MESSAGGERO |
Oriol Bohigas presenta la città dei sogni
L’architetto spagnolo ha illustrato il suo progetto.
«Chiederò varianti al Prg. Qui occorre un taglio netto con
il passato»
Porto turistico, quartieri residenziali, nuova stazione.
Ma di tempi e costi nessuno parla
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - Il porto turistico, un nuovo quartiere
residenziale con accessi stradali e parcheggi, una nuova
stazione e la cantieristica navale all’ex caserma Saracini.
Queste le innovazioni del progetto firmato Oriol Bohigas per
il recupero del fronte marittimo nell’area a nord di
Falconara, presentato ieri in Comune, dopo l’incontro con la
giunta Carletti, i tecnici Anas, Fs, della Regione e della
Provincia. Una vera rivoluzione per il quartiere di
Villanova che vede ridimensionato il suo volto attuale con
la demolizione di molti edifici, quelli residenziali per una
volumetria di 176.500 mc, quelli ad altro uso per 220.000 mc.
Il progetto del noto architetto spagnolo sottolinea al
paragrafo “edifici gravanti” che una simile ristrutturazione
urbanistica «non sarebbe possibile se si dovessero
rispettare tutti gli edifici esistenti». Come dire, il
progresso vuol dire anche taglio col passato. «La
trasformazione della città - ha spiegato ieri, in conferenza
stampa, Bohigas insieme al collega Albert Puigdomenech,
l’assessore all’urbanistica Fausto Api, e il dirigente
dell’ufficio, Furio Durpetti – è possibile grazie alla
ridefinizione dei tracciati ferroviari con l’eliminazione
degli scali merci e il conseguente recupero di verde
pubblico, ma sarà necessaria una variante al prg. La
stazione verrà spostata a Villanova, nel triangolo dove si
incroceranno la linea adriatica, che verrà arretrata
rispetto ad oggi, e la linea romana. La stazione, dalla
duplice funzione, sarà anche dotata di un centro commerciale
che unirà i due lati dei tratti ferroviari. La vecchia
stazione, invece, resterà un monumento da valorizzare per
indicare l’accesso al mare». I binari, dietro via Quadrio,
oggi utilizzati come scalo merci, verranno interrati e
lasceranno spazio al nuovo quartiere residenziale di
Villanova (che sorgerà più a mare rispetto a quello attuale)
con abitazioni, che in parte andranno ai residenti a cui
verranno demolite le case nel quartiere, un hotel e
addirittura una scuola. Per realizzare il porto (da diporto
e commerciale) verrà anche riportato terreno lungo la
spiaggia così da allargare la costa e consentire alla nuova
struttura di avere almeno 500 posti barca, una stazione
passeggeri ed un molo di attracco per traghetti. «Il nostro
tentativo – ha detto Puigdomenech – è di dare alla città una
nuova scala di spazi, basata sul recupero del mare e di un
migliore collegamento viario». L’accesso al quartiere da
nord sarà, infatti, caratterizzato da una rotonda, definita
porta della città da cui si snoderanno tre percorsi: la
strada alla nuova stazione, l’attuale viadotto alla
tangenziale e un collegamento a via del Consorzio.
Obiettivo: la trasformazione a strada locale dell’attuale
statale 16 che passerà lungo il porto, scoraggiandone
l’utilizzo da parte dei mezzi pesanti. Sui costi e sui tempi
di realizzazione, invece, ancora nessun dato.
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RESTO DEL CARLINO |
«Amagliani vuole solo tranquillizzare i cittadini»
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — La lettera recapitata ieri dall'assessore
regionale all'ambiente, Marco Amagliani ai cittadini
falconaresi, per Alleanza nazionale è stato un motivo in più
per ricordare che «la concessione ventennale alla raffineria
Api, non è una vertenza chiusa». Ieri il capogruppo, Carlo
Ciccioli assieme ad altri esponenti, provinciali e comunali
del partito (Zenobi, Matteo Astolfi, Lamberto Astolfi,
Mencarelli e Virgulti) ha ripercorso la cronologia degli
eventi che hanno visto parte in causa l'Api. A cominciare
proprio dal 25 agosto del 1999, data in cui si verificò il
grave incidente alla raffineria; marzo 2000, mese in cui la
Regione dichiarò l'area ad alto rischio. Per passare poi ai
bilanci dei vari anni: nel 2000 furono investiti in
sicurezza 3-4 miliardi di vecchie lire; nel 2001 13 miliardi
di vecchie lire; nel 2002 investimenti in ambiente e
sicurezza per 25-26 miliardi di vecchie lire. «L'anno 2003 —
si chiedono gli esponenti di An — è quello del rinnovo della
concessione. Quale futuro ci aspetta?». La contestazione del
gruppo di An è rivolta, soprattutto, al mancato inserimento
nella convenzione di alcuni punti: in primis la dismissione
della produzione di benzine inquinanti con produzione di
gasoli con zolfo; l'uso di prodotti alternativi a quelli
petroliferi ed in particolare l'idrogeno; produzioni
biodiesel; minimizzzione del pregresso inquinamento del
sottosuolo con impermeabilizzazione dei terreni e dei
serbatoi; sviluppare il polo energetico regionale
realizzando gruppi da 400-800 mw a ciclo combinato
(metano-vapore) e, infine, l'arretramento della raffineria
con la realizzazione di fasce di sicurezza. «Quella di
Amagliani, inviata a tutti i cittadini — ha spiegato Carlo
Ciccioli — non è altro che una lettera di camomilla,
tranquillizzante per uscire dalla grande figuraccia che ha
fatto la Regione».
Sarà Villanova il nuovo biglietto da visita della
città
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — La fattibilità del progetto Bohigas è stata
appurata, tanto che ieri è stata presentata la prima fase
del progetto preliminare relativo al fronte marittimo della
città. Un progetto che ha dell'inverosimile, maestoso nella
progettazione e quindi nella realizzazione. Non semplici
accorgimenti alla zona dove sorge il quartiere di Villanova,
ma una riforma strutturale che entra nel merito della
conformazione della città. «Aprire Falconara al mare e
riscoprire la sua reale natura» è il motto che ha
contraddistinto il lavoro dei due architetti spagnoli,
Bohigas e Puigdomenech. Il risultato è una moltitudine di
colori che su una mappa dalle gigantesche dimensioni
evidenziano un nuovo quartiere residenziale, un porto, due
sottopassi (uno carrabile e uno anche pedonabile) e verde di
protezione dalle dimensioni neanche immaginabili. Tutto
questo sarà possibile? «Con questo progetto — ha spiegato
l'assessore all'urbanistica, Fausto Api — volevamo
constatare se quello che fino a poco tempo prima era stato
ipotizzato poteva essere anche realizzato». Opere, dicevamo,
sostanziali che prevedono anche l'interramento di uno
scampolo di mare per la creazione del nuovo quartiere nella
zona antistante a quello di Villanova. La caserma Saracini
ospiterà la cantieristica navale che si affaccerà grosso
modo su un parco urbano, già annoverato da Bohigas come «il
più grande della regione». Che dire poi dell'altrettanto
mega polo direzionale: un quartiere produttivo,
completamente dedicato al terziario. A tutto questo va
aggiunta una nuova stazione ferroviaria, anzi due, che
soddisfano le esigenze degli snodi ferroviari. E ancora maxi
parcheggi e impianti sportivi e culturali. Questo il futuro
della città. Tempi e modi non è dato ancora saperlo e anche
la spesa per l'intera operazione non è stata conteggiata:
«Potrei addirittura ipotizzare, dimostrandolo, che tutta la
trasformazione possa avvenire senza costi — queste le
fiduciose parole di Bohigas — ». Intanto si pensa a sinergie
con i privati, volenterosi e credenti ad un diverso futuro
per la parte nord della città. Tanti i presupposti su cui
viene basata questa operazione urbanistica di grande scala:
la proposta delle ferrovie di riformare il tracciato del
binario al fine di evitare il passaggio dentro la
raffineria; la possibilità di adibire ad altro uso le due
aree di bianri merci; la facoltà di costruire un porto
turistico in sinergia con quello di Ancona, con
finanziamento privato; l'eventuale costruzione di un nuovo
polo di centralità urbana tra il porto ed il quartiere di
Villanova. Sostanzialmente gran parte del lavoro è reso
possibile dall'eliminazione dello scalo merci e di molte
delle unità immobiliare delle ferrovie.
QUALCOSA DI incredibile sapere che
QUALCOSA DI incredibile sapere che forse tra cinque, sei,
o sette anni l'ingresso di Falconara sarà rappresentato da
una rotonda che verrà definita la porta della città, nella
quale l'automobilista potrà scegliere fra tre percorsi: la
strada che conduce alla nuova stazione con un itinerario che
si addentra nel compatto e nella continuità urbana;
l'attuale viadotto che sbocca sulla tangenziale e permette
l'accesso ai quartieri di quel settore; la via del Consorzio
che si collega ad un altro settore relativamente periferico.
L'itinerario, dopo un breve rettilineo, sfocia in una grande
piazza da cui parte un viale a doppio senso di marcia con un
corso centrale: rappresenterà la continuità delle due
facciate, da una parte il rione di Villanova e dall'altra
una serie di edifici abitativi di nuova costruzione. Che
dire poi del porto turistico se non che si integrerà con il
sistema portuale di Ancona, e che conterrà attività
complementari a quelle attuali. La proposta di oggi, viene
menzionato nel documento del progetto, è insomma un punto di
partenza da cui avviare un profondo processo di
progettazione che permetta di percorrere l'iter
amminsitrativo e di gestione.
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CORRIERE ADRIATICO |
“L’api non
c’entra con il processo”
L’azienda
dopo i rinvii a giudizio per il rogo
La
posizione della società e quella dei singoli dirigenti ed ex
dirigenti e impiegati personalmente coinvolti nel processo
per il rogo del 25 agosto '99, che causò due morti, non
possono essere confuse". Lo sostiene la "Raffineria Api di
Ancona spa" in una nota diffusa ieri, all'indomani della
decisione del gup Sante Bascucci che ha condannato un
tecnico e ha rinviato a giudizio per omicidio colposo altri
sei dipendenti, tra cui i tecnici di vertice della
raffineria falconarese. La posizione dell'Api, sostiene un
comunicato dell'azienda, è di "fiduciosa attesa per
l'accertamento della verità su cui il dibattimento fissato
con il provvedimento di Bascucci dovrebbe dare finalmente,
dopo ben quattro anni dall'incidente, una fondamentale
indicazione".II comunicato dell'Api tiene a precisare poi
che l'azienda non è parte del procedimento penale in corso e
dunque "non ha accusato di furto alcuno, tanto meno Mario
Gandolfi ed Ettore Giulian". Il riferimento è ad un
passaggio dell'udienza preliminare in cui gli avvocati
difensore dei vertici dell'Api avevano parlato di
"comportamento quasi suicida" dei due tecnici intervenuti
per fronteggiare l'emergenza dovuta a una fuoriuscita di
carburante da una pompa rotta. Nelle schermaglie tra accusa
e difesa a un certo punto qualcuno aveva ventilato il
sospetto che con quell'alba tragica del 25 agosto
c'entrassero qualcosa anche dei furti di carburante.
Un'ipotesi che, pur non chiamando in causa direttamente i
due coraggiosi tecnici investiti dallo scoppio, aveva
scandalizzato la vedova di Mario Gandolfi.
“Le
prescrizioni non bastano”
An sul
rinnovo della concessione per la raffineria. “La vertenza
non è chiusa”
Ciccioli:
“Restano fuori dalla convenzione aspetti importanti
di Marina
Mannelli
FALCONARA -
"Una convenzione nella quale non sono stati definiti gli
aspetti essenziali della questione, nonostante la
rassicuranti dichiarazioni di Amagliani nella sua lettera
aperta ai cittadini". Carlo Ciccioli, capo gruppo di
Alleanza Nazionale in consiglio regionale, è tornato ieri
sulla questione Api in una conferenza stampa insieme ai
consiglieri comunali di Falconara, Matteo Astolfi e Lucio
Virgulti, al presidente del circolo falconarese Lamberto
Astolfi, al capo gruppo in Provincia Ennio Mencarelli ed al
presidente provinciale Romano Zenobi. Per An la "vertenza
legata alla convivenza dell'impianto con la città non si è
certo conclusa con questo accordo". "Amagliani non dovrebbe
dire che la scelta fatta è sicuramente la migliore - afferma
Ciccioli - perché non è vero, la convenzione manca di alcuni
termini precisi che potevano cambiare la situazione". Ad
esempio non si parla di dismissione della produzione di
benzine inquinanti, di prodotti alternativi a quelli
petroliferi ed in particolare l'idrogeno, della produzione
di bio-diesel. "Nessun accenno - dice Ciccioli -
all'intenzione di minimizzare il pregresso inquinamento del
sottosuolo, allo sviluppo del polo energetico regionale
realizzando gruppi da 400-800 mw a ciclo combinato, metano e
vapore ed infine dell'arretramento della raffineria con la
realizzazione di fasce di sicurezza". Altro timore del
gruppo di An sono gli investimenti per la sicurezza e
l'ambiente, cresciuti dai 3-4 miliardi di lire del bilancio
2000 fino ai 25-26 miliardi di lire del bilancio 2002, ma
sui quali nessuno dà garanzie per il futuro. "Noi non
riteniamo che Falconara possa continuare a vivere solo di
petrolio", ribadisce Zenobi. Nella lettera inviata nei
giorni scorsi ai falconaresi, l'assessore Amagliani aveva
fatto appello alla "collaborazione". "Tutti sappiano quanto
sia problematica la convivenza tra un territorio densamente
popolato e strutturato ed una fabbrica che lavora e produce
materiali potenzialmente pericolosi. L'Api dopo 50 anni ha
rappresentato un problema crescente per la città, ma è anche
diventata l'elemento centrale dello sviluppo economico di
un'area molto più vasta. Le prescrizioni rappresentano il
livello più avanzato di garanzie oggi ottenibili". |
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