RASSEGNA STAMPA 03.04.2003

 

MESSAGGERO
Manichetta sequestrata

FALCONARA - I Carabinieri del Noe e i militari di Falconara hanno sequestrato la manichetta di 8 metri della petroliera Cosmo. A causa di un guasto di circa 30 cm, dalla manichetta era fuoriuscito gasolio poi finito in mare procurando allarme poi fortunatamente rientrato per l’esigua quantità di carburante. La manichetta, collaudata nell’ottobre 2002, è a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Carletti non blocca lo sciopero

Il sindaco ha spiegato le ultime deliberazioni della giunta. Freddezza e scetticismo della raffineria

Il sindaco ha invitato a sorpresa i sindacati a un tavolo improvvisato

FALCONARA - Carletti chiama i sindacati. Un invito a sorpresa, subito raccolto, alla vigilia dello sciopero Api di domani e a poche ore dall’assemblea che i lavoratori hanno poi tenuto in raffineria. Una sorta di tavolo improvvisato ma molto nutrito a testimonianza del particolare momento che la vicenda Api sta vivendo, a soli due mesi dalla decisione sul rinnovo della concessione. Che cosa aveva di tanto importante da comunicare Carletti? «Non si è trattato di un atto di protagonismo» fa sapere il Palazzo - ma un confronto per produrre documenti e per ribadire le proprie scelte». Carletti era affiancato dai dirigenti Durpetti e Angeloni e dagli assessori Pesaresi e Scortichini. Analizzati gli ultimi atti assunti dalla giunta. Una documentazione - fa sapere il Comune - regolarmente inviata alla Regione Marche, alla Provincia, ai Sindacati ed all'azienda Api, come primo atto concreto - si precisa - che esplicita la volontà del Comune di Falconara di concorrere ad una soluzione secondo tempi e modalità ben determinati». Attenzione ieri concentrata, in particolare, sulla delibera n. 125 del 29 marzo scorso nella quale il Comune ribadisce il suo impegno affinché il «progetto per la nuova Falconara sostenibile ed ecocompatibile» possa concretizzarsi nel medio e lungo periodo attraverso una coerente e continua attività di progettazione ed un progressivo succedersi di interventi sul territorio in coerenza con le previsioni del nuovo prg. Un documento molto articolato che si presta a molteplici letture e in qualche caso a interpretazioni contraddittorie. Parte del sindacato, specie la componente Cgil, vi avrebbe colto anche spiragli di apertura specie nel passaggio in cui si sostiene che «non è possibile né credibile sostituire un modello di sviluppo del territorio (quello del prg del 1974) con un altro del tutto alternativo (quello del prg 99) attraverso azioni che potrebbero risultare dirompenti e traumatiche per gli assetti occupazionali locali, anche se fossero benefiche sotto il profilo del miglioramento ambientale, sanitario e della sicurezza. Alla raffineria è peraltro rivolto un invito ad esprimere «con chiarezza la propria condivisione per le scelte di trasformazione contenute nel prg e nei recenti progetti urbani riguardanti i quartieri più prossimi alla raffineria anche in previsione di un’auspicabile partecipazione diretta della società nella attuazione degli interventi attraverso forme e strumenti di partenariato». Assai scettiche le reazioni filtrate dall’Api. La mossa di Carletti è stata considerata intempestiva vista l’imminenza dello sciopero e non innovativa rispetto alla deliberazione dell’ottobre 2002. Come dire che l’Api non ha alcuna intenzione di farsi più in là e di finanziare investimenti che ritiene di esclusiva competenza del Comune.

«Apprezziamo l’apertura, ma non ci basta» Domani in piazza per ottenere chiarezza

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA - I sindacati e i lavoratori non demordono, lo sciopero di domani è confermato. Accolgono, quindi, positivamente l’apertura del sindaco nei loro confronti, ma non dimenticano il loro obiettivo: la concessione e il mantenimento del posto di lavoro. Dalle 9 alle 12, tanto è durato l’incontro-fiume col primo cittadino, che ha spiegato le sue motivazioni sulla presa di posizione relativa alla concessione Api. «E’ stato un momento di confronto sicuramente necessario - dice Daniele Paolinelli, Cisl - Il comune, infatti, ci ha spiegato il perché delle sue scelte, in particolare delle delibere sull’Api, che in generale giudichiamo negative. Abbiamo anche intravisto una piccola apertura, un’eventuale disponibilità a revisioni, perché ci ha rassicurato sul futuro. Comunque, le preoccupazioni dei lavoratori rimangono: vedono sempre più vicina la data del 15 giugno, entro cui si dovrà decidere del rinnovo della concessione, ma con soluzioni ancora lontane. Noi chiediamo a tutti gli enti coinvolti ed anche all’azienda di lavorare insieme per arrivare ad una svolta anche prima di quel termine». L’atmosfera tra i lavoratori, infatti, è abbastanza agitata. «C’è maretta - confermano - l’attenzione si sposta ora sullo sciopero in programma domani dalle 8.30 alle 12». Questa manifestazione, «con tanto di corteo formato dai trattori - ribadiscono i sindacati in una nota - sarà intelligente, con l’intento di costruire nuove e più solide relazioni a cominciare dagli stessi cittadini». Un altro momento importante per i sindacati è, poi, la data del 17 aprile quando in Regione si incontreranno con Regione, Comune e Provincia per un tavolo di discussione allargato. «Organizzeremo - dicono i sindacati - anche un presidio all’esterno della sede istituzionale e speriamo che in quell’occasione si arrivi ad un primo vero accordo». Insomma nessuno sconto in vista di un traguardo che, anche alla luce della recente intervista rilasciata al Messaggero del presidnete della Provincia Giancarli, appare sempre più a portata di mano. Di «ricatto occupazionale» da parte dell’Api parla invece l’on. Marco Lion dei Verdi che rigetta «qualsiasi dichiarazione che giudichi obbligato il rinnovo della concessione».

 
IL RESTO DEL CARLINO
Gasolio in Adriatico, sequestrato il tubo guasto

di  e.b.

FALCONARA — Finisce sui tavoli della Procura della Repubblica il caso dello sversamento di gasolio in mare, avvenuto lunedì sera davanti davanti alla raffineria dell'Api. I carabinieri del Noe di Ancona e della sezione di Falconara, che hanno già inoltrato un'informativa alla magistrtura, hanno infatti sequestrato nella serata di martedì la manichetta la cui rottura ha causato la fuoriuscita di circa duecento litri di combustibile. La manichetta, un tubo lungo circa otto metri, è stata sequestrata alla scopo di verificare se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza e se sussistano ipotesi di reato per quanto accaduto. Il tubo presenta uno squarcio di circa trenta centimetri, dal quale si è riversata in Adriatico la modesta quantità di gasolio, poi recuperato con l'intervento della motonave «Grecale I» dell'Api e di mezzi della Capitaneria di porto. L'incidente si era verificato durante il trasferimento del liquido dagli impianti dell'azienda alla stiva della nave «Cosmo», destando un certo allarme, ma la modesta quantità di gasolio finita in acqua e la pronta attivazione delle procedure di sicurezza hanno scongiurato il pericolo di conseguenze dal punto di vista ambientale. La manichetta rotta, come ha spiegato il comandante della Capitaneria di porto Agostino Izzo, era stata revisionata l'8 ottobre scorso, ed aveva superato le prove di carico.

«Sarà uno sciopero intelligente»

di Maria Gloria Frattagli

Gli incontri Diversi sono stati i faccia a faccia tra le organizzazioni sindacali e le istituzioni. Per ultimo quello che si è svolto ieri tra Cgil, Cisl e Uil e l'amministrazione comunale. Un confronto — secondo il Comune — per produrre documenti e per ribadire le proprie scelte. Il sindaco Carletti assieme ai tecnici ha riconfermato l'irrinunciabilità alle previsioni del Prg. «Si tratta — ha detto il sindaco — di gestire con intelligenza una fase transitoria che dovrà impegnare tutte le parti coinvolte per consentire, accanto alla realizzazione dei programmi la piena e duratura occupazione dei lavoratori. E ' evidente — ha continuato — che questa fase di transizione stabilisca in tempi rapidi le azioni da intraprendere. E' necessario che l'Api esprima con chiarezza la propria condivisione per le scelte di trasformazione contenute nel piano regolatore e nei recenti progetti riguardanti i quartieri più prossimi alla raffineria. Tutto questo — ha concluso — anche in previsione di un'auspicabile partecipazione diretta della società nell'attuazione di interventi attraverso forme di partenariato».

E' tutto pronto per lo scipoero

FALCONARA — E' tutto pronto per lo sciopero di domani. Per ventiquattro ore dalla mezzanotte di giovedì fino a quella di venerdì i lavoratori della raffineria Api e dell'indotto incroceranno le braccia per ribadire la necessità del mantenimento dei livelli occupazionali. «Non sarà uno sciopero contro nessuno» sottolineano in una nota i lavoratori dell'impianto dopo l'assemblea di ieri, ma «l'occasione per fare chiarezza sulle posizione delle istituzioni e di tutte le parti interessate». Sarà insomma uno «sciopero intelligente» con l'intento di costruire nuove e più solide relazioni, a cominciare dagli stessi cittadini.

Il corteo - Il lungo serpentone di lavoratori si ritroverà alle 8,30 di domani davanti ai cancelli dello stabilimento petrolifero, luogo deputato al concentramento. Alle 9 il corteo si diramerà per le vie cittadine: via Flaminia, via Trieste, via Bixio per arrivare fino a piazza Mazzini dove si terranno i comizi. Al corteo si uniranno anche cisterne e trattori.

 
CORRIERE ADRIATICO

I lavoratori dell’Api scendono in piazza

Ieri incontro con Carletti, poi assemblea

di Marina Minelli

Rassicurati, ma non tranquillizzati" dopo il colloquio di ieri mattina con il sindaco Carletti i lavoratori della raffineria Api si preparano allo sciopero del 4 aprile indetto anche per "sensibilizzare l'azienda ed invitarla ad uscire da questo stato di silenzio". "L'incontro con Carletti - spiega Daniele Paolinelli segretario provinciale della Femca-Cisl – è stato un momento importante durante il quale abbiamo potuto esprimere chiaramente le nostre preoccupazioni per il futuro dei lavoratori e riaffermare il nostro impegno totale nella difesa dei livelli occupazionali sulla raffineria e sul territorio". Ma nonostante il primo cittadino abbia parlato di percorsi all'interno dei quali potrebbe anche esserci una compatibilità dell'impianto con il territorio, sia i sindacati, che i lavoratori mantengono le loro perplessità e forti preoccupazioni soprattutto dopo le delibere della Giunta del 29 e del 31 marzo. "Ne abbiamo parlato anche in assemblea - prosegue Paolinelli - e i lavoratori ci hanno dato mandato per l’organizzazione di iniziative volte, se possibile, all'accelerazione del procedimento per il rinnovo della concessione anche prima dei tempi previsti e cioè della metà di giugno". I dipendenti, infatti hanno più volte lamentato le difficoltà legate a questa situazione di incertezza che coinvolge direttamente o indirettamente alcune migliaia di persone, fra famiglie e ditte appaltatrici. Confermato quindi per venerdì mattina lo sciopero generale con corteo lungo le strade principali di Falconara e comizio finale in piazza Mazzini. La manifestazione di protesta partirà dal piazzale antistante la raffineria intorno alle 8 e 30, percorrerà via Flaminia fino all'incrocio con via Trieste, via Bixio e si concluderà in piazza Mazzini. E sulla questione Api interviene I'onorevole Marco Lion, capogruppo dei Verdi in Commissione Ambiente, rigettando "nella maniera più assoluta qualsiasi affermazione che definisce obbligato il rinnovo della concessione".

 
IL GAZZETTINO
Non si sono ancora spenti ...

di M.F.

Venezia - Non si sono ancora spenti gli echi sulle inchieste della Procura veneziana, che a Porto Marghera ne comincia già un'altra. Nei giorni scorsi i militari della sezione navale della guardia di finanza hanno eseguito un sequestro di documentazione in una sede del Petrolchimico. A disporre l'acquisizione è stato il sostituto procuratore Luca Ramacci, da sempre impegnato con particolare enfasi nel perseguire i reati contro l'ambiente. Questa volta, nel mirino del magistrato ci sarebbe il ciclo di smaltimento di un sottoprodotto della lavorazione del greggio: il cosiddetto "fok". In parole povere è una qualità di olio combustibile sottoprodotto del "cracking", procedimento attraverso il quale le molecole di idrocarburi che compongono il greggio vengono "rotte" ad alte temperature. Lo stesso nome non è che un acronimo dell'inglese "fuel oil of cracking". L'inchiesta è solo agli inizi e ovviamente la pubblicazione di altri particolari potrebbe mettere a repentaglio il lavoro degli investigatori. Non esistono al momento indagati, la fase investigativa riguarda soprattutto l'acquisizione di informazioni.

 
LA NUOVA di  Venezia e Mestre
Enichem, «fok» sotto inchiesta

I finanzieri hanno sequestrato i documenti relativi alla vendita a una ditta di Ravenna dei residui dell'impianto di cracking

Per il pm Ramacci è un rifiuto tossico nocivo da smaltire

VENEZIA. Un'altra indagine attorno all'Enichem, l'ennesima: che fine fa il «fok», quella sorta di melassa ultimo stadio della lavorazione della virgin nafta, residuo delle più «nobili» produzioni di etilene e propilene alla linea del cracking? Un rifiuto tossico nocivo, secondo il pubblico ministero Luca Ramacci, che ha avviato un'inchiesta ipotizzando che l'Enichem pecchi di smaltimento improprio. Un'indagine ai primi passi, che martedì ha visto i finanzieri della Stazione navale presentarsi agli uffici Enichem e della Polimeri Europa (la società cui fa capo l'impianto di cracking) con in mano un decreto di perquisizione firmato dal sostituto procuratore Ramacci. Atto che, in realtà, non è servito: i dirigenti hanno infatti fornito tutta la documentazione richiesta dai finanzieri, relativa proprio alla produzione e alla movimentazione del «fok». «Per quanto ci riguarda, tutto è in regola», osserva l'avvocato Giovanni Cesari, legale della società, «in quanto da anni questa sostanza viene venduta ad una azienda di Ravenna che l'utilizza come materia prima nella produzione di nerofumo. Tant'è che il fok è soggetto anche all'imposta di fabbricazione, per questo non viene trattato come un rifiuto, ma come uno dei sottoprodotti della lavorazione». Diverso il parere, al momento, del pubblico ministero Luca Ramacci, che sospetta invece che il fok sia semplicemente l'ultimo residuo del processo cracking. Dunque, un vero e proprio rifiuto della virgin nafta, da smaltire come tale secondo procedure ben rigide, che implicano anche un costo per l'azienda. Per ora, comunque, l'inchiesta è contro ignoti ed è, appunto, ai primissimi passi: secondo l'ipotesi di accusa a rendere il fok un rifiuto sarebbe proprio il fatto che è il residuo di una lavorazione finalizzata alla produzione di etilene e propilene, questi sì prodotti di derivazione, che infatti da Porto Marghera raggiungono via pipeline gli stabilimenti di Ferrara, Ravenna e Mantova. Ciò che resta, secondo i primi sospetti dell'accusa, è una rifiuto. Ciò che resta, replica la difesa, è comunque un sottoprodotto utilizzabile. Una vicenda giudiziaria che richiama in qualche modo quella di Gela, dove l'anno scorso la magistratura fece addirittura sequestrare il Petrolchimico, perché utilizzava come combustibile il carbon-pet coke, un residuo industriale. Una vicenda risolta, alla fine, da un decreto del governo, che ha «nobilitato» il carbon-pet coke da rifiuto a combustibile. Il pubblico ministero Luca Ramacci ha già indagato sul Petrolchimico: per lo scarico inquinante Sm15 ha ottenuto il patteggiamento di 14 dirigenti di Enichem, Evc e Ambiente e, di fatto, la sua messa a norma (un investimento di 50 miliardi), mentre è in corso il processo per l'inceneritore Enichem che per trent'anni avrebbe funzionato senza autorizzazioni.

L'ultimo scarto del processo di distillazione della virgin nafta

Il fok è un residuo della lavorazione del petrolio e il particolare di un suo derivato fondamentale: la virgin nafta. Il fok è una pece molto densa (con una consistenza simile al catrame) e idrocarburica, ultimo residuo del processo di raffinazione (cracking) della virgin nafta dalla quale si ottengono una serie di sottoprodotti come idrogeno, etilene propilene, butadiene, gas e oli combustibili, benzine, ecc. Nel complesso processo di cracking della virgin nafta il fok è considerato uno scarto (residuo) di nessun utilizzo se non come combustibile (fuell) denso. L'unica procedura efficace di smaltimento del fok che si accumula sul fondo delle colonne di distillazione della virgin nafta, è l'incenerimento in appositi impianti (che in alcuni casi lo utilizzano come combustibile per la produzione d'energia elettrica) che dovrebbero essere in grado di abbattere tutti i gas tossici e nocivi prodotti dalla combustione. Per sciogliere e rimuovere il fok (che tende ad indurirsi a temperatura ambiente) dalle colonne di distillazione viene usato il toluene.

 
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