Acqua azzurra, ma ci sono
chiazze di olio
FALCONARA — Come promesso ad
aprile, “Il Falco Azzurro”, associazione cittadina a tutela
dell'ambiente, ha avviato, il 7 luglio, il monitoraggio
delle acque marine del litorale falconarese. I prelievi sono
stati eseguiti in vicino alla ex piattaforma Bedetti, in
testa al pontile e nella parte interna al mare aperto ed i
campioni sono stati fatti analizzare da un laboratorio della
zona. Risultato: gli oli minerali sono presenti in misura
doppia rispetto ai limiti consentiti da una legge del 1982,
che regolamenta e definisce la qualità delle acque; le
analisi hanno messo in evidenza una discreta presenza di
coliformi e streptococchi fecali, anche se la concentrazione
(rispettivamente di 42 e 48 su 100 millilitri) è al di sotto
del valore tollerato. «Il prelievo è avvenuto quando le
condizioni del mare apparivano ottime — spiega Massimo
Fanelli, presidente del Falco Azzurro — tanto che pensavo
che Falconara si sarebbe meritata la “bandiera blu”. E
invece, a smentire l'apparenza cristallina, ecco arrivare i
risultati delle analisi. Mi chiedo quale sarà l'esito dei
campionamenti successivi a forti piovaschi, in
corrispondenza dei quali si verifica la tracimazione delle
fogne in spiaggia». L'associazione ambientalista ha in
programma altri 15 prelievi, uno avverrà in seguito al
fenomeno degli sversamenti. Ogni volta verrà monitorato un
diverso tratto di mare ed i parametri considerati saranno
11. La genesi del “Il Falco Azzurro” risale all'agosto dello
scorso anno quando, in seguito ad una pioggia abbondante, il
mare di Falconara si era trasformato in una fogna a cielo
aperto, mentre la spiaggia veniva presa d'assalto da “topi”
giganti. Alcuni bagnanti, capitanati da Massimo Fanelli,
avevano protestato per l'assenza di divieti di balneazione e
avevano chiesto al sindaco di migliorare il sistema fognario
cittadino. Intanto l'associazione intende tenere informati i
cittadini sulle condizioni del mare, «che va goduto senza
controindicazioni».
Binari “sopra” le
abitazioni
di Alessandra Pascucci
FALCONARA — Per realizzare il
nuovo by pass ferroviario saranno rase al suolo diverse
case, due complessi della caserma Saracini e alcuni edifici,
sede di attività artigianali. Il progetto, che intende
spostare verso l'interno il tratto di ferrovia che
attraversa la raffineria, è giudicato negativamente dai
falconaresi. Anche il geometra Leonardo Bramucci (foto),
memoria storica della città, giudica “discutibile” il
disegno approvato dalla Giunta regionale nel 2001. In una
lettera indirizzata a Marco Amagliani, assessore regionale
all'Ambiente, e al sindaco Carletti, sostiene che il
progetto non debba essere finanziato con soldi pubblici. «La
ferrovia — ricorda — è nata un secolo prima della grande
espansione dell'Api. L'attuale situazione di rischio
andrebbe risolta con il contributo della raffineria». Ma al
di là dell'aspetto economico, Bramucci sottolinea come la
realizzazione del by pass sconvolgerà l'assetto urbano. «Il
nuovo percorso dei binari — spiega — incontrerà all'altezza
della Rocca una selva di tralicci dell'alta tensione, che
dovranno essere smantellati. Poi si dovranno abbattere due
complessi della caserma Saracini e alcuni edifici destinati
ad attività artigianale». Ma è all'interno del rione di
Villanova che la storia si complica: dovendo intersecare la
Flaminia all'altezza dell'ex passaggio a livello, i binari
dovrebbero passare “sopra” 40 unità immobiliari. «Le case a
rischio di abbattimento dovrebbero essere quelle sul lato
monte di via Flaminia, a sud del sottopasso. A queste si
aggiungono quelle che dovranno essere demolite per
realizzare il progetto “Bohigas”, sul lato mare». E pertanto
la vecchia Villanova cambierà volto. Così si profila un
incontro molto “vivo” quello fissato tra alcuni giorni
quando l'assessore Amagliani illustrerà alla cittadinanza il
progetto del by pass ferroviario.
In aiuto contro i rumori
FALCONARA — I residenti di
via Ugo Bassi chiamano e la locale sezione di Medicina
Democratica risponde. La cooperativa che, a livello
nazionale, da oltre trent'anni porta avanti un movimento di
lotta per la salute e che si appoggia al comitato cittadino
di Villanova, ha raccolto l'appello degli abitanti del rione
falconarese. Questi ultimi, ieri, dalle colonne del Carlino,
lamentavano cinque anni di notti insonni, dovute alla
rumorosa movimentazione dei convogli presso il vicino scalo
merci. «Uno degli obiettivi di Medicina Democratica — spiega
Loris Calcina, rappresentante dell'associazione di quartiere
— è proprio quello di difendere i cittadini da ogni tipo di
inquinamento, compreso quello acustico. Abbiamo deciso,
quindi, di fornire loro assistenza legale gratuita». L'aiuto
fornito dalla cooperativa arriva provvidenziale, dato che i
residenti avevano ammesso di non essere in grado, da soli,
di affrontare un colosso come “Ferrovie dello Stato” per
tutelare i loro diritti.
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Fuoruscita di petrolio da un
serbatoio della Raffineria
di s.c.
SIRACUSA – Uno degli oltre
duecento serbatoi della raffineria ex Agip, di recente
passata alla società Erg-Med, ha subito ieri una consistente
perdita di greggio. Forse a causa del forte caldo, il
petrolio è andato in ebollizione ed è fuoriuscito da uno
squarcio che si aperto su un lato dell'enorme contenitore.
Un fiume di greggio, secondo quanto accertato dagli
investigatori, è cominciato a scorrere verso il mare, ma non
vi è arrivato. Gli argini che sono stati realizzati lungo il
percorso a tempo di record hanno arrestato l'avanzata del
flusso nero. Resta, però, il problema dell'inquinamento del
sottosuolo. È un problema riguardo al quale si sono già
avute in un recente passato notizie molto preoccupanti. Solo
pochi mesi fa, il serbatoio dove ieri si è aperto lo
squarcio, e tutti gli altri della raffineria, erano stati
posti sotto sequestro dalla magistratura perché si era
scoperto che in almeno uno di essi c'erano state delle
perdite e che il greggio si era infiltrato nel sottosuolo,
inquinando la cosiddetta falda idrica di superficie (è
quella che si trova poco oltre dieci metri di profondità ed
è per lo più usata dagli agricoltori per irrigare le
campagne). L'inchiesta, condotta dal procuratore capo
Roberto Campisi e dal “sostituto” Maurizio Musco (quest'ultimo
ieri ha seguito i rilievi sul luogo dell'incidente) ha avuto
sviluppi ancora più allarmanti successivamente, quando si è
scoperto che le infiltrazioni di greggio hanno raggiunto la
falda profonda, a circa cento metri dalla superficie. È
questa la falda da cui viene prelevata l'acqua che arriva
nelle case di Priolo. A quanto pare solo perché l'acquedotto
comunale attinge a una certa profondità nella falda è stato
evitato che dai rubinetti dei priolesi scorresse acqua mista
a petrolio. Ma ormai è chiaro a tutti che il problema è
serio, tanto che il sindaco di Priolo Massimo Toppi ha da
tempo annunciato la trivellazione di due nuovi pozzi d'acqua
più a monte, dove le infiltrazioni di greggio non dovrebbero
arrivare. Le industrie responsabili dei gravi casi di
inquinamento scoperti nel polo petrolchimico si sono già
offerte di realizzare il nuovo acquedotto del paese. |