RASSEGNA STAMPA 14.05.2003

 

RESTO DEL CARLINO
Moruzzi (Verdi): «Perché la Regione non controlla le malattie ambientali?»

FALCONARA — «Sono rimaste inattuate le indagini epidemiologiche che la Regione avrebbe dovuto attuare sulla popolazione e nei lavoratori di Falconara». Questo il motivo che ha indotto il capogruppo dei Verdi in Consiglio regionale, Marco Moruzzi a presentare un'interrogazione per chiede il perché dell'inattuazione della ricerca. Nel documento Moruzzi rileva che sono al momento inattuate le previsioni del piano sanitario regionale vigente, relative all'istituzione dell'osservatorio epidemiologico regionale, che dovrebbe «costantemente monitorare l'insorgenza di malattie di carattere ambientale nei luoghi di lavoro e nei centri abitati più esposti al rischio di inquinamento». Inoltre — ricorda il capogruppo — «il Ctu nominato dal Tar Marche per il ricorso di Api e Confindustria contro l'istituzione dell'area ad alto rischio ambientale, ha rilevato che l'assenza di indagini epidemiologiche, che certifichino la presenza di patologie di origine ambientale, costituisce un elemento a sostegno della infondatezza dei presupposti per la creazione di tali aree». Moruzzi chiede infine di sapere «su quali input è stata commissionata l'indagine epidemiologica sul territorio di Falconara.

No ai bavagli sul turbogas  (Ferrara)

Non so se Dina Guerra, consigliere comunale dei Ds, abbia letto l'articolo scientifico in questione, da cui sono nati tutti i dubbi sulla salubrità di questa centrale. Personalmente l'ho fatto, perché gentilmente l'autore, il dott. Armaroli, me lo ha inviato a stretto giro di posta elettronica. Occorre andare alle fonti, infatti, per capire di cosa si sta parlando e rivendico il diritto, anche se non sono un tecnico di impatto ambientale e anche se non ho incarichi amministrativi, ma come cittadino, di documentarmi su questi argomenti e di parlarne in pubblico. Vi saranno pure “i tavoli tecnici” e “le sedi idonee per fugare tutti i dubbi” come dice Dina Guerra, ma lamentarsi perché “le informazioni tecniche vengono stiracchiate” sui giornali "sa" di tentativo di imbavagliare i cittadini invitandoli ad accontentarsi dei comunicati ufficiali. Crediamo invece che un cittadino abbia capacità di comprendere questi fatti almeno pari a quelle di un politico e di prendere posizione. Entrando nel dettaglio c'è una cosa che salta agli occhi: finora è sempre stato detto che le centrali a metano non emettono polveri PM10 tantomeno ossidi di zolfo. Invece i dati in letteratura scientifica che lo studio in questione evidenzia, dicono, fra l'altro, che una centrale da 780 MW produce circa 290 ton/anno di polveri e 9 ton/anno di ossidi di Zolfo. Certamente si tratta di stime, ma ciò che una stima lascia nell'incertezza è la valore misurato delle tonnellate anno di polveri che vengono emesse in atmosfera dagli scarichi, non certo se emette polveri, che in realtà vengono emesse, e non in quantità zero come dichiarato finora. Questo è molto grave, e i cittadini ora si aspettano delle risposte chiare. Come spiegano gli Amministratori locali questa omissione, se si tratta di omissione? Occorre rendersi conto che questo è il punto, non tanto, come dice Dina Guerra, se la quantità di polveri emesse sia equivalenti o no a quelle emesse dall'intero traffico cittadino. E qui c'è un'altra considerazione da fare. Se le centrali attuali emettono inquinanti (fra cui le polveri) in maggiore quantità di quello che si prevede emetta la nuova centrale turbogas, allora significa che le polveri PM10 dell'attuale aria cittadina dipendono anche, ed in misura notevole, da queste fonti inquinanti. Perché allora, per limitare le PM10, ci si continua ad accanire contro il traffico urbano, e principalmente su quello si prendono provvedimenti plateali, quando invece vi sono anche altre fonti da limitare? Chiediamoci quindi per i prossimi anni in quali termini si può giustificare un provvedimento di limitazione del traffico, visto il fondatissimo dubbio che i problemi delle PM10 nascano primariamente da altre parti. Questo dubbio, quindi, sembra ipotizzare cose piuttosto credibili, visto che innanzitutto non vi sono stati cali particolarmente vistosi di polveri dopo le targhe alterne e poi che anche il valore di fondo delle PM10 della stazione di rilevamento di Gherardi dà valori molto vicini a quelli del centro cittadino, fatto certamente non giustificabile dal traffico urbano di Gherardi! Un dato recente: domenica 11 maggio Gherardi registrava 25 microgrammi al metro cubo, mentre corso Isonzo 26 microgrammi (dati ARPA). I valori sono quasi uguali, ma chi ha il coraggio di dire che il traffico di Corso Isonzo è paragonabile a quello di Gherardi?? Non è certamente la fine del mondo andare a piedi due volte la settimana, se servisse a qualcosa. Davvero.
Andrea Vaccari

La campagna contro la centrale  (Ferrara)

E' da qualche tempo in atto una strana campagna contro l'attuazione di una nuova centrale turbogas da inserire nel perimetro del petrolchimico, che andrebbe a sostituire le attuali due centrali, una delle quali ampiamente obsoleta. Non si capisce bene che cosa ci sia dietro questo diniego, nè chi ci sia. Si sostiene infatti che l'inquinamento sarebbe molto alto e si lascia intendere, pur non avendolo enunciato chiaramente, che potrebbe essere cancerogeno. Ci si dimentica però di aggiungere un raffronto ben chiaro fra l'esistente ed il futuro, e cioè che le attuali centrali, che andrebbero sostituite, funzionano bruciando solamente combustibili fatti soprattutto di olii pesanti e nafta (questi sì inquinanti), mentre la cosiddetta «turbogas» brucerebbe soltanto metano, che come risaputo è il più pulito fra i combustibili oggi usati. Naturalmente per i fautori della prima ipotesi nulla vale quella quarantina di posti di lavoro in più... E le emissioni cancerogene, dicono essi? e le attuali centrali, che oggi le emettono, rispondo io! Quel loro modo di ragionare mi ricorda tanto l'affermazione di non so qual politico locale che, lamentando alcuni anni fa i numerosi incidenti stradali sulla superstrada dei lidi ferraresi, ne proponeva la chiusura! E poi non è forse vero che ogni medaglia ha il suo risvolto? In fin dei conti viene proposta una nuova centrale a metano, non una centrale atomica.
P. F.

Turbogas Dragotto: "I nuovi studi provano che avevamo ragione" (Ferrara)

«La vicenda Turbogas dimostra inequivocabilmente quanto sia fondata la cultura di governo di Forza Italia a Ferrara. In perfetta solitudine, infatti, da più di due anni abbiamo, responsabilmente e senza pregiudizi, manifestato preoccupazione per l'ubicazione della centrale, per le sue eccessive dimensioni e per la mancanza di studi e simulazioni approfondite — in grado di mettere in luce in modo dettagliato tutti gli aspetti d'inquinamento e di impatto ambientale e le conseguenti possibili modificazioni dell'ecosistema — ai quali subordinare l'approvazione del progetto di costruzione». E' quanto afferma il vicepresidente del Consiglio regionale, l'azzurro Giorgio Dragotto, dopo la decisione annunciata dall'assessore Bratti di sospendere la delibera di approvazione del piano particolareggiato per la centrale, alla luce dei recenti studi pubblicati dal Carlino. «Ciò — accusa Dragotto — evidenzia tutta la superficialità con cui è stato avviato il progetto. Gli allarmanti dati scientifici, riportati dalla stampa locale, smentiscono la tesi del sindaco Sateriale e della sua maggioranza sull'impatto 'a costo-zero' della Turbogas e ci danno ragione». Gli studi di fattibilità commissionati dall'amministrazione comunale, come noi avevamo denunciato, — prosegue — hanno del tutto sottovalutato la pericolosità delle polveri sottili». E conclude Dragotto: «E' chiaro che dopo la decisione della giunta si apre una nuova fase. Occorre, infatti, recuperare il tempo perduto, commissionando gli studi e le simulazioni da noi invocate. Ciò al fine di giungere ad una revisione progettuale in grado di superare le criticità del piano originario e alla quale siamo più che disponibili a partecipare dando un fattivo contributo di approfondimento e di analisi». Sempre sulla maxi centrale, la giunta provinciale informa in una nota di aver deciso «di informare il Consiglio nella prossima seduta del 27 giugno, sullo svolgimento delle procedure in atto, soprattutto per le parti di propria competenza, sulle attività di verifica compiute (e che tuttora stanno proseguendo), nonché sulle segnalazioni tecniche fin qui pervenute all'amministrazione di piazza Castello. Alla Provincia, infatti, (che è coinvolta, insieme ad Arpa, Comune e Ausl, nel progetto di bonifica dei siti e nella gestione dell'Accordo di programma per la conversione del Petrolchimico) compete insieme alla Regione la procedura per la valutazione di impatto ambientale».

 
CORRIERE ADRIATICO
"Serve un'indagine scientifica"

Inquinamento e malattie, interrogazione del Verde Moruzzi

Il capogruppo dei Verdi in consiglio regionale Marco Moruzzi ha presentato un'interrogazione sull'effettuazione di indagini epidemiologiche sulla popolazione dell'area di Falconara, preannunciate dall'assessore regionale all'ambiente. Nel documento Moruzzi rileva che sono al momento inattuate le previsioni del piano sanitario regionale vigente, relative all'istituzione dell'osservatorio epidemiologico regionale, che dovrebbe "costantemente monitorare l'insorgenza di malattie di carattere ambientale nei luoghi di lavoro e nei centri abitati più esposti al rischio di inquinamento". Inoltre - ricorda - "il Ctu nominato dal Tar Marche per il ricorso di Api e Confindustria contro l'istituzione dell'area ad alto rischio ambientale, ha rilevato che l'assenza di indagini epidemiologiche, che certifichino la presenza di patologie di origine ambientale, costituisce un elemento a sostegno della infondatezza dei presupposti per la creazione di tali aree". Moruzzi chiede infine di sapere "su quali input è stata commissionata l'indagine epidemiologica sul territorio di Falconara, con quali tempi si potranno avere i primi risultati" e se la Regione intenda "mettere fine all'attuale inadempienza relativa all'istituzione dell'osservatorio epidemiologico". L'importanza di un osservatorio epidemiologico è strettamente connessa alla necessità di attuare una politica di prevenzione in tema di sanità. Si tratta di una strategia che mira da un lato a chiarire se possano esservi elementi ambientali che favoriscono l'insorgere di determinate patologie; dall'altro a curare le malattie in una fase precoce quando le possibilità di guarigione sono molto più elevate.

"Scelte ambientali Non c'è contrasto"

I laghetti e il mulino non sono alternativi

L'area dei laghetti "da Sbacco" (nella foto) e la struttura del mulino Santinelli, sono due luoghi completamente diversi per vocazione e possibilità di utilizzo. Lo afferma in una nota l'amministrazione comunale. "L'area dei laghetti - è scritto nella nota - costituisce un ampio parco a ridosso del fiume Esino, capace di ospitare eventi ricreativi e culturali anche con grande afflusso di persone. Il Mulino Santinelli, al contrario, è un edificio circondato da un'area di scarsa entità, la cui utilizzazione è pensata per la costituzione di un museo del fiume. Entrambe le situazioni, sono investite dell'iniziativa dell'amministrazione comunale che, così facendo, fa fronte e si prefigge di dare risposte a due esigenze diverse. Pertanto le due situazioni, non possono essere alternative poiché nel mentre si pensa a progettare e poi realizzare tutti gli interventi previsti nel parco fluviale dell'Esino e compresi nel Prusst di cui fa parte il Mulino Santinelli , il Comune, da parte sua, ha la necessità di dotarsi di un ampio spazio attrezzato per lo svolgimento di importanti iniziative ricreative e culturali. In tutti e due i progetti (area dei laghetti e Mulino Santinelli), l'amministrazione comunale vede delle priorità e per questo è impegnata oltre che nella progettazione, nel reperimento delle risorse finanziarie. Nel caso dell'area dei laghetti, la spesa dovrà essere sostenuta con il bilancio comunale, nel caso del Mulino Santinelli, è in programma la stipula di una convenzione con l'Enel Green Power per la concessione di un comodato d'uso gratuito".

 
LA NUOVA FERRARA
Enipower trascura le polveri

I costruttori della turbogas: esami ambientali superati. L'azienda sui dati dell'inquinamento

di s.c.

Le polveri sottili della futura centrale turbogas non sono un problema di Enipower. «Noi abbiamo rispettato la legislazione europea che non considera le Pm10 come inquinanti tipici di queste centrali, e il ministero dell'Ambiente non ha richiesto nessun approfondimento aggiuntivo su questo aspetto nel corso della procedura di Valutazione d'impatto ambientale»: così, in sintesi, può essere riassunta la posizione della società Eni che, assieme a Merloni Energia, costruirà la centrale. Da Milano, quindi, non entrano nel merito dei rilievi sollevati dai ricercatori Nicola Armaroli e Claudio Po, che pubblicando dati provenienti dalle centrali turbogas americane (centinaia di tonnellate di Pm10, svariate decine di altri inquinanti cancerogeni) hanno provocato un mezzo terremoto, a cominciare dal "congelamento" del Piano particolareggiato della turbogas da 800 Mw del petrolchimico. La posizione della società elettrica del colosso energetico è piuttosto netta: i controlli di Via sono stati superati, «e non con il decreto sblocca-centrali, ma con la vecchia e più rigorosa procedura», e le autorizzazioni sono in sostanza una consegueza. «Il gas naturale, con il quale funzionerà la centrale di Ferrara, è il combustibile più nobile in assoluto, molto meno inquinante dell'olio combustibile delle centrali attuali. Inoltre - aggiunge Enipower - nella legislazione europea gli inquinanti emessi in quantità rilevanti dalle centrali turbogas sono ossidi di azoto, anidride carbonica e monossido di carbonio, e su questi c'è la certezza di un miglioramento rispetto alla situazione attuale». Nessun dato comparativo, nessun riferimento ad esperienze già consolidate in impianti del genere. Sulle Pm10, che hanno attirato da solo un anno e mezzo l'attenzione dell'opinione pubblica, il Comune resta quindi con il cerino in mano e la necessità di rispondere a due quesiti. E' vero che l'emissione sarà inferiore a quella delle due centrali a olio in procinto di chiudere, più inquinanti ma anche molto meno potenti? In ogni caso, la quantità di Pm10 immessa nell'aria dalla nuova centrale (e anche dalle vecchie...) è tale da vanificare il disinquinamento ottenuto dalle targhe alterne? L'assessore Sandro Bratti ha chiesto «dieci-quindici giorni» per rispondere, l'impressione è che tra le forze politiche almeno Verdi, Pdci e Forza Italia non si accontenteranno tanto facilmente. An, per bocca di Mauro Malaguti, ha chiesto la convocazione della Commissione speciale sul turbogas, riferendo un dato: «Nel 6º Piano d'intervento sul Protocollo ambientale di Kyoto si dice che se tutte le centrali venissero riconvertite in turbogas, l'Italia rientrerebbe nei limiti sulle emissioni dei gas serra. Anche l'Onu sta prendendo un abbaglio? Inoltre l'Emilia Romagna ha un deficit del 50% di energia». Ieri sulla vicenda ha preso posizione anche la Provincia, alla quale compete (assieme alla Regione) la procedura per la Via, e che è coinvolta anche nel progetto di bonifica dei siti del petrolchimico. «Informeremo il Consiglio provinciale nella prossima seduta del 27 maggio sullo svolgimento delle procedure in atto, sulle attività di verifica compiute (e che tuttora stanno proseguendo) e sulle segnalazioni tecniche fin qui pervenute all'amministrazione» si legge nella nota della giunta del Castello. I primi dati sulla concentrazione di polveri della centrale turbogas di 150 Mw del petrolchimico sembra indichi una proiezione massimo di 20 tonnellate di Pm10 per il futuro impianto Enipower.

Turbogas, marcia indietro

Dragotto: era ora, lo dicevamo da più di due anni

Giorgio Dragotto Vice presidente del Consiglio Regionale

La cultura di governo di un partito si misura dalla bontà delle posizioni politiche, dalla lungimiranza e dalla coerenza con le quali vengono sostenute. La vicenda Turbogas dimostra inequivocabilmente quanto sia fondata la cultura di governo di Forza Italia a Ferrara. In perfetta solitudine, infatti, da più di 2 anni abbiamo, responsabilmente e senza pregiudizi manifestato preoccupazione per l'ubicazione della centrale, per le sue eccessive dimensioni e per la mancanza di studi e simulazioni approfondite - in grado di mettere in luce in modo dettagliato tutti gli aspetti d'inquinamento e di impatto ambientale e le conseguenti possibili modificazioni dell'ecosistema - ai quali subordinare l'approvazione del progetto di costruzione. La decisione della Giunta Sateriale di sospendere la delibera di approvazione del piano particolareggiato per la centrale, ancorché un atto dovuto alla luce dei recenti studi, evidenzia tutta la superficialità con cui è stato avviato il progetto. Gli allarmanti dati scientifici, riportati dalla stampa locale, smentiscono la tesi del sindaco Sateriale e della sua maggioranza sull'impatto "a costo-zero" della Turbogas e ci danno ragione sul fatto che le dimensioni della centrale, da noi sempre ritenute esorbitanti rispetto alle necessità energetiche del territorio, annullano i benefici della riconversione delle 2 centrali pre-esistenti. Gli studi di fattibilità commissionati dall'Amministrazione comunale, come noi avevamo denunciato, hanno del tutto sottovalutato la pericolosità delle polveri sottili denominate PM10 - evidenziate invece dalla suddetta ricerca - la cui emissione in un anno e in un impianto da 780 megawatt, pari a quello che si vorrebbe creare a Ferrara, sarebbe equivalente a quella prodotta dal traffico della città di Bologna e del suo sistema autostradale. Mi chiedo, a questo punto, che senso abbiano tutte le misure predisposte, in questi 2 anni, dall'Amministrazione Comunale per diminuire il traffico veicolare e l'inquinamento in città. E' chiaro che dopo la decisione della Giunta si apre una nuova fase. Occorre, infatti, recuperare il tempo perduto, commissionando gli studi e le simulazioni da noi invocate. Ciò al fine di giungere ad una revisione progettuale in grado di superare le criticità del piano originario e alla quale siamo più che disponibili a partecipare dando un fattivo contributo di approfondimento e di analisi.

 
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