RASSEGNA STAMPA 09.07.2003

 

MESSAGGERO
Oriol Bohigas presenta la città dei sogni

L’architetto spagnolo ha illustrato il suo progetto. «Chiederò varianti al Prg. Qui occorre un taglio netto con il passato»

Porto turistico, quartieri residenziali, nuova stazione. Ma di tempi e costi nessuno parla

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA - Il porto turistico, un nuovo quartiere residenziale con accessi stradali e parcheggi, una nuova stazione e la cantieristica navale all’ex caserma Saracini. Queste le innovazioni del progetto firmato Oriol Bohigas per il recupero del fronte marittimo nell’area a nord di Falconara, presentato ieri in Comune, dopo l’incontro con la giunta Carletti, i tecnici Anas, Fs, della Regione e della Provincia. Una vera rivoluzione per il quartiere di Villanova che vede ridimensionato il suo volto attuale con la demolizione di molti edifici, quelli residenziali per una volumetria di 176.500 mc, quelli ad altro uso per 220.000 mc. Il progetto del noto architetto spagnolo sottolinea al paragrafo “edifici gravanti” che una simile ristrutturazione urbanistica «non sarebbe possibile se si dovessero rispettare tutti gli edifici esistenti». Come dire, il progresso vuol dire anche taglio col passato. «La trasformazione della città - ha spiegato ieri, in conferenza stampa, Bohigas insieme al collega Albert Puigdomenech, l’assessore all’urbanistica Fausto Api, e il dirigente dell’ufficio, Furio Durpetti – è possibile grazie alla ridefinizione dei tracciati ferroviari con l’eliminazione degli scali merci e il conseguente recupero di verde pubblico, ma sarà necessaria una variante al prg. La stazione verrà spostata a Villanova, nel triangolo dove si incroceranno la linea adriatica, che verrà arretrata rispetto ad oggi, e la linea romana. La stazione, dalla duplice funzione, sarà anche dotata di un centro commerciale che unirà i due lati dei tratti ferroviari. La vecchia stazione, invece, resterà un monumento da valorizzare per indicare l’accesso al mare». I binari, dietro via Quadrio, oggi utilizzati come scalo merci, verranno interrati e lasceranno spazio al nuovo quartiere residenziale di Villanova (che sorgerà più a mare rispetto a quello attuale) con abitazioni, che in parte andranno ai residenti a cui verranno demolite le case nel quartiere, un hotel e addirittura una scuola. Per realizzare il porto (da diporto e commerciale) verrà anche riportato terreno lungo la spiaggia così da allargare la costa e consentire alla nuova struttura di avere almeno 500 posti barca, una stazione passeggeri ed un molo di attracco per traghetti. «Il nostro tentativo – ha detto Puigdomenech – è di dare alla città una nuova scala di spazi, basata sul recupero del mare e di un migliore collegamento viario». L’accesso al quartiere da nord sarà, infatti, caratterizzato da una rotonda, definita porta della città da cui si snoderanno tre percorsi: la strada alla nuova stazione, l’attuale viadotto alla tangenziale e un collegamento a via del Consorzio. Obiettivo: la trasformazione a strada locale dell’attuale statale 16 che passerà lungo il porto, scoraggiandone l’utilizzo da parte dei mezzi pesanti. Sui costi e sui tempi di realizzazione, invece, ancora nessun dato.

 
RESTO DEL CARLINO
«Amagliani vuole solo tranquillizzare i cittadini»

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — La lettera recapitata ieri dall'assessore regionale all'ambiente, Marco Amagliani ai cittadini falconaresi, per Alleanza nazionale è stato un motivo in più per ricordare che «la concessione ventennale alla raffineria Api, non è una vertenza chiusa». Ieri il capogruppo, Carlo Ciccioli assieme ad altri esponenti, provinciali e comunali del partito (Zenobi, Matteo Astolfi, Lamberto Astolfi, Mencarelli e Virgulti) ha ripercorso la cronologia degli eventi che hanno visto parte in causa l'Api. A cominciare proprio dal 25 agosto del 1999, data in cui si verificò il grave incidente alla raffineria; marzo 2000, mese in cui la Regione dichiarò l'area ad alto rischio. Per passare poi ai bilanci dei vari anni: nel 2000 furono investiti in sicurezza 3-4 miliardi di vecchie lire; nel 2001 13 miliardi di vecchie lire; nel 2002 investimenti in ambiente e sicurezza per 25-26 miliardi di vecchie lire. «L'anno 2003 — si chiedono gli esponenti di An — è quello del rinnovo della concessione. Quale futuro ci aspetta?». La contestazione del gruppo di An è rivolta, soprattutto, al mancato inserimento nella convenzione di alcuni punti: in primis la dismissione della produzione di benzine inquinanti con produzione di gasoli con zolfo; l'uso di prodotti alternativi a quelli petroliferi ed in particolare l'idrogeno; produzioni biodiesel; minimizzzione del pregresso inquinamento del sottosuolo con impermeabilizzazione dei terreni e dei serbatoi; sviluppare il polo energetico regionale realizzando gruppi da 400-800 mw a ciclo combinato (metano-vapore) e, infine, l'arretramento della raffineria con la realizzazione di fasce di sicurezza. «Quella di Amagliani, inviata a tutti i cittadini — ha spiegato Carlo Ciccioli — non è altro che una lettera di camomilla, tranquillizzante per uscire dalla grande figuraccia che ha fatto la Regione». 

Sarà Villanova il nuovo biglietto da visita della città

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — La fattibilità del progetto Bohigas è stata appurata, tanto che ieri è stata presentata la prima fase del progetto preliminare relativo al fronte marittimo della città. Un progetto che ha dell'inverosimile, maestoso nella progettazione e quindi nella realizzazione. Non semplici accorgimenti alla zona dove sorge il quartiere di Villanova, ma una riforma strutturale che entra nel merito della conformazione della città. «Aprire Falconara al mare e riscoprire la sua reale natura» è il motto che ha contraddistinto il lavoro dei due architetti spagnoli, Bohigas e Puigdomenech. Il risultato è una moltitudine di colori che su una mappa dalle gigantesche dimensioni evidenziano un nuovo quartiere residenziale, un porto, due sottopassi (uno carrabile e uno anche pedonabile) e verde di protezione dalle dimensioni neanche immaginabili. Tutto questo sarà possibile? «Con questo progetto — ha spiegato l'assessore all'urbanistica, Fausto Api — volevamo constatare se quello che fino a poco tempo prima era stato ipotizzato poteva essere anche realizzato». Opere, dicevamo, sostanziali che prevedono anche l'interramento di uno scampolo di mare per la creazione del nuovo quartiere nella zona antistante a quello di Villanova. La caserma Saracini ospiterà la cantieristica navale che si affaccerà grosso modo su un parco urbano, già annoverato da Bohigas come «il più grande della regione». Che dire poi dell'altrettanto mega polo direzionale: un quartiere produttivo, completamente dedicato al terziario. A tutto questo va aggiunta una nuova stazione ferroviaria, anzi due, che soddisfano le esigenze degli snodi ferroviari. E ancora maxi parcheggi e impianti sportivi e culturali. Questo il futuro della città. Tempi e modi non è dato ancora saperlo e anche la spesa per l'intera operazione non è stata conteggiata: «Potrei addirittura ipotizzare, dimostrandolo, che tutta la trasformazione possa avvenire senza costi — queste le fiduciose parole di Bohigas — ». Intanto si pensa a sinergie con i privati, volenterosi e credenti ad un diverso futuro per la parte nord della città. Tanti i presupposti su cui viene basata questa operazione urbanistica di grande scala: la proposta delle ferrovie di riformare il tracciato del binario al fine di evitare il passaggio dentro la raffineria; la possibilità di adibire ad altro uso le due aree di bianri merci; la facoltà di costruire un porto turistico in sinergia con quello di Ancona, con finanziamento privato; l'eventuale costruzione di un nuovo polo di centralità urbana tra il porto ed il quartiere di Villanova. Sostanzialmente gran parte del lavoro è reso possibile dall'eliminazione dello scalo merci e di molte delle unità immobiliare delle ferrovie.

QUALCOSA DI incredibile sapere che

QUALCOSA DI incredibile sapere che forse tra cinque, sei, o sette anni l'ingresso di Falconara sarà rappresentato da una rotonda che verrà definita la porta della città, nella quale l'automobilista potrà scegliere fra tre percorsi: la strada che conduce alla nuova stazione con un itinerario che si addentra nel compatto e nella continuità urbana; l'attuale viadotto che sbocca sulla tangenziale e permette l'accesso ai quartieri di quel settore; la via del Consorzio che si collega ad un altro settore relativamente periferico. L'itinerario, dopo un breve rettilineo, sfocia in una grande piazza da cui parte un viale a doppio senso di marcia con un corso centrale: rappresenterà la continuità delle due facciate, da una parte il rione di Villanova e dall'altra una serie di edifici abitativi di nuova costruzione. Che dire poi del porto turistico se non che si integrerà con il sistema portuale di Ancona, e che conterrà attività complementari a quelle attuali. La proposta di oggi, viene menzionato nel documento del progetto, è insomma un punto di partenza da cui avviare un profondo processo di progettazione che permetta di percorrere l'iter amminsitrativo e di gestione.

 
CORRIERE ADRIATICO

“L’api non c’entra  con il processo”

L’azienda dopo i rinvii a giudizio per il rogo

La posizione della società e quella dei singoli dirigenti ed ex dirigenti e impiegati personalmente coinvolti nel processo per il rogo del 25 agosto '99, che causò due morti, non possono essere confuse". Lo sostiene la "Raffineria Api di Ancona spa" in una nota diffusa ieri, all'indomani della decisione del gup Sante Bascucci che ha condannato un tecnico e ha rinviato a giudizio per omicidio colposo altri sei dipendenti, tra cui i tecnici di vertice della raffineria falconarese. La posizione dell'Api, sostiene un comunicato dell'azienda, è di "fiduciosa attesa per l'accertamento della verità su cui il dibattimento fissato con il provvedimento di Bascucci dovrebbe dare finalmente, dopo ben quattro anni dall'incidente, una fondamentale indicazione".II comunicato dell'Api tiene a precisare poi che l'azienda non è parte del procedimento penale in corso e dunque "non ha accusato di furto alcuno, tanto meno Mario Gandolfi ed Ettore Giulian". Il riferimento è ad un passaggio dell'udienza preliminare in cui gli avvocati difensore dei vertici dell'Api avevano parlato di "comportamento quasi suicida" dei due tecnici intervenuti per fronteggiare l'emergenza dovuta a una fuoriuscita di carburante da una pompa rotta. Nelle schermaglie tra accusa e difesa a un certo punto qualcuno aveva ventilato il sospetto che con quell'alba tragica del 25 agosto c'entrassero qualcosa anche dei furti di carburante. Un'ipotesi che, pur non chiamando in causa direttamente i due coraggiosi tecnici investiti dallo scoppio, aveva scandalizzato la vedova di Mario Gandolfi.

“Le prescrizioni non bastano”

An sul rinnovo della concessione per la raffineria. “La vertenza non è chiusa”

Ciccioli: “Restano fuori dalla convenzione aspetti importanti

di Marina Mannelli

FALCONARA - "Una convenzione nella quale non sono stati definiti gli aspetti essenziali della questione, nonostante la rassicuranti dichiarazioni di Amagliani nella sua lettera aperta ai cittadini". Carlo Ciccioli, capo gruppo di Alleanza Nazionale in consiglio regionale, è tornato ieri sulla questione Api in una conferenza stampa insieme ai consiglieri comunali di Falconara, Matteo Astolfi e Lucio Virgulti, al presidente del circolo falconarese Lamberto Astolfi, al capo gruppo in Provincia Ennio Mencarelli ed al presidente provinciale Romano Zenobi. Per An la "vertenza legata alla convivenza dell'impianto con la città non si è certo conclusa con questo accordo". "Amagliani non dovrebbe dire che la scelta fatta è sicuramente la migliore - afferma Ciccioli - perché non è vero, la convenzione manca di alcuni termini precisi che potevano cambiare la situazione". Ad esempio non si parla di dismissione della produzione di benzine inquinanti, di prodotti alternativi a quelli petroliferi ed in particolare l'idrogeno, della produzione di bio-diesel. "Nessun accenno - dice Ciccioli - all'intenzione di minimizzare il pregresso inquinamento del sottosuolo, allo sviluppo del polo energetico regionale realizzando gruppi da 400-800 mw a ciclo combinato, metano e vapore ed infine dell'arretramento della raffineria con la realizzazione di fasce di sicurezza". Altro timore del gruppo di An sono gli investimenti per la sicurezza e l'ambiente, cresciuti dai 3-4 miliardi di lire del bilancio 2000 fino ai 25-26 miliardi di lire del bilancio 2002, ma sui quali nessuno dà garanzie per il futuro. "Noi non riteniamo che Falconara possa continuare a vivere solo di petrolio", ribadisce Zenobi. Nella lettera inviata nei giorni scorsi ai falconaresi, l'assessore Amagliani aveva fatto appello alla "collaborazione". "Tutti sappiano quanto sia problematica la convivenza tra un territorio densamente popolato e strutturato ed una fabbrica che lavora e produce materiali potenzialmente pericolosi. L'Api dopo 50 anni ha rappresentato un problema crescente per la città, ma è anche diventata l'elemento centrale dello sviluppo economico di un'area molto più vasta. Le prescrizioni rappresentano il livello più avanzato di garanzie oggi ottenibili".

 
inizio pagina   rassegna stampa