MESSAGGERO |
Il Comune alla Regione:
«Raffineria incompatibile» L’Api compra petroliera sicura
di ROBERTA MACCAGNANI
HA il nome del nipote di Aldo
Brachetti Peretti, presidente dell’Api, ed è in arrivo tra
qualche settimana. Dopo il caso della Moskovski, alla
raffineria approda la Cosmo, una nuova motonave, questa
volta a doppio scafo, che garantisce piena sicurezza contro
i rischi di inquinamento. Verrà utilizzata per il trasporto
di benzine e gasolio provenienti da Falconara. «E’ una nuova
tappa – ha detto Franco Bellucci, direttore Api raffineria
Ancona – nella politica aziendale del rispetto
dell’ambiente. Con l’ingresso di questa motonave nella
flotta Api, rafforziamo le misure di sicurezza e prevenzione
ambientale adottate sul mare e negli impianti sulla
terraferma. Il progetto di rinnovamento della flotta per il
trasporto dei prodotti provenienti da Falconara – ha
aggiunto – è iniziato due anni fa e si concretizza con
l’arrivo di questa prima motocisterna eco-compatibile,
costruita nel cantiere Celik Tekne di Tuzla, in Turchia».
Doppio scafo, 100 metri di lunghezza per un peso di 5 mila
tonnellate: è la Cosmo, dotata di 12 cisterne e di un
sistema di inertizzazione gas per ridurre il rischio di
esplosioni durante le opere di carico e scarico. «Un’insieme
di caratteristiche che hanno contribuito a farle ottenere la
notazione Green Star - spiega Bellucci - rilasciata dal Rina
alle navi che rispondono al programma di riduzione dei
rischi ambientali. Anche le strutture di carico e scarico
dei prodotti petroliferi, dal pontile dell’isola alla
piattaforma, sono state dotate di sistemi di sicurezza
all’avanguardia e gestite da personale interno addestrato a
prevenire e controllare ogni rischio. Infine, tra le prime
raffinerie in Italia, da circa tre anni ci siamo dotati del
Grecale I, un’imbarcazione per il recupero di eventuali
sversamenti di prodotti petroliferi a mare, che finora non
c’è stato mai bisogno di usare».
Falconara delibera: «Api
incompatibile»
Carletti festeggia
all’attacco l’approvazione del prg da parte del Consiglio
provinciale: «E ora lo sviluppo, pubblico e privato insieme»
Documento lampo in vista del
tavolo istituzionale. Ma slitta l’appuntamento di domani
di Giampaolo Milzi
Da Falconara ancora una
bordata contro il rinnovo della concessione petrolifera
all'Api. Il colpo, dal punto di vista tecnico-politico,
l'hanno sferrato compatti urbanisti, giuristi e Giunta. Si
tratta del parere negativo recapitato ieri alle 11 ad
Ancona, alla sede della Regione, in merito alla conformità
dei progetti di costruzione degli impianti della raffineria
alle previsoni del Prg. Insomma, appena 13 ore dopo
l'approvazione nella tarda serata di mercoledì da parte del
Consiglio provinciale del nuovo strumento urbanistico,
Carletti è riuscito a tempo di record a rispondere alla
richiesta di valutazione di sua competenza inviatagli
dall'assessore regionale all'Ambiente Amagliani in vista del
tavolo di concertazione istituzionale
Regione-Provincia-Comune di Falconara che avrebbe dovuto
riunirsi domani in Regione proprio per continuare a
sciogliere l'intricato nodo della proroga dell'attività di
raffineria fino al 2020. Ma l’appuntamento sembra sul punto
di slittare. «Il rinvio sulla consegna del parere - spiega
Amagliani - può andare da qualche giorno, fino ad alcune
settimane, forse anche un mese, ma cercheremo di compattare
al massimo». Carletti dunque prontissimo, ma tanta rapidità
non è stata premiata. Perché il rinvio? Presto detto: la
Provincia, l'altro ente destinatario della richiesta di
valutazione di conformità degli impianti Api al Prg
falconarese - è in ritardo. Circostanza che non è piaciuta
all'ufficio legale di Carletti, tanto più perché considera
il parere in merito della Provincia “una pura formalità". La
competenza che conta sul punto, in questa fase, la reclama
il Comune di Falconara. Che nella sua valutazione negativa
(in riferimento al Dpr 420 del '94 e del Dgr 2248 del 2002)
sottolinea da un lato il “rischio di grave inquinamento" e
le “compromissioni ambientali" che già pesano sull'area
dello stabilimento Api (circa 74 ettari), e dall'altro “le
situazioni di impedimento allo sviluppo e al miglioramento
urbano" legate alla presenza degli impianti di raffinazione
e produzione energetica. Di più: la valutazione negativa
ribadisce che “rispetto al Prg ormai di prossima entrata in
vigore, non è prevista la destinazione dell'area ora
occupata dalla raffineria Api come zona di edificabilità
degli impianti industriali"; “la permanenza della raffineria
è pertanto incompatibile con la previsione del Prg (...) che
prevede la sostituzione di quella attività con altre
ecocompatibili". Quanto ai pericoli già concreti e ulteriori
per la salute pubblica, le tre pagine del parere negativo
“non fanno sconti" all'Api: “l'industria è in rapporto
critico col tessuto urbano", con cui è incompatibile “per il
rischio di incidente rilevante e per l'inquinamento acustico
ed atmosferico prodotti"; le analisi rilevano che “l'area di
sedime della raffineria è inquinata da concentrazioni di
idrocarburi" (e si cita il superamento dei tetti di
sicurezza di legge, ndr.) e segnalano “la contaminazione
della faglia idrica, dell'Esino e del mare"; “la presenza di
impianti di produzione rende impossibile la bonifica".
Carletti festeggia attaccando l'approvazione in Provincia
del suo Prg. Che ieri, in una nota, ha definito «un evento
di fondamentale importanza per la città e per territorio
(...) che afferma con grande forza l'indirizzo di una
profonda riqualificazione ambientale e per il riordino di
funzioni urbane, infrastrutture e sviluppo». Una partita che
ora Carletti si giocherà subito (anche in riferimento alle
aree ex Montedison, caserma Saracini, scali ferroviari,
uscita nord A/14) «con piani particolareggiati in cui
confluiranno azioni pubbliche e private». Tuttavia, sempre
sul tema del possibile rilancio dell'attività degli
stabilimenti fino al 2020, se da un lato l'Api rimedia
questo ennesimo “no" del Comune di Falconara, dall'altro
incassa il sì del Comitato portuale di Ancona. Che, sempre
ieri, sollecitato dal Ministero, ha deliberato la fruibilità
delle aree demaniali dello scalo dorico da parte della
raffineria nel caso in cui questa ottenga dalla Regione il
rinnovo della concessone petrolifera. Un voto favorevole
all'unanimità, salvo l'astensione dell'assessore del Comune
di Falconara Pesaresi. Che non gradisce l'assenza dei
rappresentanti di Regione e Provincia alla riunione del
Comitato portuale.
Il sindaco: no a voli
militari
di MASSIMILIANO PETRILLI
ANCONA - Il no alla guerra
arriva con un’ordinanza. Il sindaco di Falconara, Giancarlo
Carletti, a capo di una giunta di centrosinistra, ha
dichiarato l’aeroporto marchigiano “Raffaello Sanzio"
off-limits per «gli aerei militari dei paesi belligeranti
impegnati nella guerra in Iraq». Il primo cittadino, che
nelle scorse settimane si era messo alla testa delle
fiaccolate per la pace, ieri mattina ha firmato l’atto con
cui vieta a tutti i velivoli impegnati in operazioni
militari lo scalo nell'aeroporto falconarese,
un'infrastruttura abilitata al traffico civile con pista per
aerei militari. La scelta è legata alla «vocazione
pacifista» della città, ma anche «alla preoccupazione che la
raffineria petrolifera dell'Api», vicina all'aeroporto e
presidiata come uno dei principali obiettivi sensibili della
regione, «possa diventare bersaglio di attacchi
terroristici». L'ordinanza, che resterà in vigore fino alla
fine della guerra, «è stata firmata - spiega Carletti - per
prevenire ed eliminare i gravi pericoli che possono
minacciare l'incolumità dei cittadini durante le fasi di
guerra». Una scelta rivendicata dal sindaco Carletti nel
«pieno diritto di assumere decisioni e provvedimenti anche
su questioni sulle quali qualcuno preferirebbe sorvolare in
omaggio al principio che le grandi tematiche vanno discussi
presso le sedi governative e presso le organizzazioni
internazionali».
Carletti lancia la
bonifica all’ex Enichem. Fi avverte: «Rischi gravi e strani
appetiti»
La spiaggia dei veleni
di Giampaolo Milzi
Nuovo Prg di Falconara
promosso all'esame della Provincia. Ma la dolce torta finita
nel piatto di Carletti rimedia “un po' di veleni". Quelli
dell'area ex Montedison, spruzzati da Forza Italia per
rovinargli la festa. Veleni concreti, non simbolici. Visto
che quel sito, destinato dalle nuove norme urbanistiche ad
area di espanzione turistico-commerciale, «è stato valutato
da un perito di fama nazionale, nominato dal Tribunale di
Ancona (Nedo Biancani, ndr.) come altamente inquinato per la
presenza nel sottosuolo, fino a una profondità di 11 metri,
di sostanze fortemente tossiche, quali arsenico, mercurio,
piombo, rame e zinco». «La cittadinanza» ne è informata da
una rovente nota diramata ieri dai consiglieri provinciali
Cesaroni, Magnani e Mariani, che accusano Carletti di voler
«nascondere le oscure manovre politiche ed economiche» in
atto sul tratto di costa ai confini con Marina di
Montemarciano. Su quel tratto «non sarebbe dunque possibile
intraprendere alcuna iniziativa edilizia, se non destinando
l'area a verde pubblico o ad area boschiva, rispettando
vincoli imposti anche dalla Soprintendenza (riguardo al
capannone industriale, ndr.) - proseguono i consiglieri di
Forza Italia - Ci sembra opportuno segnalare a quali rischi
le amministrazioni di centro-sinistra, comunali e
provinciali, fanno andare cinicamente incontro i cittadini».
La posizione di Forza Italia era stata già espressa in aula
prima del voto con cui il Consiglio provinciale ha approvato
il Prg di Falconara e prima che venisse bocciato un suo
emendamento contro l'espansione edilizia sulla «spiaggia dei
veleni». E in aula Forza Italia aveva provocatoriamente
chiesto quale consigliere sarebbe stato disponibile ad
acquistare una nuova casa da quelle parti. «Le risposte
negative che ci hanno dato bastano a supportare le nostre
teorie: un grande business economico di centinaia e
centinaia di miliardi al quale la sinistra si è piegata».
«Le due licenze che il Comune di Falconara intende
rilasciare e breve? - conclude la nota promettendo battaglia
su questo tema che riguarda la salute pubblica - Una
edilizia, l'altra di uccidere...». Da registrare, sul punto,
l'intenzione di Comune e Provincia di assicurare una piena
bonifica prima di intraprendere qualsiasi riqualificazione e
riconversione della zona.
I Disobbedienti annunciano
un embargo “dal basso" della Esso: «Impediremo
approvvigionamenti all’Api e transito di autocisterne»
di CLAUDIA PASQUINI
ANCONA - Il sindaco di
Falconara Giancarlo Carletti ha vietato atterraggi militari
nell’aeroporto marchigiano. E’ solo la più eclatante delle
numerose iniziative che si sono moltiplicate ieri nella
provincia di Ancona. Da sottolineare anche il tentato
assalto alla sede dorica di Forza Italia da parte di alcuni
studenti e l’annunciato per i rifornimenti petroliferi della
Esso all’Api. «Per prevenire ed eliminare i gravi militari
che potrebbero minacciare l’incolumità dei cittadini durante
la fase di belligeranza – spiega Carletti nella sua
ordinanza – è fatto divieto al presidente della società
dell’Aerdorica e al direttore dell’aeroporto consentire
l’atterraggio degli aerei militari dei Paesi coinvolti nel
conflitto». Secondo il sindaco l’ordinanza trarrebbe origine
dal decreto legislativo 54 che vede i sindaci nel diritto di
decidere in caso di situazioni particolarmente pericolose
per la comunità, come la presenza della raffineria
«potenziale obiettivo di eventuali attacchi terroristici».
Sta di fatto però, che il codice civile prevede una
gerarchia delle fonti: un’ordinanza sindacale non ha forza
rispetto la legge nazionale e tanto meno rispetto ad un
trattato di carattere internazionale. Naturalmente i cavilli
su cui si potrebbe discutere sono tanti. E’ comunque chiara,
al di là dei poteri concreti dell’ordinanza, la provocazione
lanciata dal sindaco. «La città – ha spiegato ancora
Carletti - è da sempre contro la guerra e non accetta
neppure il ruolo di base d’appoggio. Ciò che ci preme
garantire è la sicurezza dei cittadini». E’ stata una
innocua provocazione, di diverso genere, anche il tentativo
di alcuni studenti che ieri mattina hanno tentato di
appendere la bandiera della pace nella sede regionale di
Forza Italia di corso Garibaldi. Due ragazze hanno chiesto
di poter salire negli uffici, ma hanno subito cambiato idea
quando hanno visto avvicinarsi alcuni poliziotti. A quel
punto hanno preferito rimanere fuori dalla porta per urlare
insieme ad altri studenti cori contro il presidente del
consiglio Berlusconi. Infine è stato annunciato ieri
pomeriggio dai Disobbedienti delle Marche l’«embargo dal
basso». Questa notte o alle prime luci dell’alba verrà
impedito il transito delle autocisterne della Esso e quindi
il loro rifornimento all’ingresso della raffineria Api di
Falconara. «Le autorità lo sanno – ha detto Paolo Cognini
portavoce dei Disobbedienti – e faranno quello che vorranno.
Noi comunque impediremo il transito del carburante della
Esso». |
|
IL RESTO DEL
CARLINO |
By pass
ferroviario, i Comitati chiedono incontro con gli Enti
FALCONARA — «Abbiamo ribadito
al presidente Giancarli la nostra forte opposizione
all'attuale progetto del by pass ferroviario». Il comitato
dei cittadini di Fiumesino e Villanova ritengono
«sciagurato» il disegno presentato perché «solo a servizio
della raffineria Api e devastante per la salute, l'ambiente
e l'economia di Falconara e di tutta la provincia». I
comitati convocheranno un incontro con il presidente della
Regione e il sindaco Carletti rinnovando le richieste
effettuate un anno fa e, a loro dire, «rimaste inevase». I
delegati dei cittadini dei quartieri, Franco Budini, Loris
Calcina e Elisa Griffoni formulano queste considerazioni in
virtù dell'incontro che due giorni fa hanno avuto con il
presidente Giancarli. «Il presidente — scrivono i comitati —
ha espresso la convinzione sulla bontà della soluzione da
lui proposta e la determinazione nell'attuarla».
Rinnovo concessione,
Giancarli temporeggia
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — L'amministrazione
ha consegnato ieri alla Regione il suo parere sul rinnovo
della concessione alla raffineria Api. Si tratta della
conferma definitiva di quanto ribadito più volte dal Comune
negli ultimi mesi, ma di cui l'amministrazione regionale
necessitava per avviare la fase terminale dell'iter che la
porterà a pronunciarsi nel giugno prossimo. Un documento
firmato dalla giunta comunale dove si sottolinea che «la
permanenza della raffineria è incompatibile con la
previsione del piano regolatore generale». Ha preso tempo
invece la Provincia perché necessita di un ulteriore periodo
per valutare attentamente tutte le problematiche legate alla
permanenza o meno dell'impianto petrolifero sul territorio
falconarese. «Ho richiesto al presidente D'Ambrosio un
ulteriore periodo di tempo — ha detto Giancarli — per
valutare attentamente la questione e rimettere il parere
finale dell'Ente al Consiglio provinciale. Mi sembra infatti
questo il metodo più democratico per affrontare l'intera
vicenda». E intanto il Comune esprime, in una nota
ufficiale, soddisfazione per l'approvazione del piano
regolatore generale. L'obiettivo del sindaco Carletti,
adesso, è quello di dare l'avvio alla riqualificazione delle
grandi aree: ex Montedison, caserma Saracini, scali
ferroviari, uscita nord dell'A14. «In questo caso — è
scritto nella nota — la partita si gioca realizzando
convenzioni, protocolli d'intesa, accordi di programma che
vedranno coinvolti soggetti pubblici e privati. All'interno
di questi indirizzi e obiettivi — continua — anche la grande
area industriale Api: la riqualificazione del territorio
esterno alla raffineria potrà avviarsi sin da subito mentre
saranno attivate le azioni che in prospettiva dovranno
portare alla riconversione del sito di raffineria». E il
gruppo della Margherita ringrazia il presidente Giancarli e
i propri rappresentanti per l'approvazione del Prg: «E' una
tappa storica per la città di Falconara — dice Marco
Salustri — perché il nuovo Prg è uno strumento concreto
fatto di progetti e previsioni coordinate». Polemico invece
il gruppo di Forza Italia in Provincia: «Il Prg è un vero e
proprio piano di sottosviluppo sociale ed ambientale»
commentano i consiglieri Enrico Cesaroni, Milva Magnani e
Silvana Mariani».
La sicurezza si chiama
«Cosmo»
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — La raffineria Api
potenzia le misure di sicurezza e di protezione ambientale
adottate sul mare con la motocisterna 'Cosmo' (il nome è
quello del nipote del presidente Brachetti Peretti) che
verrà inaugurata tra alcune settimane. Il taglio del nastro,
infatti, è stato rimandato per intoppi tecnici incorsi negli
ultimi giorni di revisione. Con il suo ingresso, la
compagnia rimarca il suo impegno nel rafforzare le misure di
sicurezza e di conseguenza la volontà di salvaguardare
l'ambiente circostante. La caratteristica principale della
motocisterna è il doppio scafo che assicura la massima
protezione dai rischi di inquinamento. Si tratta in sostanza
di una nave lunga 100 metri e dotata di 12 cisterne
segregate e proprio il suo sistema di inertizzazzione riduce
il rischio di esplosioni durante le opere di carico e
scarico. Conterrà 5 mila tonnellate di materiale ed
effettuerà due o tre carichi la settimana. Il progetto di
rinnovamento della flotta per il trasporto dei prodotti
provenienti da Falconara è stato avviato due anni fa e si
concretizza oggi con l'arrivo di questa prima motocisterna
ecocompatibile. Infatti, in base al decreto dei ministeri
dell'ambiente e delle infrastrutture, l'Api avrebbe
anticipato di due anni l'adeguamento alle normative.
«L'arrivo della Cosmo — ha detto il direttore Franco
Bellucci — è solo la più recente delle tappe del programma
di rispetto ambientale dell'Api sia in mare che sulla
terraferma, in modo da garantire sempre il massimo standard
di sicurezza». E a riprova dell'avanguardia dell'impianto,
l'ampliamento della cosiddetta «Isola», raggiungibile a
bordo della Grecale I, una imbarcazione attrezzata per il
recupero di eventuali sversamenti di prodotti petroliferi a
mare. Si tratta di un 26 metri con un equipaggio collaudato
che conta dai tre ai cinque uomini. In dotazione alla
raffineria di Falconara da tre anni è in grado di
circoscrivere lo sversamento di materiale inquinante
attraverso un'apposita procedura di raccolta. La sostanza
aspirata viene poi depositata in alcuni serbatoi. Un effetto
'schiumarola' che assieme al fattore 'tempestività' aiuta a
limitare il danno. Da sottolineare che mai si sono
verificati eventi tali da richiederne l'utilizzo, anzi viene
esclusivamente usata ogni 20 giorni per le esercitazioni.
Ritornando all'«Isola» è una struttura nata attorno agli
anni '60 che ha subito notevoli metamorfosi. Come per le
grandi metropoli anche al suo interno c'è una parte vecchia
e una nuova. Quest'ultima permette, oggi, l'ormeggio di due
navi.
«Non voglio al 'Sanzio'
aerei impegnati in guerra»
Maria Gloria Frattagli,
Andrea Massaro
ANCONA — Mentre dalle
televisioni di tutto il mondo rimbalzano le immagini
dell'attacco statunitense all'Iraq, in Italia e anche nelle
Marche cresce il fronte del dissenso alla guerra. La
posizione più ferma l'ha assunta il sindaco di Falconara
Giancarlo Carletti che ieri ha emesso un'ordinanza con cui
vieta a tutti i velivoli impegnati in operazioni militari di
atterrare sulla pista dell'aeroporto «Raffaello Sanzio». Lo
scalo, abilitato al solo traffico civile, insiste proprio
sul territorio «governato» da Carletti. Ma la vocazione
pacifista che ha ispirato il sindaco di una delle città
marchigiane a più elevato rischio di possibili attentati,
forse non poteva tradursi in un'ordinanza così netta. In
sostanza: l'atto firmato dal primo cittadino di Falconara
potrebbe non avere valore e la Prefettura, che per l'intera
giornata ha attentamente valutato dal punto di vista
giuridico l'ordinanza, potrebbe anche far ritirare il
provvedimento. Il dubbio è questo: può un sindaco di una
città vietare a velivoli militari di atterrare in un
aeroporto? Secondo la Prefettura la risposta è «no». Non
sarebbe il primo cittadino ad essere competente in materia,
ma il ministero dell'Aviazione civile. Carletti si appella
all'art. 54 del decreto legislativo n 267 del 2000, comma 2
che consente al sindaco di emettere ordinanza al fine di
prevenire ed eliminare gravi pericoli che possano minacciare
l'incolumità dei cittadini. Ma la materia aeroportuale e
soprattutto quella militare non rientrerebbero tra le sue
competenze. L'ordinanza di Carletti è ispirata da due
principi: la vocazione da sempre pacifista di Falconara e la
presenza nei pressi dell'aeroporto della raffineria Api
«attività di rischio di notevole grado — si legge nell'atto
— che può costituire obiettivo sensibile in connessione con
atterraggio di aerei militari delle parti belligeranti».
Anche la direttrice dell'aeroporto regionale Giuliana
Guazzati storce il muso. «L'ordinanza del sindaco Carletti
mi ha molto sorpreso, soprattuto perché ha notificato il
provvedimento a due soggetti che hanno autorità in materia
di aviazione civile e non militare». «Nella persona del
direttore dello scalo e l'Aerdorica, come società di
gestione dell'aeroporto — ha sottolineato Giuliana Guazzati
— abbiamo solo competenza civile e non militare. Ieri, ho
comunque interpellato l'Aeronautica militare fornendogli
copia dell'ordinanza che ci è stata notificata dal sindaco.
Anche in questo caso ho ribadito quelle che sono le nostre
funzioni e il ruolo da noi svolto». Dello stesso parere la
Regione e l'Aerdorica, società di gestione dello scalo
dorico che rende noto di aver accolto con stupore il
provvedimento del sindaco, rimarcando, anche in questo caso,
che la loro è una pertinenza prettamente civile. Sia nel
1999 che nel 2001 al «Sanzio» sono atterrati per «scalo
tecnico» i famosi elicotteri da guerra americani Apache e
Chinook che facevano la spola tra il Kosovo dilaniato dal
conflitto e la base Nato di Ramstein, in Germania. I
pacifisti, allora come oggi, protestarono per la presenza di
aerei militari a Falconara. Ma di ordinanze sindacali,
chissà perché, neppure l'ombra. |
|
CORRIERE ADRIATICO |
"Con il
nuovo Prg si riqualifica la città"
Favorevole
la Margherita, Fi durissima
Gli azzurri
attaccano il sindaco affermando che è stato votato uno
strumento urbanistica che è un chiaro esempio "di
sottosviluppo sociale e ambientale"
L'approvazione del Prg di Falconara da parte della Provincia
costituisce "un evento di fondamentale importanza per la
città e per il suo territorio". Lo sostiene, in una nota, il
sindaco falconarese Giancarlo Carletti, il quale, fra
l'altro, annuncia che "la riqualificazione del territorio
esterno alla raffineria potrà avviarsi e affermarsi comunque
sin da subito". "Un risultato acquisito dal Comune, che può
essere condiviso - ha detto - sia dalla Provincia di Ancona
che dall'intero territorio a nord del capoluogo, poiché si
tratta dell'approvazione di uno strumento urbanistico che
afferma con grande forza l'indirizzo di una profonda
riqualifica sia sotto il profilo ambientale che sotto quello
di un riordino delle funzioni urbane, delle infrastrutture e
dei modello di sviluppo di un territorio con alti segni di
compromissione". Carletti rileva che all'interno di questi
indirizzi è ricompresa anche la grande area industriale
della raffineria Api, "per la quale il nuovo Prg prevede in
prospettiva una riconversione ad attività ecocompatibili e
per il presente il contenimento della raffineria all'interno
degli attuali spazi". Soddisfazione, per l'approvazione del
Prg, anche da parte della Margherita che, attraverso il suo
portavoce Marco Salustri. "E' una tappa storica per la città
di Falconara - afferma Palustri - in quanto il nuovo Prg è
uno strumento concreto fatto di progetti e di previsioni
coordinate tra loro, capaci di avviare con gradualità, nel
medio lungo periodo un nuovo modello di sviluppo ed il
risanamento ambientale della parte più compromessa del
proprio territorio". Pesanti critiche al nuovo strumento
urbanistico sono state mosse invece da Fi che lo boccia
definendolo per bocca dei consigliere provinciale e
regionale Enrico Cesaroni, e di quelli provinciali Milva
Magnani e Silvana Mariani un “piano di sottosviluppo sociale
e ambientale”. Lo stesso sindaco Carletti, che ha espresso
la volontà di tutto il centro sinistra di velocizzare
l'adozione del Piano, è finito sotto gli strali dei tre
esponenti di FI. "Non a caso - dicono - Carletti da sempre
cerca di spostare l'attenzione dell'opinione pubblica
sull'area della Raffineria Api, per distogliere l'attenzione
dal sito ex-Montedison" una zona valutata come altamente
inquinata per la presenza nel sottosuolo, fino ad una
profondità di 11 metri, di sostanze fortemente tossiche,
quali arsenico, mercurio, piombo, rame e zinco e non
edificabile.
Api,
sicurezza in mare
Più
garantiti gli impianti dell’isola. In arrivo nave a doppio
scafo
di Marina
Minnelli
Il progetto
di rinnovamento della flotta, avviato due anni fa dalla
raffineria Api, si rafforza in questi giorni con l'arrivo
della motocisterna a doppio scafo integrale "Cosmo" che
l'azienda utilizzerà per il trasporto di benzine e gasolio
prodotti dall'impianto di Falconara. Costruita nel cantiere
Celi Tekne di Tuzla in Turchia la "Cosmo" è lunga 100 metri,
ed è dotata di 12 cisterne segregate, inoltre, è una delle
poche navi del genere a montare un sistema di inertizzazione
gas per ridurre il rischio di esplosioni durante le opere di
carico e scarico. "L'arrivo della Cosmo - ha commentato
Franco Bellucci, direttore della raffineria falconarese - è
solo la più recente delle tappe del programma di rispetto
ambientale dell'Api, un programma che viene continuamente
aggiornato in tutte le sue componenti, sia in mare che sulla
terraferma, in modo da garantire sempre il massimo standard
di sicurezza". "Tutte le nostre petroliere - ha proseguito
Bellucci - oltre a rispettare le normative di sicurezza
previste dalle autorità, sono sottoposte a rigorosi
controlli dai nostri tecnici per evitare incidenti da
incuria o inefficienza". Bellucci poi ha ricordato che da
tre anni l'Api ha attivato, prima in Italia, il sistema "Rec
Oil" per il contenimento ed il recupero degli sversamenti in
mare di idrocarburi. Per questo genere di interventi è stata
attrezzata la Grecale I una imbarcazione di 26 metri con a
bordo 300 metri di "panne" gonfiabili e galleggianti che
servono a trattenere prodotti più leggeri dell'acqua. "Il
Grecale l - hanno spiegato i tecnici ieri mattina durante
una visita alle attrezzature ed agli impiantì della
raffineria - fino ad oggi ha fatto solo esercitazioni
anti-inquinamento, ma è fondamentale essere preparati perché
in quei casi tempestività vuol dire maggiore efficacia".
All'accerchiamento del prodotto inquinante segue il
recupero, effettuato con lo "skimmer" che separa gli
idrocarburi dall'acqua e quindi lo stoccaggio nelle due
cisterne della nave. Importanti anche i sistemi di sicurezza
e controllo dell'Isola, situata a 4 km dalla costa e
recentemente ampliata, dove attraccano le petroliere che
operano nei terminali Api. L'Isola è costituita da due
piattaforme collegate è destinata a navi con capacità fino a
90.000 tonnellate e durante le operazioni di carico e
scarico è presidiata di continuo da personale della
raffineria che ha anche il compito di verificare la
documentazione delle imbarcazioni e di appurare lo stato di
manutenzione dello scafo e la professionalità del personale.
Importante sull'Isola anche tutto il sistema antincendio,
azionato da sensori, che può contare sulla rete idrica
diretta con la raffineria e su due motopompe della portata
di 860 metri cubi orari.
Concessione, si del porto
Raffineria,
il comitato ha espresso il suo parere sul rinnovo
Secco no,
invece, da parte della giunta falconarese
Ministero
delle Infrastrutture e Regione sono in attesa da parte di
comune di Falconara, Autorità Portuale e Provincia i pareri
per il rinnovo della concessione Api in scadenza nel 2008.
Una proroga ventennale (fino al 2028) anticipata che
dovrebbe permettere all'azienda di programmare gli
investimenti avendo davanti a se un tempo di ammortamento a
lungo termine. E sino a questo momento, due i pareri pronti.
Quello del comune di Falconara Marittima e quello
dell'Autorità portuale. In entrambi i casi, è stato ieri il
giorno della discussione e decisione. Per quanto riguarda
Falconara, c'è un secco no della giunta alla valutazione di
conformità degli impianti della raffineria. Un no motivato
anche in virtù del nuovo piano regolatore cittadino. "Allo
stato degli atti - si legge in una nota del comune - non è
prevista la destinazione dell'area attualmente occupata
dall'Api come zona di edificabilità degli impianti
industriali. Anzi - prosegue la nota - questa possibilità di
edificazione è espressamente esclusa in quanto l'area è
stata inclusa nel "Progetto unitario 2" i cui obiettivi
prevedono "il recupero dell'area produttiva attualmente in
servizio della raffineria Api ad attività economiche
ecocompatibili". Quindi, incompatibile la permanenza della
Raffineria con le previsioni del Prg. Parere favorevole alla
concessione petrolifera, per quanto concerne gli usi del
demanio marittimo, quello del Comitato Portuale. Il si alla
proroga della concessione Api è stato votato quasi
all'unanimità. Si è astenuto infatti il rappresentante di
Falconara e mancavano alla riunione i rappresentanti di
Regione e Provincia. |
|
|