MESSAGGERO |
Manichetta sequestrata
FALCONARA - I Carabinieri del Noe e i militari di
Falconara hanno sequestrato la manichetta di 8 metri della
petroliera Cosmo. A causa di un guasto di circa 30 cm, dalla
manichetta era fuoriuscito gasolio poi finito in mare
procurando allarme poi fortunatamente rientrato per l’esigua
quantità di carburante. La manichetta, collaudata
nell’ottobre 2002, è a disposizione dell’Autorità
giudiziaria.
Carletti non blocca lo sciopero
Il sindaco ha spiegato le ultime deliberazioni della
giunta. Freddezza e scetticismo della raffineria
Il sindaco ha invitato a sorpresa i sindacati a un tavolo
improvvisato
FALCONARA - Carletti chiama i sindacati. Un invito a
sorpresa, subito raccolto, alla vigilia dello sciopero Api
di domani e a poche ore dall’assemblea che i lavoratori
hanno poi tenuto in raffineria. Una sorta di tavolo
improvvisato ma molto nutrito a testimonianza del
particolare momento che la vicenda Api sta vivendo, a soli
due mesi dalla decisione sul rinnovo della concessione. Che
cosa aveva di tanto importante da comunicare Carletti? «Non
si è trattato di un atto di protagonismo» fa sapere il
Palazzo - ma un confronto per produrre documenti e per
ribadire le proprie scelte». Carletti era affiancato dai
dirigenti Durpetti e Angeloni e dagli assessori Pesaresi e
Scortichini. Analizzati gli ultimi atti assunti dalla
giunta. Una documentazione - fa sapere il Comune -
regolarmente inviata alla Regione Marche, alla Provincia, ai
Sindacati ed all'azienda Api, come primo atto concreto - si
precisa - che esplicita la volontà del Comune di Falconara
di concorrere ad una soluzione secondo tempi e modalità ben
determinati». Attenzione ieri concentrata, in particolare,
sulla delibera n. 125 del 29 marzo scorso nella quale il
Comune ribadisce il suo impegno affinché il «progetto per la
nuova Falconara sostenibile ed ecocompatibile» possa
concretizzarsi nel medio e lungo periodo attraverso una
coerente e continua attività di progettazione ed un
progressivo succedersi di interventi sul territorio in
coerenza con le previsioni del nuovo prg. Un documento molto
articolato che si presta a molteplici letture e in qualche
caso a interpretazioni contraddittorie. Parte del sindacato,
specie la componente Cgil, vi avrebbe colto anche spiragli
di apertura specie nel passaggio in cui si sostiene che «non
è possibile né credibile sostituire un modello di sviluppo
del territorio (quello del prg del 1974) con un altro del
tutto alternativo (quello del prg 99) attraverso azioni che
potrebbero risultare dirompenti e traumatiche per gli
assetti occupazionali locali, anche se fossero benefiche
sotto il profilo del miglioramento ambientale, sanitario e
della sicurezza. Alla raffineria è peraltro rivolto un
invito ad esprimere «con chiarezza la propria condivisione
per le scelte di trasformazione contenute nel prg e nei
recenti progetti urbani riguardanti i quartieri più prossimi
alla raffineria anche in previsione di un’auspicabile
partecipazione diretta della società nella attuazione degli
interventi attraverso forme e strumenti di partenariato».
Assai scettiche le reazioni filtrate dall’Api. La mossa di
Carletti è stata considerata intempestiva vista l’imminenza
dello sciopero e non innovativa rispetto alla deliberazione
dell’ottobre 2002. Come dire che l’Api non ha alcuna
intenzione di farsi più in là e di finanziare investimenti
che ritiene di esclusiva competenza del Comune.
«Apprezziamo l’apertura, ma non ci basta» Domani in
piazza per ottenere chiarezza
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - I sindacati e i lavoratori non demordono, lo
sciopero di domani è confermato. Accolgono, quindi,
positivamente l’apertura del sindaco nei loro confronti, ma
non dimenticano il loro obiettivo: la concessione e il
mantenimento del posto di lavoro. Dalle 9 alle 12, tanto è
durato l’incontro-fiume col primo cittadino, che ha spiegato
le sue motivazioni sulla presa di posizione relativa alla
concessione Api. «E’ stato un momento di confronto
sicuramente necessario - dice Daniele Paolinelli, Cisl - Il
comune, infatti, ci ha spiegato il perché delle sue scelte,
in particolare delle delibere sull’Api, che in generale
giudichiamo negative. Abbiamo anche intravisto una piccola
apertura, un’eventuale disponibilità a revisioni, perché ci
ha rassicurato sul futuro. Comunque, le preoccupazioni dei
lavoratori rimangono: vedono sempre più vicina la data del
15 giugno, entro cui si dovrà decidere del rinnovo della
concessione, ma con soluzioni ancora lontane. Noi chiediamo
a tutti gli enti coinvolti ed anche all’azienda di lavorare
insieme per arrivare ad una svolta anche prima di quel
termine». L’atmosfera tra i lavoratori, infatti, è
abbastanza agitata. «C’è maretta - confermano - l’attenzione
si sposta ora sullo sciopero in programma domani dalle 8.30
alle 12». Questa manifestazione, «con tanto di corteo
formato dai trattori - ribadiscono i sindacati in una nota -
sarà intelligente, con l’intento di costruire nuove e più
solide relazioni a cominciare dagli stessi cittadini». Un
altro momento importante per i sindacati è, poi, la data del
17 aprile quando in Regione si incontreranno con Regione,
Comune e Provincia per un tavolo di discussione allargato.
«Organizzeremo - dicono i sindacati - anche un presidio
all’esterno della sede istituzionale e speriamo che in
quell’occasione si arrivi ad un primo vero accordo». Insomma
nessuno sconto in vista di un traguardo che, anche alla luce
della recente intervista rilasciata al Messaggero del
presidnete della Provincia Giancarli, appare sempre più a
portata di mano. Di «ricatto occupazionale» da parte
dell’Api parla invece l’on. Marco Lion dei Verdi che rigetta
«qualsiasi dichiarazione che giudichi obbligato il rinnovo
della concessione».
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IL RESTO DEL
CARLINO |
Gasolio in Adriatico, sequestrato il
tubo guasto
di e.b.
FALCONARA — Finisce sui tavoli della Procura della
Repubblica il caso dello sversamento di gasolio in mare,
avvenuto lunedì sera davanti davanti alla raffineria
dell'Api. I carabinieri del Noe di Ancona e della sezione di
Falconara, che hanno già inoltrato un'informativa alla
magistrtura, hanno infatti sequestrato nella serata di
martedì la manichetta la cui rottura ha causato la
fuoriuscita di circa duecento litri di combustibile. La
manichetta, un tubo lungo circa otto metri, è stata
sequestrata alla scopo di verificare se siano state
rispettate tutte le norme di sicurezza e se sussistano
ipotesi di reato per quanto accaduto. Il tubo presenta uno
squarcio di circa trenta centimetri, dal quale si è
riversata in Adriatico la modesta quantità di gasolio, poi
recuperato con l'intervento della motonave «Grecale I»
dell'Api e di mezzi della Capitaneria di porto. L'incidente
si era verificato durante il trasferimento del liquido dagli
impianti dell'azienda alla stiva della nave «Cosmo»,
destando un certo allarme, ma la modesta quantità di gasolio
finita in acqua e la pronta attivazione delle procedure di
sicurezza hanno scongiurato il pericolo di conseguenze dal
punto di vista ambientale. La manichetta rotta, come ha
spiegato il comandante della Capitaneria di porto Agostino
Izzo, era stata revisionata l'8 ottobre scorso, ed aveva
superato le prove di carico.
«Sarà uno sciopero intelligente»
di Maria Gloria Frattagli
Gli incontri Diversi sono stati i faccia a faccia tra le
organizzazioni sindacali e le istituzioni. Per ultimo quello
che si è svolto ieri tra Cgil, Cisl e Uil e
l'amministrazione comunale. Un confronto — secondo il Comune
— per produrre documenti e per ribadire le proprie scelte.
Il sindaco Carletti assieme ai tecnici ha riconfermato l'irrinunciabilità
alle previsioni del Prg. «Si tratta — ha detto il sindaco —
di gestire con intelligenza una fase transitoria che dovrà
impegnare tutte le parti coinvolte per consentire, accanto
alla realizzazione dei programmi la piena e duratura
occupazione dei lavoratori. E ' evidente — ha continuato —
che questa fase di transizione stabilisca in tempi rapidi le
azioni da intraprendere. E' necessario che l'Api esprima con
chiarezza la propria condivisione per le scelte di
trasformazione contenute nel piano regolatore e nei recenti
progetti riguardanti i quartieri più prossimi alla
raffineria. Tutto questo — ha concluso — anche in previsione
di un'auspicabile partecipazione diretta della società
nell'attuazione di interventi attraverso forme di
partenariato».
E' tutto pronto per lo scipoero
FALCONARA — E' tutto pronto per lo sciopero di domani.
Per ventiquattro ore dalla mezzanotte di giovedì fino a
quella di venerdì i lavoratori della raffineria Api e
dell'indotto incroceranno le braccia per ribadire la
necessità del mantenimento dei livelli occupazionali. «Non
sarà uno sciopero contro nessuno» sottolineano in una nota i
lavoratori dell'impianto dopo l'assemblea di ieri, ma
«l'occasione per fare chiarezza sulle posizione delle
istituzioni e di tutte le parti interessate». Sarà insomma
uno «sciopero intelligente» con l'intento di costruire nuove
e più solide relazioni, a cominciare dagli stessi cittadini.
Il corteo - Il lungo serpentone di lavoratori si
ritroverà alle 8,30 di domani davanti ai cancelli dello
stabilimento petrolifero, luogo deputato al concentramento.
Alle 9 il corteo si diramerà per le vie cittadine: via
Flaminia, via Trieste, via Bixio per arrivare fino a piazza
Mazzini dove si terranno i comizi. Al corteo si uniranno
anche cisterne e trattori.
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CORRIERE ADRIATICO |
I
lavoratori dell’Api scendono in piazza
Ieri
incontro con Carletti, poi assemblea
di Marina
Minelli
Rassicurati, ma non tranquillizzati" dopo il colloquio di
ieri mattina con il sindaco Carletti i lavoratori della
raffineria Api si preparano allo sciopero del 4 aprile
indetto anche per "sensibilizzare l'azienda ed invitarla ad
uscire da questo stato di silenzio". "L'incontro con
Carletti - spiega Daniele Paolinelli segretario provinciale
della Femca-Cisl – è stato un momento importante durante il
quale abbiamo potuto esprimere chiaramente le nostre
preoccupazioni per il futuro dei lavoratori e riaffermare il
nostro impegno totale nella difesa dei livelli occupazionali
sulla raffineria e sul territorio". Ma nonostante il primo
cittadino abbia parlato di percorsi all'interno dei quali
potrebbe anche esserci una compatibilità dell'impianto con
il territorio, sia i sindacati, che i lavoratori mantengono
le loro perplessità e forti preoccupazioni soprattutto dopo
le delibere della Giunta del 29 e del 31 marzo. "Ne abbiamo
parlato anche in assemblea - prosegue Paolinelli - e i
lavoratori ci hanno dato mandato per l’organizzazione di
iniziative volte, se possibile, all'accelerazione del
procedimento per il rinnovo della concessione anche prima
dei tempi previsti e cioè della metà di giugno". I
dipendenti, infatti hanno più volte lamentato le difficoltà
legate a questa situazione di incertezza che coinvolge
direttamente o indirettamente alcune migliaia di persone,
fra famiglie e ditte appaltatrici. Confermato quindi per
venerdì mattina lo sciopero generale con corteo lungo le
strade principali di Falconara e comizio finale in piazza
Mazzini. La manifestazione di protesta partirà dal piazzale
antistante la raffineria intorno alle 8 e 30, percorrerà via
Flaminia fino all'incrocio con via Trieste, via Bixio e si
concluderà in piazza Mazzini. E sulla questione Api
interviene I'onorevole Marco Lion, capogruppo dei Verdi in
Commissione Ambiente, rigettando "nella maniera più assoluta
qualsiasi affermazione che definisce obbligato il rinnovo
della concessione". |
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IL GAZZETTINO |
Non si sono ancora spenti ...
di M.F.
Venezia - Non si sono ancora spenti gli echi sulle
inchieste della Procura veneziana, che a Porto Marghera ne
comincia già un'altra. Nei giorni scorsi i militari della
sezione navale della guardia di finanza hanno eseguito un
sequestro di documentazione in una sede del Petrolchimico. A
disporre l'acquisizione è stato il sostituto procuratore
Luca Ramacci, da sempre impegnato con particolare enfasi nel
perseguire i reati contro l'ambiente. Questa volta, nel
mirino del magistrato ci sarebbe il ciclo di smaltimento di
un sottoprodotto della lavorazione del greggio: il
cosiddetto "fok". In parole povere è una qualità di olio
combustibile sottoprodotto del "cracking", procedimento
attraverso il quale le molecole di idrocarburi che
compongono il greggio vengono "rotte" ad alte temperature.
Lo stesso nome non è che un acronimo dell'inglese "fuel oil
of cracking". L'inchiesta è solo agli inizi e ovviamente la
pubblicazione di altri particolari potrebbe mettere a
repentaglio il lavoro degli investigatori. Non esistono al
momento indagati, la fase investigativa riguarda soprattutto
l'acquisizione di informazioni.
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LA NUOVA di
Venezia e Mestre |
Enichem, «fok» sotto inchiesta
I finanzieri hanno sequestrato i documenti relativi alla
vendita a una ditta di Ravenna dei residui dell'impianto di
cracking
Per il pm Ramacci è un rifiuto tossico nocivo da smaltire
VENEZIA. Un'altra indagine attorno all'Enichem,
l'ennesima: che fine fa il «fok», quella sorta di melassa
ultimo stadio della lavorazione della virgin nafta, residuo
delle più «nobili» produzioni di etilene e propilene alla
linea del cracking? Un rifiuto tossico nocivo, secondo il
pubblico ministero Luca Ramacci, che ha avviato un'inchiesta
ipotizzando che l'Enichem pecchi di smaltimento improprio.
Un'indagine ai primi passi, che martedì ha visto i
finanzieri della Stazione navale presentarsi agli uffici
Enichem e della Polimeri Europa (la società cui fa capo
l'impianto di cracking) con in mano un decreto di
perquisizione firmato dal sostituto procuratore Ramacci.
Atto che, in realtà, non è servito: i dirigenti hanno
infatti fornito tutta la documentazione richiesta dai
finanzieri, relativa proprio alla produzione e alla
movimentazione del «fok». «Per quanto ci riguarda, tutto è
in regola», osserva l'avvocato Giovanni Cesari, legale della
società, «in quanto da anni questa sostanza viene venduta ad
una azienda di Ravenna che l'utilizza come materia prima
nella produzione di nerofumo. Tant'è che il fok è soggetto
anche all'imposta di fabbricazione, per questo non viene
trattato come un rifiuto, ma come uno dei sottoprodotti
della lavorazione». Diverso il parere, al momento, del
pubblico ministero Luca Ramacci, che sospetta invece che il
fok sia semplicemente l'ultimo residuo del processo
cracking. Dunque, un vero e proprio rifiuto della virgin
nafta, da smaltire come tale secondo procedure ben rigide,
che implicano anche un costo per l'azienda. Per ora,
comunque, l'inchiesta è contro ignoti ed è, appunto, ai
primissimi passi: secondo l'ipotesi di accusa a rendere il
fok un rifiuto sarebbe proprio il fatto che è il residuo di
una lavorazione finalizzata alla produzione di etilene e
propilene, questi sì prodotti di derivazione, che infatti da
Porto Marghera raggiungono via pipeline gli stabilimenti di
Ferrara, Ravenna e Mantova. Ciò che resta, secondo i primi
sospetti dell'accusa, è una rifiuto. Ciò che resta, replica
la difesa, è comunque un sottoprodotto utilizzabile. Una
vicenda giudiziaria che richiama in qualche modo quella di
Gela, dove l'anno scorso la magistratura fece addirittura
sequestrare il Petrolchimico, perché utilizzava come
combustibile il carbon-pet coke, un residuo industriale. Una
vicenda risolta, alla fine, da un decreto del governo, che
ha «nobilitato» il carbon-pet coke da rifiuto a
combustibile. Il pubblico ministero Luca Ramacci ha già
indagato sul Petrolchimico: per lo scarico inquinante Sm15
ha ottenuto il patteggiamento di 14 dirigenti di Enichem,
Evc e Ambiente e, di fatto, la sua messa a norma (un
investimento di 50 miliardi), mentre è in corso il processo
per l'inceneritore Enichem che per trent'anni avrebbe
funzionato senza autorizzazioni.
L'ultimo scarto del processo di distillazione della
virgin nafta
Il fok è un residuo della lavorazione del petrolio e il
particolare di un suo derivato fondamentale: la virgin
nafta. Il fok è una pece molto densa (con una consistenza
simile al catrame) e idrocarburica, ultimo residuo del
processo di raffinazione (cracking) della virgin nafta dalla
quale si ottengono una serie di sottoprodotti come idrogeno,
etilene propilene, butadiene, gas e oli combustibili,
benzine, ecc. Nel complesso processo di cracking della
virgin nafta il fok è considerato uno scarto (residuo) di
nessun utilizzo se non come combustibile (fuell) denso.
L'unica procedura efficace di smaltimento del fok che si
accumula sul fondo delle colonne di distillazione della
virgin nafta, è l'incenerimento in appositi impianti (che in
alcuni casi lo utilizzano come combustibile per la
produzione d'energia elettrica) che dovrebbero essere in
grado di abbattere tutti i gas tossici e nocivi prodotti
dalla combustione. Per sciogliere e rimuovere il fok (che
tende ad indurirsi a temperatura ambiente) dalle colonne di
distillazione viene usato il toluene.
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