RASSEGNA STAMPA 20.07.2003

 

RESTO DEL CARLINO
Acqua azzurra, ma ci sono chiazze di olio

FALCONARA — Come promesso ad aprile, “Il Falco Azzurro”, associazione cittadina a tutela dell'ambiente, ha avviato, il 7 luglio, il monitoraggio delle acque marine del litorale falconarese. I prelievi sono stati eseguiti in vicino alla ex piattaforma Bedetti, in testa al pontile e nella parte interna al mare aperto ed i campioni sono stati fatti analizzare da un laboratorio della zona. Risultato: gli oli minerali sono presenti in misura doppia rispetto ai limiti consentiti da una legge del 1982, che regolamenta e definisce la qualità delle acque; le analisi hanno messo in evidenza una discreta presenza di coliformi e streptococchi fecali, anche se la concentrazione (rispettivamente di 42 e 48 su 100 millilitri) è al di sotto del valore tollerato. «Il prelievo è avvenuto quando le condizioni del mare apparivano ottime — spiega Massimo Fanelli, presidente del Falco Azzurro — tanto che pensavo che Falconara si sarebbe meritata la “bandiera blu”. E invece, a smentire l'apparenza cristallina, ecco arrivare i risultati delle analisi. Mi chiedo quale sarà l'esito dei campionamenti successivi a forti piovaschi, in corrispondenza dei quali si verifica la tracimazione delle fogne in spiaggia». L'associazione ambientalista ha in programma altri 15 prelievi, uno avverrà in seguito al fenomeno degli sversamenti. Ogni volta verrà monitorato un diverso tratto di mare ed i parametri considerati saranno 11. La genesi del “Il Falco Azzurro” risale all'agosto dello scorso anno quando, in seguito ad una pioggia abbondante, il mare di Falconara si era trasformato in una fogna a cielo aperto, mentre la spiaggia veniva presa d'assalto da “topi” giganti. Alcuni bagnanti, capitanati da Massimo Fanelli, avevano protestato per l'assenza di divieti di balneazione e avevano chiesto al sindaco di migliorare il sistema fognario cittadino. Intanto l'associazione intende tenere informati i cittadini sulle condizioni del mare, «che va goduto senza controindicazioni».

Binari “sopra” le abitazioni

di Alessandra Pascucci

FALCONARA — Per realizzare il nuovo by pass ferroviario saranno rase al suolo diverse case, due complessi della caserma Saracini e alcuni edifici, sede di attività artigianali. Il progetto, che intende spostare verso l'interno il tratto di ferrovia che attraversa la raffineria, è giudicato negativamente dai falconaresi. Anche il geometra Leonardo Bramucci (foto), memoria storica della città, giudica “discutibile” il disegno approvato dalla Giunta regionale nel 2001. In una lettera indirizzata a Marco Amagliani, assessore regionale all'Ambiente, e al sindaco Carletti, sostiene che il progetto non debba essere finanziato con soldi pubblici. «La ferrovia — ricorda — è nata un secolo prima della grande espansione dell'Api. L'attuale situazione di rischio andrebbe risolta con il contributo della raffineria». Ma al di là dell'aspetto economico, Bramucci sottolinea come la realizzazione del by pass sconvolgerà l'assetto urbano. «Il nuovo percorso dei binari — spiega — incontrerà all'altezza della Rocca una selva di tralicci dell'alta tensione, che dovranno essere smantellati. Poi si dovranno abbattere due complessi della caserma Saracini e alcuni edifici destinati ad attività artigianale». Ma è all'interno del rione di Villanova che la storia si complica: dovendo intersecare la Flaminia all'altezza dell'ex passaggio a livello, i binari dovrebbero passare “sopra” 40 unità immobiliari. «Le case a rischio di abbattimento dovrebbero essere quelle sul lato monte di via Flaminia, a sud del sottopasso. A queste si aggiungono quelle che dovranno essere demolite per realizzare il progetto “Bohigas”, sul lato mare». E pertanto la vecchia Villanova cambierà volto. Così si profila un incontro molto “vivo” quello fissato tra alcuni giorni quando l'assessore Amagliani illustrerà alla cittadinanza il progetto del by pass ferroviario.

In aiuto contro i rumori

FALCONARA — I residenti di via Ugo Bassi chiamano e la locale sezione di Medicina Democratica risponde. La cooperativa che, a livello nazionale, da oltre trent'anni porta avanti un movimento di lotta per la salute e che si appoggia al comitato cittadino di Villanova, ha raccolto l'appello degli abitanti del rione falconarese. Questi ultimi, ieri, dalle colonne del Carlino, lamentavano cinque anni di notti insonni, dovute alla rumorosa movimentazione dei convogli presso il vicino scalo merci. «Uno degli obiettivi di Medicina Democratica — spiega Loris Calcina, rappresentante dell'associazione di quartiere — è proprio quello di difendere i cittadini da ogni tipo di inquinamento, compreso quello acustico. Abbiamo deciso, quindi, di fornire loro assistenza legale gratuita». L'aiuto fornito dalla cooperativa arriva provvidenziale, dato che i residenti avevano ammesso di non essere in grado, da soli, di affrontare un colosso come “Ferrovie dello Stato” per tutelare i loro diritti.

 
GAZZETTA DEL SUD
Fuoruscita di petrolio da un serbatoio della Raffineria

di s.c.

SIRACUSA – Uno degli oltre duecento serbatoi della raffineria ex Agip, di recente passata alla società Erg-Med, ha subito ieri una consistente perdita di greggio. Forse a causa del forte caldo, il petrolio è andato in ebollizione ed è fuoriuscito da uno squarcio che si aperto su un lato dell'enorme contenitore. Un fiume di greggio, secondo quanto accertato dagli investigatori, è cominciato a scorrere verso il mare, ma non vi è arrivato. Gli argini che sono stati realizzati lungo il percorso a tempo di record hanno arrestato l'avanzata del flusso nero. Resta, però, il problema dell'inquinamento del sottosuolo. È un problema riguardo al quale si sono già avute in un recente passato notizie molto preoccupanti. Solo pochi mesi fa, il serbatoio dove ieri si è aperto lo squarcio, e tutti gli altri della raffineria, erano stati posti sotto sequestro dalla magistratura perché si era scoperto che in almeno uno di essi c'erano state delle perdite e che il greggio si era infiltrato nel sottosuolo, inquinando la cosiddetta falda idrica di superficie (è quella che si trova poco oltre dieci metri di profondità ed è per lo più usata dagli agricoltori per irrigare le campagne). L'inchiesta, condotta dal procuratore capo Roberto Campisi e dal “sostituto” Maurizio Musco (quest'ultimo ieri ha seguito i rilievi sul luogo dell'incidente) ha avuto sviluppi ancora più allarmanti successivamente, quando si è scoperto che le infiltrazioni di greggio hanno raggiunto la falda profonda, a circa cento metri dalla superficie. È questa la falda da cui viene prelevata l'acqua che arriva nelle case di Priolo. A quanto pare solo perché l'acquedotto comunale attinge a una certa profondità nella falda è stato evitato che dai rubinetti dei priolesi scorresse acqua mista a petrolio. Ma ormai è chiaro a tutti che il problema è serio, tanto che il sindaco di Priolo Massimo Toppi ha da tempo annunciato la trivellazione di due nuovi pozzi d'acqua più a monte, dove le infiltrazioni di greggio non dovrebbero arrivare. Le industrie responsabili dei gravi casi di inquinamento scoperti nel polo petrolchimico si sono già offerte di realizzare il nuovo acquedotto del paese.

 
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