RASSEGNA STAMPA 08.06.2003

 

MESSAGGERO
IL SONDAGGIO DATAMEDIA Api, il 53% non la vuole così

di Roberta Maccagnani

FALCONARA - Presentato ieri nella sala del leone, gremita di politici e cittadini, di Falconara Alta il sondaggio promosso dal consigliere regionale di Rifondazione Comunista, Cristina Cecchini, ex assessore, e realizzato da Datamedia, sul rinnovo della concessione per la raffineria Api. L’indagine ha coinvolto un campione di 400 persone, solo maggiorenni, su una popolazione residente di 24.316 abitanti. Il dato più interessante riguarda la domanda sulla decisione relativa al rinnovo. Il 23% degli intervistati si è dichiarato favorevole alla dismissione dell’impianto e alla riconversione dell’area, il 30,8% ha detto sì allo spostamento della raffineria rispetto all’attuale ubicazione, mentre il 34,3% avalla il rinnovo della concessione ventennale. Solo il 12% non ha preso una posizione. Quindi, il 53,8% del campione non appoggia l’attuale situazione dello stabilimento, così come è concepita oggi. Infatti, se il 23% ha detto no alla prosecuzione dell’attività della raffineria, il 30,8% vuole che si sposti in un’altra zona rispetto a quella odierna, per il 30% fuori delle Marche, mentre per il 76% all’interno della Regione. Un fattore questo, secondo la Cecchini, che dovrebbe spingere a rimandare la decisione sul rinnovo. «I cittadini che si sono espressi in questo modo – ha detto – credo che non voterebbero sì al 9 di giugno al rinnovo della concessione, anche perché ancora non sono stati presentati gli studi Svim ed epidemiologici per cui la Regione ha speso 500 milioni delle vecchie lire. Che senso ha chiedere agli esperti un loro parere se poi non viene preso in considerazione al momento della scelta?». Concorde anche Cortellessa, il noto fisico contattato tempo fa dai comitati cittadini per un parere sulla raffineria, che il professionista ha descritto come “archeologia industriale”. Un cittadino ha anche domandato «perché non aspettare sei mesi o un anno per la conclusione di questi studi prima di dare un parere sul rinnovo? Mi sembra giusto e logico, perché siamo noi cittadini a pagarli con le tasse».

 
RESTO DEL CARLINO
Api, sondaggio boccia il rinnovo

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — Il 53,8% della popolazione (esaminando un campione di 400 cittadini) è favorevole alla dismissione della raffineria Api, ma si accontenterebbe anche del suo spostamento rispetto all'attuale ubicazione. Il 66,7% del campione di cittadini che lavorano in Api è anche preoccupato per l'impatto dell'attività petrolifera sulla salute della popolazione. La questione Api torna a focalizzare l'attenzione del dibattito cittadino con un sondaggio, effettuato da Datamedia e richiesto dal consigliere regionale Maria Cristina Cecchini. La ricerca è stata condotta per verificare in modo spontaneo e quindi senza menzionare nè la persona nè tantomeno il gruppo politico di appartenenza, gli atteggiamenti, le opinioni e le valutazioni dei cittadini di Falconara relativamente all'impatto della raffieneria sulla comunità. Tutto questo sia dal punto di vista ambientale che occupazionale. Il sondaggio è servito anche per misurare il livello di notorietà della annosa diatriba che ormai da diversi mesi divide non solo il mondo politico, ma anche quello cittadino. La ricerca è stata effettuata esponendo telefonicamente un questionario semi-strutturato appunto ad un campione rappresentativo di popolazione. Sono state quindi prese in considerazioni le variabili determinate dalla diversità di sesso, età, titolo di studio e professione. All'interno di questa classificazione ne è stata eseguita un'altra: tra i campioni è stata inserita parte della popolazione che presta la propria attività lavorativa all'interno dell'industria petrolifera. Le interviste sono state condotte il 20 e il 21 maggio. I dati Ma l'Api non è il solo problema per i falconaresi. Infatti se è vero che il 41,3% crede che vi sia scarsa attenzione per l'ambiente, verso l'inquinamento e per la mancanza di aree verdi, è anche vero che lamentano carenze sostanziali per quanto riguarda la viabilità (parcheggi, strade e traffico). I cittadini sono poi preoccupati per il livello di inquinamento atmosferico, acustico e per quello provocato dalle industrie. In particolare, il 44,8% ha mostrato apprensione per la presenza della raffineria. «A Falconara — ha commentato la Cecchini — il problema dell'impianto petrolifero va di pari passo con quello del traffico. In base alla lettura di questi dati, che esprimono il parere di un campione scelto di cittadini, il rinnovo della concessione dovrà avvenire solo dopo e se compatibile con il piano di risanamento dell'area ad alto rischio. Attualmente anche il piano dello Svim è ancora in una fase preliminare». Ieri, la Cecchini ha anche chiesto agli altri consiglieri regionali di firmare la richiesta di convocazione del Consiglio prima della decisione formale di proroga della concessione.

 
CORRIERE ADRIATICO
Fiumesino non ci sta "Il by pass sconvolgerà il nostro quartiere"

I comitati rilanciano l'allarme per la qualità della vita

Adesso per i residenti di Fiumesino anche la parole di Oriol Bohigas, l'architetto catalano a cui il comune ha affidato il piano per la nuova Falconara, sono una minaccia per la sopravvivenza del quartiere. "Quando Bohigas annuncia che la città è quasi fatta - osserva Franco Budini, portavoce del comitato dei residenti - l'indignazione si trasformata in rabbia soprattutto in merito alla reiterata volontà di sconvolgere ulteriormente il territorio urbano del quartiere di Fiumesino con il by-pass ferroviario che passerà a pochissima distanza dalle nostre case e che ci chiuderà definitivamente in una morsa infernale tra i binari, la raffineria e la strada". I comitati evidenziano come "a fronte delle 'soddisfazioni' dell'amministrazione comunale per il progetto in realizzazione, si concretizza la disperazione dei residenti del quartiere, i quali vedranno con questa ennesima opera - ritenuta dagli stessi atteggiamento provocatorio delle amministrazioni nei loro confronti - distruggere inesorabilmente e definitivamente il territorio in cui vivono, con conseguenti irreparabili danni non solo alla qualità della loro vita, ma anche al valore delle loro proprietà già notevolmente deprezzate dalla presenza della raffineria, dei parcheggi". "Tutto questo - osserva Budini - in nome dello 'sviluppo industriale', ma a questo punto non possiamo non domandarci se è giusto che lo 'sviluppo industriale' di una zona avvenga a danno di un cospicuo numero di cittadini. Che cosa abbiamo mai fatto di male per essere condannati ad una simile tortura? E ciò nonostante tutte le reiterate ed innumerevoli promesse del sindaco Carletti sulla riqualificazione del quartiere e sulla realizzazione del progetto Fiumesino 2000".

A far paura è lo smog

Il 44,8% dei falconaresi ritiene che la presenza della raffineria sia preoccupante Cristina Cecchini illustra il sondaggio di Datamedia sull'Api

I cittadini sono comunque informati della situazione e coscienti, i lavoratori della raffineria Api mostrano una certa preoccupazione soprattutto per quanto concerne sicurezza e ambiente e la maggioranza dei falconaresi preferirebbe non ci fosse il rinnovo della concessione. Questi i dati più significativi emersi dalla ricerca commissionata dalla consigliere regionale Cristina Cecchini a Datamedia e presentata ieri durante un incontro pubblico. "Le opinioni dei residenti non erano mai state verificate - ha spiegato la Cecchini - e in un certo senso questo studio offre anche indicazioni all'amministrazione comunale sulla percezione di diversi problemi legati direttamente o indirettamente alla questione raffineria". Il lavoro è stato condotto per verificare "in spontanea" gli atteggiamenti, le opinioni e le valutazioni dei falconaresi relativamente all'impatto dell'Api sulla comunità (sia da un punto di vista ambientale che occupazionale) e per misurare la notorietà della prossima scadenza della concessione ventennale e del soggetto istituzionale a cui compete tale decisione. Datamedia ha proposto un questionario semi-strutturato ad un campione significativo della popolazione residente nel comune, e cioè a 400 persone sopra i 18 anni (su un totale di 24.316) divisi per fasce d'età (37 tra i 18 ed i 24 anni, 140 tra i 25 ed i 44, 129 tra i 45 ed i 64, 94 oltre i 65 anni). Significativa l'attenzione dei cittadini per i problemi dell'ambiente evidenziati dal 41,3 % degli intervistati, al secondo posto traffico e viabilità (25,8 %) ed entrando nello specifico il 44,8 % della popolazione coinvolta nella ricerca ha dichiarato che la presenza della raffineria Api è una delle situazione "preoccupanti", insieme all'inquinamento atmosferico (56,8 %). E se l'Api costituisce un motivo di timore (nella scala molto e abbastanza per il 51,%) per la popolazione in generale anche i lavoratori dell'azienda petrolchimica vivono la presenza con una certa difficoltà. Dalle risposte spontanee emerge poi che l'inquietudine deriva dalle emissioni ambientali (segnalate dal 60,2 %) e dall'impatto sull'ambiente in generale (33 %). E alla domanda "da un punto di vista occupazionale e produttivo come considera l'importanza della raffineria per l'economia del comune?", il 42 % ha risposto "alta" ed il 31 % "nella media". Alta la percentuale dei cittadini informativi sulle vicende legate al rinnovo della concessione (76 %), la maggior parte di essi è stata informata dai mezzi di comunicazione (66,8 % giornali, 32,2 % televisione), pochi invece quelli che hanno avuto notizie in merito dalle associazioni ambientaliste. Infine rispetto alla decisione di rinnovare o meno la concessione alla raffineria il 53,8 % è favorevole alla dismissione o allo spostamento dell'impianto. "Con questa iniziativa - ha commentano Cristina Cecchini - volevo invitare la Regione ad una riflessione più approfondita della questione per arrivare ad un posticipo di questo rinnovo che mi sembra assolutamente affrettato in un momento in cui non sono stati ancora chiariti tutti i problemi e soprattutto non sono stati ancora analizzati a fondo i dati emersi nello studio commissionato alla Svim". Una decisione che inoltre, fa notare la Cecchini, "porterebbe alla rottura dell'accordo programmatico di questa maggioranza, la quale nelle sue linee programmatiche aveva parlato per l'Api di un progetto per la dismissione". Sul problema la consigliera, che fa parte del gruppo misto, ha chiesto la convocazione di una riunione straordinaria dell'assemblea regionale, "ma per far questo ci vogliono almeno 10 firme, intanto martedì ci sarà una riunione della commissione IV sull'ambiente".

 
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