IL RESTO DEL
CARLINO |
«Raffineria
Api e Comune devono collaborare di più»
di Alessandra Pascucci
FALCONARA — Il problema ozono
va risolto migliorando il dialogo tra 'emissori-immissori'
ed amministrazione: la raffineria Api e il Comune, insomma,
dovrebbero collaborare e confrontarsi seguendo le linee
tracciate da studi scientifici e specifici, piuttosto che a
suon di ordinanze e ricorsi. Questo, in sintesi, è il
consiglio con il quale il professor Giorgio Passerini ha
chiuso la presentazione dello 'Studio sulla formazione e
trasporto degli inquinanti secondari nella bassa valle
dell'Esino', commissionato dal Comune al Politecnico delle
Marche. Un lavoro conclusosi dopo tre anni di ricerche e
approfondimenti, con il quale si è cercato di prendere in
esame tutti gli aspetti che, nell'estate del 2000, possono
aver contribuito a determinare preoccupanti concentrazioni
di ozono a Villanova e Fiumesino. Intensità della radiazione
solare, caratteristiche geomorfologiche del territorio,
entità e direzione delle correnti, presenza di
infrastrutture e strutture industriali: è la combinazione di
questi elementi che origina il fenomeno. Il gruppo di lavoro
ha rilevato che l'attività di un impianto petrolchimico
determina l'emissione di idrocarburi non metanici,
inquinanti primari che, combinati al biossido d'azoto,
potrebbero determinare picchi di ozono nelle immediate
vicinanze del sito. «Ciò spiega il divario tra i dati
rilevati a Villanova e quelli relativi a Fiumesino — ha
chiarito Passerini — dato che il primo quartiere sorge in
prossimità dell'area di stoccaggio della raffineria. Questo
non vuol dire che l'impianto, da solo, sia all'origine del
problema, tant'è vero che gli episodi acuti dell'estate 2000
non si sono ripresentati e la situazione di Falconara non
sembra preoccupante». L'inquinamento da ozono, ribattezzato
"inquinamento del futuro", fa parte di un campo di ricerca
approfondito a partire dal 2001.
Urbanistica, arriva
l'assessore
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — L'assessorato
all'urbanistica è l'unico ad essere rimasto scoperto.
L'incarico, detenuto per mesi dal sindaco Carletti, potrebbe
essere conferito proprio nel mese di maggio o in quello a
venire. L'«uomo» giusto sarebbe stato già individuato e c'è
chi è pronto a giurare in un ritorno di Fausto Api. A parte
il sindaco, Api è stato sempre ritenuto l'unico in grado di
svolgere un importante compito come quello del settore che
aveva abbandonato per motivi personali. Pochi mesi fa si era
prospettato il suo ritorno tra le fila dei Democratici di
sinistra, un ruolo poi coperto da Aldemaro Pietrucci, ex
assessore al bilancio. E proprio la mancata assegnazione del
ruolo di consigliere faceva già presagire un ritorno di Api
al di là dei banchi. Il primo cittadino a malincuore aveva
accettato le dimissioni del diessino e una lunga lettera di
Api per salutare il Consiglio comunale trasferiva il
sentimento di fiducia che nutriva nei confronti del sindaco
e dei suoi progetti. Carletti da quel giorno di cambiamenti
ne ha fatti molti. Ha modificato più volte i componenti
della giunta e mano a mano che le dimensioni delle
aspettative crescevano, anche la necessità di «delegare»
diventava impellente. A maggior ragione dopo gli ultimi
viaggi dell'architetto Picciafuoco e del dirigente
all'urbanistica Furio Durpetti in Spagna. Entro la fine del
mese di aprile dovrebbero essere pronti tutti gli strumenti
per il progetto Bohigas e attendere quindi il via del
Consiglio comunale per dare inizio alle opere di
riconversione. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Inquinamento, ozono
sorvegliato speciale
Concluso lo studio
dell'Università dopo 3 anni di indagini
di MARINA MINELLI
Tre anni di lavoro sui dati
raccolti dalle centraline, sulle condizioni atmosferiche del
periodo in esame e un'attenta analisi di gran parte della
letteratura scientifica sull'argomento per arrivare alla
conclusione che gli impianti di rilevamento hanno
funzionato, ferma restando la necessità di perfezionare il
sistema di monitoraggio, e che sarebbe auspicabile un
miglioramento del "dialogo fra amministratori ed 'emissori-immissori'
rendendolo più scientifico" avendo in possesso anche
parametri di riscontro immediati. In conclusione lo studio
dell'Università di Ancona propone di integrare le reati
automatiche di rilevamento dell'aria con analizzatori
specifici anche per interpretare in modo oggettivo e
quantitativo le basi dati fornite. Alla base di tutto,
comunque, resta il maggior dialogo per verificare il perché
dei picchi in quanto, quasi certamente, quelli registrati a
Villanova dell'agosto 2002 sono stati provocati da un
"qualche temporaneo malfunzionamento delle valvole o dei
serbatoi flottanti della limitrofa raffineria". "Sulla
qualità dell'inquinamento si può agire in modo molto
efficace - ha spiegato l'ing. Giorgio Passerini,
coordinatore dell'équipe dell'Università di Ancona che ha
coordinato la ricerca - ma è necessario avere informazioni
precise e corrette il che non è avvenuto in questo caso
specifico". Nel corso dell'estate 2000, a seguito di
numerosi superamenti del limite di attenzione per la
concentrazione di ozono, il Sindaco aveva, prima imposto la
limitazione del traffico e poi, con un'ordinanza chiesto
alla raffineria Api di contribuire alla riduzione delle
emissioni di ossidi di azoto. Lo studio commissionato
all'Università parte dalla considerazione che le variazioni
spaziali dell'ozono tendono ad essere molto più graduali di
quelle degli inquinanti primari, ma solo in prossimità di
importanti sorgenti emissive, come ad esempio un impianto di
raffinazione, si può assistere ad un improvviso e rapido
aumento della concentrazione di ozono ("ozone spike"). In
condizioni meteorologiche favorevoli l'ozono si sviluppa
attraverso una serie di reazioni fitochimiche innescate
dagli inquinanti primari prodotti dai processi di
combustione: Nox (ossidi di azoto) e Voc (composti organici
volatili, quali idrocarburi ed aldeidi). Il punto centrale
della relazione prodotta dai ricercatori dell'Università di
Ancona, è che in assenza di Voc, l'equilibrio tra le specie
chimiche ozono e ossidi di azoto dipende solo dall'intensità
della radiazione solare. L'esistenza di elevati valori di
idrocarburi non metanici (Nmhc), superiori ai livelli
normali, rilevati durante il mese di agosto 2000 dalla
centralina di Villanova, contemporaneamente alle forti
emissioni di biossido di azoto, può caratterizzare la
sensibilità della zona urbana di Falconara. Quindi
variazioni emissive prodotte da una importante sorgente
puntiforme (che può essere individuata nella raffineria Api)
si ripercuotono direttamente sui livelli di ozono. |
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ECONEWS (Verdi) |
Acna di Cengio. Inspiegabile
allontanamento del commissario
Con due distinte
interrogazioni parlamentari, indirizzate al ministro
dell'ambiente, i Verdi chiedono chiarimenti sulla richiesta
di dimissioni che sarebbe giunta direttamente dal ministero
al commissario per la bonifica dell'Acna di Cengio (e dei
territori limitrofi della valle Bormida) Stefano Leoni.
Laura Cima e Sauro Turroni, parlamentari del sole che ride,
definiscono "inspiegabile la richiesta di dimissioni". Nel
dicembre scorso, infatti, era stata prorogata per altri due
anni, spiegano i Verdi, "la dichiarazione di zona ad alto
rischio ambientale senza tuttavia provvedere alla revoca del
mandato del commissario, probabilmente in seguito all'ottimo
lavoro svolto, unanimemente riconosciuto". I parlamentari
Verdi, nelle interrogazioni, fanno notare che nei giorni
precedenti l'invito a dimettersi, leoni aveva avviato una
richiesta di risarcimento per danno ambientale all'Enichem.
"C'e' da chiedersi- ha dichiarato la presidente onoraria dei
Verdi Grazia Francescato- se dietro la volontà di rimuovere
il commissario non si celi l'interesse a bloccare la
bonifica che sta dimostrando la bontà della normativa oggi
vigente e se dietro a questo interesse non si nasconda
quello personale di alcuni uomini vicini al ministro
dell'ambiente". |
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