MESSAGGERO |
I lavoratori Api: «La città
ci sostenga»
La marcia dei fischietti su
piazza Mazzini. Sindacati uniti per il rinnovo della
concessione. La Uil: «Nessuna alternativa alla raffineria»
Adesione al 100%. C’erano
anche Cna, Cgia e una delegazione dell’Acraf Angelini
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - Sciopero di
massa: adesione al 100%, secondo i sindacati, dei lavoratori
Api e degli autotrasporatori aderenti a Cgia e Cna, di cui
era presente il segretario regionale Fita, Ermanno Santini,
e il segretario regionale Silvano Gattari. Un corteo
multicolore e assordante, caratterizzato anche da una
trentina di mezzi pesanti, fra camion e trattori,
controllato dalla Questura di Ancona, dai Carabinieri e
dalla Polizia municipale di Falconara. Circa 1000 i
lavoratori che ieri si sono concentrati a Falconara
snodandosi lungo il percorso che dalla raffineria ha toccato
la Flaminia, via Trieste, via Bixio e piazza Mazzini. Alle 9
erano già in tanti, uomini e donne, ragazzi e adulti,
falconaresi e non, tutti uniti senza distinzione alcuna. E a
far pesare la scelta di una giornata di sciopero non contro
ma per - per l’economia e il futuro di una città e delle
Marche tutte - anche una delegazione in solidarietà di
lavoratori dell’Acraf Angelini e un’autotrasportatrice,
Graziella Marchetti. Un significativo movimento di persone
che hanno sfilato per Falconara accompagnate dal trillo, a
tratti incessante, dei 1200 fischietti in dotazione e dal
suono dei clacson dei mezzi pesanti. Tra i lavoratori anche
Andrea Giannoni, l’operaio rimasto ferito nell’ultimo
incidente alla centrale, ora in via di guarigione. Tanti
anche gli striscioni dei sindacati e i cartelloni dei
lavoratori, con scritte come “Dopo il 2008, quale futuro?",
“Per il lavoro nella sicurezza di tutti" e “Carletti
aggiungi 1600 posti a tavola che veniamo a mangiare a casa
tua". Incuriositi i cittadini presenti a Falconara, al
momento del passaggio del corteo. Qualcuno si è affacciato
dalla finestra, altri sono usciti dai bar per vedere meglio
la manifestazione. Altri ancora, in attesa alla fermata
dell’autobus, non sapevano nemmeno di che cosa potesse
trattarsi. Unico inconveniente della mattinata lo stop
imposto ai mezzi pesanti. Al momento di farli entrare dalla
statale in via Bixio per raggiungere il centro, la Polizia
municipale di Falconara, seguendo quanto riportato sui
permessi per il corteo, non ha dato il via libera al loro
passaggio. «Effettivamente – conferma Gilberto Gasperoni
della Cgia Trasporti – sull’autorizzazione richiesta per la
manifestazione non si esplicitava il transito di questi
mezzi in centro. Per noi era scontato, anche per evitare
problemi di circolazione sulla statale. Ma quando la Polizia
Municipale ci ha detto che se entravamo ci avrebbe multato
si è creato un qui pro quo. Fortunatamente, grazie alla
sinergia anche con la Questura abbiamo risolto il problema».
Quindi, alla fine, in centro sono stati fatti entrare solo i
mezzi leggeri, i cosiddetti “trattori", mentre gli altri, la
maggior parte, hanno proseguito per Ancona. La statale,
comunque, secondo la Questura, è rimasta impraticabile per
un’ora circa. Alle 11 tutti in piazza Mazzini dove dopo due
ore di corteo lavoratori e sostenitori della comune causa
hanno assistito al comizio dei sindacati. Presente anche
Francesco Terranova, assessore all’ambiente, intervenuto per
seguire da vicino l’andamento della manifestazione, e Nunzio
Proto, di “Chiari e Coerenti". Ad iniziare il comizio è
stato Andrea Fiordelmondo (Uil) con un discorso intenso. «Il
nostro non è uno sciopero contro qualcosa o qualcuno, ma
siamo qui – ha detto – per dire basta a chi per giochi di
palazzo o per propri interessi si ostina a negare
l’evidenza, perché è evidente e certificato che l’azienda ha
fatto passi da gigante sul fronte dell’affidabilità. Non
esistono processi a breve o medio periodo che possano
garantire l’attuale livello occupazionale, non ingannateci.
E’ anche necessario che l’azienda si attivi in maniera più
attenta alle politiche di integrazione col territorio, che
non si opponga con contenziosi a volte inopportuni, ma che
valuti in modo approfondito gli aspetti legati alla
mitigazione degli impatti, sacrificando se necessario spazi
alla tutela del territorio». Roberto Pulita (Cisl) ha poi
ricordato Ettore e Mario, gli operai rimasti uccisi
nell’incendio del 25 agosto, conquistando uno scroscio di
applausi. A chiusura della manifestazione l’intervento di
Gilberto Zoppi, segretario provinciale Cgil, che ha
individuato colpe e meriti dei protagonisti di questa
vicenda. «La Regione – ha ribadito – ha la responsabilità di
non essersi attivata per tempo in vista della scadenza del
parere sul rinnovo, l’azienda ha avuto un atteggiamento di
immobilismo, ricorrendo al Tar e ai tribunali per risolvere
il problema, tenendo una posizione ostativa sulla
possibilità di sedersi ad un tavolo allargato anche col
Comune e fermandosi sul piano degli investimenti. Il Comune,
invece, ha la responsabilità di aver presentato un Prg che
sancisce l’incompatibilità dell’azienda, prescindendo
dall’insediamento produttivo già esistente. Questo sarebbe
un processo da governare e concertare e non affrontare solo
con delibere».
«Uscita ovest a due
bretelle»
Il capogruppo Mentrasti mette
i puntini sulle “i" in vista della presentazione del
progetto semidefinitivo
Rifondazione: «La via diretta
di Assindustria non è quanto deciso dall’aula»
di CLAUDIA GRANDI
Basta con i dibattiti
sull'uscita dal porto: il Consiglio comunale di Ancona ha
preso la sua decisione e l'iter si è messo in moto. L'invito
arriva dal gruppo di Rifondazione Comunista in Consiglio. Se
il Comune ha trovato nell'uscita a ovest-ipotesi doppia
bretella la soluzione migliore per risolvere il nodo della
viabilità anconetana, non si capisce perché (dicono in
sostanza i consiglieri del Prc) ancora oggi c'è chi si fa
promotore di altri progetti. Il richiamo, esplicito, è ad
Assindustria la quale, anche dopo la seduta del consiglio
comunale del 24 febbraio (quando fu approvato il documento
in cui viene indicata la soluzione della doppia bretella) ha
continuato a proporre l'ipotesi uscita a ovest ma con
collegamento diretto. «Nelle ultime tre settimane - spiega
il consigliere Edoardo Mentrasti - mi sembra che si sia
attivato un dibattito a briglia sciolta sull'uscita dalla
città. Il Consiglio comunale, però, ha già deciso: dopo il
giusto protagonismo del Comune e la chiamata in causa del
governo, la palla passa ora alla Regione, che dovrà svolgere
un ruolo decisivo nella questione». Regione che, lunedì,
chiuderà il cerchio per l'iter che la riguarda: dopodomani,
infatti, l'assessore regionale ai Trasporti, Marco Amagliani
(Prc), incontrerà la Provincia e il Comune di Falconara per
definire le ultime questioni rimaste in sospeso: il by-pass
ferroviario di fronte all'Api e il by-pass della statale 16.
«Dopo questo incontro - spiega Amagliani - i passaggi di
nostra competenza, che stiamo percorrendo nel rispetto dei
tempi, si concluderanno e toccherà al governo assumersi le
proprie responsabilità sull'uscita dal porto. Fino a quel
momento la competenza resta della Regione che ha recepito la
proposta ufficiale del Comune sull'uscita a ovest: per
questi motivi invito tutti i soggetti che in questi giorni
hanno avanzato altre proposte, a non intralciare il percorso
che a questo punto deve procedere celermente». La palla, si
diceva, sta per passare al ministero che in base all'intesa
quadro generale Stato-Regione sottoscritta il 24 ottobre
dello scorso anno, ha assunto precisi impegni di spesa per
la realizzazione dell'uscita a ovest. «Fino ad oggi ho
seguito l'intero dibattito in disparte, senza intervenire,
perché ogni Comune deve decidere autonomamente. Ora, però,
la Regione deve svolgere il proprio ruolo e lo sta facendo
basandosi sul documento del Consiglio comunale del 24
febbraio, difficilmente equivocabile: al punto 4, infatti,
si dice che la soluzione più utile per l'uscita dalla città
è quella a ovest-doppia bretella». Quanto poi alle ipotesi
di project financing, Amagliani sgombera il campo da
qualsiasi equivoco. «Nell'intesa quadro Stato-Regione - dice
- è sì prevista la possibilità di varie forme di
co-partecipazione, tra cui appunto il project financing, ma
solamente per l'ultimo tratto della strada statale. Ciò che
quindi Baldassarri va dicendo da tempo nella nostra regione,
è solo un suo problema». Ipotesi di project financing che,
secondo Mentrasti, sono assolutamente fuori luogo, in quanto
riferite a soluzioni viarie meno utili e più costose
dell'uscita a ovest. Quanto alla proposta di Assindustria,
comunque, Rifondazione afferma che il Consiglio sarà
dipsonibile a valutarla, ma la scelta è comunque compiuta.
Il nodo del raddoppio della variante, poi. «Qualche giorno
fa - dice il consigliere Nicola Sciulli - si è svolto un
incontro tecnico Provincia-ministero per l'analisi di tutti
gli elementi di integrazione richiesti per l'impatto
ambientale. Integrazione che è stata accolta positivamente».
Sgl Carbon e Api, nasce un nuovo comitato di cittadini
ASCOLI — Nasce un nuovo comitato di cittadini, su
uniziativa del consigliere regionale di Forza Italia Umberto
Trenta, che vuole vedere chiaro, e agire poi di conseguenza,
difronte a due gravi questioni ambientali delle Marche: la
Sgl Carbon di Ascoli e l’Api di Falconara. Entrambe queste
aziende da sempre sono in conflitto con la popolazione
perché accusate di inquinare e, in particolare l’Api, perché
pericolosa anche per la sua vicinanza alla ferrovia e
all’aeroporto. «La mia — commenta Trenta, che fa parte della
IV commissione regionale per l’ambiente — non vuole essere
una iniziativa di partito ma vuole mettere insieme tutti i
cittadini costretti a convivere, a pochi metri di distanza,
con la Sgl Carbon ad Ascoli o l’Api a Falconara». Qual è il
primo obiettivo del comitato? «Prima di tutto — dice Trenta
— vogliamo sollecitare istituzioni e organi tecnici affinché
dicano una parola certa su livelli di inquinamento e di
pericolosità. Poi, una volta acquisito questo dato, portare
avanti le proposte più opportune. Ad esempio la
riconversione di questi impianti sfruttando risorse
nazionali ed europee. Il comitato non vuole essere “contro"
ma vuole approfondire le ragioni del malcontento della gente
e trovare una soluzione nel rispetto di tutti, delle aziende
e dei lavoratori. Vogliamo fare una discussione serena,
senza pregiudizi, sulla base di dati scientifici certi, una
volta per tutte». Sia la Sgl Carbon sia l’Api hanno una
concessione vicina alla scadenza e le istituzioni competenti
sono quindi chiamate ad una scelta molto delicata. In gioco
c’è il futuro non solo di tanti lavoratori ma anche di due
territori marchigiani molto vasti ed importanti. |
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IL RESTO DEL
CARLINO |
La
raffineria alla Cgil: «Quale immobilismo»
FALCONARA - Una
partecipazione consistente, molto alta, esclusi gli operai
che dovevano garantire il minimo tecnico dell’attività della
raffineria. Questa l’adesione dei lavoratori allo sciopero
di ieri, secondo fonti interne alla raffineria che però
preferisce non addentrarsi in percentuali. Lo stabilimento
petrolifero non ha gradito, riferisce un portavoce
dell’azienda, le posizioni espresse dalla Cgil durante il
comizio. «Non è corretto definire immobile l’atteggiamento
dell’azienda – prosegue il portavoce – solo in una seconda
fase, questa dell’incertezza sul futuro ci siamo fermati.
Non è neanche vero che l’Api ha fatto solo ricorsi al Tar,
mi sembra un po’ riduttivo. Siamo stati trascinati su questa
strada, non l’abbiamo voluto noi». Anche la mancanza di
disponibilità dell’azienda a sedersi attorno ad un tavolo
allargato col Comune non è stata digerita. «Non è affatto
così, ma finché non si chiarisce quanto riportato nel prg
sul futuro dello stabilimento non possiamo fare
diversamente. E comunque è la Regione l’unico ente deputato
a prendere una decisione sul rinnovo della concessione,
quindi il prg si dovrà adeguare».
Sull'Api l'altolà dei
lavoratori
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — Mille lavoratori
per i sindacati, un po' meno a colpo d'occhio. Lo sciopero
dei dipendenti della raffineria Api, di quelli dell'indotto,
le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil e ancora
Cgia e Cna hanno dato via alle 9 in punto a quella che può
essere definita una delle più grandi manifestazioni in
difesa dei posti di lavoro. La partenza Un'adesione
pressoché totale quella dei dipendenti, anche se poi nel
corteo di protesta, strada facendo, si sono persi una parte
dei sostenitori. Nonostante il tempo uggioso un clima
grintoso ha unito i lavoratori Api che un'ora prima
dell'inizio della manifestazione si sono ritrovati ai
cancelli dell'industria petrolifera. Avevano 'agghindato'
gli automezzi con striscioni sindacali e proteste verso il
Comune, segno indelebile dello strappo che non può essere
ricucito. Altri mezzi erano poi tappezzati dagli articoli
dei quotidiani, quasi a segnare le tappe di un tragitto
cominciato molto tempo fa. Il rumore dei clacson ha
caratterizzato il percorso del lungo serpentone che ha
toccato le principali vie cittadine: Flaminia, Trento, Bixio
e capolinea in piazza Mazzini. L'invasione della carreggiata
da parte dei mezzi pesanti a fatto si che il traffico
subisse dei forti rallentamenti, in alcuni momenti la
viabilità è stata completamente bloccata. Soprattutto
all'entrata della città dove la normale percorribilità è
stata ostruita dai mezzi pesanti che hanno paralizzato
autobus e macchine. Dal canto suo l'amministrazione comunale
aveva provedduto ad una distribuzione capillare di tutti gli
agenti di polizia municipale che aveva bloccato l'ingresso
verso le piazze centrali. Il capolinea Il palco di piazza
Mazzini ha accolto i rappresentanti dei lavoratori che mai
come ieri hanno espresso la loro posizione su tutta la
vicenda legata al rinnovo della concessione all'impianto.
Mai come prima perché hanno riservato parole dure, a volte
rabbiose, verso quello che non è stato fatto. Verso quello
che si poteva e si sarebbe dovuto fare. Indiscutibilmente
sono stati riconosciuti demeriti a Comune, Provincia e
Regione. Espulsa totalmente dal vocabolario la parola
ambiguità. Dalla Cgil, alla Cisl fino alla Uil, hanno
ribadito la necessità di chiarezza, su tutti i fronti. «Il
nostro manifestare — ha detto Andrea Fiordelmondo della
Uilcem — non è una minaccia né un ultimatum. Siamo qui per
ribadire con forza e convinzione che questa azienda è
sorgente di opportunità per il territorio che la ospita.
Siamo in questa piazza — ha continuato Fiordelmondo — per
dire basta a chi per i giochi di palazzo o per propri
interessi si ostina a negare l'evidenza, cioè che l'azienda
ha fatto passi da gigante». A continuare Roberto Pulita
delle Rsu Cisl: «Non siamo ingenui né tantomeno
irresponsabili. Questa è una partita di grandi dimensioni
dove sono in gioco rilevanti interessi economici, politici e
sociali».
«L'azienda ha minimizzato
il problema»
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — Nel comizio in
piazza Mazzini, sicuramente l'intervento più incisivo è
stato quello di Gilberto Zoppi, segretario provinciale della
Cgil. Zoppi, non ha trascurato di denunciare una situazioni
di grave responsabilità delle istituzioni e dell'azienda.
Parole dure contro la Regione perché — ha detto Zoppi — si è
arrivati in prossimità della scadenza della concessione,
senza che l'Ente abbia assunto una posizione. L'esponente
della Cgil ha reso responsabile la Regione dei «gravi
ritardi sul fronte decisionale». Ma contenstazioni le ha
riservate anche all'azienda: «Ha cercato di minimizzare il
problema del rinnovo della concessione — ha spiegato Zoppi —
scegliendo la strada dei ricorsi. Avevamo chiesto un tavolo
di concertazione e l'azienda l'ha ostacolato. Inoltre, da
tempo, è ferma sul piano degli investimenti». E alla fine è
«toccata» anche all'amministrazione comunale. «Su questa
vicenda — ha concluso Zoppi — il Comune ha cercato di
smarcarsi dal confronto e non ha offerto alternative valide
a quella della raffineria». E' stata infine riconosciuta la
«lucidità e la correttezza dei Comitati cittadini». L'Api si
dice soddisfatta dell'adesione allo sciopero ma non concorda
con alcune posizioni espresse dallo stesso Zoppi.
Innanzitutto sul fronte dei provvedimenti giudiziari, dove
sostiene di «essere stata la prima a subire i danni dei vari
ricorsi». In secondo luogo sulla stasi dichiarata da Zoppi
in materia di investimenti che l'Api ammette, ma giustifica
con l'impegno in materia ambientale, di sicurezza e di
affidabilità degli impianti. Non per ultima la riconosciuta
mancanza di dialogo tra l'azienda e le istituzioni, di cui
la Cgil ha reso responsabile, in parte, anche i vertici
dell'Api. Sulla possibilità di un confronto, fonti vicine
alla raffineria di tutto punto hanno risposto: «Sarebbe come
dire, mi devi dare una mano a cacciarti dal tuo territorio». |
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CORRIERE ADRIATICO |
"Lunga vita alla raffineria"
Ieri mattina disagi in città
per la manifestazione organizzata da Cgil Cisl e Uil alla
quale hanno aderito anche Cna e Confartigianato La carica
dei mille su Falconara per il rinnovo della concessione
di FEDERICA BURONI
FALCONARA - Adesione totale
allo sciopero di ieri alla raffineria Api di Falconara. Un
dato su cui finiscono per concordare, in una prima volta
storica o quasi, sindacati e azienda la cui attività, ieri,
si è limitata al minimo tecnico necessario. Numeri che
soddisfano Cgil, Cisl e Uil, i promotori della rivolta per
il rinnovo della concessione, che ha portato in piazza oltre
mille lavoratori tra dipendenti, autotrasportatori e indotto
dell'impianto. "Ma ci riserviamo altre iniziative prima del
17 aprile come il blocco del rifornimento di energia
elettrica o della diffusione del carburante", annuncia
Andrea Fiordelmondo, Uil. Insomma, la battaglia, almeno da
parte sindacale, è solo agli inizi. "E' tempo di svoltare,
siamo contenti per il risultato ottenuto ma c'è stata
l'impressione che parte dell'azienda abbia agito contro lo
sciopero", è il giudizio del sindacalista. Soddisfatti anche
Gilberto Gasparoni, Confartigianato ed Ermanno Santini, Cna,
che hanno aderito alla manifestazione. "L'Api è una fonte di
ricchezza per la collettività, non può essere chiusa",
commentano a fine mattinata. In attesa del futuro prossimo,
la giornata di ieri si è consumata all'insegna di una corale
protesta verso la Giunta comunale e verso il sindaco
Carletti al quale i lavoratori hanno dedicato slogan e
cartelli dai toni polemici. Un corteo lungo almeno tre
chilometri ha sfilato le vie per le città partendo alle 9,
proprio dalla raffineria. In coda al serpentone, almeno una
cinquantina di mezzi tra trattori, gru, motrici, autospurghi
e cisterne per i quali si è trattato di un vero e proprio
percorso a ostacoli con i vigili urbani pronti a bloccarne
l'ingresso in città. L'impasse si è sciolto grazie
all'intervento della questura e alcuni dei "bisonti" sono
riusciti a transitare. Inevitabili i disagi per il traffico
cittadino. Per il resto, tutto si è svolto senza intoppi o
tafferugli come forse qualcuno anche degli organizzatori
temeva non foss'altro per lo stuolo di almeno 50 uomini tra
poliziotti e carabinieri disclocati lungo il tragitto. Il
corteo si è fermato in piazza Mazzini dove si sono tenuti i
comizi dei sindacalisti. "E' uno sciopero riuscito, ci
dispiace per i disagi alla città ma stiamo difendendo il
posto di molti lavoratori", dice Stefano Mastrovicenzo.
"L'azienda deve collaborare di più e quindi, perché, in nome
di una migliore vivibilità, non pensa di arretrare lo
stabilimento?", rilancia Fiordelmondo. La manifestazione si
è conclusa con l'intervento di Gilberto Zoppi, segretario
Cgil di Ancona. "E' un diritto e un dovere del sindaco
promuovere lo sviluppo di una città e per Falconara questo è
impensabile senza Api". In chiusura, Zoppi ha sottolineato
che "le responsabilità sono di tutti, azienda inclusa che
continua a perseguire la via dei tribunali". Giudizio dei
lavoratori? "Per me l'Api è tutto, ho una famiglia. Ho
votato Carletti solo la prima volta, la sua politica non
tutela i miei interessi e quelli della città", dice Marco
Melonari. Non da meno è Andrea Giannoni, l'operaio che lo
scorso anno subì gravi ustioni al corpo in seguito ad un
incidente. "Rientrerò il prossimo mese dalla malattia -
spiega - ma come faccio se proprio ora mi chiudono?". Tutti
preoccupatissimi. Nel mezzo, anche lei, la signora Graziella
Marchetti, titolare di un'azienda di autotrasporto che
dall'80 lavora per l'Api. "Sono qui per il mio lavoro. Ma
come farò senza?".
Il sindaco Carletti sfugge alla piazza
L'azienda: buono il livello d'adesione
di FEDERICA BURONI
FALCONARA - A poche ore dallo sciopero, un rapido scambio
di battute tra azienda e sindacati, in particolare con la
Cgil. Il tutto dopo aver comunque definito di "buonissimo
livello" l'adesione allo sciopero dei lavoratori dell'Api.
Il nocciolo della querelle riguarda una delle affermazioni
fatte dal sindacato rispetto alla raffineria tesa, secondo i
sindacati, a perseguire con costanza la via dei tribunali.
In realtà, l'azienda, viene fatto notare, "è stata la prima
a subire i danni dei vari ricorsi al Tar in cui è stata
trascinata, visto che l'iniziativa non era partita dall'Api.
Prima di questa fase, poi, nel periodo '96-'99, sono stati
attuati investimenti per circa 10-20 miliardi di vecchie
lire e questo significa, secondo l'azienda che "è stato
fatto molto per il territorio". Ora, gli investimenti, fa
ancora notare l'azienda, "se è vero che hanno subito un
blocco sul territorio, vanno avanti in materia di ambiente e
sicurezza e affidabilità degli impianti". Anche di recente,
sottolinea l'azienda, "è stata impiegata la motocisterna a
doppio scafo integrale per il trasporto di benzine e gasolio
prodotti nella raffineria". Da tutto questo, è la
conclusione, "non ha tratto beneficio il Comune di Falconara
ma senza dubbio i cittadini". Ultima sottolineatura, rivolta
a chi sollecita l'Api a sedere a un tavolo di confronto con
il sindaco Carletti. "Sarebbe come dire: mi devi dare una
mano a cacciarti dal tuo territorio". A proposito del primo
cittadino, ieri, in sua rappresentanza ha inviato alla
manifestazione il portavoce Kruger Agostinelli. In piazza,
poi, in mezzo alla gente c'erano anche l'assessore alla
Sicurezza, Terranova, il consigliere comunale Nunzio Proto e
l'ex sindaco Guidobaldi. Tutti molto in disparte, comunque
confusi tra la folla di cittadini e lavoratori. Forse, la
politica, almeno per una volta, ha preferito restare in
disparte. Del resto l'accusa di sindacati, Cna e
Confartigianato di "ambiguità" e "mancanza di chiarezza" è
rivolta essenzialmente ai rappresentanti della politica
locale. "L'incertezza che è regnata negli ultimi anni su
questo tema porta le imprese, la proprietà Api e i
lavoratori stessi a non investire", è il coro che Cna e
Confartigianato vanno ripetendo assieme a Cgil, Cisl e Uil.
Per questo entrambe le associazioni invitano il "presidente
D'Ambrosio e all'assessore Amagliani a non rinviare la
decisione sul rinnovo della concessione".
Viventi: "Basta con i
balletti"
Regione, Provincia e Comune
nel mirino del consigliere regionale dell'Udc
ANCONA - "Quasi
quotidianamente assistiamo a un balletto, tra Regione,
Provincia e Comune di Falconara, circa il rinnovo della
concessione alla raffineria Api", un atteggiamento, quello
delle forze di centrosinistra alla guida dei tre enti, che
al consigliere regionale dell'Udc Luigi Viventi appare "un
poco ipocrita". "Perché - spiega - al di là delle
dichiarazioni del sindaco di Falconara, che sembra quasi
voler giocare una partita a scacchi con l'Api, o del gioco a
scarica barile di altri, tutti sanno che il rinnovo della
concessione è praticamente cosa certa. La stessa Regione
Marche, quando ha scelto di far realizzare la centrale
termoelettrica all'interno dello stabilimento falconarese,
in luogo di un altro equivalente previsto a Comunanza, ha di
fatto creato tutti i presupposti favorevoli al rinnovo della
concessione stessa". "Al riguardo - continua Viventi - ho
sempre sostenuto, e con me tutto l'Udc, che non trattandosi
di un'industria qualsiasi, ma di una azienda che si occupa
di materiali di una certa pericolosità, è evidente che le
condizioni di sicurezza, sia per i dipendenti che per i
cittadini della zona, assumono un valore fondamentale. Noi
non ci trinceriamo dietro facili demagogie, ma ci assumiamo
le nostre responsabilità anche dall'opposizione. Abbiamo
detto e lo ribadiamo che il rinnovo deve essere concesso
pretendendo precise garanzie proprio in ordine alla
sicurezza. In relazione a ciò - ricorda il consigliere -
abbiamo anche avanzato la proposta di creare intorno alla
raffineria una zona di rispetto spostando la ferrovia, la
strada statale e anche alcune abitazioni che si trovano a
ridosso della raffineria stessa". "Occorre quindi - conclude
Viventi - essere realistici ben sapendo che, a fronte di un
irrinunciabile diritto alla sicurezza dei cittadini, esiste
anche un altrettanto irrinunciabile diritto dei lavoratori e
dell'azienda a programmare con certezza il proprio futuro;
non riuscirei tra l'altro a comprendere come la città di
Falconara possa fare a meno della presenza di una azienda
che dà lavoro, direttamente o indirettamente, a 2.000
lavoratori".
Il corteo blocca
l'ambulanza
L'odissea di un paziente:
un'ora da Rocca Priora a Torrette
di Marina Minelli
FALCONARA - I Tir bloccano la
variante alla Statale 16 e un'ambulanza della Croce Gialla
di Falconara, con a bordo un paziente in emergenza, impiega
un'ora per arrivare da Rocca Priora all'ospedale di
Torrette. E' accaduto ieri verso le 9 e 30 in coincidenza
con lo sciopero dei lavoratori della raffineria Api e al
quale hanno aderito anche autotrasportatori indipendenti che
si sono incolonnati con i loro mezzi. "Come al solito siamo
stati allertati dal 118 - spiega l'autista dell'ambulanza -
e all'altezza del distributore Agip della Rocca, quello
situato subito dopo il bivio con la zona a mare, abbiamo
caricato una persona che aveva avuto un malore. Poi ottenuta
come destinazione di ricovero l'ospedale di Torrette abbiamo
fatto dietro front per prendere la variante, con la
prospettiva di arrivare in pochissimo tempo". Poco dopo lo
svincolo l'ambulanza a sirene spiegate si incolonna dietro
una lunga fila di autobotti, e, come fa notare l'autista del
mezzo di soccorso, "un piccolo spazio per passare ci sarebbe
stato se solo ci fosse stata un minimo di collaborazione".
Invece la protesta coinvolge anche l'ambulanza: i conducenti
di tre o quattro mezzi pesanti si mettono in diagonale sulla
strada occupando del tutto la carreggiata in entrambi i
sensi e impedendo il passaggio. "Sono stato costretto a fare
retromarcia e a percorrere un tratto di superstrada in senso
inverso per tornare sulla Flaminia - prosegue l'autista -
era l'unico sistema per uscire da quella situazione assurda
che si era creata e dalla quale i Tir non sembravano
intenzionati a farci uscire". A quel punto il mezzo di
soccorso, sempre con il lampeggiante acceso e a sirene
spiegate, si immette all'interno dell'abitato di Falconara
dove era in corso il corteo di protesta. "Per fortuna -
ammette l'autista dell'ambulanza - a quel punto i
manifestanti a piedi e quelli sui trattori si sono resi
conto dell'emergenza e ci hanno lasciato passare altrimenti
non ho idea di come sarebbe finita".
"Sull'uscita a Ovest la
palla alla Regione"
Rc: avanti tutta verso il
finanziamento
di GI.MA
Continua a far discutere la
grande viabilità. Rifondazione Comunista ribadisce la
propria posizione e lo fa a più di un mese dall'infuocato
consiglio comunale del 24 febbraio. Se prima di quell'ordine
del giorno a far capolino era la minaccia di completamento
dell'asse attrezzato, unico progetto definitivo finora
inserito negli strumenti urbanistici, oggi un indirizzo
urbanistico da parte del consiglio comunale c'è e guarda ad
ovest. Più precisamente alla seconda delle ipotesi sulle
quali era in atto lo studio di fattibilità, quella che
prevede il raddoppio della variante sulla statale 16,
peraltro già in progetto, con un raccordo al Pinocchio. Ma
nel marasma di opinioni contrastanti che hanno
caratterizzato le ultime settimane il capogruppo Edoardo
Mentrasti esce allo scoperto, ribadendo la necessità di
accelerare i tempi: "Si è assistito al giusto protagonismo
del Comune e a varie chiamate in causa del Governo. Ora
serve il decisivo ruolo della Regione dall'alto delle sue
competenze e della capacità di programmazione". La palla a
via Gentile da Fabriano. "Finora abbiamo atteso con grande
interesse che terminasse il dibattito comunale - spiega
l'assessore regionale Marco Amagliani - ma il documento
prodotto il 24 febbraio è ben difficile da equivocare: si
cita espressamente un collegamento dal porto alla statale 16
e poi da questa all'autostrada A 14. Ora lavoreremo affinché
l'indirizzo pronunciato a febbraio sia ben recepito dallo
Stato". Il riferimento economico è tutto all'Intesa Quadro
firmata il 24 ottobre scorso tra il Ministero delle
Infrastrutture e la Regione Marche. In particolare al punto
3 in cui si prevedono finanziamenti statali sufficienti per
il completamento dell'intera infrastruttura viaria. Resta
ormai poco da concertare, prima che la doppia bretella
divenga il principale tavolo di lavoro. Già consegnate in
Regione le due progettazioni, lunedì l'assessore incontrerà
il sindaco di Falconara e il presidente della provincia
Giancarli per discutere riguardo ai due by-pass previsti per
la nuova strada sul territorio falconarese: quello stradale
sulla statale 16 e quello ferroviario all'altezza della
raffineria Api. "Risolte queste questioni - continua
Amagliani - mi interesserò di incontrare il prima possibile
il ministro Lunardi affinchè i finanziamenti previsti
dall'intesa quadro siano resi disponibili fino in fondo a
favore di questa progettazione". Cade quindi anche l'ipotesi
del ministro Baldassarri riguardo a interventi privati di
project financing. La strada si farà con i fondi pubblici ed
appare più vicina anche la progettazione esecutiva per
quanto riguarda il "raddoppio" della variante alla statale
16. Proprio in questi giorni ha avuto luogo un incontro
tecnico tra Provincia e Ministero per gli ultimi chiarimenti
e supplementi di documentazione.
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