MESSAGGERO |
IL SONDAGGIO DATAMEDIA Api,
il 53% non la vuole così
di Roberta Maccagnani
FALCONARA - Presentato ieri
nella sala del leone, gremita di politici e cittadini, di
Falconara Alta il sondaggio promosso dal consigliere
regionale di Rifondazione Comunista, Cristina Cecchini, ex
assessore, e realizzato da Datamedia, sul rinnovo della
concessione per la raffineria Api. L’indagine ha coinvolto
un campione di 400 persone, solo maggiorenni, su una
popolazione residente di 24.316 abitanti. Il dato più
interessante riguarda la domanda sulla decisione relativa al
rinnovo. Il 23% degli intervistati si è dichiarato
favorevole alla dismissione dell’impianto e alla
riconversione dell’area, il 30,8% ha detto sì allo
spostamento della raffineria rispetto all’attuale
ubicazione, mentre il 34,3% avalla il rinnovo della
concessione ventennale. Solo il 12% non ha preso una
posizione. Quindi, il 53,8% del campione non appoggia
l’attuale situazione dello stabilimento, così come è
concepita oggi. Infatti, se il 23% ha detto no alla
prosecuzione dell’attività della raffineria, il 30,8% vuole
che si sposti in un’altra zona rispetto a quella odierna,
per il 30% fuori delle Marche, mentre per il 76% all’interno
della Regione. Un fattore questo, secondo la Cecchini, che
dovrebbe spingere a rimandare la decisione sul rinnovo. «I
cittadini che si sono espressi in questo modo – ha detto –
credo che non voterebbero sì al 9 di giugno al rinnovo della
concessione, anche perché ancora non sono stati presentati
gli studi Svim ed epidemiologici per cui la Regione ha speso
500 milioni delle vecchie lire. Che senso ha chiedere agli
esperti un loro parere se poi non viene preso in
considerazione al momento della scelta?». Concorde anche
Cortellessa, il noto fisico contattato tempo fa dai comitati
cittadini per un parere sulla raffineria, che il
professionista ha descritto come “archeologia industriale”.
Un cittadino ha anche domandato «perché non aspettare sei
mesi o un anno per la conclusione di questi studi prima di
dare un parere sul rinnovo? Mi sembra giusto e logico,
perché siamo noi cittadini a pagarli con le tasse». |
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RESTO DEL CARLINO |
Api, sondaggio boccia il
rinnovo
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — Il 53,8% della
popolazione (esaminando un campione di 400 cittadini) è
favorevole alla dismissione della raffineria Api, ma si
accontenterebbe anche del suo spostamento rispetto
all'attuale ubicazione. Il 66,7% del campione di cittadini
che lavorano in Api è anche preoccupato per l'impatto
dell'attività petrolifera sulla salute della popolazione. La
questione Api torna a focalizzare l'attenzione del dibattito
cittadino con un sondaggio, effettuato da Datamedia e
richiesto dal consigliere regionale Maria Cristina Cecchini.
La ricerca è stata condotta per verificare in modo spontaneo
e quindi senza menzionare nè la persona nè tantomeno il
gruppo politico di appartenenza, gli atteggiamenti, le
opinioni e le valutazioni dei cittadini di Falconara
relativamente all'impatto della raffieneria sulla comunità.
Tutto questo sia dal punto di vista ambientale che
occupazionale. Il sondaggio è servito anche per misurare il
livello di notorietà della annosa diatriba che ormai da
diversi mesi divide non solo il mondo politico, ma anche
quello cittadino. La ricerca è stata effettuata esponendo
telefonicamente un questionario semi-strutturato appunto ad
un campione rappresentativo di popolazione. Sono state
quindi prese in considerazioni le variabili determinate
dalla diversità di sesso, età, titolo di studio e
professione. All'interno di questa classificazione ne è
stata eseguita un'altra: tra i campioni è stata inserita
parte della popolazione che presta la propria attività
lavorativa all'interno dell'industria petrolifera. Le
interviste sono state condotte il 20 e il 21 maggio. I dati
Ma l'Api non è il solo problema per i falconaresi. Infatti
se è vero che il 41,3% crede che vi sia scarsa attenzione
per l'ambiente, verso l'inquinamento e per la mancanza di
aree verdi, è anche vero che lamentano carenze sostanziali
per quanto riguarda la viabilità (parcheggi, strade e
traffico). I cittadini sono poi preoccupati per il livello
di inquinamento atmosferico, acustico e per quello provocato
dalle industrie. In particolare, il 44,8% ha mostrato
apprensione per la presenza della raffineria. «A Falconara —
ha commentato la Cecchini — il problema dell'impianto
petrolifero va di pari passo con quello del traffico. In
base alla lettura di questi dati, che esprimono il parere di
un campione scelto di cittadini, il rinnovo della
concessione dovrà avvenire solo dopo e se compatibile con il
piano di risanamento dell'area ad alto rischio. Attualmente
anche il piano dello Svim è ancora in una fase preliminare».
Ieri, la Cecchini ha anche chiesto agli altri consiglieri
regionali di firmare la richiesta di convocazione del
Consiglio prima della decisione formale di proroga della
concessione. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Fiumesino non ci sta "Il by
pass sconvolgerà il nostro quartiere"
I comitati rilanciano
l'allarme per la qualità della vita
Adesso per i residenti di
Fiumesino anche la parole di Oriol Bohigas, l'architetto
catalano a cui il comune ha affidato il piano per la nuova
Falconara, sono una minaccia per la sopravvivenza del
quartiere. "Quando Bohigas annuncia che la città è quasi
fatta - osserva Franco Budini, portavoce del comitato dei
residenti - l'indignazione si trasformata in rabbia
soprattutto in merito alla reiterata volontà di sconvolgere
ulteriormente il territorio urbano del quartiere di
Fiumesino con il by-pass ferroviario che passerà a
pochissima distanza dalle nostre case e che ci chiuderà
definitivamente in una morsa infernale tra i binari, la
raffineria e la strada". I comitati evidenziano come "a
fronte delle 'soddisfazioni' dell'amministrazione comunale
per il progetto in realizzazione, si concretizza la
disperazione dei residenti del quartiere, i quali vedranno
con questa ennesima opera - ritenuta dagli stessi
atteggiamento provocatorio delle amministrazioni nei loro
confronti - distruggere inesorabilmente e definitivamente il
territorio in cui vivono, con conseguenti irreparabili danni
non solo alla qualità della loro vita, ma anche al valore
delle loro proprietà già notevolmente deprezzate dalla
presenza della raffineria, dei parcheggi". "Tutto questo -
osserva Budini - in nome dello 'sviluppo industriale', ma a
questo punto non possiamo non domandarci se è giusto che lo
'sviluppo industriale' di una zona avvenga a danno di un
cospicuo numero di cittadini. Che cosa abbiamo mai fatto di
male per essere condannati ad una simile tortura? E ciò
nonostante tutte le reiterate ed innumerevoli promesse del
sindaco Carletti sulla riqualificazione del quartiere e
sulla realizzazione del progetto Fiumesino 2000".
A far paura è lo smog
Il 44,8% dei falconaresi
ritiene che la presenza della raffineria sia preoccupante
Cristina Cecchini illustra il sondaggio di Datamedia
sull'Api
I cittadini sono comunque
informati della situazione e coscienti, i lavoratori della
raffineria Api mostrano una certa preoccupazione soprattutto
per quanto concerne sicurezza e ambiente e la maggioranza
dei falconaresi preferirebbe non ci fosse il rinnovo della
concessione. Questi i dati più significativi emersi dalla
ricerca commissionata dalla consigliere regionale Cristina
Cecchini a Datamedia e presentata ieri durante un incontro
pubblico. "Le opinioni dei residenti non erano mai state
verificate - ha spiegato la Cecchini - e in un certo senso
questo studio offre anche indicazioni all'amministrazione
comunale sulla percezione di diversi problemi legati
direttamente o indirettamente alla questione raffineria". Il
lavoro è stato condotto per verificare "in spontanea" gli
atteggiamenti, le opinioni e le valutazioni dei falconaresi
relativamente all'impatto dell'Api sulla comunità (sia da un
punto di vista ambientale che occupazionale) e per misurare
la notorietà della prossima scadenza della concessione
ventennale e del soggetto istituzionale a cui compete tale
decisione. Datamedia ha proposto un questionario
semi-strutturato ad un campione significativo della
popolazione residente nel comune, e cioè a 400 persone sopra
i 18 anni (su un totale di 24.316) divisi per fasce d'età
(37 tra i 18 ed i 24 anni, 140 tra i 25 ed i 44, 129 tra i
45 ed i 64, 94 oltre i 65 anni). Significativa l'attenzione
dei cittadini per i problemi dell'ambiente evidenziati dal
41,3 % degli intervistati, al secondo posto traffico e
viabilità (25,8 %) ed entrando nello specifico il 44,8 %
della popolazione coinvolta nella ricerca ha dichiarato che
la presenza della raffineria Api è una delle situazione
"preoccupanti", insieme all'inquinamento atmosferico (56,8
%). E se l'Api costituisce un motivo di timore (nella scala
molto e abbastanza per il 51,%) per la popolazione in
generale anche i lavoratori dell'azienda petrolchimica
vivono la presenza con una certa difficoltà. Dalle risposte spontanee
emerge poi che l'inquietudine deriva dalle emissioni
ambientali (segnalate dal 60,2 %) e dall'impatto
sull'ambiente in generale (33 %). E alla domanda "da un
punto di vista occupazionale e produttivo come considera
l'importanza della raffineria per l'economia del comune?",
il 42 % ha risposto "alta" ed il 31 % "nella media". Alta la
percentuale dei cittadini informativi sulle vicende legate
al rinnovo della concessione (76 %), la maggior parte di
essi è stata informata dai mezzi di comunicazione (66,8 %
giornali, 32,2 % televisione), pochi invece quelli che hanno
avuto notizie in merito dalle associazioni ambientaliste.
Infine rispetto alla decisione di rinnovare o meno la
concessione alla raffineria il 53,8 % è favorevole alla
dismissione o allo spostamento dell'impianto. "Con questa iniziativa - ha
commentano Cristina Cecchini - volevo invitare la Regione ad
una riflessione più approfondita della questione per
arrivare ad un posticipo di questo rinnovo che mi sembra
assolutamente affrettato in un momento in cui non sono stati
ancora chiariti tutti i problemi e soprattutto non sono
stati ancora analizzati a fondo i dati emersi nello studio
commissionato alla Svim". Una decisione che inoltre, fa
notare la Cecchini, "porterebbe alla rottura dell'accordo
programmatico di questa maggioranza, la quale nelle sue
linee programmatiche aveva parlato per l'Api di un progetto
per la dismissione". Sul problema la consigliera, che fa
parte del gruppo misto, ha chiesto la convocazione di una
riunione straordinaria dell'assemblea regionale, "ma per far
questo ci vogliono almeno 10 firme, intanto martedì ci sarà
una riunione della commissione IV sull'ambiente".
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