RASSEGNA STAMPA 03.07.2003

 

MESSAGGERO
Il sindaco Carletti torna a tuonare: «La Regione? Mi sembra mossa da cortigianeria»

di Roberta Maccagnani

FALCONARA - «Il rinnovo della concessione non ha nessun valore e pregio giuridico». A pensarla così è Giancarlo Carletti, sindaco di Falconara, che rompe il silenzio all’indomani della firma ufficiale tra Regione e Api che ha sancito la permanenza dello stabilimento a Falconara per altri venti anni. «Siamo in trincea? - prosegue il sindaco - Siamo il luogo del quale si discute e che vive da vicino la situazione. Quindi, questa preoccupazione di decidere per conto terzi sembra sconcertante. Cosa pensa della Regione? Il suo mi sembra un atteggiamento disinvolto verso i problemi del territorio, quasi di cortigianeria verso le posizioni forti piuttosto che verso le posizioni di diritto».

Concessione all’Api, in Consiglio regionale è bagarre

ANCONA - La concessione all’Api fino al 2020 firmata dal presidente della Regione Vito D’Ambrosio due giorni fa, è stata “ratificata” dal consiglio regionale. Il dibattito che si è svolto ieri in seguito alla richiesta presentata dalla CdL e da Cristina Cecchini seppur molto teso, di fronte ad un accordo già siglato, è stato puramente virtuale. Tra le invettive dei Verdi che hanno accusato la Regione di «aver instaurato un regime» e quelle di Carlo Ciccioli (An) che ha denunciato il conflitto di interessi di parte della giunta «che ha preso i buoni benzina dall’Api», sono state approvate due della quattro proposte di risoluzione presentate. «Non procedere al rinnovo della concessione all’Api in assenza di studi seri sulla possibilità di riconvertire il sito industriale – ha commentato l’assessore all’ambiente Marco Amagliani – sarebbe stato un salto nel buio. Abbiamo invece individuato un meccanismo che consente di legare il rinnovo al rispetto di prescrizioni che pongono l’accento sugli aspetti dell’ambiente e della sicurezza». L’ordine del giorno della maggioranza, votato anche da Fi e Udc con 21 sì e 8 no (An, Verdi, Cecchini) «approva il percorso seguito dalla giunta regionale e auspica che la Provincia di Ancona ed il Comune di Ancona sottoscrivano il protocollo d’intesa». Via libera con i voti della maggioranza anche alla risoluzione proposta da Fi e Udc, che «approva nei contenuti il protocollo e auspica un’adeguata ed efficiente organizzazione del comitato di vigilanza sulle procedure previste dall’accordo». Il capogruppo dei Verdi Marco Moruzzi, uscito insieme al collega D’Angelo dalla maggioranza proprio per la questione Api, in un duro intervento ha accusato la Regione di voler «instaurare un regime che favorisce i monopoli: prima l’Asur per la Sanità e ora l’Api per l’Energia».

E Falconara incassa la bandiera nera

Legambiente la inserisce tra le spiagge da evitare: «La raffineria ne ha compromesso l’ambiente»

di C. Pasq.

Legambiente issa nel mare di fronte alla raffineria di Falconara la bandiera nera con tanto di teschio e tibie incrociate. Nell’ambito di Goletta Verde 2003, la campagna itinerante dedicata alla protezione del mare e alla salute dei bagnanti lanciata ieri a Roma, l’associazione ambientalista ha puntato il dito contro «i pirati del mare» o meglio contro l’Api, «rea di aver causato un pesante inquinamento ambientale della costa e ancora più in profondità del suolo, del sottosuolo e delle falde». A causa dell’attività di raffinazione infatti, secondo Legambiente «benzene, gasoli, mtbe e altri oli più pesanti continuano a depositarsi nel sottosuolo con fuoriuscita a mare e sul fiume. Un processo negli anni e tuttora in atto, che continua nel tempo a compromettere il mare e le falde». «Questo pesante inquinamento – ha commentato il presidente regionale di Legambiente Marche Luigino Quarchioni - ha di fatto irrimediabilmente compromesso la vocazione turistico-balneare di Falconara». L’altra bandiera nera delle Marche è stata assegnata all’amministrazione comunale di Potenza Picena dove il nuovo piano regolatore prevede migliaia di metri cubi di cemento nell’Oasi di Protezione della Fauna presso i laghetti della cittadina. Le bandiere nere in tutta Italia sono ventitré.

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA GIANCARLI «Prima il chiarimento, poi l’Api»

di CLAUDIA GRANDI

Dopo lo strappo, l'appello alla concordia. Uno strappo forte, quello tra il presidente della giunta provinciale Giancarli e il collega in Regione, D'Ambrosio: uno strappo sull'autonomia del Salesi, soprattutto, ma anche sulla concessione all'Api, concessione che Giancarli si è clamorosamente rifiutato di sottoscrivere. Ora, però, il presidente della Provincia chiama a raccolta non solo D'Ambrosio, ma anche il sindaco di Ancona, per rilanciare con un incontro pubblico un progetto complessivo per il capoluogo e per tutta la regione. L'appello di Giancarli alla concordia è arrivato ieri: prima delle buone intenzioni, però, e prima dell'incidente Api, i retroscena sul pesante scontro Giancarli-D'Ambrosio. Uno scontro a suon di missive sul cui contenuto, ieri, il presidente della Provincia ha preferito sorvolare. Ma da indiscrezioni, sembra che i termini del colloquio epistolare siano stati piuttosto aspri. Il casus belli, si sa, è il Salesi: non appena Giancarli ha saputo dell'intenzione della giunta regionale di non riconoscere l'autonomia aziendale all'ospedale anconetano, la prima lettera all'indirizzo di D'Ambrosio. «E' stato violato un patto - avrebbe scritto Giancarli - Chiedo un incontro. La proposta della giunta regionale sulle aziende ospedaliere parlava di Salesi autonomo». Ma per D'Ambrosio, di proposta appunto si trattava, non di un patto scritto. Da allora, il silenzio, con Giancarli che rifiuta di parlare al telefono con D'Ambrosio. Poi, è storia di questi giorni, l'assenza di Giancarli alla firma della concessione all'Api. Ed ora, la mano tesa del presidente della Provincia. «E' giunto il momento - ha detto - di ricucire i rapporti tra Comune, Provincia e Regione. E' per questo che chiedo un incontro pubblico tra le tre giunte per discutere di un progetto strategico per Ancona e le Marche». Tenendo quale punto fermo, il ruolo di Ancona capoluogo. «La Provincia - ha aggiunto - non ha mai avuto una visione anconacentrica: se Ancona cresce, i vantaggi sono per tutta la regione». E poi, l'Api. «La mia assenza al tavolo con D'Ambrosio e Peretti? - ha detto - Non è stata determinata dal merito del protocollo, di cui non avevamo discusso, bensì dall'interruzione dei rapporti con la Regione. Dal punto di vista politico ho preso atto che negli anni è mancato uno studio tecnico-scientifico: il rinnovo della concessione in questa fase era quindi inevitabile». La Provincia, una volta riallacciati i rapporti con la Regione, è pronta a sottoscrivere il protocollo d'intesa, non prima però di aver consultato il Consiglio. Una frecciata all'indirizzo della giunta regionale, che ha portato in Consiglio il caso Api a giochi fatti? «Non mi pronuncio sul metodo seguito dalla Regione - dice Giancarli - In Provincia, comunque, non prevedo difficoltà per la coalizione (in Regione, i Verdi sono usciti dalla maggioranza, ndr): se ci dovessero essere insofferenze nella mia maggioranza, se ne discuterà apertamente». E sullo strappo in seno ai Ds sul Salesi? «Riconosco al segretario Vannucci - dice - l'onestà intellettuale di aver ammesso che il partito si era espresso per il rispetto del Salesi. Dopo la rissa, nei Ds è tornato il sereno». E sull'Api sembra tornato il sereno anche tra Giancarli e il consigliere provinciale di Rc Brandoni. «Non ci saranno difficoltà - ha detto Brandoni - per la firma del presidente al protocollo. Il rinnovo della concessione? La dismissione e la riconversione della raffineria rimangono un obiettivo strategico, ma con il rinnovo della concessione e il protocollo di intesa che stabilisce prescrizioni per l'azienda si apre un percorso nuovo».

I sindacati approvano l’accordo «Noi siamo soddisfatti»

Cgil, Cisl e Uil.

Le segreterie di Cgil, Cisl, Uil di Ancona esprimono soddisfazione per il rinnovo della concessione alla raffineria Api: «Non c'erano alternative». «La Regione, in particolare attraverso l'assessore Amagliani, ha condotto in modo equilibrato - sottolineano i sindacati - la fase istruttoria, recuperando anche i ritardi precedenti». «Abbiamo fortemente auspicato - aggiungono - che il protocollo d' intesa fosse siglato da tutte le istituzioni. Per questo esprimiamo disappunto per la decisione del Comune di Falconara, che dopo vari incontri di carattere tecnico e politico ha deciso di non firmare l' intesa». I sindacati auspicano che si superino «contrasti e rigidità e che tutte le amministrazioni concorrano alla realizzazione e al monitoraggio del percorso individuato per salvaguardare l' occupazione, ridurre l' impatto ambientale, aumentare la sicurezza, garantire l' approvvigionamento energetico».

Ancona offesa con la Regione Giancarli: «Un vertice per chiarire»

ANCONA - C'è stata «un' interruzione di rapporti» tra Regione Marche e Provincia di Ancona, legata al riordino sanitario e alla cancellazione dell' autonomia del Salesi. In questa fase c' è stata la firma del protocollo di intesa sul rinnovo della concessione all' Api, a cui la Provincia non ha partecipato proprio perché i rapporti erano stati temporaneamente interrotti. È la posizione del presidente della Provincia Giancarli, che in passato si era espresso a favore del rinnovo, per poi disertare clamorosamente, l'altro ieri, la firma dell'accordo, che stabilisce una serie di prescrizioni a carico all' azienda di Falconara. Per ricucire i rapporti, Giancarli lancia la proposta di un incontro «fra le tre giunte di Regione, Provincia e Comune di Ancona per lavorare a un progetto strategico per il rilancio di Ancona e del suo ruolo di capoluogo». E, quello di Giancarli, l’ultima atto di un conflitto pesantissimo sorto tra Ancona - attraverso il sindaco del capoluogo, Sturani, e lo stesso Giancarli - e la Regione, all’indomani dell’approvazione dell’Asur e della cancellazione dell’azienda al Salesi. Sturani e Giancarli avevano chiesto le dimissioni di D’Ambrosio e della sua Giunta, aprendo di fatto una crisi istituzionale tra Ancona e la Regione. Ieri Giancarli ha tentato di azzerare la situazione e porre le basi per una ricomposizione, rilanciando però il ruolo di Ancona nel panorama regionale. In quel vertice, ha detto Giancarli, «si potranno chiudere le questioni in sospeso», e assieme a quanto accaduto per la sanità anconetana, «si potrà parlare della firma del protocollo, che per la Provincia sarà però preceduta da un passaggio in consiglio provinciale».

 
RESTO DEL CARLINO
«Non comprendo il Comune»

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — «Se avessimo assunto una posizione immotivatamente contraria al rinnovo della concessione avremmo solo aiutato i bilanci dell'Api» che avrebbe aperto così dei contenziosi. E' secca e decisa la replica del governatore D'Ambrosio ai tanti interventi di ieri durante la lunga seduta del consiglio regionale, interamente dedicata al rinnovo della concessione alla raffineria Api. Interventi, quelli dei gruppi di opposizione, volti soprattutto a svelare le motivazioni che hanno indotto la Regione, senza il consenso del Comune e della Provincia, a sottoscrivere tempestivamente l'accordo che concede all'Api ancora lunga vita. Interventi che si sono tramutati in delle vere e proprie «accuse» verso la tardiva discussione in aula del problema. «Non è comprensibile — ha spiegato D'Ambrosio — la posizione del Comune di Falconara, perché l'Api ha riconosciuto, con il protocollo, le prescrizioni dettate dal piano regolatore generale. Ci dispiace anche, che i Verdi non abbiano capito che ci siamo fatti carico di questi problemi e che siamo la prima Regione a firmare una concessione di questo genere». D'Ambrosio ha poi ribadito che l'ente regionale ha scelto la strada più complessa: «Abbiamo imposto tutto quello che c'era da imporre e anche di farle accettare elementi che condizionano la sua futura condotta». L'assessore all'ambiente, Marco Amagliani, chiamato più volte in causa, anche se elogiato per la meticolosità con cui è stato condotto il lavoro, ha detto che «non procedere al rinnovo della concessione, in assenza di studi seri sulla possibilità di riconvertire il sito industriale, sarebbe stato un salto nel buio». E nell'arringa del consigliere, Cristina Cecchini che si è opposta su diversi fronti al rinnovo è emersa anche la possibilità di «un ricorso alla Corte dei Conti sull'utilizzo dei fondi pubblici di 262 mila euro per un'indagine conoscitiva commissionata dalla Regione alla Svim sull'insediamento della raffineria Api nell'area ad alto rischio ambientale della bassa valle dell'Esino. All'azione parteciperebbero anche i Verdi. Ieri, in più occasioni e da più autori, è stata ribadita la necessità di riallacciare i rapporti con il Comune di Falconara e con la Provincia. Diverse le mozioni presentate nel corso della seduta, ad ottenere il si del Consiglio quella che auspica che Provincia e Comune sottoscrivano il protocollo d'intesa e quella che chiede un'adeguata ed efficiente organizzazione del comitato di vigilanza.

Da Giancarli segnali di pace

di Maria Gloria Frattagli

ANCONA — Si attendeva da due giorni che il presidente della Provincia, Enzo Giancarli (foto), motivasse la sua assenza nel giorno del rinnovo della concessione Api. Invece ha voluto mettere la parola fine a quel «chiacchiericcio» che lo vorrebbe in contrapposizione non solo col governatore D'Ambrosio, ma anche con alcuni partiti all'interno della sua maggioranza (Verdi e Rifondazione), dicendo semplicemente: «E' opportuno che le tre giunte, regionale, provinciale e comunale di Ancona, si riuniscano pubblicamente, alla presenza dei giornalisti, per discutere un progetto strategico per le Marche e per il futuro». Alla base della sua assenza c'è soprattutto il Salesi, ma non solo: questo è ciò che ha dichiarato ieri in conferenza stampa. «C'é il problema della sanità — ha spiegato il presidente — ma anche quello di Ancona capoluogo. Non voglio sembrare “anconacentrico”, ma è certo che questa città soffre quando l'orgoglio e le circostanze la costringono all'isolamento». «E' necessario, quindi, — ha sottolineato Giancarli — vederci per discutere di cose importanti per far crescere Ancona e tutta la regione». Fino a ieri è stato difficile credere che il Salesi abbia spaccato anche l'intesa sul rinnovo della concessione all'Api (proprio per la distanza due argomenti) ma ieri il presidente della Provincia ha voluto fugare ogni dubbio: «Se i rapporti, momentaneamente interrotti, riprenderanno, dopo averne discusso in consiglio, firmerò il protocollo d'intesa. In mancanza di dati certi sulla possibilità di riconversione del sito, come ho già spiegato, era impossibile oggi negare il rinnovo della concessione alla raffineria Api». Il presidente ha dichiarato al tempo stesso di aver avvertito D'Ambrosio della sua asseza nel giorno della firma del protocollo d'intesa sull'Api: «Diversi giorni prima — ha detto — tra me e il presidente della Regione c'è stato uno lungo scambio epistolare, ma non è questo il momento di rendere noti i contenuti delle lettere». Anche se tali parole hanno fatto intendere un duro scontro, in Giancarli si è intravista la volontà di voler chiarire la situazione, ricucire gli strappi e ricominciare a pensare ad una visione unitaria dei tre Enti. Ma da ricucire c'è anche il rapporto con i Democratici di sinistra: «All'interno del partito si è discusso molto — ha aggiunto Giancarli — ma è anche vero che si sta ricostruendo l'unità. Devo al contempo, però, riconoscere al segretario Vannucci l'onestà intellettuale del suo gesto».

Soddisfatti i sindacati

FALCONARA — Le segreterie di Cgil, Cisl, Uil di Ancona esprimono soddisfazione per il rinnovo della concessione alla raffineria Api: «non c'erano alternative», affermano, ponendo soprattutto l'accento sull'aspetto occupazionale e sulla possibilità di costruire un percorso che rafforzi gli interventi per la sicurezza e l'ecocompatibilità dell'impianto. «La Regione, in particolare attraverso l'assessore Amagliani, ha condotto in modo equilibrato — sottolineano i sindacati — la fase istruttoria, recuperando anche i ritardi precedenti. Abbiamo fortemente auspicato — aggiungono — che il protocollo d'intesa fosse siglato da tutte le istituzioni».

Prc: 'Riconvertire è l'obiettivo'

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — «La dismissione e la riconversione dell'area attualmente occupata dall'Api, rimane per noi un obiettivo strategico e il rinnovo della concessione, rappresenta un punto di partenza del nostro percorso». Il gruppo provinciale di Rifondazione comunista assieme al capogruppo in consiglio regionale, Andrea Ricci e al consigliere, Renzo Amagliani hanno ribadito, ieri, l'importanza del protocollo d'intesa e del documento che sancisce «pesanti» prescrizioni all'Api. Il segretario regionale, Giuliano Brandoni si è detto convinto del fatto che il presidente della Provincia, Giancarli, dopo averne discusso in consiglio provinciale, apporrà la sua firma e sottoscriverà quindi il lavoro compiuto dalla Regione. «Facciamo un appello ai Comitati — ha concluso Brandoni — perché questo protocollo sarà tanto più realizzabile quanto più aperto sarà il dialogo».

 
CORRIERE ADRIATICO
Api, un "bacio al petrolio"

Protocollo d'intesa e prescrizioni Dibattito infuocato L'assessore all'ambiente Amagliani difende il lavoro svolto "E ' la soluzione di una questione complessa mai affrontata prima" Maggioranza e centrodestra votano insieme

di MARINA MINELLI

ANCONA - "Un finale con bacio al petrolio fra la maggioranza e Forza Italia che si sono votati a vicenda le rispettive mozioni". E sull'osservazione amara del Verde Moruzzi si è chiuso ieri pomeriggio il dibattito dell'assemblea regionale sulle prescrizioni ed il protocollo d'intesa collegate al rinnovo della concessione alla raffineria Api, due documenti che l'opposizione avrebbe voluto discutere prima della ratifica ufficiale del via libera alla permanenza dell'impianto. Un confronto lungo che ha visto schierati da una parte Verdi, Alleanza Nazionale e la Sinistra Democratica di Cristina Cecchini e dall'altra l'assessore all'ambiente Marco Amagliani molto deciso a difendere il lavoro svolto in questi mesi "per la soluzione di una questione complessa mai affrontata prima". "Questo era l'unico percorso possibile, il solo modo per arrivare a tenere sotto controllo l'attività della raffineria - ha ribadito il presidente della Giunta Vito D'Ambrosio - adesso l'Api è costretta su binari tali da farci stare tutti più tranquilli". Amagliani dal canto suo oltre a ripercorrere tutto l'iter che ha portato al rinnovo della concessione, che poteva essere scattare d'ufficio, con il silenzio assenzio e senza nessun vincolo ambientale, addirittura l'11 gennaio 2003, ha ricordato di essere stato nel 1994 l'unico consigliere comunale di Falconara a votare contro la realizzazione della Igcc, la centrale di cogenerazione e di avere chiesto per tre volte consecutive di discutere la questione in consiglio regionale. "Quando sono diventato assessore, nel novembre 2002 - ha proseguito Amagliani - mi sono subito mosso sulla vicenda Api e sono partiti lo studio della Svim e l'indagine epidemiologica, ma i tempi dovevano essere rispettati, il fatto nuovo sono i vincoli che abbiamo posto. I consiglieri di minoranza la discussione potevano chiederla prima e non due giorni dopo la scadenza dei termini il 15 giugno". Ed è proprio sulla fretta di questa "concessione rinnovata molto prima della scadenza" che hanno insistito nei loro interventi Moruzzi e Carlo Ciccioli (An). "Si poteva riflettere - ha detto il consigliere dei Verdi - la Giunta chiudendo la questione senza aspettare il dibattito in consiglio sta chiaramente cercando di imporre un regime tale da favorire il controllo monopolistico dell'energia". Forti le accuse di Ciccioli ad Amagliani e a D'Ambrosio a proposito dell'estromissione del consiglio da tutta la vicenda. "Il testo dei documenti - ha fatto notare il capo gruppo di An - è stato pubblicato a pagamento sui quotidiani locali, ma noi ancora non l'abbiamo avuto". Una protesta raccolta da Luigi Viventi che prima di abbandonare l'aula, pur sottolineando il suo parere favorevole alla concessione, ha chiesto il rispetto del ruolo del consiglio. Alla fine delle quattro risoluzioni quelle presentate da Verdi e Sinistra Democratica e da An sono state bocciate, mentre Forza Italia e Massi dell'Udc che hanno votato la risoluzione della maggioranza nella quale si approva il percorso intrapreso dalla Giunta ed auspica la partecipazione di Provincia e Comune, sono riusciti a far passare un documento in cui viene chiesta l'istituzione di un organo di vigilanza sul rispetto delle prescrizioni. A margine del consiglio il segretario regionale di Rc, Giuliano Brandoni ha voluto puntualizzare alcune questioni sul rinnovo della concessione considerata comunque "un punto di partenza in un percorso che ha come obiettivo strategico la messa in atto, nel tempo, di tutte le azioni necessarie a liberare il territorio della bassa Vallesina da un insediamento industriale che per collocazione, livello di rischio e nocività rappresenta una vera e propria anomalia".

Scalo merci I dubbi sul trasloco

Iniziativa dei comitati

FALCONARA - I comitati cittadini si sono rivolti al Difensore civico per prospettare la questione del nodo ferroviario di Falconara dopo l'avviso della Rete Ferroviaria Italiana sull'avvio della procedura di Via sulle opere del nodo e il collegamento Orte-Falconara con la linea Adriatica. Secondo i comitati l'avviso non fornisce "una corretta rappresentazione della situazione che si verrà a determinare con la realizzazione dell'opera" che dovrebbe portare alla dismissione dello scalo falconarese. Nella comunicazione data da Rfi si dice che "il progetto di ristrutturazione del nodo ferroviario di Falconara prevede altresì la dismissione dell'attuale scalo merci di Falconara e la realizzazione del nuovo parco merci nelle adiacenze dell'Interporto Marche". Così sostengono i comitati, non è. "Infatti la realizzazione del nuovo parco merci nelle adiacenze dell'Interporto non coincide con la completa dismissione dello scalo merci di Falconara".

Bandiera nera a Falconara

Mare Nostrum di Legambiente, nel dossier anche Potenza Picena

ANCONA - Legambiente boccia senza appello la Raffineria Api e l'amministrazione comunale di Potenza Picena. Nell'ambito di Goletta Verde 2003, la campagna itinerante dedicata alla protezione del mare e alla salute dei bagnanti lanciata ieri a Roma, Legambiente punta il dito sui "pirati del mare" assegnando bandiere nere, con tanto di teschio e tibie incrociate, ai casi più clamorosi d'incuria. Nella nostra regione il "riconoscimento" è toccato all'Api e all'amministrazione comunale di Potenza Picena, finite nel dossier Mare Nostrum di Legambiente. Il perché è presto detto. L'Api è rea di aver causato un pesante inquinamento ambientale della costa, ma ancor più in profondità del suolo, del sottosuolo e delle falde. A causa dell'attività di raffinazione infatti, benzene, gasoli, Mtbe e altri oli più pesanti continuano a depositarsi nel sottosuolo con fuoriuscita a mare e sul fiume. Un processo, negli anni e tutt'ora in atto, che continua nel tempo a compromettere seriamente l'inquinamento del mare antistante e delle falde. "Non solo la raffineria Api - ha dichiarato Luigino Quarchioni, presidente regionale di Legambiente - ha inquinato e continua ad inquinare la costa ed il mare di Falconara, ma in questi anni ha indebolito e di fatto irrimediabilmente compromesso la vocazione turistico-balneare della cittadina rivierasca ". Per quanto riguarda Potenza Picena, sotto accusa il nuovo piano regolatore che prevede migliaia di metri cubi di cemento nell'Oasi di Protezione della Fauna presso i laghetti di Potenza Picena, istituita dalla Provincia di Macerata. L'area naturale protetta, è a tutt'oggi una delle aree ambientalmente più interessanti della regione.

 
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