RASSEGNA STAMPA 11.04.2003

 

IL RESTO DEL CARLINO
«Raffineria Api e Comune devono collaborare di più»

di Alessandra Pascucci

FALCONARA — Il problema ozono va risolto migliorando il dialogo tra 'emissori-immissori' ed amministrazione: la raffineria Api e il Comune, insomma, dovrebbero collaborare e confrontarsi seguendo le linee tracciate da studi scientifici e specifici, piuttosto che a suon di ordinanze e ricorsi. Questo, in sintesi, è il consiglio con il quale il professor Giorgio Passerini ha chiuso la presentazione dello 'Studio sulla formazione e trasporto degli inquinanti secondari nella bassa valle dell'Esino', commissionato dal Comune al Politecnico delle Marche. Un lavoro conclusosi dopo tre anni di ricerche e approfondimenti, con il quale si è cercato di prendere in esame tutti gli aspetti che, nell'estate del 2000, possono aver contribuito a determinare preoccupanti concentrazioni di ozono a Villanova e Fiumesino. Intensità della radiazione solare, caratteristiche geomorfologiche del territorio, entità e direzione delle correnti, presenza di infrastrutture e strutture industriali: è la combinazione di questi elementi che origina il fenomeno. Il gruppo di lavoro ha rilevato che l'attività di un impianto petrolchimico determina l'emissione di idrocarburi non metanici, inquinanti primari che, combinati al biossido d'azoto, potrebbero determinare picchi di ozono nelle immediate vicinanze del sito. «Ciò spiega il divario tra i dati rilevati a Villanova e quelli relativi a Fiumesino — ha chiarito Passerini — dato che il primo quartiere sorge in prossimità dell'area di stoccaggio della raffineria. Questo non vuol dire che l'impianto, da solo, sia all'origine del problema, tant'è vero che gli episodi acuti dell'estate 2000 non si sono ripresentati e la situazione di Falconara non sembra preoccupante». L'inquinamento da ozono, ribattezzato "inquinamento del futuro", fa parte di un campo di ricerca approfondito a partire dal 2001.

Urbanistica, arriva l'assessore

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — L'assessorato all'urbanistica è l'unico ad essere rimasto scoperto. L'incarico, detenuto per mesi dal sindaco Carletti, potrebbe essere conferito proprio nel mese di maggio o in quello a venire. L'«uomo» giusto sarebbe stato già individuato e c'è chi è pronto a giurare in un ritorno di Fausto Api. A parte il sindaco, Api è stato sempre ritenuto l'unico in grado di svolgere un importante compito come quello del settore che aveva abbandonato per motivi personali. Pochi mesi fa si era prospettato il suo ritorno tra le fila dei Democratici di sinistra, un ruolo poi coperto da Aldemaro Pietrucci, ex assessore al bilancio. E proprio la mancata assegnazione del ruolo di consigliere faceva già presagire un ritorno di Api al di là dei banchi. Il primo cittadino a malincuore aveva accettato le dimissioni del diessino e una lunga lettera di Api per salutare il Consiglio comunale trasferiva il sentimento di fiducia che nutriva nei confronti del sindaco e dei suoi progetti. Carletti da quel giorno di cambiamenti ne ha fatti molti. Ha modificato più volte i componenti della giunta e mano a mano che le dimensioni delle aspettative crescevano, anche la necessità di «delegare» diventava impellente. A maggior ragione dopo gli ultimi viaggi dell'architetto Picciafuoco e del dirigente all'urbanistica Furio Durpetti in Spagna. Entro la fine del mese di aprile dovrebbero essere pronti tutti gli strumenti per il progetto Bohigas e attendere quindi il via del Consiglio comunale per dare inizio alle opere di riconversione.

 
CORRIERE ADRIATICO
Inquinamento, ozono sorvegliato speciale

Concluso lo studio dell'Università dopo 3 anni di indagini

di MARINA MINELLI

Tre anni di lavoro sui dati raccolti dalle centraline, sulle condizioni atmosferiche del periodo in esame e un'attenta analisi di gran parte della letteratura scientifica sull'argomento per arrivare alla conclusione che gli impianti di rilevamento hanno funzionato, ferma restando la necessità di perfezionare il sistema di monitoraggio, e che sarebbe auspicabile un miglioramento del "dialogo fra amministratori ed 'emissori-immissori' rendendolo più scientifico" avendo in possesso anche parametri di riscontro immediati. In conclusione lo studio dell'Università di Ancona propone di integrare le reati automatiche di rilevamento dell'aria con analizzatori specifici anche per interpretare in modo oggettivo e quantitativo le basi dati fornite. Alla base di tutto, comunque, resta il maggior dialogo per verificare il perché dei picchi in quanto, quasi certamente, quelli registrati a Villanova dell'agosto 2002 sono stati provocati da un "qualche temporaneo malfunzionamento delle valvole o dei serbatoi flottanti della limitrofa raffineria". "Sulla qualità dell'inquinamento si può agire in modo molto efficace - ha spiegato l'ing. Giorgio Passerini, coordinatore dell'équipe dell'Università di Ancona che ha coordinato la ricerca - ma è necessario avere informazioni precise e corrette il che non è avvenuto in questo caso specifico". Nel corso dell'estate 2000, a seguito di numerosi superamenti del limite di attenzione per la concentrazione di ozono, il Sindaco aveva, prima imposto la limitazione del traffico e poi, con un'ordinanza chiesto alla raffineria Api di contribuire alla riduzione delle emissioni di ossidi di azoto. Lo studio commissionato all'Università parte dalla considerazione che le variazioni spaziali dell'ozono tendono ad essere molto più graduali di quelle degli inquinanti primari, ma solo in prossimità di importanti sorgenti emissive, come ad esempio un impianto di raffinazione, si può assistere ad un improvviso e rapido aumento della concentrazione di ozono ("ozone spike"). In condizioni meteorologiche favorevoli l'ozono si sviluppa attraverso una serie di reazioni fitochimiche innescate dagli inquinanti primari prodotti dai processi di combustione: Nox (ossidi di azoto) e Voc (composti organici volatili, quali idrocarburi ed aldeidi). Il punto centrale della relazione prodotta dai ricercatori dell'Università di Ancona, è che in assenza di Voc, l'equilibrio tra le specie chimiche ozono e ossidi di azoto dipende solo dall'intensità della radiazione solare. L'esistenza di elevati valori di idrocarburi non metanici (Nmhc), superiori ai livelli normali, rilevati durante il mese di agosto 2000 dalla centralina di Villanova, contemporaneamente alle forti emissioni di biossido di azoto, può caratterizzare la sensibilità della zona urbana di Falconara. Quindi variazioni emissive prodotte da una importante sorgente puntiforme (che può essere individuata nella raffineria Api) si ripercuotono direttamente sui livelli di ozono.

 
ECONEWS (Verdi)
Acna di Cengio. Inspiegabile allontanamento del commissario

Con due distinte interrogazioni parlamentari, indirizzate al ministro dell'ambiente, i Verdi chiedono chiarimenti sulla richiesta di dimissioni che sarebbe giunta direttamente dal ministero al commissario per la bonifica dell'Acna di Cengio (e dei territori limitrofi della valle Bormida) Stefano Leoni. Laura Cima e Sauro Turroni, parlamentari del sole che ride, definiscono "inspiegabile la richiesta di dimissioni". Nel dicembre scorso, infatti, era stata prorogata per altri due anni, spiegano i Verdi, "la dichiarazione di zona ad alto rischio ambientale senza tuttavia provvedere alla revoca del mandato del commissario, probabilmente in seguito all'ottimo lavoro svolto, unanimemente riconosciuto". I parlamentari Verdi, nelle interrogazioni, fanno notare che nei giorni precedenti l'invito a dimettersi, leoni aveva avviato una richiesta di risarcimento per danno ambientale all'Enichem. "C'e' da chiedersi- ha dichiarato la presidente onoraria dei Verdi Grazia Francescato- se dietro la volontà di rimuovere il commissario non si celi l'interesse a bloccare la bonifica che sta dimostrando la bontà della normativa oggi vigente e se dietro a questo interesse non si nasconda quello personale di alcuni uomini vicini al ministro dell'ambiente".

 
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