RASSEGNA STAMPA 06.06.2003

 

MESSAGGERO
Meno raffineria, più polo energetico: decise le condizioni per dire sì all’Api

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA Battute finali per il rinnovo della concessione Api. Azienda che dovrà sempre più orientarsi allo sviluppo industriale come polo energetico anziché come raffineria petrolifera tradizionale. E’ infatti questa una delle disposizioni, contenute nel protocollo d’intesa, studiate dalla Regione che l’Api dovrà seguire. Dopo la riunione di maggioranza dell’altra sera che, in pratica, ha dato via libera all’assessore Marco Amagliani a proseguire nel rinnovo della concessione Api a patto di severe prescrizioni, lunedì 9 si riunirà, di nuovo, il tavolo istituzionale tra Comune, Provincia e Regione. All’ordine del giorno della riunione, le prescrizioni e l’approvazione del protocollo d’intesa, i due strumenti con cui cercherà di avviare un nuovo rapporto con lo stabilimento. «Si tratta di un nuovo modo di rapportarsi tra Comune e raffineria - spiega Amagliani, assessore regionale all’Ambiente - Quella attuale è la situazione più avanzata, sul piano politico ed istituzionale, che ad oggi siamo riusciti a costruire». Ma la raffineria è già a conoscenza delle prescrizioni che le verranno imposte? «Questo è un percorso condiviso, e con l’azienda ci sono contatti costanti» sostiene l’assessore. E che dire dei preliminari sullo studio Svim? è vero che indicano i livelli occupazionali dell’Api poco incisivi rispetto all’indotto della bassa Vallesina? «Sì, ma non vuol dire nulla. Anche perché lo studio Svim non trova alternative alla raffineria né come industria né come fonte di posti di lavoro. Non c’è nulla, insomma, che possa prefigurare uno scenario diverso. Davanti a questi risultati, non possiamo non dare il rinnovo». Ma con alcune precise imposizioni che verrà chiesto alla raffineria di rispettare: «Nel protocollo d’intesa che stileremo per definire i rapporti tra lo stabilimento e gli enti - rivela infatti Amagliani - abbiamo dato un’indicazione precisa all’Api. In altre parole, l’azienda si impegna a presentare ogni cinque anni un piano di sviluppo strategico che tenga conto delle normative vigenti che possa essere discusso e concertato con gli enti. La direzione del piano redatto dall’Api è quella di uno sviluppo strategico industriale come polo energetico regionale, ambientalmente avanzato, invece di raffineria petrolifera tradizionale».

 
RESTO DEL CARLINO
Rinnovo Api, i Verdi minacciano l'uscita dalla maggioranza

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — Il count down per il rinnovo o meno della concessione alla raffineria Api è ormai iniziato. Ieri i Verdi, in occasione della prima manifestazione internazionale contro il petrolio in mare, per voce del capogruppo in Regione, Marco Moruzzi ha dichiarato che il rinnovo ventennale all'Api «potrebbe mettere in discussione la partecipazione dei Verdi Marche nella maggioranza». Dunque cresce il malcontento, anche se quello dei Verdi è stato manifestato già da tempo, sulla decisione ormai imminente (la prossima settimana si terrà un nuovo incontro del tavolo istituzionale tra Regione, Provincia e Comune) in merito al futuro dell'impianto petrolifero. «Vogliamo vedere almeno la traccia di un processo di dismissione — ha spiegato Marco Moruzzi — e qualora il rinnovo dovesse essere concesso sarà una situazione su cui riflettere approfonditamente. La discordanza di vedute sulla raffineria Api — ha aggiunto — non va che a sommarsi a quella già da noi manifestata sulla riforma sanitaria e alla verifica di metà legislatura». Ma quello di ieri è stato un momento di protesta, in contemporanea con altre 16 città vittime o meno di sciagure ambientali per richiedere un cambio di rotta nella politica di rilascio di nullaosta e abilitazioni alle meglio conosciute come «carrette del mare». Alla manifestazione si sono aggiunti anche i Comitati dei quartieri di Villanova e Fiumesino (erano presenti Loris Calcina e Massimo De Paolis) da sempre in prima linea nella «lotta» all'impianto Api. «Il problema Api — ha detto De Paolis — è talmente ampio che necessita di essere presentato a livello internazionale. Questo movimento — ha aggiunto Calcina — deve costringere i governi e le istituzioni in generale a cercare soluzioni alternative al petrolio». Anche alla presenza del comandante georgiano dell'Alma I, Petrovich, che per molti anni è stato ufficiale di bordo di petroliere, Moruzzi ha voluto poi sottolineare l'importanza delle tre piattaforme di richieste (Adriatico, Galizia e Bretagna) contro il petrolio in mare che potranno diventare una sola a Bruxelles. «Il naufragio della 'Prestigè' — ha rimarcato — ha fatto aprire gli occhi a tutta Europa: ora il greggio è arrivato anche sulle coste bretoni e sul fondo ce ne sono ancora 30 mila tonnellate».

 
CORRIERE ADRIATICO
"Mai più le carrette del mare"

Verdi e ambientalisti mobilitati in tutta Europa contro gli scafi a rischio inquinamento

Quale miglior luogo per dire "mai più al petrolio in mare e alle carrette dei mari", del ponte di una nave battente bandiera honduregna e inserita a pieno titolo nella lista nera, l'Alma I (nella foto), bloccata da oltre tre anni al porto di Ancona? I Verdi hanno scelto questa nave, messa sotto sequestro giudiziario dopo la fuga dell'armatore e il mancato pagamento degli stipendi ai 10 membri dell'equipaggio misto ucraino, russo e georgiano, per lanciare il loro "no" agli scafi inquinanti. Proprio dall'Alma I il gruppo consiliare regionale dei Verdi, presieduto da Marco Moruzzi, ha annunciato, in contemporanea con analoghe conferenze stampa svoltesi in altre 15 città d'Europa, la partecipazione di una delegazione dei comitati ambientalisti dell'Adriatico alla mobilitazione del 14 giugno prossimo a Bruxelles. In questa manifestazione - organizzata dal movimeto galiziano "Nunca mas" (mai più) nato dopo il disastroso affondamento della petroliera "Prestige" davanti alle coste iberiche, e appoggiata dai comitati ambientalisti della Bretagna - "farà un salto di qualità internazionale" il messaggio unico contro le leggi che permettono ancora alle carrette del mare di solcare le acque di tutto il mondo. Contro le "assicurazioni che fanno diventare un affare gli affondamenti delle navi" e a favore dello sfruttamento delle energie alternative all'oro nero, ha sottolineato Moruzzi. Sul tavolo dei problemi irrisolti di casa nostra, e in particolare dell'Adriatico, i Verdi hanno posto oltre al contestato e probabile rinnovo della concessione ventennale della raffineria Api, anche la riconversione della centrale termoelettrica di Porto Tolle a nord di Ravenna e i pozzi petroliferi "off shore" della Basilicata da cui viene estratta la quasi totalità del greggio italiano. La necessità di intervenire subito per prevenire piuttosto che arrivare a danni già fatti, ha detto Moruzzi, è dimostrata dalle statistiche: nel Mar Mediterraneo circola il 20% del petrolio mondiale in un'area che raccoglie il 30% del turismo complessivo e che pesa meno dell'1% sull' intera estensione della superficie marittima della Terra.

"Tre anni di immobilismo sui problemi della raffineria"

Strali di Rifondazione comunista contro la Cecchini

Frecciate velenose nei confronti del consigliere regionale Cristina Cecchini, appartenente al Gruppo Misto, da parte di Massimo Marcelli Flori, capogruppo di Rifondazione comunista in comune a Falconara, a proposito del rinnovo della concessione dell'Api. Un intervento che viene dopo quelli che Flori definisce "tre anni di lunghi assordanti silenzi perchè non risulta un solo atto nel merito nonostante le richieste del Circolo di Falconara di Rc". Dopo un ironico ringraziamento, Marcelli Flori entra nel merito del'intervento. "Se gli studi sono partiti - afferma - è unicamente grazie al fatto che all'assessorato all'ambiente siede il compagno Amagliani che in poco tempo ha tentato e tenta, riuscendoci peraltro, di recuperare anni di immobilismo.Se la questione Api è posta ora, con la bussola imprescindibile dell'interesse collettivo, allora sì, è giusto rivendicarlo è grazie al Prc che sta dando un contributo determinante nel cercare le soluzioni nell'interesse davvero di tutti".

 
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