Falconara, il prg all’ultimo
ostacolo
Sottintesa la
questione-raffineria di cui si prevede il “contenimento".
Minoranze pronte a sollevare il caso ex Montedison
Oggi in Consiglio provinciale
dopo le tensioni con Carletti e l’ok sofferto in commissione
di GIAMPAOLO MILZI
Ore 15, conto alla rovescia
per il "decollo" del Prg di Falconara. Nervi tesi e molti
occhi puntati sulla seduta di oggi pomeriggio del Consiglio
provinciale, a cominciare da quelli del sindaco Carletti,
che ha tanto sofferto per lo slittamento di questo
appuntamento inizialmente ipotizzato per il 10 marzo scorso.
Un appuntamento dal quale, nell’ottica del sindaco,
dipenderebbe l’inizio di una nuova era ecocompatibile,
funzionale comunque alla crescita della qualità della vita
della sua città. Sottintesa, naturalmente, la vicenda Api
sulla quale la Regione si esprimerà a giugno. «Il rinnovo
della concessione petrolifera alla raffineria va valutata su
un piano diverso da quello del completamento dell'iter
d'approvazione del nuovo strumento urbanistico falconarese».
L'aveva detto in Provincia il numero uno della Giunta,
Giancarli, intervenendo nelle polemiche (aperte nei giorni
precedenti proprio da Carletti) che l'avevano chiamato a
“giustificarsi", con il presidente del Consiglio Righi, sui
tempi più lunghi del previsto richiesti dall'esame del Prg
in commissione Urbanistica e sullo slittamento ad oggi della
seduta conclusiva della massima assise. Ma, al di là della
“forma istituzionale", è chiaro che un controverso nesso tra
Api e Prg esiste eccome. Sia Giancarli, ma anche Giuliano
Brandoni (Rifondazione comunista) - che aveva disertato la
commissione da lui guidata nella seduta cruciale dell'11
marzo aprendo una crisi ancora non sanata nella maggioranza
in Provincia - avevano chiesto a Carletti di spiegare le
“ragioni della sua fretta". Carletti non l'ha mai detto
“papale": ma poiché a proposito dei destini del complesso
raffineria-centrale Turbogas il “suo" Prg parla a chiare
lettere di forte “contenimento" verso il mare, se non
esplicita l’incompatibilità, era chiaro da un pezzo che
reclamava una sua definitiva approvazione in Provincia il
più presto possibile per condizionare da subito la Regione,
chiamata a giugno a decidere sul rinnovo della concessione
richiesto dall'Api. C'è poi un dato di fatto evidenziato in
ambienti industriali: è vero che il Prg falconarese ha
superato (sebbene con forti critiche rispetto alla sua
compatibilità col Piano territoriale di coordinamento (Ptc)
e quindi con prescrizioni di revisione vincolanti per il
Comune) prima l'esame del Comitato provinciale del
territorio e poi della commissione Urbanistica; ma comunque
andrà oggi (probabilmente il Prg supererà l'ultimo
“screening" consiliare) il decreto del presidente della
Regione del 12/2/3 subordina la conformità di Ptc e Prg,
alle sovraordinate norme di Piano regionale e agli esiti
dell'istruttoria in atto in Regione sulla questione della
concessione; e quindi, in caso di rinnovo della stessa, Ptc
e Prg di Falconara andrebbero comunque rivisti. Ed è
prevedibile che nella seduta di oggi alcuni consigliere
abbiano qualcosa da dire sul punto. Primi quelli di Forza
Italia, che potrebbero chiedere una limatura del forte
atteggiamento di chiusura del Prg rispetto alle aspettative
di lunghissima e rivitalizzata attività produttiva della
raffineria palesate dalla dirigenza Api. E Forza Italia
potrebbe poi puntare il dito su quella che molti considerano
un'altra “piaga" ancora aperta e dai possibili sviluppi
inquietanti: quella dell'ex Montedison. Proprio Forza Italia
si era opposta più di tutti al sofferto compromesso con cui
la commissione urbanistica, in sede di esame del Prg, aveva
di fatto avallato le mire di espansione turistico-edilizia,
nella zona a monte e a mare del capannone chimico dismesso
ma ancora inquinante, del tandem Comune di Falconara-aziende
private proprietarie dei terreni. Costosissima, lunghissima
e ambientalmente comunque rischiosa, secondo il perito
giudiziario Biancani, una bonifica a fondo tale da
consentire la realizzazione di residence e hotel a ridosso
della spiaggia. Senza contare le incompatibilità con le
norme di tutela ambientale regionale e con quelle che
prevedono l'impossibilità di costruire entro 300 metri dal
bagnasciuga (rilevate dallo stesso Comitato provinciale del
territorio). E poi, nel menù odierno “Prg Falconara", altri
“piatti caldi" per i consiglieri: la fumosa progettazione de
nuovo casello autostradale in zona Poiole e i nuovi assetti
viari; il trasferimento verso l'interno dello scalo
ferroviario; e, eventualmente, la scarsa conformità alle
norme regionali di quelle comunali che disegnano il futuro
produttivo e di servizio dell'area alle spalle di Rocca
Priora (capannoni industriali, attività di servizio) e la
vocazione ad area verde attrezzata (con laghetti e
camminamenti) delle sponde terminali del fiume Esino.
Fiumesino, approvato il
contratto di quartiere
Alloggi, riqualificazione,
verde. E anche un ponte. Oltre 3 milioni e mezzo di euro
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - Approvato dalla
giunta di Falconara il progetto definitivo degli interventi
previsti nel contratto di quartiere per la zona di Fiumesino
Nord. Dopo la notizia dell’arrivo dei finanziamenti
governativi, i cambiamenti per il rione a ridosso dell’Api
sembrano sempre più vicini. Voltare pagina è una necessità
da tempo avvertita dagli stessi abitanti del quartiere che
vogliono rimanere nelle loro case, a condizioni di
convivenza, però, più accettabili. E per il Comune questo
sarà possibile con l’attuazione di una serie di interventi
studiati dall’ arch. Silvano Rossini e dai suoi
collaboratori, gli architetti Roberto Angeloni e Giovanni
Angelelli e gli ingegneri Omero Bassotti e Andrea Dall’Asta
con la consulenza del Dipartimento di Energetica della
Facoltà di Ingegneria-Politecnico delle Marche per gli
aspetti riguardanti la sperimentazione edilizia. L’importo
complessivo dei lavori è pari a 3.617.803,25 euro. I lavori,
per un importo di 2.140.887,50 euro, prevedono un intervento
per la realizzazione di alloggi Erp (euro 1.270.076,72) e
opere di urbanizzazione per euro 870.810,78 che comprendono
la costruzione ponte pedonale/ciclabile (euro 549.843,36),
la sistemazione del circolo Arci (euro 50.632,21), l’arredo
urbano ed aree verdi (euro 270.335,21). Con la somma a
disposizione di 1.476.915,75 euro si intende realizzare la
costruzione di un ponte pedonale/ciclabile (euro
198.436,05), sistemare il circolo ARCI (euro 18.835,18),
arredare le aree urbane ed aree verdi euro 85.966,60. Così
il Comune oggi risponde ai pessimisti che vedevano il
contratto di quartiere come qualcosa di poco concreto e di
difficilmente attuabile in tempi brevi. Per Furio Durpetti,
dirigente settore urbanistica del Comune «oltre agli
interventi sul patrimonio edilizio per un recupero
abitativo, vanno sottolineati investimenti e
riqualificazione di strutture di carattere sociale. Questo
per quel che riguarda il circolo Arci, nonché la
realizzazione di una serie di opere di urbanizzazione, prima
delle quali, il ponte ciclabile che collegherà Fiumesino a
Rocca Priora. Una scelta che farà recuperare un rapporto
storico, favorendo al contempo nuove opportunità relazionali
degli abitanti di Fiumesino col territorio. Interessante
anche il recupero di tredici unità abitative che fanno capo
ad immobili di proprietà comunale. Questo intervento
realizzerà un caposaldo importante su cui poggeranno le
linee-guida del progetto di riqualificazione più generale
dell’intero quartiere di Fiumesino, così come previsto dal
Prg ’99». Soddisfazione moderata da parte del comitato di
Fiumesino. «Non c’è stato confronto coi cittadini - osserva
il presidente Franco Budini - e quindi si tratta di un
progetto preconfezionato, ma aspettiamo a valutare la
proposta quando ne conosceremo tutti i dettagli». |
Api: «Perché
tanta fretta per l'approvazione del Prg?»
ANCONA — L'amministrazione è
in stand by fino a questo pomeriggio, giorno in cui si
concluderà la fase istruttoria del piano regolatore
cittadino fino a giungere all'approvazione. La raffineria
Api, dal canto suo, tira fuori l'asso dalla manica: «il
presidente della giunta regionale ha accertato la conformità
del piano territoriale di coordinamento della Provincia
subordinatamente l'adeguamento ad una serie di rilievi».
Quali? Innanzitutto riconoscere la prevalenza degli aspetti
di tutela e valorizzazione ambientale con riguardo alla
sostenibilità socio-economica delle scelte. Verificarne
l'indirizzo adeguando gli esiti del tavolo istituzionale,
costituito per l'istruttoria relativa all'ipotesi di rinnovo
della concessione petrolifera richiesta dall'Api, al decreto
del 23 dicembre 2002. In sostanza l'Api si chiede «quale
interesse abbia il Comune per sollecitare la richiesta di
approvazione del Prg visto che in caso di rinnovo della
concessione all'Api, il piano territoriale della Provincia e
quindi il Prg dovranno ambedue essere rivisti». Intanto la
giunta comunale, ha approvato il progetto definitivo degli
interventi da compiere nel quartiere di Fiumesino previsto
dal contratto di quartiere. «Nel contratto — spiega il
dirigente del settore urbanistica Furio Durpetti — è
prevista la rivalutazione del circolo Arci, nonché la
realizzazione di una serie di opere di urbanizzazione, prima
delle quali, il ponte ciclabile che collegherà Fiumesino a
Rocca Priora. In programma, c'è poi il recupero di 13 unità
abitative che fanno capo ad immobili di proprietà comunale.
L'importo complessivo prevede un investimento pari a
3.617.803,25 euro, così suddiviso: lavori 2.140.887,50 euro;
intervento realizzazione alloggi Erp 1.270.076,72 euro;
opere di urbanizzazione 870.810,78 euro; costruzione ponte
pedonale-ciclabile 549.843,36 euro; sistemazione circolo
Arci 50.632,21 euro; arredo urbano ed aree verdi 270.335,21
euro. La somma a disposizione è 1.476.915,75 euro che
coprirà gli interventi relativi alla realizzazione degli
alloggi Erp 1.173.677,92 euro; opere di urbanizzazione
303.237,83 euro; costruzione ponte pedonale-ciclabile
198.436,05 euro; sistemazione circolo Arci 18.835,18 euro;
arredo urbano ed aree verdi 85.966,60 euro.
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Acna di Cengio: Governo
chiede risarcimento a Enichem
Chi ha inquinato per decenni
la Val Bormida con veleni industriali dovrà pagare. Il
commissario di governo dell'ex Acna di Cengio, industria
chimica ligure ad alto rischio, ha deciso di chiedere il
risarcimento per danni ambientali all'Enichem, proprietaria
della fabbrica ormai chiusa. Ad annunciarlo è lo stesso
commissario delegato per la bonifica dell'ex-Acna e della
Valbormida, Stefano Leoni, che agirà in giudizio contro l'Enichem
per il "risarcimento del danno ambientale" procurato
dall'azienda nel corso dell'attività dell'ex-fabbrica
chimica di Cengio (SV). Il sito industriale e' tra le aree
da bonificare "di interesse nazionale", individuato dalla
legge 426/1998. Con una lettera inviata all'avvocatura
generale dello stato e allo stesso ministero dell'ambiente,
Leoni spiega i motivi per cui, dopo aver avviato gli
interventi di messa in sicurezza e bonifica del sito,
ritiene doveroso agire nei confronti di Enichem. Nella
decennale vicenda Acna - spiega - si è giunti allo stadio
preliminare della bonifica della cosiddetta "parte
pubblica", vale a dire il fiume Bormida e i terreni
adiacenti, compromessi dall'attività della fabbrica: lo
stato, come proprietario di questi beni immobili, tramite
un'azione civile ora può e deve rivalersi del danno
ambientale provocato, sulla base del noto principio
comunitario "chi inquina paga". Le analisi condotte hanno
evidenziato con certezza l'inquinamento provocato da acna in
alcune zone del fiume Bormida e del suo alveo, con effetti
che persistono tuttora, nonostante la fabbrica abbia chiuso
le sue attività produttive nel gennaio 1999, e che fanno
presumere ulteriori danni, più gravi, prodotti in passato.
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