RASSEGNA STAMPA 27.05.2003

 

CORRIERE ADRIATICO
Porto turistico, tutto da rifare

C'è il rischio vicinanza con l'Api, le barche si spostano davanti alla stazione

di MARINA MINELLI

Novità in vista per il progetto del porto turistico. A quanto pare l'area destinata ad ricovero di 6-700 imbarcazioni a vela e a motore potrebbe essere spostata di qualche centinaio di metri nel tratto di mare antistante la stazione di Falconara. Verrebbe abbandonata l'ipotesi di utilizzare la spiaggetta di Villanova e alcune delle strutture della zona come l'edificio dell'ex tiro a volo. Ancora nessuna notizia ufficiale, ma sembra che sulla decisione pesi anche la vicinanza del futuro porto turistico con la raffineria Api, il pontile e la prima isola artificiale. Sempre per via della presenza degli impianti petroliferi, la Capitaneria di Porto per conto del Ministero dei Trasporti e della Navigazione con l'ordinanza 118/97 aveva vietato nel raggio di mille metri (centrati sulle installazioni del pontile dell'isola e della monoboa) il transito, la sosta e l'ormeggio a qualsiasi nave o imbarcazione, e questo chilometro di rispetto finirebbe all'incirca all'altezza del primo cavalcavia (nei pressi dell'incrocio con via Roma) quindi proprio poco prima della stazione ferroviaria. L'ordinanza prevede anche il divieto all'ancoraggio ed alla pesca nel raggio di un miglio marittimo (1700 metri) calcolato sempre rispetto alle strutture della raffineria. Quasi tutto da rifare, dunque alla luce di questa nuova ipotesi il progetto di Oriol Bohigas al quale il Comune aveva affidato il compito di ripensare la città verso il mare. Bohigas intervenendo al consiglio comunale del 28 gennaio 2003 aveva parlato della costruzione di "un pezzo di città nuova che si armonizzi con l'abitato di Villanova e si colleghi, attraverso un articolato sistema di percorsi pedonali e viabilistici, all'attuale centro". A questo territorio ritrovato l'architetto catalano pensava di affidare il ruolo "di una nuova centralità urbana" con al suo interno funzioni residenziali, commerciali, servizi. Una fascia boschiva tra la raffineria Api ed il nuovo insediamento portuale avrebbe dovuto avere il compito di mitigare l'effetto visivo del complesso industriale. Secondo Bohigas il porto turistico poteva consentire la riqualificazione dell'intero quartiere di Villanova, grazie anche alla sistemazione dell'accesso viario a nord ed al riutilizzo della ex caserma Saracini che doveva essere destinata a sede di attività artigianali e di servizio alla diportistica. Adesso sul porto turistico quindi si riaprono le discussioni, ma c'è anche chi parla di un semplice parcheggio di imbarcazioni a nord della stazione per liberare il tratto di spiaggia verso Palombina Vecchia. Intanto nei prossimi giorni il dirigente dell'ufficio urbanistica del comune, Furio Durpetti, incontrerà di nuovo Oriol Bohigas a Barcellona e molto presto lo stesso architetto dovrebbe tornare a Falconara per illustrare il progetto esecutivo.

 
ECONEWS (Verdi)
Greenpeace: anche la pioggia e' inquinata

Un nuovo studio di Greenpeace, reso noto ieri ad Amsterdam, rivela che l'acqua piovana in Europa è contaminata da pericolosi composti chimici. Un laboratorio indipendente ha analizzato, infatti, 50 campioni raccolti dall'associazione in Olanda, Belgio e Germania, verificando la presenza di bisfenolo-A, alchilfenoli, ftalati e ritardanti di fiamma a base di bromo. Diversi di questi composti sono conosciuti come sostanze alteranti il sistema endocrino e riproduttivo e quindi capaci di influenzare la crescita dell'individuo. Oltre 100.000 composti chimici sono attualmente prodotti e commercializzati in Europa senza che si conoscano con esattezza i loro effetti a lungo termine sulla salute umana e l'ambiente. Quel che è certo è che gli inquinanti organici persistenti si trovano sia vicino a noi, nella polvere domestica (come reso noto in un altro recente rapporto di Greenpeace) che in luoghi remoti come il Polo Nord. Molti composti vengono ingeriti o inalati dall'uomo e si accumulano nei nostri corpi ed anche i feti vi sono esposti. Le associazioni ambientaliste, dei consumatori e per la tutela della salute stanno apportando delle proposte di riforma alla politica chimica europea, che la Commissione Europea sta attualmente rivedendo. L'industria chimica sta cercando di indebolire e rallentare il processo di revisione. "Il fatto che anche l'acqua piovana sia così fortemente contaminata dimostra che quanto produciamo inevitabilmente ritorna in circolo e il fallimento della legislazione attuale- dice Vittoria Polidori, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace abbiamo bisogno di una legislazione europea che preveda maggiore trasparenza e la sostituzione delle sostanze pericolose con alternative più sicure" La Commissione Europea ha avviato un processo di consultazione pubblica su Internet, al quale tutti possono contribuire: http://europa.eu.int/comm/enterprise/chemicals/chempol/whitepaper/consultation.htm

Energia. Nel 2030 raddoppiati consumi ed emissioni CO2

Nel 2030 il consumo mondiale di energia sarà raddoppiato e le emissioni di anidride carbonica saranno quasi due volte superiori a quelle 1990. E' la Commissione europea a lanciare l'allarme, prendendo spunto dal Weto, il World energy, thecnology and climate policy outlook, uno studio condotto proprio per la valutazione delle alternative esistenti alle attuali politiche di approvvigionamento e ai consumi. Si prevede che la domanda mondiale di energia aumenterà di circa l'1,8% annuo tra il 2000 e il 2030. E se nei Paesi industrializzati si registra un rallentamento della crescita della domanda energetica (pari in Europa allo 0,4%) attribuibile al progresso tecnologico e all'aumento dei prezzi, i Paesi in via di sviluppo invece incideranno in notevole misura sul quadro globale, rappresentando oltre il 50% della domanda mondiale di energia, rispetto al 40% attuale ed un livello di emissioni di CO2 corrispondente. Continuerà il monopolio dei combustibili fossili, che rappresenteranno il 90% dell'approvvigionamento energetico. E si conferma il primato del petrolio: la prima fonte di energia (34%) seguito dal carbone (28%). Quasi i due terzi dell'aumento dell'offerta di carbone tra oggi e il 2030, verrà dall'Asia. Per quanto riguarda il gas naturale, costituirà nel 2030 un quarto della 'dispensa' mondiale, un aumento attribuibile alla produzione di elettricità. E nella top ten dell'Unione Europea rappresenterà la seconda fonte principale di energia,dopo il petrolio e prima del carbone e della lignite. Se non si inverte la tendenza sarà ben poco lo spazio per le energie rinnovabili e per il nucleare, che in Europa rappresenteranno insieme poco meno del 20% dell'approvvigionamento. Se questo è il trend poco incoraggiante per quanto riguarda le fonti, ancora più nero il quadro delle previsioni ambientali. Dato il predominio del fossile, le emissioni mondiali di CO2 aumenteranno più rapidamente del consumo energetico: in media il 2,1% l'anno. Nel 2030 saranno raddoppiate rispetto ai livelli del 1990 e se nell'unione europea le emissioni di CO2 dovrebbero aumentare circa del 18%, il contributo degli USA alle emissioni sarà pari a circa il 50%. Le emissioni dei Paesi in via di sviluppo, che nel 1990 rappresentavano il 30% del totale, saranno responsabili nel 2030 di oltre la metà delle emissioni globali. Le riserve petrolifere basteranno a soddisfare la fame di energia dei prossimi 30 anni. Ma proprio dal 2030 la riduzione delle riserve diventerà un problema, compensato solo in parte dalla produzione di petrolio non convenzionale. Va meglio per quanto riguarda il gas, la cui produzione addirittura raddoppierà rispetto al 2000, ma le disparità di riserve tra Paesi e il conseguente aumento dei costi altererà il mercato. Anche la produzione di carbone, che si estrarrà soprattutto in Asia e in Africa, dovrebbe raddoppiare tra il 2000 e il 2030. In questo quadro complesso aumenterà considerevolmente il prezzo di petrolio e gas.

 
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