RASSEGNA STAMPA 02.07.2003

 

MESSAGGERO
Caso Api, il pm incalza sul rogo Provincia-crisi

Il dopo-concessione “sofferto”

Dopo il rinnovo della concessione la raffineria l’Api resta un caso. Anche politico. Venti di crisi in Provincia dove il presidente Giancarli avrebbe intenzione di ritirare la delega al segretario regionale di Rc, nonché consigliere provinciale, Giuliano Brandoni dopo che quest’ultimo aveva criticato l’assenza del presidente alla firma del protocollo che sancisce il rinnovo sino al 2020. Su tutte le furie anche An che ha annunciato battaglia a livello regionale. Frattanto il pm Tedeshini continua a sollecitare il processo per il rogo in cui morirono due operai.

«Processate l’Api per il rogo»

Lunedì l’udienza decisiva: rischiano di finire in Tribunale sei tra dirigenti e operai. Rito abbreviato per altri due

Il Pm Tedeschini insiste, i vertici della raffineria: «Vogliamo parlare»

Si chiude con una coda di polemiche il rinnovo della concessione alla raffineria Api e si riapre il caso giudiziario che ha sollevato il problema della compatibilità tra lo stabilimento petrolchimico e la città di Faconara. Nel corso dell’udienza preliminare sul rogo del 25 agosto ’99, rompendo gli indugi delle schermaglie tecniche, ieri il Pm Cristina Tedeschini ha ribadito che ci sono elementi sufficienti per sostenere l’accusa in un processo contro otto persone, tra dirigenti e operai Api, accusati di incendio e omicidio colposo plurimo in relazione allo scoppio che costò la vita alle due tute blu Mario Gandolfi ed Ettore Giulian. Il gup Sante Bascucci ha rinviato l’udienza, per decidere, a lunedì prossimo. In sostanza, dopo le contestazioni delle difese, il magistrato ha ribadito le richieste di rinvio a giudizio per sei imputati (che hanno espresso la volontà di parlare prima del pronunciamento del giudice) mentre gli altri due avevano già ottenuto dal gup Bascucci di essere processati con il rito abbreviato. Il giudice ha nel frattempo respinto l’ennesima istanza di revoca dell’ordinanza che aveva ammesso la costituzione di parte civile - tramite l' avvocato Francesco Nucera - del figlio di Gandolfi. Le difese contestavano il provvedimento sulla base del risarcimento danni (800 milioni di vecchie lire) già liquidato dall'azienda alla vedova del deceduto ma l’iniziativa della famiglia è ora diretta, personalmente, contro gli imputati ed è finalizzata a realizzare un pronto soccorso all’interno della raffineria. Lunedì si celebrerà il rito abbreviato nei confronti di Silvio Re (funzionario fiscale dell' Api difeso dall' avvocato Marina Magistrelli), e dell' operaio Ivan Giacchetti (avvocato Francesco Scaloni), posizioni che potrebbero essere definite rapidamente in camera di consiglio. Nella stessa giornata il gup dovrà decidere anche se rinviare a giudizio l’ ingegner Giovanni Saronne (ex direttore dello stabilimento), Franco Bellucci (capo servizio operativo dello stabilimento al momento dei fatti, oggi direttore degli impianti, succeduto a Saronne), Sergio Brunelli (capo servizio manutenzione), Claudio Conti (rsponsabile manutenzione off-site) e gli operai Gaetano Bonvissuto e Pierfrancesco Carletti, tutti difesi dall’avvocato Giacomo Vettori. Ovviamente, per arrivare a sentenza in questo filone ben più complesso, il processo sarà lunghissimo. Si sono già costituiti parte civile nel procedimento, oltre al figlio di Gandolfi, anche il Comune di Falconara (avvocato Rino Pirani) e i due comitati di cittadini di Villanova e Fiumesino, compresi alcuni residenti a titolo personale (avvocato Stefano Crispiani). L' amministrazione comunale in particolare chiede un risarcimento di 20 milioni di euro per i danni connessi alla ridotta facoltà di utilizzo del territorio dopo l’incendio e al danno morale causato al centro turistico balneare di Falconara.

Api, venti di crisi in Provincia

An: «Assurdo, oggi in aula la concessione già firmata»

E per l’Api, oltre che in Regione, rischia di andare in crisi anche la Giunta provinciale. Il segretario regionale di Rc, nonché consigliere provinciale, Giuliano Brandoni, ieri avrebbe voluto convocare una conferenza stampa per criticare l’assenza del presidente Giancarli alla firma del protocollo che sancisce il rinnovo della concessione alla raffineria sino al 2020. Giancarli, saputa l’iniziativa, avrebbe fatto trapelare l’intenzione di ritirare la delega all’assessore di Rc in Giunta ed escludere Rifondazione dall’esecutivo. La conferenza stampa, alla fine, è stata annullata. Ci sarà invece, oggi, proprio quella di Giancarli. La convenzione sarà al centro oggi del consiglio regionale. Alleanza nazionale darà battaglia. Carlo Ciccioli: «Sono indignato, e non posso pensare che si tratti di un banale scivolone, la firma della Convenzione con l’Api alla vigilia della seduta è uno schiaffo in faccia di D’Ambrosio all’intero Consiglio regionale. Lunedì non doveva esserci la firma di un protocollo e il rilascio della proroga della concessione da parte della Giunta regionale alla raffineria di Falconara fino al 2020, senza nemmeno la copertura delle altre due istituzioni coinvolte nella gestione del problema, cioè la Provincia di Ancona ed il Comune di Falconara. Andreotti, che se ne intendeva, diceva che a pensar male si fa peccato, ma ci si prende, ed io penso male. Quello che è stato fatto é una vergogna». Dal canto loro i due consiglieri comunali di An di Falconara Matteo Astolfi e Lucio Virgulti hanno affermato che «è stata sconfitta la città di Falconara e l’intero territorio».

Catrame sul litorale i Verdi :«Fermiamo i pirati dell’ambiente» (Latina)

Contaminati 15 chilometri di costa

di L.D.B.

L’onda nera non si è fermata. Dopo l’allarme di domenica, quando sul litorale di Sperlonga erano comparse macchie nerastre, di consistenza oleosa, ieri la minaccia del petrolio si è estesa a un lungo tratto di costa, da Terracina a Fondi: circa 15 chilometri di litorale, segnati da una fascia nera larga oltre un metro, che si è depositata sulla spiaggia, dopo aver inquinato le acque. Una striscia di catrame e petrolio, che ha fatto immediatamente pensare a uno scarico illegale proveniente da qualche petroliera. Già domenica sera Renzo Carella, vice presidente del Consiglio regionale, aveva annunciato un’interrogazione parlamentare al presidente della Regione Francesco Storace e all’assessore all’ambiente Vincenzo Saraceni. Ieri a sbottare è stato Angelo Bonelli, Capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio, che ha inviato un esposto al Nucleo operativo ecologico e all’Arpa, affinché vengano analizzate le cause dell’incidente. «È l’ennesimo episodio gravissimo e inquietante che mette a rischio l’ambiente delle nostre coste», tuona Bonelli. Gli fa eco Enzo Carella, secondo il quale occorre individuare subito i responsabili di quest’atto di pirateria ambientale e sostenere i comuni interessati, per far fronte alle spese straordinarie di ripulitura delle spiaggie tra Gaeta e Terracina. Ancora ieri, infatti, nonostante i gestori degli stabilimenti fossero al lavoro da 24 ore per ripulire l’arenile dal catrame, lo specchio d’acqua antistante spiagge libere e scogliere era contaminato da residui oleosi. Ma il problema è anche e soprattutto a monte. «Il 25 percento del traffico mondiale di petrolio - ricorda Bonelli - è trasportato su petroliere, la maggior parte vere e proprie carrette, che navigano sul mar Mediterraneo». Secondo le stime del capogruppo dei Verdi, inoltre, sono 800.000 le tonnellate di greggio riversate ogni anno nel Mediterraneo a causa dei lavaggi delle petroliere, com’è capitato sulle coste pontine.

 
RESTO DEL CARLINO
Consiglio regionale di fuoco

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — «Sono indignato per come la Regione ha gestito il rinnovo della concessione alla raffineria Api». Promette uno «scontro duro» questa mattina in Consiglio regionale, il capogruppo di Alleanza nazionale, Carlo Ciccioli. Proprio per spiegare il suo disappunto e quello degli altri esponenti locali del partito, (erano presenti Romano Zenobi, Lucio Virgulti e Matteo Astolfi), Ciccioli ha convocato ieri una conferenza stampa. «Oggi D'ambrosio sarà sanzionato per aver firmato l'atto di rinnovo all'antivigilia della discussione in aula delle prescrizioni». Il capogruppo contesta non il rinnovo della concessione, ma il metodo secondo il quale è stata condotta l'intera vicenda: «Non capisco — ha spiegato ancora il capogruppo di An — quale medico abbia prescritto a D'Ambrosio di firmare lunedì scorso il rinnovo della concessione all'Api. Discuterne in Consiglio, prima di rilasciarla, sarebbe servito ad analizzare democraticamente quanto stabilito dalle prescrizioni, magari apportando qualche modifica». Ciò che inoltre contesta Ciccioli è che la Regione, così come gli compete, abbia tirato dritta come un treno, senza Provincia e Comune. «Esiste un problema — ha sottolineato Ciccioli — perché la questione Api non può essere condotta come una trattativa privata. Questa è una brutta pagina di storia e il presidente D'Ambrosio sta dando il peggio di se». Ma l'eponente di An riserva anche parole dure per l'assenza alla firma del protocollo del presidente della Provincia, Enzo Giancarli: «Quello del presidente è un gesto sprovveduto — ha aggiunto — ma so che Giancarli non è un bambino e non penso neanche lontanamente che non voglia firmare l'accordo. E' evidente che non c'era intesa su qualcosa tra lui e il presidente della giunta regionale». «Lunedì Falconara è stata tradita per l'ennesima volta — ha rimarcato il consigliere comunale Astolfi — perché gli obblighi della raffineria non sono sanzionati ed era quanto mai necessario prendere decisioni chiare e chiudere tutti quei rubinetti che continuano a perdere». «La concessione è stata rinnovata con troppa fretta — ha concluso Lucio Virgulti — e il protocollo non ribadisce nulla di nuovo».

La raffineria «strappa» anche la Provincia?

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — «L'assenza del presidente della Provincia, Enzo Giancarli, alla firma per il rinnovo della concessione alla raffineria Api è scaturita da una serie di questioni di principio e di metodo». Così commenta il vice presidente della giunta provinciale, Giancarlo Sagramola l'assenza a sorpresa di Giancarli. Nulla di più, il resto verrà detto questa mattina, nel corso di una conferenza stampa. Sagramola è comunque fermo quando dichiara che «la Provincia manterrà fede agli impegni presi». Quindi sosterrà il rinnovo della concessione e appoggerà la serie di prescrizioni stabilite dalla Regione all'impianto petrolifero. Certo è, comunque, che la mancanza del presidente della Provincia è stata interpretata in diversi modi: in un primo momento si è pensato alle discordanze di vedute sulla riforma sanitaria. Il Salesi può aver diviso anche su una questione tanto estranea come la raffineria Api? E per quale motivo Giancarli non ha annunciato la sua assenza? Sarebbe forse la presenza del Verde e falconarese, Massimo Binci in Giunta a far compiere un dietrofront al presidente? Proprio ieri Binci dichiarò che «la Provincia di Ancona non ha mai preso una posizione ufficiale, sancita da atti della Giunta o del Consiglio, sul rinnovo della concessione alla raffineria Api di Falconara». Ad accreditare però ancora di più l'ipotesi dello strappo sarebbero anche le divergenze tra gli stessi Verdi e Rifondazione comunista. Proprio la questione dell'Api, ricordiamo, creò dissensi nella giunta regionale, contrarietà scaturite poi nell'uscita dalla maggioranza del gruppo dei Verdi. A proposito di Rifondazione, parallelamente alla convocazione della conferenza stampa di Giancarli e arrivata anche quella del segretario, Giuliano Brandoni. Nel frattempo ieri, il protocollo d'intesa è stato presentato dai vertici dell'Api a tutti i dipendenti. Una riunione straordinaria, ideata anche per tranquillizzare l'animo dei lavoratori che negli ultimi mesi sono scesi in campo più volte per difendere i posti di lavoro. A contrastare la «frettolosa decisione» di lunedì anche il consigliere, Maria Cristina Cecchini (Sinistra democratica) che pochi giorni fa presentò un'indagine sulla volontà dei cittadini rispetto alla raffineria: «Il rinnovo della concessione all'Api, 'nonostante tutto e tutti', è un fatto grave e vergognoso di cui la giunta regionale deve rendere conto in primo luogo ai cittadini di Falconara. A chi e a che cosa è dovuta tutta questa fretta perché rinnovare due giorni prima del Consiglio regionale?».

Rogo all'Api, il pm chiede il rinvio a giudizio per sei

di Lorenzo Moroni

ANCONA — Disattenzione fatale nell'aver lasciato aperta la valvola attraverso la quale la benzina ecologica finì erroneamente nella sala pompe anziché nel deposito nazionale, provocando il disastro. E superficialità — ignorata secondo l'accusa da chi aveva il compito di supervisionare — nei controlli e nella manutenzione, in particolare di quella pompa in disuso ma attraverso la quale transitò lo stesso il combustibile. Insistendo su questi due passaggi chiave dell'inchiesta, il pubblico ministero Cristina Tedeschini ha chiesto ieri al giudice dell'udienza preliminare Sante Bascucci il rinvio a giudizio di sei degli otto imputati (a due è stato concesso il rito abbreviato) nel processo per il rogo mortale del 25 agosto del '99 alla raffineria Api di Falconara. In una ricostruzione molto articolata, di fronte alle difese e ai legali di parte civile, il pm ha ribadito la responsabilità degli operai finiti sotto inchiesta, per aver lasciato aperta la valvola A279 che consentì alla benzina ecologica di confluire, erroneamente, nella sala pompe passando per la pompa 4254, in disuso e quindi non soggetta a manutenzione. E questo secondo aspetto, a parere del pm, denota la responsabilità dei quattro dirigenti finiti sotto inchiesta per aver omesso, secondo le specifiche mansioni, di controllare anche quella pompa pur non essendo inserita nel progetto di manutenzione. I sei imputati per i quali il pm ha chiesto il processo sono: Giovanni Saronne, ex direttore di stabilimento; Franco Bellucci, all'epoca capo servizio operativo ed oggi direttore; Sergio Brunelli, capo servizio manutenzione; Claudio Conti, responsabile della manutenzione off-site; e gli operai Gaetano Bonfissuto e Pierfrancesco Carletti. Gli altri due imputati, Silvio Re, funzionario fiscale, e Ivan Giacchetti, operaio, verranno processati con il rito abbreviato dal 7 luglio prossimo, giorno in cui, probabilmente, il gup Bascucci, dopo aver ascoltato tutte le difese, deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio del pm. Ieri, intanto, il primo difensore a prendere la parola è stato l'avvocato Franco Boldrini, legale di Bonfissuto imputato di corresponsabilità per un presunto errore nell'allestimento della linea. «Il mio assistito — ha detto Boldrini — ritiene di non aver commesso errori e di essere estraneo alla morte dei due colleghi (Mario Gandolfi ed Ettore Giulian, ndr.). Secondo l'accusa avrebbe omesso di verificare la chiusura della valvola. Lui dice che non spettava lui e che comunque alle 5 l'aveva vista chiusa. Comunque, non c'è la prova che la valvola fosse stata lasciata aperta. Lui — ha aggiunto l'avvocato — aveva ammesso di aver commesso un errore cominciando a far convogliare la super in una linea non giusta. Inizialmente era stato indicato come l'unico responsabile invece è stato accertato che questo errore con l'incidente non c'entra, tant'è che non è nemmeno nel capo d'imputazione». Tra l'altro, l'avvocato Boldrini ha rimarcato un particolare che emerge da una testimonianza ma di cui non si sarebbe tenuto conto nell'inchiesta, secondo la quale, quella mattina era stato visto qualcuno fare manovre inusuali nella sala pompe. Il gup ha nel frattempo respinto l'ennesima istanza di revoca dell'ordinanza che aveva ammesso la costituzione di parte civile — tramite l'avvocato Francesco Nucera — del figlio di Gandolfi. Le difese contestavano il provvedimento sulla base del risarcimento danni già liquidato dall' azienda alla famiglia del deceduto. Parte civile si sono costituiti anche il Comune di Falconara e 11 cittadini.

 
CORRIERE ADRIATICO
Il pm chiede il processo a 6 indagati

Il rogo killer del '99

FALCONARA - Si conosceranno lunedì prossimo le decisioni del gup Sante Bascucci nel procedimento promosso contro otto dirigenti e operai della raffineria Api, accusati di incendio e omicidio colposo plurimo per il rogo del 25 agosto '99 che costò la vita ai due operai Mario Gandolfi ed Ettore Giulian. Ieri il pm Cristina Tedeschini ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per sei imputati mentre gli altri due avevano già ottenuto dal gup di essere processati con il rito abbreviato. Il gup ha respinto l'ennesima istanza di revoca dell'ordinanza che aveva ammesso la costituzione di parte civile - tramite l'avvocato Francesco Nucera - del figlio di Gandolfi. Lunedì si celebrerà il rito abbreviato nei confronti di Silvio Re (funzionario fiscale dell'Api difeso dall'avvocato Marina Magistrelli), e dell'operaio Ivan Giacchetti (avvocato Francesco Scaloni). Nella stessa giornata il gup dovrà decidere anche se rinviare a giudizio l'ingegner Giovanni Saronne (ex direttore dello stabilimento), Franco Bellucci (capo servizio operativo dello stabilimento al momento dei fatti, oggi direttore degli impianti, succeduto a Saronne), Sergio Brunelli (capo servizio manutenzione), Claudio Conti (responsabile manutenzione off-site) e gli operai Gaetano Bonvissuto e Pierfrancesco Carletti. Si sono già costituiti parte civile nel procedimento, oltre al figlio di Gandolfi, anche il Comune di Falconara (avvocato Rino Pirani) e i due comitati di cittadini di Villanova e Fiumesino, compresi alcuni residenti a titolo personale (avvocato Stefano Crispiani). L'amministrazione comunale chiede un risarcimento di 20 milioni di euro per i danni connessi alla ridotta facoltà di utilizzo del territorio dopo l'incendio e al danno morale causato al centro turistico balneare di Falconara.

"Sull'Api una fretta sospetta"

"Assurdo firmare due giorni prima del consiglio. C'era tempo per discutere" Cecchini: "Un atto grave e vergognoso"

Concessione rinnovata, An: "Città tradita un'altra volta"

di MARINA MINELLI

FALCONARA - "Il caso Api non può essere condotto come una trattativa privata, ma alla fine è quello che hanno fatto lunedì scorso D'Ambrosio e la sua giunta". Carlo Ciccioli, capogruppo di Alleanza Nazionale in consiglio regionale il giorno dopo la firma del protocollo d'intesa Regione-Api ed il rinnovo della concessione non esita ad esprimere la sua indignazione. "Sono sconcertato per un atto vergognoso la cui frettolosa conclusione fa soltanto pensare male, ma a volte, come dice Giulio Andreotti, a pensar male si fa peccato ma ci si prende". "Mi sembra assurdo - ha detto Ciccioli - arrivare alla firma proprio due giorni prima della seduta consiliare che era stata convocata, con undici firme, per discutere in aula il testo delle prescrizioni e del protocollo. E' uno schiaffo a tutta l'assemblea che mi fa pensare sia successo qualcosa di non rimandabile, ma in effetti a livello ufficiale non c'era nessuna fretta". Ciccioli annuncia per stamattina un consiglio regionale di fuoco perché "sui contenuti si poteva discutere e trattare, anche noi avevamo delle proposte delle idee elaborate con il contributo di tecnici del settore, è il metodo per come è stata condotta la vicenda che assolutamente non va". Quanto ai consiglieri falconaresi di An la sensazione è che "la città sia stata tradita per l'ennesima volta". "Le prescrizioni - ha affermato Matteo Astolfi capo gruppo in consiglio comunale - sono insufficienti, non certe dal punto di vista degli obblighi e non sanzionatorie. Erano necessarie posizioni chiare e soprattutto è stato sottovalutato lo studio preliminare dello Svim". Assurda, secondo il segretario provinciale del partito, Romano Zenobi, la procedura attuata che da una parte salvaguarda l'area ad elevato rischio di crisi ambientale con tutti i contributi e fondi statali e dall'altra consente alla raffineria di restare dov'è con l'aiuto pubblico per il risanamento. "A Falconara potevamo cominciare a fare progetti qualificanti - ha osservato Astolfi - e invece siamo al punto di partenza. Non possiamo che esprimere tutta la nostra solidarietà al sindaco Carletti ed al presidente della Provincia Giancarli che hanno deciso di non partecipare alla firma dell'atto". Di concessione rinnovata troppo in fretta e di "protocollo d'intesa senza né capo, né coda", ha parlato l'altro consigliere Lucio Virgulti, che sostiene: "C'era tutto il tempo per elaborare un programma per la riconversione e la ricollocazione di tutte le forze lavoro". Anche il consigliere regionale di Sinistra Democratica Cristina Cecchini interviene, definendo il rinnovo della concessione un fatto "grave e vergognoso di cui la giunta regionale deve rendere conto in primo luogo ai cittadini di Falconara".

 
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