Porto turistico, tutto da
rifare
C'è il rischio vicinanza con
l'Api, le barche si spostano davanti alla stazione
di MARINA MINELLI
Novità in vista per il
progetto del porto turistico. A quanto pare l'area destinata
ad ricovero di 6-700 imbarcazioni a vela e a motore potrebbe
essere spostata di qualche centinaio di metri nel tratto di
mare antistante la stazione di Falconara. Verrebbe
abbandonata l'ipotesi di utilizzare la spiaggetta di
Villanova e alcune delle strutture della zona come
l'edificio dell'ex tiro a volo. Ancora nessuna notizia
ufficiale, ma sembra che sulla decisione pesi anche la
vicinanza del futuro porto turistico con la raffineria Api,
il pontile e la prima isola artificiale. Sempre per via
della presenza degli impianti petroliferi, la Capitaneria di
Porto per conto del Ministero dei Trasporti e della
Navigazione con l'ordinanza 118/97 aveva vietato nel raggio
di mille metri (centrati sulle installazioni del pontile
dell'isola e della monoboa) il transito, la sosta e
l'ormeggio a qualsiasi nave o imbarcazione, e questo
chilometro di rispetto finirebbe all'incirca all'altezza del
primo cavalcavia (nei pressi dell'incrocio con via Roma)
quindi proprio poco prima della stazione ferroviaria.
L'ordinanza prevede anche il divieto all'ancoraggio ed alla
pesca nel raggio di un miglio marittimo (1700 metri)
calcolato sempre rispetto alle strutture della raffineria.
Quasi tutto da rifare, dunque alla luce di questa nuova
ipotesi il progetto di Oriol Bohigas al quale il Comune
aveva affidato il compito di ripensare la città verso il
mare. Bohigas intervenendo al consiglio comunale del 28
gennaio 2003 aveva parlato della costruzione di "un pezzo di
città nuova che si armonizzi con l'abitato di Villanova e si
colleghi, attraverso un articolato sistema di percorsi
pedonali e viabilistici, all'attuale centro". A questo
territorio ritrovato l'architetto catalano pensava di
affidare il ruolo "di una nuova centralità urbana" con al
suo interno funzioni residenziali, commerciali, servizi. Una
fascia boschiva tra la raffineria Api ed il nuovo
insediamento portuale avrebbe dovuto avere il compito di
mitigare l'effetto visivo del complesso industriale. Secondo
Bohigas il porto turistico poteva consentire la
riqualificazione dell'intero quartiere di Villanova, grazie
anche alla sistemazione dell'accesso viario a nord ed al
riutilizzo della ex caserma Saracini che doveva essere
destinata a sede di attività artigianali e di servizio alla
diportistica. Adesso sul porto turistico quindi si riaprono
le discussioni, ma c'è anche chi parla di un semplice
parcheggio di imbarcazioni a nord della stazione per
liberare il tratto di spiaggia verso Palombina Vecchia.
Intanto nei prossimi giorni il dirigente dell'ufficio
urbanistica del comune, Furio Durpetti, incontrerà di nuovo
Oriol Bohigas a Barcellona e molto presto lo stesso
architetto dovrebbe tornare a Falconara per illustrare il
progetto esecutivo. |
Greenpeace: anche la pioggia
e' inquinata
Un nuovo studio di Greenpeace,
reso noto ieri ad Amsterdam, rivela che l'acqua piovana in
Europa è contaminata da pericolosi composti chimici. Un
laboratorio indipendente ha analizzato, infatti, 50 campioni
raccolti dall'associazione in Olanda, Belgio e Germania,
verificando la presenza di bisfenolo-A, alchilfenoli,
ftalati e ritardanti di fiamma a base di bromo. Diversi di
questi composti sono conosciuti come sostanze alteranti il
sistema endocrino e riproduttivo e quindi capaci di
influenzare la crescita dell'individuo. Oltre 100.000
composti chimici sono attualmente prodotti e
commercializzati in Europa senza che si conoscano con
esattezza i loro effetti a lungo termine sulla salute umana
e l'ambiente. Quel che è certo è che gli inquinanti organici
persistenti si trovano sia vicino a noi, nella polvere
domestica (come reso noto in un altro recente rapporto di
Greenpeace) che in luoghi remoti come il Polo Nord. Molti
composti vengono ingeriti o inalati dall'uomo e si
accumulano nei nostri corpi ed anche i feti vi sono esposti.
Le associazioni ambientaliste, dei consumatori e per la
tutela della salute stanno apportando delle proposte di
riforma alla politica chimica europea, che la Commissione
Europea sta attualmente rivedendo. L'industria chimica sta
cercando di indebolire e rallentare il processo di
revisione. "Il fatto che anche l'acqua piovana sia così
fortemente contaminata dimostra che quanto produciamo
inevitabilmente ritorna in circolo e il fallimento della
legislazione attuale- dice Vittoria Polidori, responsabile
campagna inquinamento di Greenpeace abbiamo bisogno di una
legislazione europea che preveda maggiore trasparenza e la
sostituzione delle sostanze pericolose con alternative più
sicure" La Commissione Europea ha avviato un processo di
consultazione pubblica su Internet, al quale tutti possono
contribuire: http://europa.eu.int/comm/enterprise/chemicals/chempol/whitepaper/consultation.htm
Energia. Nel 2030
raddoppiati consumi ed emissioni CO2
Nel 2030 il consumo mondiale
di energia sarà raddoppiato e le emissioni di anidride
carbonica saranno quasi due volte superiori a quelle 1990.
E' la Commissione europea a lanciare l'allarme, prendendo
spunto dal Weto, il World energy, thecnology and climate
policy outlook, uno studio condotto proprio per la
valutazione delle alternative esistenti alle attuali
politiche di approvvigionamento e ai consumi. Si prevede che
la domanda mondiale di energia aumenterà di circa l'1,8%
annuo tra il 2000 e il 2030. E se nei Paesi industrializzati
si registra un rallentamento della crescita della domanda
energetica (pari in Europa allo 0,4%) attribuibile al
progresso tecnologico e all'aumento dei prezzi, i Paesi in
via di sviluppo invece incideranno in notevole misura sul
quadro globale, rappresentando oltre il 50% della domanda
mondiale di energia, rispetto al 40% attuale ed un livello
di emissioni di CO2 corrispondente. Continuerà il monopolio
dei combustibili fossili, che rappresenteranno il 90%
dell'approvvigionamento energetico. E si conferma il primato
del petrolio: la prima fonte di energia (34%) seguito dal
carbone (28%). Quasi i due terzi dell'aumento dell'offerta
di carbone tra oggi e il 2030, verrà dall'Asia. Per quanto
riguarda il gas naturale, costituirà nel 2030 un quarto
della 'dispensa' mondiale, un aumento attribuibile alla
produzione di elettricità. E nella top ten dell'Unione
Europea rappresenterà la seconda fonte principale di
energia,dopo il petrolio e prima del carbone e della
lignite. Se non si inverte la tendenza sarà ben poco lo
spazio per le energie rinnovabili e per il nucleare, che in
Europa rappresenteranno insieme poco meno del 20%
dell'approvvigionamento. Se questo è il trend poco
incoraggiante per quanto riguarda le fonti, ancora più nero
il quadro delle previsioni ambientali. Dato il predominio
del fossile, le emissioni mondiali di CO2 aumenteranno più
rapidamente del consumo energetico: in media il 2,1% l'anno.
Nel 2030 saranno raddoppiate rispetto ai livelli del 1990 e
se nell'unione europea le emissioni di CO2 dovrebbero
aumentare circa del 18%, il contributo degli USA alle
emissioni sarà pari a circa il 50%. Le emissioni dei Paesi
in via di sviluppo, che nel 1990 rappresentavano il 30% del
totale, saranno responsabili nel 2030 di oltre la metà delle
emissioni globali. Le riserve petrolifere basteranno a
soddisfare la fame di energia dei prossimi 30 anni. Ma
proprio dal 2030 la riduzione delle riserve diventerà un
problema, compensato solo in parte dalla produzione di
petrolio non convenzionale. Va meglio per quanto riguarda il
gas, la cui produzione addirittura raddoppierà rispetto al
2000, ma le disparità di riserve tra Paesi e il conseguente
aumento dei costi altererà il mercato. Anche la produzione
di carbone, che si estrarrà soprattutto in Asia e in Africa,
dovrebbe raddoppiare tra il 2000 e il 2030. In questo quadro
complesso aumenterà considerevolmente il prezzo di petrolio
e gas. |