MESSAGGERO |
Neppure il freddo ferma gli
amanti della natura
A Ripa Bianca mille
visitatori. Nel Bosco di Frasassi rimessa in libertà una
poiana. Iniziative pure a Falconara
La giovane poiana ha
finalmente ripreso il volo. E’ tornato libero il rapace che
il centro di recupero animali selvatici dell'oasi di
Vallemontagnana (Bosco di Frasassi) ha curato per tre mesi
dopo che era stata ferita dalla pallottola di un
bracconiere. Il volatile è stato liberato ieri in occasione
della "Giornata delle oasi" organizzata dal Wwf. Ieri a
Vallemontagnana sono arrivate una sessantina di persone da
Marche e Umbria, compresi tanti bambini che hanno potuto
vedere per la prima volta dei rapaci. L'oasi Bosco di
Frasassi infatti ospita un'aquila reale, sei poiane e
quattro nibbi reali che vivono nelle voliere di
acclimatamento, dove rimarranno finché non potranno tornare
nelle loro zone. «I nostri ospiti - spiega Jacopo Angelini,
direttore dell'oasi - sono rapaci feriti da bracconieri,
avvelenati da pesticidi o anche folgorati da linee
elettriche. Noi li curiamo e poi gli ridiamo la libertà. La
prossima liberazione è prevista per giugno, quando una
coppia di nibbi reali spiccherà il volo nella Gola della
Rossa». Ieri le persone accorse all'oasi hanno anche
passeggiato nell'aula verde e ammirato la grande varietà di
specie vegetali presenti. L'oasi Bosco di Frasassi è
visitabile su prenotazione telefonando al direttore al
numero 073222937 (ore pasti). Sono stati circa un migliaio
invece gli appassionati che hanno approfittato della
“Giornata" per visitare la Riserva regionale Ripa Bianca di
Jesi. Circa 200 le persone che hanno girato per gli spazi
verdi nella mattina e quasi 800 quelle che nel pomeriggio si
sono divertire nel laboratorio didattico e fatto merenda con
prodotti biologici. «Siamo molto soddisfatti – commenta
Davide Belfiori del Wwf -: nonostante il freddo c’è stata
tanta gente». A proposito di ambiente: ieri a Falconara i
Verdi hanno manifestato contro le carrette dei mari: in
spiaggia con uno striscione di cento metri i manifestanti
hanno simulato una marea nera sulla riva mentre venivano
mostrate foto di pesci e uccelli sporchi di petrolio. Sempre
a Falconara ieri si è svolta pure “100 strade per giocare",
l’iniziativa di Legambiente e del Comune, grazie alla quale
i bambini sono diventati per un giorno "padroni" di un
tratto di via Bixio e di piazza Gramsci, chiusi alle auto,
dove hanno potuto dare sfogo alla loro voglia di giocare
senza il rischio di finire sotto una macchina. |
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IL RESTO DEL
CARLINO |
Una marea
"pulita"
FALCONARA — Si è svolta ieri
mattina la “Manifestazione contro le maree nere e i rischi
dovuti alla raffineria Api”, che aveva lo scopo di
evidenziare i pericoli cui è sottoposto l'Adriatico a causa
dell'intenso traffico di petroliere. L'iniziativa, lanciata
dai Verdi di Falconara e dal Gruppo Verdi del Consiglio
Regionale, ha rispettato la scaletta in programma e
all'appuntamento in spiaggia si sono presentati i
rappresentanti dei comitati cittadini, gli esponenti
dell'associazione “Il Falco Azzurro” ed i portavoce di WWF e
Greanpeace. Insieme, i partecipanti hanno simulato l'arrivo
di una marea nera (foto): in fila indiana, sorreggendo un
lunghissimo striscione nero, sono partiti dalla piattaforma
Bedetti ed hanno percorso un tratto di spiaggia, per poi
dirigersi al centro della città. Il serpentone ha fatto
sosta in piazza Mazzini, dove hanno preso la parola Moruzzi,
capogruppo dei Verdi delle Marche, l'assessore provinciale
Binci e il consigliere comunale Badialetti. Poi tutti allo
spazio Fanesi per la proiezione del video “Via le carrette
dal mare, stop ai rischi in Adriatico”. Sono seguiti il
collegamento con un esponente del comitato della Galizia e
l'incontro del parlamentare Marco Lion. Comitati ed
associazioni hanno appoggiato le proposte dei Verdi:
promuovere una collaborazione tra i movimenti europei e
stimolare l'azione degli enti locali. |
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CORRIERE ADRIATICO |
"Adriatico più sicuro" Un
telo nero di plastica lungo cento metri steso sulla spiaggia
La manifestazione delle
associazioni ambientaliste
I Verdi: "Le carrette del
mare vanno fermate"
di Marina Minelli
FALCONARA - Cento metri di
plastica nera lungo la spiaggia di Falconara a simulare una
macchia di petrolio e intorno a questo striscione scuro e
sinistro, tante persone, il capo gruppo dei Verdi in
consiglio regionale Marco Moruzzi, i Verdi falconaresi, tra
cui il capo gruppo Sergio Badialetti e l'assessore
provinciale Massimo Binci, i comitati di Villanova e
Fiumesino, l'associazione ambientalista "Il Falco Azzurro" e
poi il Wwf e Greenpeace. Tutti insieme ieri mattina per
protestare non solo contro la minaccia rappresentata dal
traffico di petroliere verso la raffineria Api, ma anche e
soprattutto - come hanno detto gli organizzatori - per come
è stato gestito lo sversamento di gasolio dei giorni scorsi.
Secondo Marco Moruzzi, le modalità messe in atto "minano la
credibilità di un'azienda che ha appena richiesto il rinnovo
della concessione vantando correttezza e trasparenza". Una
manifestazione quasi spontanea quella organizzata da Verdi
in pochissimi giorni per far sentire forte e chiara una
protesta "trasversale" che coinvolge non solo Falconara, ma
tutte le città della costa e l'immagine dell'intera regione.
"Un evento come quello della Prestige in Galizia - ha
ribadito Moruzzi - non solo vorrebbe dire morte certa per il
turismo balneare, ma segnerebbe irrimediabilmente l'immagine
stessa delle Marche. Il mare Adriatico oggi è esposto ad un
rischio assurdo, aggravato in questo caso dal comportamento
della raffineria che ha denunciato con grave ritardo quanto
stava accadendo, mentre in questi casi la tempestività
dell'intervento di bonifica è fondamentale". Dalla spiaggia,
resa impraticabile da una bufera di vento, i manifestanti si
sono spostati verso il centro ed in piazza Mazzini hanno
spiegato le ragioni della protesta. Alle ragioni di Moruzzi
si è associato anche Loris Calcina, portavoce del comitato
di Vil lanova . Il presidente regionale del Wwf, Andrea
Dignani, ha chiesto "una piena assunzione di responsabilità
sul futuro dell'Api da parte degli organi competenti;
l'azienda per garantire il mantenimento dell'economia della
zona deve impegnarsi in una riconversione tecnologica per il
progressivo superamento della cultura del petrolio".
L'iniziativa si è conclusa con la proiezione di un filmato
sul pericolo rappresentato dal passaggio in Adriatico delle
"carrette dei mari" e con l'intervento del deputato Verde
Marco Lion il quale ha sottolineato l'importanza della forte
presa di posizione del territorio. "Sono le amministrazioni
locali a decidere in prima persona del loro futuro - ha
dichiarato - e Falconara l'ha già fatto, prima con la
dichiarazione di incompatibilità e adesso con il Prg. Ora
bisogna pensare ad una riconversione che garantisca anche la
piena occupazione". Il tema della sicurezza dell'Adriatico è
stato anche al centro del consiglio comunale congiunto tra
Spalato e Ancona che si è svolto sabato in Croazia. Anche
dall'altra sponda del mare è rimbalzata forte la richiesta
di bloccare l'accesso a uno spazio chiuso come l'Adriatico
alle carrette del mare.
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IL
MANIFESTO |
L'onda nera
Una lunga striscia di
plastica nera, tesa sfidando il vento lungo l'arenile di
Falconara marittima, è stato il modo scelto dai Verdi delle
Marche per dire no, simulando l'onda di una marea di
petrolio, al rinnovo della concessione della Raffineria Api,
che scade nel 2008. La manifestazione, alla quale hanno
preso parte diversi militanti ambientalisti, voleva far
riflettere sui rischi di inquinamento ambientale legati,
dicono, alla permanenza del petrolchimico lungo la costa
adriatica. Il Sole che ride chiede nuovi provvedimenti per
la sicurezza dell'ambiente, il bando definitivo delle
cosidette "carrette dei mari" che trasportano idrocarburi, e
chiarimenti sull'incidente di pochi giorni fa all'Api con lo
sversamento di gasolio in mare. |
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ECONEWS (Verdi) |
Raffineria
Api: Verdi simulano marea nera, no a concessione
Una lunga striscia di
plastica nera, tesa sfidando il vento lungo l' arenile di
Falconara marittima, e' stato il modo scelto dai Verdi delle
Marche per dire no, simulando l' onda di una marea di
petrolio, al rinnovo della concessione della Raffineria Api,
che scade nel 2008. La manifestazione, alla quale hanno
preso parte diversi militanti ambientalisti, voleva far
riflettere sui rischi di inquinamento ambientale legati,
dicono i Verdi, alla permanenza del petrolchimico lungo la
costa adriatica. Il Sole che ride chiede nuovi provvedimenti
per la sicurezza dell'ambiente, il bando definitivo delle
cosidette "carrette dei mari" che trasportano idrocarburi, e
chiarimenti sull'incidente di pochi giorni fa all' Api con
lo sversamento di gasolio in mare. |
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