La centrale dà (molte)
polveri (Ferrara)
Riceviamo e pubblichiamo la
risposta all'assessore Bratti di Nicola Armaroli, studioso
del Cnr e autore, assieme a Claudio Po, della ricerca
sull'impatto ambientale del turbogas
di Nicola Armaroli
I dati delle turbogas che
abbiamo pubblicato sono quelli che forniscono i maggiori
esperti al mondo del settore: la bibliografia e la
documentazione tecnica sono accessibili a tutti, basta avere
la pazienza e la volontà di andarli a cercare. Posso fornire
a chiunque tutta la bibliografia citata nella pubblicazione,
ed anche molta altra. Quanto ai dati prodotti dal traffico
della città di Bologna, sono dati ufficiali del Comune di
Bologna. Pure in questo caso la bibliografia è riportata.
Per avere spiegazioni non bisogna chiedere al sottoscritto,
ma all'Amministrazione petroniana. Quanto alle autorità
americane, la trasparenza è massima. Chi ritiene che la
combustione di un miliardo di metri cubi di gas all'anno
(centrali da 780 MW) non produca polveri fini in quantità
rilevanti, può contattare la EPA (Agenzia di protezione
ambientale del governo americano). Sul loro sito Web troverà
un modulo per le proposte di rettifiche alle loro enormi
banche dati. Se qualcuno vuol cimentarsi a contestare chi si
occupa di turbine a gas da 35 anni, e viene considerata la
massima autorità al mondo, faccia pure. Gli auguro buona
fortuna. Mi preme notare infine che i tecnici del Comune di
Ferrara mi hanno detto di avere spuntato il massimo quanto a
dispositivi per limitare la emissione di ossidi di azoto: i
cosiddetti dry-low NOx burners. Bene, in USA questi
dispositivi sono solo il primo degli accorgimenti necessari
per ottenere un permesso di costruzione di una turbogas. Le
centrali americane debbono installare anche impianti di
abbattimento (SCR o SCONOX) che riducono i livelli di NOx di
5-10 volte rispetto a quelli previsti in Italia. Hanno un
unico difetto: costano decine di milioni di dollari. A
questo proposito invito i tecnici preposti ad analizzare la
referenza 21 della nostra pubblicazione. Anche se la
legislazione europea è, ahimè, molto meno severa di quella
americana, credo sia doveroso far sapere ai cittadini che è
possibile fare molto di più per proteggere la qualità
dell'aria che respirano. O forse vogliamo pensare che le
imprese energetiche americane facciano della beneficenza,
operando in perdita? |