Poiché è difficile sostenere
che le ... (Ferrara)
di Valentino Tavolazzi
Poiché è difficile sostenere
che le polveri sottili non siano inquinanti di interesse
locale, si presume che né Bratti né i numerosi tecnici che
si sono occupati del progetto turbogas conoscessero i dati
messi a disposizione dall'agenzia di protezione
dell'ambiente americana, e non da ora, riguardo alle
emissioni delle turbine a gas. Se così è, Armaroli dovrebbe
essere ringraziato dai ferraresi e dai loro amministratori,
che indipendentemente dalle leggi nazionali o europee hanno
il dovere di proteggere i cittadini, per lo scampato
pericolo potenziale, dovuto ad alcune centinaia di
tonnellate di polveri immesse nell'aria e destinate ai
nostri polmoni. Invece Bratti ha un'idea brillante. Quella
di proporre al ricercatore una specie di sfida pubblica nel
corso della quale, solo contro tutti, egli dovrebbe
giustificare le proprie posizioni e colmare, nel contempo,
le voragini nella conoscenza sia dell'assessore-ricercatore,
che dello stuolo di tecnici intervenuti nell'istruttoria. Ci
si domanda a chi giovi la sfida tipo western all'italiana
proposta dall'assessore. Ai cittadini interessa solo sapere
se esiste un ragionevole dubbio che la centrale turbogas
possa danneggiare l'ambiente e la loro salute. Questo doveva
essere verificato prima e proprio da chi ha sempre dato
assicurazioni e garanzie del contrario. Altro che dibattito
pubblico! Non è un problema politico stabilire se la
centrale produca o no polveri fini, bensì un punto fermo da
cui devono scaturire le scelte politiche. Non si comprende,
inoltre, per quale ragione Bratti rivolga un richiamo etico
al ricercatore e lo inviti a confrontarsi con le posizioni
tecniche di chi sostiene il progetto proposto da Enipower e
Merloni. Questa reazione, immediatamente seguita dall'accusa
di mala fede lanciata dalla consigliera comunale Ds Dina
Guerra, davvero fa a pugni con la logica e con la
correttezza. Essa rivela quella malcelata insofferenza,
tipica della cultura di una parte della sinistra, che scatta
ogni volta che si viene colti in fallo e mancano gli
argomenti validi per uscirne. Armaroli ha già spiegato e
documentato il suo pensiero nella ricerca pubblicata, dando
all'assessore ed ai tecnici tutti i riferimenti necessari
per studiare e approfondire ciò che a loro, si spera, fosse
sconosciuto. L'unica cosa che Bratti avrebbe potuto
proporre, esperto qual è in materia, è un seminario di
aggiornamento, tenuto da Armaroli e rivolto a tutti i
tecnici interessati.
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Un pontile contro l'erosione
Per la costa di Marina di
Montemarciano
Secondo il sindaco sarebbe la
soluzione più efficace insieme alle scogliere soffolte La
salvaguardia di attività e strutture turistiche
di BARBARA ROVENTI
MONTEMARCIANO - "L' 80 per
cento delle coste marchigiane è protetto da scogliere
soffolte, perché dobbiamo sacrificare proprio questi 5
chilometri di spiaggia ghiaiosa libera di Marina di
Montemarciano, che rendono pressoché unico nel suo genere
questo tratto di costa frequentato da migliaia di turisti
durante la stagione estiva?". Ha ripetere questo
interrogativo, con tono interdetto, è il sindaco Gerardo
Cingolani, dopo un accurato excursus sui numerosi interventi
sperimentali che si sono susseguiti negli anni nel litorale
del proprio Comune, a partire dai tubi longar, progetto
olandese efficace in Olanda ma non certo su di un terreno
ciottoloso, per passare alle scogliere a pettine, estese per
un tratto troppo limitato per dar vita ad una qualsiasi
insenatura e dai bracci troppo corti per essere minimamente
risolutive ad ampio raggio."Per concludere infine con la
realizzazione di una sconcezza di palese impatto ambientale
anche per un non addetto ai lavori - sottolinea il sindaco
Cingolani - della scogliera radente al tratto di ferrovia
che era in ovvio pericolo per i danni apportati dalle
mareggiate invernali". Prima di arrivare a tali scempi
ambientali, turistici e sociali, data la prevedibile
necessità da parte di tutti per le Ferrovie S.p.A. di un
ripristino dello stato di sicurezza del servizio viario in
quella zona già da tempo paventato, e prima di far giungere
quest'ultime all'urgente costruzione di una barriera
radente, pericolosa sia per i bagnanti sia per lo scalo
delle imbarcazioni da parte dei pescatori, ma soprattutto
invece di imporre una politica ambientale di solo
ripascimento con interventi tampone che prosciugano
annualmente le tasche della Regione lasciando insoluto il
problema alla radice, bisognerebbe guardare indietro negli
anni e rendersi conto che l'unico intervento rivelatosi
efficace è stato quello dei quattro bracci di scogliere
soffolte poste orizzontalmente a largo del lato a nord della
stazione ferroviaria, anche se tale funzionale sistema
protettivo ha poi denunciato notevoli carenze a causa della
mancata ricarica dal lontano 1985-86. "Non possiamo certo
rifiutare ma tanto meno possiamo accogliere silenziosamente
dei finanziamenti che prevedono come allegato
imprescindibile la realizzazione di progetti già predisposti
di ripascimento naturale, il che equivale a nostro avviso a
gettare soldi a mare" continua di sindaco di Montemarciano ,
adombrando invece, foto di vedute aeree alla mano, una
possibilità alternativa. "Si potrebbe progettare un pontile
da costruire subito dopo la costa di Marzocca, nel punto in
cui il litorale curva nell'ansa che spezza la retta che va
dall'API a questo punto, in cui il pontile, che doppierebbe
quello della raffineria, conterrebbe la forza delle onde di
levante, e le scogliere soffolte, da continuare a tratti nel
suo interno, riparerebbero il litorale antistante senza
alcun impatto erosivo a nord". La giunta del Comune di
Montemarciano impegna i gruppi rappresentanti nel Consiglio
provinciale, i parlamentari marchigiani, le forze politiche
e sociali e le associazioni di categoria, a sostenere
l'istanza della Regione Marche intesa a ottenere il
riconoscimento dello stato di calamità naturale per le zone
maggiormente colpite dal fenomeno dell'erosione costiera,
quali Montemarciano, auspicando fortemente fonti di
finanziamento per progetti risolutivi definitivi ricorrendo
a fondi europei, statali, regionali nonché di tutte le parti
in causa che hanno contribuito negli anni a pregiudicare una
situazione che prima di essere valutata o ignorata va
analizzata nel suo itinere individuandone le cause fattuali.
In gioco non ci sono soltanto le condizioni ambientali, di
integrità di un sistema costiero, ma anche tutte le
infrastrutture che contribuiscono a delineare l'offerta
turistica di Marina di Montemarciano, per quanto riguarda la
vacanza balneare. Un settore che, in un passato anche
recente, ha visto diversi operatori investire somme
cospicue, per avviare le attività in grado di permettere ai
turisti di avere un livello sufficiente di servizi. Questo
sforzo dei privati ha poi dovuto fare i conti con le
incognite della stagione invernale, con le mareggiate sempre
più violente, che hanno messo in crisi seria il lungomare di
Marina, facendo così venire meno le possibilità per gli
operatori di proseguire nel loro lavoro. |