizi per l'approvazione che valuterà tutte le condizioni per la realizzazione dell'opera e che concederà, una volta esaminato l'iter, l'area al Comune in uso gratuito. Ma passiamo quindi al progetto: prevede la creazione di diciassette posti auto e di un'aiuola volta a mantenere un pino esistente di notevoli dimensioni. Per separare la zona parcheggio della retrostante proprietà Gorgovivo, sarà lasciata una striscia di terreno su cui verranno piantumate essenze ombreggianti e posizionate su tre panchine. Nel piazzale saranno installati sei pozzetti carrabili completi di caditoie in ghisa per lo smaltimento delle acque meteoriche del piazzale e le stesse tramite una tubazione, saranno convogliate nella fognatura comunale. Insomma sarà mantenuto il verde esistente proprio per mitigare l'impatto ambientale in una zona già sottoposta a notevoli handicap. Questo è uno dei primi passi del progetto di riconversione del quartiere falconarese che comincia proprio dal creare più spazi per la sosta delle auto.

 
CORRIERE ADRIATICO
Comitati all'attacco "Giancarli ci ha traditi"

Concessione all'Api

FALCONARA - In una lettera al presidente della Provincia Giancarli, i comitati cittadini che si battono contro la presenza dell'Api denunciano il "tradimento" da parte del capo dell' amministrazione provinciale. Il riferimento è alla prescrizione che questa ha introdotto nel nuovo Prg del Comune di Falconara, "vanificando quelle uniche previsioni che riconoscevano i diritti e soddisfacevano le legittime attese della parte della cittadinanza che attendeva il Prg come una liberazione dalla precaria e pesante situazione". Il fatto che "la concessione è stata rinnovata fino al 2020 e che, pertanto, la destinazione ad attività a basso impatto ambientale dell'area occupata dalla raffineria non potrà più realizzarsi a partire dal 2008 (data della naturale scadenza della concessione), come prevedeva il Prg del Comune di Falconara, ma solo dopo il 2020, sembrerebbe - si legge - un atto banale, quasi contabile. In realtà esistono altre conseguenze e un'altra contabilità parallela che nessuno dei partiti che la sostengono e dell'opposizione sta valutando". La lettera dei comitati elenca poi tutti i piani, i progetti e gli atti che le amministrazioni pubbliche hanno elaborato e deliberato e "che sono stati cambiati, stravolti o, addirittura, affossati a causa del rinnovo, e in ossequio ad esso, della concessione alla raffineria Api e al connesso spostamento della linea ferroviaria".

 
AVVENIRE
Prestige, un disastro infinito

Nove mesi dopo l’incidente della petroliera, le coste spagnole ancora inondate di carburante. Gli esperti: prima di tornare alla normalità passeranno almeno 10 anni Un grave colpo al turismo Gli operatori: stagione «nera»

Da Madrid Michela Coricelli

Il carburante in mare è un veleno difficile da smaltire. Secondo l’organizzazione ecologista Greenpeace, sul litorale spagnolo si contano 1.700 spiagge inquinate: oltre 1.100 «punti neri» sono dovuti alla Prestige, colata a picco nove mesi fa di fronte alla Galizia. Il naufragio della petroliera – una «carretta del mare» di 26 anni, battente bandiera delle Bahamas, con 77mila tonnelate di nafta a bordo – è stata la tragedia ambientale più grave della storia spagnola. I suoi effetti si fanno ancora sentire. Per i 40 professori universitari galleghi, che hanno appena pubblicato lo studio «L’impatto della Prestige», si potrà parlare di «ritorno alla normalità» soltanto fra 10 anni. Dall’inizio dell’estate sulle spiagge della Galizia, delle Asturie, della Cantabria e dei Paesi Baschi si registrano quasi quotidianamente nuovi «arrivi»: non si tratta di «maree nere», ma le coste si risvegliano al mattino punteggiate da macchioline scure. Le chiamano «galletas» (letteralmente, biscotti) e, probabilmente, provengono da grandi chiazze che galleggiano ancora nel Golfo di Vizcaya. Tutto dipende dal vento. La nafta arriva anche a Biarritz, in Francia. Sulla spiaggia, paradiso dei surfisti, i bambini camminano con i piedi neri, macchiati dal carburante. «Soltanto il movimento del mare potrà ripulire completamente le nostre coste», dicevano i pescatori nel pieno della tragedia, lo scorso novembre. Ma questa «pulizia naturale» potrebbe richiedere più tempo del previsto. Intanto le regioni spagnole del Cantabrico organizzano squadre di raccolta mattutina. Ogni giorno vengono spazzate via decine di tonnellate di residui, combustibile mescolato a sabbia. Accanto a docce e spogliatoi, in molte spiagge ora ci sono le «panchine anti-nafta»: il bagnante che esce dall’acqua macchiato o che ha calpestato una «bollicina» nera sulla sabbia, può sedersi e pulirsi con dell’olio di girasole. È una scena piuttosto frequente. Secondo Greenpeace, il combustibile è ancora presente in 1.157 spia gge, ossia il 25% della costa spagnola, circa duemila chilometri di estensione. Il peggio è passato, gli abitanti della costa settentrionale hanno voglia di dimenticare e ricominciare le loro attività: pesca e turismo. Ma le «bolle» nascoste sotto la sabbia sono fastidiose: si attaccano alle gambe e ai piedi, si lavano via difficilmente dai teli da bagno, sono maleodoranti e lasciano ai turisti una brutta immagine. Un ricordo negativo. Non a caso l’Associazione dell’Educazione Ambientale e del Consumatore (Adeac) ha deciso di ritirare le sue «bandiere azzurre» da alcune spiagge del Cantabrico. Nonostante tutto – assicurano i governi regionali – il turismo ha reagito meglio del previsto: la fama di Santander e San Sebastian, mete tradizionali delle vacanze spagnole più eleganti, non sembra intaccata dal carburante. La gente adora la Concha – cuore di San Sebastian – e non si fa intimorire dai residui di nafta sulla sabbia. Più difficile la situazione della Galizia, che ha risposto al disastro ambientale con una potente campagna promozionale: secondo il governo locale l’occupazione alberghiera è diminuita solo dell’1% rispetto allo scorso anno. Eppure, gli albergatori lamentano un’estate «nera». Nel frattempo, a 3.500 metri di profondità, nelle stive della Prestige ci sono ancora 30mila tonnellate di nafta. L’estrazione definitiva del combustibile è stata rimandata alla prossima primavera. La compagnia impegnata nello svuotamento della Prestige, la Repsol, prevede di aprire una «breccia» di 70 centimentri nei serbatoi: da questo foro aspirerà la nafta con grandi sacche, sfruttando il principio dell’assorbimento per gravità. I protagonisti dell’operazione saranno quattro robot sottomarini. Intanto i pescatori della Costa della Morte hanno ripreso a lavorare. Dal primo luglio le barche sono tornate in mare, a caccia di polipi. Una delle preoccupazioni principali è il costo del pesce e dei crostacei: i prezzi sono diminuiti. La causa è la concorrenza. Nei mesi in c ui è stata proibita la pesca, la regione è stata costretta ad aumentare le importazioni. «Dobbiamo recuperare la nostra quota di mercato», dicono i pescatori galleghi. È gente abituata a lottare con le onde del mare.

 
IL TEMPO
SI SPEZZA UNA PETROLIERA, MAREA NERA INVADE LE SPIAGGE DI KARACHI

PAKISTAN. Nella foto un gruppo di volontari a lavoro sulla spiaggia di Karachi invasa dalla marea nera. Giovedì scorso la petroliera greca «Tasman Spirit» si è spezzata a largo della costa lasciando fuoriuscire circa 67 mila tonnellate di greggio e provocando danni all’intero ecosistema locale. Sarebbero già migliaia i pesci morti ritrovati in mare e lungo la spiaggia. Le operazioni di pulizia e di controllo della zona continuano ininterrottamente grazie all’intervento del governo e all’aiuto dei volontari.

 
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