«Il Prg rischia di diventare
carta straccia»
L’Api soddisfatta del voto in
Provincia: «Si è ribadito che solo la Regione può decidere.
E c’è ancora il ricorso al Tar»
di Roberta Maccagnani
FALCONARA - «La Provincia ha
sì recepito gli indirizzi del prg di Falconara ma ha anche
indicato che l’unico ente sovrano a prendere la decisione è
la Regione, come da sempre abbiamo sostenuto anche noi.
Quindi, se la Regione rinnovasse la concessione, alla fine,
il prg con l’attuale indicazione sulla destinazione
dell’area occupata dalla raffineria sarebbe solo carta
straccia». senza dimenticare «il ricorso al Tar contro il
prg. Ancora non abbiamo ricevuto risposte, ma siamo
fiduciosi che i nostri dubbi trovino un positivo riscontro».
L’Api è «soddisfatta» del voto in consiglio provinciale sul
prg, mentre sta creando malumori la delibera di Giunta
sull’incompatibilità della raffineria con il nuovo prg tanto
che la Fiom-Cgil è «preoccupata» anche per le sorti dei 250
operai delle 22 ditte appaltatrici.
La reazione dell’Api -
«Non dubitavamo che questo strumento urbanistico passasse in
provincia - afferma un portavoce della raffineria - ma non
capiamo, comunque, il perché di tutta questa fretta
nell’approvazione. Ci lascia perplessi questa corsa alla
discussione del documento entro marzo. Anche la procedura ci
è apparsa discutibile: è stata complessa e strana. E non
bisogna dimenticare che il prg, in ogni caso, non assumerà
alcun valore per la superficie occupata dall’Api fino a
quando non sarà la Regione a pronunciarsi. Cosa che accadrà
il 15 giugno». Ma nel caso la Regione non concedesse di
nuovo il rinnovo alla raffineria, cosa succederebbe? Che
dovrebbe fare il Comune? «L’ente locale - ribadisce il
portavoce dell’azienda - dovrebbe indicare come utilizzare
quell’area, mantenendo gli stessi livelli socio-economici,
attuali. Ricordiamo che ad oggi la raffineria genera un giro
d’affari attorno agli 80 milioni di euro. Non sappiamo come
si potrebbe sostituire un introito simile, considerando
anche l’indotto occupazionale, diretto ed indiretto, che la
raffineria crea».
Cgil preoccupata - La
Fiom-Cgil provinciale è «preoccupata per l' incertezza del
futuro occupazionale dei dipendenti delle ditte appaltatrici
metalmeccaniche che lavorano all' interno dell’Api: 22
aziende con oltre 250 dipendenti, che operano per la
manutenzione ordinaria e straordinaria. Da quando il rinnovo
della concessione alla raffineria non è più certo, viste le
prese di posizione della giunta comunale di Falconara, il
lavoro è via via diminuito, fino al punto che alcune ditte
appaltanti o hanno già chiesto le procedure per la messa in
cassa integrazione ordinaria per i propri dipendenti o, a
breve, la chiederanno per far fronte alla diminuzione del
carico di lavoro». La Fiom annuncia iniziative sindacali per
dare «certezze e futuro a migliaia di lavoratori e alle loro
famiglie».
Il sindaco ha firmato
un’ordinanza
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - Rocca Mare sotto
stretta sorveglianza. Vita dura, per la prossima estate, sia
per le prostitute che per i loro abituali clienti. Entrano
in funzione, infatti, una serie di telecamere per tenere
sotto controllo la situazione lungo Rocca Mare, una zona,
negli ultimi anni, molto frequentata dai giovani, anche
minorenni, per la presenza di un paio di locali notturni,
molto in voga. Proprio per questo il Comune ha deciso di
applicare un regime più severo per combattere la piaga della
prostituzione e del suo sfruttamento, come già accaduto in
altri comuni delle Marche. A contribuire a prendere questa
direzione anche la volontà di riqualificare la zona, dove
vivono anche molte persone di cui proprio l’estate scorsa il
Messaggero aveva ascoltato lo sfogo. Strade non asfaltate,
mancanza di un lungomare, assenza di sorveglianza notturna,
baracche incustodite e l’angosciante via vai dei clienti
delle lucciole. Questo i problemi sottolineati dagli
abitanti della zona che chiedevano più attenzione. Quest’anno,
almeno dal punto di vista della sorveglianza, dovrebbero
essere accontentati. Diversi, inoltre, i casi registrati
negli ultimi tempi di episodi di violenza legati al racket
della prostituzione. Ricordiamo, ad esempio, il giallo di un
viado trovato in condizioni disperate a causa di un
inseguimento, consumatosi nella notte. Problemi notturni,
comunque, non si sono registrati solo a Rocca Mare, ma anche
lungo l’arenile di Falconara. Numerosi, infatti, gli episodi
di raid notturni ai danni degli stabilimenti balneari. Ma
anche per questo tipo di microcriminalità la musica cambia
da quest’estate. Telecamere entreranno in funzione anche
lungo la spiaggia e saranno attive 24 ore su 24.
Coadiuveranno il lavoro degli agenti della polizia
municipale che presteranno particolare attenzione alla
tranquillità della vita, anche di notte, sulla spiaggia.
Verranno, infatti, organizzati dei pattugliamenti anche in
borghese. L’attivazione di queste telecamere, sia
sull’arenile di Falconara che a Rocca Mare, si aggiungono a
quelle già presenti in piazza Mazzini.
«Polvere di marmo
nell’Esino»
Carletti blocca gli scarichi di
un’impresa
FALCONARA - Sospendere
«immediatamente lo scarico delle acque reflue industriali
nel fiume Esino fino al rilascio di autorizzazione da parte
della Provincia». E’ quanto stabilisce un’ordinanza del
sindaco di Falconara, Giancarlo Carletti, nei confronti di
una ditta di lavorazione dei marmi, Artigiana Marmi, di
proprietà di Piero Tavoloni, situata in via Clementina 5. Il
provvedimento è da attuare entro 15 giorni dal ricevimento
dell’ordinanza. Atto che prevede il ripristino dello stato
dei luoghi, provvedendo alla pulizia e allo smaltimento dei
rifiuti dispersi nell’ambiente. Inoltre, nel documento si
chiede alla ditta di «presentare contestualmente al Comune
copia del Fir (formulario di identificazione dei rifiuti)
dei rifiuti avviati nello stabilimento». L’ordinanza nasce
da diverse problematiche: la presenza di scarico di acque
reflue industriali di colore biancastro nelle acque del
fiume Esino, il mancato rinnovo dell’autorizzazione allo
scarico di acque reflue, la mancanza di un adeguato sistema
di decantazione per le operazioni di scarico e il persistere
dello scaricamento nelle acque del fiume di polveri di
marmo. |
Api, in
diminuzione il lavoro per i metalmeccanici in appalto
FALCONARA — La Fiom Cgil di
Ancona è preoccupata «per la situazione di incertezza del
futuro occupazionale dei dipendenti delle ditte appaltatrici
metalmeccaniche che lavorano all'interno della raffineria
Api». E per questo avvieranno iniziative sindacali per «dare
certezze e futuro a migliaia di lavoratori all'interno
dell'impianto petrolifero». La segreteria provinciale
afferma che per la manutenzione ordinaria e straordinaria
all'interno della raffineria lavorano in continuità
mediamente 22 ditte appaltatrici con oltre 250 dipendenti.
«Da quando il rinnovo della concessione non è più certo —
dice Anacleto Giuliani — il lavoro è via via diminuito, fino
al punto che alcune ditte appaltanti o hanno già chiesto le
procedure per la messa in cassa integrazione ordinaria per i
propri dipendenti o, a breve, la chiederanno come primo
momento per far fronte alla diminuzione del carico di
lavoro. Se a breve — continua Giuliani — gli organi
competenti non decideranno di prorogare la concessione
all'Api, sicuramente l'occupazione per i lavoratori delle
ditte appaltatrici non avrà futuro». La Fiom Cgil ritiene
che la delibera della giunta comunale crei gravi
preoccupazioni non solo per i dipendenti dell'Api ma anche
per tutte le ditte appaltatrici metalmeccaniche che da
sempre lavorano stabilmente all'interno della realtà
industriale.
Ente Nazionale Aviazione civile (Enac)
Ente Nazionale
Aviazione civile (Enac) rettifica le
dichiarazioni rilasciate al Carlino dal geom. Eugenio
Pasquali «non autorizzato ad esprimersi per conto dell'Enac.
Peraltro — afferma la dottoressa Giuliana Cucchieri Guazzati
(direttore Enac, circoscrizione aeroportuale Falconara) non
esiste rischio di blocco delle attività dell'aeroporto di
Ancona-Falconara. Quanto all'impatto dell'ordinanza del
sindaco Carletti, si rinvia a quanto già precisato dal
prefetto di Ancona, dott. Maninchedda, ovvero che
l'ordinanza stessa è priva di effetti giuridici».
L' aeroporto viene
«blindato»
di Andrea Massaro
ANCONA — Ora che quello della
guerra in Iraq non è più solo un rischio, ma un fatto
concreto, il livello d'allarme a difesa degli «obiettivi
sensibili» della nostra regione si sta lentamente
impennando. Una delle prime strutture ad essere presa in
considerazione è l'aeroporto «Raffaello Sanzio» di
Ancona-Falconara. Lo scalo, militare ed aperto al traffico
civile, ieri è stato oggetto di un incontro che si è tenuto
proprio nelle stanze del «Sanzio» e al quale hanno preso
parte i rappresentanti delle forze dell'ordine competenti
sul territorio, degli enti che fanno parte dell'Aerdorica,
la società di gestione dell'aeroporto, dell'Enac, della
Regione e della Protezione civile. Il comitato ha affrontato
il nodo sicurezza. Sono state discusse le misure da adottare
per consolidare la vigilanza dentro e fuori l'aeroporto
regionale. Il «Sanzio», così come altre strutture regionali,
con l'evolversi della situazione in Iraq, necessita di un
rafforzamento dei controlli. Anche in virtù del fatto che lo
scalo, essendo militare, può in qualsiasi momento essere
utilizzato come base per operazioni logistiche. Ed è
evidente che la vigilanza, seppur non esasperata, deve
comunque raggiungere un alto livello, anche perché, fino a
nuovo contrordine dovranno coesistere traffico civile e
militare. Così si è deciso di intensificare i controlli
nelle aree d'imbarco dei passeggeri, sia agli stessi
viaggiatori che ai bagagli. Verranno poi monitorate le sale
aeroportuali, specie quelle maggiormente frequentate dai
passeggeri, la pista su cui continuano ancora ad atterrare e
a decollare gli aerei civili e commerciali. Ai militari
dell'Esercito, peraltro già impegnati da tempo spetterà il
compito di «bonificare» giornalmente l'area esterna al
Sanzio, con controlli mirati e costanti lungo il perimetro
dello scalo. Il problema principale, sollevato anche di
recenti da alcuni sindacati di polizia, è che la presenza di
agenti e finanzieri al «Sanzio» è ancora al di sotto delle
necessità. Alla Polaria gli uomini in servizio sono soltanto
22 (tre per ogni turno). Ieri un agente si è trovato a
controllare qualcosa come 150 passeggeri tra arrivi e
partenze. Per loro, il lavoro è quotidianamente massacrante.
I finanzieri sono ancor meno. E sono ancora troppo pochi i
militari dell'Esercito impegnati nei pattugliamenti.
L'obiettivo è quello di intensificare nel più breve tempo
possibile gli uomini preposti alla vigilanza. Il «Sanzio» ha
poi tutte le carte in regola per fungere da base logistica
militare: sia per ospitare velivoli, sia per organizzare
operazioni umanitarie come al tempo della guerra nei Balcani.
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