RASSEGNA STAMPA 18.04.2003

 

MESSAGGERO
Api, la Regione dice sì fino al 2020

L’assessore Amagliani: «Ci saranno però molte prescrizioni cui l’azienda dovrà attennersi». I Verdi chiedono una verifica di maggioranza

Il presidente D’Ambrosio: «Oggi non esistono motivi per non rinnovare la concessione»

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA - «Oggi non emergono elementi contrari alla proroga della concessione alla raffineria Api di Falconara. Ciò non significa concederla senza prima aver messo in fila le prescrizioni necessarie». Il presidente della giunta regionale, Vito D'Ambrosio, ha così sintetizzato i risultati dell'incontro del Comitato istituzionale per i problemi di risanamento dell'area, al quale hanno partecipato Provincia, Comune di Falconara e organizzazioni sindacali. «Comincia ora il percorso per strutturare le prescrizioni sulla base degli studi già avviati - ha aggiunto D'Ambrosio - e tenendo conto di tutti gli elementi indicati dalle istituzioni. L'iter va concluso prima del 15 giugno, data entro cui la Regione dovrà esprimersi». L’opinione è poi stata ribadita anche dall’assessore regionale all’Ambiente, Marco Amagliani: «Impossibile allo stato attuale dei fatti negare la concessione alla raffineria». Un via libera fino al 2020 (la scadenza era prevista al 2008) da parte della Regione «con una condivisione quasi totale - dice Amagliani - senza dissidi di fondo, fermo restando la valutazione delle prescrizioni da fare insieme». Per Amagliani, tuttavia, «resta in piedi la prospettiva di una verifica di una possibile riconversione dell'area, ma perché ciò possa avvenire è necessario che vi siano studi e progetti, il primo dei quali è stato affidato un mese fa». L'Api occupa, tra dipendenti e indotto, circa 2000 persone, sviluppa il 55% dell' energia elettrica prodotta nelle Marche; fornisce il 30% del fabbisogno regionale e movimenta il 40% dei traffici del porto di Ancona. Questi i motivi principali del sì alla proroga della concessione, ma sugli adempimenti richiesti all’azienda la Regione sta già mettendo alcuni paletti: a parte i controlli su emissioni e inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, verrà verificata la possibilità di una compressione urbanistica in linea alle indicazioni del Ctu del Tar, con l'arretramento dei serbatoi che si trovano adiacenti alla strada o lo sgombero della foce dell'Esino; sarà propedeutica anche la bonifica del territorio. «La Regione - prosegue Amagliani - non chiederà all'Api alcuna contropartita finanziaria ma per il futuro si dovrà procedere con concessioni per gradi, con verifiche ogni 4/5 anni». Il Comune di Falconara - presente con il vicesindaco Antonio Graziosi, l’assessore all’ambiente Giancarlo Scortichini e quello al bilancio Roberto Pesaresi - esprime «preoccupazione che il procedimento di rinnovo della concessione diventi un fatto burocratico, anche se manifesta fiducia verso la Regione». Apprezzamento viene espresso da Carmine Beccaceci (presidente Confartigianato trasporti Marche), per la posizione di Regione e Provincia. Sulla stessa lunghezza d’onda pure i sindacati, schierati con Mastrovincenzo, Barchiesi e Fioretti mentre una delegazione di una cinquantina di dipendenti Api manifestava davanti la Regione. «Valutiamo positivamente - dicono Cgil, Cisl e Uil - due elementi: che alla data odierna non ci sono elementi per esprimere un parere negativo sul rinnovo e che entro il 15 giugno la Regione assumerà il parere finale». Il portavoce regionale dei Verdi, Luciano Montesi, si dice invece «sorpreso» e invita il presidente della Giunta D' Ambrosio a convocare sull'argomento «una prima riunione politica della maggioranza di Centrosinistra al governo della Regione».

 
RESTO DEL CARLINO
Api, ora il rinnovo è più vicino

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — «Non vedo alcuna possibilità di negare alla raffineria Api il rinnovo della concessione». Sono le parole pronunciate dall'assessore regionale all'ambiente, Marco Amagliani. Una frase che sintetizza in modo «realistico» — come lui stesso ha affermato — il futuro che si prospetta per l'impianto petrolifero e per il territorio di Falconara. Ieri si è svolta la riunione tecnica istituzionale tra Regione, Provincia, Comune e le delegazioni sindacali: un incontro per decidere il da farsi e forse il primo nel quale si riesce a delineare un percorso e le intenzioni degli enti partecipanti. C'è una serie di 'ma' dietro a quell'«impossibilità di negare il rinnovo della concessione»: una lunga lista di prescrizioni a cui, non è escluso, che l'azienda Api si rifiuti di ottemperare. Amagliani nell'incontro con la stampa, al termine della riunione del tavolo istituzionale, ha spiegato quali saranno alcune delle richieste della Regione, per ora solo approntate, che verranno affrontate nelle prossime riunioni. Le condizioni Dopo aver ribadito che la compresenza della raffineria con il territorio è una anomalia, l'assessore all'Ambiente ha spiegato: «Il rinnovo non viene negato ma verrà sottoposto a prescrizioni serie in materia di sicurezza, interna ed esterna, attraverso un controllo assiduo su tutte le emissioni: acqua, aria e suolo». Al tempo stesso Amagliani ha messo ben in evidenza come dovrà essere verificata la «compressione urbanistica» ovvero bloccare lo sviluppo della raffineria e dare quindi corso alle prescrizioni che prevedono lo spostamento dei serbatoi e la liberazione della foce del fiume Esino. «Fino ad oggi — ha detto Amagliani — l'Api è continuata ad espandersi, contrariamente a quanto indicato dal Ctu del Tar». Interessante è stato, poi, il tipo di controllo che la Regione intende mettere in atto, anche se i dettagli sono ancora da definire, per verificare l'adempienza dell'azienda Api alle altre prescrizioni: «Rinnoveremo la concessione per step — ha sottolineato Amagliani — perché ogni quattro o cinque anni verificheremo l'osservanza o meno degli adempimenti sanciti». Al sì definitivo della Regione, che verrà formulato entro i tempi stabiliti (15 giugno) è sottoposta anche l'osservanza di un'altra condizione: «Prima fra tutte — ha aggiunto Amagliani — che l'Api ritiri tutto il contenzioso in atto, cominciando proprio dall'impugnativa contro la dichiarazione, riferita al territorio dove sussite anche l'Api, di area ad alto rischio». Un importante passaggio, questo, che permetterebbe all'ente regionale di stipulare un accordo con il ministero dell'Ambiente per ottenere finanziamenti da finalizzare al risanamento di quella porzione di territorio. Tutto questo prima che si innesti quel principio di devolution al contrario che rimetterebbe al Governo la facoltà di decidere sui rinnovi degli impianti industriali. La valenza dell'impianto «Non chiediamo alcuna contropartita finanziaria all'Api — ha concluso Amagliani — ma il rispetto rigoroso dell'ambiente e della sicurezza. Le linee che sono state configurate oggi sono anche la conseguenza dell'assenza di un progetto alternativo all'Api». Un disegno valido che risponda a ciò che viene oggi offerto dalla raffineria: due mila lavoratori tra impianto e indotto che assicurano la produzione del 55% di energia elettrica della regione, il 30% del fabbisogno e il 40% del traffico portuale.

"Non riduciamo tutto a un fatto burocratico"

FALCONARA — Quello di ieri è stato un incontro che ha posto la prima pietra per la costruzione di una linea condivisa sulla scelta da fare. E' possibile definirla una pagina di storia e il libro che stiamo leggendo parla non solo della raffineria Api ma anche del territorio, degli abitanti di Falconara. E ancora di ambiente e sicurezza. Se il presidente della Provincia Enzo Giancarli ha invitato i presenti ad essere determinati «perché la scadenza è ormai alle porte» la posizione più rigida è stata quella dell'amministrazione comunale falconarese, che in un comunicato ha reso nota la sua «preoccupazione» verso il procedimento di rinnovo della concessione. Una 'paura' che le consultazioni e tutte le fasi dell'iter di rinnovo diventino «un fatto burocratico». «Ciò indebolirebbe — spiega l'amministrazione — gravemente le attese di questo territorio a vedere avviate quelle azioni di risanamento e di riqualificazione, che sole possono giustificare una temporanea ulteriore permanenza della raffineria e alle quali il Comune non rinuncerà, impegnando tutte le sue forze per rispondere positivamente agli impegni presi nei confronti dell'intera popolazione». Proprio per questo il Comune vuole considerare positivamente le dichiarazioni conclusive del Presidente D'Ambrosio, secondo cui la Regione «si è impegnata a tenere conto e a recepire le legittime esigenze poste dall'amministrazione sulla base del proprio Prg, ravvisando una complessiva comunione di interessi che tendono a migliorare le attuali condizioni e, per il lungo periodo, ad una riconversione per attività ecocompatibili dell'area attualmente occupata dalla raffineria». Il Comune non si è ritenuto soddisfatto, perché sembrerebbe non essere stato esplicato chiaramente il percorso che dovrebbe portare alla riconversione, ma auspica che i prossimi incontri consentano di tracciare in modo più puntuale il quadro della situazione tale da «garantire a tutte le parti interessate le condizioni di certezza» per l'attuazione dei propri programmi di sviluppo. Nel corso dell'incontro, il Comune ha illustrato di nuovo gli obiettivi di riqualificazione del territorio e la metodologia da seguire per arrivare ad una favorevole conclusione del procedimento di rinnovo della concessione, sottolineando con molta forza la irrinunciabilità del futuro scenario contenuto nel Prg.

Un sit-in per implorare una decisione coerente

FALCONARA — Una delegazione di una cinquantina di lavoratori della raffineria ha presidiato, ieri in occasione della riunione del tavolo istituzionale, la sede della Regione in via Gentile da Fabriano fin dalle nove del mattino. Quasi cinque ore in attesa che dalla sala dei bottoni arrivasse una buona notizia a salvaguardia dei posti di lavoro. Con loro i sindacalisti, i rappresentati dei lavoratori. Ieri, assieme al governatore D'Ambrosio, al presidente della Provincia Giancarli e alla delegazione falconarese (il vicesindaco Graziosi, gli assessori Scortichini e Pesaresi e il dirigente Durpetti) c'erano anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, Femca, Filcea, Uilcem. Questi ultimi valutano positivamente la propensione dimostrata al rinnovo della concessione e il rispetto dei termini stabiliti per la decisione finale. Il sindacato ha poi condiviso la proposta fatta dalla Regione di realizzare nel tempo residuo un percorso partecipato da tutti i soggetti interessati, compresa l'azienda, per definire le condizioni che possano consentire il rinnovo della concessione. Condizioni che prevedono appunto il rafforzamento degli investimenti in sicurezza, per la bonifica dell'area e per la garanzia dei livelli occupazionali. Le organizzazioni sindacali manterranno comunque alta l'attenzione su quelli che saranno i prossimi incontri. La prima conferenza dei servizi si terrà il 23 aprile.

La Cgia: «Scelta giusta che mantiene l'occupazione»

FALCONARA — Confartigianato apprezza il risultato dell'incontro tra le istituzioni che hanno partecipato al tavolo tecnico di ieri. Soddisfazione è espressa da Carmine Beccaceci presidente di Confartigianato trasporti Marche, per la posizione «annunciata dai vertici della Regione e della provincia di Ancona favorevoli al rinnovo della concessione». «E' una scelta giusta — ha detto Beccaceci — che permette di mantenere l'occupazione, di fornire l'energia alle Marche e all'Italia centrale, e di continuare a produrre ricchezza per l'intero territorio». E' questa una aspettativa per Confartigianato, non solo dei lavoratori Api ma anche dell'intero mondo produttivo, che vive e prospera grazie alle fonti energetiche. Il sistema produttivo e l'intera popolazione contano sull'autonomia energetica delle Marche». Beccaceci ha ribadito che é giunto il momento di decidere, invitando quindi Provincia e Regione a fare la propria parte e ad assumere tempestivamente una decisione equilibrata come quella del rinnovo della concessione. Senza prescrizioni «che potrebbero creare forti limitazioni e comunque incertezze negli operatori e nei lavoratori».

 
CORRIERE ADRIATICO
"D'Ambrosio, conclusioni positive"

Ma il Comune punta sempre sulla riconversione della raffineria

Il Comune di Falconara al termine dell'incontro ha espresso la preoccupazione che il procedimento di rinnovo della concessione ad Api si stia trasformando in un fatto burocratico. "Ciò indebolirebbe - afferma una nota - le attese di questo territorio a vedere avviate quelle azioni di risanamento e di riqualificazione, che sole possono giustificare una temporanea ulteriore permanenza della raffineria e alle quali il Comune non rinuncerà, impegnando tutte le sue forze per rispondere positivamente agli impegni presi nei confronti dell'intera popolazione. "Proprio per questo il Comune di Falconara vuol considerare positivamente le dichiarazioni conclusive del Presidente D'Ambrosio, con cui la Regione si è impegnata a tenere conto e a recepire le legittime esigenze poste dal Comune di Falconara sulla base del proprio Prg, ravvisando una complessiva comunione di interessi che tendono a migliorare le attuali condizioni e, per il lungo periodo, ad una riconversione per attività ecocompatibili dell'area attualmente occupata dalla raffineria".

"Sì alla concessione ma con vincoli ferrei"

Amagliani: "No a contropartite finanziarie ma rispetto delle norme di sicurezza e ambientali"

di Marina Minelli

Non ci sono motivi per il no, ma ciò non significa che la concessione arriverà senza vincoli e prescrizioni. Il presidente Vito D'Ambrosio e l'assessore all'ambiente Marco Amagliani al tavolo istituzionale di ieri, cui hanno preso parte Provincia di Ancona (con il presidente Giancarli), Comune di Falconara (con gli assessori Pesaresi e Scortichini, il vice sindaco Graziosi ed il dirigente Durpetti) e rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, hanno portato le condizioni della Regione la quale "non chiede nessuna contropartita finanziaria, ma rispetto delle norme di sicurezza" e non solo. "Elemento imprescindibile per avviare il discorso - ha precisato Amagliani - è il ritiro, da parte dell'azienda, di tutti i contenziosi legali, a partire dal ricorso contro la dichiarazione di area ad alto rischio di crisi ambientale". Un documento oggi preziosissimo perché consentirà alla Regione di stipulare un accordo con il Ministero dell'Ambiente attraverso il quale ottenere il cospicuo finanziamento necessario per avviare i pianti di bonifica del territorio. Amagliani però ha ribadito che "la copresenza della raffineria Api con la città di Falconara è un'anomalia di fatto, quindi rimane la possibilità di una verifica per una riconversione eco-combatibile". A partire, naturalmente, da studi, progetti, programmi che al momento attuale non esistono o che sono solo stati abbozzati. "Stiamo parlando di un'azienda con un grosso impatto socio-economico - ha ricordato l'assessore - quindi ora in mancanza di alternative non è possibile negare la richiesta di rinnovo della concessione". Certo, rispetto al primo "nulla osta" del 1949, "oggi l'assenso verrà dato sulla base di prescrizioni serie, severe per la sicurezza esterna ed interna, scaglionate e quantificate nel tempo e con la garanzia di controlli su tutte le emissioni (aria, acqua e sottosuolo) di carattere ambientale. Possibile, secondo Amagliani, anche l'imposizione di una "compressione urbanistica", in pratica lo spostamento dai confini di almeno cinque serbatoi, nel rispetto delle indicazioni del Ctr e del Ctu del Tar e la richiesta di "liberare quanto più possibile la foce dell'Esino, fermo restando che propedeutica alla riconversione è soprattutto la bonifica del territorio con particolare riguardo all'Esino". Incerta la durata del rinnovo. In contemporanea con la riunione istituzionale una cinquantina di lavoratori della raffineria hanno organizzato un sit-in di protesta davanti alla palazzo della giunta regionale."Siamo abbastanza demoralizzati - ha commentato Massimo Duranti della Rsu aziendale - perché le prese di posizione sono sempre meno coerenti e qualcuno sta giocando con le parole visto che non ha senso dire "salvaguarderemo i posti di lavoro" e non avere sulla questione nessun progetto concreto". Inutile, poi a parere dei rappresentanti della Rsu, arrivare al rinnovo con tutti i vincoli messi dalle tre delibere della giunta comunale di Falconara, "a quelle condizioni la proprietà deciderà di chiudere". E sulla questione del "primo si della Regione al rinnovo della concessione" interviene la Federazione dei Verdi che attraverso il loro presidente Luciano Montesi affermano che: "Dal momento della verifica e del rimpasto di metà legislatura abbiamo posto la necessità che su una questione di tale importanza il dibattito vedesse protagonisti, oltre che tutte le forze sociali anche tutti i partiti della maggioranza regionale. Un primo incontro tra i capigruppo, per quanto rappresentativo non può avere valenza di una volontà politica comune. Per questo chiediamo al presidente D'Ambrosio di convocare una riunione politica della maggioranza di centrosinistra che governa la Regione".

Trasportatori e sindacati soddisfatti

"Incontro positivo"

La posizione annunciata dai vertici di Regione Marche e Provincia di Ancona a favore di un rinnnovo della concessione all'Api incassa l'apprezzamento di Carmine Beccaceci, presidente di Confartigianato Trasporti Marche. "E' una scelta giusta - riferisce una nota - che permette di mantenere l'occupazione (2000 posti fra lavoratori dipendenti ed autonomi, diretti ed indiretti), di fornire l' energia alle Marche e all'Italia centrale, e di continuare a produrre ricchezza per l'intero territorio". Per Roberto Piccinini, direttore della Lega delle autonomie Locali e ex amministratore falconarese. "Valutiamo positivamente l'incontro - afferma - e ribadiamo la consapevolezza che le varie problematiche vanno affrontate collegialmente e che una valutazione definitiva della richiesta di rinnovo non potrà prescindere dalla condizione che si diano credibili garanzie alla comunità locale". Ed anche i sindacati (Femca-Filcea-Uilcem) esprimono soddisfazione per le conclusioni della riunione di ieri. Secondo loro uno dei fatti rilevanti emersi è che non esistono elementi da far esprimere parere negativo sul rinnovo della concessione e che la decisione finale verrà data entro il 15 giugno e non slitterà. Interventi, poi, anche sulla diatriba dei giorni scorsi su botta e risposta del presidente Api con Carletti. Il primo intervento è di Libero Lucconi, presidente regionale Udeur. Il politico afferma che tutta la questione è sopra le righe. Da parte del sindaco Carletti si è esagerato nella polemica ma anche il presidente Api ha usato toni al di sopra delle righe e non doveva usare la definizione di Falconara "Pese che senza l'Api non sarebbe nulla...". Secondo il circolo "Piccioni" di An di Falconara, è invece "avvilente" la "diatriba" tra il sindaco Carletti e il presidente dell'Api Brachetti Peretti, che viene definita in una nota "un tripudio di esternazioni che offendono la comunità". An parla di "un modus operandi squallido, assai poco dignitoso. Siamo convinti che la città di Falconara non si debba vendere, né si debba svendere, per cui i baratti sono inammissibili e inaccettabili".

Villanova, promesse non mantenute

Gli abitanti protestano contro il degrado del quartiere considerato terra di frontiera

di Marina Minelli

Stato di agitazione a Villanova per protestare contro il degrado e l'abbandono del rione e "le promesse mancate e le bugie con cui da anni l'amministrazione comunale tenta di tenere buoni i cittadini". A parlare sono i rappresentanti del comitato di quartiere che annunciano per i prossimi giorni una serie di iniziative pubbliche. "Chi passa vede solo l'asfalto e le aiuole lungo la Flaminia - spiega il portavoce Loris Calcina - ma questa è solo la facciata, dietro c'è tutto un quartiere dimenticato, con strade, marciapiedi ed aree in degrado come quella della ex Nord Legno"(Foto Tifi). Secondo Calcina per l'amministrazione comunale "il territorio di Villanova è terra di frontiera, dimenticata, mentre per qualcun altro è terra di conquista. Per l'uno e per l'altro i residenti sono un disturbo, un fastidio, perché, abitandoci, chiedono manutenzioni, pulizia e spazi sociali come per gli altri quartieri". Tanti i problemi di Villanova, ma i residenti adesso sparano a zero soprattutto sul progetto del porto che, dicono, "ci priverà della spiaggia, la nostra ultima risorsa ambientale immediatamente fruibile". "Quel progetto - commenta Calcina - ridurrà la nostra spiaggia ad un parcheggio di circa 600 imbarcazioni che, tra partenze ed arrivi, insudiceranno e degraderanno tutto. Aggiungeteci infine il via vai di auto e camion per i servizi. Bel modo di riqualificare un tratto di arenile!". I cittadini sono seriamente preoccupati poi per l'ulteriore deprezzamento delle abitazioni (il cui valore è già sceso del 30-40% , secondo una stima fatta eseguire dal Comitato stesso). "Per fare un esempio concreto - prosegue il portavoce - a Senigallia il vecchio quartiere a ridosso del quale è stato costruito il porto turistico è rimasto tale e quale. Niente di nuovo, niente di riqualificato, senza un negozio e senza un'attività". Altra questione irrisolta e perennemente rimandata quella della sistemazione dell'area ex Antonelli, acquistata nel 1989 e destinata ad un "Centro Polivalente di quartiere con spazi ricreativi, commerciali e di ristorazione". "Dopo 14 anni - rileva Loris Calcina - per l'ennesima volta il piano degli investimenti del Comune di Falconara elimina nuovamente i 413.166 euro necessari alla riqualificazione dell'area, dicendo che si tratta solo di un posticipo. Insomma l'area Antonelli è condannata all'abbandono così come le scuole Lorenzini". Eppure, ricorda Calcina, lo stesso sindaco Carletti il 28 marzo 2000 durante una riunione con i rappresentanti del comitato dei cittadini, dichiarò che i lavori per l'area sarebbero cominciati nel febbraio 2001 e l'assessore Antonio Graziosi il 16 novembre 2001 disse che il progetto aveva già un suo finanziamento per un primo stralcio di un miliardo ed i lavori quindi sarebbero iniziati verso la fine del 2002. "Bugie solo bugie - afferma Calcina - ma noi a questo punto siamo davvero stanchi di essere presi in giro e daremo il via ad una serie di manifestazioni di protesta perché i residenti di Villanova contano come tutti gli altri cittadini di Falconara".

 
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