MESSAGGERO |
Api, la Regione dice sì fino
al 2020
L’assessore Amagliani: «Ci
saranno però molte prescrizioni cui l’azienda dovrà
attennersi». I Verdi chiedono una verifica di maggioranza
Il presidente D’Ambrosio:
«Oggi non esistono motivi per non rinnovare la concessione»
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - «Oggi non
emergono elementi contrari alla proroga della concessione
alla raffineria Api di Falconara. Ciò non significa
concederla senza prima aver messo in fila le prescrizioni
necessarie». Il presidente della giunta regionale, Vito
D'Ambrosio, ha così sintetizzato i risultati dell'incontro
del Comitato istituzionale per i problemi di risanamento
dell'area, al quale hanno partecipato Provincia, Comune di
Falconara e organizzazioni sindacali. «Comincia ora il
percorso per strutturare le prescrizioni sulla base degli
studi già avviati - ha aggiunto D'Ambrosio - e tenendo conto
di tutti gli elementi indicati dalle istituzioni. L'iter va
concluso prima del 15 giugno, data entro cui la Regione
dovrà esprimersi». L’opinione è poi stata ribadita anche
dall’assessore regionale all’Ambiente, Marco Amagliani:
«Impossibile allo stato attuale dei fatti negare la
concessione alla raffineria». Un via libera fino al 2020 (la
scadenza era prevista al 2008) da parte della Regione «con
una condivisione quasi totale - dice Amagliani - senza
dissidi di fondo, fermo restando la valutazione delle
prescrizioni da fare insieme». Per Amagliani, tuttavia,
«resta in piedi la prospettiva di una verifica di una
possibile riconversione dell'area, ma perché ciò possa
avvenire è necessario che vi siano studi e progetti, il
primo dei quali è stato affidato un mese fa». L'Api occupa,
tra dipendenti e indotto, circa 2000 persone, sviluppa il
55% dell' energia elettrica prodotta nelle Marche; fornisce
il 30% del fabbisogno regionale e movimenta il 40% dei
traffici del porto di Ancona. Questi i motivi principali del
sì alla proroga della concessione, ma sugli adempimenti
richiesti all’azienda la Regione sta già mettendo alcuni
paletti: a parte i controlli su emissioni e inquinamento
dell'aria, dell'acqua e del suolo, verrà verificata la
possibilità di una compressione urbanistica in linea alle
indicazioni del Ctu del Tar, con l'arretramento dei serbatoi
che si trovano adiacenti alla strada o lo sgombero della
foce dell'Esino; sarà propedeutica anche la bonifica del
territorio. «La Regione - prosegue Amagliani - non chiederà
all'Api alcuna contropartita finanziaria ma per il futuro si
dovrà procedere con concessioni per gradi, con verifiche
ogni 4/5 anni». Il Comune di Falconara - presente con il
vicesindaco Antonio Graziosi, l’assessore all’ambiente
Giancarlo Scortichini e quello al bilancio Roberto Pesaresi
- esprime «preoccupazione che il procedimento di rinnovo
della concessione diventi un fatto burocratico, anche se
manifesta fiducia verso la Regione». Apprezzamento viene
espresso da Carmine Beccaceci (presidente Confartigianato
trasporti Marche), per la posizione di Regione e Provincia.
Sulla stessa lunghezza d’onda pure i sindacati, schierati
con Mastrovincenzo, Barchiesi e Fioretti mentre una
delegazione di una cinquantina di dipendenti Api manifestava
davanti la Regione. «Valutiamo positivamente - dicono Cgil,
Cisl e Uil - due elementi: che alla data odierna non ci sono
elementi per esprimere un parere negativo sul rinnovo e che
entro il 15 giugno la Regione assumerà il parere finale». Il
portavoce regionale dei Verdi, Luciano Montesi, si dice
invece «sorpreso» e invita il presidente della Giunta D'
Ambrosio a convocare sull'argomento «una prima riunione
politica della maggioranza di Centrosinistra al governo
della Regione». |
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RESTO DEL CARLINO |
Api, ora il rinnovo è più
vicino
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — «Non vedo alcuna
possibilità di negare alla raffineria Api il rinnovo della
concessione». Sono le parole pronunciate dall'assessore
regionale all'ambiente, Marco Amagliani. Una frase che
sintetizza in modo «realistico» — come lui stesso ha
affermato — il futuro che si prospetta per l'impianto
petrolifero e per il territorio di Falconara. Ieri si è
svolta la riunione tecnica istituzionale tra Regione,
Provincia, Comune e le delegazioni sindacali: un incontro
per decidere il da farsi e forse il primo nel quale si
riesce a delineare un percorso e le intenzioni degli enti
partecipanti. C'è una serie di 'ma' dietro a quell'«impossibilità
di negare il rinnovo della concessione»: una lunga lista di
prescrizioni a cui, non è escluso, che l'azienda Api si
rifiuti di ottemperare. Amagliani nell'incontro con la
stampa, al termine della riunione del tavolo istituzionale,
ha spiegato quali saranno alcune delle richieste della
Regione, per ora solo approntate, che verranno affrontate
nelle prossime riunioni. Le condizioni Dopo aver ribadito
che la compresenza della raffineria con il territorio è una
anomalia, l'assessore all'Ambiente ha spiegato: «Il rinnovo
non viene negato ma verrà sottoposto a prescrizioni serie in
materia di sicurezza, interna ed esterna, attraverso un
controllo assiduo su tutte le emissioni: acqua, aria e
suolo». Al tempo stesso Amagliani ha messo ben in evidenza
come dovrà essere verificata la «compressione urbanistica»
ovvero bloccare lo sviluppo della raffineria e dare quindi
corso alle prescrizioni che prevedono lo spostamento dei
serbatoi e la liberazione della foce del fiume Esino. «Fino
ad oggi — ha detto Amagliani — l'Api è continuata ad
espandersi, contrariamente a quanto indicato dal Ctu del Tar».
Interessante è stato, poi, il tipo di controllo che la
Regione intende mettere in atto, anche se i dettagli sono
ancora da definire, per verificare l'adempienza dell'azienda
Api alle altre prescrizioni: «Rinnoveremo la concessione per
step — ha sottolineato Amagliani — perché ogni quattro o
cinque anni verificheremo l'osservanza o meno degli
adempimenti sanciti». Al sì definitivo della Regione, che
verrà formulato entro i tempi stabiliti (15 giugno) è
sottoposta anche l'osservanza di un'altra condizione: «Prima
fra tutte — ha aggiunto Amagliani — che l'Api ritiri tutto
il contenzioso in atto, cominciando proprio dall'impugnativa
contro la dichiarazione, riferita al territorio dove sussite
anche l'Api, di area ad alto rischio». Un importante
passaggio, questo, che permetterebbe all'ente regionale di
stipulare un accordo con il ministero dell'Ambiente per
ottenere finanziamenti da finalizzare al risanamento di
quella porzione di territorio. Tutto questo prima che si
innesti quel principio di devolution al contrario che
rimetterebbe al Governo la facoltà di decidere sui rinnovi
degli impianti industriali. La valenza dell'impianto «Non
chiediamo alcuna contropartita finanziaria all'Api — ha
concluso Amagliani — ma il rispetto rigoroso dell'ambiente e
della sicurezza. Le linee che sono state configurate oggi
sono anche la conseguenza dell'assenza di un progetto
alternativo all'Api». Un disegno valido che risponda a ciò
che viene oggi offerto dalla raffineria: due mila lavoratori
tra impianto e indotto che assicurano la produzione del 55%
di energia elettrica della regione, il 30% del fabbisogno e
il 40% del traffico portuale.
"Non riduciamo tutto a un
fatto burocratico"
FALCONARA — Quello di ieri è
stato un incontro che ha posto la prima pietra per la
costruzione di una linea condivisa sulla scelta da fare. E'
possibile definirla una pagina di storia e il libro che
stiamo leggendo parla non solo della raffineria Api ma anche
del territorio, degli abitanti di Falconara. E ancora di
ambiente e sicurezza. Se il presidente della Provincia Enzo
Giancarli ha invitato i presenti ad essere determinati
«perché la scadenza è ormai alle porte» la posizione più
rigida è stata quella dell'amministrazione comunale
falconarese, che in un comunicato ha reso nota la sua
«preoccupazione» verso il procedimento di rinnovo della
concessione. Una 'paura' che le consultazioni e tutte le
fasi dell'iter di rinnovo diventino «un fatto burocratico».
«Ciò indebolirebbe — spiega l'amministrazione — gravemente
le attese di questo territorio a vedere avviate quelle
azioni di risanamento e di riqualificazione, che sole
possono giustificare una temporanea ulteriore permanenza
della raffineria e alle quali il Comune non rinuncerà,
impegnando tutte le sue forze per rispondere positivamente
agli impegni presi nei confronti dell'intera popolazione».
Proprio per questo il Comune vuole considerare positivamente
le dichiarazioni conclusive del Presidente D'Ambrosio,
secondo cui la Regione «si è impegnata a tenere conto e a
recepire le legittime esigenze poste dall'amministrazione
sulla base del proprio Prg, ravvisando una complessiva
comunione di interessi che tendono a migliorare le attuali
condizioni e, per il lungo periodo, ad una riconversione per
attività ecocompatibili dell'area attualmente occupata dalla
raffineria». Il Comune non si è ritenuto soddisfatto, perché
sembrerebbe non essere stato esplicato chiaramente il
percorso che dovrebbe portare alla riconversione, ma auspica
che i prossimi incontri consentano di tracciare in modo più
puntuale il quadro della situazione tale da «garantire a
tutte le parti interessate le condizioni di certezza» per
l'attuazione dei propri programmi di sviluppo. Nel corso
dell'incontro, il Comune ha illustrato di nuovo gli
obiettivi di riqualificazione del territorio e la
metodologia da seguire per arrivare ad una favorevole
conclusione del procedimento di rinnovo della concessione,
sottolineando con molta forza la irrinunciabilità del futuro
scenario contenuto nel Prg.
Un sit-in per implorare
una decisione coerente
FALCONARA — Una delegazione
di una cinquantina di lavoratori della raffineria ha
presidiato, ieri in occasione della riunione del tavolo
istituzionale, la sede della Regione in via Gentile da
Fabriano fin dalle nove del mattino. Quasi cinque ore in
attesa che dalla sala dei bottoni arrivasse una buona
notizia a salvaguardia dei posti di lavoro. Con loro i
sindacalisti, i rappresentati dei lavoratori. Ieri, assieme
al governatore D'Ambrosio, al presidente della Provincia
Giancarli e alla delegazione falconarese (il vicesindaco
Graziosi, gli assessori Scortichini e Pesaresi e il
dirigente Durpetti) c'erano anche i rappresentanti di Cgil,
Cisl e Uil, Femca, Filcea, Uilcem. Questi ultimi valutano
positivamente la propensione dimostrata al rinnovo della
concessione e il rispetto dei termini stabiliti per la
decisione finale. Il sindacato ha poi condiviso la proposta
fatta dalla Regione di realizzare nel tempo residuo un
percorso partecipato da tutti i soggetti interessati,
compresa l'azienda, per definire le condizioni che possano
consentire il rinnovo della concessione. Condizioni che
prevedono appunto il rafforzamento degli investimenti in
sicurezza, per la bonifica dell'area e per la garanzia dei
livelli occupazionali. Le organizzazioni sindacali
manterranno comunque alta l'attenzione su quelli che saranno
i prossimi incontri. La prima conferenza dei servizi si
terrà il 23 aprile.
La Cgia: «Scelta giusta
che mantiene l'occupazione»
FALCONARA — Confartigianato
apprezza il risultato dell'incontro tra le istituzioni che
hanno partecipato al tavolo tecnico di ieri. Soddisfazione è
espressa da Carmine Beccaceci presidente di Confartigianato
trasporti Marche, per la posizione «annunciata dai vertici
della Regione e della provincia di Ancona favorevoli al
rinnovo della concessione». «E' una scelta giusta — ha detto
Beccaceci — che permette di mantenere l'occupazione, di
fornire l'energia alle Marche e all'Italia centrale, e di
continuare a produrre ricchezza per l'intero territorio». E'
questa una aspettativa per Confartigianato, non solo dei
lavoratori Api ma anche dell'intero mondo produttivo, che
vive e prospera grazie alle fonti energetiche. Il sistema
produttivo e l'intera popolazione contano sull'autonomia
energetica delle Marche». Beccaceci ha ribadito che é giunto
il momento di decidere, invitando quindi Provincia e Regione
a fare la propria parte e ad assumere tempestivamente una
decisione equilibrata come quella del rinnovo della
concessione. Senza prescrizioni «che potrebbero creare forti
limitazioni e comunque incertezze negli operatori e nei
lavoratori». |
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CORRIERE ADRIATICO |
"D'Ambrosio, conclusioni
positive"
Ma il Comune punta sempre
sulla riconversione della raffineria
Il Comune di Falconara al
termine dell'incontro ha espresso la preoccupazione che il
procedimento di rinnovo della concessione ad Api si stia
trasformando in un fatto burocratico. "Ciò indebolirebbe -
afferma una nota - le attese di questo territorio a vedere
avviate quelle azioni di risanamento e di riqualificazione,
che sole possono giustificare una temporanea ulteriore
permanenza della raffineria e alle quali il Comune non
rinuncerà, impegnando tutte le sue forze per rispondere
positivamente agli impegni presi nei confronti dell'intera
popolazione. "Proprio per questo il Comune di Falconara vuol
considerare positivamente le dichiarazioni conclusive del
Presidente D'Ambrosio, con cui la Regione si è impegnata a
tenere conto e a recepire le legittime esigenze poste dal
Comune di Falconara sulla base del proprio Prg, ravvisando
una complessiva comunione di interessi che tendono a
migliorare le attuali condizioni e, per il lungo periodo, ad
una riconversione per attività ecocompatibili dell'area
attualmente occupata dalla raffineria".
"Sì alla concessione ma
con vincoli ferrei"
Amagliani: "No a
contropartite finanziarie ma rispetto delle norme di
sicurezza e ambientali"
di Marina Minelli
Non ci sono motivi per il no,
ma ciò non significa che la concessione arriverà senza
vincoli e prescrizioni. Il presidente Vito D'Ambrosio e
l'assessore all'ambiente Marco Amagliani al tavolo
istituzionale di ieri, cui hanno preso parte Provincia di
Ancona (con il presidente Giancarli), Comune di Falconara
(con gli assessori Pesaresi e Scortichini, il vice sindaco
Graziosi ed il dirigente Durpetti) e rappresentanti di Cgil,
Cisl e Uil, hanno portato le condizioni della Regione la
quale "non chiede nessuna contropartita finanziaria, ma
rispetto delle norme di sicurezza" e non solo. "Elemento
imprescindibile per avviare il discorso - ha precisato
Amagliani - è il ritiro, da parte dell'azienda, di tutti i
contenziosi legali, a partire dal ricorso contro la
dichiarazione di area ad alto rischio di crisi ambientale".
Un documento oggi preziosissimo perché consentirà alla
Regione di stipulare un accordo con il Ministero
dell'Ambiente attraverso il quale ottenere il cospicuo
finanziamento necessario per avviare i pianti di bonifica
del territorio. Amagliani però ha ribadito che "la
copresenza della raffineria Api con la città di Falconara è
un'anomalia di fatto, quindi rimane la possibilità di una
verifica per una riconversione eco-combatibile". A partire,
naturalmente, da studi, progetti, programmi che al momento
attuale non esistono o che sono solo stati abbozzati.
"Stiamo parlando di un'azienda con un grosso impatto
socio-economico - ha ricordato l'assessore - quindi ora in
mancanza di alternative non è possibile negare la richiesta
di rinnovo della concessione". Certo, rispetto al primo
"nulla osta" del 1949, "oggi l'assenso verrà dato sulla base
di prescrizioni serie, severe per la sicurezza esterna ed
interna, scaglionate e quantificate nel tempo e con la
garanzia di controlli su tutte le emissioni (aria, acqua e
sottosuolo) di carattere ambientale. Possibile, secondo
Amagliani, anche l'imposizione di una "compressione
urbanistica", in pratica lo spostamento dai confini di
almeno cinque serbatoi, nel rispetto delle indicazioni del
Ctr e del Ctu del Tar e la richiesta di "liberare quanto più
possibile la foce dell'Esino, fermo restando che
propedeutica alla riconversione è soprattutto la bonifica
del territorio con particolare riguardo all'Esino". Incerta
la durata del rinnovo. In contemporanea con la riunione
istituzionale una cinquantina di lavoratori della raffineria
hanno organizzato un sit-in di protesta davanti alla palazzo
della giunta regionale."Siamo abbastanza demoralizzati - ha
commentato Massimo Duranti della Rsu aziendale - perché le
prese di posizione sono sempre meno coerenti e qualcuno sta
giocando con le parole visto che non ha senso dire
"salvaguarderemo i posti di lavoro" e non avere sulla
questione nessun progetto concreto". Inutile, poi a parere
dei rappresentanti della Rsu, arrivare al rinnovo con tutti
i vincoli messi dalle tre delibere della giunta comunale di
Falconara, "a quelle condizioni la proprietà deciderà di
chiudere". E sulla questione del "primo si della Regione al
rinnovo della concessione" interviene la Federazione dei
Verdi che attraverso il loro presidente Luciano Montesi
affermano che: "Dal momento della verifica e del rimpasto di
metà legislatura abbiamo posto la necessità che su una
questione di tale importanza il dibattito vedesse
protagonisti, oltre che tutte le forze sociali anche tutti i
partiti della maggioranza regionale. Un primo incontro tra i
capigruppo, per quanto rappresentativo non può avere valenza
di una volontà politica comune. Per questo chiediamo al
presidente D'Ambrosio di convocare una riunione politica
della maggioranza di centrosinistra che governa la Regione".
Trasportatori e sindacati
soddisfatti
"Incontro positivo"
La posizione annunciata dai
vertici di Regione Marche e Provincia di Ancona a favore di
un rinnnovo della concessione all'Api incassa
l'apprezzamento di Carmine Beccaceci, presidente di
Confartigianato Trasporti Marche. "E' una scelta giusta -
riferisce una nota - che permette di mantenere l'occupazione
(2000 posti fra lavoratori dipendenti ed autonomi, diretti
ed indiretti), di fornire l' energia alle Marche e
all'Italia centrale, e di continuare a produrre ricchezza
per l'intero territorio". Per Roberto Piccinini, direttore
della Lega delle autonomie Locali e ex amministratore
falconarese. "Valutiamo positivamente l'incontro - afferma -
e ribadiamo la consapevolezza che le varie problematiche
vanno affrontate collegialmente e che una valutazione
definitiva della richiesta di rinnovo non potrà prescindere
dalla condizione che si diano credibili garanzie alla
comunità locale". Ed anche i sindacati (Femca-Filcea-Uilcem)
esprimono soddisfazione per le conclusioni della riunione di
ieri. Secondo loro uno dei fatti rilevanti emersi è che non
esistono elementi da far esprimere parere negativo sul
rinnovo della concessione e che la decisione finale verrà
data entro il 15 giugno e non slitterà. Interventi, poi,
anche sulla diatriba dei giorni scorsi su botta e risposta
del presidente Api con Carletti. Il primo intervento è di
Libero Lucconi, presidente regionale Udeur. Il politico
afferma che tutta la questione è sopra le righe. Da parte
del sindaco Carletti si è esagerato nella polemica ma anche
il presidente Api ha usato toni al di sopra delle righe e
non doveva usare la definizione di Falconara "Pese che senza
l'Api non sarebbe nulla...". Secondo il circolo "Piccioni"
di An di Falconara, è invece "avvilente" la "diatriba" tra
il sindaco Carletti e il presidente dell'Api Brachetti
Peretti, che viene definita in una nota "un tripudio di
esternazioni che offendono la comunità". An parla di "un
modus operandi squallido, assai poco dignitoso. Siamo
convinti che la città di Falconara non si debba vendere, né
si debba svendere, per cui i baratti sono inammissibili e
inaccettabili".
Villanova, promesse non
mantenute
Gli abitanti protestano
contro il degrado del quartiere considerato terra di
frontiera
di Marina Minelli
Stato di agitazione a
Villanova per protestare contro il degrado e l'abbandono del
rione e "le promesse mancate e le bugie con cui da anni
l'amministrazione comunale tenta di tenere buoni i
cittadini". A parlare sono i rappresentanti del comitato di
quartiere che annunciano per i prossimi giorni una serie di
iniziative pubbliche. "Chi passa vede solo l'asfalto e le
aiuole lungo la Flaminia - spiega il portavoce Loris Calcina
- ma questa è solo la facciata, dietro c'è tutto un
quartiere dimenticato, con strade, marciapiedi ed aree in
degrado come quella della ex Nord Legno"(Foto Tifi). Secondo
Calcina per l'amministrazione comunale "il territorio di
Villanova è terra di frontiera, dimenticata, mentre per
qualcun altro è terra di conquista. Per l'uno e per l'altro
i residenti sono un disturbo, un fastidio, perché,
abitandoci, chiedono manutenzioni, pulizia e spazi sociali
come per gli altri quartieri". Tanti i problemi di
Villanova, ma i residenti adesso sparano a zero soprattutto
sul progetto del porto che, dicono, "ci priverà della
spiaggia, la nostra ultima risorsa ambientale immediatamente
fruibile". "Quel progetto - commenta Calcina - ridurrà la
nostra spiaggia ad un parcheggio di circa 600 imbarcazioni
che, tra partenze ed arrivi, insudiceranno e degraderanno
tutto. Aggiungeteci infine il via vai di auto e camion per i
servizi. Bel modo di riqualificare un tratto di arenile!". I
cittadini sono seriamente preoccupati poi per l'ulteriore
deprezzamento delle abitazioni (il cui valore è già sceso
del 30-40% , secondo una stima fatta eseguire dal Comitato
stesso). "Per fare un esempio concreto - prosegue il
portavoce - a Senigallia il vecchio quartiere a ridosso del
quale è stato costruito il porto turistico è rimasto tale e
quale. Niente di nuovo, niente di riqualificato, senza un
negozio e senza un'attività". Altra questione irrisolta e
perennemente rimandata quella della sistemazione dell'area
ex Antonelli, acquistata nel 1989 e destinata ad un "Centro
Polivalente di quartiere con spazi ricreativi, commerciali e
di ristorazione". "Dopo 14 anni - rileva Loris Calcina - per
l'ennesima volta il piano degli investimenti del Comune di
Falconara elimina nuovamente i 413.166 euro necessari alla
riqualificazione dell'area, dicendo che si tratta solo di un
posticipo. Insomma l'area Antonelli è condannata
all'abbandono così come le scuole Lorenzini". Eppure,
ricorda Calcina, lo stesso sindaco Carletti il 28 marzo 2000
durante una riunione con i rappresentanti del comitato dei
cittadini, dichiarò che i lavori per l'area sarebbero
cominciati nel febbraio 2001 e l'assessore Antonio Graziosi
il 16 novembre 2001 disse che il progetto aveva già un suo
finanziamento per un primo stralcio di un miliardo ed i
lavori quindi sarebbero iniziati verso la fine del 2002.
"Bugie solo bugie - afferma Calcina - ma noi a questo punto
siamo davvero stanchi di essere presi in giro e daremo il
via ad una serie di manifestazioni di protesta perché i
residenti di Villanova contano come tutti gli altri
cittadini di Falconara". |
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