Api «in ritirata» verso sud
FALCONARA — Con decreto del
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto
con l'Agenzia del demanio, sono stati fissati i nuovi limiti
del demanio marittimo alla foce del fiume Esino, ricadente
nel territorio del Comune di Falconara Marittima. Il
provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19
aprile 2003, ridisegna il confine sud del territorio
appartenente al patrimonio indisponibile dello Stato, quello
che corre, cioè, tra la raffineria Api e il delta fluviale.
La linea di demarcazione, che un tempo coincideva con la
scogliera antistante l'azienda petrolchimica, è stata
spostata, recependo quanto indicato dal verbale di
sopralluogo del 13 settembre 2001, effettuato congiuntamente
dall'Agenzia del demanio di Ancona, dall'Autorità portuale e
dalla Capitaneria di Porto. Il provvedimento risponde alle
modifiche geomorfologiche intervenute nel corso degli anni:
in base alle vecchie mappe, infatti, i confini disegnati
circa 40 anni fa andrebbero oggi a cadere su un tratto di
corpo idrico. «I limiti demaniali erano vecchi di decenni —
spiega il dirigente all'urbanistica Furio Durpetti — e, con
il decreto, vengono aggiornati sulla base delle rilevazioni
fatte un anno e mezzo fa». La notizia non coglie di sorpresa
i comitati cittadini, da anni impegnati nella lotta contro
la realizzazione della palancolata sulla sponda sud
dell'Esino. «Dall'Agenzia del demanio di Ancona ci avevano
già fatto sapere che, a seguito del sopralluogo del 2001, il
confine sarebbe stato spostato a sud, fino alla recinzione
esterna della raffineria — racconta Massimo De Paolis del
comitato di Fiumesino —. Il recente decreto, quindi, farebbe
rientrare nel patrimonio dello Stato anche la stradina che
corre lungo quel lato del fiume».
Marciapiedi
mangia-parcheggi
di al.pa.
FALCONARA — Sono appena
cominciati i lavori per la realizzazione delle vie di fuga a
Villanova, e già da alcuni residenti si levano le lamentele.
E' stato il cantiere aperto in via Quadrio (nella foto) a
far scattare l'allarme tra i cittadini: gli abitanti si sono
resi conto che, allargando i marciapiedi, sulla sede
stradale non rimarrebbe il posto per parcheggiare. A
spiegare il problema è Alfredo Campanelli, residente,
appunto, in via Quadrio: «Gli ingegneri che dirigono i
lavori ci hanno detto che, per rispettare le norme europee,
i marciapiedi dovranno essere larghi 120 centimetri, contro
gli 80 attuali. Alla carreggiata verranno quindi sottratti
40 centimetri per lato e, nel caso di strade molto strette,
l'adeguamento si tradurrà nell'eliminazione dei posti auto.
Questo penalizzerà chi non possiede un garage». Un esempio
per tutti sarebbe via Barilari, dove è già difficile
transitare quando un lato è occupato dalle auto in sosta.
«E' una questione di priorità — ribatte Romeo Maiolini,
titolare della rivendita di giornali di via Flaminia —.
Personalmente credo che la sicurezza pubblica valga bene
qualche posto auto e, a Villanova, non sarà difficile
trovare parcheggi alternativi».
Un parco per rilanciare
l'Esino
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — L'amministrazione
'ritaglia' un altro spazio da dedicare al tempo libero dei
propri cittadini, un'oasi verde di sette ettari e mezzo
arricchita da due specchi d'acqua e da tanta vegetazione.
Stiamo parlando del Parco dell'Esino, situato nella zona dei
laghetti 'da Sbacco' tra il fiume Esino e via Clementina. A
pochi passi dal percorso ciclabile, che collega Chiaravalle
a Rocca Priora, inaugurato alcuni giorni fa. Il Comune pensa
di utilizzare il nuovo spazio già nell'imminente periodo
estivo, un progetto dunque i cui frutti verranno raccolti
tra circa un mese. Per tale periodo è prevista la presenza
di una guest star del panorama musicale nazionale. Saltato
il progetto ambizioso di portare Sting a Falconara perorando
la causa ambientale, sono in fase di contrattazione nomi
come Lucio Dalla, Antonello Venditti e Francesco De Gregori.
Dove si trova E' un'area pianeggiante, localizzata sulla
sponda sinistra del fiume Esino, a poche centinaia di metri
dalla foce sulla quale insiste la raffineria Api, nella
quale sono presenti due laghetti risultanti dalla precorsa
attività di escavazione per l'estrazione della ghiaia ora
utilizzati per la pesca sportiva e per l'abbeveramento di
uccelli migratori e stanziali nelle più vicine zone di
ripopolamento ubicate lungo il parco fluviale. Può essere
comodamente raggiunto percorrendo a piedi una breve strada
sterrata lungo l'argine del fiume, essendo questa
direttamente connessa alla viabilità ordinaria costituita
dalla via Clementina e dalla Strada Statale 16 Adriatica. I
progetti E' stata già individuata un'area dove potrà essere
posizionato il palco per lo svolgimento di un concerto, per
una metratura totale di circa due ettari. Il palco potrà
essere collocato sul lato più corto dell'area, lasciando le
spalle al mare e alla raffineria, con libera visuale verso
la campagna. Lo spazio potrà essere debitamente attrezzata
attraverso la collocazione di strutture per la protezione
del materiale impiantistico, servizi igienici, di ristoro e
quant'altro si renda necessario ai fini dello svolgimento
della rappresentazione in condizioni di massima sicurezza.
Sul piano logistico il territorio comunale ha diversi punti
a favore: l'aeroporto, il casello autostradale e la stazione
ferroviaria posta sullo snodo delle linee Roma-Falconara e
Milano-Lecce. «L'area è già pronta per accogliere piccoli
gruppi — ha spiegato il dirigente comunale Furio Durpetti —
in particolare scolaresche alla scoperta dei segreti
dell'habitat naturale del basso corso dell'Esino. Il Comune
sta cercando di acquisirne la proprietà e stiamo progettando
l'organizzazione e le infrastrutture necessarie per gli
spazi con la prospettiva che l'area possa essere utilizzata
per ospitare grandi eventi di spettacolo di grande impatto».
«Turbogas, serve una
verifica» (FERRARA)
di Ilaria Fazi
«Non trascureremo alcun
elemento di conoscenza e svolgeremo tutti gli ulteriori
approfondimenti che si rendessero necessari». Con questa
frase l'amministrazione comunale sintetizza la propria
posizione nei confronti dei dati sulle emissioni di
micropolveri da parte delle centrali turbogas pubblicati
ieri da Il Resto del Carlino. Tratti dall'articolo
scientifico «Emissioni da centrali termoelettriche a gas
naturale» —-realizzato da Nicola Armaroli del Cnr di Bologna
e da Claudio Po dell'Ausl di Bologna Nord sulla base di uno
studio da loro condotto sulla base delle indicazioni di
lavori americani — i dati dimostrano che un turbogas delle
dimensioni di quello in programma a Ferrara produce un
inquinamento da micropolveri di gran lunga superiore a
quello sinora stimato. «Il presupposto che giustifica la
costruzione della centrale — scrive ancora l'amministrazione
— è che il nuovo impianto riduca, rispetto alla situazione
attuale, l'emissione di agenti inquinanti. I dati e le
analisi sinora prese in esame dimostrano che la centrale
mitigherebbe l'impatto ambientale rispetto alle due centrali
a gasolio attualmente in funzione». E lo stesso ricordano il
vicepresidente della commissione per il turbogas, Mauro
Malaguti di An, e l'assessore provinciale all'ambiente,
Sergio Golinelli che sottolineano «il ruolo della centrale
nell'operazione di riqualifica del polo chimico e di
promozione dell'occupazione». La valutazione favorevole,
sostiene l'amministrazione, è suffragata da studi europei,
dalla valutazione d'impatto ambientale svolta da tecnici
ministeriali e dai valori sperimentalmente accertati in
alcuni turbogas della regione. Ricorda Golinelli: «Le
misurazioni dell'Arpa sulla centrale di Piacenza hanno
dimostrato concentrazioni bassissime di micropolveri
primarie». Concorde la posizione di Verdi e Ds, espressa dai
rispettivi capigruppo Francesca Cigala e Maurizio Buriani
«E' una notizia importante, perché il presupposto alla
costruzione della centrale è che il bilancio ambientale
migliori». E l'assessore comunale all'ecologia urbana
Alessandro Bratti assicura: «Non vogliamo difendere una tesi
precostituita ma valutare l'effettivo vantaggio per la
collettività, per cui riteniamo necessario considerare con
attenzione l'ambito e la scientificità di questi ulteriori
studi». Abbiamo già preso contatto con gli autori della
ricerca presentata da Il Resto del Carlino e presto
verificheremo e approfondiremo ulteriormente tutto ciò che
sarà utile conoscere. Bratti afferma poi che «proseguiranno
regolarmente il loro iter i procedimenti formali in corso,
quelli amministrativi e quelli urbanistici, il cui esito
resta comunque subordinato alla valutazione ambientale».
Quanto al raffronto proposto dallo studio tra micropolveri
dovute al traffico e a impianti a turbogas, Bratti sostiene
che «non è scientificamente sostenibile». |
«La turbogas inquina» Uno
studio fa discutere
Nuovi dati dagli Usa, Bratti:
per ora andiamo avanti
Dall'altra parte dell'oceano
il gas naturale brucia in maniera diversa e inquina un sacco
di più. E' quanto viene da dire, di primo acchito, sulla
scoperta fatta da due ricercatori bolognesi, Nicola Armaroli
e Claudio Po, e pubblicata dalla rivista Chimica e ambiente,
a proposito delle centrali turbogas. Mettendo a confronto i
dati delle autorità ambientali Usa, relativi a centrali
turbogas a ciclo combinati simili per tecnologia e
dimensione a quella che Enipower si prepara a costruire nel
petrolchimico, con quelli forniti dai costruttori europei e
sui quali si è dibattuto per due anni, i due ricercatori
hanno evidenziato molte incongruenze. Due su tutte: di
polveri sottili ne uscirebbero dai camini qualcosa come 290
tonnellate all'anno, invece delle zero, o quasi, dichiarate;
e gli altri inquinanti pericolosi, come la formaldeide e gli
altri idrocarburi, sarebbero presenti in quantità affatto
trascurabili, 42 tonnellate. Lo studio ha fatto balzare
dalla sedia l'assessore Sandro Bratti e i suoi tecnici, che
hanno dato via libera alla centrale «a condizione - ha
ribadito ieri Bratti - che ci sia un miglioramento su tutti
gli inquinanti rispetto alle attuali, vecchie centrali». Che
producono "solo" 100 tonnellate di Pm10, per esempio. Il
Comune dopo una giornata di contatti con i due ricercatori,
si è affidato ieri a una nota nella quale si promette di
«considerare con attenzione l'ambito e la scientificità di
questi ulteriori studi», mentre le autorizzazioni per la
centrale «prosetuiranno regolarmente il loro iter, il cui
esito resta comunque subordinato alla valutazione
ambientale». Lo studio fa riferimento ad un'efficienza del
48,8% della centrale in esame, mentre quella di Ferrara ne
dichiara una ben superiore al 50%, ma già ieri sera si
ammetteva che le emissioni di Pm10 misurate dall'Arpa in una
centrale di Piacenza, ad esempio, sono tra le 15 e le 20
tonnellate l'anno (e non zero o quasi). Intanto Forza Italia
si prende una rivincita: «Lo dicevamo da tempo che i dati di
emissione della turbogas erano sottostimati» ha ricordato
Giorgio Dragotto. |