MESSAGGERO |
Api torna a occuparsi
dell’Api
Mossa del primo cittadino
alla vigilia del tavolo in Regione sul rinnovo della
concessione alla raffineria
Il sindaco richiama in
servizio l’assessore e gli riaffida la gestione del prg
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - Fausto Api di
nuovo in sella al cavallo di battaglia dei Ds,
l’urbanistica. A poco più di un anno di distanza dalle sue
dimissioni, l’assessorato dell’urbanistica torna di
competenza del partito dei Ds che da sempre ha fatto di
questo campo il perno del suo programma politico sia in
campagna elettorale che nella quotidiana vita amministrativa
del Comune. Una riconferma questa di Api, 55 anni,
pensionato delle ex Ferrovie dello Stato, da sempre
militante nella sinistra, che arriva a sorpresa, almeno per
il diretto interessato che aveva lasciato la poltrona per
aiutare il figlio nell’avvio del ristorante. «Sinceramente -
racconta - non pensavo che il sindaco mi chiedesse ancora di
tornare a collaborare. Mi ero dimesso per questioni
familiari. E la nuova proposta di Carletti è stata motivo di
orgoglio e soddisfazione, ma anche di pensieri. Una
decisione sofferta, ma alla fine ho aderito con entusiasmo,
professionalità e serenità». Api torna al suo posto in una
fase delicata del settore urbanistico, quella della gestione
ed attuazione del prg che l’esponente politico falconarese
conosce a menadito essendone stato uno degli autori. Proprio
per questo, il sindaco ha pensato di richiamarlo al suo
incarico. «E’ stato - spiega Carletti - il coordinatore di
tutto il lavoro del prg e sono contento che abbia sentito il
dovere di accettare la mia proposta, considerando l’avvio di
questa nuova fase, complessa e delicata, della
predisposizione dell’attuazione di questo strumento». Il suo
ritorno è collegato agli impegni che coinvolgono il Comune
da qui al 15 giugno col rinnovo della concessione della
raffineria, come ad esempio l’incontro di oggi in Regione
con Provincia e sindacati? «No - è la risposta di Carletti -
la mia scelta di richiamare l’assessore Api non è
direttamente collegata alla vicenda raffineria». Quali
allora le sue aspettative sull’appuntamento di oggi? «Credo
che la proposta che porteremo sul tavolo possa costituire
una buona base su cui discutere. Ha una sua logica e una sua
concretezza». Vediamo, a questo punto, il documento con cui
il Comune di Falconara si presenta in Regione, dove è
previsto anche un presidio dei lavoratori Api. «Per il
Comune di Falconara - si legge in una nota
dell’amministrazione - l’esame della richiesta di rinnovo è
legato alla duplice condizione sia della accettazione da
parte degli interlocutori, compresa la Api raffineria, del
nuovo Prg del Comune, espressione della volontà democratica
dei cittadini, sia della condivisione di un percorso che
l’azienda Api dovrà intraprendere nel breve e nel medio
periodo, atteso che nel lungo periodo, dopo che saranno
studiati, predisposti e messi in attuazione i piani
fattibilità, lo scenario si configurerà nell’incompatibilità
della struttura». Ma cosa chiede il Comune nel breve
periodo? «Dovranno essere attuati dall’azienda - continua la
nota - interventi in grado di mitigare l’impatto ambientale
della raffineria che consentano l’avvio delle trasformazioni
territoriali previste dall’Amministrazione. Quindi la
riduzione dell’area occupata dalla raffineria mediante
l’eliminazione dei 5 serbatoi sulla la Ss 16 e la
sistemazione dell’area a verde come zona filtro con il
territorio esterno della raffineria; la realizzazione, tra
la Ss 16 e la via Fiumesino per il tratto limitrofo l’Api,
di un rilevato sistemato a verde con funzioni di protezione
dell’abitato; la partecipazione alla costruzione di una rete
ecologica a verde; la predisposizione della messa in
sicurezza e la bonifica del suolo in stretto rapporto con il
Comune di Falconara; l’adeguamento alle prescrizioni degli
organi di controllo deputati alla sicurezza e alla tutela
ambientale; il collegamento in tempi rapidi con il sistema
computerizzato di raffineria (Ecos), per la rilevazione
continua e la contabilizzazione delle emissioni inquinanti
sia dai forni di raffineria sia dall’impianto Igcc».
La giunta sale a quota 9
Carletti si “alleggerisce"
di Roberta Maccagnani
FALCONARA - Salgono a nove
gli assessori del Comune di Falconara. L’ultimo prescelto,
in ordine cronologico, è appunto Fausto Api, che ritorna al
timone del settore urbanistica dopo un anno di assenza.
Diminuiscono, quindi, le deleghe concentrate nelle mani del
sindaco Carletti. Sull’onda della recente nomina
dell’assessore all’ambiente, Giancarlo Scortichini, erano
state sollevate diverse polemiche. I partiti di opposizione,
in particolare, avevano accusato il primo cittadino di voler
accentrare eccessivamente su di sé incarichi tipicamente
assessorili, vedi la sfera della cultura, dei lavori
pubblici e dell’urbanistica. Ora, almeno per l’urbanistica,
il problema è risolto col ritorno di Fausto Api, un altro Ds,
dopo Scortichini. Ma vediamo, nel complesso, come si
presenta adesso al giunta Carletti. Al turismo e alla scuola
c’è sempre Fabrizio Belfiore (Re), alla sicurezza Francesco
Terranova (Margherita), ai servizi sociali Gilberto
Baldassarri (Margherita), alle politiche sociali, giovanili
e all’immigrazione Susanna Cimarelli (Ds), al commercio
Marco Canonico (Sdi), alla programmazione e gestione delle
risorse economiche Roberto Pesaresi (Ds). Antonio Graziosi
(Margherita) rimane, inoltre, vicesindaco e responsabile
delle relazioni con gli enti. L’ambito dello Sport viene
invece gestito sempre da Marco Paolini, che però è passato
da assessore a presidente dell’Istituzione denominata Jessie
Owens. |
|
RESTO DEL CARLINO |
Fausto Api dice ancora sì a
Carletti
FALCONARA — A volte
ritornano. Come anticipato giorni fa dal Carlino, Fausto Api
riprende possesso dell'assessorato all'urbanistica. Con la
firma di ieri mattina di fronte al sindaco Giancarlo
Carletti, uno dei massimi esponenti diessini cittadini
ritorna a ricoprire la delega che fu sua dal 1998. Proprio a
colui che lavorò, sin dall'inizio, alla realizzazione del
nuovo Prg, appena approvato. Una scelta di «garanzia»,
quella effettuata dal primo cittadino, che, oltre a
confermare la propria stima personale nel neo-assessore,
mostra la volontà di perseguire gli obiettivi che questo
strumento costituisce come elemento fondamentale importanza
per la città di Falconara e per il suo territorio. Proprio a
Fausto Api spetterà di attuare, insieme alla giunta comunale
falconarese, le previsioni fondamentali del nuovo Prg, in
particolare per ciò che attiene alla riqualificazione e
riabilitazione del tessuto urbano esistente del centro città
e dei centri storici di Castelferretti e Falconara Alta. Per
queste parti di territorio sono stati predisposti veri e
propri piani particolareggiati al cui interno confluiranno
le azioni di riqualificazione sia di iniziativa pubblica che
privata, finalizzate al recupero e alla riqualificazione del
patrimonio edilizio esistente ma anche all'accrescimento
degli standard e dei servizi. All'assessore all'urbanistica
spetta un impegno importante per il futuro della città
ovvero coordinare ed indirizzare l'indirizzo e le scelte
sottese dal nuovo Prg che per concretizzarsi, avranno
bisogno, non solo di un grande impegno della amministrazione
falconarese e delle strutture tecniche comunali, ma anche
del concorso di Regione, Provincia ed altri enti, compresi i
comuni confinanti poiché il nuovo assetto dell'area e la sua
riqualificazione non e' solo una questione di Falconara ma
di una parte strategica della regione e della provincia:
l'area a nord di Ancona. Tutto questo rafforza la scelta del
sindaco Carletti nella scelta di Fausto Api, trovandolo in
perfetta sintonia su questo percorso futuro. |
|
CORRIERE ADRIATICO |
Residenti di Fiumesino sotto
l'ala del Wwf
Il comitato aderisce
all'associazione
di Marina Minelli
Formalizzata ieri pomeriggio,
con la consegna della bandiera, l'adesione del comitato dei
residenti a Fiumesino al Wwf - Fondo Mondiale per la Natura.
"E' una scelta fatta perché secondo noi - ha sottolineato il
portavoce Franco Budini - è fondamentale essere allacciati
ad una rete di realtà e di associazioni che operano tutte
con lo stesso obiettivo di tutela e difesa dell'ambiente".
Un'adesione che è, implicitamente, anche un riconoscimento
da parte del Wwf alle attività ed alle iniziative del
comitato di Fiumesino. "Il concetto di sostenibilità - ha
fatto notare Andrea Dignani, presidente del Wwf Marche -
passa anche e soprattutto attraverso la cultura della
partecipazione e del consenso e al di là del futuro della
raffineria è assolutamente necessario che i cittadini
trovino un luogo permanente di confronto aperto e di
dibattito. L'iscrizione del comitato alla nostra
associazione va in questa direzione e insieme potremo
costruire ipotesi alternative, avviare un dibattito e
chiedere con maggiore forza ed incisività alla Regione di
creare un luogo di discussione all'interno del quale i
residenti possano esprimere istanze ed opinioni". I
rappresentanti del comitato inoltre hanno ribadito la loro
indignazione a proposito delle dichiarazioni del presidente
dell'Api Aldo Brachetti Peretti visto che, nonostante le
affermazioni contrarie, "oggi Falconara è un paradigmatico
esempio negativo si sviluppo, noto a livello nazionale,
mentre 40 anni fa era una cittadina in pieno sviluppo
turistico. Allora le possibilità di "questo piccolo paese"
erano diverse e sicuramente, dal nostro punto di vista
migliori".
il
comunicato integrale inviato dai comitati
Concessione, primo sì
dalla Regione
La maggioranza è per il
rinnovo all'Api
Via libera al rinnovo della
concessione della raffineria Api a condizione che si
rispettino le prescrizioni per la compatibilità ambientale e
la messa in sicurezza degli impianti. Tre ore filate di
discussione, ieri mattina, e la maggioranza regionale ha
dato il proprio placet alla proposta dell'assessore
regionale Marco Amagliani. Un consenso di massima necessario
alla Regione in vista dell'incontro di oggi, il tavolo
istituzionale tra lo stesso ente, Provincia, Comune e
sindacati. Summit importante al quale dovrebbe partecipare
anche il presidente Vito D'Ambrosio dal quale i più, a
questo punto, si attendono risposte consistenti. A tallonare
i presenti ci saranno i sindacati che per l'occasione hanno
promosso un sit-in davanti al palazzo della Regione. La
proposta avallata ieri dalla maggioranza era stata già
illustrata nel corso dell'ultimo incontro tra lo stesso
Amagliani e i sindacati, ma da ieri assume un significato
diverso grazie alla benedizione di tutte le forze di
maggioranza. Che, per chiudere il cerchio prima del 15
giugno, si ritroveranno per valutare il "pacchetto" delle
prescrizioni che contemplano una lunga serie di misure
incluso il disinquinamento del sottosuolo così da giungere
all'auspicata compatibilità ambientale. A definire il
dettagliato elenco sarà la stessa Regione. Il no alla
concessione, scontato e isolato, resta quello dei Verdi.
"Siamo contrari al rinnovo della concessione che, tra
l'altro, scade nel 2008 e quindi non si capisce il motivo di
tanta fretta" tuona il consigliere regionale Pietro
D'Angelo. Affermazioni al vetriolo che preludono ad una vera
e propria dichiarazione di guerra. "Siamo convinti che l'Api
sia incompatibile e che in ogni caso la concessione non vada
rinnovata prima che sia conclusa l'indagine sulla sua
riconversione. Che non pensino, in questo modo, di prendersi
in giro" conclude d'Angelo. Verdi a parte, a partire da
oggi, dopo l'ufficialità della politica, si comincerà a
lavorare, salvo imprevisti, seguendo il percorso intrapreso
dall'assessore Marco Amagliani consapevole, come ha ripetuto
più volte, che "non ci sono le condizioni per dire no al
rinnovo ma al tempo stesso non si può dire sì senza limiti".
In questo modo, l'auspicio "è che si apra un capitolo nuovo
anche con l'azienda, nella consapevolezza che le verifiche
ambientali sono necessarie" è il lapidario commento di Marco
Luchetti, capogruppo regionale della Margherita.
Fausto Api torna
all'Urbanistica
Carletti richiama l'assessore
che aveva contribuito alla redazione del Prg
Fausto Api torna in giunta. E
ci torna con quell'incarico di assessore all'Urbanistica che
aveva già ricoperto dal '98 al momento delle dimissioni per
motivi personali. Con la firma di ieri mattina nell'ufficio
del sindaco Giancarlo Carletti uno dei massimi esponenti
diessini di Falconara torna dunque tra le fila
dell'amministrazione. Fausto Api aveva partecipato sin
dall'inizio alla realizzazione del del nuovo Prg, appena
approvato. Una scelta di garanzia, quella effettuata dal
sindaco, che oltre a confermare la propria stima personale a
Api mostra la volontà di perseguire gli obiettivi del Prg.
Proprio a Fausto Api spetterà di attuare, insieme alla
giunta comunale falconarese, le previsioni fondamentali
dello strumento urbanistico, in particolare per ciò che
attiene a riqualificazione e riabilitazione del tessuto
urbano esistente del centro e di Castelferretti e Falconara
Alta. Per queste parti di territorio, si legge in una nota
del Comune, sono stati predisposti veri e propri piani
particolareggiati al cui interno confluiranno le azioni di
riqualificazione, sia di iniziativa pubblica che privata,
finalizzate al recupero e alla riqualificazione del
patrimonio edilizio esistente ma anche all'accrescimento
degli standard e dei servizi. All'assessore all'Urbanistica
spetta un impegno importante per il futuro della città:
coordinare ed indirizzare l'indirizzo e le scelte sottese
dal nuovo Prg che per concretizzarsi avranno bisogno non
solo di un grande impegno della amministrazione falconarese
e delle strutture tecniche comunali, ma anche del concorso
di Regione, Provincia ed altri enti. Compresi i Comuni
confinanti poiché il nuovo assetto dell'area e la sua
riqualificazione non è solo una questione di Falconara ma di
una parte strategica delle Marche e dell'area a nord di
Ancona.
Orte-Falconara, raddoppio
certo
Al summit si parla anche
dell'arretramento dei binari ferroviari
Il raddoppio del tracciato
ferroviario della Orte-Falconara è cosa certa. Lo ha
assicurato il ministero, ieri, agli esponenti della Cdl che
si sono recati a Roma per un confronto sulle infrastrutture.
Il Governo ha scelto di realizzare l'opera. E la procedura è
stata recepita dal piano delle Ferrovie. All'incontro non
sono stati resi noti i tempi dell'intervento. Si è
accennato, invece, alla possibilità di arretrare la linea
ferroviaria da Cattolica all'Aspio, così da togliere il
traffico su lunghe distanza dalla costa. Il progetto,
caldeggiato dalla Provincia di Ancona, è in fase di studio e
nulla è stato deciso. Comunque, la realizzazione dell'opera
non è prevista in tempi brevi. L'incontro alla sede dell'Anas
è durato un paio d'ore ed è servito a fare il punto sulle
infrastrutture marchigiane da parte dei vertici della Casa
della libertà. Erano presenti il commissario regionale di
Forza Italia Laura Bianconi e i segretari regionali di An e
dell'Udc, rispettivamente Carlo Ciccioli e Antonio Pettinari.
Nel gruppo, diversi esponenti della provincia di Ancona. Per
Forza Italia, i consiglieri regionali Enrico Cesaroni e
David Favia, il consigliere provinciale Milva Magnani, i
consiglieri comunali dorici Simone Marconi, Giacomo Bugaro e
Daniele Berardinelli. Per An, i consiglieri comunali Jacopo
Toccaceli e Daniele Silvetti. Per l'Udc, il consigliere
regionale Luigi Viventi e il capogruppo in Comune Luigi
Coppari. |
|
LA NUOVA FERRARA |
Legambiente
«Negavano il pericolo»
Il legale ferrarese, David
Zanforlini che rappresenta numerose famiglie di operai
deceduti e Legambiente Ferrara, invita alla cautela. Ma da
Roma, Legambiente in una nota ricorda «come a Porto Marghera
e a Brindisi, l'inchiesta ha coinvolto i vertici di Solvay,
per le correlazioni tra l'insorgenza di alcuni tumori tra
gli addetti alla lavorazione nel ciclo del cvm (cloruro di
vinile monomero) e la sostanza lavorata». Per Legambiente,
secondo quanto rilanciato da agenzie di stampa Dire e
Italpress, «il pericolo della cancerogenesi della sostanza
cvm era certamente nota ai vertici dell'industria, ma
nascosta ai dipendenti. La perizia, a quanto è dato sapere,
affermerà il nesso certo tra la morte di 8 operai e
l'attività lavorativa». |
|
IL GAZZETTINO |
Dow Chemical,
«poteva essere una strage»
L'esplosione del 28 novembre.
Le relazioni confermano che il rischio per la popolazione è
stato molto alto
Lo scrivono i consulenti del
pm: «Soltanto una fortunata coincidenza ha evitato
conseguenze gravissime»
di Gianluca Amadori
Venezia Poteva essere una
strage, un disastro ambientale l'incidente che la sera dello
scorso 28 novembre ha coinvolto l'impianto Tdi5 di proprietà
della Dow Chemical all'interno del Petrolchimico di Porto
Marghera. Lo scrivono i consulenti del sostituto procuratore
Susanna Menegazzi nelle relazioni consegnate nei giorni
scorsi al magistrato che, tra breve, sulla base di questi
eleborati tecnici, potrebbe decidere di chiudere l'inchiesta
con una richiesta di rinvio a giudizio. L'ingegnere chimico
Roberto Carrara, esperto di rischio ambientale e
industriale, il biologo Rocco Rella e il chimico Alberto
Sturaro, sostengono che soltanto una fortunata coincidenza
ha evitato conseguenze gravissime: l'esplosione ha
interessato "solo" due serbatoi di toluene e tdi - toluen
diisocianato, risparmiando una terza cisterna, sfiorata
dalle fiamme. Questione di pochi centimetri, e chissà che
cosa sarebbe potuto accadere. Il rischio per la popolazione,
insomma, è stato altissimo. E l'incidente ha provocato una
ricaduta ambientale a causa delle sostanze chimica
rilasciate nell'atmosfera e trasportate dal vento.
Circostanze sulle quali si soffermano anche le relazioni
consegnate dal magistrato da Cnr e Arpav. I tecnici
incaricati dal pm Menegazzi hanno anche chiarito la dinamica
dell'incidente e individuato le presunte responsabilità, che
a questo punto vanno cercate nei piani più alti
dell'azienda. L'esplosione dei due serbatoi è stata
provocata, come ipotizzato fin dai primi giorni, da un
surriscaldamento che ha innescato una reazione
incontrollabile. Di tale rischio, secondo i consulenti della
procura, il personale addetto al controllo dell'impianto non
era informato. I manuali operativi forniti a Porto Marghera
non avrebbero contenuto, infatti, le prescrizioni da
adottare nel caso di surriscaldamento, ovvero la necessità
di svuotare il serbatoio prima che fosse troppo tardi.
Prescrizioni che, invece, sono contenute nei manuali
americani della Dow Poliuretani. L'azienda, insomma,
conosceva il pericolo, ma non avrebbe predisposto le
necessarie cautele nell'impianto denominato Td5. Questa
mancanza spiegherebbe il perché gli addetti all'impianto non
sono intervenuti per tempo, nonostante si fossero avute
avvisaglie di ciò che stava accadendo fin dal giorno
precedente: la temperatura si era alzata più volte, ma poi
si era abbassata. Di conseguenza nessuno aveva pensato di
dover intervenire. Nei giorni immediatamente successivi
all'incidente, il pm Menegazzi aveva iscritto sul registro
degli indagati nove persone con l'ipotesi di incendio
colposo. Ma ora il numero degli indagati sembrerebbe
destinato a ridursi ai soli dirigenti: se risulterà
confermato che il manuale operativo era incompleto, infatti,
nessun rilievo potrà essere mosso ai semplici tecnici
incaricati di eseguire gli "ordini" superiori. In questi
giorni il magistrato ha ricevuto anche la relazione dello
Spisal, l'organismo che si occupa della sicurezza negli
ambienti di lavoro, che ha già predisposto una serie di
prescrizioni alle quali Dow Chemical dovrà adattarsi in
previsione di una futura riapertura dell'impianto. |
|
ECONEWS (Verdi) |
Petrolchimici. Legambiente: a Ferrara inquisita la Solvay
E' stata depositata la
perizia per il processo ai dirigenti del petrolchimico di
Ferrara. Secondo Legambiente, parte civile al processo, non
ci sono dubbi sulle colpe della morte degli operai: "Come a
Porto Marghera e a Brindisi, l'inchiesta ha coinvolto i
vertici dell'industria, la Solvay, per le correlazioni tra
l'insorgenza di alcuni tumori tra gli addetti alla
lavorazione nel ciclo del cvm (cloruro di vinile monomero) e
la sostanza lavorata". In una nota l'associazione
ambientalista osserva che "il pericolo della cancerogenesi
della sostanza era certamente nota ai vertici
dell'industria, ma nascosta ai dipendenti. La perizia, a
quanto e' dato sapere, affermera' il nesso certo tra la
morte di 8 operai e l'attività' lavorativa". E questo, e'
l'accusa di Legambiente, "e' la dimostrazione
dell'insufficienza dei sistemi di sicurezza e della
incompatibilità di questo tipo di produzioni". Secondo
Legambiente, dunque, "questo pone in maniera urgente la
necessita' di mettere in piedi un sistema di rilevamento
atmosferico che possa dare informazioni corrette su quante e
quali sostanze vengono immesse nell'aria e sul terreno dalle
industrie. Come a Marghera - conclude l'associazione - ci
sarà un processo che stabilirà responsabilità civili e
penali, verrà fatta piena luce sull'inquinamento prodotto.
Ma sarebbe ora che da Ferrara si cominciasse a chiudere con
il passato, si cambiasse rotta con la chimica dei veleni e
si mettesse finalmente mano alla bonifica delle aree
contaminate". |
|
|