Api, i sindacati «Ripicche e
ricorsi senza senso»
di Roberta Maccagnani
FALCONARA - «Non comprendo
l’accanimento di Verdi e Comitati cittadini nel contrastare
una decisione di competenza della Regione. E’ oltre ogni
limite». Andrea Fiordelmondo (Uil-Cem) non condivide la
volontà dei Verdi e dei comitati di portare davanti al Tar
il rinnovo della concessione ventennale all’Api. Concessione
che, per motivi diversi, Provincia di Ancona e Comune di
Falconara non hanno firmato. «Se esiste una titolarità per
decidere ed è della Regione – prosegue Fiordelmondo – non
capisco l’atteggiamento di chi vuole ad ogni costo appigli
diversi. Non so quali altri scopi possano indurre a fare
ricorso contro la scelta della Regione, a cui tra l’altro
riconosciamo, specialmente all’assessore Amagliani, serietà
e trasparenza». Uno dei motivi di contrasto è la mancanza di
un piano di riconversione, come rimediare? «Non capisco
perché si debba per forza spingere sulla dismissione e non
piuttosto, come poi è stato fatto, su un percorso che
trasformi nel tempo l’attività in una fonte energetica
compatibile. Questo particolare momento climatico ha anche
dimostrato la necessità delle centrali, la cui importanza i
Verdi si rifiutano di condividere a priori». Un altro
aspetto criticato è la mancanza di una programmazione che
migliori la vita dei due quartieri a ridosso della
raffineria, cosa ne pensa? «Con i cambiamenti previsti per i
serbatoi all’interno della raffineria si allarga la fascia
di sicurezza, ma credo che alcune modifiche, che però non
rientrano nelle competenze dell’azienda, vadano fatte. Se
per creare la fascia di sicurezza lo stabilimento può
sacrificare suoi spazi si potrebbe pensare la stessa cosa
anche per una porzione del quartiere». Come avete giudicato,
invece, la mancata firma per il rinnovo della Provincia? «Le
ripicche non hanno il nostro appoggio. Forse è una buona
mossa politica, ma non sociale».
CASO API: I VERDI IN FUGA
DALLA REALTA’
di MARCO AMAGLIANI
LA FRONTE del recente rinnovo
della concessione petrolifera rilasciata alla Raffineria Api
di Falconara Marittima, i Verdi delle Marche minacciano
legittimamente di ricorrere alle vie della giustizia
amministrativa e nel contempo insinuano “puzza di bruciato”,
palesando “accordi sottobanco tra maggioranza ed
opposizione” a tutela degli interessi dell'Api a scapito dei
cittadini. Siamo ormai all'insulto personale, mai appagante
e per certi versi controproducente (Berlusconi docet).
Esaminiamo comunque ancora una volta i termini della
questione, che volutamente vengono distorti per coprire, tra
l'altro, la confusione davvero clamorosa, presente nella
mozione dagli stessi presentata in Consiglio Regionale, da
cui si capisce che i Verdi credevano di trovarsi di fronte
non ad una nuova concessione petrolifera, ma ad una, diciamo
così, un po' estesa concessione demaniale! Può non piacere,
ma l'azienda è proprietaria di quasi tutta l'area su cui è
esteso lo stabilimento e quindi le leggi, le procedure ed i
vincoli utilizzabili sono solo quelli, ma non è poco, delle
concessioni petrolifere. I Verdi, che pure hanno esercitato
ed esercitano in molte amministrazioni funzioni
politico-amministrative dovrebbero conoscere bene e
dovrebbero quindi confrontarsi e non sfuggire, come fanno
qui ed ora, alla realtà giuridica della divisione dei poteri
tra sfera politica e sfera amministrativa. Dovrebbero quindi
sapere, come ha precisamente spiegato il Presidente
D'Ambrosio, che gli atti amministrativi sono a carico dei
dirigenti e che questi atti devono essere difendibili nelle
sedi proprie e non possono contenere elementi politici o
ideologici, né tantomeno fantasie e velleità. Ma tutto ciò è
evidentemente troppo vero e razionale, meglio quindi ululare
alla luna, chiedendo depositi cauzionali amministrativamente
non prevedibili in tale ambito, oppure sistemi sanzionatori
in parte già previsti nelle numerosissime leggi di
riferimento ed inferiori al vero deterrente richiamato nella
prescrizione n.1, che è la diffida e poi la procedura di
revoca della concessione stessa nei casi di inadempimento.
L'altro argomento è quello della “data ultima per la
bonifica del suolo”, prescrizione certamente illegittima ove
fosse stata inserita, essendo la Regione, non competente in
materia poiché, come sanno benissimo Moruzzi e Montesi, la
competenza è ritornata allo Stato, che infatti sta gestendo
direttamente il relativo procedimento amministrativo. Sul
tema della nuova foce dell'Esino, che costituisce obiettivo
ineludibile della Giunta regionale, il Piano di Assetto
Idrogeologico fornisce obiettivi e regole, non progetti
pronti all'uso, che appunto devono essere proposti dai
privati nelle zone a rischio ed approvati o modificati dalla
pubblica amministrazione. Non dubitino i Verdi, e
soprattutto i cittadini, su un impegno particolare mio e
della Giunta su un problema di questa rilevanza. Infine gli
studi SVIM. Come ha già dichiarato il direttore della stessa
Agenzia, una cosa sono le libere elaborazioni culturali e
tecnico-scientifiche dei consulenti delle singole materie,
un'altra cosa è l'integrazione coerente delle stesse e
un'altra ancora possono essere le decisioni di carattere
politico-istituzionale sulle azioni da intraprendere per il
risanamento e lo sviluppo dell'area. Al momento non è
conclusa nemmeno la prima fase del lavoro ed è quindi più
che strumentale prendere una sola delle elaborazioni e farne
la soluzione unica e sovrana dei problemi dell'area. Posso
immaginare che sia più comodo evitare il confronto con la
durezza dei temi e dei problemi reali, con le regole del
diritto amministrativo, con i contenuti e le procedure dei
piani, dei programmi e degli interventi; certamente è più
semplice far credere di fare “alta” politica attraverso le
insinuazioni, qualche minaccia ed una manciata di parole
d'ordine. Ho scelto la strada più ardua ma l'unica
percorribile, a fronte della totale indifferenza ed abulia
che ha caratterizzato l'atteggiamento precedente di tutte le
forze politiche, nessuna esclusa; ma anche ciò viene
rimosso, ed allora un avanzato protocollo d'intesa ed un
severo e puntuale sistema prescrittivo divengono blandi e
scontati documenti! C'è un tempo per la polemica anche
aspra, e un tempo, per la costruzione e la collaborazione
intelligente! Siamo in questa seconda fase. |