RASSEGNA STAMPA 13.03.2003

 

MESSAGGERO
Lo stabilimento? Intoccabile

Dopo il sì in commissione provinciale al nuovo prg, primo intoppo per la speculazione sulla spiaggia dell’ex Enichem

Vincolo della sovrintendenza: è archeologia industriale

di GIAMPAOLO MILZI

FALCONARA - Da rospo velenoso a principe azzurro. Magari capace di sventolare, in un futuro vicino, la “bandiera blu" che dovrebbe segnare la rinascita turistico-balneare della “spiaggia dei veleni". Non è una favola, ma l'ultimo aggiornamento della realtà del complesso industriale chimico dismesso che rende ancora “ecoincompatibile" il litorale di Falconara ai confini con Montemarciano. Il capannone e i fabbricati annessi in disfacimento, datati primi anni '20, che per 70 anni hanno ammorbato aria, contaminato sabbia e acqua a 360° con scorie zeppe di arsenico, mercurio, amianto, residui di idrocarburi e altra robaccia, è un pezzo pregiato di “archeologia industriale". E quindi, leggi alla mano, andrebbe “visitato", curato e poi riconvertito. Sembra incredibile - visto che la struttura è abbandonata e dimenticata da tutti dall'89 - ma è notizia solo dell'altro ieri. Prima di “corridoio", a margine della seduta della commissione provinciale Urbanistica che, promuovendo e avviando all'esame del Consiglio il nuovo Prg di Falconara, ha avallato le prospettive di espansione turistico-edilizia (auspicate dal sindaco Carletti e dai privati neoproprietari) dell'area a monte e a mare del capannone ex Montedison. E poco dopo quale esito di un faccia a faccia di due ore tra il dirigente dell'ufficio Ambiente del Comune di Falconara Angeloni e la soprintendente per i beni architettonici Lippi. La quale però ha posto un paletto grosso appunto “come un capannone": andrebbe recuperato tutto, è un “bene di interesse storico, architettonico e urbanistico" e per esso dovrebbero essere quindi considerate vigenti le disposizioni di piena tutela previste dal dlgs 490/99 (testo unico in materia); ma prima va fatta una diagnosi accurata sul suo stato di salute. Accordo pieno con Angeloni. Che alla guida del “Cam-Bonifiche" avrà almeno due mesi di tempo per radiografare capannone e immobili di servizio, verificare la tenuta e la recuperabilità delle strutture portanti, monitorare definitivamente gli effetti dei fronti di inquinamento (lavoro peraltro già ben avviato per la messa in sicurezza). Poi nuovo incontro con la soprintendente per decidere cosa salvare e cosa demolire. E in quel “cosa" c'è la chiave di lettura degli scenari futuri: il Prg '99, se passerà illibato l'esame del 19 marzo in Consiglio provinciale, oltre a consentire una edificabilità tra il 20 e il 40% della vecchia area agricola oltre la statale 16, per il lato mare prevede una teorica lottizzazione pari alle vecchie, imponenti volumetrie industriali; quello che non verrà salvato, dunque, potrebbe essere ricostruito ex novo e diversamente. Comune e “Agricola '92" (la ditta che ha comprato per pochi spiccioli il tossico “scatolone di sabbia" industriale, e guarda caso proprietaria anche dell'area a monte) sperano di tirar su “di tutto di più": residence, hotel e ombrelloni sono in pole position. E le altre strutture restaurate? Magari riconvertite in servizi commerciali e turistici. Ma non prima dello studio di fattibilità (pagato dall'“Agricola"), del quasi scontato vincolo della Soprintendenza e di una bonifica in profondità e costosissima. Proprio quella sconsigliata dall'esperto consulente Biancani, che nella sua perizia giudiziaria consiglia una bonifica superficiale e la riconversione in verde pubblico di tutta l'area.

Ridotta l’area, non la cubatura Graziosi: «Rischio-grattacieli»

e i comitati "un colpo di mano"

di ROBERTA MACCAGNANI

FALCONARA - «Un colpo di mano per saltare la Seveso 2». La interpreta così il comitato di Fiumesino l’approvazione del prg di Falconara a tempo di record, avvenuta l’altro giorno in Provincia, in commissione urbanistica. Anche Sergio Badialetti (Verdi) non nasconde la sua preoccupazione. «La Seveso 2 - ha detto - non può essere sottovalutata, in questa fase va ben analizzata. Per quello che riguarda l’area ex Montedison, invece, siamo contrari all’urbanizzazione, bisognerebbe circoscriverla solo verso mare. E’ una delle ultime aree verdi rimaste che collegano la costa all’entroterra». Soddisfatto per il ridimensionato subito dall’area ex Montedison Massimo Marcelli Flori (Rc). «Restringere la zona di urbanizzazione – ha detto – è positivo, anche se la bonifica rimane una grande incognita che la stessa amministrazione comunale potrebbe affrontare in modo troppo superficiale. Dubbi, poi, ne abbiamo sul centro affari, previsto a Castelferretti, dove potenzialmente l’impatto ambientale è devastante. Chiederemo un emendamento in consiglio provinciale». Sarà rottura, per lei, tra Rc e Giancarli dopo l’episodio di Brandoni? «C’è da dire che non c’è alcun nesso con la questione di Falconara e non credo si arriverà alla rottura perché Rc ha contribuito, in questi anni, a governare bene la Provincia». Da Giovanni Graziosi (Margherita) arriva l’input per un emendamento che sembra fondamentale. «Hanno diminuito l’area da urbanizzare al 20% - ha ribadito – ma hanno lasciato la precedente cubatura col rischio di far costruire grattacieli. Penseremo ad un emendamento da presentare quanto prima. Me ne sono accorto solo perché ho seguito il prg, fin dall’inizio». Dal canto suo, Giancarlo Scortichini (Ds), alla luce dell’approvazione del prg, rinnova la sua piena fiducia alla giunta Giancarli. Infine, Matteo Astolfi (An) ribadisce la necessità di emendare le zone ex Enichem e Api con limitazioni più precise.

Provincia di Ancona, Centrosinistra ormai in bilico

Il presidente Giancarli (Ds) ai ferri corti con Rifondazione: «Non so se ci sono più le condizioni per tenere coesa la maggioranza»

di M. Petr.

 ANCONA - «Nessun chiarimento da parte di Brandoni. E io a questo punto voglio capire se ci sono ancora le condizioni per mantenere coesa la maggioranza». Il presidente della Provincia di Ancona, Enzo Giancarli, aspetterà ancora ventiquattrore prima di aprire ufficialmente la crisi dell’ente dopo il forfait di Giuliano Brandoni, segretario regionale e presidente della commissione urbanistica, alla riunione della commissione convocata per licenziare il tanto sospirato prg di Falconara. I primi attriti Giancarli-Brandoni lunedì in consiglio. Il segretario regionale di Rifondazione aveva infatti lasciato l’aula in disaccordo con al decisione di votare il prg di Morro d’Alba senza che questo fosse passato all’esame della commissione urbanistica. Prg di Morro d’Alba che Brandoni si era rifiutato di inserire all’odg della commissione finché il sindaco Cerimboli non avesse ritirato l’ordine di sgombero per il centro sociale. «Centro sociale per cui, insieme alle forze di polizia, al prefetto e al sindaco, avevamo deciso un rinvio dello sgombero forzato, continuando a lavorare per una soluzione». Poi l’assenza di martedì in commissione. E il disappunto di Giancarli: «E’ un segnale di allontanamento dalla maggioranza e mia spetto un chiarimento». Chiarimento che non c’è stato. E che ora il presidente si attende per domani. In agenda, alle ore 16, è previsto infatti il summit con Giunta e capigruppo di maggioranza. «Non tollero che una maggioranza non sia unita - sottolinea Giancarli - L’assenza di Brandoni in commissione è stato un fatto gravissimo e non giustificabile viste le attese e le polemiche che il prg di Falconara aveva sollevato dopo il rinvio di una settimana della sua discussione. La questione per me è istituzionale, e voglio mantenerla sul piano istituzionale ma ci deve essere il chiarimento richiesto». Da sempre infatti, Giancarli è convinto che «il rapporto delle istituzioni con il territorio e le comunità debba essere costantemente improntato a trasparenza e certezza». Quindi, «pur condividendo le ragioni di Brandoni sulla situazione del centro sociale autogestito», le sue dichiarazioni di non portare in commissione urbanistica la variante al Prg di Morro, per ripicca, «erano e restano improvvide». Giancarli continua a sentirsi «sereno», ma vuol far capire che è anche «molto determinato. Le maggioranze devono essere maggioranze, debbono essere coese». Prg di Morro d’Alba che rischia di mettere in crisi anche la Cdl. L'inedita alleanza nel voto sul Prg, che ha visto convergere Fi sulle posizioni della maggioranza, non è andata giù ad An. «Speriamo che sia un fatto episodico - affermano il capogruppo Mencarelli e il consigliere Bello - perché in caso contrario si aprirebbe un grave problema politico nella CdL».

 
IL RESTO DEL CARLINO
Bilancio, il Comune investe sul «mattone»

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — Il bilancio 2003 è laborioso tanto quanto è stata difficoltosa la sua elaborazione e rispecchia a pieno la caratteristica di Carletti e quella di ogni buon imprenditore: comprare, mai vendere. L'amministrazione comunale, però quest'anno ha tardato nel presentare l'importante strumento finanziario dove le risorse sono diventate una coperta corta. Ecco che nel piano di investimenti 2003-2005 il Comune mette mano al portafogli per far proseguire i progetti ancora in fase di attuazione e compierne di nuovi. Il debito dell'amministrazione nei confronti degli istituti di credito privati è sempre più sostanzioso: circa 32 miliardi di lire per quest'anno, 19 miliardi nel 2004 e altri 19 nel 2005 potendo contare su un contributo statale di 102 mila euro, su uno regionale residuo di 415 mila euro e su quello regionale effettivo di 35 mila euro. Cominciamo dal rinforzo del parco macchine menzionato nel bilancio: una Fiat Panda, un'altra a servizio delle infrastrutture, due Fiat Punto per la polizia municipale, una Reanult Kangoo e una Fiat Doblò. Per un totale di 34 mila euro. Ma una delle spese più evidenti che appare tra le varie voci è quella per la manutenzione delle strade e dei marciapiedi: circa quattro miliardi di lire nel 2003, un miliardo e 400 milioni di lire nel 2004 e la stessa cifra è stata approntata anche per il 2005. «L'acquisto di Villa Montedomini — ha detto Goffredo Brandoni di Forza Italia — era stato previsto lo scorso anno, poi è stato tolto dagli investimenti in attesa dell'approvazione del piano regolatore, ed oggi è stato di nuovo inserito per circa 2 miliardi di vecchie lire. Alcuni investimenti — ha sottolineato — andrebbero discussi in Consiglio anche se poi è la maggioranza a decidere sul da farsi. In tal modo, invece, si snatura l'organismo deputato a rappresentare i cittadini. Sulla possibilità di sottoscrivere protocolli d'intesa o firmare convenzioni — ha aggiunto — sarebbe democratico che se ne discutesse in Consiglio per far sì che ognuno possa spiegare il suo parere. E' indispensabile che i rappresentanti dei cittadini sappiano quanto costano e quanto, nel tempo, andranno a gravare sul budget economico dell'amministrazione». Per quanto riguarda gli immobili la ristrutturazione della sala di musica di via Marsala graverà sulle casse comunali per 649 mila euro e la manutenzione straordinaria della piscina comunale per 180 mila euro. Anche gli impianti sportivi saranno tirati a lucido da manutenzioni eccezionali come quelle allo stadio Fioretti per 250 mila euro, alle strutture di via Speri per altri 250 mila euro e per l'adeguamento dei lotti sotto la tribuna dello stadio Roccheggiani per 200 mila euro. Infine, gli incarichi di progettazione Prusst (proposte di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile che riguardano il mulino Santinelli, recupero vallato, parco territoriale, ponte ciclabile, percorso ciclabile, aula verde habitat fluviale e bosco urbano), per 229 mila euro.

 
 
 
 
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