RASSEGNA STAMPA 05.04.2003

 

MESSAGGERO
I lavoratori Api: «La città ci sostenga»

La marcia dei fischietti su piazza Mazzini. Sindacati uniti per il rinnovo della concessione. La Uil: «Nessuna alternativa alla raffineria»

Adesione al 100%. C’erano anche Cna, Cgia e una delegazione dell’Acraf Angelini

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA - Sciopero di massa: adesione al 100%, secondo i sindacati, dei lavoratori Api e degli autotrasporatori aderenti a Cgia e Cna, di cui era presente il segretario regionale Fita, Ermanno Santini, e il segretario regionale Silvano Gattari. Un corteo multicolore e assordante, caratterizzato anche da una trentina di mezzi pesanti, fra camion e trattori, controllato dalla Questura di Ancona, dai Carabinieri e dalla Polizia municipale di Falconara. Circa 1000 i lavoratori che ieri si sono concentrati a Falconara snodandosi lungo il percorso che dalla raffineria ha toccato la Flaminia, via Trieste, via Bixio e piazza Mazzini. Alle 9 erano già in tanti, uomini e donne, ragazzi e adulti, falconaresi e non, tutti uniti senza distinzione alcuna. E a far pesare la scelta di una giornata di sciopero non contro ma per - per l’economia e il futuro di una città e delle Marche tutte - anche una delegazione in solidarietà di lavoratori dell’Acraf Angelini e un’autotrasportatrice, Graziella Marchetti. Un significativo movimento di persone che hanno sfilato per Falconara accompagnate dal trillo, a tratti incessante, dei 1200 fischietti in dotazione e dal suono dei clacson dei mezzi pesanti. Tra i lavoratori anche Andrea Giannoni, l’operaio rimasto ferito nell’ultimo incidente alla centrale, ora in via di guarigione. Tanti anche gli striscioni dei sindacati e i cartelloni dei lavoratori, con scritte come “Dopo il 2008, quale futuro?", “Per il lavoro nella sicurezza di tutti" e “Carletti aggiungi 1600 posti a tavola che veniamo a mangiare a casa tua". Incuriositi i cittadini presenti a Falconara, al momento del passaggio del corteo. Qualcuno si è affacciato dalla finestra, altri sono usciti dai bar per vedere meglio la manifestazione. Altri ancora, in attesa alla fermata dell’autobus, non sapevano nemmeno di che cosa potesse trattarsi. Unico inconveniente della mattinata lo stop imposto ai mezzi pesanti. Al momento di farli entrare dalla statale in via Bixio per raggiungere il centro, la Polizia municipale di Falconara, seguendo quanto riportato sui permessi per il corteo, non ha dato il via libera al loro passaggio. «Effettivamente – conferma Gilberto Gasperoni della Cgia Trasporti – sull’autorizzazione richiesta per la manifestazione non si esplicitava il transito di questi mezzi in centro. Per noi era scontato, anche per evitare problemi di circolazione sulla statale. Ma quando la Polizia Municipale ci ha detto che se entravamo ci avrebbe multato si è creato un qui pro quo. Fortunatamente, grazie alla sinergia anche con la Questura abbiamo risolto il problema». Quindi, alla fine, in centro sono stati fatti entrare solo i mezzi leggeri, i cosiddetti “trattori", mentre gli altri, la maggior parte, hanno proseguito per Ancona. La statale, comunque, secondo la Questura, è rimasta impraticabile per un’ora circa. Alle 11 tutti in piazza Mazzini dove dopo due ore di corteo lavoratori e sostenitori della comune causa hanno assistito al comizio dei sindacati. Presente anche Francesco Terranova, assessore all’ambiente, intervenuto per seguire da vicino l’andamento della manifestazione, e Nunzio Proto, di “Chiari e Coerenti". Ad iniziare il comizio è stato Andrea Fiordelmondo (Uil) con un discorso intenso. «Il nostro non è uno sciopero contro qualcosa o qualcuno, ma siamo qui – ha detto – per dire basta a chi per giochi di palazzo o per propri interessi si ostina a negare l’evidenza, perché è evidente e certificato che l’azienda ha fatto passi da gigante sul fronte dell’affidabilità. Non esistono processi a breve o medio periodo che possano garantire l’attuale livello occupazionale, non ingannateci. E’ anche necessario che l’azienda si attivi in maniera più attenta alle politiche di integrazione col territorio, che non si opponga con contenziosi a volte inopportuni, ma che valuti in modo approfondito gli aspetti legati alla mitigazione degli impatti, sacrificando se necessario spazi alla tutela del territorio». Roberto Pulita (Cisl) ha poi ricordato Ettore e Mario, gli operai rimasti uccisi nell’incendio del 25 agosto, conquistando uno scroscio di applausi. A chiusura della manifestazione l’intervento di Gilberto Zoppi, segretario provinciale Cgil, che ha individuato colpe e meriti dei protagonisti di questa vicenda. «La Regione – ha ribadito – ha la responsabilità di non essersi attivata per tempo in vista della scadenza del parere sul rinnovo, l’azienda ha avuto un atteggiamento di immobilismo, ricorrendo al Tar e ai tribunali per risolvere il problema, tenendo una posizione ostativa sulla possibilità di sedersi ad un tavolo allargato anche col Comune e fermandosi sul piano degli investimenti. Il Comune, invece, ha la responsabilità di aver presentato un Prg che sancisce l’incompatibilità dell’azienda, prescindendo dall’insediamento produttivo già esistente. Questo sarebbe un processo da governare e concertare e non affrontare solo con delibere».

«Uscita ovest a due bretelle»

Il capogruppo Mentrasti mette i puntini sulle “i" in vista della presentazione del progetto semidefinitivo

Rifondazione: «La via diretta di Assindustria non è quanto deciso dall’aula»

di CLAUDIA GRANDI

Basta con i dibattiti sull'uscita dal porto: il Consiglio comunale di Ancona ha preso la sua decisione e l'iter si è messo in moto. L'invito arriva dal gruppo di Rifondazione Comunista in Consiglio. Se il Comune ha trovato nell'uscita a ovest-ipotesi doppia bretella la soluzione migliore per risolvere il nodo della viabilità anconetana, non si capisce perché (dicono in sostanza i consiglieri del Prc) ancora oggi c'è chi si fa promotore di altri progetti. Il richiamo, esplicito, è ad Assindustria la quale, anche dopo la seduta del consiglio comunale del 24 febbraio (quando fu approvato il documento in cui viene indicata la soluzione della doppia bretella) ha continuato a proporre l'ipotesi uscita a ovest ma con collegamento diretto. «Nelle ultime tre settimane - spiega il consigliere Edoardo Mentrasti - mi sembra che si sia attivato un dibattito a briglia sciolta sull'uscita dalla città. Il Consiglio comunale, però, ha già deciso: dopo il giusto protagonismo del Comune e la chiamata in causa del governo, la palla passa ora alla Regione, che dovrà svolgere un ruolo decisivo nella questione». Regione che, lunedì, chiuderà il cerchio per l'iter che la riguarda: dopodomani, infatti, l'assessore regionale ai Trasporti, Marco Amagliani (Prc), incontrerà la Provincia e il Comune di Falconara per definire le ultime questioni rimaste in sospeso: il by-pass ferroviario di fronte all'Api e il by-pass della statale 16. «Dopo questo incontro - spiega Amagliani - i passaggi di nostra competenza, che stiamo percorrendo nel rispetto dei tempi, si concluderanno e toccherà al governo assumersi le proprie responsabilità sull'uscita dal porto. Fino a quel momento la competenza resta della Regione che ha recepito la proposta ufficiale del Comune sull'uscita a ovest: per questi motivi invito tutti i soggetti che in questi giorni hanno avanzato altre proposte, a non intralciare il percorso che a questo punto deve procedere celermente». La palla, si diceva, sta per passare al ministero che in base all'intesa quadro generale Stato-Regione sottoscritta il 24 ottobre dello scorso anno, ha assunto precisi impegni di spesa per la realizzazione dell'uscita a ovest. «Fino ad oggi ho seguito l'intero dibattito in disparte, senza intervenire, perché ogni Comune deve decidere autonomamente. Ora, però, la Regione deve svolgere il proprio ruolo e lo sta facendo basandosi sul documento del Consiglio comunale del 24 febbraio, difficilmente equivocabile: al punto 4, infatti, si dice che la soluzione più utile per l'uscita dalla città è quella a ovest-doppia bretella». Quanto poi alle ipotesi di project financing, Amagliani sgombera il campo da qualsiasi equivoco. «Nell'intesa quadro Stato-Regione - dice - è sì prevista la possibilità di varie forme di co-partecipazione, tra cui appunto il project financing, ma solamente per l'ultimo tratto della strada statale. Ciò che quindi Baldassarri va dicendo da tempo nella nostra regione, è solo un suo problema». Ipotesi di project financing che, secondo Mentrasti, sono assolutamente fuori luogo, in quanto riferite a soluzioni viarie meno utili e più costose dell'uscita a ovest. Quanto alla proposta di Assindustria, comunque, Rifondazione afferma che il Consiglio sarà dipsonibile a valutarla, ma la scelta è comunque compiuta. Il nodo del raddoppio della variante, poi. «Qualche giorno fa - dice il consigliere Nicola Sciulli - si è svolto un incontro tecnico Provincia-ministero per l'analisi di tutti gli elementi di integrazione richiesti per l'impatto ambientale. Integrazione che è stata accolta positivamente».

Sgl Carbon e Api, nasce un nuovo comitato di cittadini

ASCOLI — Nasce un nuovo comitato di cittadini, su uniziativa del consigliere regionale di Forza Italia Umberto Trenta, che vuole vedere chiaro, e agire poi di conseguenza, difronte a due gravi questioni ambientali delle Marche: la Sgl Carbon di Ascoli e l’Api di Falconara. Entrambe queste aziende da sempre sono in conflitto con la popolazione perché accusate di inquinare e, in particolare l’Api, perché pericolosa anche per la sua vicinanza alla ferrovia e all’aeroporto. «La mia — commenta Trenta, che fa parte della IV commissione regionale per l’ambiente — non vuole essere una iniziativa di partito ma vuole mettere insieme tutti i cittadini costretti a convivere, a pochi metri di distanza, con la Sgl Carbon ad Ascoli o l’Api a Falconara». Qual è il primo obiettivo del comitato? «Prima di tutto — dice Trenta — vogliamo sollecitare istituzioni e organi tecnici affinché dicano una parola certa su livelli di inquinamento e di pericolosità. Poi, una volta acquisito questo dato, portare avanti le proposte più opportune. Ad esempio la riconversione di questi impianti sfruttando risorse nazionali ed europee. Il comitato non vuole essere “contro" ma vuole approfondire le ragioni del malcontento della gente e trovare una soluzione nel rispetto di tutti, delle aziende e dei lavoratori. Vogliamo fare una discussione serena, senza pregiudizi, sulla base di dati scientifici certi, una volta per tutte». Sia la Sgl Carbon sia l’Api hanno una concessione vicina alla scadenza e le istituzioni competenti sono quindi chiamate ad una scelta molto delicata. In gioco c’è il futuro non solo di tanti lavoratori ma anche di due territori marchigiani molto vasti ed importanti.

 
IL RESTO DEL CARLINO
La raffineria alla Cgil: «Quale immobilismo»

FALCONARA - Una partecipazione consistente, molto alta, esclusi gli operai che dovevano garantire il minimo tecnico dell’attività della raffineria. Questa l’adesione dei lavoratori allo sciopero di ieri, secondo fonti interne alla raffineria che però preferisce non addentrarsi in percentuali. Lo stabilimento petrolifero non ha gradito, riferisce un portavoce dell’azienda, le posizioni espresse dalla Cgil durante il comizio. «Non è corretto definire immobile l’atteggiamento dell’azienda – prosegue il portavoce – solo in una seconda fase, questa dell’incertezza sul futuro ci siamo fermati. Non è neanche vero che l’Api ha fatto solo ricorsi al Tar, mi sembra un po’ riduttivo. Siamo stati trascinati su questa strada, non l’abbiamo voluto noi». Anche la mancanza di disponibilità dell’azienda a sedersi attorno ad un tavolo allargato col Comune non è stata digerita. «Non è affatto così, ma finché non si chiarisce quanto riportato nel prg sul futuro dello stabilimento non possiamo fare diversamente. E comunque è la Regione l’unico ente deputato a prendere una decisione sul rinnovo della concessione, quindi il prg si dovrà adeguare».

Sull'Api l'altolà dei lavoratori

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — Mille lavoratori per i sindacati, un po' meno a colpo d'occhio. Lo sciopero dei dipendenti della raffineria Api, di quelli dell'indotto, le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil e ancora Cgia e Cna hanno dato via alle 9 in punto a quella che può essere definita una delle più grandi manifestazioni in difesa dei posti di lavoro. La partenza Un'adesione pressoché totale quella dei dipendenti, anche se poi nel corteo di protesta, strada facendo, si sono persi una parte dei sostenitori. Nonostante il tempo uggioso un clima grintoso ha unito i lavoratori Api che un'ora prima dell'inizio della manifestazione si sono ritrovati ai cancelli dell'industria petrolifera. Avevano 'agghindato' gli automezzi con striscioni sindacali e proteste verso il Comune, segno indelebile dello strappo che non può essere ricucito. Altri mezzi erano poi tappezzati dagli articoli dei quotidiani, quasi a segnare le tappe di un tragitto cominciato molto tempo fa. Il rumore dei clacson ha caratterizzato il percorso del lungo serpentone che ha toccato le principali vie cittadine: Flaminia, Trento, Bixio e capolinea in piazza Mazzini. L'invasione della carreggiata da parte dei mezzi pesanti a fatto si che il traffico subisse dei forti rallentamenti, in alcuni momenti la viabilità è stata completamente bloccata. Soprattutto all'entrata della città dove la normale percorribilità è stata ostruita dai mezzi pesanti che hanno paralizzato autobus e macchine. Dal canto suo l'amministrazione comunale aveva provedduto ad una distribuzione capillare di tutti gli agenti di polizia municipale che aveva bloccato l'ingresso verso le piazze centrali. Il capolinea Il palco di piazza Mazzini ha accolto i rappresentanti dei lavoratori che mai come ieri hanno espresso la loro posizione su tutta la vicenda legata al rinnovo della concessione all'impianto. Mai come prima perché hanno riservato parole dure, a volte rabbiose, verso quello che non è stato fatto. Verso quello che si poteva e si sarebbe dovuto fare. Indiscutibilmente sono stati riconosciuti demeriti a Comune, Provincia e Regione. Espulsa totalmente dal vocabolario la parola ambiguità. Dalla Cgil, alla Cisl fino alla Uil, hanno ribadito la necessità di chiarezza, su tutti i fronti. «Il nostro manifestare — ha detto Andrea Fiordelmondo della Uilcem — non è una minaccia né un ultimatum. Siamo qui per ribadire con forza e convinzione che questa azienda è sorgente di opportunità per il territorio che la ospita. Siamo in questa piazza — ha continuato Fiordelmondo — per dire basta a chi per i giochi di palazzo o per propri interessi si ostina a negare l'evidenza, cioè che l'azienda ha fatto passi da gigante». A continuare Roberto Pulita delle Rsu Cisl: «Non siamo ingenui né tantomeno irresponsabili. Questa è una partita di grandi dimensioni dove sono in gioco rilevanti interessi economici, politici e sociali».

«L'azienda ha minimizzato il problema»

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — Nel comizio in piazza Mazzini, sicuramente l'intervento più incisivo è stato quello di Gilberto Zoppi, segretario provinciale della Cgil. Zoppi, non ha trascurato di denunciare una situazioni di grave responsabilità delle istituzioni e dell'azienda. Parole dure contro la Regione perché — ha detto Zoppi — si è arrivati in prossimità della scadenza della concessione, senza che l'Ente abbia assunto una posizione. L'esponente della Cgil ha reso responsabile la Regione dei «gravi ritardi sul fronte decisionale». Ma contenstazioni le ha riservate anche all'azienda: «Ha cercato di minimizzare il problema del rinnovo della concessione — ha spiegato Zoppi — scegliendo la strada dei ricorsi. Avevamo chiesto un tavolo di concertazione e l'azienda l'ha ostacolato. Inoltre, da tempo, è ferma sul piano degli investimenti». E alla fine è «toccata» anche all'amministrazione comunale. «Su questa vicenda — ha concluso Zoppi — il Comune ha cercato di smarcarsi dal confronto e non ha offerto alternative valide a quella della raffineria». E' stata infine riconosciuta la «lucidità e la correttezza dei Comitati cittadini». L'Api si dice soddisfatta dell'adesione allo sciopero ma non concorda con alcune posizioni espresse dallo stesso Zoppi. Innanzitutto sul fronte dei provvedimenti giudiziari, dove sostiene di «essere stata la prima a subire i danni dei vari ricorsi». In secondo luogo sulla stasi dichiarata da Zoppi in materia di investimenti che l'Api ammette, ma giustifica con l'impegno in materia ambientale, di sicurezza e di affidabilità degli impianti. Non per ultima la riconosciuta mancanza di dialogo tra l'azienda e le istituzioni, di cui la Cgil ha reso responsabile, in parte, anche i vertici dell'Api. Sulla possibilità di un confronto, fonti vicine alla raffineria di tutto punto hanno risposto: «Sarebbe come dire, mi devi dare una mano a cacciarti dal tuo territorio».

 
CORRIERE ADRIATICO
"Lunga vita alla raffineria"

Ieri mattina disagi in città per la manifestazione organizzata da Cgil Cisl e Uil alla quale hanno aderito anche Cna e Confartigianato La carica dei mille su Falconara per il rinnovo della concessione

di FEDERICA BURONI

FALCONARA - Adesione totale allo sciopero di ieri alla raffineria Api di Falconara. Un dato su cui finiscono per concordare, in una prima volta storica o quasi, sindacati e azienda la cui attività, ieri, si è limitata al minimo tecnico necessario. Numeri che soddisfano Cgil, Cisl e Uil, i promotori della rivolta per il rinnovo della concessione, che ha portato in piazza oltre mille lavoratori tra dipendenti, autotrasportatori e indotto dell'impianto. "Ma ci riserviamo altre iniziative prima del 17 aprile come il blocco del rifornimento di energia elettrica o della diffusione del carburante", annuncia Andrea Fiordelmondo, Uil. Insomma, la battaglia, almeno da parte sindacale, è solo agli inizi. "E' tempo di svoltare, siamo contenti per il risultato ottenuto ma c'è stata l'impressione che parte dell'azienda abbia agito contro lo sciopero", è il giudizio del sindacalista. Soddisfatti anche Gilberto Gasparoni, Confartigianato ed Ermanno Santini, Cna, che hanno aderito alla manifestazione. "L'Api è una fonte di ricchezza per la collettività, non può essere chiusa", commentano a fine mattinata. In attesa del futuro prossimo, la giornata di ieri si è consumata all'insegna di una corale protesta verso la Giunta comunale e verso il sindaco Carletti al quale i lavoratori hanno dedicato slogan e cartelli dai toni polemici. Un corteo lungo almeno tre chilometri ha sfilato le vie per le città partendo alle 9, proprio dalla raffineria. In coda al serpentone, almeno una cinquantina di mezzi tra trattori, gru, motrici, autospurghi e cisterne per i quali si è trattato di un vero e proprio percorso a ostacoli con i vigili urbani pronti a bloccarne l'ingresso in città. L'impasse si è sciolto grazie all'intervento della questura e alcuni dei "bisonti" sono riusciti a transitare. Inevitabili i disagi per il traffico cittadino. Per il resto, tutto si è svolto senza intoppi o tafferugli come forse qualcuno anche degli organizzatori temeva non foss'altro per lo stuolo di almeno 50 uomini tra poliziotti e carabinieri disclocati lungo il tragitto. Il corteo si è fermato in piazza Mazzini dove si sono tenuti i comizi dei sindacalisti. "E' uno sciopero riuscito, ci dispiace per i disagi alla città ma stiamo difendendo il posto di molti lavoratori", dice Stefano Mastrovicenzo. "L'azienda deve collaborare di più e quindi, perché, in nome di una migliore vivibilità, non pensa di arretrare lo stabilimento?", rilancia Fiordelmondo. La manifestazione si è conclusa con l'intervento di Gilberto Zoppi, segretario Cgil di Ancona. "E' un diritto e un dovere del sindaco promuovere lo sviluppo di una città e per Falconara questo è impensabile senza Api". In chiusura, Zoppi ha sottolineato che "le responsabilità sono di tutti, azienda inclusa che continua a perseguire la via dei tribunali". Giudizio dei lavoratori? "Per me l'Api è tutto, ho una famiglia. Ho votato Carletti solo la prima volta, la sua politica non tutela i miei interessi e quelli della città", dice Marco Melonari. Non da meno è Andrea Giannoni, l'operaio che lo scorso anno subì gravi ustioni al corpo in seguito ad un incidente. "Rientrerò il prossimo mese dalla malattia - spiega - ma come faccio se proprio ora mi chiudono?". Tutti preoccupatissimi. Nel mezzo, anche lei, la signora Graziella Marchetti, titolare di un'azienda di autotrasporto che dall'80 lavora per l'Api. "Sono qui per il mio lavoro. Ma come farò senza?".

Il sindaco Carletti sfugge alla piazza

L'azienda: buono il livello d'adesione

di FEDERICA BURONI

 FALCONARA - A poche ore dallo sciopero, un rapido scambio di battute tra azienda e sindacati, in particolare con la Cgil. Il tutto dopo aver comunque definito di "buonissimo livello" l'adesione allo sciopero dei lavoratori dell'Api. Il nocciolo della querelle riguarda una delle affermazioni fatte dal sindacato rispetto alla raffineria tesa, secondo i sindacati, a perseguire con costanza la via dei tribunali. In realtà, l'azienda, viene fatto notare, "è stata la prima a subire i danni dei vari ricorsi al Tar in cui è stata trascinata, visto che l'iniziativa non era partita dall'Api. Prima di questa fase, poi, nel periodo '96-'99, sono stati attuati investimenti per circa 10-20 miliardi di vecchie lire e questo significa, secondo l'azienda che "è stato fatto molto per il territorio". Ora, gli investimenti, fa ancora notare l'azienda, "se è vero che hanno subito un blocco sul territorio, vanno avanti in materia di ambiente e sicurezza e affidabilità degli impianti". Anche di recente, sottolinea l'azienda, "è stata impiegata la motocisterna a doppio scafo integrale per il trasporto di benzine e gasolio prodotti nella raffineria". Da tutto questo, è la conclusione, "non ha tratto beneficio il Comune di Falconara ma senza dubbio i cittadini". Ultima sottolineatura, rivolta a chi sollecita l'Api a sedere a un tavolo di confronto con il sindaco Carletti. "Sarebbe come dire: mi devi dare una mano a cacciarti dal tuo territorio". A proposito del primo cittadino, ieri, in sua rappresentanza ha inviato alla manifestazione il portavoce Kruger Agostinelli. In piazza, poi, in mezzo alla gente c'erano anche l'assessore alla Sicurezza, Terranova, il consigliere comunale Nunzio Proto e l'ex sindaco Guidobaldi. Tutti molto in disparte, comunque confusi tra la folla di cittadini e lavoratori. Forse, la politica, almeno per una volta, ha preferito restare in disparte. Del resto l'accusa di sindacati, Cna e Confartigianato di "ambiguità" e "mancanza di chiarezza" è rivolta essenzialmente ai rappresentanti della politica locale. "L'incertezza che è regnata negli ultimi anni su questo tema porta le imprese, la proprietà Api e i lavoratori stessi a non investire", è il coro che Cna e Confartigianato vanno ripetendo assieme a Cgil, Cisl e Uil. Per questo entrambe le associazioni invitano il "presidente D'Ambrosio e all'assessore Amagliani a non rinviare la decisione sul rinnovo della concessione".

Viventi: "Basta con i balletti"

Regione, Provincia e Comune nel mirino del consigliere regionale dell'Udc

ANCONA - "Quasi quotidianamente assistiamo a un balletto, tra Regione, Provincia e Comune di Falconara, circa il rinnovo della concessione alla raffineria Api", un atteggiamento, quello delle forze di centrosinistra alla guida dei tre enti, che al consigliere regionale dell'Udc Luigi Viventi appare "un poco ipocrita". "Perché - spiega - al di là delle dichiarazioni del sindaco di Falconara, che sembra quasi voler giocare una partita a scacchi con l'Api, o del gioco a scarica barile di altri, tutti sanno che il rinnovo della concessione è praticamente cosa certa. La stessa Regione Marche, quando ha scelto di far realizzare la centrale termoelettrica all'interno dello stabilimento falconarese, in luogo di un altro equivalente previsto a Comunanza, ha di fatto creato tutti i presupposti favorevoli al rinnovo della concessione stessa". "Al riguardo - continua Viventi - ho sempre sostenuto, e con me tutto l'Udc, che non trattandosi di un'industria qualsiasi, ma di una azienda che si occupa di materiali di una certa pericolosità, è evidente che le condizioni di sicurezza, sia per i dipendenti che per i cittadini della zona, assumono un valore fondamentale. Noi non ci trinceriamo dietro facili demagogie, ma ci assumiamo le nostre responsabilità anche dall'opposizione. Abbiamo detto e lo ribadiamo che il rinnovo deve essere concesso pretendendo precise garanzie proprio in ordine alla sicurezza. In relazione a ciò - ricorda il consigliere - abbiamo anche avanzato la proposta di creare intorno alla raffineria una zona di rispetto spostando la ferrovia, la strada statale e anche alcune abitazioni che si trovano a ridosso della raffineria stessa". "Occorre quindi - conclude Viventi - essere realistici ben sapendo che, a fronte di un irrinunciabile diritto alla sicurezza dei cittadini, esiste anche un altrettanto irrinunciabile diritto dei lavoratori e dell'azienda a programmare con certezza il proprio futuro; non riuscirei tra l'altro a comprendere come la città di Falconara possa fare a meno della presenza di una azienda che dà lavoro, direttamente o indirettamente, a 2.000 lavoratori".

Il corteo blocca l'ambulanza

L'odissea di un paziente: un'ora da Rocca Priora a Torrette

di Marina Minelli

FALCONARA - I Tir bloccano la variante alla Statale 16 e un'ambulanza della Croce Gialla di Falconara, con a bordo un paziente in emergenza, impiega un'ora per arrivare da Rocca Priora all'ospedale di Torrette. E' accaduto ieri verso le 9 e 30 in coincidenza con lo sciopero dei lavoratori della raffineria Api e al quale hanno aderito anche autotrasportatori indipendenti che si sono incolonnati con i loro mezzi. "Come al solito siamo stati allertati dal 118 - spiega l'autista dell'ambulanza - e all'altezza del distributore Agip della Rocca, quello situato subito dopo il bivio con la zona a mare, abbiamo caricato una persona che aveva avuto un malore. Poi ottenuta come destinazione di ricovero l'ospedale di Torrette abbiamo fatto dietro front per prendere la variante, con la prospettiva di arrivare in pochissimo tempo". Poco dopo lo svincolo l'ambulanza a sirene spiegate si incolonna dietro una lunga fila di autobotti, e, come fa notare l'autista del mezzo di soccorso, "un piccolo spazio per passare ci sarebbe stato se solo ci fosse stata un minimo di collaborazione". Invece la protesta coinvolge anche l'ambulanza: i conducenti di tre o quattro mezzi pesanti si mettono in diagonale sulla strada occupando del tutto la carreggiata in entrambi i sensi e impedendo il passaggio. "Sono stato costretto a fare retromarcia e a percorrere un tratto di superstrada in senso inverso per tornare sulla Flaminia - prosegue l'autista - era l'unico sistema per uscire da quella situazione assurda che si era creata e dalla quale i Tir non sembravano intenzionati a farci uscire". A quel punto il mezzo di soccorso, sempre con il lampeggiante acceso e a sirene spiegate, si immette all'interno dell'abitato di Falconara dove era in corso il corteo di protesta. "Per fortuna - ammette l'autista dell'ambulanza - a quel punto i manifestanti a piedi e quelli sui trattori si sono resi conto dell'emergenza e ci hanno lasciato passare altrimenti non ho idea di come sarebbe finita".

"Sull'uscita a Ovest la palla alla Regione"

Rc: avanti tutta verso il finanziamento

di GI.MA

Continua a far discutere la grande viabilità. Rifondazione Comunista ribadisce la propria posizione e lo fa a più di un mese dall'infuocato consiglio comunale del 24 febbraio. Se prima di quell'ordine del giorno a far capolino era la minaccia di completamento dell'asse attrezzato, unico progetto definitivo finora inserito negli strumenti urbanistici, oggi un indirizzo urbanistico da parte del consiglio comunale c'è e guarda ad ovest. Più precisamente alla seconda delle ipotesi sulle quali era in atto lo studio di fattibilità, quella che prevede il raddoppio della variante sulla statale 16, peraltro già in progetto, con un raccordo al Pinocchio. Ma nel marasma di opinioni contrastanti che hanno caratterizzato le ultime settimane il capogruppo Edoardo Mentrasti esce allo scoperto, ribadendo la necessità di accelerare i tempi: "Si è assistito al giusto protagonismo del Comune e a varie chiamate in causa del Governo. Ora serve il decisivo ruolo della Regione dall'alto delle sue competenze e della capacità di programmazione". La palla a via Gentile da Fabriano. "Finora abbiamo atteso con grande interesse che terminasse il dibattito comunale - spiega l'assessore regionale Marco Amagliani - ma il documento prodotto il 24 febbraio è ben difficile da equivocare: si cita espressamente un collegamento dal porto alla statale 16 e poi da questa all'autostrada A 14. Ora lavoreremo affinché l'indirizzo pronunciato a febbraio sia ben recepito dallo Stato". Il riferimento economico è tutto all'Intesa Quadro firmata il 24 ottobre scorso tra il Ministero delle Infrastrutture e la Regione Marche. In particolare al punto 3 in cui si prevedono finanziamenti statali sufficienti per il completamento dell'intera infrastruttura viaria. Resta ormai poco da concertare, prima che la doppia bretella divenga il principale tavolo di lavoro. Già consegnate in Regione le due progettazioni, lunedì l'assessore incontrerà il sindaco di Falconara e il presidente della provincia Giancarli per discutere riguardo ai due by-pass previsti per la nuova strada sul territorio falconarese: quello stradale sulla statale 16 e quello ferroviario all'altezza della raffineria Api. "Risolte queste questioni - continua Amagliani - mi interesserò di incontrare il prima possibile il ministro Lunardi affinchè i finanziamenti previsti dall'intesa quadro siano resi disponibili fino in fondo a favore di questa progettazione". Cade quindi anche l'ipotesi del ministro Baldassarri riguardo a interventi privati di project financing. La strada si farà con i fondi pubblici ed appare più vicina anche la progettazione esecutiva per quanto riguarda il "raddoppio" della variante alla statale 16. Proprio in questi giorni ha avuto luogo un incontro tecnico tra Provincia e Ministero per gli ultimi chiarimenti e supplementi di documentazione.

 
inizio pagina   rassegna stampa