RESTO DEL CARLINO |
Api: uno scontro
interminabile
FALCONARA — Che fino al 15
giugno (periodo massimo per il rinnovo della concessione
all'Api) ci saranno una serie di faccia a faccia, per non
dire scontri, non ci sono stati mai dubbi e che a quelli tra
raffineria Api e Comune ne sarebbero seguiti altrettanti era
praticamente cosa certa. Oggi il sindaco Carletti risponde a
quanto dichiarato dall'esponente politico Sandro Zaffiri
definendo le sue affermazioni «del tutto arbitrarie e prive
di ogni fondamento». All'indomani dell'attacco del
segretario regionale del Nuovo Psi, il sindaco Carletti
respinge le accuse formulate dal politico che ha imputato al
primo cittadino una sorta di scarsa sensibilità verso i
lavoratori della raffineria Api. Carletti sottolinea il suo
stesso ruolo, l'incarico che ricopre, quello di sindaco, che
— dice — ha l'obbligo di «preoccuparsi di tutti i cittadini
del Comune avendo avuto mandato di amministrarli. Dai
neonati agli anziani — elenca Carletti — dai lavoratori alle
casalinghe e studenti, i quali, lavoratori compresi, hanno
principalmente il diritto e il bisogno di vivere in un
ambiente e territorio ecologicamente sani». Carletti, poi,
si sofferma a tracciare, per l'ennesima volta, ciò che è
stabilito nel piano regolatore generale che prevede la
«riconversione delle zone industriali inquinanti in aree
destinate ad attività ecocompatibili che consentano di
sfruttare al meglio le potenzialità del territorio dal
turismo al terziario avanzato, al direzionale in un ambito
di area vasta». Ma il primo cittadino entra anche nel merito
delle affermazioni di Zaffiri: «Eludono ogni riferimento
concreto e normativo, invocando interventi governativi fuori
di ogni previsione in materie le cui competenze spettano
alla Regione». «Si consiglia al medesimo — conclude il
sindaco — prima di proporre affermazioni non fondate e fuori
luogo, di valutare progetti, studi e quant'altro
l'amministrazione comunale sta compiendo per restituire a
Falconara la sua autonomia e il rispetto della sua dignità
nelle scelte di sviluppo economico, culturale e sociale che
si ricolleghino alle proprie tradizioni, sia che sfruttino
al meglio le potenzialità derivanti dalla sua posizione
strategica offrendo proprio in tale direzione ampie
possibilità di occupazione e di lavoro. Questo — sottolinea
Carletti — impegna politicamente le capacità di progettare e
di pensare a medio e a lungo termine e richiede profondo
attaccamento alle proprie radici, quando esse, in chi
interviene su argomenti di così vasta portata, esistono, ed
in ogni caso, profonda convinzione nei doveri da assolvere
nei confronti della propria comunità. Qualora così non fosse
si ha l'amara constatazione di quanto poco resta della
politica». |
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IL TEMPO |
Un altro feto malformato in
Sicilia
di FEDERICO LO GIUDICE
AUGUSTA - Il dramma dei
bambini malformati continua. L'ultimo caso è stato
registrato lunedì scorso all'ospedale di Augusta, dove una
donna di 25 anni, residente nella città megarese, è stata
costretta a ricorrere all’aborto terapeutico. Al feto
mancava, infatti, tutto l'apparato digerente. Uno scenario
sempre più tragico che, giorno dopo giorno, si arricchisce
di agghiaccianti particolari e che vede nel «mirino» degli
inquirenti lo smaltimento dei rifiuti provenienti dagli
stabilimenti del Petrolchimico di Priolo, tra Siracusa e
Augusta. Secondo dati mai resi ufficiali, ogni settimana ad
Augusta ci sono almeno 5 casi di aborto spontaneo. Dati che
provengono dal registro siciliano delle malformazioni,
confermati da Giacinto Franco, già primario del reparto di
pediatria del nosocomio siciliano, che per primo sollevò la
questione sulle malformazioni e sui tumori. Dati che
rilevano come ad Augusta si sia registrato un aumento
progressivo del numero di nascite con difetti: dal 1,5%
dell'80 si è passati al 3% del '90 ed al 3,5 per gli anni
'96, '97, '98 con un picco del 5,6 del 2000. Gli stessi dati
regionali confermano che la provincia di Siracusa dal 1990
al '98 ha avuto il più alto numero di malformazioni con il
3,12% rispetto al 2,12% della Sicilia occidentale e al 2,16%
di quella Orientale. Sorprende che nonostante si fosse a
conoscenza di un quadro così allarmante, l'Asl non abbia mai
assunto una linea netta. Se l'Asl si è mostrata
"indifferente" la Procura e la Guardia di Finanza di
Siracusa stanno indagando a tutto campo sull'inquinamento
ambientale e sulle malformazioni. Un lavoro che ha già
portato ai primi risultati con il sequestro, venerdì scorso,
di un capannone nella zona industriale di Catania, dove si
procedeva all'insaccatura di un materiale tossico e nocivo,
denominato "vanadium concentrato", senza le autorizzazioni
previste dal decreto Ronchi. |
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