RASSEGNA STAMPA 23.03.2003

 

MESSAGGERO
Ambiente e affari, non c’è da stare allegri

RIPARTITO da Ancona il Treno Verde. Non è che ci abbia rassicurato un granché, anzi. Benzene in eccesso e rumore da spaccare i timpani. Mentre altrove fischiano le bombe, sembrano bazzeccole. Ma se non ripuliamo l'aria di casa nostra va a finire che ci abituiamo e anche gli ordigni batteriologici non ci faranno né caldo né freddo. Il Comune di Falconara delibera l'incompatibilità della raffineria col suo territorio e punta al mancato rinnovo della concessione-Api. Addotte ragioni di sicurezza e di inquinamento. Bene, che l'Api non abbia tra le sue prerogative quella di profumare l'atmosfera circostante mi pare assodato. E che sui reali effetti della sua centrale turbogas non si sappia tutto quel che c'è da sapere è altrettanto vero. I rischi non mancano, occorre vigilare. Ma nessuno riuscirà mai a convincermi che tolta di mezzo la raffineria vivremo in una specie di eden. Avevo 8 anni, tornavo dal mio primo mese vissuto lontano da casa con addosso la paura che il treno non arrivasse mai a destinazione. A un certo punto il finestrino inquadrò un bagliore che le gocce di pioggia scioglievano nell'orizzonte cupo della notte: era la fiaccola con lo stemma del cavallino. Respirai a pieni polmoni. Sì, quella era proprio la sana, insopportabile puzza dell'Api. Potevo stare tranquillo, ero davvero a casa mia. Da allora sono passati più di quarant'anni e non mi fa lo stesso effetto. Non mi sdilinquisco più all'odore di greggio e di gpl. Ma penso che la raffineria sia un formidabile alibi per chi non vuole o non sa mettere in pratica un'autentica politica di ecocompatibilità. Passa il prg di Falconara in consiglio provinciale. Polemiche all’arsenico sulla lottizzazione all’ex Montedison. Si parla di risanamento e di riqualificazione: alberghi e quant’altro sulla spiaggia dei veleni. I dubbi più consistenti sul tipo di bonifica che verrà attuato. Il super perito Biancani avverte: uno scavo profondo scatenerebbe il blob chimico. Catastrofismo? Può darsi. Se a una marcia ho mai partecipato fu per reclamare, tanti anni fa, l'istituzione del Parco del Conero. Oggi mi chiedo a cosa è servito. Si pensa a sfrattare i fagiani e le lepri perché pare danneggino il delicato habitat. Ma si approvano lottizzazioni a go go sul monte con la benedizione di leggi abborracciate. Non vado in sollucchero per uno sfondo degradato come quello di una raffineria. Ma quel panorama, almeno, è sempre lo stesso. Se però al posto del verde da proteggere ci mettono il cemento, mi preoccupo di più. Perché il panorama cambia: in peggio. Poveri fagiani, povere lepri, poveri noi.

Quattro ore di stop per i camion Esso

Riuscito l’embargo pacifico, un manifestante ha tentato di entrare nella raffineria ma è stato bloccato. Alcuni camionisti hanno solidarizzato

I Disobbedienti hanno bloccato le autocisterne all’Api, tensione con un conducente

di CLAUDIA PASQUINI

FALCONARA – L’embargo “dal basso" è riuscito. Ieri notte i Disobbedienti delle Marche hanno bloccato per quattro ore l’ingresso e il rifornimento delle autocisterne alla raffineria Api. E’ stata una manifestazione pacifica alla quale hanno partecipato un centinaio di persone. Unici momenti di tensione quelli durante la discussione con un autotrasportatore che voleva passare a tutti i costi e quando uno dei manifestanti ha tentato di entrare nello stabilimento ed è stato immediatamente fermato dai suoi stessi compagni. Per il resto molti camionisti, dopo le iniziali proteste, sono scesi dai tir e si sono messi a chiacchierare e a ballare insieme ai manifestanti. Ora i No war stanno pensando ad altre iniziative di disturbo e si dichiarano pronti al blocco nell’eventualità che mezzi militari dovessero passare nella regione. Il blitz è cominciato alle tre e trenta di notte. I Disobbedienti si sono dislocati davanti ai cancelli della raffineria e hanno attaccato i loro striscioni. No blood for oil si leggeva, no al sangue per il petrolio. I no-war hanno optato per il blocco totale, nonostante il loro obiettivo principale fossero i mezzi della Esso. La compagnia petrolifera infatti, fa capo all’americana ExxonMobil che ha vinto l’appalto per la fornitura di carburanti alle forze armate Usa. Nel giro di due ore nella corsia di emergenza della statale Adriatica si è formata una lunga fila di tir. Il blocco è proseguito fino alle 7.45. Prima di andarsene il gruppo ha compiuto un ulteriore gesto dimostrativo. Un giovane, munito di cavi e ganci da alpinista, ha scalato il palo di un cartello stradale per i mezzi diretti all’Api ed ha issato una bandiera della pace sulla cima. Alla fine della manifestazione i Disobbedienti hanno raccolto tutta la spazzatura sparsa per terra: i resti di cibo e delle bevande che li avevano aiutati ad affrontare il freddo della notte. A quel punto le autocisterne si sono rimesse in moto e sono entrate nella raffineria. Nonostante il rifornimento di carburante alla fine sia stato effettuato, i Disobbedienti si considerano soddisfatti. «Il blocco è riuscito – ha spiegato Paolo Cognini – perché nessuno è entrato nello stabilimento. Molte autocisterne inoltre, sono state deviate dalla polizia prima di Falconara per evitare che la statale rimanesse bloccata. In più si è verificato un effetto a catena. Le quattro ore di ritardo accumulate a Falconara, hanno generato una serie di ritardi che non potranno essere facilmente recuperati visto che domani (oggi per chi legge, ndr) è domenica e i mezzi pesanti non possono circolare. Riteniamo che al di là delle manifestazioni e dei cortei, queste iniziative più mirate siano molto efficaci. Per questo ne proporremo altre finchè durerà la guerra. Nelle Marche ci sono parecchi “obiettivi" che possono essere colpiti. D’altra parte – conclude Cognini - stiamo tenendo sotto costante controllo anche la ferrovia, il porto e l’aeroporto. Non permetteremo che mezzi militari passino attraverso la nostra Regione. Siamo pronti al blocco in qualsiasi momento». I Disobbedienti alcuni giorni fa erano riusciti a piazzare una bandiera con i colori dell’arcobaleno di dimensioni enormi, circa 25 metri quadrati, su un costone lungo la strada che conduce alle industrie del gruppo Merloni a Fabriano.

«E se arriva un missile?»

Lo stop ai velivoli militari delegittimato da Maninchedda provoca la reazione del sindaco

Carletti al prefetto: «L’ordinanza è legittima». Critiche di Fi e Udc

FALCONARA - Non è piaciuta affatto ai gruppi consiliari di Forza Italia e dell' Udc di Falconara marittima l' ordinanza del sindaco Carletti (peraltro priva di effetti giuridici stando alla Prefettura) mirata a vietare l' atterraggio in aeroporto di velivoli militari dei Paesi in guerra con l' Iraq. In una nota congiunta, FI e Udc falconaresi «manifestano la più viva preoccupazione per l' evolversi degli eventi bellici e, confermando la propria decisa volontà di salvaguardia della pace, auspicano una giusta e pronta soluzione del conflitto», ma censurano allo stesso tempo l'iniziativa del sindaco. Viziata, a loro dire, da motivazioni «inaccettabili perchè assunte in dispregio delle sovrane decisioni del Parlamento italiano», e presumibilmente ispirata «da motivi settari ed ideologici». A Carletti i due gruppi di opposizione chiedono di relazionare «sulle reali ed effettive cause che hanno dato origine all' ordinanza». Ma Carletti insiste «E se un missile lanciato contro un aereo “belligerante" in Iraq colpisse l'Api?». È questa una delle ragioni «di fatto» che hanno indotto il sindaco Carletti ad emettere l'ordinanza. Lo spiega lo stesso primo cittadino in una lettera al prefetto Giulio Maninchedda, secondo il quale l' ordinanza è priva di presupposti giuridici. Carletti non la pensa così, e insiste, citando presupposti «di fatto e di diritto». I presupposti di fatto: l' aeroporto di Falconara - scrive il sindaco - è ubicato a poche decine di metri lineari dalla Raffineria Api, estesa per circa 74 ettari; dunque, a suo avviso, «un eventuale missile od altro ordigno diretto contro aerei avversari posti, a seguito di atterraggio, nell' aeroporto di Falconara, può, con minimo errore, colpire la raffineria causando un catastrofico disastro». Altro presupposto: «L' Italia ha dichiarato la propria non belligeranza, ma nel contempo ha rappresentato che aerei dei paesi belligeranti possano fruire di atterraggio negli aeroporti italiani; di conseguenza, è possibile che aerei militari di paesi belligeranti atterrino nell' aeroporto di Falconara divenendo così obiettivi degli avversari che possono verso gli stessi indirizzare missili ed altri ordigni con le catastrofiche conseguenze». Quanto ai presupposti di diritto, Carletti ricorda che «l' art. 654, comma 2, del D. Lgs n. 267/2000 stabilisce che spetta al Sindaco, quale ufficiale di governo, di emettere ordinanza di divieto quando possano insistere elementi di grave pericolo per l' incolumità dei cittadini». Ma ad agitare Carletti è anche la polemica sul prg. Poco prima delle 17 nella sede dei Carabinieri ha querelato per diffamazione l’esponente di Forza Italia Enrico Cesaroni per la frase diffamatoria riportato sul Messaggero dal titolo “Concessione Api, Cgil contro Carletti" in cui lo stesso afferma «Carletti continua a recitare e cercare di spostare attenzione sull’Api per coprire e nascondere le oscure manovre sul sito ex Montedison».

 
IL RESTO DEL CARLINO
(L'ordinanza del Sindaco Carletti)

Per il Sindaco Carletti l'ordinanza da lui emessa poggia su presupposti per la salvaguardia e l'incolumità dei cittadini. Nella risposta al prefetto motiva il provvedimento emanato due giorni fa in virtù della vicinanza tra l'aeroporto di Falconara e la raffineria Api. «Un eventuale missile od altro ordigno diretto contro aerei avversari posti, a seguito di atterraggio, nell'aeroporto Sanzio — spiega — può, con minimo errore, colpire la raffineria causando un catastrofico disastro. L'Italia ha dichiarato la propria non belligeranza, ma nel contempo ha concesso che aerei dei paesi belligeranti possano fruire di atterraggio negli aeroporti italiani. Di conseguenza, è possibile che aerei militari atterrino all'aeroporto divenendo così obiettivi degli avversari che possono verso gli stessi indirizzare missili ed altri ordigni. Da considerare poi i presupposti di diritto: dall'articolo 654, comma 2, del D. Lgs n. 267/2000 — conclude il sindaco — si evince che spetta al sindaco, quale ufficiale di governo, emettere ordinanza di divieto quando possano insistere elementi di grave pericolo per l'incolumità dei cittadini che, come sopra illustrato, sono pesantemente presenti».

'Sanzio', Forza Italia e Udc censurano Carletti

FALCONARA — L'ordinanza del primo cittadino di Falconara dove si vieta l'uso dell'aeroporto 'Raffaello Sanzio' ad aerei impegnati in azioni militari, seppur apprezzata da molti dal punto di vista ideologico, viene censurata da Forza Italia e Udc. I due gruppi consiliari manifestano la più viva preoccupazione per l'evolversi degli eventi bellici e confermano la decisa volontà di salvaguardia della pace e auspicano una giusta e pronta soluzione del conflitto in atto tra le parti belligeranti. Ritengono però che nell'ordinanza del sindaco Carletti manchino «i presupposti di legge e di fatto tali da renderla applicabile». Rilevano, inoltre, che le motivazioni addotte dal primo cittadino siano «inaccettabili perché assunte in dispregio delle sovrane decisioni del parlamento italiano». Pertanto Forza Italia e Udc considerano il provvedimento «una illegittima iniziativa presumibilmente ispirata da motivi settari ed ideologici». «Carletti — dicono i due gruppi — dovrà necessariamente relazionare ai nostri gruppi sulle reali ed effettive cause che hanno dato origine all'ordinanza in questione. Un provvedimento che legittima comportamenti arbitrari — spiegano — che possono concretizzarsi in un rilevante danno economico per i lavoratori e la città quali il blocco avvenuto la scorsa notte alla raffineria Api. Proprio questa manifestazione ha infatti impedito le operazioni di carico del prodotto per alcune ore. In difetto di convincenti ed esaurienti spiegazioni da parte del primo cittadino — concludono — impegneremo il prefetto per ottenerle suo tramite e solleciteremo provvedimenti per far cessare gli eventuali effetti di tale ingiusto ed illegittimo provvedimento sindacale».

 
 
 
 
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