RASSEGNA STAMPA 07.04.2003

 

MESSAGGERO
Neppure il freddo ferma gli amanti della natura

A Ripa Bianca mille visitatori. Nel Bosco di Frasassi rimessa in libertà una poiana. Iniziative pure a Falconara

La giovane poiana ha finalmente ripreso il volo. E’ tornato libero il rapace che il centro di recupero animali selvatici dell'oasi di Vallemontagnana (Bosco di Frasassi) ha curato per tre mesi dopo che era stata ferita dalla pallottola di un bracconiere. Il volatile è stato liberato ieri in occasione della "Giornata delle oasi" organizzata dal Wwf. Ieri a Vallemontagnana sono arrivate una sessantina di persone da Marche e Umbria, compresi tanti bambini che hanno potuto vedere per la prima volta dei rapaci. L'oasi Bosco di Frasassi infatti ospita un'aquila reale, sei poiane e quattro nibbi reali che vivono nelle voliere di acclimatamento, dove rimarranno finché non potranno tornare nelle loro zone. «I nostri ospiti - spiega Jacopo Angelini, direttore dell'oasi - sono rapaci feriti da bracconieri, avvelenati da pesticidi o anche folgorati da linee elettriche. Noi li curiamo e poi gli ridiamo la libertà. La prossima liberazione è prevista per giugno, quando una coppia di nibbi reali spiccherà il volo nella Gola della Rossa». Ieri le persone accorse all'oasi hanno anche passeggiato nell'aula verde e ammirato la grande varietà di specie vegetali presenti. L'oasi Bosco di Frasassi è visitabile su prenotazione telefonando al direttore al numero 073222937 (ore pasti). Sono stati circa un migliaio invece gli appassionati che hanno approfittato della “Giornata" per visitare la Riserva regionale Ripa Bianca di Jesi. Circa 200 le persone che hanno girato per gli spazi verdi nella mattina e quasi 800 quelle che nel pomeriggio si sono divertire nel laboratorio didattico e fatto merenda con prodotti biologici. «Siamo molto soddisfatti – commenta Davide Belfiori del Wwf -: nonostante il freddo c’è stata tanta gente». A proposito di ambiente: ieri a Falconara i Verdi hanno manifestato contro le carrette dei mari: in spiaggia con uno striscione di cento metri i manifestanti hanno simulato una marea nera sulla riva mentre venivano mostrate foto di pesci e uccelli sporchi di petrolio. Sempre a Falconara ieri si è svolta pure “100 strade per giocare", l’iniziativa di Legambiente e del Comune, grazie alla quale i bambini sono diventati per un giorno "padroni" di un tratto di via Bixio e di piazza Gramsci, chiusi alle auto, dove hanno potuto dare sfogo alla loro voglia di giocare senza il rischio di finire sotto una macchina.

 
IL RESTO DEL CARLINO
Una marea "pulita"

FALCONARA — Si è svolta ieri mattina la “Manifestazione contro le maree nere e i rischi dovuti alla raffineria Api”, che aveva lo scopo di evidenziare i pericoli cui è sottoposto l'Adriatico a causa dell'intenso traffico di petroliere. L'iniziativa, lanciata dai Verdi di Falconara e dal Gruppo Verdi del Consiglio Regionale, ha rispettato la scaletta in programma e all'appuntamento in spiaggia si sono presentati i rappresentanti dei comitati cittadini, gli esponenti dell'associazione “Il Falco Azzurro” ed i portavoce di WWF e Greanpeace. Insieme, i partecipanti hanno simulato l'arrivo di una marea nera (foto): in fila indiana, sorreggendo un lunghissimo striscione nero, sono partiti dalla piattaforma Bedetti ed hanno percorso un tratto di spiaggia, per poi dirigersi al centro della città. Il serpentone ha fatto sosta in piazza Mazzini, dove hanno preso la parola Moruzzi, capogruppo dei Verdi delle Marche, l'assessore provinciale Binci e il consigliere comunale Badialetti. Poi tutti allo spazio Fanesi per la proiezione del video “Via le carrette dal mare, stop ai rischi in Adriatico”. Sono seguiti il collegamento con un esponente del comitato della Galizia e l'incontro del parlamentare Marco Lion. Comitati ed associazioni hanno appoggiato le proposte dei Verdi: promuovere una collaborazione tra i movimenti europei e stimolare l'azione degli enti locali.

 
CORRIERE ADRIATICO
"Adriatico più sicuro" Un telo nero di plastica lungo cento metri steso sulla spiaggia

La manifestazione delle associazioni ambientaliste

I Verdi: "Le carrette del mare vanno fermate"

di Marina Minelli

FALCONARA - Cento metri di plastica nera lungo la spiaggia di Falconara a simulare una macchia di petrolio e intorno a questo striscione scuro e sinistro, tante persone, il capo gruppo dei Verdi in consiglio regionale Marco Moruzzi, i Verdi falconaresi, tra cui il capo gruppo Sergio Badialetti e l'assessore provinciale Massimo Binci, i comitati di Villanova e Fiumesino, l'associazione ambientalista "Il Falco Azzurro" e poi il Wwf e Greenpeace. Tutti insieme ieri mattina per protestare non solo contro la minaccia rappresentata dal traffico di petroliere verso la raffineria Api, ma anche e soprattutto - come hanno detto gli organizzatori - per come è stato gestito lo sversamento di gasolio dei giorni scorsi. Secondo Marco Moruzzi, le modalità messe in atto "minano la credibilità di un'azienda che ha appena richiesto il rinnovo della concessione vantando correttezza e trasparenza". Una manifestazione quasi spontanea quella organizzata da Verdi in pochissimi giorni per far sentire forte e chiara una protesta "trasversale" che coinvolge non solo Falconara, ma tutte le città della costa e l'immagine dell'intera regione. "Un evento come quello della Prestige in Galizia - ha ribadito Moruzzi - non solo vorrebbe dire morte certa per il turismo balneare, ma segnerebbe irrimediabilmente l'immagine stessa delle Marche. Il mare Adriatico oggi è esposto ad un rischio assurdo, aggravato in questo caso dal comportamento della raffineria che ha denunciato con grave ritardo quanto stava accadendo, mentre in questi casi la tempestività dell'intervento di bonifica è fondamentale". Dalla spiaggia, resa impraticabile da una bufera di vento, i manifestanti si sono spostati verso il centro ed in piazza Mazzini hanno spiegato le ragioni della protesta. Alle ragioni di Moruzzi si è associato anche Loris Calcina, portavoce del comitato di Vil lanova . Il presidente regionale del Wwf, Andrea Dignani, ha chiesto "una piena assunzione di responsabilità sul futuro dell'Api da parte degli organi competenti; l'azienda per garantire il mantenimento dell'economia della zona deve impegnarsi in una riconversione tecnologica per il progressivo superamento della cultura del petrolio". L'iniziativa si è conclusa con la proiezione di un filmato sul pericolo rappresentato dal passaggio in Adriatico delle "carrette dei mari" e con l'intervento del deputato Verde Marco Lion il quale ha sottolineato l'importanza della forte presa di posizione del territorio. "Sono le amministrazioni locali a decidere in prima persona del loro futuro - ha dichiarato - e Falconara l'ha già fatto, prima con la dichiarazione di incompatibilità e adesso con il Prg. Ora bisogna pensare ad una riconversione che garantisca anche la piena occupazione". Il tema della sicurezza dell'Adriatico è stato anche al centro del consiglio comunale congiunto tra Spalato e Ancona che si è svolto sabato in Croazia. Anche dall'altra sponda del mare è rimbalzata forte la richiesta di bloccare l'accesso a uno spazio chiuso come l'Adriatico alle carrette del mare.

 
IL MANIFESTO
L'onda nera

Una lunga striscia di plastica nera, tesa sfidando il vento lungo l'arenile di Falconara marittima, è stato il modo scelto dai Verdi delle Marche per dire no, simulando l'onda di una marea di petrolio, al rinnovo della concessione della Raffineria Api, che scade nel 2008. La manifestazione, alla quale hanno preso parte diversi militanti ambientalisti, voleva far riflettere sui rischi di inquinamento ambientale legati, dicono, alla permanenza del petrolchimico lungo la costa adriatica. Il Sole che ride chiede nuovi provvedimenti per la sicurezza dell'ambiente, il bando definitivo delle cosidette "carrette dei mari" che trasportano idrocarburi, e chiarimenti sull'incidente di pochi giorni fa all'Api con lo sversamento di gasolio in mare.

 
ECONEWS (Verdi)
Raffineria Api: Verdi simulano marea nera, no a concessione

Una lunga striscia di plastica nera, tesa sfidando il vento lungo l' arenile di Falconara marittima, e' stato il modo scelto dai Verdi delle Marche per dire no, simulando l' onda di una marea di petrolio, al rinnovo della concessione della Raffineria Api, che scade nel 2008. La manifestazione, alla quale hanno preso parte diversi militanti ambientalisti, voleva far riflettere sui rischi di inquinamento ambientale legati, dicono i Verdi, alla permanenza del petrolchimico lungo la costa adriatica. Il Sole che ride chiede nuovi provvedimenti per la sicurezza dell'ambiente, il bando definitivo delle cosidette "carrette dei mari" che trasportano idrocarburi, e chiarimenti sull'incidente di pochi giorni fa all' Api con lo sversamento di gasolio in mare.

 
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