MESSAGGERO |
Fiume Esino inquinato, il
processo slitta a giugno
Api a giudizio
E’ slittata all’11 giugno la
prima udienza del processo nei confronti dell'ex direttore
dell'Api Giovanni Saronne, il suo successore Franco Bellucci,
il legale rappresentante della Raffineria Clemente
Napolitano, tutti e tre difesi dall’avvocato Vettori, e,
l'ingegnere Francesco Rossi, assistito dall'avvocato Michele
Andreano, sotto processo per l'inquinamento dell'Esino.
Secondo la Procura di Ancona, le acque di dilavamento del
piazzale dello stabilimento petrolchimico e gli scoli di una
vasca de-oliatrice in cemento armato sarebbero finiti nel
fiume, provocando una contaminazione chimica delle acque.
Processo in cui la Regione Marche ha deciso di costituirsi
parte civile, scelta che invece non è stata effettuata dal
Comune di Falconara. Secondo l’accusa attraverso il fosso
Scolatore, nel fiume sarebbero confluiti idrocarburi, azoto
e altre sostanze pericolose. In particolare, solidi sospesi,
con elevato contenuto di ferro, provenienti dall'impianto di
chiarificazione delle acque della raffineria.
«Io sono indagato, ma ci
rimette la città»
Il sequestro della discarica.
Il sindaco rigetta le accuse: «La realizzazione dei pozzetti
era stata divisa in due tranche. E la Provincia lo sapeva»
Carletti: «Una pedissequa
applicazione della burocrazia. Così si danneggia Falconara»
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - «Sono rammaricato
per il provvedimento soprattutto perché si è creato un danno
di immagine per la città». E’ l’opinione del sindaco
Giancarlo Carletti all’indomani della notizia dei sigilli
alla discarica di via Saline e della sua iscrizione e di
quella di Paolo Angeloni, dirigente dell’ufficio ambiente,
nel registro degli indagati. La loro colpa, secondo la
Procura della Repubblica, è quella di aver violato il
decreto Ronchi non ottemperando alle prescrizioni imposte
dalla Regione prima e dalla Provincia poi (a cui era passata
la competenza) che imponevano di predisporre la
realizzazione di pozzi di drenaggio per fronteggiare
disperasioni di percolato, liquido prodotto dalla
fermentazione dei rifiuti, e le fuoriuscite di biogas
originate dalla discarica. Per capire meglio la situazione
veniamo all’impianto: ne ricostruiamo la storia. La
discarica di via Saline, gestita dal Cam, è di prima
categoria e di dimensioni contenute, la superficie
complessiva è di oltre 7 ettari. Fino al 31 dicembre vi
venivano conferiti i rifiuti urbani ed assimilati di
Falconara e dei Comuni convenzionati per lo smaltimento
(Agugliano, Offagna, Polverigi). Ogni giorno venivano
effettuati in media 12 scarichi di rifiuti per un
abbancamento quotidiano di circa 64 tonnellate di rifiuti.
L’area di coltivazione era assai ridotta (circa 300/400 mq).
Il Cam, secondo quanto riferisce un portavoce, per evitare
lo sviluppo di cattivi odori di natura organica provenienti
dal sito, utilizzava teli in carbone attivo che ogni giorno
a fine turno venivano deposti dagli addetti su tutta la
superficie di coltivazione. Un accorgimento questo che
permetteva di ridurre l’utilizzo di terreno vegetale per la
ricopertura dei rifiuti, tempi di lavorazione più brevi, e
l’aumento della capacità ricettiva dell’impianto nonché di
riduzione della presenza di volatili (gabbiani) durante
l’orario di chiusura della discarica. Il Cam tiene a
precisare che «le procedure di controllo ambientale della
discarica continuano e si articolano in un programma di
derattizzazione, disinfestazione, deodorizzazione, pulizia
delle canalette perimetrali, diserbo e taglio erba grazie a
un’idonea rete di captazione del percolato che viene
convogliato in un’apposita vasca di stoccaggio per essere
successivamente conferito all’impianto di depurazione
mediante autobotte. Una serie di camini verticali capta la
formazione di biogas che viene bruciato in sito attraverso
torce automatiche e manuali, nel pieno rispetto delle
normative vigenti. Le attività relative alla captazione e
allo smaltimento del percolato, alla captazione e
trattamento del biogas (che viene bruciato attraverso torce
automatiche e manuali) continuano ad essere regolarmente
effettuate anche in questa fase in cui l’impianto è
temporaneamente chiuso». Per il sindaco di Falconara
l’impianto è una delle meglio tenute della provincia di
Ancona. «Dispiace quanto è successo anche perché la gestione
è del Cam, l’azienda multiservizi, che ha sempre lavorato
bene. Per quanto riguarda la realizzazione di 18 pozzi
prescritti era stato deciso, segnalandola anche alla
Provincia, di realizzarne una parte, ossia 5, nel 2002 e di
terminarli nel 2003, tanto che l’intervento è presente anche
nel piano degli investimenti di quest’anno». La
realizzazione di parte dei pozzetti è stata posticipata a
quest’anno per problemi di soldi? « No, era stato valutato
che non c’era un’emergenza ambientale incombente e si è
pensato di dividere l’intervento in due tranche». Come ha
reagito alla notizia dell’iscrizione nel registro degli
indagati? «Sono rammaricato per questa volontà di pedissequa
applicazione della burocrazia che danneggia solo la città.
La sorveglianza va fatta tempestivamente e contestualmente
ai lavori». Pensa che la pedissequità usata nei confronti di
questa vicenda ambientale sia la stessa riservata all’altra
situazione ecologica di Falconara, cioà la Raffineria Api?
«Questo è uno dei temi da svolgere. Se si fosse così
puntuali con questioni importanti come quella da lei citata
molti problemi potrebbero già essere stati risolti».
Alghe rosse, esordio a
Falconara
Il fenomeno si è manifestato
ieri per la prima volta in questa stagione. Controlli Arpam
di Roberta Maccagnani
FALCONARA - Torna il fenomeno
delle alghe a Falconara a ridosso del 1° Maggio, di solito
banco di prova per l’avvio della stagione estiva. Sembra
partire male la stagione balneare per gli operatori a causa
di una lunga striscia rossa, quasi un paio di chilometri,
individuata in mare ieri mattina. Dal cavalcavia della
stazione fino verso Palombina Vecchia si notava
distintamente una striscia rossastra. L’hanno individuata
alcuni cittadini che passeggiavano al mare e l’hanno subito
segnalata all’ufficio ambiente del Comune di Falconara.
Immediato l’intervento degli agenti ambientali che si sono
recati sul posto e hanno eseguito il campionamento delle
acque. Col cambiamento delle corrente la presenza della
striscia rossastra si sfilacciava sempre più. Ora la parola
definitiva passa all’Arpam, i cui tecnici stanno analizzando
i campioni di acqua inviati. Ma le probabilità che si tratti
di alghe, comunque non tossiche, è piuttosto elevata. Questo
sia per la conformazione del fenomeno sia per la
corrispondenza all’anno scorso. Infatti, la stessa striscia
rossa si era manifestata agli inizi di Maggio anche nel
2002. «Speriamo se ne vada in fretta» hanno detto alcuni
falconaresi presenti in spiaggia. «Certo in contemporanea al
primo Maggio non ci voleva». Si può sempre sperare in un
cambio di corrente. Alghe o no, molte le prenotazioni nei
ristoranti dell’arenile, come al Picchio Beach, dove è quasi
tutto esaurito. La formula vincente è, oltre al prezzo
abbordabile, la possibilità di scegliere tra menù fisso e
alla carta. In spiaggia si annunciano molte comitive di
ragazzi e famiglie che, approfittando dell’assenza degli
ombrelloni, useranno tutto lo spazio disponibile per un sano
divertimento. E, alghe e tempo permettendo, si potranno
vedere, i primi tuffi della stagione. |
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RESTO DEL CARLINO |
«Un primo maggio speciale per
i lavoratori Api»
FALCONARA — «Sarà un primo
maggio molto significativo per alcuni lavoratori e per
un'attività strategica e fondamentale per la nostra società
ed economia: i lavoratori dell'Api». Con queste parole il
presidente del Wwf Marche, Andrea Dignani ricorda la festa
dei lavoratori ed in particolare quelli della raffineria
Api. Lo fa scrivendo una lettera indirizzata al presidente
della giunta regionale, Vito D'Ambrosio, ai gruppi
consiliari regionali, al presidente della Provincia, Enzo
Giancarli e al sindaco di Falconara. Dignani nel suo lungo
scritto ricorda anche i due caduti sul lavoro di quel 25
agosto di quasi quattro anni fa. «Un maledetto incidente» lo
definisce il presidente del Wwf Marche rivolgendo il
pensiero anche ai familiari dei due operai. «I lavoratori
della raffineria, gli amministratori, i controllori non
possono non tenere conto degli effetti ambientali
dell'attività dell'Api come il superamento dei limiti di
legge per l'ozono nell'aria, la contaminazione del suolo e
delle falde sotto la raffineria con il superamento di decine
di volte dei limiti di legge, gli sversamenti di petrolio a
mare. E ancora l'occupazione della foce dell'Esino». Per
tutti questi motivi Dignai esprime il convincimento che la
presenza della raffineria è incompatibile per l'ambiente ed
il territorio. «Il futuro dell'impianto — conclude — deve
avere due vie: una predestinata e l'altra da definire. La
prima deve essere caratterizzata dalle azioni per la
bonifica del sito, per la ricerca della sicurezza e per il
controllo delle emissioni. La seconda strada è quella che
deve essere fatta in base a delle considerazioni come il
cambiamento climatico con tutte le ben note conseguenze, ad
opera del consumo di risorse non rinnovabili; è nostro
dovere, per la nostra sopravvivenza, cercare soluzioni
alternative alla cultura del petrolio. Se invece vogliamo
limitare le motivazioni del cambiamento agli aspetti
puramente commerciali, diversi rapporti internazionali
indicano che tra il 2005 e il 2015 avverrà il superamento
della domanda sull'offerta di idrocarburi». E sempre in tema
di rinnovo della concessione alla raffineria, per i
Democratici di sinistra i valori in gioco, in quello che
definiscono un difficile passaggio politico-amministrativo,
riguardano le basi stesse del sistema democratico, vale a
dire la libertà e la sovranità di una comunità di poter
scegliere liberamente sul futuro del proprio territorio».
Delegati comunali a
Salerno per incontrare Bohigas
FALCONARA — Viaggio in
Campania per la delegazione “urbanistica”
dell'amministrazione falconarese. Oriol Bohigas, attualmente
a Salerno per seguire l'incarico di responsabile del piano
regolatore, ha incontrato ieri pomeriggio l'assessore Fausto
Api, il dirigente Furio Durpetti e l'architetto Picciafuoco.
Lo scopo: chiarire alcuni dettagli inerenti il progetto che
il maestro catalano ha realizzato per Falconara. «Abbiamo
discusso alcune modifiche alla rete dei collegamenti tra la
città nuova, quella che dovrebbe svilupparsi a Villanova, ed
il centro, all'altezza della stazione», ha spiegato Durpetti
ieri pomeriggio. «I cambiamenti sono di lieve entità –
continua – ed interessano soprattutto la viabilità pedonale
e veicolare. I ritocchi apportati definiscono quello che
sarà il progetto conclusivo».
Sigilli alla discarica, il
sindaco si difende
FALCONARA — La discarica è in
pratica chiusa dal 31 gennaio, ma i problemi per
l'amministrazione comunale continuano. Anzi, aumentano. Ora
sul sito delle Saline pende infatti un'inchiesta del
sostituto procuratore Stefania Ciccioli che ha portato
all'iscrizione nel registro degli indagati del sindaco
Giancarlo Carletti e del dirigente dell'ufficio ambiente
Paolo Angeloni. L'ipotesi di reato è legata a violazioni del
decreto Ronchi, punibili con una sanzione amministrativa, ed
ha portato, a fine marzo, al sequestro preventivo di parte
della discarica. La vicenda, che s'intreccia con il rinnovo
dell'autorizazione sul sito di proprietà comunale gestito
dal Cam, è emersa in seguito ad alcuni controlli della
polizia provinciale. Da tali verifiche, preliminari al
rinnovo dell'autorizzazione scaduta lo scorso 31 gennaio,
sarebbero emerse alcune difformità rispetto al progetto
della discarica. In particolare, dei 18 pozzi di drenaggio
previsti ne sarebbero stati realizzati soltanto 5 e ai lati
della discarica non sarebbero state rispettate le altezze
dei cumuli di rifiuti. Tali circostanze sono però contestate
dalla difesa dei due indagati, assistiti dall'avvocato
Gianni Marasca. Secondo l'amministrazione il completamento
dei pozzi è già stato deliberato e i relativi fondi previsti
in bilancio; in quanto all'altezza dei rifiuti, si
tratterebbe solo di un problema temporaneo che si sarebbe
risolto con l'assestamento. Non ci sarebbe stato inoltre
nessun intento speculativo da parte degli amministratori
coinvolti nell'indagine, per i quali l'avviso di garanzia è
giunto «inaspettato». La parte sequestrata è quella più
recente del sito nel quale da oltre trent'anni converge
l'immondizia raccolta a Falconara. Tuttavia il conferimento
da tre mesi non avviene più. Anche sulla base di ciò la
difesa ha presentato un'istanza di dissequestro sulla quale
si attende la decisione della procura. L'avvocato ha chiesto
al Pm un accertamento dello stato dei luoghi e quindi la
revoca del sequestro. Tutto questo avviene mentre è in corso
l'istruttoria della Provincia per il rinnovo
dell'autorizzazione della discarica, alla cui chiusura il
Comune sopperisce provvisoriamente con il conferimento dei
rifiuti a Chiaravalle.
Sono ricomparse le alghe
rosse
FALCONARA — Puntuale come lo
scorso anno, quando affiorò proprio nei primi giorni di
maggio, anche in questa primavera l'alga rossa del tipo «Nocticula
Scintillans» è riaffiorata lungo la costa fra Falconara e
Palombina Vecchia, in larghe chiazze a macchia di leopardo,
poco distanti dall'arenile. L'ufficio ambiente di Falconara
è stato allertato dai carabinieri della locale stazione ieri
mattina. I vigili ambientali hanno, poi, effettuato un
sopralluogo sul tratto di mare investito del fenomeno. La
presenza dell'alga, che non è tossica e non impedisce la
balneazione, è stata inoltre segnalata dal Comune
all'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, che
ha provveduto a prelevare e far analizzare un campione della
sostanza gelatinosa. Il fenomeno, che allo stato delle
conoscenze scientifiche appare di origine naturale, verrà
monitorato costantemente dall'Arpam, anche nei prossimi
giorni. Nel frattempo il sindaco Carletti ha emesso
un'ordinanza per divieto di balneazione da 100 metri a nord
dell'hotel Luca di Rocca Priora per 740 metri totali e dalla
foce del fiume Esino per 1910 metri. Si tratta in tutto di
2650 metri di litorale in cui il divieto di balneazione
perdurrà fino a quando il fenomeno non si sarà attenuato.
Per l'Arpam è la dottoressa Mengarelli che si è occupata
degli accertamenti. «Si tratta di una marea colorata da
fioritura— ha detto il dirigente dell'ufficio ambiente Paolo
Angeloni — che dovrebbe attenuarsi con il movimento delle
maree. L'ordinanza — conclude — è stata emessa a scopo
precauzionale come avviene solitamente in questi casi».
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CORRIERE ADRIATICO |
Il Wwf ricorda le vittime del
rogo all'Api
La festa dei lavoratori
Il 1 maggio, festa dei
lavoratori, fa esprimere alcune riflessioni sull' Api ad
Andrea Dignani, presidente del Wwf Marche, che ricorda in
una nota, "i due caduti sul lavoro di quel 25 agosto 1999 e
i loro familiari più cari", ribadendo la convinzione che la
raffineria di Falconara è "incompatibile e insostenibile per
l' ambiente e il territorio", ma rilevando che l'impianto
"condiziona e sostiene l'economia e l'occupazione di una
significativa parte della società marchigiana" e che quindi
è necessario individuare soluzioni per il futuro. Sul fronte
ambientale, Dignani ricorda gli effetti dell' attività dello
stabilimento: "il superamento dei limiti di legge per
l'ozono nell'aria, la contaminazione del suolo e delle falde
sotto la raffineria con il superamento di decine di volte
dei limiti di legge, gli sversamenti di petrolio a mare, l'
occupazione della foce dell'Esino con l'incremento del
rischio esondazione certificato dal Piano di Assetto
Idrogeologico approvato dalla Regione, la contrarietà sul
piano urbanistico espressa dal comune di Falconara, le
emissioni in aria di rilevanti quantitativi di sostanze
cancerogene durante i ripetuti ed inattesi black out della
centrale elettrica della raffineria e la lista potrebbe
continuare". Sul fronte economico, il presidente del Wwf
osserva che "nessuno può mettere in discussione" l'apporto
dello stabilimento. Dignani sollecita poi l'azienda "anche
se vive di capitale privato" a "trovare una forma di
partecipazione con la società, con i cittadini direttamente
interessanti dalla presenza dell'impianto, con i governi del
territorio, con i controllori dell'ambiente, il tutto in
maniera integrata e trasparente".
Compare l'alga rossa
L'Arpam rassicura, nessun
problema per la flora e la fauna marine
Il fenomeno è limitato alla
costa falconarese
Puntuale come lo scorso anno,
quando affiorò proprio nei primi giorni di maggio, anche in
questa primavera l'alga rossa del tipo Nocticula Scintillans
è riaffiorata lungo la costa fra Falconara marittima e
Palombina Vecchia (Ancona), in larghe chiazze a macchia di
leopardo, poco distanti dall'arenile. La presenza dell'alga,
che non è tossica e non impedisce la balneazione, è stata
segnalata dal Comune di Falconara all'Agenzia regionale per
la protezione dell'ambiente, che ha provveduto a prelevare e
far analizzare un campione della sostanza gelatinosa. Il
fenomeno, che allo stato delle conoscenze scientifiche
appare di origine naturale, verrà monitorato costantemente
dall'Arpam, anche nei prossimi giorni. "E' un fenomeno
prettamente primaverile - afferma la biologa Cassandra
Mengarelli che sta studiando l'infiorescenza algale - e
almeno sino ad oggi è localizzato sottocosta tra Falconara e
Palombina Vecchia. In quel tratto di mare sono presenti
varie chiazze di noctiluca con una concentrazione che si
aggira sui cinque milioni di cellule a litro d'acqua. Quello
che possiamo tranquillamente affermare è che non si tratta
di un fenomeno pericoloso nè per la balneazione nè per le
forme di vita marine. "Non ci sono problemi di inquinamento
- continua la biologa dell'Arpam - e se il tempo lo consente
chi vuole prendere un bagno può farlo tranquillamente.
Certo, la visione di un mare rossastro non è piacevole a
vedersi ma, dovrebbe essere un fenomeno di breve durata e
che dovrebbe scomparire prima dell'inizio di stagione.
Comunque, all'Arpam il fenomeno è seguito da vicino e i
prelievi d'acqua sono costanti". Nessuna controindicazione,
dunque per la Noctiluca comparsa a macchia di leopardo lungo
il tratto di costa falconarese. "Poi - continua la biologa
dell'Arpam - almeno per ora è limitatissimo, non abbiamo
avuto altre segnalazioni del genere. La concentrazione è
tutta li, tra Falconara e Palombina Vecchia".
"Un sequestro annunciato"
Intervento di An sul problema
della discarica delle Saline
"Noi il problema l'avevamo
sollevato già nell'ottobre del 2001, proponendo la
dismissione entro il 31 dicembre di quell'anno e l'immediata
bonifica di tutta l'area, ma ci hanno risposto che era tutto
in regola per andare avanti fino almeno al 2004". Matteo
Astolfi, capo gruppo di Alleanza Nazionale in consiglio
comunale ricorda bene la decisa presa di posizione di tutta
la maggioranza contro la mozione dell'ottobre 2001 nella
quale venivano interventi per la discarica delle Saline, e
non si meraviglia dei guai giudiziari di oggi. "La discarica
- spiega - già all'epoca creava seri problemi igienici a
tutti i residenti della zona a causa di cattivi odori e
nelle zone immediatamente circostanti stavano proliferando i
ratti, mentre centinaia di gabbiani avevano colonizzato il
territorio diventando un pericolo anche per il vicino
aeroporto". La discarica, catalogata fra quelle di prima
categoria avrebbe dovuto essere situata a distanza di
sicurezza dai centri abitati e dai sistemi viari di grande
comunicazione e già dalla fine del 2000 i residenti si erano
mobilitati affinché fosse dismessa. Poi a gennaio la notizia
della chiusura anticipata, per raggiunti limiti ed la
conseguente deviazione dei rifiuti cittadini verso
Chiaravalle con relativo e massiccio aumento delle tariffe
per la RSU. Secondo il capo gruppo di AN la questione doveva
essere affrontata in modo diverso, pensando ad un progetto
complessivo per l'eliminazione dei rifiuti, inoltre, che ci
fossero delle "situazioni poco chiare e delle norme non
rispettate era diventato evidente, infatti non erano stati
sistemati tutti i camini previsti per legge, c'erano
infiltrazioni e perdite di percolato e la chiusura
frettolosa di gennaio ha fatto sorgere molti altri dubbi in
proposito". "Nella mozione di un anno e mezzo fa - prosegue
Astolfi - avevamo chiesto all'amministrazione comunale di
farsi carico di sottoporre il problema agli organismi
istituzionali competenti affinchè questi si adoperassero per
predisporre, nell'ambito del piano dei rifiuti, un sito di
raccolta alternativo a quello situato sul territorio
falconarese e ad attivarsi celermente per ricercare nuovi
siti, applicare nuove tecnologie (termoconvertitori
ecocompatibili) e rafforzare il riciclaggio in accordo con
gli organi competenti". La risposta dell'amministrazione,
commenta Astolfi, fu secca e perentoria: "il nostro operato
è eccellente, di qualità e cerca di attenuare i costi di
smaltimento dei rifiuti. Alleanza Nazionale fa solo
demagogia e populismo". |
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IL GAZZETTINO |
L'incidente
accaduto al Petrolchimico ...
L'incidente accaduto al
Petrolchimico di Portomarghera giovedì 28 novembre 2002, con
la fuoriuscita di una nube tossica dal reparto Td5, ha molto
impressionato noi ragazzi. La mattina successiva tutti
avevano informazioni frammentarie sull'accaduto, volevano
sapere cosa era successo veramente, quali rischi avevamo
corso; chiedevamo agli insegnanti che cosa fare. Abbiamo
così accolto l'idea di scrivere delle lettere agli
amministratori della città. Eccone alcuni stralci
significativi.
Il mio papà è al sicuro?
Ogni mattina penso a mio
papà, che sta lavorando dentro all'Enichem e delle volte
temo che gli succeda qualcosa. Lavora dentro a quella
fabbrica, come tanti altri papà e mariti; ma sono al sicuro
là dentro? Noi eravamo sempre in pensiero. Per decenni nella
mia famiglia non si dormiva la sera. Quando mio nonno
lavorava alla Montedison un giorno ci fu una fuga di gas.
Per prima cosa egli fece uscire tutti e rientrò nella
fabbrica da solo per chiudere le manopole e impedire così la
fuoriuscita del gas. Per quel suo gesto si ammalò. Per
fortuna poi guarì, ma non del tutto.
Come vivere vicino a una
bomba
Il rischio che abbiamo corso
è stato veramente molto alto e, se solo penso a quello che
avrebbe potuto accadere, sto ancora male Abitare a Marghera
è come avere una bomba vicino a casa. Penso che le fabbriche
siano poco sicure e che avrebbero bisogno di più controlli e
manutenzione. Se il motivo per cui non sono state rese
ancora sicure sono i soldi, credo che quasi tutti sarebbero
disposti a dare un po' di più per una maggiore sicurezza.
Un pericolo anche per
l'ambiente
Io, come altra gente, sono
stanca di vivere dentro un pericolo così grande. Oltre al
rischio per le persone, non è da sottovalutare il pericolo
per l'ambiente, per la terra e l'aria, ma soprattutto per la
laguna, già molto inquinata.
Poteva essere una brutta fine
La fine potrebbe venire
perché nel Petrolchimico lavorano una sostanza micidiale,
che penso anche voi conosciate, il Fosgene, un gas tossico.
Signor sindaco e prosindaco, io non vorrei che succedesse
come a Bhopal (India) e a Seveso (Lombardia) dove sono morte
molte persone e ancora nascono bambini e bambine malformati
a causa delle sostanze che le loro mamme, mentre erano
incinta, hanno respirato.
Senza imbrogliare
Alcuni dicono che questi
incidenti si potrebbero evitare aumentando la manutenzione
dei macchinari... Ebbene, per invitare gli industriali a
farlo, senza imbrogliare, si potrebbe pensare a delle multe
salatissime, sperando che per non pagarle, tutti facciano
una manutenzione accurata.
È pericoloso sorvolare
Marghera
Gli aerei che sono diretti a
Venezia hanno una traiettoria di atterraggio precisa da
seguire verso l'aeroporto Marco Polo di Tessera. Qui, al
Porto di Passo Campalto, ci sono dei tralicci che mandano
loro dei segnali per non sbagliare. Nella loro rotta
sorvolano la laguna e Portomarghera: e se un aereo
sbagliasse e andasse a schiantarsi sul Petrolchimico?
Rischio attentati
terroristici
E se Bin Laden prendesse di
mira proprio il Petrolchimico di Marghera, per compiere un
attentato dirottandoci sopra un aereo kamikaze? Moribbero
molte più persone dell'11 settembre a New York e i nostri
territori colpiti resterebbero inquinati per anni e anni...
Spostiamo le fabbriche più
nocive
Io so che quando Marghera è
stata costruita era lontana dalla nostra piccola città e
quindi non si correvano grandi rischi, ma ora è diverso.
Mestre si è ingrandita e le fabbriche usano prodotti e
materiali sempre più pericolosi. Per questo, oltre a
chiederVi nuovi sistemi di allarme, credo che le fabbriche
dovrebbero essere costruite più lontano, in posti isolati,
come succede in altri Paesi, per far stare meglio le persone
e la natura...
Ci vorrebbero altre
precauzioni
Ogni cittadino dovrebbe avere
un libretto con le istruzioni sul comportamento da tenere in
caso di incidente, e forse ci vorrebbe anche una tuta di
protezione e una maschera antigas da tenere a portata di
mano.
Siamo un po' insicuri del
nostro futuro
Noi abbiamo ancora una vita
davanti però, dopo il fatto del Petrolchimico di Marghera ci
siamo posti una domanda: ci farà male quel gas? Ora abbiamo
paura: che ne sarà del nostro futuro? Voi ci potreste
rassicurare sul nostro futuro?
Morire di Chimica? No Grazie
Morire di Chimica non mi fa
per niente piacere, e se questo è il prezzo da pagare per
avere la plastica, allora dico"No Grazie!".
Questa volta l'abbiamo
scampata bella
La prossima volta potrebbe
essere fatale. So già che non sarà possibile fare tutto, ma
spero che la nostra lettera vi abbia colpiti e che
provvederete a fare qualcosa, senza mentire per
tranquillizzarci.
Non vogliamo diventare famosi
Non vorremmo essere citati
nei libri come quei ragazzi che sono deceduti nell'ultima
esplosione industriale di Portomarghera per aver inalato gas
tossici.
Giacomo, Alessandro, Luca,
Gian Marco, Jacopo, Enrico, Nicola, Valeria, Licia,
Veronica, Marta, Sara - classi 3.C e 3.D - media A. Gramsci |
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