RASSEGNA STAMPA 27.04.2003

 

RESTO DEL CARLINO
Api: uno scontro interminabile

FALCONARA — Che fino al 15 giugno (periodo massimo per il rinnovo della concessione all'Api) ci saranno una serie di faccia a faccia, per non dire scontri, non ci sono stati mai dubbi e che a quelli tra raffineria Api e Comune ne sarebbero seguiti altrettanti era praticamente cosa certa. Oggi il sindaco Carletti risponde a quanto dichiarato dall'esponente politico Sandro Zaffiri definendo le sue affermazioni «del tutto arbitrarie e prive di ogni fondamento». All'indomani dell'attacco del segretario regionale del Nuovo Psi, il sindaco Carletti respinge le accuse formulate dal politico che ha imputato al primo cittadino una sorta di scarsa sensibilità verso i lavoratori della raffineria Api. Carletti sottolinea il suo stesso ruolo, l'incarico che ricopre, quello di sindaco, che — dice — ha l'obbligo di «preoccuparsi di tutti i cittadini del Comune avendo avuto mandato di amministrarli. Dai neonati agli anziani — elenca Carletti — dai lavoratori alle casalinghe e studenti, i quali, lavoratori compresi, hanno principalmente il diritto e il bisogno di vivere in un ambiente e territorio ecologicamente sani». Carletti, poi, si sofferma a tracciare, per l'ennesima volta, ciò che è stabilito nel piano regolatore generale che prevede la «riconversione delle zone industriali inquinanti in aree destinate ad attività ecocompatibili che consentano di sfruttare al meglio le potenzialità del territorio dal turismo al terziario avanzato, al direzionale in un ambito di area vasta». Ma il primo cittadino entra anche nel merito delle affermazioni di Zaffiri: «Eludono ogni riferimento concreto e normativo, invocando interventi governativi fuori di ogni previsione in materie le cui competenze spettano alla Regione». «Si consiglia al medesimo — conclude il sindaco — prima di proporre affermazioni non fondate e fuori luogo, di valutare progetti, studi e quant'altro l'amministrazione comunale sta compiendo per restituire a Falconara la sua autonomia e il rispetto della sua dignità nelle scelte di sviluppo economico, culturale e sociale che si ricolleghino alle proprie tradizioni, sia che sfruttino al meglio le potenzialità derivanti dalla sua posizione strategica offrendo proprio in tale direzione ampie possibilità di occupazione e di lavoro. Questo — sottolinea Carletti — impegna politicamente le capacità di progettare e di pensare a medio e a lungo termine e richiede profondo attaccamento alle proprie radici, quando esse, in chi interviene su argomenti di così vasta portata, esistono, ed in ogni caso, profonda convinzione nei doveri da assolvere nei confronti della propria comunità. Qualora così non fosse si ha l'amara constatazione di quanto poco resta della politica».

 
IL TEMPO
Un altro feto malformato in Sicilia

di FEDERICO LO GIUDICE

AUGUSTA - Il dramma dei bambini malformati continua. L'ultimo caso è stato registrato lunedì scorso all'ospedale di Augusta, dove una donna di 25 anni, residente nella città megarese, è stata costretta a ricorrere all’aborto terapeutico. Al feto mancava, infatti, tutto l'apparato digerente. Uno scenario sempre più tragico che, giorno dopo giorno, si arricchisce di agghiaccianti particolari e che vede nel «mirino» degli inquirenti lo smaltimento dei rifiuti provenienti dagli stabilimenti del Petrolchimico di Priolo, tra Siracusa e Augusta. Secondo dati mai resi ufficiali, ogni settimana ad Augusta ci sono almeno 5 casi di aborto spontaneo. Dati che provengono dal registro siciliano delle malformazioni, confermati da Giacinto Franco, già primario del reparto di pediatria del nosocomio siciliano, che per primo sollevò la questione sulle malformazioni e sui tumori. Dati che rilevano come ad Augusta si sia registrato un aumento progressivo del numero di nascite con difetti: dal 1,5% dell'80 si è passati al 3% del '90 ed al 3,5 per gli anni '96, '97, '98 con un picco del 5,6 del 2000. Gli stessi dati regionali confermano che la provincia di Siracusa dal 1990 al '98 ha avuto il più alto numero di malformazioni con il 3,12% rispetto al 2,12% della Sicilia occidentale e al 2,16% di quella Orientale. Sorprende che nonostante si fosse a conoscenza di un quadro così allarmante, l'Asl non abbia mai assunto una linea netta. Se l'Asl si è mostrata "indifferente" la Procura e la Guardia di Finanza di Siracusa stanno indagando a tutto campo sull'inquinamento ambientale e sulle malformazioni. Un lavoro che ha già portato ai primi risultati con il sequestro, venerdì scorso, di un capannone nella zona industriale di Catania, dove si procedeva all'insaccatura di un materiale tossico e nocivo, denominato "vanadium concentrato", senza le autorizzazioni previste dal decreto Ronchi.

 
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