RASSEGNA STAMPA 27.03.2003

 

MESSAGGERO
Api, la Provincia se ne lava le mani

Il documento richiesto dal tavolo istituzionale si rivela un flop. Nessun appoggio alle tesi di Falconara che ha già deliberato l’incompatibilità col petrolchimico

Giancarli: «Come ente non siamo tenuti a dare il parere sulla concessione»

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA - Giancarli non spalleggia Carletti. Il feeeling tra Provincia e Comune di Falconara è durato appena il tempo impiegato ad approvare il prg falconarese. Ma sul parere richiesto dal tavolo istituzionale in vista del rinnovo della concessione alla raffineria le strade di Giancarli e Carletti anziché scorrere parallele. Falconara aveva già reso noto il suo “parere" nel quale si sancisce l’incompatibilità tra territorio e petrolchimico. La Provincia non si è sentita di fare la stessa cosa. Nessuna posizione presa nel merito e, scaricata ogni responsabilità all’ente competente a tutti gli effetti: vale a dire la Regione guidata da D’Ambrosio. E questo in sostanza il presidente Giancarli sottolinea nel parere inviato ieri al presidente della Giunta Regionale, all'assessore regionale all'Ambiente, al dirigente del servizio tutela e risanamento ambientale della regione Marche e al sindaco di Falconara. Giancarli precisa che «nessuna norma di legge prevede l'obbligo di espressione del parere nell'ambito del procedimento in questione, la cui partecipazione ad esso costituisce pertanto soltanto forma di collaborazione istituzionale con la Regione Marche con l'obiettivo di pervenire a soluzioni condivise». Così Giancarli rimanda agli atti in materia ambientale, urbanistica, di programmazione e pianificazione territoriale già deliberati e relativi alla gestione delle problematiche del territorio di Falconara, connesse alla presenza dell’Api. Atti - sottolinea nel parere - tutti a conoscenza della Regione. Ricordando, in particolare, «l'ultimo D.P.G..R. n. 13 del 12 02-2003 sull'accertamento di conformità del Piano territoriale di coordinamento provinciale». In pratica un flop del tavolo istituzionale Regione-Provincia-Comune di Falconara: la Regione, infatti, aveva richiesto i pareri degli enti interessati per mettere un primo paletto in vista dell’incandescente decisione di giugno sul rinnovo della concessione. Giancarli non si espone ma cerca di recuperare la credibilità di quel tavolo che ormai, più traballante di così si muore. Il presidente di palazzo di vetro sostiene che la condivisione degli intenti e degli obiettivi «debba trovare sintesi nel tavolo istituzionale permanente con funzioni di coordinamento generale». Un tavolo, quello costituito sulla base dell’intesa del 5 novembre 2002, cui i singoli commensali continuano ad invitarsi ma senza aver fino ad ora concluso assolutamente niente.

Raffineria, sciopero generale il 4 aprile

Fronte unito contro il Comune. Ma anche contro l’azienda: «E’ immobile»

FALCONARA - Schiaffi oltre che a Carletti anche alla raffineria. E' sciopero. Adesso è sciopero davvero: contro tutti e tutto. Nel mirino dei lavoratori, dipendenti e non, Comune e raffineria Api. Sfocia in una manifestazione che si preannuncia dai toni concitati il tira e molla sul rinnovo della concessione Api. Da mesi va avanti questa diatriba sul futuro dello stabilimento petrolifero: se rinnovargli o meno la concessione per altri venti anni, come già aveva fatto il Ministero dell’Industria con un provvedimento, annullato, però, dai ricorsi al Tar di Regione, Provincia e Comune, per nulla interpellate sulla questione. E per questo le loro rimostranze sono state accolte in Tribunale. Nel frattempo è intervenuto il parere del Comune di Falconara, richiesto dal tavolo istituzionale, in cui si sancisce a chiare lettere l’incompatibilità della raffineria col petrolchimico. Ora i lavoratori si sono stancati. Logori per l'altalenante situazione, chiedono maggiore concretezza. Ieri si sono riunite le rappresentanze sindacali di categoria, i livelli provinciali e la Rsu per decidere una strategia comune. Risultato: convocazione di un'assemblea straordinaria dei lavoratori per il 2 Aprile a cui verranno riferite nel dettaglio le iniziative studiate. E poi uno sciopero generale di 24 ore per la giornata del 4 Aprile dei dipendenti Api Soi, Api raffineria e di tutte le ditte appaltatrici che lavorano all'interno dello stabilimento. Sarà previsto anche un corteo con partenza dalla raffineria, passaggio in centro città ed arrivo a piazza Mazzini, dove si terrà anche un comizio. Il messaggio di questa mobilitazione è duplice. «Da un lato - spiega Paolo Polonara Cgil Filcea - vogliamo difendere il nostro posto di lavoro e mantenere gli attuali livelli occupazionali. Chiediamo di rinnovare la concessione allo stabilimento dove siamo impiegati. Dall'altro, vogliamo anche sensibilizzare l'azienda Api ad una più attenta politica di integrazione col territorio e di dialogo costruttivo e costante con gli enti preposti. Anzi auspichiamo concrete iniziative, anche da parte della raffineria, di dialogo ed incontro con tutti i protagonisti di questa vicenda». Ribadite dunque che le critiche sull’immobilismo dell’azienda. «Ognuno, però - ribadisce Stefano Mastrovincenzo, Cisl - mantenendo il suo ruolo e la sua autonomia». Intanto, i sindacati confermano contatti con il Comune per un incontro chiarificatore a breve e anche con la Regione per il 1 e 17 Aprile, dove saranno presenti tutti gli enti. Una tappa decisiva nella definizione del futuro dell'Api.

“Sanzio", braccio di ferro Carletti-prefetto

Il sindaco: «Aeroporto off limits per i voli militari». Maninchedda: «Ordinanza nulla»

di MARINA VERDENELLI

Braccio di ferro sull’ordinanza contro gli aerei militari al Sanzio. Il sindaco di Falconara Giancarlo Carletti ribadisce la validità della sua ordinanza, atto che per il prefetto Maninchedda è invece privo di effetti giuridici. «L'ordinanza è valida» ha riaffermato Carletti. «Sotto l'aspetto giuridico l'atto firmato dal sindaco di Falconara perché contrario ai principi dell'ordinamento e quindi senza effetto» replica il prfeetto. Il quale aggiunge: «Sono in ottimi rapporti con Carletti, capisco la sua preoccupazione ma l'ordinanza è priva di giuridicità». Ma cosa accadrà se un aereo militare americano chiedesse di atterrare? «Il governo italiano - ha risposto il prefetto - ha già dato il suo consenso all'appoggio delle basi pertanto rispetteremo questa decisione». A sostegno di Carletti si è espressa la segreteria dei Ds di Falconara che ha sottolineato: «Le preoccupazioni per i pericoli che potrebbero minacciare i cittadini e l'atto del sindaco sono legittime». Intanto il tam tam contro la guerra non si ferma e ad una settimana dallo scoppio del conflitto continuano le iniziative a sostegno della pace. La prima arriva dalla Regione dove nella seduta del consiglio di ieri il presidente D'Ambrosio ha reso noto l'impegno dell'ente per allestire un campo profughi in Iraq sostenendo il progetto "Un ponte per Baghdad" (l'unica associazione italiana presente in Iraq) sulla base delle proposte avanzate la settimana scorsa dal capogruppo dei Verdi Marco Moruzzi. «Le Marche - ha detto D'Ambrosio - sono disponibili proprio per l'esperienza acquisita in passato con il campo di Valona, in Albania, durante la guerra in Kosovo». Iniziative arrivano anche da parte del gruppo provinciale dei Verdi che ha dato la propria adesione all'appello lanciato da Amnesty International per l'emanazione di provvedimenti urgenti sul diritto di asilo e per i profughi di guerra iracheni. «Spediremo a tutti i Comuni - ha riferito il presidente provinciale Giorgio Marchetti - una copia della mozione emanata a livello nazionale, volta a far sì che il Parlamento si pronunci sul riconoscimento del diritto di asilo, per chiedere un impegno a tutti i sindaci. Ancona infatti sarà tra le città che dovranno prendere in considerazione l'accoglienza dei profughi. Accoglienza che la legislazione italiana rischia invece di negare». In attesa di una eventuale ospitalità da dare alle popolazioni colpite dalla guerra l'Università di Ancona si è attivata con l'istituzione delle "Aule di Pace" promossa dai ragazzi del Gulliver ma indirizzata a tutti gli studenti. Ieri pomeriggio l'istituzione di quella ad Economia e Commercio dove gli studenti hanno "occupato" l'aula T 10 con il consenso del preside. Qui ogni giorno verrà fatta una programmazione con dibattiti e incontri. L'aula sarà dotata di un servizio di emeroteca con tutti i quotidiani locali e nazionali. Ad Ingegneria l'aula di pace sarà l'anfiteatro esterno all'ateneo dove, per due ore al giorno si terranno dibattiti e confronti. Rinviata, per mancanza di pareri unanimi, la costituzione della "Agenzia no war", un'agenzia d'informazione finalizzata a promuovere la pace e che dovrebbe unire diversi soggetti contrari alla guerra (radio out, disobbedienti, Arci, ecc..).

Lanciò bottiglia contro operai, scatta la denuncia

FALCONARA - Lanciò una bottiglia di vetro contro due operai che stavano lavorando, denunciato un falconarese. C'è voluto parecchio tempo, ma alla fine, dopo attente indagini, il personale della squadra volanti della questura di Ancona è riuscita ad individuare la persona che la notte di un paio di mesi fa scagliò una bottiglia contro due operai che lavoravano per conto di Trenitalia alla stazione di Falconara. I due, costretti anche al turno di notte, furono sfiorati da una bottiglia che all'improvviso piombò dall'alto. I due segnalarono l'accaduto alla polizia. La piattaforma in questione si trovava proprio dietro una serie di condomini. E quella bottiglia arrivò proprio da una di quelle finestre, non colpì nessuno dei due, ma se fosse accaduto le conseguenze sarebbero state gravi. Gli inquirenti sono riusciti ora a risalire a C.B. 43 anni, denunciato a piede libero per lancio di oggetti pericolosi.

 
IL RESTO DEL CARLINO
Api, i lavoratori scendono in piazza

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — Battersi per la raffineria Api e per i livelli occupazionali che garantisce. Rsu aziendali e Cgil, Cisl, Uil sono pronti a scendere in piazza per manifestare contro la possibilità del mancato rinnovo della concessione all'impianto petrolifero. Sono state fissate quattro date, per far conoscere le proprie ragioni: il 2 aprile assemblea generale di tutti i lavoratori della raffineria; 4 aprile sciopero generale dei lavoratori e di tutto l'indotto Api, con un corteo che partirà dai cancelli dell'Api e si diramerà per tutte le vie cittadine fino a raggiungere piazza Mazzini; 17 aprile il sit-in davanti alla Regione in occasione dell'incontro tra l'ente marchigiano, la Provincia e il Comune. Oggi più che mai la necessità di far sentire in modo 'dirompente' la voce dei lavoratori si fa sempre più marcata. Quelli fino a giugno, mese in cui la Regione si esprimerà, saranno giorni caldi, densi di significato per chi in quell'azienda ci lavora, per tutti coloro che fanno conto su quello stipendio. A cavallo tra le date in calendario anche un incontro con l'amministrazione comunale e il sindaco Carletti. «Giudichiamo negativa — ha detto Gilberto Zoppi della Cgil — la posizione del Comune perché nella contrarietà al rinnovo della concessione è insito il mancato approccio con il deficit occupazionale». E alla domanda sul futuro dei lavoratori senza la raffineria, Zoppi ha risposto: «non è assolutamente ipotizzabile un domani senza l'impianto». Dello stesso parere Daniele Paolinelli della Cisl: «Questa è una giornata di sciopero a difesa dei posti di lavoro. E' la risposta dei dipendenti alla delibera dell'amministrazione ma deve essere letta in chiave propositiva». La giornata di sciopero scaturita dall'assemblea di ieri delle Rsu unitamente alle segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil e di categoria Filcea, Femca e Uilcem sarà anche un modo oltre che per chiedere il sostegno all'occupazione anche per «sensibilizzare il gruppo Api ad una più attenta politica di integrazione con il territorio e per la risoluzione della vertenza che riguarda la proroga della concessione». «Consideriamo questo un periodo clou e determinante — ha spiegato Stefano Mastrovincenzo della Cisl — che culminerà il 17 aprile. Nel frattempo si svolgeranno degli incontri con tutte le istituzioni perché in questa fase riteniamio giusto mettere in campo le nostre ragioni». «E' uno sciopero — ha detto Andrea Fiordelmondo della Uil — che richiama, anche, ad un utilizzo più attento della politica di integrazione con il territorio».

E sull'atto la Provincia non esprime il suo parere

FALCONARA — Il presidente della Provincia, Enzo Giancarli ha spiazzato tutti o almeno coloro che si aspettavano da lui una risposta sul rinnovo della concessione alla raffineria Api. E invece in una nota emessa nel primo pomeriggio di ieri spiega che «nessuna norma di legge prevede l'obbligo di esprimere il parere la cui partecipazione costituisce solo una forma di collaborazione istituzionale con la Regione Marche per perseguire l'obiettivo di pervenire a soluzioni condivise. La Provincia — aggiunge — non può che rimandare agli atti in materia ambientale, urbanistica, di programmazione e pianificazione territoriale già deliberati e relativi alla gestione delle problematiche del territorio connesse alla presenza della raffineria Api, atti già conosciuti dalla Regione».

La possibilità che l'aeroporto ...

di Andrea Massaro

ANCONA — La possibilità che l'aeroporto di Ancona-Falconara possa rappresentare al più presto la base per un nuovo ponte umanitario, così come accaduto ai tempi della sanguinosa guerra nei Balcani, è sempre più concreta. Contatti in questo senso sono stati attivati dalla Regione e dal dipartimento della protezione civile. Arrivano i soldati E dell'argomento se n'è discusso anche in occasione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che da due giorni, nel palazzo della Prefettura sta affrontando il tema del controllo 24 ore su 24 dei tre maggiori obiettivi sensibili della provincia di Ancona: il porto, l'aeroporto «Raffaello Sanzio» e la raffineria Api di Falconara. I 40 militari del «Reggimento Trani» destinati a rimpolpare polizia, carabinieri e guardia di finanza a protezione delle strutture e delle aree a rischio di attentati terroristici, saranno tutti operativi già dalla prossima settimana. Si andranno ad aggiungere ai 20 che già da tempo sono impegnati nella sorveglianza degli obiettivi sensibili dell'area del capoluogo dorico. ieri il comitato, sotto il coordinamento del prefetto Giulio Maninchedda, ha preso in esame soprattutto la situazione di porto e raffineria Api. I compiti operativi di militari e forze di polizia vengono stabiliti con un'ordinanza dal questore di Ancona Adamo Gulì, il quale ha nuovamente invitato l' opinione pubblica a tenere presente che le misure di rafforzamento della vigilanza, scattate in tutta Italia dopo l' attacco all' Iraq, sono di tipo precauzionale, e non c' è alcun particolare allarme terrorismo nelle Marche. Aeroporto Al «Sanzio» i militari sorvegliano dall' esterno le attività dello scalo, mentre all' interno dieci agenti di polizia di stato in più, assegnati appositamente dopo la crisi irachena, coadiuveranno il personale della polaria nei controlli. Porto Una pattuglia interagirà con la polizia di frontiera e la guardia di finanza. Resta però compito esclusivo delle forze di polizia (non è previsto un aumento del numero di agenti) controllare i passeggeri ed eventuali persone sospette. Lo scalo verrà monitorato h24. Raffineria Api Anche qui, soldati di pattuglia all' esterno, in affiancamento all'azione di vigilanza dei carabinieri. Viene integrata in questo modo la sorveglianza interna del petrolchimico, che spetta al personale specializzato dell' azienda e alle guardie giurate. All' epoca della guerra in Kosovo i militari assegnati alla provincia erano stati 70 (dieci in più), anche in considerazione della collocazione geografica di Ancona, più vicina al teatro delle operazioni belliche. Per quanto riguarda infine la Basilica di Loreto, il santuario cristiano più importante della regione, a farsi carico di un potenziamento della tutela sono i carabinieri.

Infastidito dai rumori getta bottiglia contro gli operai

FALCONARA — Per colpa di quei treni che si muovono soprattutto di notte nello scalo merci Fs di Villanova, B.C. 43 anni non riusciva a prendere mai sonno. Una sera, esasperato, l'uomo ha aperto la finestra della sua abitazione e ha lanciato una bottiglia contro lo scalo ferroviario, sfiorando però alcuni operai che in quel momento stavano lavorando. E' stato un miracolo se nessuno, quella sera di qualche tempo fa rimase ferito. Ma il fatto, grave, è rimasto impresso nel tempo. Ed ora il falconarese è stato denunciato dalla polizia al termine di lunghe indagini. E' accusato di getto pericoloso di cose.

 
CORRIERE ADRIATICO

L’Api in sciopero contro il Comune

In piazza anche i lavoratori dell’indotto

Riunione, ieri mattina tra sindacati e rappresentanti delle Rsu della raffineria. Al termine dell'incontro è stato deciso di effettuare una giornata di sciopero generale di tutti i lavoratori dell'impianto della Raffineria Api e dell'indotto per il 4 aprile, per chiedere il rinnovo della concessione alla raffineria e protestare contro il Piano regolatore comunale di Falconara, che non prevede un futuro industriale per l'area attualmente occupata dal petrolchimico. E' previsto un comizio in piazza Mazzini, a Falconara, dove parleranno i tre segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil e i rappresentanti delle Rsu. Inoltre, in occasione dell'incontro del tavolo istituzionale Regione, Provincia e Comune in programma il prossimo 17 aprile, sindacati e lavoratori daranno vita ad un presidio davanti alla sede della Regione Marche. Sono le decisioni emerse ieri dalla riunione delle Rsu e di Cgil, Cisl e Uil provinciali, convocata d'urgenza dopo la decisione della giunta di Falconara di definire incompatibile la raffineria con il Piano regolatore cittadino. In preparazione dello sciopero, mercoledì 2 aprile ci sarà l'assemblea generale dei lavoratori Api presso la raffineria, compresi quelli dell'indotto. "La decisione dell'amministrazione comunale - commenta in una nota Gilberto Zoppi, segretario provinciali Cgil - impedisce lo sviluppo degli impianti produttivi e dei livelli occupazionali. Lo sciopero e la mobilitazione dei lavoratori sono a sostegno dell'occupazione. Chiediamo, inoltre, a Regione e Provincia un pronunciamento positivo e in tempi rapidi rispetto al rinnovo della concessione". Da una parte le preoccupazioni dei lavoratori dell'Api e dell'indotto passando attraverso gli stessi vertici dell'azienda che vorrebbero certezze prima di effettuare i grandi investimenti previsti per il futuro dell'azienda, investimenti che potrebbero essere ammortizzati soltanto con piani a medio e lungo termine e dall'altra il sindaco che vede in quell'azienda un pericolo per i suoi amministrati e soprattutto un freno allo sviluppo della città compressa tra i confini di Ancona, l'azienda petrolchimica e la rete ferroviaria. E non solo, stando al sindaco Carletti, a risentire di questi annosi problemi, è anche la qualità della vita dei suoi amministrati. Sta di fatto che il futuro della concessione è tutto nelle mani della Regione e del tavolo istituzionale permanente con funzioni di coordinamento generale tra la Regione stessa, la Provincia e il comune di Falconara Marittima.

Raffineria, la sorte attorno al tavolo

Giancarli chiama a raccolta gli enti istituzionali ma anche il mondo dell’ambientalismo e i sindacati

La Provincia “La decisione definitiva deve maturare dal dialogo tra tutti i soggetti”

"Il valore economico, sociale, ambientale di una scelta come quella del rinnovo della concessione all'Api non può che essere costruito insieme con l'ambientalismo e con il mondo del lavoro". Dunque a decidere deve essere il tavolo istituzionale. E' questo il senso del parere sul rinnovo della concessione ad operare alla raffineria di Falconara, richiesto dalla Regione alla Provincia di Ancona, che non ha strumenti urbanistici propri per intervenire in materia. A riassumere i contenuti del parere dell'amministrazione provinciale (trasmesso a D' Ambrosio, all'assessore regionale all'ambiente Amagliani, al dirigente del Servizio tutela della Regione e al sindaco di Falconara) è stato lo stesso presidente Giancarli. Ecco quanto si afferma nel parere. "In risposta alla richiesta di parere del 28/01/2003, relativo all'oggetto - così si legge - si evidenzia il generico richiamo della deliberazione Gr. n. 2248 del 23/12/2002 a valutazioni di competenza ai sensi della vigente normativa statale e regionale. Nessuna norma di legge - ricorda la Provincia - prevede l'obbligo di espressione del parere nell'ambito del procedimento da parte della Provincia la cui partecipazione ad esso costituisce pertanto solo forma di collaborazione istituzionale con la Regione Marche con l'obiettivo di pervenire a soluzioni condivise. Ciò premesso, da un punto di vista prettamente formale la Provincia non può che rimandare agli atti in materia ambientale, urbanistica, di programmazione e pianificazione territoriale già deliberati e relativi alla gestione delle problematiche del territorio di Falconara connesse alla presenza della raffineria Api, atti tutti a conoscenza di codesta Regione ed in particolare l'ultimo Dpgr n.13 del 12/02/2003 relativo all'accertamento di conformità del Piano territoriale di coordinamento provinciale”. "Dal punto di vista sostanziale si ritiene che la contemperazione degli interessi debba trovare sintesi nel Tavolo istituzionale permanente con funzioni di coordinamento generale fra Regione Marche, Provincia di Ancona e Comune di Falconara Marittima, costituito sulla base dell'intesa sottoscritta il 5 novembre 2002". E quindi tutto vada al tavolo istituzionale e alla Regione. Ma i tempi di decisione sono alquanto lunghi, prima del 17 di giugno non si dovrebbe avere il pronunciamento e, intanto, le preoccupazioni calano sui lavoratori del petrolchimico falconarese e sulla stessa azienda. E' di qualche giorno fa, ad esempio, la presa di posizione degli autotrasportatori che lavorano con l'Api. Autotrasportatori che attraverso i rappresentanti di categoria avevano evidenziato come già molti di loro erano stati costretti a ricorrere alla cassa integrazione e molti altri erano in procinto di farlo. Ma il problema non è di facile soluzione e soprattutto qualsiasi via verrà intrapresa scontenterà l'una o l'altra parte. E sino a questo momento, l'unico parere favorevole al rinnovo della concessione Api è venuto dall'Autorità portuale sotto la cui giurisdizione ricadono i terminal petroliferi della raffineria. Accanto a questo, il "no"deciso dei Comune.

A giugno la Regione decide sulla concessione

L’iter si avvia verso la sua fase cruciale

L' iter del rinnovo della concessione all'Api - la scadenza è prevista per il 2008 -ha imboccato una svolta decisiva con la sentenza del Consiglio di Stato che qualche mese fa ha confermato il "no" del Tar al decreto di via libera al proseguo dell'attività della raffineria del ministero delI'industria. E di fatto ha rimesso in mano alla Regione la competenza. Il 23 dicembre scorso la giunta regionale ha approvato la delibera di indirizzo che stabilisce tempi e procedure, e ha indicato nel prossimo 15 giugno la data entro cui dovrà essere presa una decisione. In questi mesi verrà passata al setaccio tutta la documentazione. La stagione dei tavoli di concertazione, dei confronti, dei dibattiti anche aspri è nel suo pieno svolgimento. Istituzioni, azienda, sindacati continuano con i faccia a faccia e i botta e risposta. La prossima estate l'Api conoscerà il suo destino, legato a doppio filo con la risposta della Regione alla richiesta dì rinnovo della concessione della raffineria inoltrata nell' maggio dello scorso anno. L'azienda era passata a bussare alle porte di via Gentile da Fabriano dopo il ricorso presentato - e vinto - da Comune e Regione contro la concessione della proroga ottenuta dal ministero dell'Industria nel '98, sull'abbrivio del progetto sicurezza imperniato sull'impianto di cogenerazione che lavora gli scarti di lavorazione e permette di ridurre le emissioni nell'ambiente.

 
 
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