RASSEGNA STAMPA 01.08.2003

 

MESSAGGERO
«Carletti? Sull’Api continua a sbagliare»

Il segretario Ds. Vannucci critica le decisioni di Falconara pronta a ricorrere contro il rinnovo della concessione

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA - «Poteva firmare anche subito, ma che lo faccia adesso è comunque una soddisfazione perché ha distinto i problemi generali con la Regione dal caso specifico, l’Api». Commenta così il segretario regionale Ds, Masssimo Vannucci, la decisione di Enzo Giancarli di firmare oggi in Regione il rinnovo all’Api, mentre il Comune ha annunciato la scelta di ricorrere al Tar proprio per annullare questo documento che sancisce la permanenza della raffineria a Falconara per altri venti anni. Tre enti, quindi, governati dal centro-sinistra ma che non la pensano allo stesso modo su una questione così delicata come l’Api. La Regione è stata la prima a dare il via libera stilando un protocollo d’intesa a suggello del rinnovo della concessione dove sono state inserite una serie di prescrizioni per migliorare la convivenza tra lo stabilimento e il territorio. Prescrizioni mai appoggiate dal Comune di Falconara e che, in un primo momento, sembrava non andassero giù neanche alla Provincia che aveva disertato, a sorpresa, l’appuntamento di fine giugno per firmare insieme alla Regione il rinnovo. Poi, Enzo Giancarli, presidente della Provincia, aveva chiarito che non era l’Api ad aver causato quel comportamento, ma frizioni sedimentate con la Regione. Pomo della discordia tra i due enti è la sanità, ma D’Ambrosio, governatore delle Marche, pare aver recuperato con Giancarli, almeno sulla questione raffineria. Anche se rimane da vedere come e se si risolverà la faccenda sanità. Dal canto suo, Giancarli ha dimostrato, in quest’occasione, tutto il suo peso politico, fatto che nell’ambito dei Ds conterà, in futuro. Frizione superata da oggi, quindi, tra il presidente della Regione e della Provincia grazie alla firma per il rinnovo all’Api? «Beh, superata - spiega il segretario regionale Ds - In questo caso, su tale tema c’è piena convergenza: ha prevalso l’interesse generale e non specifico». I Ds regionali cosa pensano della questione raffineria: come è stata affrontata? «La Regione ha fatto bene il proprio dovere. Siamo perfettamente d’accordo col lavoro svolto dall’assessore all’ambiente Amagliani e appoggiamo anche la scelta del presidente Giancarli di firmare il rinnovo della concessione. Per noi è una soddisfazione». Invece cosa pensa della posizione del Comune di Falconara? «Dispiace la sua decisione. Ha partecipato a tutto il percorso per il rinnovo, sfilandosi dalle trattative all’ultimo. La sua è una visione sbagliata, ha guardato più all’interesse di una parte che generale, dell’economia della Regione, dei lavoratori e di tutti i cittadini». Pensa che ricorrendo al Tar il Comune riuscirà a cambiare le cose? «Non credo. Sarà solo una spesa inutile di soldi ed energia. E non capisco il perché di tutto questo. I Ds Marche a dicembre 2002 avevano firmato un documento concordato con cui avrebbero affrontato la questione Api. Quindi non vedo perché adesso il Comune debba prenderne le distanze». Ma l’ente locale afferma che questa nuova concessione contiene poche garanzie per il territorio ed i cittadini. «Non è vero, questo sarebbe successo se il rinnovo fosse stato dato dal Ministero. Poi, alla fine si può sempre giocare al rialzo, ma è anche giusto che ci ha le sue responsabilità se le prenda».

 
RESTO DEL CARLINO
"Strappo pesante con il Comune"

FALCONARA — «Quello con il Comune di Falconara è uno strappo veramente pesante». L'assessore regionale all'Ambiente, Marco Amagliani non commenta il ricorso al Tar dell'amministrazione falconarese, ma esprime rammarico per il mancato accordo sul protocollo d'intesa che oggi verrà sottoscritto anche dal presidente della Provincia, Enzo Giancarli dopo le divergenze di opinioni sul piano sanitario regionale. «Mi auguravo — dice Amagliani — che il Comune avesse, anche se in un secondo momento, aderito al protocollo, ma così non è stato e ne prendo atto. Torno comunque a ripetere quello che già ho detto più volte: abbiamo fatto delle scelte in base all'unica strada percorribile. Per quanto riguarda invece la posizione di Giancarli, non avevo dubbi che il presidente, come lui stesso aveva dichiarato, sottoscrivesse il protocollo d'intesa». La firma sul documento verrà apposta questa mattina alle 12.30. Si fanno invece aspri i toni tra Rifondazione comunista e i Verdi. «Dopo aver rinunciato per anni a un impegno istituzionale e politico costante e coerente per costruire le condizioni necessarie a qualsiasi percorso di riconversione-dismissione della raffineria Api di Falconara, i Verdi delle Marche provano ora a «far cassa tentando di 'colpevolizzare' strumentalmente Rifondazione solo perché l'assessore Amagliani ha fatto, e bene, il suo dovere». Lo scrive il segretario regionale del Prc delle Marche Giuliano Brandoni, in una nota con la quale ieri ha replicato alle accuse mosse dagli ecologisti all'amministratore regionale per il parere favorevole dato dalla Regione al rinnovo della concessione ventennale all'impianto. «La scelta della giunta regionale, condivisa dalla Provincia di Ancona, di costruire un protocollo di intesa e una griglia di prescrizioni cogenti in concomitanza con il rinnovo della concessione di raffinazione all'Api rappresenta — spiega Brandoni — l'atto tecnicamente e politicamente più avanzato costruito durante la lunga storia del confronto tra raffineria Api e istituzioni locali. Perché, forse per la prima volta, l'azienda è sottoposta agli obblighi e impegni precisi oltrechè a condividere un percorso di riconversione che sarà tanto più concreto quanto più vasto e coeso sarà l'impegno dell'opinione pubblica e di movimenti della società civile». Brandoni e tutta Rifondazione comunista «rivendica, senza timori di aver condiviso la scelta compiuta dalla maggioranza regionale».

L'indice di gradimento su Carletti

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — Come valutate l'operato del primo cittadino, pensate che abbia preso a cuore i problemi della città? Questione Api, sicurezza, ambiente, tasse, servizi sociali, commercio, iniziative culturali e sport, sono le classificazioni sulle quali il Carlino vi chiede di esprimere un voto. Non si tratta di un giudizio, ma di testare l'operato di un sindaco che non ha ancora concluso la sua battaglia contro la raffineria Api, anzi l'ha appena riaperta, un primo cittadino che ha scelto, riscuotendo poca popolarità, di rivoluzionare il piano dei parcheggi, accattivandosi le antipatie di molti. C'è poi la sua volontà di far cancellare su Falconara la definizione di città dormitorio. Vi chiediamo insomma di esprimere un voto anche sulla nuova impostazione che Carletti ha dato alla città, la riscoperta della sua vera origine, progettando assieme agli architetti spagnoli, nuovi quartieri per dare un'identità diversa a Falconara. Parliamo di un sindaco che è stato rieletto, che ha deciso di dare spazio e dimore collettive (forse troppe) agli anziani, parliamo di quell'uomo che ha sempre detto che la Cultura, quella con la «c» maiuscola, doveva essere riscoperta, proprio a cominciare dal territorio. Ha ideato un cartellone di spettacoli, che si svolgono proprio nei luoghi più sconosciuti, quelli anche a volte disprezzati. Ma Carletti è anche colui che ha investito nel mattone, comprando stabili, vecchi e nuovi, che ha ristrutturato, e che per questo è stato accusato di aver abusato nel dispendio dei risparmi delel casse comunali. Insomma è possibile valutare le due facce della medaglia, il buono e il cattivo che c'é nella gestione Carletti. Con questo coupon che pubblicheremo tutti i giorni, invitiamo chi stima e chi no il professor Carletti a uscire allo scoperto senza la paura di fornire le generalità. Potranno esprimere il consenso o il dissenso. In tal modo avanzeranno degli input all'amministrazione comunale, delle proposte su quelle che sono le problematiche verso le quali i cittadini si sentono trascurati, e quelle che invece sono state risolte o dove si può fare ancora meglio. Questa Falconara sta cambiando?

 
CORRIERE ADRIATICO
Rifondazione alza i toni Maggioranza in affanno

"Grave la cecità politica dei Ds. Siamo stati sempre corretti nei confronti di sindaco e giunta, non siamo stati ripagati con ugual moneta" Dopo il voto in Consiglio sulla centrale

Rifondazione comunista spara a zero contro i Ds e getta ombre oscure sul futuro dell'unità della coalizione di centrosinistra.

Jesi - E' un messaggio dai toni pesanti e che, c'è da scommettere, provocherà un terremoto politico, quello diffuso ieri con una nota dal partito dei "bertinottiani" jesini. "L'operato di Rifondazione comunista - si legge nel comunicato - è stato sino ad oggi di grande correttezza, operatività e lealtà nei confronti del sindaco Fabiano Belcecchi e degli alleati di giunta. Non siamo stati ripagati con egual moneta". Parole lapidarie, che pesano come macigni. Il motivo di tanto risentimento è il voto, che Rc bolla come "bipartisan", sull'ordine del giorno, discusso nell'ultima riunione del consiglio comunale, riguardante la riapertura della centrale elettrica di Camerata Picena. Dal documento, su proposta dei Repubblicani europei, sono stati eliminati alcuni passaggi contro il governo Berlusconi, evidentemente per cercare un'espressione univoca del consiglio contro l'attivazione di un nuovo impianto turbogas. Un'operazione che Rc non ha digerito. Prima votando contro l'ordine del giorno ed ora, tirando fuori un risentimento forse celato da tempo, lanciando gravi accuse contro la Quercia. "Grave è la cecità politica dei Ds jesini - scrive il partito di sinistra - che hanno perso un'occasione preziosa per rilanciare a tutti i livelli l'opposizione alle scelte iperliberiste del Governo Berlusconi ed anzi inseguendo i cespugli (vedi Re) hanno confuso i propri voti con la destra. Voti ambigui e trasversali come quello dell'ultimo consiglio comunale minano l'unità già compromessa dalle smanie di protagonismo dei cespugli e dei liberi battitori che oltre a dividere generano un forte ritardo nell'attuazione del programma. Da settembre - conclude la nota - cercheremo l'unità rafforzando l'autonomia di Rifondazione".

 
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