RASSEGNA STAMPA 21.03.2003

 

MESSAGGERO
Il Comune alla Regione: «Raffineria incompatibile» L’Api compra petroliera sicura

di ROBERTA MACCAGNANI

HA il nome del nipote di Aldo Brachetti Peretti, presidente dell’Api, ed è in arrivo tra qualche settimana. Dopo il caso della Moskovski, alla raffineria approda la Cosmo, una nuova motonave, questa volta a doppio scafo, che garantisce piena sicurezza contro i rischi di inquinamento. Verrà utilizzata per il trasporto di benzine e gasolio provenienti da Falconara. «E’ una nuova tappa – ha detto Franco Bellucci, direttore Api raffineria Ancona – nella politica aziendale del rispetto dell’ambiente. Con l’ingresso di questa motonave nella flotta Api, rafforziamo le misure di sicurezza e prevenzione ambientale adottate sul mare e negli impianti sulla terraferma. Il progetto di rinnovamento della flotta per il trasporto dei prodotti provenienti da Falconara – ha aggiunto – è iniziato due anni fa e si concretizza con l’arrivo di questa prima motocisterna eco-compatibile, costruita nel cantiere Celik Tekne di Tuzla, in Turchia». Doppio scafo, 100 metri di lunghezza per un peso di 5 mila tonnellate: è la Cosmo, dotata di 12 cisterne e di un sistema di inertizzazione gas per ridurre il rischio di esplosioni durante le opere di carico e scarico. «Un’insieme di caratteristiche che hanno contribuito a farle ottenere la notazione Green Star - spiega Bellucci - rilasciata dal Rina alle navi che rispondono al programma di riduzione dei rischi ambientali. Anche le strutture di carico e scarico dei prodotti petroliferi, dal pontile dell’isola alla piattaforma, sono state dotate di sistemi di sicurezza all’avanguardia e gestite da personale interno addestrato a prevenire e controllare ogni rischio. Infine, tra le prime raffinerie in Italia, da circa tre anni ci siamo dotati del Grecale I, un’imbarcazione per il recupero di eventuali sversamenti di prodotti petroliferi a mare, che finora non c’è stato mai bisogno di usare».

Falconara delibera: «Api incompatibile»

Carletti festeggia all’attacco l’approvazione del prg da parte del Consiglio provinciale: «E ora lo sviluppo, pubblico e privato insieme»

Documento lampo in vista del tavolo istituzionale. Ma slitta l’appuntamento di domani

di Giampaolo Milzi

Da Falconara ancora una bordata contro il rinnovo della concessione petrolifera all'Api. Il colpo, dal punto di vista tecnico-politico, l'hanno sferrato compatti urbanisti, giuristi e Giunta. Si tratta del parere negativo recapitato ieri alle 11 ad Ancona, alla sede della Regione, in merito alla conformità dei progetti di costruzione degli impianti della raffineria alle previsoni del Prg. Insomma, appena 13 ore dopo l'approvazione nella tarda serata di mercoledì da parte del Consiglio provinciale del nuovo strumento urbanistico, Carletti è riuscito a tempo di record a rispondere alla richiesta di valutazione di sua competenza inviatagli dall'assessore regionale all'Ambiente Amagliani in vista del tavolo di concertazione istituzionale Regione-Provincia-Comune di Falconara che avrebbe dovuto riunirsi domani in Regione proprio per continuare a sciogliere l'intricato nodo della proroga dell'attività di raffineria fino al 2020. Ma l’appuntamento sembra sul punto di slittare. «Il rinvio sulla consegna del parere - spiega Amagliani - può andare da qualche giorno, fino ad alcune settimane, forse anche un mese, ma cercheremo di compattare al massimo». Carletti dunque prontissimo, ma tanta rapidità non è stata premiata. Perché il rinvio? Presto detto: la Provincia, l'altro ente destinatario della richiesta di valutazione di conformità degli impianti Api al Prg falconarese - è in ritardo. Circostanza che non è piaciuta all'ufficio legale di Carletti, tanto più perché considera il parere in merito della Provincia “una pura formalità". La competenza che conta sul punto, in questa fase, la reclama il Comune di Falconara. Che nella sua valutazione negativa (in riferimento al Dpr 420 del '94 e del Dgr 2248 del 2002) sottolinea da un lato il “rischio di grave inquinamento" e le “compromissioni ambientali" che già pesano sull'area dello stabilimento Api (circa 74 ettari), e dall'altro “le situazioni di impedimento allo sviluppo e al miglioramento urbano" legate alla presenza degli impianti di raffinazione e produzione energetica. Di più: la valutazione negativa ribadisce che “rispetto al Prg ormai di prossima entrata in vigore, non è prevista la destinazione dell'area ora occupata dalla raffineria Api come zona di edificabilità degli impianti industriali"; “la permanenza della raffineria è pertanto incompatibile con la previsione del Prg (...) che prevede la sostituzione di quella attività con altre ecocompatibili". Quanto ai pericoli già concreti e ulteriori per la salute pubblica, le tre pagine del parere negativo “non fanno sconti" all'Api: “l'industria è in rapporto critico col tessuto urbano", con cui è incompatibile “per il rischio di incidente rilevante e per l'inquinamento acustico ed atmosferico prodotti"; le analisi rilevano che “l'area di sedime della raffineria è inquinata da concentrazioni di idrocarburi" (e si cita il superamento dei tetti di sicurezza di legge, ndr.) e segnalano “la contaminazione della faglia idrica, dell'Esino e del mare"; “la presenza di impianti di produzione rende impossibile la bonifica". Carletti festeggia attaccando l'approvazione in Provincia del suo Prg. Che ieri, in una nota, ha definito «un evento di fondamentale importanza per la città e per territorio (...) che afferma con grande forza l'indirizzo di una profonda riqualificazione ambientale e per il riordino di funzioni urbane, infrastrutture e sviluppo». Una partita che ora Carletti si giocherà subito (anche in riferimento alle aree ex Montedison, caserma Saracini, scali ferroviari, uscita nord A/14) «con piani particolareggiati in cui confluiranno azioni pubbliche e private». Tuttavia, sempre sul tema del possibile rilancio dell'attività degli stabilimenti fino al 2020, se da un lato l'Api rimedia questo ennesimo “no" del Comune di Falconara, dall'altro incassa il sì del Comitato portuale di Ancona. Che, sempre ieri, sollecitato dal Ministero, ha deliberato la fruibilità delle aree demaniali dello scalo dorico da parte della raffineria nel caso in cui questa ottenga dalla Regione il rinnovo della concessone petrolifera. Un voto favorevole all'unanimità, salvo l'astensione dell'assessore del Comune di Falconara Pesaresi. Che non gradisce l'assenza dei rappresentanti di Regione e Provincia alla riunione del Comitato portuale.

Il sindaco: no a voli militari

di MASSIMILIANO PETRILLI

ANCONA - Il no alla guerra arriva con un’ordinanza. Il sindaco di Falconara, Giancarlo Carletti, a capo di una giunta di centrosinistra, ha dichiarato l’aeroporto marchigiano “Raffaello Sanzio" off-limits per «gli aerei militari dei paesi belligeranti impegnati nella guerra in Iraq». Il primo cittadino, che nelle scorse settimane si era messo alla testa delle fiaccolate per la pace, ieri mattina ha firmato l’atto con cui vieta a tutti i velivoli impegnati in operazioni militari lo scalo nell'aeroporto falconarese, un'infrastruttura abilitata al traffico civile con pista per aerei militari. La scelta è legata alla «vocazione pacifista» della città, ma anche «alla preoccupazione che la raffineria petrolifera dell'Api», vicina all'aeroporto e presidiata come uno dei principali obiettivi sensibili della regione, «possa diventare bersaglio di attacchi terroristici». L'ordinanza, che resterà in vigore fino alla fine della guerra, «è stata firmata - spiega Carletti - per prevenire ed eliminare i gravi pericoli che possono minacciare l'incolumità dei cittadini durante le fasi di guerra». Una scelta rivendicata dal sindaco Carletti nel «pieno diritto di assumere decisioni e provvedimenti anche su questioni sulle quali qualcuno preferirebbe sorvolare in omaggio al principio che le grandi tematiche vanno discussi presso le sedi governative e presso le organizzazioni internazionali».

Carletti lancia la bonifica all’ex Enichem. Fi avverte: «Rischi gravi e strani appetiti»

La spiaggia dei veleni

di Giampaolo Milzi

Nuovo Prg di Falconara promosso all'esame della Provincia. Ma la dolce torta finita nel piatto di Carletti rimedia “un po' di veleni". Quelli dell'area ex Montedison, spruzzati da Forza Italia per rovinargli la festa. Veleni concreti, non simbolici. Visto che quel sito, destinato dalle nuove norme urbanistiche ad area di espanzione turistico-commerciale, «è stato valutato da un perito di fama nazionale, nominato dal Tribunale di Ancona (Nedo Biancani, ndr.) come altamente inquinato per la presenza nel sottosuolo, fino a una profondità di 11 metri, di sostanze fortemente tossiche, quali arsenico, mercurio, piombo, rame e zinco». «La cittadinanza» ne è informata da una rovente nota diramata ieri dai consiglieri provinciali Cesaroni, Magnani e Mariani, che accusano Carletti di voler «nascondere le oscure manovre politiche ed economiche» in atto sul tratto di costa ai confini con Marina di Montemarciano. Su quel tratto «non sarebbe dunque possibile intraprendere alcuna iniziativa edilizia, se non destinando l'area a verde pubblico o ad area boschiva, rispettando vincoli imposti anche dalla Soprintendenza (riguardo al capannone industriale, ndr.) - proseguono i consiglieri di Forza Italia - Ci sembra opportuno segnalare a quali rischi le amministrazioni di centro-sinistra, comunali e provinciali, fanno andare cinicamente incontro i cittadini». La posizione di Forza Italia era stata già espressa in aula prima del voto con cui il Consiglio provinciale ha approvato il Prg di Falconara e prima che venisse bocciato un suo emendamento contro l'espansione edilizia sulla «spiaggia dei veleni». E in aula Forza Italia aveva provocatoriamente chiesto quale consigliere sarebbe stato disponibile ad acquistare una nuova casa da quelle parti. «Le risposte negative che ci hanno dato bastano a supportare le nostre teorie: un grande business economico di centinaia e centinaia di miliardi al quale la sinistra si è piegata». «Le due licenze che il Comune di Falconara intende rilasciare e breve? - conclude la nota promettendo battaglia su questo tema che riguarda la salute pubblica - Una edilizia, l'altra di uccidere...». Da registrare, sul punto, l'intenzione di Comune e Provincia di assicurare una piena bonifica prima di intraprendere qualsiasi riqualificazione e riconversione della zona.

I Disobbedienti annunciano un embargo “dal basso" della Esso: «Impediremo approvvigionamenti all’Api e transito di autocisterne»

di CLAUDIA PASQUINI

ANCONA - Il sindaco di Falconara Giancarlo Carletti ha vietato atterraggi militari nell’aeroporto marchigiano. E’ solo la più eclatante delle numerose iniziative che si sono moltiplicate ieri nella provincia di Ancona. Da sottolineare anche il tentato assalto alla sede dorica di Forza Italia da parte di alcuni studenti e l’annunciato per i rifornimenti petroliferi della Esso all’Api. «Per prevenire ed eliminare i gravi militari che potrebbero minacciare l’incolumità dei cittadini durante la fase di belligeranza – spiega Carletti nella sua ordinanza – è fatto divieto al presidente della società dell’Aerdorica e al direttore dell’aeroporto consentire l’atterraggio degli aerei militari dei Paesi coinvolti nel conflitto». Secondo il sindaco l’ordinanza trarrebbe origine dal decreto legislativo 54 che vede i sindaci nel diritto di decidere in caso di situazioni particolarmente pericolose per la comunità, come la presenza della raffineria «potenziale obiettivo di eventuali attacchi terroristici». Sta di fatto però, che il codice civile prevede una gerarchia delle fonti: un’ordinanza sindacale non ha forza rispetto la legge nazionale e tanto meno rispetto ad un trattato di carattere internazionale. Naturalmente i cavilli su cui si potrebbe discutere sono tanti. E’ comunque chiara, al di là dei poteri concreti dell’ordinanza, la provocazione lanciata dal sindaco. «La città – ha spiegato ancora Carletti - è da sempre contro la guerra e non accetta neppure il ruolo di base d’appoggio. Ciò che ci preme garantire è la sicurezza dei cittadini». E’ stata una innocua provocazione, di diverso genere, anche il tentativo di alcuni studenti che ieri mattina hanno tentato di appendere la bandiera della pace nella sede regionale di Forza Italia di corso Garibaldi. Due ragazze hanno chiesto di poter salire negli uffici, ma hanno subito cambiato idea quando hanno visto avvicinarsi alcuni poliziotti. A quel punto hanno preferito rimanere fuori dalla porta per urlare insieme ad altri studenti cori contro il presidente del consiglio Berlusconi. Infine è stato annunciato ieri pomeriggio dai Disobbedienti delle Marche l’«embargo dal basso». Questa notte o alle prime luci dell’alba verrà impedito il transito delle autocisterne della Esso e quindi il loro rifornimento all’ingresso della raffineria Api di Falconara. «Le autorità lo sanno – ha detto Paolo Cognini portavoce dei Disobbedienti – e faranno quello che vorranno. Noi comunque impediremo il transito del carburante della Esso».

 
IL RESTO DEL CARLINO
By pass ferroviario, i Comitati chiedono incontro con gli Enti

FALCONARA — «Abbiamo ribadito al presidente Giancarli la nostra forte opposizione all'attuale progetto del by pass ferroviario». Il comitato dei cittadini di Fiumesino e Villanova ritengono «sciagurato» il disegno presentato perché «solo a servizio della raffineria Api e devastante per la salute, l'ambiente e l'economia di Falconara e di tutta la provincia». I comitati convocheranno un incontro con il presidente della Regione e il sindaco Carletti rinnovando le richieste effettuate un anno fa e, a loro dire, «rimaste inevase». I delegati dei cittadini dei quartieri, Franco Budini, Loris Calcina e Elisa Griffoni formulano queste considerazioni in virtù dell'incontro che due giorni fa hanno avuto con il presidente Giancarli. «Il presidente — scrivono i comitati — ha espresso la convinzione sulla bontà della soluzione da lui proposta e la determinazione nell'attuarla».

Rinnovo concessione, Giancarli temporeggia

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — L'amministrazione ha consegnato ieri alla Regione il suo parere sul rinnovo della concessione alla raffineria Api. Si tratta della conferma definitiva di quanto ribadito più volte dal Comune negli ultimi mesi, ma di cui l'amministrazione regionale necessitava per avviare la fase terminale dell'iter che la porterà a pronunciarsi nel giugno prossimo. Un documento firmato dalla giunta comunale dove si sottolinea che «la permanenza della raffineria è incompatibile con la previsione del piano regolatore generale». Ha preso tempo invece la Provincia perché necessita di un ulteriore periodo per valutare attentamente tutte le problematiche legate alla permanenza o meno dell'impianto petrolifero sul territorio falconarese. «Ho richiesto al presidente D'Ambrosio un ulteriore periodo di tempo — ha detto Giancarli — per valutare attentamente la questione e rimettere il parere finale dell'Ente al Consiglio provinciale. Mi sembra infatti questo il metodo più democratico per affrontare l'intera vicenda». E intanto il Comune esprime, in una nota ufficiale, soddisfazione per l'approvazione del piano regolatore generale. L'obiettivo del sindaco Carletti, adesso, è quello di dare l'avvio alla riqualificazione delle grandi aree: ex Montedison, caserma Saracini, scali ferroviari, uscita nord dell'A14. «In questo caso — è scritto nella nota — la partita si gioca realizzando convenzioni, protocolli d'intesa, accordi di programma che vedranno coinvolti soggetti pubblici e privati. All'interno di questi indirizzi e obiettivi — continua — anche la grande area industriale Api: la riqualificazione del territorio esterno alla raffineria potrà avviarsi sin da subito mentre saranno attivate le azioni che in prospettiva dovranno portare alla riconversione del sito di raffineria». E il gruppo della Margherita ringrazia il presidente Giancarli e i propri rappresentanti per l'approvazione del Prg: «E' una tappa storica per la città di Falconara — dice Marco Salustri — perché il nuovo Prg è uno strumento concreto fatto di progetti e previsioni coordinate». Polemico invece il gruppo di Forza Italia in Provincia: «Il Prg è un vero e proprio piano di sottosviluppo sociale ed ambientale» commentano i consiglieri Enrico Cesaroni, Milva Magnani e Silvana Mariani».

La sicurezza si chiama «Cosmo»

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — La raffineria Api potenzia le misure di sicurezza e di protezione ambientale adottate sul mare con la motocisterna 'Cosmo' (il nome è quello del nipote del presidente Brachetti Peretti) che verrà inaugurata tra alcune settimane. Il taglio del nastro, infatti, è stato rimandato per intoppi tecnici incorsi negli ultimi giorni di revisione. Con il suo ingresso, la compagnia rimarca il suo impegno nel rafforzare le misure di sicurezza e di conseguenza la volontà di salvaguardare l'ambiente circostante. La caratteristica principale della motocisterna è il doppio scafo che assicura la massima protezione dai rischi di inquinamento. Si tratta in sostanza di una nave lunga 100 metri e dotata di 12 cisterne segregate e proprio il suo sistema di inertizzazzione riduce il rischio di esplosioni durante le opere di carico e scarico. Conterrà 5 mila tonnellate di materiale ed effettuerà due o tre carichi la settimana. Il progetto di rinnovamento della flotta per il trasporto dei prodotti provenienti da Falconara è stato avviato due anni fa e si concretizza oggi con l'arrivo di questa prima motocisterna ecocompatibile. Infatti, in base al decreto dei ministeri dell'ambiente e delle infrastrutture, l'Api avrebbe anticipato di due anni l'adeguamento alle normative. «L'arrivo della Cosmo — ha detto il direttore Franco Bellucci — è solo la più recente delle tappe del programma di rispetto ambientale dell'Api sia in mare che sulla terraferma, in modo da garantire sempre il massimo standard di sicurezza». E a riprova dell'avanguardia dell'impianto, l'ampliamento della cosiddetta «Isola», raggiungibile a bordo della Grecale I, una imbarcazione attrezzata per il recupero di eventuali sversamenti di prodotti petroliferi a mare. Si tratta di un 26 metri con un equipaggio collaudato che conta dai tre ai cinque uomini. In dotazione alla raffineria di Falconara da tre anni è in grado di circoscrivere lo sversamento di materiale inquinante attraverso un'apposita procedura di raccolta. La sostanza aspirata viene poi depositata in alcuni serbatoi. Un effetto 'schiumarola' che assieme al fattore 'tempestività' aiuta a limitare il danno. Da sottolineare che mai si sono verificati eventi tali da richiederne l'utilizzo, anzi viene esclusivamente usata ogni 20 giorni per le esercitazioni. Ritornando all'«Isola» è una struttura nata attorno agli anni '60 che ha subito notevoli metamorfosi. Come per le grandi metropoli anche al suo interno c'è una parte vecchia e una nuova. Quest'ultima permette, oggi, l'ormeggio di due navi.

«Non voglio al 'Sanzio' aerei impegnati in guerra»

Maria Gloria Frattagli, Andrea Massaro

ANCONA — Mentre dalle televisioni di tutto il mondo rimbalzano le immagini dell'attacco statunitense all'Iraq, in Italia e anche nelle Marche cresce il fronte del dissenso alla guerra. La posizione più ferma l'ha assunta il sindaco di Falconara Giancarlo Carletti che ieri ha emesso un'ordinanza con cui vieta a tutti i velivoli impegnati in operazioni militari di atterrare sulla pista dell'aeroporto «Raffaello Sanzio». Lo scalo, abilitato al solo traffico civile, insiste proprio sul territorio «governato» da Carletti. Ma la vocazione pacifista che ha ispirato il sindaco di una delle città marchigiane a più elevato rischio di possibili attentati, forse non poteva tradursi in un'ordinanza così netta. In sostanza: l'atto firmato dal primo cittadino di Falconara potrebbe non avere valore e la Prefettura, che per l'intera giornata ha attentamente valutato dal punto di vista giuridico l'ordinanza, potrebbe anche far ritirare il provvedimento. Il dubbio è questo: può un sindaco di una città vietare a velivoli militari di atterrare in un aeroporto? Secondo la Prefettura la risposta è «no». Non sarebbe il primo cittadino ad essere competente in materia, ma il ministero dell'Aviazione civile. Carletti si appella all'art. 54 del decreto legislativo n 267 del 2000, comma 2 che consente al sindaco di emettere ordinanza al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che possano minacciare l'incolumità dei cittadini. Ma la materia aeroportuale e soprattutto quella militare non rientrerebbero tra le sue competenze. L'ordinanza di Carletti è ispirata da due principi: la vocazione da sempre pacifista di Falconara e la presenza nei pressi dell'aeroporto della raffineria Api «attività di rischio di notevole grado — si legge nell'atto — che può costituire obiettivo sensibile in connessione con atterraggio di aerei militari delle parti belligeranti». Anche la direttrice dell'aeroporto regionale Giuliana Guazzati storce il muso. «L'ordinanza del sindaco Carletti mi ha molto sorpreso, soprattuto perché ha notificato il provvedimento a due soggetti che hanno autorità in materia di aviazione civile e non militare». «Nella persona del direttore dello scalo e l'Aerdorica, come società di gestione dell'aeroporto — ha sottolineato Giuliana Guazzati — abbiamo solo competenza civile e non militare. Ieri, ho comunque interpellato l'Aeronautica militare fornendogli copia dell'ordinanza che ci è stata notificata dal sindaco. Anche in questo caso ho ribadito quelle che sono le nostre funzioni e il ruolo da noi svolto». Dello stesso parere la Regione e l'Aerdorica, società di gestione dello scalo dorico che rende noto di aver accolto con stupore il provvedimento del sindaco, rimarcando, anche in questo caso, che la loro è una pertinenza prettamente civile. Sia nel 1999 che nel 2001 al «Sanzio» sono atterrati per «scalo tecnico» i famosi elicotteri da guerra americani Apache e Chinook che facevano la spola tra il Kosovo dilaniato dal conflitto e la base Nato di Ramstein, in Germania. I pacifisti, allora come oggi, protestarono per la presenza di aerei militari a Falconara. Ma di ordinanze sindacali, chissà perché, neppure l'ombra.

 
CORRIERE ADRIATICO

"Con il nuovo Prg si riqualifica la città"

Favorevole la Margherita, Fi durissima

Gli azzurri attaccano il sindaco affermando che è stato votato uno strumento urbanistica che è un chiaro esempio "di sottosviluppo sociale e ambientale"

L'approvazione del Prg di Falconara da parte della Provincia costituisce "un evento di fondamentale importanza per la città e per il suo territorio". Lo sostiene, in una nota, il sindaco falconarese Giancarlo Carletti, il quale, fra l'altro, annuncia che "la riqualificazione del territorio esterno alla raffineria potrà avviarsi e affermarsi comunque sin da subito". "Un risultato acquisito dal Comune, che può essere condiviso - ha detto - sia dalla Provincia di Ancona che dall'intero territorio a nord del capoluogo, poiché si tratta dell'approvazione di uno strumento urbanistico che afferma con grande forza l'indirizzo di una profonda riqualifica sia sotto il profilo ambientale che sotto quello di un riordino delle funzioni urbane, delle infrastrutture e dei modello di sviluppo di un territorio con alti segni di compromissione". Carletti rileva che all'interno di questi indirizzi è ricompresa anche la grande area industriale della raffineria Api, "per la quale il nuovo Prg prevede in prospettiva una riconversione ad attività ecocompatibili e per il presente il contenimento della raffineria all'interno degli attuali spazi". Soddisfazione, per l'approvazione del Prg, anche da parte della Margherita che, attraverso il suo portavoce Marco Salustri. "E' una tappa storica per la città di Falconara - afferma Palustri - in quanto il nuovo Prg è uno strumento concreto fatto di progetti e di previsioni coordinate tra loro, capaci di avviare con gradualità, nel medio lungo periodo un nuovo modello di sviluppo ed il risanamento ambientale della parte più compromessa del proprio territorio". Pesanti critiche al nuovo strumento urbanistico sono state mosse invece da Fi che lo boccia definendolo per bocca dei consigliere provinciale e regionale Enrico Cesaroni, e di quelli provinciali Milva Magnani e Silvana Mariani un “piano di sottosviluppo sociale e ambientale”. Lo stesso sindaco Carletti, che ha espresso la volontà di tutto il centro sinistra di velocizzare l'adozione del Piano, è finito sotto gli strali dei tre esponenti di FI. "Non a caso - dicono - Carletti da sempre cerca di spostare l'attenzione dell'opinione pubblica sull'area della Raffineria Api, per distogliere l'attenzione dal sito ex-Montedison" una zona valutata come altamente inquinata per la presenza nel sottosuolo, fino ad una profondità di 11 metri, di sostanze fortemente tossiche, quali arsenico, mercurio, piombo, rame e zinco e non edificabile.

Api, sicurezza in mare

Più garantiti gli impianti dell’isola. In arrivo nave a doppio scafo

di Marina Minnelli

Il progetto di rinnovamento della flotta, avviato due anni fa dalla raffineria Api, si rafforza in questi giorni con l'arrivo della motocisterna a doppio scafo integrale "Cosmo" che l'azienda utilizzerà per il trasporto di benzine e gasolio prodotti dall'impianto di Falconara. Costruita nel cantiere Celi Tekne di Tuzla in Turchia la "Cosmo" è lunga 100 metri, ed è dotata di 12 cisterne segregate, inoltre, è una delle poche navi del genere a montare un sistema di inertizzazione gas per ridurre il rischio di esplosioni durante le opere di carico e scarico. "L'arrivo della Cosmo - ha commentato Franco Bellucci, direttore della raffineria falconarese - è solo la più recente delle tappe del programma di rispetto ambientale dell'Api, un programma che viene continuamente aggiornato in tutte le sue componenti, sia in mare che sulla terraferma, in modo da garantire sempre il massimo standard di sicurezza". "Tutte le nostre petroliere - ha proseguito Bellucci - oltre a rispettare le normative di sicurezza previste dalle autorità, sono sottoposte a rigorosi controlli dai nostri tecnici per evitare incidenti da incuria o inefficienza". Bellucci poi ha ricordato che da tre anni l'Api ha attivato, prima in Italia, il sistema "Rec Oil" per il contenimento ed il recupero degli sversamenti in mare di idrocarburi. Per questo genere di interventi è stata attrezzata la Grecale I una imbarcazione di 26 metri con a bordo 300 metri di "panne" gonfiabili e galleggianti che servono a trattenere prodotti più leggeri dell'acqua. "Il Grecale l - hanno spiegato i tecnici ieri mattina durante una visita alle attrezzature ed agli impiantì della raffineria - fino ad oggi ha fatto solo esercitazioni anti-inquinamento, ma è fondamentale essere preparati perché in quei casi tempestività vuol dire maggiore efficacia". All'accerchiamento del prodotto inquinante segue il recupero, effettuato con lo "skimmer" che separa gli idrocarburi dall'acqua e quindi lo stoccaggio nelle due cisterne della nave. Importanti anche i sistemi di sicurezza e controllo dell'Isola, situata a 4 km dalla costa e recentemente ampliata, dove attraccano le petroliere che operano nei terminali Api. L'Isola è costituita da due piattaforme collegate è destinata a navi con capacità fino a 90.000 tonnellate e durante le operazioni di carico e scarico è presidiata di continuo da personale della raffineria che ha anche il compito di verificare la documentazione delle imbarcazioni e di appurare lo stato di manutenzione dello scafo e la professionalità del personale. Importante sull'Isola anche tutto il sistema antincendio, azionato da sensori, che può contare sulla rete idrica diretta con la raffineria e su due motopompe della portata di 860 metri cubi orari.

Concessione, si del porto

Raffineria, il comitato ha espresso il suo parere sul rinnovo

Secco no, invece, da parte della giunta falconarese

Ministero delle Infrastrutture e Regione sono in attesa da parte di comune di Falconara, Autorità Portuale e Provincia i pareri per il rinnovo della concessione Api in scadenza nel 2008. Una proroga ventennale (fino al 2028) anticipata che dovrebbe permettere all'azienda di programmare gli investimenti avendo davanti a se un tempo di ammortamento a lungo termine. E sino a questo momento, due i pareri pronti. Quello del comune di Falconara Marittima e quello dell'Autorità portuale. In entrambi i casi, è stato ieri il giorno della discussione e decisione. Per quanto riguarda Falconara, c'è un secco no della giunta alla valutazione di conformità degli impianti della raffineria. Un no motivato anche in virtù del nuovo piano regolatore cittadino. "Allo stato degli atti - si legge in una nota del comune - non è prevista la destinazione dell'area attualmente occupata dall'Api come zona di edificabilità degli impianti industriali. Anzi - prosegue la nota - questa possibilità di edificazione è espressamente esclusa in quanto l'area è stata inclusa nel "Progetto unitario 2" i cui obiettivi prevedono "il recupero dell'area produttiva attualmente in servizio della raffineria Api ad attività economiche ecocompatibili". Quindi, incompatibile la permanenza della Raffineria con le previsioni del Prg. Parere favorevole alla concessione petrolifera, per quanto concerne gli usi del demanio marittimo, quello del Comitato Portuale. Il si alla proroga della concessione Api è stato votato quasi all'unanimità. Si è astenuto infatti il rappresentante di Falconara e mancavano alla riunione i rappresentanti di Regione e Provincia.

 
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