RASSEGNA STAMPA 10.07.2003

 

MESSAGGERO
Area a rischio “congelata”

È stato in pratica rinviato a data da destinarsi il ricorso al Tar presentato dall' Api contro la dichiarazione della bassa Vallesina come area ad alto rischio ambientale da parte della Regione Marche. L' udienza per la discussione del ricorso era in programma per ieri, ma per volontà dell' Api, con l' accordo delle varie parti interessate (Regione in primo luogo, ma anche Provincia di Ancona, Comune di Falconara, Wwf e comitati cittadini) è stato cancellato dal ruolo. Secondo fonti della Regione, si tratta in pratica di un «rinvio lungo», che permetterà all' Api di rinunciare formalmente al ricorso, così come prevede l' accordo di programma siglato tra Regione e azienda in occasione del rinnovo della concessione.

Nelle case che Bohigas vorrebbe demolire

I residenti sul progetto dell’architetto spagnolo: «Ci mandino pure via, ma dove vogliamo»

di ROBERTA MACCAGNANI e FRANCESCA PIERONI

Incredulità e dubbi tra i residenti di Villanova all’indomani della presentazione del progetto Bohigas col porto turistico, il nuovo quartiere residenziale al posto della ferrovia, che oggi costeggia il mare, e la nuova stazione. Una soluzione questa arrivata dopo un anno di lavoro del noto architetto spagnolo, ingaggiato dal Comune per risollevare le sorti di Villanova, oggi stritolata tra il traffico, gli scali merci e la raffineria. La demolizione di molti edifici situati oggi lungo la statale 16, lato monte, per un totale di 396.500 mc di strutture, di cui ben 176.500 residenziali è una delle novità contemplate nel progetto preliminare di Oriol Bohigas. Una parte delle abitazioni del nuovo quartiere residenziale sarà a disposizione di quei residenti le cui case verranno demolite. Un cambiamento forse inevitabile per migliorare il quartiere, ma per passare dalla carta ai fatti si devono fare i conti con i diretti interessati: i cittadini che hanno le idee ben chiare. «Già da qualche anno si parla di questo progetto» dice Patrizia Pigliapoco, titolare di un negozio del quartiere, Specchio Magico. «Non credo, però, che si arriverà mai alla sua realizzazione perché la gente del quartiere non lo accetterà. Ho molti dubbi sulla sua attuazione: ci sono troppe problematiche in gioco». Amara e rassegnata è la testimonianza di quanti denunciano una costante condizione di abbandono. «Per noi è indifferente». ammettono Luciana Maurizi e Elvira Cirilli. «Andremo via quando ce lo diranno, tanto il quartiere è diventato come il Bronx. Non siamo mai presi in considerazione, malgrado la questione Api e il lavoro dei comitati cittadini. Magari demolissero le case portandoci da un'altra parte». «Villanova – aggiunge Cirilli - è dimenticata da tutti. Perché, poi, invece di spostarci nel quartiere residenziale non ci danno in soldi il valore delle nostre abitazioni e ci lasciano liberi di andare dove vogliamo?». Critico anche Romeo Maiolini, titolare di un’edicola a Villanova e consigliere comunale di maggioranza nelle fila dello Sdi, che non si dissocia dalle scelte della giunta Carletti. «Il progetto Bohigas – sottolinea – ha tutti i presupposti per un ulteriore abbandono del quartiere. Il piano tende a riqualificare la zona di Villanova costruendone una completamente nuova, il quartiere residenziale appunto. Quello attuale, invece, sarà tutto perimetrato con parcheggi e aree verdi e verrà collegato all'esterno con solo due strade di accesso, quella che si unisce alla variante della superstrada a nord e quella dell'attuale sottopassaggio, anch'esso modificato in pedonale e carrabile, a sud. Si rischia quindi di concentrare l'attenzione solo sulla nuova zona - continua Maiolini - lasciando il vecchio quartiere di Villanova a sobborgo malfamato, dietro il porticciolo turistico». Il consigliere mostra anche delle riserve sulle reali possibilità di costruzione del porto. «Finora – afferma - nessuno ha spiegato se esistono quelle peculiarità territoriali su cui progettare il lavoro». Intanto il comitato di Villanova non si esprime. Uno dei suo componenti, Alfredo Campanella, fa sapere che si pronuncerà solo in seguito allo studio e alla discussione del piano. Ma nelle intenzioni del Comune e dell’architetto Bohigas questo progetto ed, in particolare, la costruzione del porto, cambieranno il volto dell'attuale quartiere che vedrà delimitata la spiaggia rispetto alle aree commerciali. Resta da vedere come riuscire a coinvolgere bene i protagonisti di questa trasformazione: gli abitanti.

 
RESTO DEL CARLINO
Sospeso il ricorso sull'«alto rischio ambientale»

FALCONARA — È stato praticamente rinviato a data da destinarsi il ricorso al Tar presentato dall'Api contro la dichiarazione della bassa Vallesina come area ad alto rischio ambientale da parte della Regione Marche. L'udienza per la discussione del ricorso era in programma per oggi, ma per volontà dell'Api, con l'accordo delle varie parti interessate (Regione in primo luogo, ma anche Provincia di Ancona, Comune di Falconara, Wwf e comitati cittadini) è stato cancellato dal ruolo. Secondo fonti della Regione si tratta in pratica di un «rinvio lungo», che permetterà all'Api di rinunciare formalmente al ricorso, così come prevede l'accordo di programma siglato tra Regione e azienda in occasione del rinnovo della concessione. L'articolo 11 dell'intesa stabilisce infatti che le parti «si impegnano a rinunciare ai contenziosi legali in essere, salvo quelli per i quali sussista un rapporto di pregiudidizialità con procedimenti penali in corso accordandosi separatamente sulle spese legali, nonché a qualsivoglia impugnativa contro il provvedimento di concessione petrolifera». Lo stesso articolo precisa che l'accordo, non ancora siglato da Provincia di Ancona e Comune di Falconara, «acquisterà efficacia allorquando il protocollo verrà reso esecutivo con la sua approvazione finale sia da parte degli organi competenti degli enti pubblici, sia da parte del cda dell'Api». Secondo lo stesso protocollo, l'azienda dovrebbe inoltre entrare a fare parte di una commissione tecnica, con gli enti, Arpam e vigili del fuoco, incaricata di effettuare con cadenza almeno annuale le verifiche necessarie sull'andamento dell'attuazione delle prescrizioni e degli impegni sottoscritti, legati al rinnovo della concessione e di un tavolo istituzionale.

LA POSIZIONE DELL'API non può essere

LA POSIZIONE DELL'API non può essere confusa con quella di dirigenti ed ex dirigenti impiegati personalmente coinvolti nel rogo del 25 agosto del 1999». Questo l'intervento dell'industria petrolifera all'indomani della decisione del gup che ha condannato un funzionario ed ha rinviato a giudizio sei persone per il rogo mortale scoppiato quattro anni fa nell'impianto di Falconara. Ma l'udienza di lunedì scorso ha anche innescato una polemica in merito alla ricostruzione dei fatti, in quanto alcuni legali, in aula, hanno ipotizzato il tentativo di furto di carburante da parte di qualcuno come una delle possibili cause del disastro. «In particolare la società — spiegano i vertici in una nota ufficiale — non essendo parte nel processo non ha accusato di furto alcuno, tanto meno i due dipendenti rimasti uccisi». «La posizione della società — continua la nota — è in fiduciosa attesa per l'accertamento della verità su cui il dibattimento fissato con il provvedimento del dottor Bascucci dovrebbe dare finalmente, dopo ben quattro anni dall'incidente, una fondamentale indicazione».

 
CORRIERE ADRIATICO
"Nessuna offesa ai due operai"

Intanto l'Api rinuncia al ricorso al Tar contro la delibera regionale sull'area ad elevato rischio

L'avvocato Vettori: "Gli imputati non li hanno sospettati di alcun furto"

FALCONARA - A proposito del processo sul rogo all'Api del 25 agosto '99 l'avvocato Giacomo Vettori difensore, in unione al professor Domenico Pulitanò, degli ingegneri Saronne, Bellucci, Conti e Brunelli precisa che "non è vero che gli imputati abbiano addebitato alle vittime del disgraziato incidente, di avere in quella occasione rubato, o tentato di rubare, della benzina". "Né corrisponde a verità - continua - che l'Api abbia mai avanzato, per motivi strumentali, il sospetto che fosse in atto un furto da parte dei poveri Giulian e Gandolfi". Va anzi detto che la Società, dopo il loro sventurato decesso, "si è spontaneamente indotta a manifestare ai familiari dei defunti l'apprezzamento per la loro attività e la tangibile partecipazione al loro dolore, al di là del risarcimento del danno curato dalla compagnia assicuratrice". "Vero è invece - prosegue Vettori - che non si è condivisa una ricostruzione dei fatti fondata su di un presupposto che non abbiamo esitato a definire "fantascientifico", visto che si radicava sulla presenza, incomprensibilmente inavvertita nel corso degli anni, all'interno della pompa da cui è fuoriuscita la nube di carburante poi incendiatosi, di un non meglio identificato sasso introdotto non si sa come, quando e ad opera di chi". A fronte di tale tesi, fa notare l'avvocato Vettori, "si è doverosamente prospettata l'ipotesi di un "colpo d'ariete" provocato ed esaltato dallo svuotamento delle tubazioni, operato da ignoti che intendevano effettuare prelevi". E ciò "senza implicare sospetti di illiceità a carico degli operai deceduti", e quindi senza "infagare la loro memoria". Intanto l'Api ritira la mano sul ricorso al Tar avverso la delibera della Regione Marche sull'area ad elevato rischio ambientale. Ieri la raffineria ha rinunciato alla sentenza forte del rinnovo della concessione fino al 2008 sancito dall'accordo di circa dieci giorni fa. E' venuto meno l'interesse per la discussione del ricorso con la proroga della concessione in una mano e nell'altra la perizia del tribunale amministrativo che ridimensiona il giudizio di pericolosità indicato dalla delibera regionale. C'è anche la disponibilità a costituire una commissione di garanzia che controlli l'applicazione di quanto viene stabilito dalla perizia.

Organismo di controllo sulla salute

Api, Cesaroni (Fi)

Una commissione regionale con il "compito di controllare seriamente e costantemente il rispetto della salvaguardia ambientale, la tutela della salute dei cittadini e la garanzia della sicurezza dei lavoratori" per quanto riguarda la permanenza dell'Api a Falconara. Il consigliere regionale di Forza Italia Enrico Cesaroni sintetizza i contenuti di una mozione da lui proposta insieme ai consiglieri Brini e Massi e approvata dall'aula. Con l'occasione, Cesaroni parla anche di una "grande vittoria personale", in merito al rinnovo della concessione, "a coronamento di tante battaglie condotte sia in consiglio provinciale che regionale". "Ho sempre sostenuto l'importanza del rinnovo della concessione, anche contro il parere di alcuni consiglieri di Forza Italia di Falconara che, come il presidente della Provincia Giancarli e il sindaco di Falconara Carletti, non hanno agito con logica e realismo. La praticità, l'obiettività e il realismo che mi contraddistinguono hanno alimentato la convinzione che saremmo giunti a questo tanto atteso epilogo".

 
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