RASSEGNA STAMPA 01.05.2003

 

MESSAGGERO
Fiume Esino inquinato, il processo slitta a giugno

Api a giudizio

E’ slittata all’11 giugno la prima udienza del processo nei confronti dell'ex direttore dell'Api Giovanni Saronne, il suo successore Franco Bellucci, il legale rappresentante della Raffineria Clemente Napolitano, tutti e tre difesi dall’avvocato Vettori, e, l'ingegnere Francesco Rossi, assistito dall'avvocato Michele Andreano, sotto processo per l'inquinamento dell'Esino. Secondo la Procura di Ancona, le acque di dilavamento del piazzale dello stabilimento petrolchimico e gli scoli di una vasca de-oliatrice in cemento armato sarebbero finiti nel fiume, provocando una contaminazione chimica delle acque. Processo in cui la Regione Marche ha deciso di costituirsi parte civile, scelta che invece non è stata effettuata dal Comune di Falconara. Secondo l’accusa attraverso il fosso Scolatore, nel fiume sarebbero confluiti idrocarburi, azoto e altre sostanze pericolose. In particolare, solidi sospesi, con elevato contenuto di ferro, provenienti dall'impianto di chiarificazione delle acque della raffineria.

«Io sono indagato, ma ci rimette la città»

Il sequestro della discarica. Il sindaco rigetta le accuse: «La realizzazione dei pozzetti era stata divisa in due tranche. E la Provincia lo sapeva»

Carletti: «Una pedissequa applicazione della burocrazia. Così si danneggia Falconara»

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA - «Sono rammaricato per il provvedimento soprattutto perché si è creato un danno di immagine per la città». E’ l’opinione del sindaco Giancarlo Carletti all’indomani della notizia dei sigilli alla discarica di via Saline e della sua iscrizione e di quella di Paolo Angeloni, dirigente dell’ufficio ambiente, nel registro degli indagati. La loro colpa, secondo la Procura della Repubblica, è quella di aver violato il decreto Ronchi non ottemperando alle prescrizioni imposte dalla Regione prima e dalla Provincia poi (a cui era passata la competenza) che imponevano di predisporre la realizzazione di pozzi di drenaggio per fronteggiare disperasioni di percolato, liquido prodotto dalla fermentazione dei rifiuti, e le fuoriuscite di biogas originate dalla discarica. Per capire meglio la situazione veniamo all’impianto: ne ricostruiamo la storia. La discarica di via Saline, gestita dal Cam, è di prima categoria e di dimensioni contenute, la superficie complessiva è di oltre 7 ettari. Fino al 31 dicembre vi venivano conferiti i rifiuti urbani ed assimilati di Falconara e dei Comuni convenzionati per lo smaltimento (Agugliano, Offagna, Polverigi). Ogni giorno venivano effettuati in media 12 scarichi di rifiuti per un abbancamento quotidiano di circa 64 tonnellate di rifiuti. L’area di coltivazione era assai ridotta (circa 300/400 mq). Il Cam, secondo quanto riferisce un portavoce, per evitare lo sviluppo di cattivi odori di natura organica provenienti dal sito, utilizzava teli in carbone attivo che ogni giorno a fine turno venivano deposti dagli addetti su tutta la superficie di coltivazione. Un accorgimento questo che permetteva di ridurre l’utilizzo di terreno vegetale per la ricopertura dei rifiuti, tempi di lavorazione più brevi, e l’aumento della capacità ricettiva dell’impianto nonché di riduzione della presenza di volatili (gabbiani) durante l’orario di chiusura della discarica. Il Cam tiene a precisare che «le procedure di controllo ambientale della discarica continuano e si articolano in un programma di derattizzazione, disinfestazione, deodorizzazione, pulizia delle canalette perimetrali, diserbo e taglio erba grazie a un’idonea rete di captazione del percolato che viene convogliato in un’apposita vasca di stoccaggio per essere successivamente conferito all’impianto di depurazione mediante autobotte. Una serie di camini verticali capta la formazione di biogas che viene bruciato in sito attraverso torce automatiche e manuali, nel pieno rispetto delle normative vigenti. Le attività relative alla captazione e allo smaltimento del percolato, alla captazione e trattamento del biogas (che viene bruciato attraverso torce automatiche e manuali) continuano ad essere regolarmente effettuate anche in questa fase in cui l’impianto è temporaneamente chiuso». Per il sindaco di Falconara l’impianto è una delle meglio tenute della provincia di Ancona. «Dispiace quanto è successo anche perché la gestione è del Cam, l’azienda multiservizi, che ha sempre lavorato bene. Per quanto riguarda la realizzazione di 18 pozzi prescritti era stato deciso, segnalandola anche alla Provincia, di realizzarne una parte, ossia 5, nel 2002 e di terminarli nel 2003, tanto che l’intervento è presente anche nel piano degli investimenti di quest’anno». La realizzazione di parte dei pozzetti è stata posticipata a quest’anno per problemi di soldi? « No, era stato valutato che non c’era un’emergenza ambientale incombente e si è pensato di dividere l’intervento in due tranche». Come ha reagito alla notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati? «Sono rammaricato per questa volontà di pedissequa applicazione della burocrazia che danneggia solo la città. La sorveglianza va fatta tempestivamente e contestualmente ai lavori». Pensa che la pedissequità usata nei confronti di questa vicenda ambientale sia la stessa riservata all’altra situazione ecologica di Falconara, cioà la Raffineria Api? «Questo è uno dei temi da svolgere. Se si fosse così puntuali con questioni importanti come quella da lei citata molti problemi potrebbero già essere stati risolti».

Alghe rosse, esordio a Falconara

Il fenomeno si è manifestato ieri per la prima volta in questa stagione. Controlli Arpam

di Roberta Maccagnani

FALCONARA - Torna il fenomeno delle alghe a Falconara a ridosso del 1° Maggio, di solito banco di prova per l’avvio della stagione estiva. Sembra partire male la stagione balneare per gli operatori a causa di una lunga striscia rossa, quasi un paio di chilometri, individuata in mare ieri mattina. Dal cavalcavia della stazione fino verso Palombina Vecchia si notava distintamente una striscia rossastra. L’hanno individuata alcuni cittadini che passeggiavano al mare e l’hanno subito segnalata all’ufficio ambiente del Comune di Falconara. Immediato l’intervento degli agenti ambientali che si sono recati sul posto e hanno eseguito il campionamento delle acque. Col cambiamento delle corrente la presenza della striscia rossastra si sfilacciava sempre più. Ora la parola definitiva passa all’Arpam, i cui tecnici stanno analizzando i campioni di acqua inviati. Ma le probabilità che si tratti di alghe, comunque non tossiche, è piuttosto elevata. Questo sia per la conformazione del fenomeno sia per la corrispondenza all’anno scorso. Infatti, la stessa striscia rossa si era manifestata agli inizi di Maggio anche nel 2002. «Speriamo se ne vada in fretta» hanno detto alcuni falconaresi presenti in spiaggia. «Certo in contemporanea al primo Maggio non ci voleva». Si può sempre sperare in un cambio di corrente. Alghe o no, molte le prenotazioni nei ristoranti dell’arenile, come al Picchio Beach, dove è quasi tutto esaurito. La formula vincente è, oltre al prezzo abbordabile, la possibilità di scegliere tra menù fisso e alla carta. In spiaggia si annunciano molte comitive di ragazzi e famiglie che, approfittando dell’assenza degli ombrelloni, useranno tutto lo spazio disponibile per un sano divertimento. E, alghe e tempo permettendo, si potranno vedere, i primi tuffi della stagione.

 
RESTO DEL CARLINO
«Un primo maggio speciale per i lavoratori Api»

FALCONARA — «Sarà un primo maggio molto significativo per alcuni lavoratori e per un'attività strategica e fondamentale per la nostra società ed economia: i lavoratori dell'Api». Con queste parole il presidente del Wwf Marche, Andrea Dignani ricorda la festa dei lavoratori ed in particolare quelli della raffineria Api. Lo fa scrivendo una lettera indirizzata al presidente della giunta regionale, Vito D'Ambrosio, ai gruppi consiliari regionali, al presidente della Provincia, Enzo Giancarli e al sindaco di Falconara. Dignani nel suo lungo scritto ricorda anche i due caduti sul lavoro di quel 25 agosto di quasi quattro anni fa. «Un maledetto incidente» lo definisce il presidente del Wwf Marche rivolgendo il pensiero anche ai familiari dei due operai. «I lavoratori della raffineria, gli amministratori, i controllori non possono non tenere conto degli effetti ambientali dell'attività dell'Api come il superamento dei limiti di legge per l'ozono nell'aria, la contaminazione del suolo e delle falde sotto la raffineria con il superamento di decine di volte dei limiti di legge, gli sversamenti di petrolio a mare. E ancora l'occupazione della foce dell'Esino». Per tutti questi motivi Dignai esprime il convincimento che la presenza della raffineria è incompatibile per l'ambiente ed il territorio. «Il futuro dell'impianto — conclude — deve avere due vie: una predestinata e l'altra da definire. La prima deve essere caratterizzata dalle azioni per la bonifica del sito, per la ricerca della sicurezza e per il controllo delle emissioni. La seconda strada è quella che deve essere fatta in base a delle considerazioni come il cambiamento climatico con tutte le ben note conseguenze, ad opera del consumo di risorse non rinnovabili; è nostro dovere, per la nostra sopravvivenza, cercare soluzioni alternative alla cultura del petrolio. Se invece vogliamo limitare le motivazioni del cambiamento agli aspetti puramente commerciali, diversi rapporti internazionali indicano che tra il 2005 e il 2015 avverrà il superamento della domanda sull'offerta di idrocarburi». E sempre in tema di rinnovo della concessione alla raffineria, per i Democratici di sinistra i valori in gioco, in quello che definiscono un difficile passaggio politico-amministrativo, riguardano le basi stesse del sistema democratico, vale a dire la libertà e la sovranità di una comunità di poter scegliere liberamente sul futuro del proprio territorio».

Delegati comunali a Salerno per incontrare Bohigas

FALCONARA — Viaggio in Campania per la delegazione “urbanistica” dell'amministrazione falconarese. Oriol Bohigas, attualmente a Salerno per seguire l'incarico di responsabile del piano regolatore, ha incontrato ieri pomeriggio l'assessore Fausto Api, il dirigente Furio Durpetti e l'architetto Picciafuoco. Lo scopo: chiarire alcuni dettagli inerenti il progetto che il maestro catalano ha realizzato per Falconara. «Abbiamo discusso alcune modifiche alla rete dei collegamenti tra la città nuova, quella che dovrebbe svilupparsi a Villanova, ed il centro, all'altezza della stazione», ha spiegato Durpetti ieri pomeriggio. «I cambiamenti sono di lieve entità – continua – ed interessano soprattutto la viabilità pedonale e veicolare. I ritocchi apportati definiscono quello che sarà il progetto conclusivo».

Sigilli alla discarica, il sindaco si difende

FALCONARA — La discarica è in pratica chiusa dal 31 gennaio, ma i problemi per l'amministrazione comunale continuano. Anzi, aumentano. Ora sul sito delle Saline pende infatti un'inchiesta del sostituto procuratore Stefania Ciccioli che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati del sindaco Giancarlo Carletti e del dirigente dell'ufficio ambiente Paolo Angeloni. L'ipotesi di reato è legata a violazioni del decreto Ronchi, punibili con una sanzione amministrativa, ed ha portato, a fine marzo, al sequestro preventivo di parte della discarica. La vicenda, che s'intreccia con il rinnovo dell'autorizazione sul sito di proprietà comunale gestito dal Cam, è emersa in seguito ad alcuni controlli della polizia provinciale. Da tali verifiche, preliminari al rinnovo dell'autorizzazione scaduta lo scorso 31 gennaio, sarebbero emerse alcune difformità rispetto al progetto della discarica. In particolare, dei 18 pozzi di drenaggio previsti ne sarebbero stati realizzati soltanto 5 e ai lati della discarica non sarebbero state rispettate le altezze dei cumuli di rifiuti. Tali circostanze sono però contestate dalla difesa dei due indagati, assistiti dall'avvocato Gianni Marasca. Secondo l'amministrazione il completamento dei pozzi è già stato deliberato e i relativi fondi previsti in bilancio; in quanto all'altezza dei rifiuti, si tratterebbe solo di un problema temporaneo che si sarebbe risolto con l'assestamento. Non ci sarebbe stato inoltre nessun intento speculativo da parte degli amministratori coinvolti nell'indagine, per i quali l'avviso di garanzia è giunto «inaspettato». La parte sequestrata è quella più recente del sito nel quale da oltre trent'anni converge l'immondizia raccolta a Falconara. Tuttavia il conferimento da tre mesi non avviene più. Anche sulla base di ciò la difesa ha presentato un'istanza di dissequestro sulla quale si attende la decisione della procura. L'avvocato ha chiesto al Pm un accertamento dello stato dei luoghi e quindi la revoca del sequestro. Tutto questo avviene mentre è in corso l'istruttoria della Provincia per il rinnovo dell'autorizzazione della discarica, alla cui chiusura il Comune sopperisce provvisoriamente con il conferimento dei rifiuti a Chiaravalle.

Sono ricomparse le alghe rosse

FALCONARA — Puntuale come lo scorso anno, quando affiorò proprio nei primi giorni di maggio, anche in questa primavera l'alga rossa del tipo «Nocticula Scintillans» è riaffiorata lungo la costa fra Falconara e Palombina Vecchia, in larghe chiazze a macchia di leopardo, poco distanti dall'arenile. L'ufficio ambiente di Falconara è stato allertato dai carabinieri della locale stazione ieri mattina. I vigili ambientali hanno, poi, effettuato un sopralluogo sul tratto di mare investito del fenomeno. La presenza dell'alga, che non è tossica e non impedisce la balneazione, è stata inoltre segnalata dal Comune all'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, che ha provveduto a prelevare e far analizzare un campione della sostanza gelatinosa. Il fenomeno, che allo stato delle conoscenze scientifiche appare di origine naturale, verrà monitorato costantemente dall'Arpam, anche nei prossimi giorni. Nel frattempo il sindaco Carletti ha emesso un'ordinanza per divieto di balneazione da 100 metri a nord dell'hotel Luca di Rocca Priora per 740 metri totali e dalla foce del fiume Esino per 1910 metri. Si tratta in tutto di 2650 metri di litorale in cui il divieto di balneazione perdurrà fino a quando il fenomeno non si sarà attenuato. Per l'Arpam è la dottoressa Mengarelli che si è occupata degli accertamenti. «Si tratta di una marea colorata da fioritura— ha detto il dirigente dell'ufficio ambiente Paolo Angeloni — che dovrebbe attenuarsi con il movimento delle maree. L'ordinanza — conclude — è stata emessa a scopo precauzionale come avviene solitamente in questi casi».

 
CORRIERE ADRIATICO
Il Wwf ricorda le vittime del rogo all'Api

La festa dei lavoratori

Il 1 maggio, festa dei lavoratori, fa esprimere alcune riflessioni sull' Api ad Andrea Dignani, presidente del Wwf Marche, che ricorda in una nota, "i due caduti sul lavoro di quel 25 agosto 1999 e i loro familiari più cari", ribadendo la convinzione che la raffineria di Falconara è "incompatibile e insostenibile per l' ambiente e il territorio", ma rilevando che l'impianto "condiziona e sostiene l'economia e l'occupazione di una significativa parte della società marchigiana" e che quindi è necessario individuare soluzioni per il futuro. Sul fronte ambientale, Dignani ricorda gli effetti dell' attività dello stabilimento: "il superamento dei limiti di legge per l'ozono nell'aria, la contaminazione del suolo e delle falde sotto la raffineria con il superamento di decine di volte dei limiti di legge, gli sversamenti di petrolio a mare, l' occupazione della foce dell'Esino con l'incremento del rischio esondazione certificato dal Piano di Assetto Idrogeologico approvato dalla Regione, la contrarietà sul piano urbanistico espressa dal comune di Falconara, le emissioni in aria di rilevanti quantitativi di sostanze cancerogene durante i ripetuti ed inattesi black out della centrale elettrica della raffineria e la lista potrebbe continuare". Sul fronte economico, il presidente del Wwf osserva che "nessuno può mettere in discussione" l'apporto dello stabilimento. Dignani sollecita poi l'azienda "anche se vive di capitale privato" a "trovare una forma di partecipazione con la società, con i cittadini direttamente interessanti dalla presenza dell'impianto, con i governi del territorio, con i controllori dell'ambiente, il tutto in maniera integrata e trasparente".

Compare l'alga rossa

L'Arpam rassicura, nessun problema per la flora e la fauna marine

Il fenomeno è limitato alla costa falconarese

Puntuale come lo scorso anno, quando affiorò proprio nei primi giorni di maggio, anche in questa primavera l'alga rossa del tipo Nocticula Scintillans è riaffiorata lungo la costa fra Falconara marittima e Palombina Vecchia (Ancona), in larghe chiazze a macchia di leopardo, poco distanti dall'arenile. La presenza dell'alga, che non è tossica e non impedisce la balneazione, è stata segnalata dal Comune di Falconara all'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, che ha provveduto a prelevare e far analizzare un campione della sostanza gelatinosa. Il fenomeno, che allo stato delle conoscenze scientifiche appare di origine naturale, verrà monitorato costantemente dall'Arpam, anche nei prossimi giorni. "E' un fenomeno prettamente primaverile - afferma la biologa Cassandra Mengarelli che sta studiando l'infiorescenza algale - e almeno sino ad oggi è localizzato sottocosta tra Falconara e Palombina Vecchia. In quel tratto di mare sono presenti varie chiazze di noctiluca con una concentrazione che si aggira sui cinque milioni di cellule a litro d'acqua. Quello che possiamo tranquillamente affermare è che non si tratta di un fenomeno pericoloso nè per la balneazione nè per le forme di vita marine. "Non ci sono problemi di inquinamento - continua la biologa dell'Arpam - e se il tempo lo consente chi vuole prendere un bagno può farlo tranquillamente. Certo, la visione di un mare rossastro non è piacevole a vedersi ma, dovrebbe essere un fenomeno di breve durata e che dovrebbe scomparire prima dell'inizio di stagione. Comunque, all'Arpam il fenomeno è seguito da vicino e i prelievi d'acqua sono costanti". Nessuna controindicazione, dunque per la Noctiluca comparsa a macchia di leopardo lungo il tratto di costa falconarese. "Poi - continua la biologa dell'Arpam - almeno per ora è limitatissimo, non abbiamo avuto altre segnalazioni del genere. La concentrazione è tutta li, tra Falconara e Palombina Vecchia".

"Un sequestro annunciato"

Intervento di An sul problema della discarica delle Saline

"Noi il problema l'avevamo sollevato già nell'ottobre del 2001, proponendo la dismissione entro il 31 dicembre di quell'anno e l'immediata bonifica di tutta l'area, ma ci hanno risposto che era tutto in regola per andare avanti fino almeno al 2004". Matteo Astolfi, capo gruppo di Alleanza Nazionale in consiglio comunale ricorda bene la decisa presa di posizione di tutta la maggioranza contro la mozione dell'ottobre 2001 nella quale venivano interventi per la discarica delle Saline, e non si meraviglia dei guai giudiziari di oggi. "La discarica - spiega - già all'epoca creava seri problemi igienici a tutti i residenti della zona a causa di cattivi odori e nelle zone immediatamente circostanti stavano proliferando i ratti, mentre centinaia di gabbiani avevano colonizzato il territorio diventando un pericolo anche per il vicino aeroporto". La discarica, catalogata fra quelle di prima categoria avrebbe dovuto essere situata a distanza di sicurezza dai centri abitati e dai sistemi viari di grande comunicazione e già dalla fine del 2000 i residenti si erano mobilitati affinché fosse dismessa. Poi a gennaio la notizia della chiusura anticipata, per raggiunti limiti ed la conseguente deviazione dei rifiuti cittadini verso Chiaravalle con relativo e massiccio aumento delle tariffe per la RSU. Secondo il capo gruppo di AN la questione doveva essere affrontata in modo diverso, pensando ad un progetto complessivo per l'eliminazione dei rifiuti, inoltre, che ci fossero delle "situazioni poco chiare e delle norme non rispettate era diventato evidente, infatti non erano stati sistemati tutti i camini previsti per legge, c'erano infiltrazioni e perdite di percolato e la chiusura frettolosa di gennaio ha fatto sorgere molti altri dubbi in proposito". "Nella mozione di un anno e mezzo fa - prosegue Astolfi - avevamo chiesto all'amministrazione comunale di farsi carico di sottoporre il problema agli organismi istituzionali competenti affinchè questi si adoperassero per predisporre, nell'ambito del piano dei rifiuti, un sito di raccolta alternativo a quello situato sul territorio falconarese e ad attivarsi celermente per ricercare nuovi siti, applicare nuove tecnologie (termoconvertitori ecocompatibili) e rafforzare il riciclaggio in accordo con gli organi competenti". La risposta dell'amministrazione, commenta Astolfi, fu secca e perentoria: "il nostro operato è eccellente, di qualità e cerca di attenuare i costi di smaltimento dei rifiuti. Alleanza Nazionale fa solo demagogia e populismo".

 
IL GAZZETTINO
L'incidente accaduto al Petrolchimico ...

L'incidente accaduto al Petrolchimico di Portomarghera giovedì 28 novembre 2002, con la fuoriuscita di una nube tossica dal reparto Td5, ha molto impressionato noi ragazzi. La mattina successiva tutti avevano informazioni frammentarie sull'accaduto, volevano sapere cosa era successo veramente, quali rischi avevamo corso; chiedevamo agli insegnanti che cosa fare. Abbiamo così accolto l'idea di scrivere delle lettere agli amministratori della città. Eccone alcuni stralci significativi.

Il mio papà è al sicuro?

Ogni mattina penso a mio papà, che sta lavorando dentro all'Enichem e delle volte temo che gli succeda qualcosa. Lavora dentro a quella fabbrica, come tanti altri papà e mariti; ma sono al sicuro là dentro? Noi eravamo sempre in pensiero. Per decenni nella mia famiglia non si dormiva la sera. Quando mio nonno lavorava alla Montedison un giorno ci fu una fuga di gas. Per prima cosa egli fece uscire tutti e rientrò nella fabbrica da solo per chiudere le manopole e impedire così la fuoriuscita del gas. Per quel suo gesto si ammalò. Per fortuna poi guarì, ma non del tutto.

Come vivere vicino a una bomba

Il rischio che abbiamo corso è stato veramente molto alto e, se solo penso a quello che avrebbe potuto accadere, sto ancora male Abitare a Marghera è come avere una bomba vicino a casa. Penso che le fabbriche siano poco sicure e che avrebbero bisogno di più controlli e manutenzione. Se il motivo per cui non sono state rese ancora sicure sono i soldi, credo che quasi tutti sarebbero disposti a dare un po' di più per una maggiore sicurezza.

Un pericolo anche per l'ambiente

Io, come altra gente, sono stanca di vivere dentro un pericolo così grande. Oltre al rischio per le persone, non è da sottovalutare il pericolo per l'ambiente, per la terra e l'aria, ma soprattutto per la laguna, già molto inquinata.

Poteva essere una brutta fine

La fine potrebbe venire perché nel Petrolchimico lavorano una sostanza micidiale, che penso anche voi conosciate, il Fosgene, un gas tossico. Signor sindaco e prosindaco, io non vorrei che succedesse come a Bhopal (India) e a Seveso (Lombardia) dove sono morte molte persone e ancora nascono bambini e bambine malformati a causa delle sostanze che le loro mamme, mentre erano incinta, hanno respirato.

Senza imbrogliare

Alcuni dicono che questi incidenti si potrebbero evitare aumentando la manutenzione dei macchinari... Ebbene, per invitare gli industriali a farlo, senza imbrogliare, si potrebbe pensare a delle multe salatissime, sperando che per non pagarle, tutti facciano una manutenzione accurata.

È pericoloso sorvolare Marghera

Gli aerei che sono diretti a Venezia hanno una traiettoria di atterraggio precisa da seguire verso l'aeroporto Marco Polo di Tessera. Qui, al Porto di Passo Campalto, ci sono dei tralicci che mandano loro dei segnali per non sbagliare. Nella loro rotta sorvolano la laguna e Portomarghera: e se un aereo sbagliasse e andasse a schiantarsi sul Petrolchimico?

Rischio attentati terroristici

E se Bin Laden prendesse di mira proprio il Petrolchimico di Marghera, per compiere un attentato dirottandoci sopra un aereo kamikaze? Moribbero molte più persone dell'11 settembre a New York e i nostri territori colpiti resterebbero inquinati per anni e anni...

Spostiamo le fabbriche più nocive

Io so che quando Marghera è stata costruita era lontana dalla nostra piccola città e quindi non si correvano grandi rischi, ma ora è diverso. Mestre si è ingrandita e le fabbriche usano prodotti e materiali sempre più pericolosi. Per questo, oltre a chiederVi nuovi sistemi di allarme, credo che le fabbriche dovrebbero essere costruite più lontano, in posti isolati, come succede in altri Paesi, per far stare meglio le persone e la natura...

Ci vorrebbero altre precauzioni

Ogni cittadino dovrebbe avere un libretto con le istruzioni sul comportamento da tenere in caso di incidente, e forse ci vorrebbe anche una tuta di protezione e una maschera antigas da tenere a portata di mano.

Siamo un po' insicuri del nostro futuro

Noi abbiamo ancora una vita davanti però, dopo il fatto del Petrolchimico di Marghera ci siamo posti una domanda: ci farà male quel gas? Ora abbiamo paura: che ne sarà del nostro futuro? Voi ci potreste rassicurare sul nostro futuro?

Morire di Chimica? No Grazie

Morire di Chimica non mi fa per niente piacere, e se questo è il prezzo da pagare per avere la plastica, allora dico"No Grazie!".

Questa volta l'abbiamo scampata bella

La prossima volta potrebbe essere fatale. So già che non sarà possibile fare tutto, ma spero che la nostra lettera vi abbia colpiti e che provvederete a fare qualcosa, senza mentire per tranquillizzarci.

Non vogliamo diventare famosi

Non vorremmo essere citati nei libri come quei ragazzi che sono deceduti nell'ultima esplosione industriale di Portomarghera per aver inalato gas tossici.

Giacomo, Alessandro, Luca, Gian Marco, Jacopo, Enrico, Nicola, Valeria, Licia, Veronica, Marta, Sara - classi 3.C e 3.D - media A. Gramsci

 
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