MESSAGGERO |
Meno raffineria, più polo
energetico: decise le condizioni per dire sì all’Api
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA Battute finali per
il rinnovo della concessione Api. Azienda che dovrà sempre
più orientarsi allo sviluppo industriale come polo
energetico anziché come raffineria petrolifera tradizionale.
E’ infatti questa una delle disposizioni, contenute nel
protocollo d’intesa, studiate dalla Regione che l’Api dovrà
seguire. Dopo la riunione di maggioranza dell’altra sera
che, in pratica, ha dato via libera all’assessore Marco
Amagliani a proseguire nel rinnovo della concessione Api a
patto di severe prescrizioni, lunedì 9 si riunirà, di nuovo,
il tavolo istituzionale tra Comune, Provincia e Regione.
All’ordine del giorno della riunione, le prescrizioni e
l’approvazione del protocollo d’intesa, i due strumenti con
cui cercherà di avviare un nuovo rapporto con lo
stabilimento. «Si tratta di un nuovo modo di rapportarsi tra
Comune e raffineria - spiega Amagliani, assessore regionale
all’Ambiente - Quella attuale è la situazione più avanzata,
sul piano politico ed istituzionale, che ad oggi siamo
riusciti a costruire». Ma la raffineria è già a conoscenza
delle prescrizioni che le verranno imposte? «Questo è un
percorso condiviso, e con l’azienda ci sono contatti
costanti» sostiene l’assessore. E che dire dei preliminari
sullo studio Svim? è vero che indicano i livelli
occupazionali dell’Api poco incisivi rispetto all’indotto
della bassa Vallesina? «Sì, ma non vuol dire nulla. Anche
perché lo studio Svim non trova alternative alla raffineria
né come industria né come fonte di posti di lavoro. Non c’è
nulla, insomma, che possa prefigurare uno scenario diverso.
Davanti a questi risultati, non possiamo non dare il
rinnovo». Ma con alcune precise imposizioni che verrà
chiesto alla raffineria di rispettare: «Nel protocollo
d’intesa che stileremo per definire i rapporti tra lo
stabilimento e gli enti - rivela infatti Amagliani - abbiamo
dato un’indicazione precisa all’Api. In altre parole,
l’azienda si impegna a presentare ogni cinque anni un piano
di sviluppo strategico che tenga conto delle normative
vigenti che possa essere discusso e concertato con gli enti.
La direzione del piano redatto dall’Api è quella di uno
sviluppo strategico industriale come polo energetico
regionale, ambientalmente avanzato, invece di raffineria
petrolifera tradizionale». |
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RESTO DEL CARLINO |
Rinnovo Api, i Verdi
minacciano l'uscita dalla maggioranza
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — Il count down per
il rinnovo o meno della concessione alla raffineria Api è
ormai iniziato. Ieri i Verdi, in occasione della prima
manifestazione internazionale contro il petrolio in mare,
per voce del capogruppo in Regione, Marco Moruzzi ha
dichiarato che il rinnovo ventennale all'Api «potrebbe
mettere in discussione la partecipazione dei Verdi Marche
nella maggioranza». Dunque cresce il malcontento, anche se
quello dei Verdi è stato manifestato già da tempo, sulla
decisione ormai imminente (la prossima settimana si terrà un
nuovo incontro del tavolo istituzionale tra Regione,
Provincia e Comune) in merito al futuro dell'impianto
petrolifero. «Vogliamo vedere almeno la traccia di un
processo di dismissione — ha spiegato Marco Moruzzi — e
qualora il rinnovo dovesse essere concesso sarà una
situazione su cui riflettere approfonditamente. La
discordanza di vedute sulla raffineria Api — ha aggiunto —
non va che a sommarsi a quella già da noi manifestata sulla
riforma sanitaria e alla verifica di metà legislatura». Ma
quello di ieri è stato un momento di protesta, in
contemporanea con altre 16 città vittime o meno di sciagure
ambientali per richiedere un cambio di rotta nella politica
di rilascio di nullaosta e abilitazioni alle meglio
conosciute come «carrette del mare». Alla manifestazione si
sono aggiunti anche i Comitati dei quartieri di Villanova e
Fiumesino (erano presenti Loris Calcina e Massimo De Paolis)
da sempre in prima linea nella «lotta» all'impianto Api. «Il
problema Api — ha detto De Paolis — è talmente ampio che
necessita di essere presentato a livello internazionale.
Questo movimento — ha aggiunto Calcina — deve costringere i
governi e le istituzioni in generale a cercare soluzioni
alternative al petrolio». Anche alla presenza del comandante
georgiano dell'Alma I, Petrovich, che per molti anni è stato
ufficiale di bordo di petroliere, Moruzzi ha voluto poi
sottolineare l'importanza delle tre piattaforme di richieste
(Adriatico, Galizia e Bretagna) contro il petrolio in mare
che potranno diventare una sola a Bruxelles. «Il naufragio
della 'Prestigè' — ha rimarcato — ha fatto aprire gli occhi
a tutta Europa: ora il greggio è arrivato anche sulle coste
bretoni e sul fondo ce ne sono ancora 30 mila tonnellate».
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CORRIERE ADRIATICO |
"Mai più le carrette del mare"
Verdi e ambientalisti mobilitati in tutta Europa contro
gli scafi a rischio inquinamento
Quale miglior luogo per dire "mai più al petrolio in mare
e alle carrette dei mari", del ponte di una nave battente
bandiera honduregna e inserita a pieno titolo nella lista
nera, l'Alma I (nella foto), bloccata da oltre tre anni al
porto di Ancona? I Verdi hanno scelto questa nave, messa
sotto sequestro giudiziario dopo la fuga dell'armatore e il
mancato pagamento degli stipendi ai 10 membri
dell'equipaggio misto ucraino, russo e georgiano, per
lanciare il loro "no" agli scafi inquinanti. Proprio
dall'Alma I il gruppo consiliare regionale dei Verdi,
presieduto da Marco Moruzzi, ha annunciato, in contemporanea
con analoghe conferenze stampa svoltesi in altre 15 città
d'Europa, la partecipazione di una delegazione dei comitati
ambientalisti dell'Adriatico alla mobilitazione del 14
giugno prossimo a Bruxelles. In questa manifestazione -
organizzata dal movimeto galiziano "Nunca mas" (mai più)
nato dopo il disastroso affondamento della petroliera "Prestige"
davanti alle coste iberiche, e appoggiata dai comitati
ambientalisti della Bretagna - "farà un salto di qualità
internazionale" il messaggio unico contro le leggi che
permettono ancora alle carrette del mare di solcare le acque
di tutto il mondo. Contro le "assicurazioni che fanno
diventare un affare gli affondamenti delle navi" e a favore
dello sfruttamento delle energie alternative all'oro nero,
ha sottolineato Moruzzi. Sul tavolo dei problemi irrisolti
di casa nostra, e in particolare dell'Adriatico, i Verdi
hanno posto oltre al contestato e probabile rinnovo della
concessione ventennale della raffineria Api, anche la
riconversione della centrale termoelettrica di Porto Tolle a
nord di Ravenna e i pozzi petroliferi "off shore" della
Basilicata da cui viene estratta la quasi totalità del
greggio italiano. La necessità di intervenire subito per
prevenire piuttosto che arrivare a danni già fatti, ha detto
Moruzzi, è dimostrata dalle statistiche: nel Mar
Mediterraneo circola il 20% del petrolio mondiale in un'area
che raccoglie il 30% del turismo complessivo e che pesa meno
dell'1% sull' intera estensione della superficie marittima
della Terra.
"Tre anni di immobilismo sui problemi della
raffineria"
Strali di Rifondazione comunista contro la Cecchini
Frecciate velenose nei confronti del consigliere
regionale Cristina Cecchini, appartenente al Gruppo Misto,
da parte di Massimo Marcelli Flori, capogruppo di
Rifondazione comunista in comune a Falconara, a proposito
del rinnovo della concessione dell'Api. Un intervento che
viene dopo quelli che Flori definisce "tre anni di lunghi
assordanti silenzi perchè non risulta un solo atto nel
merito nonostante le richieste del Circolo di Falconara di
Rc". Dopo un ironico ringraziamento, Marcelli Flori entra
nel merito del'intervento. "Se gli studi sono partiti -
afferma - è unicamente grazie al fatto che all'assessorato
all'ambiente siede il compagno Amagliani che in poco tempo
ha tentato e tenta, riuscendoci peraltro, di recuperare anni
di immobilismo.Se la questione Api è posta ora, con la
bussola imprescindibile dell'interesse collettivo, allora
sì, è giusto rivendicarlo è grazie al Prc che sta dando un
contributo determinante nel cercare le soluzioni
nell'interesse davvero di tutti".
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