RASSEGNA STAMPA 30.07.2003

 

MESSAGGERO
Api, il Comune ricorre al Tar

Concessione fino al 2020, Carletti sul piede di guerra

Mentre la Provincia firma il rinnovo della concessione Api seguendo così la Regione, il Comune di Falconara va dritto per la sua strada che, adesso, passa dritto per il Tar. Il sindaco Carletti convoca infatti per oggi pomeriggio una seduta straordinaria di Giunta per discutere e deliberare su un ordine del giorno che comunque non sorprende: «Impugnazione avanti al Tar Marche del decreto del direttore del territorio e ambiente della Regione Marche n.18 del 30/06/2003 recante il rilascio della concessione per la raffinazione degli olii minerali alla Raffineria Api fino al 2020, nonché del protocollo d’intesa sottoscritto tra Regione Marche e Api Raffineria di Ancona spa in data 30/06/2003».

Fiamme vicino all’aeroporto

FALCONARA - Doloso e appiccato contemporaneamente in tre punti diversi di via Fossatello a Falconara. Questo è quanto si può stabilire da quel che rimane nell'area interessata dalle fiamme che, ieri pomeriggio verso le ore 15, hanno bruciato una superficie di circa 600 metri quadrati di canneto e sterpaglie. I tre focolai sono stati attizzati ad una certa distanza l'uno dall'altro, due lontani di circa 150 metri e uno, il più isolato, a 400 metri. La zona interessata dalle fiamme fa parte dell'area a ridosso dell'aeroporto e costeggia la strada insieme ad acacie e querce.

 
RESTO DEL CARLINO
Concessione, il Comune ricorre al Tar

FALCONARA — Dopo l'ok ufficiale del Consiglio provinciale, il presidente Enzo Giancarli firmerà venerdì alle 12 all'ottavo piano della Regione il protocollo d'intesa sul rinnovo della concessione alla raffineria Api. La Provincia ha dunque interrotto quello stand by dovuto a divergenze chiare e palesate con il governo regionale e in particolare con le scelte «sanitarie» del suo presidente, Vito D'Ambrosio. Giancarli aveva già spiegato il perché di questo sì al rinnovo della concessione all'industria petrolifera, mentre Alleanza nazionale, Ennio Mencarelli e Massimo Bello spiegano che era necessario far rispettare certe condizioni. «Innazitutto, la posizione da noi espressa — hanno spiegato ieri Mencarelli e Bello — è quella indicata dalla segreteria regionale del partito, da quella provinciale e da quella comunale di Falconara. An non è contraria al rinnovo della concessione all'Api, ma riteniamo che essa debba essere data a determinate condizioni, che allarghino le garanzie per i cittadini ed i lavoratori sotto il profilo del diritto alla salute, alla sicurezza ed ai livelli occupazionali». Alleanza nazionale ritiene che quel protocollo debba contenere qualcosa di più, soprattutto nei confronti della cittadinanza. «Abbiamo chiesto — sottolineano Mencarelli e Bello — che venissero inserite nel protocollo alcune prescrizioni: dismissione della produzione di benzine inquinanti con produzione di gasoli con zolfo a 10 ppm rispetto agli attuali 350 ppm e benzine con zolfo a 10 ppm, prodotti alternativi a quelli petroliferi ed in particolare l'idrogeno, produzione di biodiesel e tante altri requisiti. Le nostre richieste non sono state prese in considerazione — concludono — anzi l'intero dibattito si è svolto all'insegna di un puro esercizio di dialettica demagogica e strumentale, che non ha lasciato spazio alla vera questione».

La decisione era nell'aria

FALCONARA — La decisione era nell'aria e ieri è puntaulmente arrivata. Il Comune di Falconara ha deciso di ricorrere al Tar contro il rinnovo della concessione alla raffineria Api. Il sindaco Giancarlo carletti con una lettera inviata ieri agli assessori, ha convocato per oggi alle 14.30, in seduta straordinaria la giunta presso la sede municipale di piazza Carducci per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: «impugnazione davanti al Tar Marche — si legge nella nota inviata dal Comune — del decreto del direttore del dipartimento del Territorio e Ambiente della Regione Marche n.18 del 30 giugno 2003 recante il rilascio della concessione per la raffinazione degli olii minerali alla raffineria Api fino al 2020, nonchè del protocollo d'intesa sottoscritto tra Regione Marche e Api raffineria di ancona spa in data 30 giugno 2003». Che il Comune si stesse muovendo su questa direttrice dopo l'accorso siglato tra Regione e Api raffineria era cosa ormai certa. Adesso, però c'è l'ufficialità sugli atti e le decisioni da intraprendere. Intanto l'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani «registra con favore l' approvazione da parte del consiglio provinciale di Ancona della mozione che esprime parere positivo sul percorso seguito dalla Regione Marche in merito al rinnovo dalla concessione della Raffineria Api». «È altresì motivo di soddisfazione - aggiunge l' assessore - constatare come il gruppo dei Verdi in consiglio provinciale abbia assunto un atteggiamento benevolo nei confronti di tale iter amministrativo esprimendo un voto di astensione».

Il fuoco minaccia ditte e aeroporto

di Alessandra Pascucci

FALCONARA — Sono stati due, ieri, gli incendi sviluppatisi a distanza di poche ore nella parte nord di Falconara, tra la zona industriale e l'aeroporto. Il primo è divampato poco prima delle 12, quando ha preso fuoco un contatore dell'Enel installato in via del Consorzio, all'altezza del civico 2/a. La scintilla è scaturita dalle connessioni che collegano il limitatore al contatore, per motivi ancora da chiarire. Ad accorgersi per primi delle fiamme sono stati Bianconi e Corinaldesi, titolari della ditta "Falcoasfalti" che, allertati dal black out provocato dal guasto alla cabina elettrica, hanno domato l'incendio con un estintore. Le fiamme hanno comportato l'interruzione della distribuzione di energia anche per la vicina ditta "Frimecs", al civico 2/b. Sul posto è intervenuta immediatamente una volante della polizia, seguita a breve distanza dai vigili del fuoco. La fornitura di elettricità è stata ripristinata poco dopo le 16. Il secondo allarme incendio è scattato attorno alle 15 in via del Fossatello, la strada che costeggia il perimetro dell'aeroporto "Raffaello Sanzio". Le fiamme sono divampate tra le sterpaglie che si estendono sul lato opposto di uno degli edifici occupati dai militari di stanza nello scalo aeroportuale falconarese. I residenti della zona hanno chiamato immediatamente i vigili del fuoco che da Ancona hanno inviato alcuni mezzi. L'incendio è stato spento prima di provocare danni. Il rischio è stato elevato, in quanto la mancanza di piogge delle ultime settimane ha reso la vegetazione molto secca e dunque facilmente infiammabile. Da giorni, poi, su Falconara soffia un vento molto caldo che in caso di incendi potrebbe favorire l'estendersi delle fiamme.

 
CORRIERE ADRIATICO
Ricorso al Tar contro la raffineria

Oggi il sindaco porta in giunta la decisione di rivolgersi ai giudici amministrativi per annullare anche il protocollo d'intesa

Il Comune impugnerà la proroga della concessione all'Api

di L.S.

FALCONARA - Finirà davanti ai giudici del Tar il rinnovo della concessione all'Api che un mese fa aveva sancito la proroga fino al 2020 del difficile connubio tra la raffineria e la città di Falconara. Il sindaco Carletti non demorde e convoca per oggi pomeriggio alle 14 e 30 una seduta straordinaria della giunta per discutere un solo punto all'ordine del giorno: l'impugnazione al Tar Marche del decreto con cui la Regione Marche aveva allungato di 12 anni la concessione all'Api per raffinare oli minerali e del protocollo d'intesa che disciplinava i rapporti tra l'azienda petrolchimica e la Regione stessa. La decisione arriva all'indomani del voto favorevole con cui il consiglio provinciale, a larga maggioranza, s'era espresso a favore della proroga della concessione all'Api. Così il Comune di Falconara resta solo in barricata, almeno a livello istituzionale, a fronteggiare il "via libera" alla raffineria per i prossimi 17 anni. Il sindaco Carletti porta in giunta una decisione, quella di ricorrere ai giudici amministrativi, che è in linea con l'atteggiamento tenuto durante il tribolato iter della pratica. D'altra parte il 30 giugno scorso, quando in Regione venne stipulato l'atto di ratifica del rinnovo della concessione alla raffineria Api, spiccava l'assenza del primo cittadino del Comune che ospita l'impianto petrolchimico. E a sorpresa non si presentò neanche il presidente della Provincia di Ancona. "In ogni caso - aveva sottolineato in quell'occasione il presidente della Regione Vito D'Ambrosio - il protocollo d'intesa con l'azienda che abbiamo sottoscritto, un documento fondamentale per l'assunzione di impegni reciproci, è sempre aperto all'adesione degli altri due soggetti istituzionali". Con la firma di un mese fa sembrava chiusa una partita aperta con l'alba tragica del 25 agosto '99, segnata dall' esplosione costata la vita a due tecnici della raffineria. Si arrivò in poco tempo alla dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale e dopo le prese di posizione di comitati cittadini ed amministrazione comunale erano iniziate le discussioni sul futuro della raffineria. Il dibattito è stato tutto incentrato sul rapporto tra la raffineria e il territorio circostante e nei mesi caldi della vertenza s'era parlato con sempre più insistenza di dismissione dell'impianto, come prevede del resto il nuovo Prg di Falconara. Finché poi non è prevalsa la linea del dialogo e di una soluzione concordata. "In ogni caso - aveva spiegato allora D'Ambrosio - non si tratta della fine di un percorso, ma al contrario dell'inizio di una nuova fase di controlli e monitoraggio durante la quale l'Api si impegna a rendere la sua presenza a Falconara sempre più positiva ed ambientalmente compatibile, attraverso continue innovazioni e rendendo l'attività produttiva il meno invasiva possibile". La concessione, rinnovata fino al 2020 rispetto alla scadenza prevista del 2008, è infatti vincolata ad una serie di prescrizioni e ad un protocollo d'intesa. L'accordo prevede l'avvio della bonifica del suolo, lo spostamento entro il 2005 dei sette serbatoi lungo la statale 16, la riconversione progressiva a produzioni con basso impatto ambientale e forte innovazione energetica e, non ultima, la fine di qualsiasi contenzioso legale in corso. Invece si ricomincia con i tribunali.

Centrali, Camerata boccia la scelta jesina

Il sindaco Tittarelli: "Assurdo campanilismo"

di GIANLUCA FENUCCI

CAMERATA PICENA - "Il problema non è difendere in modo campanilistico una centrale piuttosto che un'altra ma è la salute dei cittadini della Vallesina". Il consiglio comunale jesino dell'altro giorno ha detto no alla riattivazione della centrale termoelettrica di Camerata. E Massimo Tittarelli, sindaco di Camerata, commenta così l'ennesima diatriba sorta intorno al "caso". "Che senso ha - dice Tittarelli - difendere una centrale piuttosto che un'altra. Come se i cittadini di Jesi siano contenti di avere nel loro territorio la turbogas? Piuttosto attendo con ansia l'incontro di oggi in Regione con i responsabili dell'Enel perché occorre sapere quali sono i progetti dell'azienda in merito alla centrale di Camerata, che è l'unica, non dimentichiamolo, che ha un permesso di funzionamento illimitato (mentre l'Api e l'Edison hanno un permesso a termine) ma è quella più obsoleta. Il documento diramato dall'Enel che dice che entro 7 mesi la centrale di Camerata deve essere riattivata perché in caso di necessità energetica deve funzionare per un massimo di 100 ore annue non ci spaventa perché non offre nuove preoccupazioni. Piuttosto, dopo 13 anni, c'è assoluto bisogno del piano energetico che regolarizzi la situazione: che si pronunci sulla necessità che nella zona sorgano due o tre centrali energetiche. E per far questo - conclude Tittarelli - devono essere coinvolte le amministrazioni comunali del territorio, quelle sovracomunali e gli imprenditori, l'Enel, la Edison, l'Api. Poi se necessario occorre pensare anche alla produzione di energia pulita pur sapendo che economicamente questa soluzione è onerosa. In ogni caso il problema centrale deve essere quello della salvaguardia della salute dei cittadini della Vallesina e dell'ambiente: tutto il resto è rilevante ma secondario".

Due incendi nella zona dell'aeroporto

Nessun disagio per i voli

FALCONARA - Non hanno turbato la regolarità dei voli in arrivo o in partenza dall'aeroporto "Sanzio" due piccoli roghi, divampati nel pomeriggio per cause ancora in corso di accertamento, fuori della recinzione dello scalo, uno all'altezza della torre di controllo, l'altro del nucleo elicotteri dei carabinieri. Le fiamme, rapidamente domate dai vigili del fuoco, hanno divorato circa 300 metri quadrati di sterpaglie e canneti. Il fumo, per altro limitato, è stato spinto dal vento in direzione opposta alla pista e non ha causato problemi di visibilità.

 
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