RASSEGNA STAMPA 16.04.2003

 

MESSAGGERO
«Non volevo offendere Falconara»

Brachetti Peretti corregge il tiro dopo lo sfogo del sindaco Carletti in tv

Concessione Api. Oggi si va al vertice in Regione coi nervi a fior di pelle. Rc: «No ai baratti compatibilità-denaro»

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA - Suona domani il gong sul ring del confronto tra raffineria Api e Comune di Falconara. In Regione, infatti, alle 10 è in programma la riunione tra i sindacati, la Provincia, il Comune e la Regione. Sul tavolo sempre il rinnovo della concessione Api su cui i lavoratori chiedono certezze. «Vogliamo una risposta prima del 15 giugno» dice Paolo Polonara della Rsu «che deve prevedere la permanenza della raffineria per altri 20 anni». Per Andrea Fiordelmondo (Uil) l’aspettativa è quella di «concretizzare il lavoro svolto fino ad oggi e avere un confronto sereno con gli enti per arrivare ad un’amministrazione congiunta, la più adatta e giusta, del territorio». In previsione anche un presidio in Regione già dalle 9.30, di circa un centinaio di dipendenti Api. Ma si arriva a questo incontro con i nervi tirati dopo la polemica accesasi tra il presidente Api, Brachetti Peretti e il Comune in seguito a un’intervista Rai concessa dal primo a margine del convegno di lunedì. «Falconara senza l’Api non sarebbe nulla» aveva detto Brachetti Peretti suscitando l’indignazione immediata di Giovanni Graziosi, capogruppo Margherita, e Giancarlo Scortichini, assessore all’ambiente. Ieri, a scoppio ritardato, la replica alla Rai del sindaco. «Il presidente deve chiedere scusa alla città» ha detto Carletti. «La raffineria non è gradita specie dopo queste sue dichiarazioni». Nonostante questo atteggiamento, il primo cittadino non ha però voltato le spalle alla raffineria. «Potrebbe anche restare - ha continuato - ma a patto di garantire sicurezza e rispetto ambientale con opportuni investimenti sulla città». Brachetti Peretti ieri ha corretto l’interpretazione negativa della frase, spiegandola. «Ho rilevato dalla stampa - scrive il numero uno della raffineria - che alcune mie dichiarazioni sono state fuorvianti. Una frase, in particolare, quella sulla città. Per questo intendo chiarire il mio pensiero e il suo contesto. Non c’era nessuna intenzione offensiva nelle frasi riportate dai giornali con cui si intendeva sottolineare che Falconara senza Api forse non sarebbe quella che è, che l’Api senza Falconara sarebbe solo un piccolo deposito di carburanti, che Falconara e Api insieme si sono sviluppati e hanno ancora molti progetti comuni per il loro futuro che noi vogliamo la città condivida. Per quello che riguarda l’aspetto economico relativo ai rapporti col Comune ci fa piacere che l’equivoco sia stato chiarito. Sui problemi, infine, di ambiente e sicurezza confermiamo di aver varato programmi dai risultati importanti che porteremo fino in fondo, anche se dovessero comportare impegni economici rilevanti». Nella diatriba si inseriscono lo Sdi, che fa parte della maggioranza Carletti, e Rc, che è in minoranza. Per Rc «in un momento delicato che richiede serenità per scelte meditate e consapevoli l'uscita del presidente Api appare estemporanea e completamente fuori luogo. La vocazione turistica della nostra città non è in discussione, stabilire se nasce prima l'uovo o la gallina non agevola decisioni importanti per il futuro di tutti, anche se sappiamo bene chi nasce prima e con che vocazione. Siamo stati e saremo in disaccordo con il sindaco che vede la compatibilità della raffineria in funzione dei soldi che la stessa versa nelle casse comunali. Il baratto “compatibilità in cambio di denaro" costituisce la forma più estrema e spregiudicata della concertazione». Lo Sdi rivolge un appello alle forze economiche, sociali, culturali e politiche per realizzare il nuovo modello di sviluppo della città, previsto nel prg».

LA POLEMICA

LA FRASE GALEOTTA - Brachetti Peretti lunedì aveva detto alla Rai: «Abbiamo investito su questo piccolo paese che non sarebbe stato niente senza l’Api». E aggiunto che l’Api non avrebbe elargito i finanziamenti pretesi di avere certezze sul suo futuro.

LA REPLICA - Carletti ieri sempre attraverso la Rai ha preteso le scuse da Brachetti Peretti («Ha offeso la città») e ribadito che l’Api può restare solo se prima risarcisce la città con investimenti su ambiente e sicurezza

I due vecchi signori se ne sono dette quattro

LA POLEMICA che si è accesa, forse al di là delle intenzioni, tra il grande capo dell’Api e il sindaco di Falconara è per certi versi salutare e per altri inutile. Ci può stare che due vecchi signori decidano di dirsene quattro senza, si capisce, scadere nel turpiloquio: il pentolone dell’Api era prossimo a scoppiare e uno sfogo a tanta pressione dopotutto ci voleva. Se non altro, stavolta, si è giocato a carte scoperte in una partita per lo più pensata e combattuta nelle stanze dei bottoni, tra silenzi, reticenze, contraddizioni e dolosi tentativi di confondere le idee ai cittadini: anche a quelli più interessati alla sorte del petrolchimico come lo sono i falconaresi. Sul piano formale Brachetti Peretti ha commesso un’ingenuità: proprio nel giorno del grande convegno sull’energia, quello che ha messo la pietra tombale sulle speranze di chi non vorrebbe fosse rinnovata la concessione alla raffineria, ha accettato lo scambio ravvicinato. Il vecchio signore dell’Api è incespicato dopo mesi, direi anni, in cui aveva saggiamente privilegiato la strategia del fare a quella - assai più densa di rischi - dell’apparire. Certe verità scomode, si è visto, possono diventare un boomerang se dette a bruciapelo davanti a un microfono acceso. Credo che Falconara poteva esistere anche senza l’Api ma che, all’Api, sia ormai legata da un rapporto di odio-amore difficilmente dissolubile. Così che Brachetti Peretti si può permettere di stuzzicarla, come si può stuzzicare un’eterna amante che mantieni da sempre ma che sai nell’intimo pronta anche a tradirti. Ha fatto bene il grande vecchio del Comune, Carletti, a pretendere le scuse. E’ nel suo ruolo di sindaco al quale ha assolto con un giorno di ritardo, anticipato dai suoi solerti proconsoli. Ma la puntualizzazione di Brachetti Peretti rischia di ridurre il tutto a un polverone che copre la sostanza dei problemi: un futile battibecco tra vecchi signori un po’ inaciditi e destinati a pentirsi,il giorno dopo, di quello che dicono. Basta con le questioni di lesa dignità. Qui si tratta di soldi, come finalmente è stato detto fuori dai denti: i soldi che Falconara chiede all’Api a titolo di risarcimento danni-ambientali e che l’Api non è disposta a concedere prima che sia rinnovata la concessione.

 
RESTO DEL CARLINO
L'Api incendia la polemica «Così si offende la città»

di Maria Gloria Frattagli

ANCONA — Le premesse c'erano tutte e la diatriba tra l'amministrazione comunale e la raffineria Api ha raggiunto l'apice dello scontro con le dichiarazioni del presidente dell'industria petrolifera che ha suscitato l'ira del sindaco di Falconara, Giancarlo Carletti e degli esponenti politici locali. Questi ultimi si sono sentiti offesi in quell'«onor di patria», poche volte dimostrato prima, un'attaccamento al territorio diventato genetico fin dal primo mandato di Carletti. Ma a dare un tono diverso alla polemica innestata due giorni fa in occasione del convegno sull'energia, il presidente dell'Api, Aldo Maria Brachetti Peretti definisce «fuorvianti» le dichiarazioni riportate dagli organi di stampa. E mentre Carletti il «day after» lo ha affrontato pretendendo le scuse di Brachetti Peretti parlando di «mancanza di rispetto nei confronti della cittadinanza» e ripercorrendo le tappe della convenzione del '96 definendola una «scelta goffa», il presidente di Api raffineria cerca di smorzare i toni della polemica. «Non c'era nessuna intenzione offensiva nella frase riportata ed estrapolata da un discorso più ampio — spiega il presidente — . Con quelle parole intendevo sottolineare che Falconara senza Api forse non sarebbe quella che è, che l'Api senza Falconara sarebbe solo un piccolo deposito di carburanti, che Falconara e Api insieme si sono sviluppati e hanno ancora molti progetti comuni per il loro futuro. E noi — sottolinea Brachetti Peretti — vogliamo che tutta la città condivida questi progetti di ulteriore sviluppo». Brachetti Peretti nella nota diffusa ieri, sottolinea anche l'aspetto economico di tutta la vicenda: «Ci fa piacere — aggiunge — che sia stato chiarito l'equivoco sugli investimenti al di fuori del core business, fermi restando i reciproci impegni già assunti. Per quello che riguarda, infine, i problemi della sicurezza e dell'impatto ambientale — conclude — possiamo confermare ancora una volta che abbiamo varato dei programmi che stanno dando risultati importantissimi e che porteremo fino in fondo, anche se questo dovesse comportare impegni economici rilevanti». Le critiche alle parole del presidente sono state sollevate dalla sinistra cittadina. Secondo Roberto Piccinini, ex amministratore falconarese, oggi direttore dell'Aptr, è destinato a fallire «il tentativo del presidente dell'Api di isolare il sindaco di Falconara e i suoi organi di governo impegnati contestualmente sia a creare le premesse per una progressiva riqualificazione e riconversione a medio e lungo periodo del proprio territorio, sia a progettare e realizzare a breve termine interventi che possano sin d'ora consentire il raggiungimento di standard di sicurezza e vivibilità». Altrettanto offesi si sentono i componenti della segreteria cittadina dello Sdi che invitano le forze politiche, che si riconoscono nei principi della democrazia e della separazione dei ruoli istituzionali a condannarle. Intanto per il Comune di Falconara la richiesta di rinnovo della concessione all'Api è legata alla condivisione del Prg, anche da parte della raffineria e di un percorso che l'azienda dovrà intraprendere nel breve e medio periodo, «atteso che nel lungo periodo, dopo che saranno studiati, predisposti e messi in attuazione i piani fattibilità, lo scenario si configurerà nell'incompatibilità della struttura».

 
CORRIERE ADRIATICO
Nell'aria c'è odore di ammoniaca

Si è sentito soprattutto a Villanova, in centro e nella zona di Falconara Alta

Numerose telefonate di cittadini in Comune per chiedere spiegazioni

Un forte odore di ammoniaca è stato avvertito ieri mattina a partire dalle 11 circa in molte zone della città. Numerose segnalazioni di cittadini infastiditi e anche preoccupati sono giunte all'ufficio ambiente del Comune che ha provveduto ad allertare le autorità competenti per le indagini ed i rilevamenti del caso. L'odore acre e pungente è stato rilevato in particolare a Villanova, la zona più vicina alla raffineria, nelle vie del centro, ma in particolare dai residenti ai piani alti e in tutto il quartiere di Falconara Alta da dove sono partite numerose telefonate per l'ufficio ambiente con la richiesta di chiarimenti e spiegazioni.

"Non volevo offendere"

Una nota del presidente dell'Api dopo l'affondo di lunedì

E Piccinini (Ds) difende l'amministrazione

"Non c' era nessuna intenzione offensiva" verso la città di Falconara. Lo dichiara - in una nota - il presidente dell'Api Aldo Brachetti Peretti, relativamente ad alcune sue dichiarazioni in particolare per quel che riguarda la città in cui sorge l'Api. Brachetti Peretti scrive che alcune dichiarazioni di carletti gli consentono di "chiarire compiutamente" il suo pensiero e il contesto da cui la frase stessa è stata tratta. "Non c' era nessuna intenzione offensiva - spiega il presidente - nella frase riportata dei giornali ed estrapolata da un discorso più ampio, con il quale si intendeva sottolineare che Falconara senza Api forse non sarebbe quella che è, che l'Api senza Falconara sarebbe solo un piccolo deposito di carburanti, che Falconara e Api insieme si sono sviluppati e hanno ancora molti progetti comuni per il loro futuro. E noi - prosegue Brachetti Peretti - vogliamo che tutta la città condivida questi progetti di ulteriore sviluppo. Per quanto riguarda l' aspetto economico relativo ai rapporti con il Comune, ci fa piacere - continua il presidente dell'Api - che sia stato chiarito l'equivoco sugli investimenti al di fuori del core business, fermi restando i reciproci impegni già assunti. Per quello che riguarda, infine, i problemi della sicurezza e dell' impatto ambientale, possiamo confermare ancora una volta - conclude - che abbiamo varato dei programmi che stanno dando risultati importantissimi e che porteremo fino in fondo, anche se questo dovesse comportare impegni economici rilevanti". Questo quanto scrive la Raffineria in una nota emessa alle 18.44 che corregge quella delle 16.05 nella quale, a chiare note era scritto "Non ho nessuna difficoltà (parla Aldo Brachetti Peretti) a chiedere scusa alla cittadinanza di Falconara alla quale ci legano sentimenti di stima e amicizia". Una correzione che fa pensare ad un ripensamento maturato nel corso del pomeriggio. E sulla questione è intervenuto anche Roberto Piccinini (Ds) che afferma che "l'arroganza dell'Api rischia di vanificare l'impegno di quanti stanno lavorando per per ricercare le opportune intese per il rinnovo della concessione".

Carletti: "La città non è in vendita"

La replica del sindaco alle accuse di Aldo Brachetti Peretti

"Il rinnovo della concessione passa attraverso l'accettazione del nuovo piano regolatore e un progetto di riconversione dell'area della raffineria"

di BRUNO NICOLETTI

"Non accetto ricatti politici" aveva detto il presidente dell'Api Aldo Brachetti Peretti a margine del convegno sull'energia e riferendosi alla presa di posizione di Falconara sul rinnovo della concessione. "Non arriveranno soldi - aveva aggiunto - né per l'ipotizzata fondazione né per altro. Carletti ha lavorato in raffineria per cinque anni come ragioniere, lo conosco bene, vuole soldi per la città. E' la sola condizione per ottenere la concessione". Esternazioni piombate come un macigno sull'amministrazione comunale falconarese e sull'intera città accusate, in un certo senso, di voler "vendere" territorio, sicurezza e qualità della vita per un pugno di euro. A Brachetti Peretti ha replicato ieri il sindaco. Lo ha fatto in maniera pacata, ripercorrendo le tappe di una vicenda su cui pesano interessi, posti di lavoro e diritto alla salute. "La posizione del Comune - dice il primo cittadino di Falconara è limpida - non vogliamo assolutamente che la concessione all'Api venga rilasciata senza precise garanzie per la città ed i suoi abitanti. Per noi la questione del rilascio della concessione è legata ad una duplice condizione. Da una parte l'accettazione dell'Api del nuovo piano regolatore cittadino dall'altra la condivisione di un percorso che il petrolchimico dovrà intraprendere nel breve e nel medio periodo e che dovrà concludersi con la completa riconversione dell'attività produttiva". Una linea netta, che non concede divagazioni sul tema del recupero delle aree e della restituzione alla città di quella vocazione turistica che nel tempo è venuta gradatamente meno ma che oggi vuol tornare ad esserne il fiore all'occhiello. "Certo, di fronte a questa posizione netta - continua il sindaco Carletti - l'azienda sta tentando di tutto per gettare discredito sul Comune e soprattutto sta cercando di isolarmi politicamente. "E' per questo motivo che il presidente dell'azienda petrolchimica parla di fondi dati al comune. E' vero - non ho alcun problema ad affermare che è vero. In fin dei conti c'era stato un concordato con la precedente amministrazione (sindaco Oreficini, poi recepito dall'attuale) sul "prezzo che l'Api doveva pagare ad una comunità che sopportava i disagi per la presenza dell'azienda e soprattutto per il mancato sviluppo della città e delle sue attività turistiche. Un discorso che era ripreso anche con questa amministrazione - continua Carletti - tanto che la stessa azienda ci aveva chiesto di dar vita ad una sorta di fondazione che potesse gestire danaro per attività sociali, culturali e scolastiche. Ma il discorso si è interrotto. Non sarebbero stati comunque i cinquecentomila euro ventilati a far cambiare l'opinione del Comune sui paletti messi sul rinnovo della concessione. Falconara non è in vendita. Poi, "fuori contratto" il comune non ha preso una lira in più. E' immorale - continua Carletti - rimproverare ad una amministrazione il lavoro fatto per il bene dei cittadini". E allora? Il rinnovo della concessione, da parte del Comune di Falconara passa attraverso l'accettazione, da parte dell'Azienda del nuovo Prg. E anche attraverso una serie di interventi che rimettano in sicurezza l'intera zona e che mitighino l'impatto ambientale della raffineria e che consentano l'avvio delle trasformazioni territoriali previste dal Comune. Intanto, sulla questione si sta muovendo anche la Regione. Infatti, oggi, c'è la riunione di maggioranza per tentare di sciogliere il nodo Api in previsione del tavolo di concertazione tra i soggetti interessati al problema che si terrà domani.

Rc: "No al baratto tra denaro e ambiente"

Amagliani e Marcelli Flori chiedono "onestà intellettuale". E lo Sdi parla di "offesa alla storia cittadina"

di Marina Minelli

"In un momento quanto mai delicato che richiede serenità per scelte meditate e consapevoli, l'uscita del presidente dell'Api appare improvvida ed estemporanea oltre che completamente fuori luogo". Indignazione e stupore - il giorno dopo le dichiarazioni di Aldo Brachetti Peretti - per Renzo Amagliani e Massimo Marcelli Flori, segretario comunale e capo gruppo di Rifondazione Comunista, che in ogni caso riconfermano il loro disaccordo con il Sindaco, "il quale vede la compatibilità della raffineria in funzione dei soldi versati dalla stessa casse comunali". "Il baratto 'compatibilità in cambio di denaro' - proseguono i due rappresentanti di Rc - costituisce la forma più estrema e spregiudicata della concertazione ed è per questo che rispetto alla convenzione firmata nel 1995 dal consiglio comunale con il solo voto contrario di Rifondazione comunista (non all'unanimità) rinnoviamo la nostra contrarietà assoluta". Secondo Amagliani e Marcelli Flori occorre "serenità e onestà intellettuale", da parte di tutti. Da parte dell'azienda che "dovrebbe evitare la solita protervia e arroganza padronale", da parte degli enti locali che dovrebbero "ragionare in termini di tutela di tutti cittadini, lavoratori ed enti stessi", da parte dei sindacati territoria "disattenti all'andamento delle cose", e da parte della politica "che ha davanti a se tante possibili strade ma che per essere correttamente percorse hanno bisogno dell'imprescindibile bussola dell'interesse collettivo, l'interesse di tutti, nessuno escluso". Sull'argomento si sono espressi anche i socialisti dello Sdi che dicono di "non comprendere" la dichiarazione di Brachetti Peretti e proseguono assicurando che "quanto affermato offende la nostra storia cittadina". Il direttivo comunale dello Sdi chiede una ferma presa di posizione da parte di tutte le forze politiche e rivolge un appello a tutte le forze economiche, sociali e culturali per la realizzazione del nuovo modello di città previsto dal Prg.

 
LA SICILIA
La Sicilia che produce energia pulita

di Michele Guccione

Palermo. In Sicilia il settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e di carburanti e combustibili biologici da biomasse registra importanti prospettive e per questo sta riscuotendo grande interesse da parte degli investitori nazionali ed esteri. Nel primo caso ad attrarre è la coincidenza tra l'allargamento della possibilità di acquisto di energia elettrica dal mercato libero (cioé fuori dal monopolio Enel) e il fatto che al momento nella rete italiana non entrano più quote disponibili di «energia libera». Dunque serve quella «fatta in casa», in attesa che sia possibile importarne dalla Francia e dalla Russia. Ormai i progetti annunciati da tempo in Sicilia sono stati studiati, verificati e collaudati, e i vari soggetti proponenti, oltre ad avere ottenuto la disponibilità delle aree, hanno anche reperito sui mercati finanziari i capitali necessari alla realizzazione di impianti assai costosi. L'ultimo scoglio da superare – paradossale per iniziative che mirano a ridurre l'inquinamento provocato dalle centrali termoelettriche tradizionali, dall'ammasso di rifiuti e dall'utilizzo di carburanti di origine petrolifera e fossile – resta proprio l'approvazione da parte degli ambientalisti, dell'assessorato regionale Territorio e ambiente e delle Soprintendenze. Energia eolica. L'investimento annunciato due giorni fa da Api holding, società del gruppo petrolifero Api che in Italia ha sede a Falconara, è solo l'ultimo dei progetti di diversificazione che puntano ad alimentare eliche e turbine sfruttando la forza del vento che in certe aree dell'Isola è notevole e costante. A Petrosino, in provincia di Trapani, la società Eolica spa (78% Giuseppe Polizzotti, 9% Giovanni Savalle, 3% banche) ha già realizzato una centrale da 600 kwh con un investimento di 2,1 miliardi di vecchie lire, e che già ha venduto elettricità all'Enel. Un'altra centrale privata con tanto di pali ed eliche è stata realizzata ad Alia, in provincia di Palermo. Sul fronte parapubblico, l'Erga (gruppo Enel) ha completato in anticipo il piano eolico in Sicilia 2000-2004: ha già realizzato le centrali da 7,5 MW a Carlentini, in provincia di Siracusa, e a Sclafani Bagni, in provincia di Palermo, e il prossimo 8 maggio inaugurerà l'impianto di Caltabellotta, in provincia di Agrigento. La Asia Ambiente Italia di Torino, che già utilizza il biogas della discarica di Bellolampo (Palermo) per alimentare una turbina, ha trovato ottimali aree del Trapanese e di Alia per costruire centrali eoliche. La società si è occupata di alimentare con piccole centrali eoliche aziende agrituristiche. Sempre di iniziativa privata sono i progetti per Francofonte (Siracusa) e Ciminna (Palermo) dove è interessata una società svedese. Bioetanolo e biodiesel. In Svezia sono stati stanziati aiuti di Stato, con il visto dell'Ue, per convertire la rete dei distributori di carburanti. A Stoccolma sono tremila le automobili alimentate da benzina con bioetanolo e altrettante sono alimentate a biodiesel. Il risultato è che si è ridotta del 75% la concentrazione di inquinanti nell'aria. In Italia, a Pieve di Soligo (Treviso) funziona il primo distributore di biodiesel, che pratica uno sconto di 4 centesimi sul prezzo del diesel di origine fossile. Nelle Marche la Regione ha approvato la vendita di biodiesel nei distributori. In Sicilia si potrebbe produrre i carburanti alternativi, perché qui c'è abbondante materia prima. La Bertolino, azienda che gestisce a Partinico la più grande distilleria di vino in Europa, è pronta ad investire circa 120 miliardi di vecchie lire per chiudere quell'impianto e aprire nel territorio di Mazara del Vallo una fabbrica non inquinante di bioetanolo e biodiesel, che darebbe lavoro a circa 30 mila aziende agricole. La società ha già intese con compagnie petrolifere internazionali, che verrebbero rifornite con navi cisterne in partenza da Trapani, e punta ad accordi con raffinerie siciliane. Manca ancora la volontà politica a livello locale per concedere le ultime autorizzazioni, e resta l'ostilità degli ambientalisti. Si attende, a livello nazionale, il varo del piano carburanti e lo sblocco dei fondi già stanziati per ridurre le accise, a compensazione del maggiore costo del bioetanolo rispetto ai normali additivi. Combustibili alternativi.Primarie società che gestiscono in Italia fabbriche ad altiforni a ciclo continuo stanno valutando la possibilità di utilizzare anche negli impianti siciliani copertoni usati e farine animali per alimentare i forni. Inoltre, a Palermo, Carini, Termini Imerese, Porto Empedocle, nell'Ennese e nel Ragusano sorgeranno termodistruttori di rifiuti per produrre energia elettrica, combustibili e inerti per edilizia.

 
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