Lo stabilimento? Intoccabile
Dopo il sì in commissione
provinciale al nuovo prg, primo intoppo per la speculazione
sulla spiaggia dell’ex Enichem
Vincolo della sovrintendenza:
è archeologia industriale
di GIAMPAOLO MILZI
FALCONARA - Da rospo velenoso
a principe azzurro. Magari capace di sventolare, in un
futuro vicino, la “bandiera blu" che dovrebbe segnare la
rinascita turistico-balneare della “spiaggia dei veleni".
Non è una favola, ma l'ultimo aggiornamento della realtà del
complesso industriale chimico dismesso che rende ancora
“ecoincompatibile" il litorale di Falconara ai confini con
Montemarciano. Il capannone e i fabbricati annessi in
disfacimento, datati primi anni '20, che per 70 anni hanno
ammorbato aria, contaminato sabbia e acqua a 360° con scorie
zeppe di arsenico, mercurio, amianto, residui di idrocarburi
e altra robaccia, è un pezzo pregiato di “archeologia
industriale". E quindi, leggi alla mano, andrebbe
“visitato", curato e poi riconvertito. Sembra incredibile -
visto che la struttura è abbandonata e dimenticata da tutti
dall'89 - ma è notizia solo dell'altro ieri. Prima di
“corridoio", a margine della seduta della commissione
provinciale Urbanistica che, promuovendo e avviando
all'esame del Consiglio il nuovo Prg di Falconara, ha
avallato le prospettive di espansione turistico-edilizia
(auspicate dal sindaco Carletti e dai privati
neoproprietari) dell'area a monte e a mare del capannone ex
Montedison. E poco dopo quale esito di un faccia a faccia di
due ore tra il dirigente dell'ufficio Ambiente del Comune di
Falconara Angeloni e la soprintendente per i beni
architettonici Lippi. La quale però ha posto un paletto
grosso appunto “come un capannone": andrebbe recuperato
tutto, è un “bene di interesse storico, architettonico e
urbanistico" e per esso dovrebbero essere quindi considerate
vigenti le disposizioni di piena tutela previste dal dlgs
490/99 (testo unico in materia); ma prima va fatta una
diagnosi accurata sul suo stato di salute. Accordo pieno con
Angeloni. Che alla guida del “Cam-Bonifiche" avrà almeno due
mesi di tempo per radiografare capannone e immobili di
servizio, verificare la tenuta e la recuperabilità delle
strutture portanti, monitorare definitivamente gli effetti
dei fronti di inquinamento (lavoro peraltro già ben avviato
per la messa in sicurezza). Poi nuovo incontro con la
soprintendente per decidere cosa salvare e cosa demolire. E
in quel “cosa" c'è la chiave di lettura degli scenari
futuri: il Prg '99, se passerà illibato l'esame del 19 marzo
in Consiglio provinciale, oltre a consentire una
edificabilità tra il 20 e il 40% della vecchia area agricola
oltre la statale 16, per il lato mare prevede una teorica
lottizzazione pari alle vecchie, imponenti volumetrie
industriali; quello che non verrà salvato, dunque, potrebbe
essere ricostruito ex novo e diversamente. Comune e
“Agricola '92" (la ditta che ha comprato per pochi spiccioli
il tossico “scatolone di sabbia" industriale, e guarda caso
proprietaria anche dell'area a monte) sperano di tirar su
“di tutto di più": residence, hotel e ombrelloni sono in
pole position. E le altre strutture restaurate? Magari
riconvertite in servizi commerciali e turistici. Ma non
prima dello studio di fattibilità (pagato dall'“Agricola"),
del quasi scontato vincolo della Soprintendenza e di una
bonifica in profondità e costosissima. Proprio quella
sconsigliata dall'esperto consulente Biancani, che nella sua
perizia giudiziaria consiglia una bonifica superficiale e la
riconversione in verde pubblico di tutta l'area.
Ridotta l’area, non la
cubatura Graziosi: «Rischio-grattacieli»
e i comitati "un colpo di
mano"
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - «Un colpo di mano
per saltare la Seveso 2». La interpreta così il comitato di
Fiumesino l’approvazione del prg di Falconara a tempo di
record, avvenuta l’altro giorno in Provincia, in commissione
urbanistica. Anche Sergio Badialetti (Verdi) non nasconde la
sua preoccupazione. «La Seveso 2 - ha detto - non può essere
sottovalutata, in questa fase va ben analizzata. Per quello
che riguarda l’area ex Montedison, invece, siamo contrari
all’urbanizzazione, bisognerebbe circoscriverla solo verso
mare. E’ una delle ultime aree verdi rimaste che collegano
la costa all’entroterra». Soddisfatto per il ridimensionato
subito dall’area ex Montedison Massimo Marcelli Flori (Rc).
«Restringere la zona di urbanizzazione – ha detto – è
positivo, anche se la bonifica rimane una grande incognita
che la stessa amministrazione comunale potrebbe affrontare
in modo troppo superficiale. Dubbi, poi, ne abbiamo sul
centro affari, previsto a Castelferretti, dove
potenzialmente l’impatto ambientale è devastante. Chiederemo
un emendamento in consiglio provinciale». Sarà rottura, per
lei, tra Rc e Giancarli dopo l’episodio di Brandoni? «C’è da
dire che non c’è alcun nesso con la questione di Falconara e
non credo si arriverà alla rottura perché Rc ha contribuito,
in questi anni, a governare bene la Provincia». Da Giovanni
Graziosi (Margherita) arriva l’input per un emendamento che
sembra fondamentale. «Hanno diminuito l’area da urbanizzare
al 20% - ha ribadito – ma hanno lasciato la precedente
cubatura col rischio di far costruire grattacieli. Penseremo
ad un emendamento da presentare quanto prima. Me ne sono
accorto solo perché ho seguito il prg, fin dall’inizio». Dal
canto suo, Giancarlo Scortichini (Ds), alla luce
dell’approvazione del prg, rinnova la sua piena fiducia alla
giunta Giancarli. Infine, Matteo Astolfi (An) ribadisce la
necessità di emendare le zone ex Enichem e Api con
limitazioni più precise.
Provincia di Ancona,
Centrosinistra ormai in bilico
Il presidente Giancarli (Ds)
ai ferri corti con Rifondazione: «Non so se ci sono più le
condizioni per tenere coesa la maggioranza»
di M. Petr.
ANCONA - «Nessun
chiarimento da parte di Brandoni. E io a questo punto voglio
capire se ci sono ancora le condizioni per mantenere coesa
la maggioranza». Il presidente della Provincia di Ancona,
Enzo Giancarli, aspetterà ancora ventiquattrore prima di
aprire ufficialmente la crisi dell’ente dopo il forfait di
Giuliano Brandoni, segretario regionale e presidente della
commissione urbanistica, alla riunione della commissione
convocata per licenziare il tanto sospirato prg di
Falconara. I primi attriti Giancarli-Brandoni lunedì in
consiglio. Il segretario regionale di Rifondazione aveva
infatti lasciato l’aula in disaccordo con al decisione di
votare il prg di Morro d’Alba senza che questo fosse passato
all’esame della commissione urbanistica. Prg di Morro d’Alba
che Brandoni si era rifiutato di inserire all’odg della
commissione finché il sindaco Cerimboli non avesse ritirato
l’ordine di sgombero per il centro sociale. «Centro sociale
per cui, insieme alle forze di polizia, al prefetto e al
sindaco, avevamo deciso un rinvio dello sgombero forzato,
continuando a lavorare per una soluzione». Poi l’assenza di
martedì in commissione. E il disappunto di Giancarli: «E’ un
segnale di allontanamento dalla maggioranza e mia spetto un
chiarimento». Chiarimento che non c’è stato. E che ora il
presidente si attende per domani. In agenda, alle ore 16, è
previsto infatti il summit con Giunta e capigruppo di
maggioranza. «Non tollero che una maggioranza non sia unita
- sottolinea Giancarli - L’assenza di Brandoni in
commissione è stato un fatto gravissimo e non giustificabile
viste le attese e le polemiche che il prg di Falconara aveva
sollevato dopo il rinvio di una settimana della sua
discussione. La questione per me è istituzionale, e voglio
mantenerla sul piano istituzionale ma ci deve essere il
chiarimento richiesto». Da sempre infatti, Giancarli è
convinto che «il rapporto delle istituzioni con il
territorio e le comunità debba essere costantemente
improntato a trasparenza e certezza». Quindi, «pur
condividendo le ragioni di Brandoni sulla situazione del
centro sociale autogestito», le sue dichiarazioni di non
portare in commissione urbanistica la variante al Prg di
Morro, per ripicca, «erano e restano improvvide». Giancarli
continua a sentirsi «sereno», ma vuol far capire che è anche
«molto determinato. Le maggioranze devono essere
maggioranze, debbono essere coese». Prg di Morro d’Alba che
rischia di mettere in crisi anche la Cdl. L'inedita alleanza
nel voto sul Prg, che ha visto convergere Fi sulle posizioni
della maggioranza, non è andata giù ad An. «Speriamo che sia
un fatto episodico - affermano il capogruppo Mencarelli e il
consigliere Bello - perché in caso contrario si aprirebbe un
grave problema politico nella CdL». |
Bilancio, il
Comune investe sul «mattone»
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — Il bilancio 2003
è laborioso tanto quanto è stata difficoltosa la sua
elaborazione e rispecchia a pieno la caratteristica di
Carletti e quella di ogni buon imprenditore: comprare, mai
vendere. L'amministrazione comunale, però quest'anno ha
tardato nel presentare l'importante strumento finanziario
dove le risorse sono diventate una coperta corta. Ecco che
nel piano di investimenti 2003-2005 il Comune mette mano al
portafogli per far proseguire i progetti ancora in fase di
attuazione e compierne di nuovi. Il debito
dell'amministrazione nei confronti degli istituti di credito
privati è sempre più sostanzioso: circa 32 miliardi di lire
per quest'anno, 19 miliardi nel 2004 e altri 19 nel 2005
potendo contare su un contributo statale di 102 mila euro,
su uno regionale residuo di 415 mila euro e su quello
regionale effettivo di 35 mila euro. Cominciamo dal rinforzo
del parco macchine menzionato nel bilancio: una Fiat Panda,
un'altra a servizio delle infrastrutture, due Fiat Punto per
la polizia municipale, una Reanult Kangoo e una Fiat Doblò.
Per un totale di 34 mila euro. Ma una delle spese più
evidenti che appare tra le varie voci è quella per la
manutenzione delle strade e dei marciapiedi: circa quattro
miliardi di lire nel 2003, un miliardo e 400 milioni di lire
nel 2004 e la stessa cifra è stata approntata anche per il
2005. «L'acquisto di Villa Montedomini — ha detto Goffredo
Brandoni di Forza Italia — era stato previsto lo scorso
anno, poi è stato tolto dagli investimenti in attesa
dell'approvazione del piano regolatore, ed oggi è stato di
nuovo inserito per circa 2 miliardi di vecchie lire. Alcuni
investimenti — ha sottolineato — andrebbero discussi in
Consiglio anche se poi è la maggioranza a decidere sul da
farsi. In tal modo, invece, si snatura l'organismo deputato
a rappresentare i cittadini. Sulla possibilità di
sottoscrivere protocolli d'intesa o firmare convenzioni — ha
aggiunto — sarebbe democratico che se ne discutesse in
Consiglio per far sì che ognuno possa spiegare il suo
parere. E' indispensabile che i rappresentanti dei cittadini
sappiano quanto costano e quanto, nel tempo, andranno a
gravare sul budget economico dell'amministrazione». Per
quanto riguarda gli immobili la ristrutturazione della sala
di musica di via Marsala graverà sulle casse comunali per
649 mila euro e la manutenzione straordinaria della piscina
comunale per 180 mila euro. Anche gli impianti sportivi
saranno tirati a lucido da manutenzioni eccezionali come
quelle allo stadio Fioretti per 250 mila euro, alle
strutture di via Speri per altri 250 mila euro e per
l'adeguamento dei lotti sotto la tribuna dello stadio
Roccheggiani per 200 mila euro. Infine, gli incarichi di
progettazione Prusst (proposte di riqualificazione urbana e
sviluppo sostenibile che riguardano il mulino Santinelli,
recupero vallato, parco territoriale, ponte ciclabile,
percorso ciclabile, aula verde habitat fluviale e bosco
urbano), per 229 mila euro.
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