RASSEGNA STAMPA 18.05.2003

 

RESTO DEL CARLINO
Poiché è difficile sostenere che le ...  (Ferrara)

di Valentino Tavolazzi

Poiché è difficile sostenere che le polveri sottili non siano inquinanti di interesse locale, si presume che né Bratti né i numerosi tecnici che si sono occupati del progetto turbogas conoscessero i dati messi a disposizione dall'agenzia di protezione dell'ambiente americana, e non da ora, riguardo alle emissioni delle turbine a gas. Se così è, Armaroli dovrebbe essere ringraziato dai ferraresi e dai loro amministratori, che indipendentemente dalle leggi nazionali o europee hanno il dovere di proteggere i cittadini, per lo scampato pericolo potenziale, dovuto ad alcune centinaia di tonnellate di polveri immesse nell'aria e destinate ai nostri polmoni. Invece Bratti ha un'idea brillante. Quella di proporre al ricercatore una specie di sfida pubblica nel corso della quale, solo contro tutti, egli dovrebbe giustificare le proprie posizioni e colmare, nel contempo, le voragini nella conoscenza sia dell'assessore-ricercatore, che dello stuolo di tecnici intervenuti nell'istruttoria. Ci si domanda a chi giovi la sfida tipo western all'italiana proposta dall'assessore. Ai cittadini interessa solo sapere se esiste un ragionevole dubbio che la centrale turbogas possa danneggiare l'ambiente e la loro salute. Questo doveva essere verificato prima e proprio da chi ha sempre dato assicurazioni e garanzie del contrario. Altro che dibattito pubblico! Non è un problema politico stabilire se la centrale produca o no polveri fini, bensì un punto fermo da cui devono scaturire le scelte politiche. Non si comprende, inoltre, per quale ragione Bratti rivolga un richiamo etico al ricercatore e lo inviti a confrontarsi con le posizioni tecniche di chi sostiene il progetto proposto da Enipower e Merloni. Questa reazione, immediatamente seguita dall'accusa di mala fede lanciata dalla consigliera comunale Ds Dina Guerra, davvero fa a pugni con la logica e con la correttezza. Essa rivela quella malcelata insofferenza, tipica della cultura di una parte della sinistra, che scatta ogni volta che si viene colti in fallo e mancano gli argomenti validi per uscirne. Armaroli ha già spiegato e documentato il suo pensiero nella ricerca pubblicata, dando all'assessore ed ai tecnici tutti i riferimenti necessari per studiare e approfondire ciò che a loro, si spera, fosse sconosciuto. L'unica cosa che Bratti avrebbe potuto proporre, esperto qual è in materia, è un seminario di aggiornamento, tenuto da Armaroli e rivolto a tutti i tecnici interessati.

 
CORRIERE ADRIATICO
Un pontile contro l'erosione

Per la costa di Marina di Montemarciano

Secondo il sindaco sarebbe la soluzione più efficace insieme alle scogliere soffolte La salvaguardia di attività e strutture turistiche

di BARBARA ROVENTI

MONTEMARCIANO - "L' 80 per cento delle coste marchigiane è protetto da scogliere soffolte, perché dobbiamo sacrificare proprio questi 5 chilometri di spiaggia ghiaiosa libera di Marina di Montemarciano, che rendono pressoché unico nel suo genere questo tratto di costa frequentato da migliaia di turisti durante la stagione estiva?". Ha ripetere questo interrogativo, con tono interdetto, è il sindaco Gerardo Cingolani, dopo un accurato excursus sui numerosi interventi sperimentali che si sono susseguiti negli anni nel litorale del proprio Comune, a partire dai tubi longar, progetto olandese efficace in Olanda ma non certo su di un terreno ciottoloso, per passare alle scogliere a pettine, estese per un tratto troppo limitato per dar vita ad una qualsiasi insenatura e dai bracci troppo corti per essere minimamente risolutive ad ampio raggio."Per concludere infine con la realizzazione di una sconcezza di palese impatto ambientale anche per un non addetto ai lavori - sottolinea il sindaco Cingolani - della scogliera radente al tratto di ferrovia che era in ovvio pericolo per i danni apportati dalle mareggiate invernali". Prima di arrivare a tali scempi ambientali, turistici e sociali, data la prevedibile necessità da parte di tutti per le Ferrovie S.p.A. di un ripristino dello stato di sicurezza del servizio viario in quella zona già da tempo paventato, e prima di far giungere quest'ultime all'urgente costruzione di una barriera radente, pericolosa sia per i bagnanti sia per lo scalo delle imbarcazioni da parte dei pescatori, ma soprattutto invece di imporre una politica ambientale di solo ripascimento con interventi tampone che prosciugano annualmente le tasche della Regione lasciando insoluto il problema alla radice, bisognerebbe guardare indietro negli anni e rendersi conto che l'unico intervento rivelatosi efficace è stato quello dei quattro bracci di scogliere soffolte poste orizzontalmente a largo del lato a nord della stazione ferroviaria, anche se tale funzionale sistema protettivo ha poi denunciato notevoli carenze a causa della mancata ricarica dal lontano 1985-86. "Non possiamo certo rifiutare ma tanto meno possiamo accogliere silenziosamente dei finanziamenti che prevedono come allegato imprescindibile la realizzazione di progetti già predisposti di ripascimento naturale, il che equivale a nostro avviso a gettare soldi a mare" continua di sindaco di Montemarciano , adombrando invece, foto di vedute aeree alla mano, una possibilità alternativa. "Si potrebbe progettare un pontile da costruire subito dopo la costa di Marzocca, nel punto in cui il litorale curva nell'ansa che spezza la retta che va dall'API a questo punto, in cui il pontile, che doppierebbe quello della raffineria, conterrebbe la forza delle onde di levante, e le scogliere soffolte, da continuare a tratti nel suo interno, riparerebbero il litorale antistante senza alcun impatto erosivo a nord". La giunta del Comune di Montemarciano impegna i gruppi rappresentanti nel Consiglio provinciale, i parlamentari marchigiani, le forze politiche e sociali e le associazioni di categoria, a sostenere l'istanza della Regione Marche intesa a ottenere il riconoscimento dello stato di calamità naturale per le zone maggiormente colpite dal fenomeno dell'erosione costiera, quali Montemarciano, auspicando fortemente fonti di finanziamento per progetti risolutivi definitivi ricorrendo a fondi europei, statali, regionali nonché di tutte le parti in causa che hanno contribuito negli anni a pregiudicare una situazione che prima di essere valutata o ignorata va analizzata nel suo itinere individuandone le cause fattuali. In gioco non ci sono soltanto le condizioni ambientali, di integrità di un sistema costiero, ma anche tutte le infrastrutture che contribuiscono a delineare l'offerta turistica di Marina di Montemarciano, per quanto riguarda la vacanza balneare. Un settore che, in un passato anche recente, ha visto diversi operatori investire somme cospicue, per avviare le attività in grado di permettere ai turisti di avere un livello sufficiente di servizi. Questo sforzo dei privati ha poi dovuto fare i conti con le incognite della stagione invernale, con le mareggiate sempre più violente, che hanno messo in crisi seria il lungomare di Marina, facendo così venire meno le possibilità per gli operatori di proseguire nel loro lavoro.

 
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