MESSAGGERO |
Caso Api, il pm incalza sul rogo Provincia-crisi
Il dopo-concessione “sofferto”
Dopo il rinnovo della concessione la raffineria l’Api
resta un caso. Anche politico. Venti di crisi in Provincia
dove il presidente Giancarli avrebbe intenzione di ritirare
la delega al segretario regionale di Rc, nonché consigliere
provinciale, Giuliano Brandoni dopo che quest’ultimo aveva
criticato l’assenza del presidente alla firma del protocollo
che sancisce il rinnovo sino al 2020. Su tutte le furie
anche An che ha annunciato battaglia a livello regionale.
Frattanto il pm Tedeshini continua a sollecitare il processo
per il rogo in cui morirono due operai.
«Processate l’Api per il rogo»
Lunedì l’udienza decisiva: rischiano di finire in
Tribunale sei tra dirigenti e operai. Rito abbreviato per
altri due
Il Pm Tedeschini insiste, i vertici della raffineria:
«Vogliamo parlare»
Si chiude con una coda di polemiche il rinnovo della
concessione alla raffineria Api e si riapre il caso
giudiziario che ha sollevato il problema della compatibilità
tra lo stabilimento petrolchimico e la città di Faconara.
Nel corso dell’udienza preliminare sul rogo del 25 agosto
’99, rompendo gli indugi delle schermaglie tecniche, ieri il
Pm Cristina Tedeschini ha ribadito che ci sono elementi
sufficienti per sostenere l’accusa in un processo contro
otto persone, tra dirigenti e operai Api, accusati di
incendio e omicidio colposo plurimo in relazione allo
scoppio che costò la vita alle due tute blu Mario Gandolfi
ed Ettore Giulian. Il gup Sante Bascucci ha rinviato
l’udienza, per decidere, a lunedì prossimo. In sostanza,
dopo le contestazioni delle difese, il magistrato ha
ribadito le richieste di rinvio a giudizio per sei imputati
(che hanno espresso la volontà di parlare prima del
pronunciamento del giudice) mentre gli altri due avevano già
ottenuto dal gup Bascucci di essere processati con il rito
abbreviato. Il giudice ha nel frattempo respinto l’ennesima
istanza di revoca dell’ordinanza che aveva ammesso la
costituzione di parte civile - tramite l' avvocato Francesco
Nucera - del figlio di Gandolfi. Le difese contestavano il
provvedimento sulla base del risarcimento danni (800 milioni
di vecchie lire) già liquidato dall'azienda alla vedova del
deceduto ma l’iniziativa della famiglia è ora diretta,
personalmente, contro gli imputati ed è finalizzata a
realizzare un pronto soccorso all’interno della raffineria.
Lunedì si celebrerà il rito abbreviato nei confronti di
Silvio Re (funzionario fiscale dell' Api difeso dall'
avvocato Marina Magistrelli), e dell' operaio Ivan
Giacchetti (avvocato Francesco Scaloni), posizioni che
potrebbero essere definite rapidamente in camera di
consiglio. Nella stessa giornata il gup dovrà decidere anche
se rinviare a giudizio l’ ingegner Giovanni Saronne (ex
direttore dello stabilimento), Franco Bellucci (capo
servizio operativo dello stabilimento al momento dei fatti,
oggi direttore degli impianti, succeduto a Saronne), Sergio
Brunelli (capo servizio manutenzione), Claudio Conti (rsponsabile
manutenzione off-site) e gli operai Gaetano Bonvissuto e
Pierfrancesco Carletti, tutti difesi dall’avvocato Giacomo
Vettori. Ovviamente, per arrivare a sentenza in questo
filone ben più complesso, il processo sarà lunghissimo. Si
sono già costituiti parte civile nel procedimento, oltre al
figlio di Gandolfi, anche il Comune di Falconara (avvocato
Rino Pirani) e i due comitati di cittadini di Villanova e
Fiumesino, compresi alcuni residenti a titolo personale
(avvocato Stefano Crispiani). L' amministrazione comunale in
particolare chiede un risarcimento di 20 milioni di euro per
i danni connessi alla ridotta facoltà di utilizzo del
territorio dopo l’incendio e al danno morale causato al
centro turistico balneare di Falconara.
Api, venti di crisi in Provincia
An: «Assurdo, oggi in aula la concessione già firmata»
E per l’Api, oltre che in Regione, rischia di andare in
crisi anche la Giunta provinciale. Il segretario regionale
di Rc, nonché consigliere provinciale, Giuliano Brandoni,
ieri avrebbe voluto convocare una conferenza stampa per
criticare l’assenza del presidente Giancarli alla firma del
protocollo che sancisce il rinnovo della concessione alla
raffineria sino al 2020. Giancarli, saputa l’iniziativa,
avrebbe fatto trapelare l’intenzione di ritirare la delega
all’assessore di Rc in Giunta ed escludere Rifondazione
dall’esecutivo. La conferenza stampa, alla fine, è stata
annullata. Ci sarà invece, oggi, proprio quella di Giancarli.
La convenzione sarà al centro oggi del consiglio regionale.
Alleanza nazionale darà battaglia. Carlo Ciccioli: «Sono
indignato, e non posso pensare che si tratti di un banale
scivolone, la firma della Convenzione con l’Api alla vigilia
della seduta è uno schiaffo in faccia di D’Ambrosio
all’intero Consiglio regionale. Lunedì non doveva esserci la
firma di un protocollo e il rilascio della proroga della
concessione da parte della Giunta regionale alla raffineria
di Falconara fino al 2020, senza nemmeno la copertura delle
altre due istituzioni coinvolte nella gestione del problema,
cioè la Provincia di Ancona ed il Comune di Falconara.
Andreotti, che se ne intendeva, diceva che a pensar male si
fa peccato, ma ci si prende, ed io penso male. Quello che è
stato fatto é una vergogna». Dal canto loro i due
consiglieri comunali di An di Falconara Matteo Astolfi e
Lucio Virgulti hanno affermato che «è stata sconfitta la
città di Falconara e l’intero territorio».
Catrame sul litorale i Verdi :«Fermiamo i pirati
dell’ambiente» (Latina)
Contaminati 15 chilometri di costa
di L.D.B.
L’onda nera non si è fermata. Dopo l’allarme di domenica,
quando sul litorale di Sperlonga erano comparse macchie
nerastre, di consistenza oleosa, ieri la minaccia del
petrolio si è estesa a un lungo tratto di costa, da
Terracina a Fondi: circa 15 chilometri di litorale, segnati
da una fascia nera larga oltre un metro, che si è depositata
sulla spiaggia, dopo aver inquinato le acque. Una striscia
di catrame e petrolio, che ha fatto immediatamente pensare a
uno scarico illegale proveniente da qualche petroliera. Già
domenica sera Renzo Carella, vice presidente del Consiglio
regionale, aveva annunciato un’interrogazione parlamentare
al presidente della Regione Francesco Storace e
all’assessore all’ambiente Vincenzo Saraceni. Ieri a
sbottare è stato Angelo Bonelli, Capogruppo dei Verdi alla
Regione Lazio, che ha inviato un esposto al Nucleo operativo
ecologico e all’Arpa, affinché vengano analizzate le cause
dell’incidente. «È l’ennesimo episodio gravissimo e
inquietante che mette a rischio l’ambiente delle nostre
coste», tuona Bonelli. Gli fa eco Enzo Carella, secondo il
quale occorre individuare subito i responsabili di quest’atto
di pirateria ambientale e sostenere i comuni interessati,
per far fronte alle spese straordinarie di ripulitura delle
spiaggie tra Gaeta e Terracina. Ancora ieri, infatti,
nonostante i gestori degli stabilimenti fossero al lavoro da
24 ore per ripulire l’arenile dal catrame, lo specchio
d’acqua antistante spiagge libere e scogliere era
contaminato da residui oleosi. Ma il problema è anche e
soprattutto a monte. «Il 25 percento del traffico mondiale
di petrolio - ricorda Bonelli - è trasportato su petroliere,
la maggior parte vere e proprie carrette, che navigano sul
mar Mediterraneo». Secondo le stime del capogruppo dei
Verdi, inoltre, sono 800.000 le tonnellate di greggio
riversate ogni anno nel Mediterraneo a causa dei lavaggi
delle petroliere, com’è capitato sulle coste pontine.
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RESTO DEL CARLINO |
Consiglio regionale di fuoco
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — «Sono indignato per come la Regione ha
gestito il rinnovo della concessione alla raffineria Api».
Promette uno «scontro duro» questa mattina in Consiglio
regionale, il capogruppo di Alleanza nazionale, Carlo
Ciccioli. Proprio per spiegare il suo disappunto e quello
degli altri esponenti locali del partito, (erano presenti
Romano Zenobi, Lucio Virgulti e Matteo Astolfi), Ciccioli ha
convocato ieri una conferenza stampa. «Oggi D'ambrosio sarà
sanzionato per aver firmato l'atto di rinnovo
all'antivigilia della discussione in aula delle
prescrizioni». Il capogruppo contesta non il rinnovo della
concessione, ma il metodo secondo il quale è stata condotta
l'intera vicenda: «Non capisco — ha spiegato ancora il
capogruppo di An — quale medico abbia prescritto a
D'Ambrosio di firmare lunedì scorso il rinnovo della
concessione all'Api. Discuterne in Consiglio, prima di
rilasciarla, sarebbe servito ad analizzare democraticamente
quanto stabilito dalle prescrizioni, magari apportando
qualche modifica». Ciò che inoltre contesta Ciccioli è che
la Regione, così come gli compete, abbia tirato dritta come
un treno, senza Provincia e Comune. «Esiste un problema — ha
sottolineato Ciccioli — perché la questione Api non può
essere condotta come una trattativa privata. Questa è una
brutta pagina di storia e il presidente D'Ambrosio sta dando
il peggio di se». Ma l'eponente di An riserva anche parole
dure per l'assenza alla firma del protocollo del presidente
della Provincia, Enzo Giancarli: «Quello del presidente è un
gesto sprovveduto — ha aggiunto — ma so che Giancarli non è
un bambino e non penso neanche lontanamente che non voglia
firmare l'accordo. E' evidente che non c'era intesa su
qualcosa tra lui e il presidente della giunta regionale».
«Lunedì Falconara è stata tradita per l'ennesima volta — ha
rimarcato il consigliere comunale Astolfi — perché gli
obblighi della raffineria non sono sanzionati ed era quanto
mai necessario prendere decisioni chiare e chiudere tutti
quei rubinetti che continuano a perdere». «La concessione è
stata rinnovata con troppa fretta — ha concluso Lucio
Virgulti — e il protocollo non ribadisce nulla di nuovo».
La raffineria «strappa» anche la Provincia?
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — «L'assenza del presidente della Provincia,
Enzo Giancarli, alla firma per il rinnovo della concessione
alla raffineria Api è scaturita da una serie di questioni di
principio e di metodo». Così commenta il vice presidente
della giunta provinciale, Giancarlo Sagramola l'assenza a
sorpresa di Giancarli. Nulla di più, il resto verrà detto
questa mattina, nel corso di una conferenza stampa.
Sagramola è comunque fermo quando dichiara che «la Provincia
manterrà fede agli impegni presi». Quindi sosterrà il
rinnovo della concessione e appoggerà la serie di
prescrizioni stabilite dalla Regione all'impianto
petrolifero. Certo è, comunque, che la mancanza del
presidente della Provincia è stata interpretata in diversi
modi: in un primo momento si è pensato alle discordanze di
vedute sulla riforma sanitaria. Il Salesi può aver diviso
anche su una questione tanto estranea come la raffineria
Api? E per quale motivo Giancarli non ha annunciato la sua
assenza? Sarebbe forse la presenza del Verde e falconarese,
Massimo Binci in Giunta a far compiere un dietrofront al
presidente? Proprio ieri Binci dichiarò che «la Provincia di
Ancona non ha mai preso una posizione ufficiale, sancita da
atti della Giunta o del Consiglio, sul rinnovo della
concessione alla raffineria Api di Falconara». Ad
accreditare però ancora di più l'ipotesi dello strappo
sarebbero anche le divergenze tra gli stessi Verdi e
Rifondazione comunista. Proprio la questione dell'Api,
ricordiamo, creò dissensi nella giunta regionale,
contrarietà scaturite poi nell'uscita dalla maggioranza del
gruppo dei Verdi. A proposito di Rifondazione,
parallelamente alla convocazione della conferenza stampa di
Giancarli e arrivata anche quella del segretario, Giuliano
Brandoni. Nel frattempo ieri, il protocollo d'intesa è stato
presentato dai vertici dell'Api a tutti i dipendenti. Una
riunione straordinaria, ideata anche per tranquillizzare
l'animo dei lavoratori che negli ultimi mesi sono scesi in
campo più volte per difendere i posti di lavoro. A
contrastare la «frettolosa decisione» di lunedì anche il
consigliere, Maria Cristina Cecchini (Sinistra democratica)
che pochi giorni fa presentò un'indagine sulla volontà dei
cittadini rispetto alla raffineria: «Il rinnovo della
concessione all'Api, 'nonostante tutto e tutti', è un fatto
grave e vergognoso di cui la giunta regionale deve rendere
conto in primo luogo ai cittadini di Falconara. A chi e a
che cosa è dovuta tutta questa fretta perché rinnovare due
giorni prima del Consiglio regionale?».
Rogo all'Api, il pm chiede il rinvio a giudizio per
sei
di Lorenzo Moroni
ANCONA — Disattenzione fatale nell'aver lasciato aperta
la valvola attraverso la quale la benzina ecologica finì
erroneamente nella sala pompe anziché nel deposito
nazionale, provocando il disastro. E superficialità —
ignorata secondo l'accusa da chi aveva il compito di
supervisionare — nei controlli e nella manutenzione, in
particolare di quella pompa in disuso ma attraverso la quale
transitò lo stesso il combustibile. Insistendo su questi due
passaggi chiave dell'inchiesta, il pubblico ministero
Cristina Tedeschini ha chiesto ieri al giudice dell'udienza
preliminare Sante Bascucci il rinvio a giudizio di sei degli
otto imputati (a due è stato concesso il rito abbreviato)
nel processo per il rogo mortale del 25 agosto del '99 alla
raffineria Api di Falconara. In una ricostruzione molto
articolata, di fronte alle difese e ai legali di parte
civile, il pm ha ribadito la responsabilità degli operai
finiti sotto inchiesta, per aver lasciato aperta la valvola
A279 che consentì alla benzina ecologica di confluire,
erroneamente, nella sala pompe passando per la pompa 4254,
in disuso e quindi non soggetta a manutenzione. E questo
secondo aspetto, a parere del pm, denota la responsabilità
dei quattro dirigenti finiti sotto inchiesta per aver
omesso, secondo le specifiche mansioni, di controllare anche
quella pompa pur non essendo inserita nel progetto di
manutenzione. I sei imputati per i quali il pm ha chiesto il
processo sono: Giovanni Saronne, ex direttore di
stabilimento; Franco Bellucci, all'epoca capo servizio
operativo ed oggi direttore; Sergio Brunelli, capo servizio
manutenzione; Claudio Conti, responsabile della manutenzione
off-site; e gli operai Gaetano Bonfissuto e Pierfrancesco
Carletti. Gli altri due imputati, Silvio Re, funzionario
fiscale, e Ivan Giacchetti, operaio, verranno processati con
il rito abbreviato dal 7 luglio prossimo, giorno in cui,
probabilmente, il gup Bascucci, dopo aver ascoltato tutte le
difese, deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio del pm.
Ieri, intanto, il primo difensore a prendere la parola è
stato l'avvocato Franco Boldrini, legale di Bonfissuto
imputato di corresponsabilità per un presunto errore
nell'allestimento della linea. «Il mio assistito — ha detto
Boldrini — ritiene di non aver commesso errori e di essere
estraneo alla morte dei due colleghi (Mario Gandolfi ed
Ettore Giulian, ndr.). Secondo l'accusa avrebbe omesso di
verificare la chiusura della valvola. Lui dice che non
spettava lui e che comunque alle 5 l'aveva vista chiusa.
Comunque, non c'è la prova che la valvola fosse stata
lasciata aperta. Lui — ha aggiunto l'avvocato — aveva
ammesso di aver commesso un errore cominciando a far
convogliare la super in una linea non giusta. Inizialmente
era stato indicato come l'unico responsabile invece è stato
accertato che questo errore con l'incidente non c'entra,
tant'è che non è nemmeno nel capo d'imputazione». Tra
l'altro, l'avvocato Boldrini ha rimarcato un particolare che
emerge da una testimonianza ma di cui non si sarebbe tenuto
conto nell'inchiesta, secondo la quale, quella mattina era
stato visto qualcuno fare manovre inusuali nella sala pompe.
Il gup ha nel frattempo respinto l'ennesima istanza di
revoca dell'ordinanza che aveva ammesso la costituzione di
parte civile — tramite l'avvocato Francesco Nucera — del
figlio di Gandolfi. Le difese contestavano il provvedimento
sulla base del risarcimento danni già liquidato dall'
azienda alla famiglia del deceduto. Parte civile si sono
costituiti anche il Comune di Falconara e 11 cittadini.
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CORRIERE ADRIATICO |
Il pm chiede il processo a 6 indagati
Il rogo killer del '99
FALCONARA - Si conosceranno lunedì prossimo le decisioni
del gup Sante Bascucci nel procedimento promosso contro otto
dirigenti e operai della raffineria Api, accusati di
incendio e omicidio colposo plurimo per il rogo del 25
agosto '99 che costò la vita ai due operai Mario Gandolfi ed
Ettore Giulian. Ieri il pm Cristina Tedeschini ha ribadito
la richiesta di rinvio a giudizio per sei imputati mentre
gli altri due avevano già ottenuto dal gup di essere
processati con il rito abbreviato. Il gup ha respinto
l'ennesima istanza di revoca dell'ordinanza che aveva
ammesso la costituzione di parte civile - tramite l'avvocato
Francesco Nucera - del figlio di Gandolfi. Lunedì si
celebrerà il rito abbreviato nei confronti di Silvio Re
(funzionario fiscale dell'Api difeso dall'avvocato Marina
Magistrelli), e dell'operaio Ivan Giacchetti (avvocato
Francesco Scaloni). Nella stessa giornata il gup dovrà
decidere anche se rinviare a giudizio l'ingegner Giovanni
Saronne (ex direttore dello stabilimento), Franco Bellucci
(capo servizio operativo dello stabilimento al momento dei
fatti, oggi direttore degli impianti, succeduto a Saronne),
Sergio Brunelli (capo servizio manutenzione), Claudio Conti
(responsabile manutenzione off-site) e gli operai Gaetano
Bonvissuto e Pierfrancesco Carletti. Si sono già costituiti
parte civile nel procedimento, oltre al figlio di Gandolfi,
anche il Comune di Falconara (avvocato Rino Pirani) e i due
comitati di cittadini di Villanova e Fiumesino, compresi
alcuni residenti a titolo personale (avvocato Stefano
Crispiani). L'amministrazione comunale chiede un
risarcimento di 20 milioni di euro per i danni connessi alla
ridotta facoltà di utilizzo del territorio dopo l'incendio e
al danno morale causato al centro turistico balneare di
Falconara.
"Sull'Api una fretta sospetta"
"Assurdo firmare due giorni prima del consiglio. C'era
tempo per discutere" Cecchini: "Un atto grave e vergognoso"
Concessione rinnovata, An: "Città tradita un'altra volta"
di MARINA MINELLI
FALCONARA - "Il caso Api non può essere condotto come una
trattativa privata, ma alla fine è quello che hanno fatto
lunedì scorso D'Ambrosio e la sua giunta". Carlo Ciccioli,
capogruppo di Alleanza Nazionale in consiglio regionale il
giorno dopo la firma del protocollo d'intesa Regione-Api ed
il rinnovo della concessione non esita ad esprimere la sua
indignazione. "Sono sconcertato per un atto vergognoso la
cui frettolosa conclusione fa soltanto pensare male, ma a
volte, come dice Giulio Andreotti, a pensar male si fa
peccato ma ci si prende". "Mi sembra assurdo - ha detto
Ciccioli - arrivare alla firma proprio due giorni prima
della seduta consiliare che era stata convocata, con undici
firme, per discutere in aula il testo delle prescrizioni e
del protocollo. E' uno schiaffo a tutta l'assemblea che mi
fa pensare sia successo qualcosa di non rimandabile, ma in
effetti a livello ufficiale non c'era nessuna fretta".
Ciccioli annuncia per stamattina un consiglio regionale di
fuoco perché "sui contenuti si poteva discutere e trattare,
anche noi avevamo delle proposte delle idee elaborate con il
contributo di tecnici del settore, è il metodo per come è
stata condotta la vicenda che assolutamente non va". Quanto
ai consiglieri falconaresi di An la sensazione è che "la
città sia stata tradita per l'ennesima volta". "Le
prescrizioni - ha affermato Matteo Astolfi capo gruppo in
consiglio comunale - sono insufficienti, non certe dal punto
di vista degli obblighi e non sanzionatorie. Erano
necessarie posizioni chiare e soprattutto è stato
sottovalutato lo studio preliminare dello Svim". Assurda,
secondo il segretario provinciale del partito, Romano
Zenobi, la procedura attuata che da una parte salvaguarda
l'area ad elevato rischio di crisi ambientale con tutti i
contributi e fondi statali e dall'altra consente alla
raffineria di restare dov'è con l'aiuto pubblico per il
risanamento. "A Falconara potevamo cominciare a fare
progetti qualificanti - ha osservato Astolfi - e invece
siamo al punto di partenza. Non possiamo che esprimere tutta
la nostra solidarietà al sindaco Carletti ed al presidente
della Provincia Giancarli che hanno deciso di non
partecipare alla firma dell'atto". Di concessione rinnovata
troppo in fretta e di "protocollo d'intesa senza né capo, né
coda", ha parlato l'altro consigliere Lucio Virgulti, che
sostiene: "C'era tutto il tempo per elaborare un programma
per la riconversione e la ricollocazione di tutte le forze
lavoro". Anche il consigliere regionale di Sinistra Democratica
Cristina Cecchini interviene, definendo il rinnovo della
concessione un fatto "grave e vergognoso di cui la giunta
regionale deve rendere conto in primo luogo ai cittadini di
Falconara".
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