RASSEGNA STAMPA 08.05.2003

 

MESSAGGERO
“Da Sbacco" è del Comune Sette ettari di verde e cultura

FALCONARA - Il Comune di Falconara sta per entrare in possesso del parco attrezzato situato nella zona dei laghetti “da Sbacco" tra il fiume Esino e la via Clementina, una superficie di circa 7 ettari costituita dai due specchi d’acqua e da ampi spazi a prato ed alberati. Una scelta destinata a concretizzarsi al più presto per consentire l’utilizzo del parco a partire dall’imminente stagione estiva, ma anche un’operazione di più ampio respiro che si inquadra nel progetto più generale di recupero e valorizzazione del basso corso dell’Esino , in particolare del tratto compreso tra Chiaravalle e la foce. L’area dove sorge il parco attrezzato si trova a pochi passi dal percorso ciclabile “Chiaravalle- Rocca Priora" appena inaugurato. Oltre ai due laghetti e agli spazi verdi, c’è anche un punto di ristoro, ma il Comune sta progettando l’organizzazione e l’infrastrutturazione degli spazi con la prospettiva che l’area possa essere utilizzata per ospitare manifestazioni ed eventi». In tale prospettiva l’amministrazione comunale, in collaborazione con il Gruppo Zero, sta già lavorando alla definizione di alcuni spettacoli da presentare nei mesi estivi.

 
RESTO DEL CARLINO
Api «in ritirata» verso sud

FALCONARA — Con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con l'Agenzia del demanio, sono stati fissati i nuovi limiti del demanio marittimo alla foce del fiume Esino, ricadente nel territorio del Comune di Falconara Marittima. Il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 aprile 2003, ridisegna il confine sud del territorio appartenente al patrimonio indisponibile dello Stato, quello che corre, cioè, tra la raffineria Api e il delta fluviale. La linea di demarcazione, che un tempo coincideva con la scogliera antistante l'azienda petrolchimica, è stata spostata, recependo quanto indicato dal verbale di sopralluogo del 13 settembre 2001, effettuato congiuntamente dall'Agenzia del demanio di Ancona, dall'Autorità portuale e dalla Capitaneria di Porto. Il provvedimento risponde alle modifiche geomorfologiche intervenute nel corso degli anni: in base alle vecchie mappe, infatti, i confini disegnati circa 40 anni fa andrebbero oggi a cadere su un tratto di corpo idrico. «I limiti demaniali erano vecchi di decenni — spiega il dirigente all'urbanistica Furio Durpetti — e, con il decreto, vengono aggiornati sulla base delle rilevazioni fatte un anno e mezzo fa». La notizia non coglie di sorpresa i comitati cittadini, da anni impegnati nella lotta contro la realizzazione della palancolata sulla sponda sud dell'Esino. «Dall'Agenzia del demanio di Ancona ci avevano già fatto sapere che, a seguito del sopralluogo del 2001, il confine sarebbe stato spostato a sud, fino alla recinzione esterna della raffineria — racconta Massimo De Paolis del comitato di Fiumesino —. Il recente decreto, quindi, farebbe rientrare nel patrimonio dello Stato anche la stradina che corre lungo quel lato del fiume».

Marciapiedi mangia-parcheggi

di al.pa.

FALCONARA — Sono appena cominciati i lavori per la realizzazione delle vie di fuga a Villanova, e già da alcuni residenti si levano le lamentele. E' stato il cantiere aperto in via Quadrio (nella foto) a far scattare l'allarme tra i cittadini: gli abitanti si sono resi conto che, allargando i marciapiedi, sulla sede stradale non rimarrebbe il posto per parcheggiare. A spiegare il problema è Alfredo Campanelli, residente, appunto, in via Quadrio: «Gli ingegneri che dirigono i lavori ci hanno detto che, per rispettare le norme europee, i marciapiedi dovranno essere larghi 120 centimetri, contro gli 80 attuali. Alla carreggiata verranno quindi sottratti 40 centimetri per lato e, nel caso di strade molto strette, l'adeguamento si tradurrà nell'eliminazione dei posti auto. Questo penalizzerà chi non possiede un garage». Un esempio per tutti sarebbe via Barilari, dove è già difficile transitare quando un lato è occupato dalle auto in sosta. «E' una questione di priorità — ribatte Romeo Maiolini, titolare della rivendita di giornali di via Flaminia —. Personalmente credo che la sicurezza pubblica valga bene qualche posto auto e, a Villanova, non sarà difficile trovare parcheggi alternativi».

Un parco per rilanciare l'Esino

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — L'amministrazione 'ritaglia' un altro spazio da dedicare al tempo libero dei propri cittadini, un'oasi verde di sette ettari e mezzo arricchita da due specchi d'acqua e da tanta vegetazione. Stiamo parlando del Parco dell'Esino, situato nella zona dei laghetti 'da Sbacco' tra il fiume Esino e via Clementina. A pochi passi dal percorso ciclabile, che collega Chiaravalle a Rocca Priora, inaugurato alcuni giorni fa. Il Comune pensa di utilizzare il nuovo spazio già nell'imminente periodo estivo, un progetto dunque i cui frutti verranno raccolti tra circa un mese. Per tale periodo è prevista la presenza di una guest star del panorama musicale nazionale. Saltato il progetto ambizioso di portare Sting a Falconara perorando la causa ambientale, sono in fase di contrattazione nomi come Lucio Dalla, Antonello Venditti e Francesco De Gregori. Dove si trova E' un'area pianeggiante, localizzata sulla sponda sinistra del fiume Esino, a poche centinaia di metri dalla foce sulla quale insiste la raffineria Api, nella quale sono presenti due laghetti risultanti dalla precorsa attività di escavazione per l'estrazione della ghiaia ora utilizzati per la pesca sportiva e per l'abbeveramento di uccelli migratori e stanziali nelle più vicine zone di ripopolamento ubicate lungo il parco fluviale. Può essere comodamente raggiunto percorrendo a piedi una breve strada sterrata lungo l'argine del fiume, essendo questa direttamente connessa alla viabilità ordinaria costituita dalla via Clementina e dalla Strada Statale 16 Adriatica. I progetti E' stata già individuata un'area dove potrà essere posizionato il palco per lo svolgimento di un concerto, per una metratura totale di circa due ettari. Il palco potrà essere collocato sul lato più corto dell'area, lasciando le spalle al mare e alla raffineria, con libera visuale verso la campagna. Lo spazio potrà essere debitamente attrezzata attraverso la collocazione di strutture per la protezione del materiale impiantistico, servizi igienici, di ristoro e quant'altro si renda necessario ai fini dello svolgimento della rappresentazione in condizioni di massima sicurezza. Sul piano logistico il territorio comunale ha diversi punti a favore: l'aeroporto, il casello autostradale e la stazione ferroviaria posta sullo snodo delle linee Roma-Falconara e Milano-Lecce. «L'area è già pronta per accogliere piccoli gruppi — ha spiegato il dirigente comunale Furio Durpetti — in particolare scolaresche alla scoperta dei segreti dell'habitat naturale del basso corso dell'Esino. Il Comune sta cercando di acquisirne la proprietà e stiamo progettando l'organizzazione e le infrastrutture necessarie per gli spazi con la prospettiva che l'area possa essere utilizzata per ospitare grandi eventi di spettacolo di grande impatto».

«Turbogas, serve una verifica»  (FERRARA)

di Ilaria Fazi

«Non trascureremo alcun elemento di conoscenza e svolgeremo tutti gli ulteriori approfondimenti che si rendessero necessari». Con questa frase l'amministrazione comunale sintetizza la propria posizione nei confronti dei dati sulle emissioni di micropolveri da parte delle centrali turbogas pubblicati ieri da Il Resto del Carlino. Tratti dall'articolo scientifico «Emissioni da centrali termoelettriche a gas naturale» —-realizzato da Nicola Armaroli del Cnr di Bologna e da Claudio Po dell'Ausl di Bologna Nord sulla base di uno studio da loro condotto sulla base delle indicazioni di lavori americani — i dati dimostrano che un turbogas delle dimensioni di quello in programma a Ferrara produce un inquinamento da micropolveri di gran lunga superiore a quello sinora stimato. «Il presupposto che giustifica la costruzione della centrale — scrive ancora l'amministrazione — è che il nuovo impianto riduca, rispetto alla situazione attuale, l'emissione di agenti inquinanti. I dati e le analisi sinora prese in esame dimostrano che la centrale mitigherebbe l'impatto ambientale rispetto alle due centrali a gasolio attualmente in funzione». E lo stesso ricordano il vicepresidente della commissione per il turbogas, Mauro Malaguti di An, e l'assessore provinciale all'ambiente, Sergio Golinelli che sottolineano «il ruolo della centrale nell'operazione di riqualifica del polo chimico e di promozione dell'occupazione». La valutazione favorevole, sostiene l'amministrazione, è suffragata da studi europei, dalla valutazione d'impatto ambientale svolta da tecnici ministeriali e dai valori sperimentalmente accertati in alcuni turbogas della regione. Ricorda Golinelli: «Le misurazioni dell'Arpa sulla centrale di Piacenza hanno dimostrato concentrazioni bassissime di micropolveri primarie». Concorde la posizione di Verdi e Ds, espressa dai rispettivi capigruppo Francesca Cigala e Maurizio Buriani «E' una notizia importante, perché il presupposto alla costruzione della centrale è che il bilancio ambientale migliori». E l'assessore comunale all'ecologia urbana Alessandro Bratti assicura: «Non vogliamo difendere una tesi precostituita ma valutare l'effettivo vantaggio per la collettività, per cui riteniamo necessario considerare con attenzione l'ambito e la scientificità di questi ulteriori studi». Abbiamo già preso contatto con gli autori della ricerca presentata da Il Resto del Carlino e presto verificheremo e approfondiremo ulteriormente tutto ciò che sarà utile conoscere. Bratti afferma poi che «proseguiranno regolarmente il loro iter i procedimenti formali in corso, quelli amministrativi e quelli urbanistici, il cui esito resta comunque subordinato alla valutazione ambientale». Quanto al raffronto proposto dallo studio tra micropolveri dovute al traffico e a impianti a turbogas, Bratti sostiene che «non è scientificamente sostenibile».

 
CORRIERE ADRIATICO
Un parco urbano nella zona "da Sbacco"

Il Comune sta per entrare in possesso dell'area da sempre meta di tante famiglie

L'amministrazione comunale di Falconara sta per entrare in possesso del parco attrezzato situato nella zona dei laghetti " da Sbacco " tra il fiume Esino e la via Clementina, una superficie di circa 7 ettari costituita dai due specchi d'acqua e da ampi spazi a prato ed alberati. Una scelta destinata a concretizzarsi al più presto per consentire l'utilizzo del parco a partire dall'imminente stagione estiva, ma anche un'operazione di più ampio respiro che si inquadra nel progetto più generale di recupero e valorizzazione del basso corso dell'Esino, in particolare del tratto compreso tra Chiaravalle e la foce. La zona dei laghetti "da Sbacco" è la meta preferita di tante famiglie di Falconara e dei centri limitrofi alla ricerca di spazi gradevoli e tranquilli da vivere. L'area dove sorge il parco attrezzato si trova a pochi passi dal percorso ciclabile "Chiaravalle- Rocca Priora" inaugurato da pochissimi giorni. "Il parco - spiega il Furio Durpetti, dirigente del settore urbanistica - è tra gli obiettivi del Comune che sta cercando di acquisirne la proprietà. Oltre ai due laghetti ed a vasti spazi con alberature, c'è anche un punto di ristoro. L'area è già pronta per accogliere piccoli gruppi, in particolare scolaresche alla scoperta dei segreti dell'habitat naturale del basso corso dell'Esino. Ora stiamo progettando l'organizzazione e l'infrastrutturazione degli spazi con la prospettiva che l'area possa essere utilizzata per ospitare grossi eventi di spettacolo di grande impatto e presa popolare". In tale contesto l'amministrazione comunale, in collaborazione con il Gruppo Zero e con la supervisione dell'architetto Riccardo Picciafuoco, ha pensato di consegnare ai cittadini un contenitore in più: il parco attrezzato lungo l'Esino di cui la macchina organizzativa impegnata nella programmazione di eventi e manifestazioni estivi, sta tenendo conto, per appuntamenti di rilievo nazionale.

 
LA NUOVA FERRARA
«La turbogas inquina» Uno studio fa discutere

Nuovi dati dagli Usa, Bratti: per ora andiamo avanti

Dall'altra parte dell'oceano il gas naturale brucia in maniera diversa e inquina un sacco di più. E' quanto viene da dire, di primo acchito, sulla scoperta fatta da due ricercatori bolognesi, Nicola Armaroli e Claudio Po, e pubblicata dalla rivista Chimica e ambiente, a proposito delle centrali turbogas. Mettendo a confronto i dati delle autorità ambientali Usa, relativi a centrali turbogas a ciclo combinati simili per tecnologia e dimensione a quella che Enipower si prepara a costruire nel petrolchimico, con quelli forniti dai costruttori europei e sui quali si è dibattuto per due anni, i due ricercatori hanno evidenziato molte incongruenze. Due su tutte: di polveri sottili ne uscirebbero dai camini qualcosa come 290 tonnellate all'anno, invece delle zero, o quasi, dichiarate; e gli altri inquinanti pericolosi, come la formaldeide e gli altri idrocarburi, sarebbero presenti in quantità affatto trascurabili, 42 tonnellate. Lo studio ha fatto balzare dalla sedia l'assessore Sandro Bratti e i suoi tecnici, che hanno dato via libera alla centrale «a condizione - ha ribadito ieri Bratti - che ci sia un miglioramento su tutti gli inquinanti rispetto alle attuali, vecchie centrali». Che producono "solo" 100 tonnellate di Pm10, per esempio. Il Comune dopo una giornata di contatti con i due ricercatori, si è affidato ieri a una nota nella quale si promette di «considerare con attenzione l'ambito e la scientificità di questi ulteriori studi», mentre le autorizzazioni per la centrale «prosetuiranno regolarmente il loro iter, il cui esito resta comunque subordinato alla valutazione ambientale». Lo studio fa riferimento ad un'efficienza del 48,8% della centrale in esame, mentre quella di Ferrara ne dichiara una ben superiore al 50%, ma già ieri sera si ammetteva che le emissioni di Pm10 misurate dall'Arpa in una centrale di Piacenza, ad esempio, sono tra le 15 e le 20 tonnellate l'anno (e non zero o quasi). Intanto Forza Italia si prende una rivincita: «Lo dicevamo da tempo che i dati di emissione della turbogas erano sottostimati» ha ricordato Giorgio Dragotto.

 
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