MESSAGGERO |
Area a rischio “congelata”
È stato in pratica rinviato a
data da destinarsi il ricorso al Tar presentato dall' Api
contro la dichiarazione della bassa Vallesina come area ad
alto rischio ambientale da parte della Regione Marche. L'
udienza per la discussione del ricorso era in programma per
ieri, ma per volontà dell' Api, con l' accordo delle varie
parti interessate (Regione in primo luogo, ma anche
Provincia di Ancona, Comune di Falconara, Wwf e comitati
cittadini) è stato cancellato dal ruolo. Secondo fonti della
Regione, si tratta in pratica di un «rinvio lungo», che
permetterà all' Api di rinunciare formalmente al ricorso,
così come prevede l' accordo di programma siglato tra
Regione e azienda in occasione del rinnovo della
concessione.
Nelle case che Bohigas
vorrebbe demolire
I residenti sul progetto
dell’architetto spagnolo: «Ci mandino pure via, ma dove
vogliamo»
di ROBERTA MACCAGNANI e
FRANCESCA PIERONI
Incredulità e dubbi tra i
residenti di Villanova all’indomani della presentazione del
progetto Bohigas col porto turistico, il nuovo quartiere
residenziale al posto della ferrovia, che oggi costeggia il
mare, e la nuova stazione. Una soluzione questa arrivata
dopo un anno di lavoro del noto architetto spagnolo,
ingaggiato dal Comune per risollevare le sorti di Villanova,
oggi stritolata tra il traffico, gli scali merci e la
raffineria. La demolizione di molti edifici situati oggi
lungo la statale 16, lato monte, per un totale di 396.500 mc
di strutture, di cui ben 176.500 residenziali è una delle
novità contemplate nel progetto preliminare di Oriol Bohigas.
Una parte delle abitazioni del nuovo quartiere residenziale
sarà a disposizione di quei residenti le cui case verranno
demolite. Un cambiamento forse inevitabile per migliorare il
quartiere, ma per passare dalla carta ai fatti si devono
fare i conti con i diretti interessati: i cittadini che
hanno le idee ben chiare. «Già da qualche anno si parla di
questo progetto» dice Patrizia Pigliapoco, titolare di un
negozio del quartiere, Specchio Magico. «Non credo, però,
che si arriverà mai alla sua realizzazione perché la gente
del quartiere non lo accetterà. Ho molti dubbi sulla sua
attuazione: ci sono troppe problematiche in gioco». Amara e
rassegnata è la testimonianza di quanti denunciano una
costante condizione di abbandono. «Per noi è indifferente».
ammettono Luciana Maurizi e Elvira Cirilli. «Andremo via
quando ce lo diranno, tanto il quartiere è diventato come il
Bronx. Non siamo mai presi in considerazione, malgrado la
questione Api e il lavoro dei comitati cittadini. Magari
demolissero le case portandoci da un'altra parte».
«Villanova – aggiunge Cirilli - è dimenticata da tutti.
Perché, poi, invece di spostarci nel quartiere residenziale
non ci danno in soldi il valore delle nostre abitazioni e ci
lasciano liberi di andare dove vogliamo?». Critico anche
Romeo Maiolini, titolare di un’edicola a Villanova e
consigliere comunale di maggioranza nelle fila dello Sdi,
che non si dissocia dalle scelte della giunta Carletti. «Il
progetto Bohigas – sottolinea – ha tutti i presupposti per
un ulteriore abbandono del quartiere. Il piano tende a
riqualificare la zona di Villanova costruendone una
completamente nuova, il quartiere residenziale appunto.
Quello attuale, invece, sarà tutto perimetrato con parcheggi
e aree verdi e verrà collegato all'esterno con solo due
strade di accesso, quella che si unisce alla variante della
superstrada a nord e quella dell'attuale sottopassaggio,
anch'esso modificato in pedonale e carrabile, a sud. Si
rischia quindi di concentrare l'attenzione solo sulla nuova
zona - continua Maiolini - lasciando il vecchio quartiere di
Villanova a sobborgo malfamato, dietro il porticciolo
turistico». Il consigliere mostra anche delle riserve sulle
reali possibilità di costruzione del porto. «Finora –
afferma - nessuno ha spiegato se esistono quelle peculiarità
territoriali su cui progettare il lavoro». Intanto il
comitato di Villanova non si esprime. Uno dei suo
componenti, Alfredo Campanella, fa sapere che si pronuncerà
solo in seguito allo studio e alla discussione del piano. Ma
nelle intenzioni del Comune e dell’architetto Bohigas questo
progetto ed, in particolare, la costruzione del porto,
cambieranno il volto dell'attuale quartiere che vedrà
delimitata la spiaggia rispetto alle aree commerciali. Resta
da vedere come riuscire a coinvolgere bene i protagonisti di
questa trasformazione: gli abitanti.
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RESTO DEL CARLINO |
Sospeso il ricorso sull'«alto rischio ambientale»
FALCONARA — È stato
praticamente rinviato a data da destinarsi il ricorso al Tar
presentato dall'Api contro la dichiarazione della bassa
Vallesina come area ad alto rischio ambientale da parte
della Regione Marche. L'udienza per la discussione del
ricorso era in programma per oggi, ma per volontà dell'Api,
con l'accordo delle varie parti interessate (Regione in
primo luogo, ma anche Provincia di Ancona, Comune di
Falconara, Wwf e comitati cittadini) è stato cancellato dal
ruolo. Secondo fonti della Regione si tratta in pratica di
un «rinvio lungo», che permetterà all'Api di rinunciare
formalmente al ricorso, così come prevede l'accordo di
programma siglato tra Regione e azienda in occasione del
rinnovo della concessione. L'articolo 11 dell'intesa
stabilisce infatti che le parti «si impegnano a rinunciare
ai contenziosi legali in essere, salvo quelli per i quali
sussista un rapporto di pregiudidizialità con procedimenti
penali in corso accordandosi separatamente sulle spese
legali, nonché a qualsivoglia impugnativa contro il
provvedimento di concessione petrolifera». Lo stesso
articolo precisa che l'accordo, non ancora siglato da
Provincia di Ancona e Comune di Falconara, «acquisterà
efficacia allorquando il protocollo verrà reso esecutivo con
la sua approvazione finale sia da parte degli organi
competenti degli enti pubblici, sia da parte del cda
dell'Api». Secondo lo stesso protocollo, l'azienda dovrebbe
inoltre entrare a fare parte di una commissione tecnica, con
gli enti, Arpam e vigili del fuoco, incaricata di effettuare
con cadenza almeno annuale le verifiche necessarie
sull'andamento dell'attuazione delle prescrizioni e degli
impegni sottoscritti, legati al rinnovo della concessione e
di un tavolo istituzionale.
LA POSIZIONE DELL'API non
può essere
LA POSIZIONE DELL'API non può
essere confusa con quella di dirigenti ed ex dirigenti
impiegati personalmente coinvolti nel rogo del 25 agosto del
1999». Questo l'intervento dell'industria petrolifera
all'indomani della decisione del gup che ha condannato un
funzionario ed ha rinviato a giudizio sei persone per il
rogo mortale scoppiato quattro anni fa nell'impianto di
Falconara. Ma l'udienza di lunedì scorso ha anche innescato
una polemica in merito alla ricostruzione dei fatti, in
quanto alcuni legali, in aula, hanno ipotizzato il tentativo
di furto di carburante da parte di qualcuno come una delle
possibili cause del disastro. «In particolare la società —
spiegano i vertici in una nota ufficiale — non essendo parte
nel processo non ha accusato di furto alcuno, tanto meno i
due dipendenti rimasti uccisi». «La posizione della società
— continua la nota — è in fiduciosa attesa per
l'accertamento della verità su cui il dibattimento fissato
con il provvedimento del dottor Bascucci dovrebbe dare
finalmente, dopo ben quattro anni dall'incidente, una
fondamentale indicazione».
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CORRIERE ADRIATICO |
"Nessuna offesa ai due operai"
Intanto l'Api rinuncia al
ricorso al Tar contro la delibera regionale sull'area ad
elevato rischio
L'avvocato Vettori: "Gli
imputati non li hanno sospettati di alcun furto"
FALCONARA - A proposito del
processo sul rogo all'Api del 25 agosto '99 l'avvocato
Giacomo Vettori difensore, in unione al professor Domenico
Pulitanò, degli ingegneri Saronne, Bellucci, Conti e
Brunelli precisa che "non è vero che gli imputati abbiano
addebitato alle vittime del disgraziato incidente, di avere
in quella occasione rubato, o tentato di rubare, della
benzina". "Né corrisponde a verità - continua - che l'Api
abbia mai avanzato, per motivi strumentali, il sospetto che
fosse in atto un furto da parte dei poveri Giulian e
Gandolfi". Va anzi detto che la Società, dopo il loro
sventurato decesso, "si è spontaneamente indotta a
manifestare ai familiari dei defunti l'apprezzamento per la
loro attività e la tangibile partecipazione al loro dolore,
al di là del risarcimento del danno curato dalla compagnia
assicuratrice". "Vero è invece - prosegue Vettori - che non
si è condivisa una ricostruzione dei fatti fondata su di un
presupposto che non abbiamo esitato a definire
"fantascientifico", visto che si radicava sulla presenza,
incomprensibilmente inavvertita nel corso degli anni,
all'interno della pompa da cui è fuoriuscita la nube di
carburante poi incendiatosi, di un non meglio identificato
sasso introdotto non si sa come, quando e ad opera di chi".
A fronte di tale tesi, fa notare l'avvocato Vettori, "si è
doverosamente prospettata l'ipotesi di un "colpo d'ariete"
provocato ed esaltato dallo svuotamento delle tubazioni,
operato da ignoti che intendevano effettuare prelevi". E ciò
"senza implicare sospetti di illiceità a carico degli operai
deceduti", e quindi senza "infagare la loro memoria".
Intanto l'Api ritira la mano sul ricorso al Tar avverso la
delibera della Regione Marche sull'area ad elevato rischio
ambientale. Ieri la raffineria ha rinunciato alla sentenza
forte del rinnovo della concessione fino al 2008 sancito
dall'accordo di circa dieci giorni fa. E' venuto meno
l'interesse per la discussione del ricorso con la proroga
della concessione in una mano e nell'altra la perizia del
tribunale amministrativo che ridimensiona il giudizio di
pericolosità indicato dalla delibera regionale. C'è anche la
disponibilità a costituire una commissione di garanzia che
controlli l'applicazione di quanto viene stabilito dalla
perizia.
Organismo di controllo
sulla salute
Api, Cesaroni (Fi)
Una commissione regionale con
il "compito di controllare seriamente e costantemente il
rispetto della salvaguardia ambientale, la tutela della
salute dei cittadini e la garanzia della sicurezza dei
lavoratori" per quanto riguarda la permanenza dell'Api a
Falconara. Il consigliere regionale di Forza Italia Enrico
Cesaroni sintetizza i contenuti di una mozione da lui
proposta insieme ai consiglieri Brini e Massi e approvata
dall'aula. Con l'occasione, Cesaroni parla anche di una
"grande vittoria personale", in merito al rinnovo della
concessione, "a coronamento di tante battaglie condotte sia
in consiglio provinciale che regionale". "Ho sempre
sostenuto l'importanza del rinnovo della concessione, anche
contro il parere di alcuni consiglieri di Forza Italia di
Falconara che, come il presidente della Provincia Giancarli
e il sindaco di Falconara Carletti, non hanno agito con
logica e realismo. La praticità, l'obiettività e il realismo
che mi contraddistinguono hanno alimentato la convinzione
che saremmo giunti a questo tanto atteso epilogo".
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