MESSAGGERO |
Api, il Comune ricorre al Tar
Concessione fino al 2020,
Carletti sul piede di guerra
Mentre la Provincia firma il
rinnovo della concessione Api seguendo così la Regione, il
Comune di Falconara va dritto per la sua strada che, adesso,
passa dritto per il Tar. Il sindaco Carletti convoca infatti
per oggi pomeriggio una seduta straordinaria di Giunta per
discutere e deliberare su un ordine del giorno che comunque
non sorprende: «Impugnazione avanti al Tar Marche del
decreto del direttore del territorio e ambiente della
Regione Marche n.18 del 30/06/2003 recante il rilascio della
concessione per la raffinazione degli olii minerali alla
Raffineria Api fino al 2020, nonché del protocollo d’intesa
sottoscritto tra Regione Marche e Api Raffineria di Ancona
spa in data 30/06/2003».
Fiamme vicino
all’aeroporto
FALCONARA - Doloso e
appiccato contemporaneamente in tre punti diversi di via
Fossatello a Falconara. Questo è quanto si può stabilire da
quel che rimane nell'area interessata dalle fiamme che, ieri
pomeriggio verso le ore 15, hanno bruciato una superficie di
circa 600 metri quadrati di canneto e sterpaglie. I tre
focolai sono stati attizzati ad una certa distanza l'uno
dall'altro, due lontani di circa 150 metri e uno, il più
isolato, a 400 metri. La zona interessata dalle fiamme fa
parte dell'area a ridosso dell'aeroporto e costeggia la
strada insieme ad acacie e querce.
|
|
RESTO DEL CARLINO |
Concessione, il Comune
ricorre al Tar
FALCONARA — Dopo l'ok
ufficiale del Consiglio provinciale, il presidente Enzo
Giancarli firmerà venerdì alle 12 all'ottavo piano della
Regione il protocollo d'intesa sul rinnovo della concessione
alla raffineria Api. La Provincia ha dunque interrotto
quello stand by dovuto a divergenze chiare e palesate con il
governo regionale e in particolare con le scelte «sanitarie»
del suo presidente, Vito D'Ambrosio. Giancarli aveva già
spiegato il perché di questo sì al rinnovo della concessione
all'industria petrolifera, mentre Alleanza nazionale, Ennio
Mencarelli e Massimo Bello spiegano che era necessario far
rispettare certe condizioni. «Innazitutto, la posizione da
noi espressa — hanno spiegato ieri Mencarelli e Bello — è
quella indicata dalla segreteria regionale del partito, da
quella provinciale e da quella comunale di Falconara. An non
è contraria al rinnovo della concessione all'Api, ma
riteniamo che essa debba essere data a determinate
condizioni, che allarghino le garanzie per i cittadini ed i
lavoratori sotto il profilo del diritto alla salute, alla
sicurezza ed ai livelli occupazionali». Alleanza nazionale
ritiene che quel protocollo debba contenere qualcosa di più,
soprattutto nei confronti della cittadinanza. «Abbiamo
chiesto — sottolineano Mencarelli e Bello — che venissero
inserite nel protocollo alcune prescrizioni: dismissione
della produzione di benzine inquinanti con produzione di
gasoli con zolfo a 10 ppm rispetto agli attuali 350 ppm e
benzine con zolfo a 10 ppm, prodotti alternativi a quelli
petroliferi ed in particolare l'idrogeno, produzione di
biodiesel e tante altri requisiti. Le nostre richieste non
sono state prese in considerazione — concludono — anzi
l'intero dibattito si è svolto all'insegna di un puro
esercizio di dialettica demagogica e strumentale, che non ha
lasciato spazio alla vera questione».
La decisione era nell'aria
FALCONARA — La decisione era
nell'aria e ieri è puntaulmente arrivata. Il Comune di
Falconara ha deciso di ricorrere al Tar contro il rinnovo
della concessione alla raffineria Api. Il sindaco Giancarlo
carletti con una lettera inviata ieri agli assessori, ha
convocato per oggi alle 14.30, in seduta straordinaria la
giunta presso la sede municipale di piazza Carducci per
discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:
«impugnazione davanti al Tar Marche — si legge nella nota
inviata dal Comune — del decreto del direttore del
dipartimento del Territorio e Ambiente della Regione Marche
n.18 del 30 giugno 2003 recante il rilascio della
concessione per la raffinazione degli olii minerali alla
raffineria Api fino al 2020, nonchè del protocollo d'intesa
sottoscritto tra Regione Marche e Api raffineria di ancona
spa in data 30 giugno 2003». Che il Comune si stesse
muovendo su questa direttrice dopo l'accorso siglato tra
Regione e Api raffineria era cosa ormai certa. Adesso, però
c'è l'ufficialità sugli atti e le decisioni da
intraprendere. Intanto l'assessore regionale all'Ambiente
Marco Amagliani «registra con favore l' approvazione da
parte del consiglio provinciale di Ancona della mozione che
esprime parere positivo sul percorso seguito dalla Regione
Marche in merito al rinnovo dalla concessione della
Raffineria Api». «È altresì motivo di soddisfazione -
aggiunge l' assessore - constatare come il gruppo dei Verdi
in consiglio provinciale abbia assunto un atteggiamento
benevolo nei confronti di tale iter amministrativo
esprimendo un voto di astensione».
Il fuoco minaccia ditte e
aeroporto
di Alessandra Pascucci
FALCONARA — Sono stati due,
ieri, gli incendi sviluppatisi a distanza di poche ore nella
parte nord di Falconara, tra la zona industriale e
l'aeroporto. Il primo è divampato poco prima delle 12,
quando ha preso fuoco un contatore dell'Enel installato in
via del Consorzio, all'altezza del civico 2/a. La scintilla
è scaturita dalle connessioni che collegano il limitatore al
contatore, per motivi ancora da chiarire. Ad accorgersi per
primi delle fiamme sono stati Bianconi e Corinaldesi,
titolari della ditta "Falcoasfalti" che, allertati dal black
out provocato dal guasto alla cabina elettrica, hanno domato
l'incendio con un estintore. Le fiamme hanno comportato
l'interruzione della distribuzione di energia anche per la
vicina ditta "Frimecs", al civico 2/b. Sul posto è
intervenuta immediatamente una volante della polizia,
seguita a breve distanza dai vigili del fuoco. La fornitura
di elettricità è stata ripristinata poco dopo le 16. Il
secondo allarme incendio è scattato attorno alle 15 in via
del Fossatello, la strada che costeggia il perimetro
dell'aeroporto "Raffaello Sanzio". Le fiamme sono divampate
tra le sterpaglie che si estendono sul lato opposto di uno
degli edifici occupati dai militari di stanza nello scalo
aeroportuale falconarese. I residenti della zona hanno
chiamato immediatamente i vigili del fuoco che da Ancona
hanno inviato alcuni mezzi. L'incendio è stato spento prima
di provocare danni. Il rischio è stato elevato, in quanto la
mancanza di piogge delle ultime settimane ha reso la
vegetazione molto secca e dunque facilmente infiammabile. Da
giorni, poi, su Falconara soffia un vento molto caldo che in
caso di incendi potrebbe favorire l'estendersi delle fiamme.
|
|
CORRIERE ADRIATICO |
Ricorso al Tar contro la
raffineria
Oggi il sindaco porta in
giunta la decisione di rivolgersi ai giudici amministrativi
per annullare anche il protocollo d'intesa
Il Comune impugnerà la
proroga della concessione all'Api
di L.S.
FALCONARA - Finirà davanti ai
giudici del Tar il rinnovo della concessione all'Api che un
mese fa aveva sancito la proroga fino al 2020 del difficile
connubio tra la raffineria e la città di Falconara. Il
sindaco Carletti non demorde e convoca per oggi pomeriggio
alle 14 e 30 una seduta straordinaria della giunta per
discutere un solo punto all'ordine del giorno:
l'impugnazione al Tar Marche del decreto con cui la Regione
Marche aveva allungato di 12 anni la concessione all'Api per
raffinare oli minerali e del protocollo d'intesa che
disciplinava i rapporti tra l'azienda petrolchimica e la
Regione stessa. La decisione arriva all'indomani del voto
favorevole con cui il consiglio provinciale, a larga
maggioranza, s'era espresso a favore della proroga della
concessione all'Api. Così il Comune di Falconara resta solo
in barricata, almeno a livello istituzionale, a fronteggiare
il "via libera" alla raffineria per i prossimi 17 anni. Il
sindaco Carletti porta in giunta una decisione, quella di
ricorrere ai giudici amministrativi, che è in linea con
l'atteggiamento tenuto durante il tribolato iter della
pratica. D'altra parte il 30 giugno scorso, quando in
Regione venne stipulato l'atto di ratifica del rinnovo della
concessione alla raffineria Api, spiccava l'assenza del
primo cittadino del Comune che ospita l'impianto
petrolchimico. E a sorpresa non si presentò neanche il
presidente della Provincia di Ancona. "In ogni caso - aveva
sottolineato in quell'occasione il presidente della Regione
Vito D'Ambrosio - il protocollo d'intesa con l'azienda che
abbiamo sottoscritto, un documento fondamentale per
l'assunzione di impegni reciproci, è sempre aperto
all'adesione degli altri due soggetti istituzionali". Con la
firma di un mese fa sembrava chiusa una partita aperta con
l'alba tragica del 25 agosto '99, segnata dall' esplosione
costata la vita a due tecnici della raffineria. Si arrivò in
poco tempo alla dichiarazione di area ad elevato rischio di
crisi ambientale e dopo le prese di posizione di comitati
cittadini ed amministrazione comunale erano iniziate le
discussioni sul futuro della raffineria. Il dibattito è
stato tutto incentrato sul rapporto tra la raffineria e il
territorio circostante e nei mesi caldi della vertenza s'era
parlato con sempre più insistenza di dismissione
dell'impianto, come prevede del resto il nuovo Prg di
Falconara. Finché poi non è prevalsa la linea del dialogo e
di una soluzione concordata. "In ogni caso - aveva spiegato
allora D'Ambrosio - non si tratta della fine di un percorso,
ma al contrario dell'inizio di una nuova fase di controlli e
monitoraggio durante la quale l'Api si impegna a rendere la
sua presenza a Falconara sempre più positiva ed
ambientalmente compatibile, attraverso continue innovazioni
e rendendo l'attività produttiva il meno invasiva
possibile". La concessione, rinnovata fino al 2020 rispetto
alla scadenza prevista del 2008, è infatti vincolata ad una
serie di prescrizioni e ad un protocollo d'intesa. L'accordo
prevede l'avvio della bonifica del suolo, lo spostamento
entro il 2005 dei sette serbatoi lungo la statale 16, la
riconversione progressiva a produzioni con basso impatto
ambientale e forte innovazione energetica e, non ultima, la
fine di qualsiasi contenzioso legale in corso. Invece si
ricomincia con i tribunali.
Centrali, Camerata boccia
la scelta jesina
Il sindaco Tittarelli:
"Assurdo campanilismo"
di GIANLUCA FENUCCI
CAMERATA PICENA - "Il
problema non è difendere in modo campanilistico una centrale
piuttosto che un'altra ma è la salute dei cittadini della
Vallesina". Il consiglio comunale jesino dell'altro giorno
ha detto no alla riattivazione della centrale termoelettrica
di Camerata. E Massimo Tittarelli, sindaco di Camerata,
commenta così l'ennesima diatriba sorta intorno al "caso".
"Che senso ha - dice Tittarelli - difendere una centrale
piuttosto che un'altra. Come se i cittadini di Jesi siano
contenti di avere nel loro territorio la turbogas? Piuttosto
attendo con ansia l'incontro di oggi in Regione con i
responsabili dell'Enel perché occorre sapere quali sono i
progetti dell'azienda in merito alla centrale di Camerata,
che è l'unica, non dimentichiamolo, che ha un permesso di
funzionamento illimitato (mentre l'Api e l'Edison hanno un
permesso a termine) ma è quella più obsoleta. Il documento
diramato dall'Enel che dice che entro 7 mesi la centrale di
Camerata deve essere riattivata perché in caso di necessità
energetica deve funzionare per un massimo di 100 ore annue
non ci spaventa perché non offre nuove preoccupazioni.
Piuttosto, dopo 13 anni, c'è assoluto bisogno del piano
energetico che regolarizzi la situazione: che si pronunci
sulla necessità che nella zona sorgano due o tre centrali
energetiche. E per far questo - conclude Tittarelli - devono
essere coinvolte le amministrazioni comunali del territorio,
quelle sovracomunali e gli imprenditori, l'Enel, la Edison,
l'Api. Poi se necessario occorre pensare anche alla
produzione di energia pulita pur sapendo che economicamente
questa soluzione è onerosa. In ogni caso il problema
centrale deve essere quello della salvaguardia della salute
dei cittadini della Vallesina e dell'ambiente: tutto il
resto è rilevante ma secondario".
Due incendi nella zona
dell'aeroporto
Nessun disagio per i voli
FALCONARA - Non hanno turbato
la regolarità dei voli in arrivo o in partenza
dall'aeroporto "Sanzio" due piccoli roghi, divampati nel
pomeriggio per cause ancora in corso di accertamento, fuori
della recinzione dello scalo, uno all'altezza della torre di
controllo, l'altro del nucleo elicotteri dei carabinieri. Le
fiamme, rapidamente domate dai vigili del fuoco, hanno
divorato circa 300 metri quadrati di sterpaglie e canneti.
Il fumo, per altro limitato, è stato spinto dal vento in
direzione opposta alla pista e non ha causato problemi di
visibilità. |
|
|